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della famosa serie di sonetti dal titolo collettivo Fungi from Yuggoth. Venne
pubblicata sul numero di marzo 1930 del mensile «Weird Tales». L’ispirazione
sembra risalire a una nota del Commonplace book, il libro d’appunti nel quale
Lovecraft annotava i propri pensieri estemporanei e fugaci, non datata ma
precedente il 1919, che dice: «Il narratore cammina su di un sentiero di
campagna che gli è poco familiare, e perviene a una regione strana e irreale». È
la stessa intuizione espressa anche nell’incipit del racconto The Dunwich horror,
e non è un caso che, in tutta l’opera di Lovecraft, oltre che nella storia in
questione, la sinistra cittadina sia nominata soltanto in questa lirica. Al
trentaseiesimo verso ho tradotto con «fuochi fatui» il termine originale fox-fire,
letteralmente «fuoco di volpe». In una nota del Commonplace book datata 1925,
Lovecraft c’informa: «Nel New England, la fosforescenza del legno che marcisce
viene chiamata fox-fire». L’immagine del solitario viandante che, con
inconfessato timore, s’incammina per sentieri ignoti e paurosi in una notte
simbolicamente sempre più oscura è persistente nell’immaginario lovecraftiano.
Lo scrittore vi dedica anche una delle prime liriche della sua maturità, The
rutted road, scritta all’inizio del 1917, che qui traduco col titolo La via carraia.
La via carraia