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Le avventure di Pinocchio.

Storia di un burattino 1

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino


Le avventure di Pinocchio
Titolo originale Le avventure di Pinocchio

Le avventure di Pinocchio visto da Enrico Mazzanti, Firenze, 1883


Autore Carlo Collodi
1ª ed. originale 7 luglio 1881
Genere Romanzo
Sottogenere Fantastico, umoristico, per ragazzi
Ambientazione Toscana, XIX secolo
Protagonisti Pinocchio
Coprotagonisti Geppetto, il Grillo Parlante, la Fata dai capelli turchini
Antagonisti il Gatto e la Volpe

« C'era una volta...


- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato: c'era una volta un pezzo di legno. »
(Carlo Collodi, incipit de "Le avventure di Pinocchio")

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino è il titolo di un romanzo scritto da Collodi (pseudonimo dello
scrittore Carlo Lorenzini) a Firenze nel 1881 e pubblicato nel 1883 dalla Libreria Editrice Felice Paggi con le
illustrazioni di Enrico Mazzanti.[1] Si tratta di un classico della cosiddetta letteratura per ragazzi, benché grazie al
giudizio favorevole di Benedetto Croce, che ne scrisse nel 1903, sia rientrato a pieno titolo nella letteratura tout
court.[2] Il romanzo ha come protagonista un notissimo personaggio di finzione, appunto Pinocchio, che l'autore
chiama impropriamente burattino, pur essendo morfologicamente più simile a una marionetta (corpo di legno,
presenza di articolazioni) al centro di celeberrime avventure.
Il personaggio di Pinocchio - burattino umanizzato nella tendenza a nascondersi dietro facili menzogne e a cui cresce
il naso in rapporto ad ogni bugia che dice - è stato fatto proprio con il tempo anche dal mondo del cinema e da quello
dei fumetti. Sulla sua figura sono stati inoltre realizzati album musicali e allestimenti teatrali in forma di musical.
Nelle intenzioni di Carlo Collodi pare non vi fosse quella di creare un racconto per l'infanzia: nella prima versione,
infatti, il burattino moriva impiccato a causa dei suoi innumerevoli errori. Solo nelle versioni successive, pubblicate
a puntate su un quotidiano (il Giornale per bambini diretto da Ferdinando Martini, a partire dal n. del 7 luglio del
1881), la storia venne prolungata anche dopo la sequenza dell'impiccagione, giungendo al classico finale che oggi si
conosce, con il burattino che assume le fattezze di un ragazzo in carne ed ossa.
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Il calcolo delle copie vendute di Pinocchio in Italia e nel resto del mondo è praticamente impossibile, anche perché i
diritti d'autore sono scaduti nel 1940, e quindi a partire da quella data chiunque ha potuto riprodurre liberamente
l'opera di Collodi.[3] Una ricerca degli anni settanta condotta da Luigi Santucci annoverava 220 traduzioni in
altrettante lingue. Ciò significa che, all'epoca, si trattava del libro più tradotto e venduto della storia della letteratura
italiana.[3] Una stima più recente fornita dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi alla fine degli anni novanta, e
basata su fonti UNESCO, parla di oltre 240 traduzioni.[3]

Ambientazione temporale e geografica


Benché sia stato scritto nel 1881, il romanzo è ambientato nel passato, presumibilmente all'epoca del Granducato di
Toscana, come si può notare anche dai riferimenti ai quattrini, soldi e zecchini d'oro che vengono citati nella storia.
Durante il periodo di Leopoldo II (1824-1859) gli zecchini d'oro corrispondevano a 80 crazie o a 400 quattrini,
mentre un soldo era pari a 3 quattrini. Nel 1861 invece era stato formato il Regno d'Italia, Firenze non era più
capitale e dal 24 agosto 1862 la Lira italiana aveva soppiantato tutte le altre monetazioni preunitarie.
Alcune fonti ambienterebbero le avventure di Pinocchio nella zona a nord di Firenze, in particolare nelle località di
Castello, Peretola, Osmannoro e Sesto Fiorentino.[4] [5] Punto di partenza di tale possibile ricostruzione è
rappresentato da villa Il Bel Riposo (situata in prossimità di villa La Petraia e villa Corsini), e nella quale Collodi
soggiornò a più riprese durante la seconda metà dell'Ottocento.[5] [6]

Trama

Trama in breve
Il libro è strutturato in 36 capitoli: i primi due narrano di Mastro Ciliegia falegname che, avendo trovato un pezzo di
legno “che rideva e piangeva come un bambino", lo aveva regalato a Geppetto che volle farsene un burattino per
compagnia. Ma il povero Geppetto non aveva ancora finito di fargli gli occhi e la bocca, che già questi cominciarono
a fare versacci. Quando poi gli finì le gambe il burattino, infilata la porta, prese a correre in strada con Geppetto
dietro. Un carabiniere, invece di punire il monello, condusse in prigione il povero Geppetto e Pinocchio, tornato a
casa, indispettito dai consigli di un Grillo-parlante che gli rimproverava la sua cattiva condotta, lo schiacciò contro il
muro con una martellata. Stanco, affamato e infreddolito si mise a dormire presso un braciere e si bruciò i piedi.
Quando Geppetto fu finalmente libero, dopo avergli rifatto i piedi di nuovo, lo sfamò e lo rivestì e tentò di dargli
un'educazione. Per mandarlo a scuola, vendette la sua casacca, ma Pinocchio vendette l'abbecedario acquistato da
Geppetto per racimolare i soldi necessari per assistere a una rappresentazione del teatro di burattini. Durante la
rappresentazione i burattini lo riconobbero e lo chiamarono sul palcoscenico, fra le proteste del pubblico. A
ristabilire l'ordine intervenne il burattinaio Mangiafuoco che, dopo aver minacciato di bruciare vivo Pinocchio,
commosso dai suoi pianti gli regalò cinque monete d'oro per Geppetto. Ma lui si fece abbindolare dalla Volpe e dal
Gatto che lo aggredirono impossessandosi delle monete e lo impiccarono. Venne salvato dalla Bella Bambina dai
Capelli Turchini che lo accolse nella sua casetta e lo fece curare da un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.
Quando stava tornando a cercare Geppetto incontrò di nuovo il Gatto e la Volpe che lo convinsero a seminare le
monete nel Campo dei Miracoli. Successivamente il burattino, cercando giustizia dal giudice Acchiappa-citrulli,
venne mandato in prigione.
Dopo tante altre avventure un colombo lo portò dal babbo Geppetto e Pinocchio si gettò in mare, per salvare il
pover'uomo, la cui barchetta si era inabissata, ma venne portato dalle onde all'isola delle Alpi Industriose. Costretto
alla fame aiutò una donna, che poi riconobbe essere la Fata: il burattino promise ancora di voler cambiare e studiare,
ma venne trascinato dai cattivi compagni in riva al mare per vedere il pescecane. Scoppiò una zuffa, nella quale
rimase ferito un ragazzo e Pinocchio fu costretto a scappare. Partì così per il paese dei Balocchi; dopo cinque mesi, si
trasformò in un ciuchino e fu comprato dal proprietario di un circo per pochi soldi e poi da una vecchia signora (che
ne voleva ricavare la pelle per il suo tamburo) che lo gettò in mare; per mezzo dell'acqua Pinocchio divenne di nuovo
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un burattino; così fuggì dalla donna, ma dopo pochi metri di nuoto fu ingoiato dal pescecane nel cui stomaco trovò
anche Geppetto che viveva là da due anni. Una notte essi fuggirono, mentre il pescecane dormiva a bocca aperta.
Dopo aver salvato il padre, Pinocchio ha imparato la lezione e finalmente, degno di diventare un ragazzo come tutti
gli altri, si trasformò in un bravo bambino.

