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weimariana
Author(s): Domenico Conte
Source: Studi Storici , Apr. - Jun., 1987, Anno 28, No. 2 (Apr. - Jun., 1987), pp. 347-384
Published by: Fondazione Istituto Gramsci
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Il presente saggio ? stato elaborato nel corso della preparazione della tesi di dottorato
(Ruralismo nella crisi della Germania weimariana: processi politici e dinamiche ideologich?) da me
presentata a conclusione del corso di dottorato in ?Storia della societ? europea? tenutosi
presso l'Universit? degli studi di Napoli negli anni 1984-86.
1 Le opere di Burgd?rfer tenute presenti per il seguente studio sono: Der Geburtenr?ckgang und
seine Bek?mpfung, Berlin, 1929; Volk ohne fugend, Heidelberg, 19353 (I ediz. 1932); Zur?ck zum
Agrarstaat? Stadt und Eand in volksbiologischer Betrachtung, Berlin-Grunewald, 1933; Sterben die
weissen V?lker?, M?nchen, 1934; Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung. Ein F?hrer durch die deutsche
Bev?lkerungsstatistik und Bev?lkerungspolitik, Leipzig, 1935; Bev?lkerungsentwicklung im Dritten Reich.
Tatsachen und Kritik, Berlin, 1935; V?lker am Abgrund, M?nchen-Berlin, 1936; Volks-und
Wehrkraft, Krieg und Rasse, Berlin, 1936; Kinder des Vertrauens, Berlin, 1940; Geburtenschwund. Die
Kulturkrankheit Europas und ihre Ueberwindung in Deutschland, Heidelberg-Berlin-Magdeburg,
1942.
2 Cfr. M.R. Reinhard, A. Armengaud, J. Dupaquier, Histoire g?n?rale de la population mondiale,
1968, trad, it., Storia dellapopolazlone mondiale, Bari, 1971, pp.524-534 e 730-746.
3 A questa data l'Italia ? al quinto posto in Europa, ed ha quasi raggiunto la Francia (che
superer? subito dopo la guerra). La Francia, la nazione pi? popolosa d'Europa fino a quasi
tutto il XVIII sec?lo, era stata superata nel 1780 dalla Russia, verso la meta del XIX sec?lo
dalla Germania, intorno al 1910 dalla Gran Bretagna e dopo la guerra ? come si ? detto ?
dall'Italia. Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung^ cit., p. 153.
4 Cfr. Reichszentrale f?r Hematdiest, Deutschlands Bev?lkerung im Wandel der Zeiten, Berlin, 1927,
p.3.
5 Cfr. Burgd?rfer, V?lker am Abgrund, cit., pp.11 sg. e Id., Geburtenschwund, cit., pp. 25 sg.
Intorno al 1810 l'Europa aveva circa 180 milioni di abitanti. Questi erano
ripartiti in ragione di 1/3 fra i gruppi di popoli germanico, romanico e slavo. 100
anni dopo, gli europei erano ormai 450 milioni. II gruppo dei germani era
cresciuto non solo in termini assoluti, ma la sua quota era lievemente aumentata
anche in termini relativi: dal 31,6 al 34%. La percentuale degli slavi era
naturalmente cresciuta in modo piu' deciso: da 35 al 42%. Di contro, in
conseguenza della precoce denatalita della Francia, la quota dei romani era
diminuita: da 1/3 abbontante ad 1/4 scarso (dal 34 al 24%). [...]
Secondo le previsioni dall'Ufficio statistico del Reich, fatte sulla base degli attuali
rapporti riproduttivi, si puo presumere che intorno al 1960 l'Europa avra circa
600 milioni di abitanti. Di questi, piui delle meta - 303 milioni, equivalenti al
10 ? opportuno ricordare ehe Burgd?rfer, per ?Ilustrare nei suoi aspetti generali l'andamento
e l'assetto demogr?fico sia della Germania che di altri paesi, ricorre non solo al calc?lo dei
tassi di natalit?, ma anche a quello della ?eccedenza delle nascite? (Geburten?berschuss). Si
tratta qui del tradizionale calc?lo della differenza fra nascite e morti in un anno. Fatta
eccezione per gli anni della guerra, in cui la Germania ebbe valori negativi rispetto al
rapporto nati-morti, gli anni dal 1928 al 1933 rappresentano per il Reich il periodo in cui i
valori relativi all'eccedenza delle nascite furono pi? bassi (1933 = 3,5%). Gli altri Stati
?germanici? avevano valori grossomodo analoghi. II panorama cambia pero decisamente in
peggio, per la Germania, laddove Burgd?rfer passa al m?todo - da lui molto enfatizzato -
della cosiddetta ?purificazione? della eccedenza delle nascite. Questo ? un complesso
m?todo di calc?lo che Burgd?rfer ritiene adatto al fine di valutare debitamente le abnormit?
