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ALESSANDRO MORSUILLO
Composta tra il 1800 e il 1802, la II sinfonia di Beethoven consta di quattro movimenti, ognuno
caratterizzato da un sentimento contrastante: Adagio molto - Allegro con brio; Larghetto; Scherzo. Allegro;
Allegro molto. La composizione ha inizio con un Adagio molto reso fluido dalla distribuzione dei vari
pensieri melodici fra varie voci e vari timbri dell'orchestra, in cui spicca una dolce melodia cantata dal flauto
e dal fagotto. Spunti ritmici sempre nuovi portano all’Allegro con brio in cui il tema ha un carattere marziale
e potentemente ritmato, carattere indistinguibile beethoveniano. L’esposizione del primo tema si
congiunge al secondo attraverso un ponte modulante dopo alcuni accordi orchestrali: una frase svelta e
brillante, annunciata dapprima dai soli archi, successivamente esposta in piano dai clarinetti, fagotti e corni,
seguita da una seconda frase esposta da tutta l'orchestra in fortissimo. Il secondo movimento rievoca il
dolce paesaggio viennese attraverso l’esposizione di una lunga frase melodica sviluppata come se si
trattasse di musica vocale. I protagonisti sono gli archi che, però, non sovrastano il ruolo dei legni ma
dialogano tra di loro, arricchendo il contenuto espressivo del movimento e della dinamica. A differenza
della I sinfonia in cui il terzo movimento era intitolato Minuetto , qui si parla di Scherzo in cui si
sperimentano novità formali attraverso tre semplici crome di gradi congiunti che regalano al movimento
leggerezza e semplicità; lo stesso spirito che si ritrova nel Trio in cui ai fiati è affidato un lontanissimo
ricordo della musica concertante tedesca del primo settecento. Il ritmo incalzante dello Scherzo porta ad un
quarto movimento dal carattere intrepido ma caratterizzato anche da contrasti drammatici che
condurranno ad un sereno finale sinfonico.