Trama dettagliata
Nella bottega del falegname mastr'Antonio detto mastro Ciliegia (per via del
colore del suo naso sempre rosso) si trova un pezzo di legno di poco valore,
che il falegname intende trasformare in una gamba di tavolino. Quando
mastro Ciliegia però si accorge che il pezzo di legno comincia a parlare,
spaventato lo regala all'amico Geppetto, detto Polendina per via del colore
della sua parrucca gialla, capitato in quel momento nella sua bottega per
chiedergli un pezzo di legno per costruire un burattino[7] , con il quale girare
tutto il mondo per guadagnarsi da vivere.

Mastro Ciliegia osserva stupito il tronco

Geppetto nella sua povera casa inizia a scolpire il burattino, che battezza
Pinocchio, il quale inizia a deriderlo e a canzonarlo ancora prima di essere
terminato. Una volta finito il burattino, Geppetto, che già si considera come
suo padre, gli insegna a camminare, ma Pinocchio impara così alla svelta che
corre in strada, inseguito da Geppetto; un carabiniere riesce a fermarlo, ma
finisce per portare in prigione Geppetto, temendo che possa punire troppo
severamente il burattino. Pinocchio torna da solo a casa di Geppetto, e qui
incontra un Grillo-parlante filosofo, che lo ammonisce riguardo al suo
comportamento: Pinocchio, indispettito, uccide il grillo con una martellata.
Sentendosi affamato, cerca in tutta la casa qualcosa da mangiare: trova un
uovo, ma quando lo rompe ne esce un pulcino. Prova a chiedere un po' di
pane in una casa del paese, ma rimedia soltanto una secchiata d'acqua in testa.
Tornato a casa affamato e inzuppato d'acqua, si addormenta vicino a un
braciere per asciugarsi mettendo incautamente i piedi sul braciere. Quando
Geppetto l'indomani viene rilasciato dalla prigione, trova Pinocchio piangente
Geppetto veste Pinocchio
con i piedi bruciati; lo sfama con tre pere che aveva portato dal carcere e gli
ricostruisce i piedi: Pinocchio, fuori di sè dalla gioia, promette di andare a
scuola, così Geppetto gli prepara un vestito di carta e compra un abbecedario vendendo la propria giacca, nonostante
il gelo invernale.
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Pinocchio si incammina verso la scuola, ma durante il tragitto


viene distratto da una musica proveniente dal "Gran Teatro dei
Burattini": incuriosito, Pinocchio vende l'abbecedario per poter
entrare nel teatro. Qui Pinocchio viene notato dai compagni
burattini che interrompono la recita per festeggiarlo. Il burattinaio
Mangiafoco, però, irato per lo scompiglio, dopo la recita ordina ai
suoi burattini di gettare Pinocchio nel fuoco per poter cuocere un
montone, ma poi si commuove per le invocazioni di pietà del
burattino, tanto che lo libera e gli regala cinque zecchini d'oro.

Il burattinaio Mangiafoco

Pinocchio ritorna verso casa, ma si imbatte in due imbroglioni, il


Gatto e la Volpe, e quando incautamente racconta loro delle
monete d'oro, viene convinto a sotterrarle in un vicino campo
miracoloso dove, secondo loro, seminando monete sarebbero
cresciuti alberi colmi di zecchini d'oro. I tre si incamminano e
giungono verso sera all'osteria del Gambero Rosso, dove il Gatto e
la Volpe mangiano a crepapelle a spese di Pinocchio; durante la
notte i due imbroglioni si allontanano dall'osteria accordandosi con
l'oste perché svegli dopo qualche tempo Pinocchio affinché
riprenda il cammino. Quando Pinocchio si avvia di notte nel bosco
per raggiungere il "Campo dei miracoli", il Gatto e la Volpe,
travestiti da Assassini e perciò non riconosciuti dal burattino,
cercano di rapinarlo delle monete d'oro e lo inseguono a lungo.
All'osteria del Gambero Rosso con il Gatto e la Volpe Pinocchio, cercando riparo dagli Assassini, giunge nei pressi di
una casa bianca e bussa alla porta. Si affaccia una bambina dai
capelli turchini, che tristemente dice a Pinocchio che in quella casa sono tutti morti, compresa lei, che sta aspettando
la bara. Intanto gli Assassini raggiungono Pinocchio, e, non riuscendo ad aprirgli la bocca dove aveva nascosto le
quattro monete, lo impiccano ad una quercia, pensando di ritornare più tardi per riprendere le monete dalla bocca
spalancata dell'impiccato. Qui, al capitolo XV, finiva in origine l'opera di Collodi.
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La bambina dai capelli turchini, che si scopre essere una Fata,


ordina ad un servitore Can-barbone di prelevare il burattino
dall'albero e portarlo nella sua casa, dove chiama a consulto tre
illustri medici (tra cui il redivivo Grillo-parlante) per sapere se il
burattino fosse vivo o morto. All'osservazione del Grillo-parlante,
che ricorda i guai combinati dal paziente, il burattino rinviene
piangendo. La Fata, accorgendosi che Pinocchio ha febbre alta,
cerca di fargli bere una medicina, che il burattino rifiuta perché la
ritiene amara; viene però convinto dall'arrivo di quattro conigli
neri che trasportano una bara, venuti a prelevare il malato. Una
volta guarito racconta alla Fata dell'incontro con i briganti, ma
Pinocchio spaventato dai conigli neri nella casa della
quando con una bugia le nasconde dove ha messo le monete, il suo
Fata
naso si allunga in modo straordinario. La Fata, dopo avergli
spiegato che esistono due tipi di bugie: quelle con le gambe corte e
quelle (come nel suo caso) con il naso lungo, riporta il naso di Pinocchio alla lunghezza originale con l'aiuto di un
migliaio di picchi, e gli consente di correre incontro al babbo Geppetto, avvertito dalla Fata della presenza del
burattino.