della pir?mide della popolazione (ad esempio la sovrarappresentazione di determinate classi
d'et?) e che a suo par?re sarebbe pi? indicato per valutare i movimenti profondi del trend
demogr?fico. Sulla base di questo m?todo la situazione di crisi demogr?fica della Germania
appare ancora pi? grave. Sempre rispetto al 1933, su un campione di 18 paesi (fra cui tutti i
pi? importanti paesi europei), la Germania risulta all'ultimo posto della graduatoria del
rapporto ?purificato? nati-morti. LTtalia ? invece al secondo, preceduta solo dalla Bulgaria
(cfr. Burgd?rfer, Geburtenschwund, cit., pp.41-51). Nella pubblicistica del tempo, i dati ottenuti
sulla scorta di questo m?todo sollevarono molto scalpore.
51% - faranno parte del gruppo di popoli slavo, mentre il resto sara diviso fra
romani e germani in parti pressappoco eguali [...]. Volendo schematizzare, ci si
potrebbe esprimere nei termini seguenti: l'Europa e in procinto di diventare un
continente prevalentemente slavot1.
11 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung^ cit., pp. 153-154. L'interpretazione ?
an?loga in V?lker am Abgrund, cit., pp.20-21 e in Geburtenschwund, cit., pp.51-55.
12 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung, cit., pp.150 sg.
13 Per popolazione rurale la statistica del tempo considera va gli abitanti dei cosiddetti comuni
rurali, cio? dei comuni con meno di 2.000 abitanti. La popolazione urbana veniva in vece
l'Austria (32,5%)16. La Germania era poi seguita dagli Stati Uniti (29,6%),
dall'Olanda (27%), dalla Danimarca (20%). L'Italia occupava il settimo
posto di questa classifica (17%), seguita dalla Francia (16%).
Burgdorfer, attento osservatore delle societa avanzate a lui contempora
nee, conosce bene e non contesta la necessita oggettiva del processo di
urbanizzazione all'interno di una societa investita dai fenomeni dell'indu
strializzazione. Ma conosce anche bene la funzione <<negativa)) esercitata
dagli insediamenti urbani sullo strato piut profondo ed elementare delle
societa umane: quello delle riproduzione biologica degli individui:
... la passivita del bilancio biologico del nostro popolo e provocata dalla scarsa
fertilita o dalla sterilita della popolazione urbana. Ne Berlino, ne le altre grandi
citt'a tedesche, e nemmeno le citta medie e piccole sono in grado, sulla base dei
loro attuali tassi di natalita, di mantenere autonomamente il loro livello
demografico o, a maggior ragione, di aumentarlo sulla base delle loro forze. II
loro bilancio biologico e ovunque in passivo. Per le citta medie e piccole il deficit
delle nascite ammonta mediamente gia a 1/3, mentre per le grandi citta tedesche
esso e, in media, addirittura pari a 2/5. Dei 5 figli che di volta in volta
dovrebbero venire alla luce per raggiungere la soglia del puro mantenimento
della popolazione delle grandi citta, ne nascono, nelle stesse grandi citta, soltanto
3; gli altri due, se si vuole mantenere il numero della popolazione delle grandi
citta, debbono venire dall'esterno.
Nessuna delle grandi citt'a tedesche, che oggi compless-ivamente hanno una
popolazione di circa 20 milioni di abitanti, equivalente a quasi la terza parte della
popolazione del Reich, ha oggi tassi di natalita sufficienti per il mantenimento del
livello demografico. Cosf le citta vivono e crescono sulla vivente corrente del
sangue che affluisce loro dalle campagne. Ma per quanto tempo ancora la
campagna sara in grado di pagare questo tributo di sangue? Da questa domanda
dipende non solo il destino delle citta, bensi il destino del popolo tutto17.
16 Nel caso dell'Austria va pero tenuto presente l'anomalo rapporto capitale-paese configu
ratosi nell'ex monarchia asburgica dopo la guerra (la sola Vienna abbracciava il 29% della
popolazione della nuova Austria).
'7 Burgd?rfer, Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., pp. 23 sg.
18 Cfr. G. Hansen, Die drei Bev?lkerungsstufen. Ein Versuch, die Ursachen fur das Bl?hen und Altern
der V?lker nachzuweisen, M?nchen, 1889. Di questo testo esiste una ristampa del 1915.
