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Ceti rurali e salvezza della nazione: L'ideologia del "Bauerntum" nella Germania

weimariana
Author(s): Domenico Conte
Source: Studi Storici , Apr. - Jun., 1987, Anno 28, No. 2 (Apr. - Jun., 1987), pp. 347-384
Published by: Fondazione Istituto Gramsci

Stable URL: https://www.jstor.org/stable/20565761

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CETI RURALI E SALVEZZA DELLA NAZIONE:
L'IDEOLOGIA DEL <<BAUERNTUM>,
NELLA GERMANIA WEIMARIANA
Domenico Conte

Negli anni Venti, in Germania per la prima volta il problema dell'agricol


tura viene collegato con tematiche di natura demografica. Attraverso
questo collegamento, la polemica ruralistica ed antiurbana effettua un
salto qualitativo decisivo. I suoi argomenti tradizionali, formulati per la
prima volta esaurientemente da W.H. Riehl a meta del XIX secolo, e poi
continuamente rimescolati per decenni, vengono su questa base ad
incontrarsi con nuove matrici ideologiche, che consentono l'inglobazione
di prospettive razziali e genetiche. La diffusione di tali contenuti, che si
inseriscono nella complessa e contraddittoria atmosfera della Repubblica
di Weimar, rappresenta un processo importante sul piano della radicaliz
zazione della coscienza tedesca del tempo.

1. La figura cruciale ai fini di questo collegamento fra agricoltura e


problemi demografici e quella di Friedrich Burgd6rfer, demografo
principe della Germania degli anni Venti e Trenta, direttore dello
<<Statistische Reichsamt>> di Berlino e quindi professore onorario presso
l'universita della capitale del Reich.
Fra crisi della Repubblica di Weimar e ascesa del nazionalsocialismo,
Burgdorfer - tecnico della demografia e osservatore apparentemente
<<oggettivo>> dei processi profondi, attinenti alla sfera della riproduzione
biologica del popolo tedesco - svolse una funzione ideologica di primaria
importanza. E infatti grazie alla sua opera che il dibattito intorno ai temi
dell'agricoltura vede spostato il suo baricentro da argomenti di Agrarpoli
tik a temi inerenti al Bauerntum; ed e sempre grazie alla sua opera che gli
ideologi ruralistici, i nazionalisti radicali, i moralisti spaventati dai
processi di degenerazione delle grandi citta, i teorici della razza interessati
a salvaguardare la <purezza>> del popolo tedesco, trovano gia confezionata
e pronta all'uso la saldatura fra una serie di argomentazioni ideologiche ed

Il presente saggio ? stato elaborato nel corso della preparazione della tesi di dottorato
(Ruralismo nella crisi della Germania weimariana: processi politici e dinamiche ideologich?) da me
presentata a conclusione del corso di dottorato in ?Storia della societ? europea? tenutosi
presso l'Universit? degli studi di Napoli negli anni 1984-86.

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il loro riscontro oggettivo, radicato nell'inoppugnabilita presunta dell'os


servazione scientifica.
Nel decennio compreso fra la seconda meta degli anni Venti e la prima
meta degli anni Trenta, una miriade di pubblicazioni di carattere volkisch e
nazionalistico hanno in Burgdorfer la loro fonte privilegiata. Schiere di
opinion makers della piu diversa caratura vedono nel demografo ufficiale
della Germania del tempo il demiurgo di dati nudi e secchi, incontroverti
bili nella loro drammaticita.
Ed e proprio un dramma demografico, sorta di via cruis della denatalita e
del sottopopolazionismo, che Burgdorfer e l'osservatore e l'analizzatore.
Tutta la sua vasta produzione del periodo che stiamo considerando e
infatti mirata ad evidenziare i molteplici aspetti negativi di un trend
demografico entrato in una fase decisamente critica'.
La storia tedesca del XIX secolo era stata la storia dell'ascesa di un
universo politico frammentato e diviso al rango di una grande potenza
mondiale. Ma era stata anche la storia di numeri crescenti a livello
demografico. Nel 1815 il territorio del futuro impero bismarckiano
contava meno abitanti della Francia, circa 22 milioni contro 28. Nel 1851
il numero degli abitanti era cresciuto di circa il 44%: con i suoi 35,5
milioni la Germania aveva ormai eguagliato il suo vicino occidentale. Nel
1870, all'indomani dell'unificazione, la Germania aveva ormai 41 milioni
di abitanti, e ben 65 milioni di abitanti avrebbe avuto nel 1910, data
dell'ultimo censimento avvenuto nella Germania imperiale2. Alla vigilia
della guerra mondiale la Germania era, dopo la Russia, la nazione piu
popolosa d'Europa. Sotto il profilo del numero, gli avversari storici
tradizionali dell'impero tedesco, Gran Bretagna (poco piu di 45 milioni di
abitanti) e Francia (circa 40 milioni) erano stati ormai decisamente supe
rati3.
La guerra mondiale incide pero profondamente nel tessuto demografico
della nazione tedesca. Due milioni di tedeschi muoiono sui campi di