Pinocchio, però, non riesce a raggiungere Geppetto: subito fuori la


casa della Fata, infatti, incontra il Gatto e la Volpe, che lo
convincono nuovamente a sotterrare i quattro zecchini rimasti nel
Campo dei miracoli. Una volta sotterrate le monete d'oro, e
aspettati venti minuti nella città vicina come suggerito dal Gatto e
la Volpe, Pinocchio ritorna al Campo dei miracoli, ma non vede
alcun albero colmo di monete; un vecchio pappagallo gli racconta
che durante la sua assenza il Gatto e la Volpe erano tornati e
avevano rubato le monete sotterrate. Pinocchio, disperato, si
rivolge ad un giudice, un vecchio gorilla, per denunciare il furto,
ma questi, paradossalmente, lo condanna in prigione. Quattro mesi
dopo, l'Imperatore del paese, dopo una grande vittoria militare,
Pinocchio davanti al giudice
concede un'amnistia per tutti i condannati. Pinocchio, essendo
innocente, rischia di rimanere in galera, ma riesce ad uscire
dichiarandosi un malandrino.
Subito Pinocchio corre verso la casa della Fata, che considera
ormai come una sorellina, ma viene ostacolato dapprima da un
grosso serpente dalla coda fumante che gli sbarra la strada - nel
tentativo di scavalcarlo finisce a gambe all'aria dentro il fango
facendo morire letteralmente dalle risate il mostro - poi viene
preso da una tagliola mentre, affamato, sta rubando dell'uva in un
campo. Il padrone del campo lo costringe per punizione a fargli da
cane da guardia, con collare e catena al collo, sostituendo il suo Ridotto a cane da guardia, Pinocchio incontra le faine
cane Melampo morto quella mattina. Durante la notte viene
svegliato da quattro faine, che ogni notte rubavano alcune galline spartendole poi con il cane Melampo in cambio del
suo silenzio: propongono a Pinocchio lo stesso accordo; Pinocchio finge di accettare, ma poi rinchiude le faine nel
pollaio e avverte il proprietario del campo, che per ringraziarlo lo libera.
Il burattino arriva finalmente dove dovrebbe essere la casa della Fata, ma trova soltanto una pietra di marmo con
incise queste parole:
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QUI GIACE
LA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINI
MORTA DI DOLORE
PER ESSERE STATA ABBANDONATA DAL SUO
FRATELLINO PINOCCHIO.
Mentre piange disperato, si avvicina un grosso colombo che, conosciuta
l'identità del burattino, lo avverte che Geppetto sta partendo per il nuovo
mondo per cercarlo, attraversando l'Oceano con una barchetta. Si offre di
portarlo in groppa per raggiungere la spiaggia della partenza, distante più di
mille chilometri, ma quando arrivano sul posto Geppetto è appena partito:
riconosce Pinocchio che lo chiama dalla spiaggia, ma non può rientrare per la
burrasca, e poco dopo un'ondata lo travolge facendolo scomparire nel mare.
Pinocchio, volendolo salvare, si tuffa da uno scoglio e cerca inutilmente di
raggiungerlo a nuoto.

In volo sul colombo

Dopo un'intera notte tra le onde, Pinocchio raggiunge la riva di un'isola; sulla
spiaggia incontra un delfino, che gli indica la strada per arrivare al paese più
vicino e lo informa che probabilmente il suo babbo era stato inghiottito da un
terribile Pesce-cane che da qualche giorno sta infestando quei luoghi.
Arrivato al "paese delle Api industriose", cerca di elemosinare qualcosa per
poter mangiare; alcuni abitanti del paese, gran lavoratori, gli propongono di
ricompensarlo in cambio di piccoli lavoretti, ma Pinocchio rifiuta sempre.
Alla fine, stremato dalla fame, accetta di portare una brocca d'acqua a casa di
una donna, che lo ricompensa con un piatto di pane, cavolfiori e un confetto:
una volta sazio riconosce improvvisamente nella benefattrice la sua Fata,
fintasi morta, che da bambina è diventata improvvisamente donna.

Pinocchio ritrova la Fata


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La Fata lo ha perdonato grazie al rimorso mostrato da Pinocchio davanti


alla sua finta tomba: vuole considerarsi come sua madre e trasformarlo in
un ragazzo in carne ed ossa; prima però desidera che il burattino
frequenti la scuola e si cerchi un buon mestiere. Pinocchio, un po' a
malincuore, promette, e riesce a diventare il primo della classe. Alcuni
suoi compagni, invidiosi, un giorno lo convincono a marinare la scuola
per correre alla spiaggia dove, secondo loro, si poteva vedere il
Pesce-cane che, secondo il delfino, aveva ingoiato Geppetto. In realtà è
un trucco, e Pinocchio finisce per fare a botte con i compagni che
vogliono convincerlo a diventare un ragazzaccio come loro. Durante la
lotta, un grosso libro di Pinocchio, tiratogli da un compagno, finisce per
sbaglio in testa ad Eugenio, un altro compagno di classe di Pinocchio,
La lotta sulla spiaggia
che sviene. Tutti scappano tranne Pinocchio che cerca di soccorrerlo; due
carabinieri, capitati per caso, lo arrestano credendo che sia il colpevole,
ma Pinocchio riesce a fuggire.
Non potendolo raggiungere, i carabinieri gli lanciano contro un
cane mastino, Alidoro, che però rischia di annegare nel mare dove
Pinocchio si è rifugiato. Alla richiesta di aiuto di Alidoro,
Pinocchio lo salva, in cambio della libertà. Alidoro, riconoscente,
promette di ricambiare il favore alla prossima occasione.
Seguitando a nuotare per sfuggire ai carabinieri, Pinocchio viene
preso dalla rete di un pescatore dal corpo tutto verde: prendendolo
per un nuovo tipo di pesce, il pescatore verde lo infarina e sta per
Alidoro salva il burattino dal pescatore verde
friggerlo, quando il cane Alidoro, attratto dall'odore della frittura,
arriva, lo riconosce e riesce a fuggire con il burattino in bocca,
ricambiando così il salvataggio precedente. Pinocchio, rimasto senza vestiti, si fa rivestire con un sacco da un
vecchietto in una capanna poco distante, e apprende da questi che Eugenio si era riavuto dallo svenimento.
Rinfrancato, torna a casa della Fata arrivando di notte, sotto una pioggia scrosciante. Una Lumaca, cameriera della
Fata, gli viene ad aprire la porta, ma la sua lentezza esasperante lo induce per stizza a dare un calcio alla porta,
rimanendovi incastrato con il piede. Dopo molte ore la Lumaca arriva finalmente ad aprirgli: non potendolo liberare
da quella scomoda posizione, gli offre la colazione, composta però da cibi di gesso e di cartone: è la crudele lezione
della Fata, e il burattino sviene. Dopo questa lezione Pinocchio si comporta bene per il resto dell'anno: è il più bravo
della scuola e viene promosso a pieni voti. La Fata, contenta, gli rivela che il giorno seguente sarebbe stato
trasformato in un ragazzo in carne ed ossa: al colmo della felicità Pinocchio invita tutti i suoi compagni ad una
grande colazione per festeggiare l'avvenimento.
Pinocchio cerca anche il suo più caro amico,
Romeo detto "Lucignolo" per invitarlo alla festa;
dopo averlo cercato a lungo, lo trova sotto un
portico di una casa di campagna: sta aspettando un
carro che lo porterà al Paese dei balocchi, un paese
dove non esistono scuole e dove gli abitanti si
divertono dal mattino alla sera. Pinocchio aspetta
con Lucignolo la mezzanotte per salutare la sua
partenza, ma all'arrivo del carro guidato da un
Il carro che conduce i ragazzi al Paese dei balocchi
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omino grassottello, si fa convincere e parte con loro. All'arrivo nel Paese dei balocchi i due amici si divertono
pazzamente e diventano amici di tutti.
Dopo cinque mesi di questa vita dorata, un giorno Pinocchio si
sveglia e scopre che le sue orecchie sono diventate come quelle di
un somaro. Una Marmottina vicina di casa accorsa alle sue grida
disperate gli pronostica una "febbre da somaro": nel tempo di due
o tre ore Pinocchio si sarebbe completamente trasformato in un
somaro; questa malattia, spiega la Marmottina, colpisce i ragazzi
che passano troppo tempo a divertirsi, invece che studiare;
Pinocchio corre a cercare Lucignolo, e quando lo trova scopre che
anche a lui sono cresciute le orecchie da somaro; dopo un inatteso
divertimento reciproco i due si accorgono con raccapriccio che
stanno rapidamente trasformandosi in somari. Appena completata
la trasformazione l'Omino del carro li conduce alla piazza del La Marmottina visita il malato
mercato per venderli: L'Omino, infatti, era diventato milionario
raccogliendo i ragazzi svogliati per il mondo e conducendoli al Paese dei balocchi, dove diventavano in poco tempo
dei veri somari e li poteva vendere al mercato.
Pinocchio viene comprato dal Direttore di un circo, e dopo tre
mesi di duri esercizi, tra frustate e cibandosi di paglia, fa il suo
debutto nello spettacolo, danzando e saltando nel cerchio. Durante
lo spettacolo Pinocchio intravede tra il pubblico la Fata, che porta
al collo un medaglione con il suo ritratto e che poco dopo
scompare. Distratto da questa visione, nel saltare un cerchio
Pinocchio cade malamente e rimane azzoppato. A questo punto il
Direttore non può fare altro che venderlo al mercato, dove viene
acquistato da un uomo per ricavare un tamburo dalla sua pelle; il
compratore gli lega un sasso al collo e lo getta nel mare da uno
scoglio per affogarlo. Quando lo ritira a galla, scopre con grande
stupore che il somaro è diventato un burattino di legno; Pinocchio
spiega all'allibito compratore che un branco di pesci, mandato
dalla Fata, aveva mangiato il corpo di somaro che lo rivestiva,
Mangiato dai pesci, Pinocchio ridiventa burattino
restituendolo alla primitiva forma di burattino. Il compratore
vorrebbe rivenderlo come legna da ardere per rifarsi della spesa,
ma Pinocchio, con un salto, si rifugia in mare.
Nuotando nel mare Pinocchio vede su uno scoglio bianco una
caprettina azzurra, lo stesso colore dei capelli della Fata; mentre
sta nuotando per raggiungerla, però, un mostro marino si avventa
su di lui per inghiottirlo: è il Pesce-cane di cui si parlava nell'isola
delle Api industriose; nonostante l'incitamento della caprettina il
Pesce-cane riesce ad ingoiarlo. Nell'interno buio del Pesce-cane,
Pinocchio incontra un Tonno filosofo, che aspetta di essere
digerito e che invita il burattino a rassegnarsi anche lui al proprio
destino. Ma Pinocchio intravede una luce lontana, e avvicinandosi,
con grande gioia ritrova suo padre Geppetto, inghiottito dal
Pesce-cane mentre attraversava l'oceano nella barchetta due anni Inghiottito dal Pesce-cane