19 Ivi, pp. 329 sg.
20 Cfr. O. Ammon, Die Gesellschaftsordnung und ihre nat?rlichen Grundlagen. Entwurf einer Sozialan
thropologie, Jena, 1895 (II ediz. 1896) e Id., Die nat?rliche Auslese beim Menschen. Auf Grund der
Ergebnisse der anthropologischen Untersuchungen der Wehrpflichtigen in Baden und anderer Materialien,
Jena, 1893. Su Hansen e Ammon ha richiamato l'attenzione, negli anni Cinquanta, Gerhard
Mackenroth (cfr. G. Mackenroth, Bev?lkerungslehre. Theorie, Soziologie und Statistik der Bev?lkerung
Berlin-Gottingen-Heidelberg, 1953, pp.262 sgg.). Cfr. anche K. Bergmann, Agrarromantik
und Grossstadtfeindschafi, Meisenheim am Glaun, 1970, pp. 50-62.
21 Questa citazione sulla base di Bergmann, Agrarromantik und Grossstadtfeindschaft, cit., p.59.
Ma non e solo sotto il profilo quantitativo, bensi anche sotto quello qualitativo
che il sistema dei due figli non e in grado di garantire l'esistenza di un popolo.
Perlomeno cosi e stato per il passato. L'esperienza ci insegna infatti che il regresso
e la limitazione delle nascite si sono affermati dapprima nello strato della
popolazione di maggior valore qualitativo, in quello strato che rispetto alla
posizione economica, sociale e culturale viene definito come strato superiore,
22 Cfr. Burgd?rfer, Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., p. 23. La situazione espressa da queste cifre ?
relativa al 1927.
dunque in quella parte della popolazione che di norma, sulla base del particolare
valore razziale, e ascesa alla posizione di strato dirigente e la cui sufficiente
riproduzione, di conseguenza, dovrebbe apparire come un imperativo del mante
nimento del valore razziale della totalita del popolo. Ma la fortissima limitazione
delle nascite, che e stata praticata dapprima e nel modo piu1 accentuato all'interno
dello strato portatore e creatore della cultura, deve infine condurre, in quanto
esso si riproduce piui debolmente dello strato inferiore alla media, ad una
sfavorevole trasformazione del volto razziale e della composizione qualitativa
della popolazione23.
23 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung, cit., pp.110 sg. Argomentazioni di
questo tipo vengono generalmente accompagnate, negli scritti di Burgd?rfer, da un tipo di
rappresentazione visiva, affidata a tabelle grafiche, che svolge una vera e propria funzione
terroristica. Cos?, subito dopo il brano citato (che, con lievi variazioni, compare in diverse
opere di Burgd?rfer), ? inserita la tabella sui ?decremento qualitativo della popolazione in
presenza di insufficiente riproduzione dei pi? dotati?. In essa si ipotizza l'esistenza iniziale di
due strati - quello dei ?pi? dotati? e quello dei ?meno dotati? - quantitativamente eguali, il
primo riproducentesi secondo il sistema dei due figli, il secondo sulla base di quello dei
quattro figli. Secondo i calcoli di Burgd?rfer, dopo cinque generazioni (dunque nel giro di
soli 150 anni) lo strato dei pi? dotati si ritroverebbe ad essere composto solo da un misero
resto equivalente' al 3% della popolazione, mentre il 97% della popolazione discenderebbe
direttamente dallo strato dei meno dotati.
maggiori, in cui e comunque necessario far ricorso a forze lavoro estranee, non
sono piu cosi prolifiche come le aziende contadine di medie dimensioni. Questi
fenomeni confermano la vecchia esperienza che vuole che le aziende contadine
familiari siano di importanza decisiva non solo per la prosperita economica delle
aziende contadine, bensi anche per la prolificita delle famiglie contadine28.
Anche qui, dovrebbero bastare queste poche indicazioni per cogliere parte
della vasta rete di implicazioni ad esse connesse. Non vi e una distanza
abissale fra la scarsa prolificita dei ceti impiegatizi e la polemica vdlkisch
contro le superfetazioni del terziario; il nesso terra-riproduzione comincia
gia ad assumere le connotazioni di quel legame mistico e simbolico (basta
il possesso di un insignificante giardinetto per condizionare i comporta
menti riproduttivi) che sara poi assolutamente centralizzato nell'ideologia
del <<Blut und Boden>); la glorificazione della, fertilita dell'azienda contadi
na di medie dimensioni sara facilmente collegabile da un lato alla
polemica contro l'eccessiva parcellizzazione indotta dal diritto romano,
dall'altro all'ostilita verso modelli di grande-agricoltura solo produttivisti
ca (sia nella loro variante alto-capitalistica che in quella marxistica).
Burgdorfer, il tecnico della demografia, e gia completamente immerso in
questa rete di implicazioni. E del tutto prigioniero di quell'atmosfera
schizofenica della Germania weimariana per la quale ineluttabili panora
mi storico-universali di tramonto potevano immediatamente connettersi a
prospettive di rinascita escatologiche. E estremamente significativo che
proprio in un personaggio come Burgdorfer, che non e assolutamente un
esponente ne del romanticismo agrario ne del ruralismo, e che aveva
dedicato un intero libro a combattere l'idea di una completa reagrarizza
zione della Germania, emerga la centralita del ruolo del Bauerntum sotto il
profilo a lui piu caro: quello della riproduzione biologica degli individui.
