Sei sulla pagina 1di 1

STRUTTURA DELLA MARCIA

MUSICA

Composizione strumentale destinata a ritmare il passo di un gruppo di persone in cammino, come nel caso della m. militare per gli esercito nelle

parate, o comunque finalizzata a essere eseguita in cerimonie solenni, come nel caso della m. funebreo della m. nuziale.Caratteristico della m. è

il ritmo marcato. La struttura deriva dalla forma stabilita da G.B. Lulli per le m. delle bandes di Luigi XIV; tale forma prevedeva due parti di otto

battute ciascuna, entrambe ripetute. In seguito, la m. assunse lo schema formale del minuetto (m.-trio-m.), poi quella del rondò (che ha due o più

trii). Maggiore libertà formale hanno le m. sinfoniche o quelle per le composizioni teatrali. Tra gli es. più noti la m. di Berlioz (rielaborazione

della m. di Rákóczy) nella Dannazione di Faust; quella di Wagner nel Tannhäuser; la m. di Mendelssohn per il Sogno di una notte di mezza

estate; la m. funebre di Sigfrido nel Crepuscolo degli Dei di Wagner, quella della 3ª sinfonia di Beethoven, quella di Chopin.

Forma
Pur nelle sue infinite varianti la marcia ha una struttura di base consolidata, con una sezione destinata all'intero
organico, un secondo tema spesso di trombone e un trio cantabile scritto in una diversa tonalità. Spesso è
introdotta da una fanfara(La fanfara (in francese fanfare; è un tema musicale di carattere brillante, eseguito
dagli ottoni in apposite formazioni che a loro volta sono dette fanfare. Trae origine dai segnali militari o di caccia e trova
impiego nelle cerimonie solenni. È usata anche nella musica colta, spesso come introduzione di una marcia o di
un'altra composizione.) e dura tipicamente pochi minuti (in media tre o quattro). [40] Alcune tradizioni militari - come
quella statunitense sviluppata soprattutto da Sousa - arricchiscono il trio con la tecnica del break strain (talvolta
nella variante del dogfight), suonato generalmente forte: un dialogo tra strumenti o gruppi di strumenti che si
rilanciano alternatamente una frase. Questa tecnica spezza la ripetizione del trio e introduce un'idea di
«combattimento» (melodia e contromelodia) rafforzando il carattere marziale del pezzo.

Tempo e metrica
Storicamente il tempo di marcia dipende dalle esigenze dei reparti militari e dalla concreta funzione che la
marcia è chiamata a svolgere. Si distingue così tra passo ordinario (da parata o da rivista, circa 60-
80 bpm), passo doppio (da manovra, circa 100-140) e passo di carica (oltre 140).[43] La misura media del passo
doppio, intorno ai 120 bpm, forma lo standard della marcia napoleonica tuttora in vigore in Francia.[4] In campo
militare esistono però diverse eccezioni sia tra i diversi corpi (la legione straniera marcia a 88 bpm, gli alpini a
110, i bersaglieri al passo a 140, di corsa a 180),[44][45] sia tra le nazioni (il Regno Unito adotta uno standard
compreso tra 88 e 112 bpm, la Germania lo fissa a 110), sia legate al genere (le marce funebri si eseguono
generalmente al passo ordinario).[4]
Il metro è tipicamente binario o quaternario. Si impiegano perciò i tempi semplici di 2/4 e 4/4 e quelli composti
di 6/8 e 12/8 oltre al cosiddetto «tempo tagliato» (22).[5] Alcune marce alternano i tempi semplici e i corrispondenti
tempi composti (ad esempio 24 e 68).[4] La metrica della marcia, che ricorre a una scansione pari per marcare
l'alternanza dei passi umani, non esclude tuttavia l'esistenza di eccezioni in metro dispari (in
genere 34), giustificate dalla tradizione della marcia delle origini.

Ritmo
Nella sua Schule der Praktischen Tonsetz Kunst op. 600 Czerny individua cinque tipi di marcia in 44 e 68,
isolando tre schemi ritmici fondamentali. Secondo l'autore, il tempo di 68 è riservato talvolta alle marce veloci.
Queste ultime prevedono due passi per battuta (vale a dire uno ogni minima o ogni semiminima puntata a
seconda del tempo), mentre le marce solenni, funebri e da parata ne contemplano quattro (uno ogni
semiminima).[46] Emerge in particolare come caratteristica tipica della marcia l'impiego del ritmo puntato, con una
nota lunga e una o più note brevi, queste ultime collocate sul tempo debole della battuta.

Potrebbero piacerti anche