prima.
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Geppetto è riuscito a sopravvivere fino a quel momento grazie ad


un bastimento mercantile carico di ogni genere di conforto
ingoiato dal Pesce-cane insieme a lui. Le scorte di viveri stanno
però per finire, e Pinocchio ha un'idea per fuggire: approfittando
dell'asma del Pesce-cane, che lo costringe a dormire a bocca aperta
di notte, raggiungere piano piano la bocca, scavalcare i tre filari di
denti e svignarsela. Dopo un primo tentativo non riuscito, i due
riescono finalmente ad abbandonare la bocca del Pesce-cane e
fuggire a nuoto.

Pinocchio ritrova Geppetto

Pinocchio, nuotando con Geppetto a cavalcioni sulle spalle (i due


anni di permanenza nel ventre del Pesce-cane lo hanno fortemente
indebolito), sta per essere sopraffatto dalla stanchezza, quando il
Tonno, che era fuggito dal Pesce-cane imitando il loro esempio,
arriva in soccorso della coppia e li trasporta sulla sua groppa fino a
raggiungere la riva.

Salvati dal Tonno

Giunti a terra e salutato il Tonno, Pinocchio e Geppetto incontrano


il Gatto e la Volpe, invecchiati e ridotti allo stremo delle forze, che
chiedono la carità: si fa beffe di loro. Dopo poco tempo i due
trovano una capanna di paglia e bussano alla porta: una vocina li
invita ad entrare: è il Grillo-parlante, che afferma di aver avuto in
dono la capanna da una capretta dalla lana turchina. Pinocchio e
Geppetto si sistemano nella capanna del grillo, e il burattino va in
cerca di un po' di latte per Geppetto; il Grillo lo indirizza da un
ortolano vicino. L'ortolano Giangio propone un lavoro al burattino:
tirare su da una cisterna 100 secchi d'acqua per annaffiare le
piante: in cambio gli darà un bicchiere di latte. Pinocchio accetta, e
quando l'ortolano lo porta a vedere il suo ciuchino, ormai in fin di
vita, che fino ad allora aveva svolto quel lavoro, il burattino si
La morte di Lucignolo accorge che il ciuchino è il suo amico Lucignolo, che muore in
quel momento.
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Per cinque mesi Pinocchio, con il lavoro dall'ortolano e


procurandosi qualche lavoretto per arrotondare, riesce a mantenere
decorosamente se stesso e Geppetto, esercitandosi nel contempo
allo studio. Un giorno, mentre sta andando a comprare dei vestiti,
incontra la Lumaca, cameriera della Fata. La Lumaca lo informa
che la sua padrona giace in un letto d'ospedale, povera e malata:
Pinocchio le offre generosamente tutti i suoi quaranta soldi di
rame e promette alla Lumaca di lavorare ancor più duramente per
aiutare la Fata. Quella stessa notte la Fata gli appare in sogno,
bella e sorridente, e gli dice che per il suo buon cuore dimostrato
assistendo suo padre Geppetto, lo perdona per tutte le monellerie
che ha combinato.
Al risveglio Pinocchio si accorge di essersi trasformato in un
ragazzo in carne e ossa; la capanna è diventata una bella casetta, i
suoi vecchi vestiti si sono trasformati in nuovi e in tasca si trova
un portamonete d'avorio con un biglietto: la Fata gli restituisce i Pinocchio diventa un ragazzo

quaranta soldi e lo ringrazia per il suo buon cuore. Ma i soldi sono


diventati quaranta zecchini d'oro. Anche Geppetto si è trasformato: è ritornato l'arzillo vecchietto di prima e sta
lavorando una cornice, riprendendo il vecchio mestiere di intagliatore in legno. Sorridendo, gli indica un burattino
appoggiato su una sedia: è il vecchio involucro di Pinocchio, che si rivede come una buffa marionetta, e contento di
essere diventato un ragazzino perbene.

Valore pedagogico del romanzo


Va detto che la letteratura per ragazzi dell'Ottocento cominciava a riservare un sensibile riguardo verso opere talvolta
tristi e crudeli, come ad esempio quelle del Dickens, che scaraventavano sul giovane lettore le amare emozioni
suscitate dalla vita di un bambino nella rivoluzione industriale, quasi che il supporto pedagogico della novellistica
dovesse irrinunciabilmente muovere da un "fiat" di pronta disillusione. Tutto ciò senza contare poi un certa influenza
per il tenebroso, se non addirittura l'orrido, ereditata dal romanzo gotico, che nell'Ottocento si è frequentemente
intrecciato con il recupero di racconti e favole della tradizione popolare, come avvenuto in Germania con i Fratelli
Grimm.[8] [9]
In ciò, che era ormai consuetudine, non è dunque strano incontrare crudeltà e cattiveria (poi alleviate nel succedersi
delle versioni) anche nell'opera del Collodi che, a rileggerla scevri di addolcimenti della memoria infantile, potrebbe
oggi non risembrarci tanto allegra. E del resto, su altri filoni letterari di primaria diffusione, erano i tempi in cui il
verismo verghiano nervosamente andava a rimestare il peggio dell'esistenza popolana.
Di fatto, quasi nessuno scrittore componeva davvero (sentitamente) per il pubblico infantile, ma piuttosto scriveva
quanto l'idealità pedagogica abbracciata gli suggeriva. Comunque, va ribadito che l'iniziale creazione collodiana era
attendibilmente rivolta ad un pubblico adulto, come del resto la storia personale dell'autore aiuta ad ipotizzare.
Molti commentatori effettivamente convengono che Pinocchio, piuttosto che una favola per ragazzi, sia in effetti
un'allegoria della società moderna, uno sguardo impietoso sui contrasti tra rispettabilità e libero istinto, in un periodo
(fine Ottocento) di grande severità nell'attenzione al formale.
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Fra satira e paradossi