Ed e sintomatico che in un demografo della levatura di Burgdorfer, tutto
sommato alieno dalla pesante e stentorea retorica ruralistica, appaiano
espressioni che sembrano strappate dalla penna di uno dei fanatici
dell'entourage di Darre. Definire la popolazione rurale come <<sostegno
decisivo dell'esistenza e della riproduzione del nostro popolo)>29 o <<fonte
di rigenerazione del popolo>>; vedere in essa la leva cui ricorrere per
invertire quella marcia che stava facendo del popolo tedesco un <<popolo
morente>>; affermare che <<un piu forte radicamento del nostro popolo nel
suolo patrio e il rafforzamento del fondamento agrario della nostra
economia nazionale e dunque non solo un compito di politica agraria,
bensi un compito della politica popolare e nazionale del presente e del
futuro>>30 sono molto piu che concessioni ad un'ideologia alla moda o a un
possesso di terra. Analoghi i rapporti nel caso dei lavoratori agricoli (cfr. Burgd?rfer, Aufiau
und Bewegung der Bev?lkerung, cit., p.63).
28 Ivi, p.67.
29 Burgd?rfer, Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., p. 35.
30 Ivi, p. 109.
seguito per le citazioni ? quella pubblicata nel 1978 presso Longanesi {si tratta di una
revisione della traduzione di Julius Evola del 1957).
33 Spengler, J7 tramonto delFOccidente, cit., pp.58 sg.
34 Ivi, p.802.
35 Ivi, p. 801. Il ru?lo della donna in questo tipo di ideolog?a meriterebbe uno studio
particolare. Burgd?rfer, scosso dal fen?meno della disoccupazione, auspica il ritorno della
donna nell'alveo del n?cleo famili?re a fini di politica occupazionale e di politica
popolazionistica. Si noti: Burgd?rfer faceva queste osservazioni discutendo una legge del
Reich sui prestiti alle coppie in procinto di sposarsi. Dalla concessione degli eventuali
sussidi venivano programmaticamente escluse le coppie non ariane e i soggetti gen?ticamen
te ritenuti non adatti (cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit., p. 185).
36 Spengler, Il tramonto delPOccidente, cit., p.796.
37 Ivi, p. 787.
E il contadino se ne sta perplesso sul selciato, figura ridicola che nulla capisce e
che da nessuno e capita: buona solo come personaggio da commedia e come colui
che procura il pane a un tal mondo38.
Oppure:
II contadino, senza storia ed <<eterno>>, era popolo prima dello sviluppo della
cultura, resta per molti aspetti sostanziali popolo originario, e sopravvive alla
forma della nazione.
38 Ivi, p. 785.
39 Ivi, p. 796.
40 Entrambe le citazioni a p. 144 di H. Haushofer, Die agrargeschichtlichen und agrarsoziologischen
Aussagen Oswald Spenglers. Eine Ueberpr?fung nach rund 60 Jahren, in ?Zeitschrift f?r Agrargeschi
chte und Agrarsoziologie?, XXVIII, H. 2, 1980, pp. 141-156. Per alcune prese di posizione
da parte nazionalsocialista nei confronti di Spengler cfr. A. Rosenberg, Oswald Spengler, in
?Nationalsozialistische Monatshefte?, I, 1930, pp. 180-184; J.v. Leers, Spenglers weltpolitisches
System und der Nationalsozialismus, Berlin 1934. Si veda anche F. Lenz, 0. Spenglers Untergang des
Abendlandes im Lichte der Rassenbiologie, in ?Archiv f?r Rassen-und Gesellschaftsbiologie?,
XVIII, 1925.
Se c'e qualcosa atto a mostrarci che la causalita nulla ha a che fare con la storia,
questo e il ben noto ((tramonto del mondo antico)> che comincio assai prima
dell'irruzione dei popoli germanici. Allora l'Imperinm godeva di una pace perfetta:
era ricco, possedeva un'alta cultura, era ben organizzato; da Nerva fino a Marco
Aurelio ebbe una serie di sovrani quali non si ritrovano nel periodo cesaristico di
nessun'altra civilizzazione. Eppure la popolazione decrebbe rapidamente e in
massa: nonostante una legge disperata circa il matrimonio e la prole, la lex de
maritandis ordinibus di Augusto che sconcerto la societa romana piu della sconfitta
di Varo, nonostante le numerosissime adozioni e l'impiego continuo di soldati
d'origine barbara per colonizzare una campagna che stava spopolandosi, nono
stante i fondi enormi assegnati da Nerva e da Traiano per l'alimentazione della
prole di genitori poveri.
Prima l'Italia, poi l'Africa settentrionale e la Gallia, infine la Spagna, che sotto i
primi imperatori aveva la piu densa popolazione dell'Impero, si vuotarono di
uomini e diventarono sempre piui squallide. II detto famoso di Plinio, che ricorre
significativamente nella moderna economia politica: latifundia perdidere Italiam, iam
vero et provincas, confonde il principio con la fine del processo: il latifondo non
avrebbe mai assunto una tale estensione se l'elemento contadino non fosse stato
gia assorbito dalle citta e se esso, almeno interiormente, non avesse gia rinunciato
alla campagna.
L'editto di Pertinace del 193 rivelo alla fine la terribile situazione: grazie ad esso
era permesso ad ognuno impossessarsi della terra disabitata, in Italia e nelle
provincie. Chi la coltivava aveva diritto di proprieta su di essa. Lo storico basta
che consideri seriamente altre civilta per ritrovare dappertutto lo stesso fenome
no43
42 Ivi,'p.71.
43 Ivi, pp.802 sg. Si tenga presente che anche in Burgd?rfer vi sono riferimenti alla politica
demogr?fica degli antichi, fatti sempre in connessione con la situazione della Germania
contempor?nea. Cfr. ad esempio Geburtenschwund, cit., p.68 (?Riuscir? il pop?lo tedesco a far
ci? che fino ad ora non ? riuscito a nessun pop?lo civile, ci? che ? malgrado seri sforzi ?
non riusc? n? nell'antica Grecia n? nell'antica Roma: abbandonare la strada dell'automutila
zione e dell'autoannientamento del pop?lo per quella del suo rinnovamento, della sua
rinascita e della sua preservazione??), e ivi, p. 198.
44 Ivi, p. 796.
45 Ivi, p. 65.
46 Cfr. Bergmann, Agrarromantik und Grossstadtfeindschaft, cit., p. 193 e pp.200-205.
un libro sul regresso delle nascite che, oltre ad aver avuto varie edizioni
tedesche, fu prontamente tradotto - con illustri introduzioni - in Italia e
poi in Giappone, facendo del suo autore una sorta di teorico ufficiale del
neo-popolazionismo della futura asse Roma-Tokio-Berlino47.
La rapida (ma non brillane) traduzione italiana di Regresso delle nascite puo
essere spiegata anche sulla base di semplice propaganda di regime. Sia
nella prefazione di Spengler (Qla prolificita e una forza politica [...]. La
grande portata di questo fatto e stata compresa in Europa, finora,
solamente da Mussolini)>)48, che nel testo di Korherr, Mussolini viene
infatti indicato come il vessillifero della lotta allo spopolamento. Korherr
afferma che <in Italia oggi 1'accrescimento naturale della popolazione e,
relativamente, il maggiore che vi sia tra gli stati piu importanti dell'Occi
dente>>49; poi, contrapponendo la fertilita dell'Italia alla sterilita della
Francia, predice che <non passera molto altro tempo e la Francia sara
cacciata dal Mediterraneo per opera dell'Italia, non con i tanks, con gli
aeroplani e con le corazzate, ma con gli uomini, che soli garantiscono
l'avvenire>50. Korherr definisce inoltre <grandiosa> la politica demografi
ca di Mussolini (in cui vede, al pari di Cecil Rhodes e di Lenin, un
<precursore dell'incipiente cesarismo dell'Occidente>>)51. Attribuisce infine
al duce la patente di <nemico dichiarato di Malthus"52 (lo stesso
Mussolini, nell'introduzione, aveva definito la <famigerata sedicente legge
di Malthus> una <specie di "patacca" scientifica>)), auspicando anche per la
Germania la <comparsa del Cesare, del Dittatore che provenga dalla
democrazia, ma sia il suo contrapposto diretto>>53. Giudizi molto lusin
ghieri, come si puo vedere, i quali del resto nella polemistica della
Germania del tempo non costituiscono assolutamente un'eccezione, a
conferma dell'esistenza di un forte interesse tedesco nei riguardi dell'espe
rienza fascista in generale e della politica demografica del fascismo in par
ticolare54.
Frankreichs und des italienischen Faschismus?). Si noti pero che lo stesso Mussolini, nella
gi? citata prefazione al libro di Korherr, prendeva le distanze dal ?luogo comune? della
?straripante natalit?? degli italiani, di cui questi sarebbero a suo awiso stati vittime fino al
famoso discorso dell'Ascensione (maggio 1926). Mussolini faceva quindi riferimento alia
caduta del tasso di natalit? a partir? dal 1885 (?le culle sono vuote ed i cimiteri si
allargano?), sottolineando che la tenuta demogr?fica era dovuta ?esclusivamente alia prole
dei rurali. Tutta 1'Italia cittadina o urbana ? in deficit?. Korherr ritorn? su Mussolini in un
articolo di qualche anno successivo alla pubblicazione di Geburtenr?ckgang (cfr. R. Korherr,
Mussolini, in ?Deutschlands Erneuerung?, XVIII, 1933, 7, pp.385-390).