Al di là dell'apparente ottimismo pedagogico, il romanzo è in realtà tristemente ironico, a volte addirittura satirico,
proprio con riferimento a quella pedagogia formale e, più in generale, contro alcune contraddizioni ed inadeguatezze
dell'educazione, delle maniere e dell'istruzione Ottocentesche.
L'utilizzo di irrealtà nella costruzione della narrazione, non fa poi che mostrare da un lato l'abilità dialettica
dell'autore, e dall'altro enfatizza con il paradosso dell'artificialità vigorosi attacchi inespressi a talune componenti
della società.
La presenza, ad esempio, formalmente ineccepibile delle "api industriose", che compiono zelantemente ed
impersonalmente il loro compito sociale, così come il giudice, sottilmente ed impercettibilmente va a tramutarsi
dopo poco in una sensazione di certo disagio verso quel mondo ordinato e deterministico, suggestione emotiva che
appunto richiama Charles Dickens, ma che evoca anche taluni echi della politica stradaiola dalla quale l'autore non
era rimasto incontaminato.
Non tutti condividono l'interpretazione che ne deduce inclinazioni verso il picaresco, certamente l'angolo di
osservazione della storia è, conformemente al tempo di edizione, popolaresco.

Personaggi

Pinocchio
Pinocchio viene definito da Collodi come "burattino"; in realtà, è una marionetta (è ipoteticamente mosso da fili).
Viene chiamato burattino da Collodi non per ignoranza del fatto che sia una marionetta, bensì perché egli si rifà a
Burattino, una delle identità che lo Zanni della Commedia dell'Arte assunse attorno al XVII secolo. Burattino era
colui che abburattava (setacciava) la farina e, per eseguire il suo lavoro, si muoveva con gesti scomposti e spezzati.
Allo stesso modo si muoveva un burattino (lo Zanni). È proprio a questa figura che Collodi si rifà nel chiamare la
sua marionetta burattino.
Il nome "Pinocchio" non è una pura invenzione dello scrittore toscano. Egli infatti s'ispirò alla "Fonte di Pinocchio"
situata a Colle di Val d'Elsa, dove il Lorenzini aveva studiato.

Lo stile
Anche da un punto di vista stilistico, il racconto si presenta in una forma innovativa, moderna e fresca, spianando la
strada a molti altri autori e scrittori del secolo successivo. Ad esempio, l'italiano utilizzato nel testo è popolarizzato,
con frequente ricorso ai fiorentinismi, quali: "non ne ho punto voglia", "grullerello", "costì", "gli è", "il mi' caro", "il
tu' babbo", "colla" (con la), ed ai motti proverbiali.
Lo stile è segmentato, viene usata la punteggiatura e il linguaggio usato è colloquiale.
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 12

Immagini proverbiali
Molti concetti e situazioni espressi nel libro, di ritorno, sono divenuti
proverbiali, o comunque luoghi comuni frequentemente usati non solo in
Italia. Ad esempio:
• il naso lungo, comunemente attribuito a quanti dicono le bugie. Come
dice la fata, "Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito! perché ve
ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le
bugie che hanno il naso lungo: la tua per l'appunto è di quelle che
hanno il naso lungo".
• Il Paese dei Balocchi, per indicare un paese di Cuccagna che in realtà
nasconde ben altro.
• Il detto "Ridere a crepa pelle" anche esso nato dopo l'uscita delle
Avventure di Pinocchio, in riferimento all'episodio dalla morte del
serpente gigante a cui esce il fumo dalla coda, scoppiato dal ridere nel
vedere Pinocchio sporco di fango dalla testa ai piedi dopo una caduta
in una pozzanghera.
Allo stesso modo, molti dei personaggi sono divenuti per antonomasia Le bugie dal naso lungo

modelli umani tipici, ancora oggi citati frequentemente nel linguaggio


comune, come ad esempio:
• "un mangiafuoco" per indicare un tipo burbero e irascibile,
• "il gatto e la volpe" per indicare una coppia di amici poco affidabili,
• "lucignolo" il modello di ragazzo ribelle e scapestrato,
• "grillo parlante" per indicare chi si prodiga a dare consigli rimanendo inascoltato o, peggio, considerato un
seccatore,
• per non parlare poi dello stesso Pinocchio, divenuto ormai sinonimo di "bugiardo".

Come fu accolto il libro


L'accoglienza riservata all'opera non fu
immediatamente cordiale: l'allora imperante
perbenismo, rappresentato dalla moderata
critica letteraria allora avvezza a testi più
borghesi, ne sconsigliò, addirittura, la lettura
ai ragazzi "di buona famiglia" (per i quali,
taluno soggiunse, poteva trattarsi di una
perniciosa potenziale fonte d'ispirazione).

Su tutt'altro versante, le istituzioni


rabbrividirono nel vedere, per la prima Pubblicità della prima edizione del libro nel Corriere del Mattino del 14 febbraio
1883
volta, dei carabinieri coinvolti in un'opera di
fantasia, e reagirono ricercando eventuali
motivazioni per il sequestro del libro, scoprendo però che non ve ne era alcuna.
Come evidente, il libro incontrò invece un successo popolare di difficile paragone.
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 13

Pinocchiate
A partire dal grande successo del libro di Collodi si sviluppò anche una letteratura parallela di storie scritte da altri
autori e che avevano per protagonista Pinocchio. Tale fenomeno prende il nome di Pinocchiate.[1]
In queste storie Pinocchio fa i mestieri più disparati, va nei posti più esotici, ha parenti e figli, e fonda persino una
repubblica.[10]

Il caso Tolstoj
Nel 1936 Aleksej Nikolaevič Tolstoj scrisse una versione alternativa della storia in russo, intitolata La piccola
chiave d'oro o Le avventure di Burattino. La storia parte in modo molto simile a quella di Pinocchio ma dopo
l'incontro con i burattini di Barabas (Mangiafuoco) la trama diverge completamente. Questo libro è stato tradotto in
italiano con il titolo Il compagno Pinocchio (pubblicato nel 1984 da Stampa Alternativa). Da quest'opera sono stato
tratti anche due film di animazione: "Zolotoy klyuchik" (La chiave d'oro, 1939), regia di Aleksandr Ptushko e
"Priklyucheniya Buratino" (Le avventure di Burattino, 1959) di Ivan Ivanov-Vano.

Illustratori per Pinocchio


Come spesso accade per i libri dedicati ai bambini, le
illustrazioni giocano un ruolo chiave. E moltissimi sono
gli artisti che si sono cimentati con le tavole di
Pinocchio, spesso dovendo fare i conti con le
illustrazioni storiche di Mazzanti, Chiostri e
Mussino.[11] [1]

• Enrico Mazzanti (prima edizione a stampa, 1883)


• Carlo Chiostri (edizione del 1901)
• Attilio Mussino (edizione del 1911)
• Henri Comparini (edizione del 1922)
• Corrado Sarri (edizione del 1923)
• Luigi e Maria Augusta Cavalieri (edizione del 1924)
• Giove Toppi (edizione del 1924)
• Americo Grieco (edizione del 1924)
• Piero Bernardini (edizione del 1924)
• Alberto Bianchi (edizione del 1926) Enrico Mazzanti. Illustrazione per l'edizione del 1883: Pinocchio
impiccato alla quercia grande.
• Fiorenzo Faorzi (edizione del 1934)
• Giacinto Galbiati (edizione del 1940)
• Giovanni Manca (edizione del 1941)
• Vittorio Accornero de Testa (edizione del 1942)
• Giovanni Battista Gallizzi (edizione del 1942)
• Giuseppe Porcheddu (edizione del 1942)
• Gaetano Vitelli (edizione del 1943)
• Jonni (edizione del 1943)
• Amorelli (edizione del 1943)
• Nils Martellucci (edizione del 1943)
• Roberto Lemmi (edizione del 1944)
• Nico Rosso (edizione del 1944)
• Vsevolod Nicouline (edizione del 1944)
• Giovanni Mosca (edizione del 1944)
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 14

• Rino Albertarelli (edizione del 1944)


• Antonio Zetto (edizione del 1944)
• Fiorenzo Faorzi (edizione del 1944)
• Carlo Bisi (edizione del 1945)
• Benito Jacovitti (edizione del 1945)
• Marino Guarguaglini (edizione del 1945)
• Gianbattista Conti (edizione del 1945)
• Nicola Lupaiuolo (edizione del 1945)
• Ferdinando Corbella (edizione del 1945)
• Gastone Rossini (edizione del 1947)
• Leonardo Mattioli (edizione del 1955)

Fumetti
Il personaggio ha avuto anche varie e innumerevoli
versioni a fumetti:

Carlo Chiostri. Illustrazione per l'edizione del 1901: Pinocchio


impiccato alla quercia grande.

• Jacovitti ha realizzato ben tre versioni della storia, in periodi (e stili) diversi. La prima versione è rappresentata
dalle illustrazioni del 1945.
• Una versione di Pinocchio, secondo il modello delle tavole del Corriere dei Piccoli, venne pubblicata dalla De
Agostini di Novara nel 1948 con le illustrazioni di Sto, l'autore del Signor Bonaventura, e i versi di Grisostomo,
uno pseudonimo sotto cui si celava l'illustre bibliografo Marino Parenti.
• Una riduzione a fumetti del popolare personaggio - ambientata nella surreale scenografia del golfo ligure del
Tigullio (Rapallo) - è stata fatta negli anni ottanta dal cartoonist Luciano Bottaro.
Esistono inoltre versioni particolari in cui la storia è adattata liberamente:
• "Pinocchio Super-Robot" di Max Bunker e Giampaolo Chies (1981, Editoriale Corno), versione fantascientifica in
bianco e nero. In questa storia Pinocchio è un piccolo robot che viene innocentemente coinvolto in traffici illegali
e altre losche vicende.
• "Pinocchio - La storia di un bambino" di Ausonia (2007, Pavesio). In questa versione di Pinocchio, la storia
originale di Collodi viene letta al contrario per ribaltarne il contenuto morale: "Pinocchio" è un fantoccio di carne
realizzato da un macellaio che vive in un mondo di marionette.
Versione a fumetti di Pinocchio, edito dalla casa editrice Nerbini con adattamento del testo a cura di Marcello Serra
e con illustrazioni di Aurelio Galeppini, edizione 1947
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 15

Cinema
Molti autori si sono ispirati al personaggio frutto della fantasia di Collodi in diverse forme d'arte: numerosissime
sono state in tutto il mondo le versioni teatrali dell'opera, ma anche nel cinema sono stati prodotti molti film ispirati
alla storia del famoso burattino.[12]
Oltre alla celebre versione in cartoni animati prodotta dalla Walt Disney Co. nel 1940 (oggi inclusa nell'elenco delle
opere filmiche da preservare), è stata particolarmente fortunata e di successo la trasposizione cinematografica di
Luigi Comencini del 1971 trasmessa a puntate sul principale canale televisivo italiano della RAI. Meno fortunata è
stata invece la trasposizione cinematografica del 2002 diretta da Roberto Benigni (che ha anche interpretato il
personaggio principale), rivelatosi un flop al botteghino[13] e negativamente recensito da gran parte della critica.[14]

Lungometraggi
• Le avventure di Pinocchio (1936), regia di Umberto Spano e Raoul Verdini
• Pinocchio (1940), regia di Hamilton Luske e Ben Sharpsteen, prodotto da Walt Disney
• Le avventure di Pinocchio (1947), regia di Gianetto Guardone
• Un burattino di nome Pinocchio (1972), regia di Giuliano Cenci (film d'animazione)
• Le straordinarie avventure di Pinocchio (The Adventures of Pinocchio, 1996), regia di Steve Barron, con Martin
Landau
• Pinocchio (2002), regia di Roberto Benigni e musiche di Nicola Piovani
• Pinocchio 3000 (2004), regia di Daniel Robichaud (film d'animazione in computer grafica). Conosciuto anche
come P3K. Versione fantascientifica della storia.

Mediometraggi
• Pinocchio (1911), regia di Giulio Antamoro (durata: 42 minuti)
• Pinocchio (1993), regia di Roger Scott Olsen, film d'animazione della Golden Films (durata: 49 minuti)

Cortometraggi
• Pinocchio (1999), regia di Gianluigi Toccafondo (durata: 5 minuti)
• Pinocchio (2002), regia di Michele Restaino (durata: 2 minuti)

Serie televisive
• Le avventure di Pinocchio (1972), sceneggiato televisivo, regia di Luigi Comencini e musiche di Fiorenzo Carpi,
diviso in sei puntate.
• Pinocchio (2009), serie tv coprodotta da RAI e Luxvide, divisa in due puntate.

Serie animate
• Le nuove avventure di Pinocchio (Kashi no Ki Mokku, 1972) della Tatsunoko Production del 1972 diretta da Ippei
Kuri. Si tratta di una versione molto rivisitata del romanzo di Collodi pur mantenendo i toni drammatici presenti
nell'opera originale.
• Bambino Pinocchio (Pikorîo no bôken, 1976), regia di Shigeo Koshi e Hiroshi Saitô

Videoclip
• La cantante francese Mylène Farmer interpreta nel videoclip della canzone Sans contrefaçon (1987) un originale
Pinocchio che nel momento di diventare bimbo vero si rivelerà essere donna e s'innamorerà di Geppeto, il suo
babbo. A causa delle scene ambigue e del testo rivoluzionario la canzone diventerà uno dei maggiori inni gay in
Francia. [15]
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 16

Influenze
• Astro Boy, fumetto e serie a cartoni animati di Osamu Tezuka (con i successivi rifacimenti).
• OcchioPinocchio (1994), regia di Francesco Nuti: rilettura ardita (e non molto adatta ai bambini) del capolavoro
di Collodi.
• Bad Pinocchio (Pinocchio's Revenge, 1996), film horror di Kevin S. Tenney.
• A.I. - Intelligenza Artificiale (2001), regia di Steven Spielberg: Pinocchio e soprattutto la Fata Turchina vengono
citati frequentemente nella seconda parte del film.

Musica
Sono vari i musicisti che nel tempo si sono ispirati alle avventure di Pinocchio per comporre le proprie canzoni.
Talvolta dedicando al burattino veri e propri tributi (com'è ad esempio il caso della classica canzone di Johnny
Dorelli dei primi anni sessanta), e talvolta prendendo la storia di Pinocchio a pretesto per parlare di altro, e quindi
usandola come metafora (com'è ad esempio il caso di Edoardo Bennato).
Sempre in ambito musicale si possono trovare anche altri generi di citazioni: Chris Fehn, uno dei percussionisti del
gruppo rock Slipknot, usa una maschera il cui volto ricorda quello di Pinocchio (il naso della maschera misura ben
19 cm).