55 Cfr. R. Korherr, Volk und Raum, W?rzburg, 1938. Si tratta di un'opera in quarti,
tipogr?ficamente molto impegnativa e corredata da una vastissima bibliograf?a. Si noti che
un titolo corne quello del testo in oggetto ha perlomeno due precedenti significativi,
inserendosi con ci? in una specie di ?battaglia di titoli?. Nel 1926 Hans Grimm aveva
pubblicato il suo romanzo Volk ohne Raum (Pop?lo senza spazio), destinato ad una grande
fortuna editoriale e ad influenzare profondamente Popinione pubblica tedesca. Ad esservi
popolarizzata era l'idea della mancanza di spazio ehe il pop?lo tedesco era stato costretto a
subir? in conseguenza delle amputazioni territoriali imposte dalla pace di Versailles. Nel
1932, Burgd?rfer pubblic? invece il suo famoso Volk ohne Judend (Pop?lo senza giovent?), di cui
furono stampate diverse edizioni, e col quale la crisi della nazione tedesca veniva letta non
pi? alia luce della mancanza di ?spazio vitale?, bens? sulla base dell'invecchiamento della
popolazione e della pressione esercitata sui Reich, per lo meno da Est, da popoli giovani e
prolifici (su questi punti cfr. le brevi note contenute in H. Haushofer, Ideengeschichte der
Agrarwirtschafi und Agrarpolitik im deutschen Sprachgebiet, Bd II, Vom ersten Weltkrieg bis zur
Gegenwart, M?nchen-Bonn-Wien, 1958, p.125). Nel 1938 Korherr riprese dunque i termini
di ?Volk? e ?Raum?, senza pero pi? opporli, ma coniugandoli all'interno di un ruralismo
ormai ufficializzato dall'awento del nazionalsocialismo.
Identificato nel ceto contadino il nucleo duro del popolo, ribadito che <i
popoli che si staccano dalla terra, che lasciano disgregare il loro
fondamento agrario, sono destinati al tramonto)>58, esemplificato questo
processo sulla scorta della Francia e della Scozia contemporanee, ma
soprattutto ricorrendo alla storia delle civilta antiche, <<piena di insegna
menti sulle conseguenze dell'infiltrazione di elementi stranieri, della
decadenza razziale e dello spopolamento di interi imperi nel segno di
questo sviluppo)>59, Korherr identifica nella colonizzazione interna la
((base del risanamento del popolo tedesco>>.
Toccando il tema della colonizzazione (Siedlung), Korherr si inserisce in
una problematica che percorre l'intera storia della politica agraria tedesca
e che, nei suoi termini moderni, emerge prepotentemente a cavallo dei
due secoli con l'opera di Max Sering, che dell'idea delta colonizzazione
interna fu il piu illustre sostenitore. La problematica della colonizzazione
riguardava particolarmente le regioni orientali del Reich, maggiormente
investite dal problema della fuga dalle campagne, cui si voleva rispondere
attraverso adeguati provvedimenti legislativi che favorissero la creazione
di un libero contadinato.
I1 richiamo di Korherr alla colonizzazione assume pero, nelle mutate
condizioni degli anni Trenta, una valenza particolare, assolutizzante una
linea in precedenza solo virtualmente implicita nel complesso di fenome
ni legati all'idea della Siedlung: quella del rapporto colonizzazione-aumento
demografico60. Korherr e infatti uno di quegli autori per i quali la
ed ampliare la base generativa del nostro pop?lo? (Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit.,
p. 179). Burgd?rfer affermava inoltre ehe il valore di politica demogr?fica della colonizzazio
ne non andava visto solo in un successo quantitative, bens? soprattutto nella ?politica
popolare e razziale a livello qualitativo?. A questo proposito aggiungeva ehe nello Stato
nazionalsocialista l'?accurata selezione? dei nuovi contadini aweniva ?non solo in base a
criteri professional!, ma anche in base a criteri eugenetici e razziali? (ivi, pp. 180-181).
61 Korherr, Volk und Raum, cit., p. 150. Si pu? notare per inciso che l'ideologia del Blut und
Boden ? tendenzialmente antimperialistica. In essa l'elemento della terra come suolo patrio,
dunque come terra tedesca e Heimat, assume infatti valore troppo accentuatamente mistico per
essere poi compatibile con un'espansione imperialistica che significhi durevole stanziamento
su suolo non tedesco. Nell'ideologia del Blut und Boden l'afflato ruralistico ? inseparabile dalla
tensione razzistica espressa come continuit? del ?sangue?: il radicamento nella terra
dell'uomo tedesco pu? esprimere tutte le qualit? psicologiche positive ad esso intrinseche
solo a condizione che questa terra abbia gi? assunto un suo valore superiore in virt? del fatto
di essere stata gi? da generazioni irrorata dal sangue tedesco.