Concept album e opere musicali


• Burattino senza fili, album di Edoardo Bennato del 1977.
• Occhio Pinocchio, album di Heather Parisi del 1993.
• Pinocchio, album dei Pooh scritto per un musical, 2002.
• Pinocchio, ahi mi hai fatto male!, spettacolo teatrale con brani originali del cantautore italiano Leonardo Vecchi
interamente ispirato alla stesura originale (1881) della storia di Pinocchio, che si concludeva al XV capitolo, con
l'impiccagione del burattino.

Brani singoli
• Lettera a Pinocchio, brano del 1961 di Johnny Dorelli .
• La ballata di Pinocchio, brano dell'album I mali del secolo (1972) di Adriano Celentano.
• Franz è il mio nome, brano dell'album La torre di Babele (1976) di Edoardo Bennato.
• Pinocchio: perché no?, brano della serie animata giapponese Le nuove avventure di Pinocchio cantata da Luigi
Lopez ed edita nel 1980.
• Bambino Pinocchio , brano della serie animata tedesco-giapponese Bambino Pinocchio (1976, trasmessa in Italia
nel 1982) cantata da Cristina D'Avena[16] nel 1982
• Pinocchio Chiò, brano del 1984 di Pippo Franco.
• Il paese dei balocchi, brano dell'album omonimo (1992) di Edoardo Bennato dove tuttavia, a dispetto del titolo
del disco, rimane l'unica canzone a fare riferimento al mondo di Pinocchio.
• Burattino senza fichi, brano dell'album Eat the Phikis (1996) di Elio e le Storie Tese.
• Nel Paese dei Balordi, brano dell'album Verità supposte (2003) del cantante rap italiano Caparezza.
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 17

Podcast
• Le Avventure di Pinocchio lette da Andrea Balestri, l'opera di Carlo Collodi letta dall'attore che ha interpretato
Pinocchio nello sceneggiato di Luigi Comencini del 1972.[17]

Saggistica
• Pietro Pancrazi, Venti uomini, un satiro e un burattino, Firenze: Vallecchi, 1923.
• Luigi Volpicelli, La verità su Pinocchio, Roma: Avio, 1954; poi Roma: Armando, 1959.
• Vito Fazio Allmayer, Divagazioni e capricci su "Pinocchio", Firenze: Sansoni, 1958.
• Luigi Compagnone, Commento alla vita di Pinocchio, Napoli: Marotta, 1966; poi ampliato come La vita nova di
Pinocchio, Firenze, Vallecchi, 1971.
• Franco Antonicelli (e altri), Omaggio a Pinocchio, Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo Collodi n.
1, 1967 (ma gli studi, a parte l'avvertenza di Luigi Volpicelli, sono del 1952).
• Carlo Betocchi, Collodi, Pinocchio, Firenze, Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo Collodi n. 2,
1968.
• Giovanni Jervis, Prefazione a Carlo Collodi, Pinocchio, Torino: Einaudi, 1978; n. ed. ivi 2002 (con introduzione
di Stefano Bartezzaghi).
• Emma Nasti, "Pinocchio", libro per adulti, Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo Collodi n. 3,
1969.
• Gérard Genot, Analyse structurelle de "Pinocchio", Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo Collodi
n. 5, 1970.
• Studi collodiani, atti del convegno 5-7 ottobre 1974, Pescia: Fondazione Carlo Collodi, 1976.
• Pietro Citati, Introduzione a Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, Milano: Rizzoli, 1976.
• Emilio Garroni, Pinocchio uno e bino, Bari: Laterza, 1975.
• Giorgio Manganelli, Pinocchio: un libro parallelo, Torino: Einaudi, 1977; poi Milano: Adelphi, 2002; sul quale si
può leggere anche l'intervista di Daniele Del Giudice, Attraversando l'oceano "Pinocchio" (1978), in Giorgio
Manganelli, La penombra mentale, a cura di Roberto Deidier, Roma: Editori Riuniti, 2001, pp. 38-41.
• Franklin Samuel Stych, Pinocchio in Gran Bretagna e Irlanda, tr. Gaetano Prampolini, Firenze: Quaderni della
Fondazione nazionale Carlo Collodi n. 8, 1971.
• Annalisa Macchia, Pinocchio in Francia, Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo Collodi n. 11,
1978.
• Pinocchio oggi, atti del convegno 30 settembre-1 ottobre 1978, Pescia: Fondazione nazionale Carlo Collodi,
1980.
• Anna Maria Favorini, L'avventura educativa di Pinocchio, Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo
Collodi n. 12, 1980.
• Nancy D. Sachse, Pinocchio in USA, tr. Francesco Casotti, Firenze: Quaderni della Fondazione nazionale Carlo
Collodi n.14, 1981.
• C'era una volta un pezzo di legno. La simbologia di Pinocchio, atti del convegno, Milano: Emme, 1981.
• Giovanna Botteri, Il bambino e la marionetta, in aut aut, n. 191-192, settembre-dicembre 1982, pp. 113-130.
• Le avventure ritrovate: "Pinocchio" e gli scrittori italiani del Novecento, a cura di Renato Bertacchini, Pescia:
Fondazione nazionale Carlo Collodi, 1983.
• Ornella Castellani Pollidori, Prefazione all'ed. critica di Pinocchio a sua cura, Pescia: Fondazione Nazionale
Carlo Collodi, 1983.
• Vittorio Frosini, La filosofia politica di Pinocchio, Roma: Lavoro, 1990. ISBN 88-7910-451-9
• Piero Zanotto, Pinocchio nel mondo, Cinisello Balsamo: Paoline, 1990. ISBN 88-215-1941-4
• Luigi Malerba, Pinocchio con gli stivali, Milano: Mondadori, 1991. ISBN 88-04-31861-9
• Fernando Tempesti, Introduzione alla sua ed. di Carlo Collodi, Pinocchio, Milano: Mondadori, 1993.
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 18

• Rodolfo Tommasi, Pinocchio: analisi di un burattino, Firenze: Sansoni, 1992. ISBN 88-383-1385-7
• Alberto Asor Rosa, "Le avventure di Pinocchio" di Carlo Collodi, in Letteratura Italiana. Le opere, Torino:
Einaudi, 1995, vol. 3, pp. 879-950.
• Povero Pinocchio: giochi linguistici di studenti del Corso di Comunicazione, a cura di Umberto Eco, Milano:
Comix, 1995.
• Giovanni Gasparini, La corsa di Pinocchio, Milano: Vita e pensiero, 1997.
• Giacomo Biffi, Contro maestro Ciliegia: commento teologico a "Le avventure di Pinocchio", Milano: Jaca book,
1977; poi Milano: Mondadori, 1998. ISBN 88-04-44273-5
• Riccardo Campa, La metafora dell'irrealtà: saggio su "Le avventure di Pinocchio", Lucca: Pacini Fazzi, 1999.
ISBN 88-7246-379-3
• Pinocchio nella letteratura per l'infanzia, a cura di Carlo Marini, Urbino: Quattro venti, 2000. ISBN
88-392-0511-X
• Dieter Richter, Pinocchio o il romanzo d'infanzia, tr. di Alida Fliri Piccioni, Roma: Edizioni di storia e letteratura,
2002. ISBN 88-8498-063-1
• Rossana Dedola, Pinocchio e Collodi, Milano: Bruno Mondadori, 2002. ISBN 88-424-9596-4
• Le avvenure di Pinocchio tra un linguaggio e l'altro, a cura di Isabella Pezzini e Paolo Fabbri, Roma: Meltemi,
2002. ISBN 88-8353-185-X
• Marco Belpoliti, Pinocchio, in Il romanzo, a cura di Franco Moretti, Torino: Einaudi, 2003, vol. 4: Temi, luoghi,
eroi, pp. 773-785
• Ludovico Incisa di Camerana, Pinocchio, Bologna: Il mulino, 2004 (collana "L'identità italiana"). ISBN
88-15-09799-6
• Rita Mascialino, Pinocchio: analisi e interpretazione, Padova: Cleup, 2004. ISBN 88-7178-753-6
• Sebastiano B. Brocchi, Favole Ermetiche, Lugano, 2009. ISBN 978-88-7922-053-8
• Alesandro Gnocchi e Mario Palmaro, Ipotesi su Pinocchio, Milano: Ancora, 2005. ISBN 88-514-0268-X
• Valentino Baldacci e Andrea Rauch, Pinocchio e la sua immagine, con un saggio di Antonio Faeti, Firenze:
Giunti, 2006. ISBN 978-88-09-05019-8
• Anna Rosa Vagnoni, Collodi e Pinocchio. Storia di un successo letterario, Trento, UNI Service, 2007. ISBN
978-88-6178-077-4
• Andrea Balestri, Io, il Pinocchio di Comencini (dietro le quinte di una vita da burattino), a cura di Stefano
Garavelli, Firenze: Sassoscritto, 2008. ISBN 978-88-88789-65-1
• Pinocchio in volo tra immagini e letterature, a cura di Rossana Dedola e Mario Casari, Milano: Bruno
Mondadori, 2008. ISBN 978-88-6159-193-6
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 19

Luoghi, monumenti e opere dedicati al personaggio


• Al celebre burattino è stato dedicato un parco
divertimenti ("Parco di Pinocchio") a Collodi
(Pescia).
• Ad Ancona, località Pinocchio, venne eretta una
statua di Pinocchio, opera dello scultore Vittorio
Morelli.
• In Corso Indipendenza a Milano, si trova la
"Fontana a Pinocchio" opera dello scultore Attilio
Fagioli.
• Altro Pinocchio, questo in ceramica policroma, è
opera del ceramista Leoncillo Leonardi.
• Nel 1988 l'artista austriaco Gottfried Helnwein
realizza il dipinto "Der Tod des Pinocchio" (La Allegoria di Pinocchio, R. Dughetti
morte di Pinocchio).
• A Napoli l'architetto Aldo Capasso ha creato una collezione ribattezzata "Pinocchioteca".
• L'asteroide 12927 è dedicato a Pinocchio.

Altri progetti
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Collegamenti esterni
• Carlo Collodi (opere) [18] - Pinocchio: testo integrale in versione scritta e parlata a cura di Liber Liber
• Pinocchio.it [19] - sito ufficiale della Fondazione Nazionale Carlo Collodi

Note
[1] I volti di Pinocchio (http:/ / www. maru. firenze. sbn. it/ archivioeventi_rgP5a. htm) - iniziativa della Biblioteca Marucelliana di Firenze (14
giugno 2000 - 13 gennaio 2001)
[2] Cfr. B. Croce, «Pinocchio», in Idem, La letteratura della nuova Italia, vol. V, Laterza, Bari 1957 (IV ed.), pp. 330-334.
[3] Giovanni Gasparini. La corsa di Pinocchio. Milano, Vita e Pensiero, 1997. pagina 117. ISBN 88-343-4889-3
[4] Sesto Promuove (http:/ / www. sestopromuove. it/ pinocchio_percorsi. asp) - sito web ufficiale curato dal comune di Sesto Fiorentino
[5] Ivo Gagliardi, Sulle tracce di Pinocchio (http:/ / www. ilreporter. it/ index. php?view=article& catid=82:cronaca&
id=1146:sulle-tracce-di-pinocchio& option=com_content& Itemid=72) in "il Reporter" del 19 maggio 2008
[6] FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) (http:/ / fai. informazione. it/ p/ D4A6B748-102F-4E75-A85F-0CA3E17D18A7/
Villa-Bel-Riposo-storica-dimora-dove-Collodi-scrisse-Pinocchio) - Villa Bel Riposo
[7] In realtà Pinocchio è una marionetta, ma Collodi adopera i termini "burattino" e "marionetta" con una certa libertà.
[8] Nel 1900 Lyman Frank Baum, autore de "Il Mago di Oz", nella prefazione del suo famoso libro, riferendosi alle fiabe dell'epoca romantica,
parla di un "corteo di fatti terribili e agghiaccianti escogitati dagli autori per trarre da ogni fiaba un efficace insegnamento morale"
[9] "(...)soprattutto i Fratelli Grimm le cui famose favole - impropriamente ritenute per bambini - sono l'apoteosi dell'orrore più orrore e della
nera più nera." da: "Senza bavaglio" di Cesario Picca, ediz. Pendragon, pag. 122
[10] Roberto Maini e Marta Zangheri (a cura di). Pinocchio e pinocchiate nelle edizioni fiorentine della Marucelliana: catalogo della mostra I
volti di Pinocchio. Firenze, Aida, 2000. ISBN 88-8329-009-7.
[11] Rodolfo Baggioni. Pinocchio, cent'anni di avventure illustrate - Bibliografia 1881/83 . Firenze, Giunti-Marzocco, 1983.
[12] Pinocchio al cinema (http:/ / www. wuz. it/ archivio/ cafeletterario. it/ 261/ alcinema. htm)
[13] IMDb Pinocchio Box office revenue (http:/ / www. imdb. com/ title/ tt0255477/ business)
[14] [| dataarchivio = The Worst of the Worst Pictures]. Rotten Tomatoes. URL consultato il 2008-03-08. (archiviato dall'url originale)
[15] http:/ / www. mylene. net/ mylene/ c_sans-contrefacon. php
Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino 20

[16] La cantante era alla sua prima esperienza come interprete di sigle di cartoni animati., cfr. Scheda di Bambino Pinocchio su Il mondo dei
doppiatori (http:/ / www. antoniogenna. net/ doppiaggio/ anim/ bambinopinocchio. htm)
[17] Podcast - Pinocchio letto da Andrea Balestri (http:/ / www. pinocchiopodcast. com) - testo integrale dell'opera, suddivisa in episodi, letto
dall'attore pisano che interpretò Pinocchio nello sceneggiato di Luigi Comencini nel 1972.
[18] http:/ / www. liberliber. it/ biblioteca/ c/ collodi/ index. htm
[19] http:/ / www. pinocchio. it/
Fonti e autori delle voci 21

Fonti e autori delle voci


Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=34920777  Autori:: Alec, Almadannata, Alt3red, Andrea.gf, Annod, Archenzo, Ary29,
Assianir, BRussell, Bedo2991, BlackMew9z, Brownout, Bultro, Capitanonemo, Caulfield, Ceresfero, Cestlogique, Clop, Compay, Cotton, Cyberuly, Daniele Gallesio, Dantadd, Deborahdc,
Demart81, Dread83, EloiseDumas, Emanuele Saiu, Estel, F.chiodo, Faustoeu, Fiaschi, Foffo 93, Francesco da Campi, Francescost, Franco3450, Frazzone, Frieda, Ft1, G-man, Gac, Gato5,
Gianlucapellegrini, Gig, Guidomac, HAL9000, Hashar, Jaqen, Kal-El, Kaspo, Klaudio, L736E, Lingtft, M7, Mac'ero, Madetests, MapiVanPelt, Marcok, Marcol-it, Margherita, Marius, Matgio,
Matrix1963mb, Mau db, Mauro742, Mccarver, Moongateclimber, Msebast, Ndhre, Nemo bis, Olando, Osk, Paopp, Parerga, Pracchia-78, Qbert88, Rael, Ramac, Ranma25783, Rdocb, Robyfra1,
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 Autori:: Enrico Mazzanti (1852-1910)
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