68 Ivi, p. 394.
69 Ivi, p. 398.
70 Si noti il continuo gioco di metafore cui Korherr e gli autori ad egli affini amano
ricorrere: nelle paludi evidentemente non ci si radica, ma vi ci si sprofonda.
71 Korherr, Berlin, cit., p.369.
72 ?I prussiani sono gli accadi e i romani dell'impero tedesco? (p. 371).
6. Sui temi che sono stati oggetto della nostra attenzione nelle pagine
73 ?Dove ogni donna ricca portava con s? nel matrimonio il suo "procuratore", che non era
altro che un amante nascosto o, in buon berlinese, un amico? (p. 393).
74 ?II maggior poeta di Roma, Virgilio, conosceva solo l'amore per i fanciulli? (p. 393).
75 ?Non ? forse come nella tarda Roma, dove le masse si pigiavano nel circo e
nelPanfiteatro, dove gli stessi imperatori facevano la loro comparsa nell'arena, dove Caligola
voleva nominare console lo Stallone Incitato, dove messaggeri che annunciavano l'arrivo di
nuovi cavalli e nuovi guidatori di carro venivano ricevuti solennemente come Jack
Dempsey a Berlino?? (p. 390). Si ricordi che Spengler aveva attribuito molta importanza alio
sport come fen?meno di Zivilisation.
'6 ?? la stessa plebaglia cosmopolita che, nelle lussuose terme romane, circondate dalle
rovine delle onorevoli vestigia d'Ellade, nel corso delle umide notti d'estate si dava ad orge
sessuali, bevendo vino da calici fatti ad imitazione degli organi sessuali maschili? (p. 390).
77 Ivi, pp. 383 e 392.
78 Cfr. H.F.K. G?nther, Die Verst?dterung. Ihre Gefahren f?r Volk und Staat vom Standpunkte der
Lebensforschung und der Gesellschaftswissenschaft, Leipizig und Berlin, 1934. Su questo testo cfr.
Bergmann, Agrarromantik und Grossstadtfeinschafat, cit., pp. 340-347.
79 Su questo testo cfr. le brevi note in G.L. Mosse, The Crisis of German Ideology, 1964 (trad, it.,
Le origini culturali del Terzo Reich, Milano, 1968*, pp. 308-309) e in Id., Masses and Man. Nationalist
and Fascist Perception of Reality, 1980 (trad, it., L'uomo e le masse nelle id?ologie nazionaliste, Bari, 1982,
p.205).
80 H.F.K. G?nther, Rassenkunde des deutschen Volkes, M?nchen, 1922 (le edizioni successive
comportarono una serie di ampliamenti, che lasciarono per? inalterata la sostanza dell'ope
ra). Nel 1929, sempre presso l'editore Lehmann di Monaco, ne venne pubblicata
un'edizione pi? breve ed econ?mica (Kleine Rassenkunde des deutschen Volkes), giunta nel 1933
alla terza ristampa.
81 H.F.K. G?nther, Rassengeschichte des hellenischen und des r?mischen Volkes, M?nchen, 1928; Id.,
Piaton als H?ter des Lebens. Piatons Zucht-und Erziehungsgedanken und deren Bedeutung f?r die Gegenwart,
M?nchen, 1928.
82 H.F.K. G?nther, Rassenkunde des j?dischen Volkes, M?nchen, 1929.
83 H.F.K. G?nther, Volk und Staat in ihrer Stellung zur Vererbung und Auslese, M?nchen, 1933.
84 H.F.K. G?nther, Das Bauerntum als Lebens-und Gemeinschaftsform, Leipzig-Berlin, 1939.
II pericolo che le citta - a quanto sembra sin dal loro sorgere - erodano i fattori
ereditari superiori (prima attraverso la generale alta mortalita delle insalubri citta,
oggi attraverso la bassa prolificita dei soggetti che inclinano all'ascesa sociale),
tendendo di contro ad alimentare i fattori ereditari inferiori, questo pericolo e
diventato enorme soprattutto dal XX secolo. Solo nel XIX secolo per gli uomini
predisposti in senso genetico-minoritario si sono date tante possibilita di fondare
una famiglia, e solo dall'ultimo terzo del XIX secolo tante possibilita di difendersi
da quella mortalita infantile che in precedenza aveva sempre contribuito alla
purificazione del popolo dai fattori ereditari inferiori85.
elencando dati da cui risulta ehe in Germania la percentuale degli idonei al servizio militare
era pi? alta fra i soggetti provenienti dalle zone rurali che fra quelli provenienti dalle citt?.
Si noti come in questo caso sia awenuta una perfetta saldatura fra il tema della sanit?
biol?gica del pop?lo e quello della sua forza militare.
88 Per questa problem?tica cfr. ivi, pp. 13 sg.
Gli statisti e i professori di diritto pubblico del XIX secolo ritenevano che si
potesse, anzi che si dovesse governare e amministrare tanto piui <liberalmente>>
quanto piu' urbane e dunque (<illuminate>) diventassero le popolazioni. Ma e giusto
proprio il contrario: quanto meno lo stile di vita e la mentalita di un popolo di
impronta germanica sono caratterizzati da qualita contadine e nobili, tanto piu'
esso deve essere governato dittatorialmente. Quanto piui un popolo e massificato,
tanto meno risulta ad esso adeguata la liberta e l'eguaglianza germanica89.
89 Ivi, p. 24.
90 Ivi, pp. 6 sg.
L'idea opopoloo supera cosi l'idea <<massa)> del XIX secolo, cosi come l'idea vrlkisch
dell'ineguaglianza genetica degli uomini e dei gruppi umani (Gobineau, Lapouge,
Ammon, Galton, Mendel) supera l'idea del livellamento proletario in un'egua
glianza universale e negatrice dei valori. All'idea dell'ambiente e della massa si
91 Ivi, p. 44.
92 Per G?nther il prototipo del patrizio romano in cui si esprime la democrazia germ?nica ?
Cincinnato, ?che arava da se il suo piccolo campo?. ?Cincinnato apparteneva ai discendenti,
fra loro liberi ed eguali, degli italici indogermanici, ai patrizi del ceppo latino degli italici
che onoravano il "Blut und Boden", e fu il duro pioniero della lotta dei patrizi contro i
plebei: un vero rappresentante del contadinato nobile indogerm?nico? (pp. 7-8). In un
inciso successivo, G?nther nota che ?il fascismo italiano si ricorda pi? dell'epoca
dell'impero romano inaugurata da Giulio Cesare, col suo senso urbanizzato della vita e le sue
masse, che dell'epoca della antica repubblica romana, improntata ancora in senso indoger
m?nico e nobile-contadino? (p. 37).
93 Ivi, pp. 47 sg.
94 Ivi, p. 47.
95 Ivi, p. 53.
96 Cfr. M. Haidn, Bev?lkerungspolitische Aufgaben und Bauerntum, in ?Odal, Monatsschrift f?r Blut
und Boden?, 1934, H. I, pp. 27-34 (qui p. 29).
97 Ivi, p. 27.
Alcune pagine piu avanti, Heinsius chiudeva il cerchio del suo ragiona
mento nei termini seguenti:
98 Cfr. F. Heinsius, Ist das deutsche Volk ein sterbendes Volk?, in ?Deutschlands Erneuerung?,
1930, H. 5, pp. 264-270 (le citazioni a pp. 264-265 e 268).
99 Cfr. E. Pfeil, Die deutschen Juden als Beispiel f?r das Aussterben bei Verst?dterung, in ?Zeitschrift
f?r Geopolitik?, X, 1933, pp. 113-117. Della stessa autrice cfr. anche Die Bev?lkerungspolitik der
deutschen Juden, in ?Archiv f?r Bev?lkerungspolitik?, 1932, pp. 10 sgg.
riproduttivo, della vita urbana, appaiono nel loro caso ancora piui
chiaramente: quasi esperienza in vitro della teoria sociobiologica dell'urba
nizzazione.
La stilizzazione dell'ebreo come cittadino sradicato, <<nuovo nomade?> e
<<prodotto dell'asfalto)> e assolutamente tipica nel panorama della societa
tedesca del primo dopoguerra. Gunther, concettualizzando a livello
pseudo-antropologico pregiudizi diffusi, affermo che:
Per l'uomo come specie, l'ambiente naturale e quello agricolo, poiche noi siamo
risultati di un allevamento di secoli agricoli; la citt'a in quanto ambiente di
allevamento non ha ancora quasi influito sulla maggior parte dei gruppi di
occidentali, come si evince anche dal fatto che i gruppi urbanizzati scompaiono
regolarmente. Da noi, non vi e praticamente alcun gruppo che sia selezionato in
modo tale che il suo ambiente naturale risulti essere la citta. Allevata nell'am
biente urbano e solo una parte delle famiglie ebraiche occidentali'00.
La parte di gran lunga piu originale dello studio di Grimm e pero quella
morte, per il tedesco abitante di citt?, ? "senza radici"?), port?ndolo a chiedersi ?quanti
tedeschi muoiono oggi la morte senza patria?? (?den heimatlosen Tod??. Cfr. Zeiss,
Entwurzelung und Wurzellosigkeit, cit., pp. 316 sg.). A queste argomentazioni ? sottesa una forte
componente socialdarwinistica.
105 Grimm, Der Kampf des Bauerntums, cit., p. 87.
106 Ivi, p. 94.