1 Le opere di Burgd?rfer tenute presenti per il seguente studio sono: Der Geburtenr?ckgang und
seine Bek?mpfung, Berlin, 1929; Volk ohne fugend, Heidelberg, 19353 (I ediz. 1932); Zur?ck zum
Agrarstaat? Stadt und Eand in volksbiologischer Betrachtung, Berlin-Grunewald, 1933; Sterben die
weissen V?lker?, M?nchen, 1934; Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung. Ein F?hrer durch die deutsche
Bev?lkerungsstatistik und Bev?lkerungspolitik, Leipzig, 1935; Bev?lkerungsentwicklung im Dritten Reich.
Tatsachen und Kritik, Berlin, 1935; V?lker am Abgrund, M?nchen-Berlin, 1936; Volks-und
Wehrkraft, Krieg und Rasse, Berlin, 1936; Kinder des Vertrauens, Berlin, 1940; Geburtenschwund. Die
Kulturkrankheit Europas und ihre Ueberwindung in Deutschland, Heidelberg-Berlin-Magdeburg,
1942.
2 Cfr. M.R. Reinhard, A. Armengaud, J. Dupaquier, Histoire g?n?rale de la population mondiale,
1968, trad, it., Storia dellapopolazlone mondiale, Bari, 1971, pp.524-534 e 730-746.
3 A questa data l'Italia ? al quinto posto in Europa, ed ha quasi raggiunto la Francia (che
superer? subito dopo la guerra). La Francia, la nazione pi? popolosa d'Europa fino a quasi
tutto il XVIII sec?lo, era stata superata nel 1780 dalla Russia, verso la meta del XIX sec?lo
dalla Germania, intorno al 1910 dalla Gran Bretagna e dopo la guerra ? come si ? detto ?
dall'Italia. Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung^ cit., p. 153.

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battaglia, e quasi un milione di civili perdono la vita, nel corso del


conflitto, per cause ad esso direttamente imputabili. Il numero dei figli
pon nati in conseguenza della guerra fu stimato in circa 3 milioni. Le
clausole del trattato di Versailles, poi, impongono la separazione di
70.579 kmq. di territorio, il che comporto una perdita, enorme, di 6,5
milioni di abitanti. Nel 1925, all'atto della pubblicazione del primo
censimento postbellico, fu calcolato che se lo sviluppo demografico
tedesco si fosse svolto regolarmente, cioe senza l'elemento perturbativo
della guerra, la popolazione della Germania sarebbe ammontata, in luogo
dei 63,1 milioni del tempo, a circa 75 milioni di abitanti4.
E dunque nel quadro di una Germania sconvolta dalla guerra non solo a
livello di coscienza politica e di psicologia di massa, ma anche a livello di
assetto demografico che si inserisce -l'opera di Burgdorfer. La cui
attenzione, pero, piu che ai fenomeni demografici connessi alla guerra, e
attirata da processi piu <<strutturali>> e, in linea di principio, addirittura piu
pericolosi:
Quali che siano i giudizi sui pericoli e gli effetti della limitazione delle nascite,
bisogna in primo luogo considerare il fatto che da due o tre decenni l'Europa e
l'intera cerchia della civilta europea sono caratterizzate da un regresso delle
nascite particolarmente forte e quasi ininterrotto [...]. I1 regresso delle nascite, che
ancora verso la fine del XIX secolo veniva considerato come un fenomeno
specificamente francese, nel corso del XX secolo ha abbracciato piu o meno
l'intera civilta occidentale, incluso il Nuovo Mondo colonizzato e popolato dagli
europei. Nel XX secolo altri paesi - primi fra tutti la Germania e i paesi
germanici - hanno raggiunto la Francia rispetto alla velocita e alla misura del
regresso delle nascite, privandola del primato della denatalita [...]. Oggi -
malgrado una bassa mortalita, dunque malgrado una migliore economia demogra
fica - interi paesi e gruppi di paesi europei non sono piu nemmeno in grado, sulla
base dei loro attuali tassi di natalita, di mantere il loro livello demografico. Altri
paesi si avvicinano sempre piu alla soglia di mantenimento, che, sulla base dei
loro tassi di natalita, potri essere superata in un tempo prevedibile5.

Al centro dell'attenzione di Burgdorfer e dunque il tema del <<regresso


delle nascite>> (Geburtenruckgang), che, come vedremo, verra strettamente
connesso con l'ideologia del Bauerntum. Per la Germania le dimensioni del
fenomeno, cosi come evidenziate dai demografi del tempo, appaiono
effettivamente di grande gravita.
Il sessantennio compreso fra il 1840 e i primi del Novecento era stato un
periodo di alta natalita. La cifra dei nati vivi in un anno ando
costantemente crescendo da circa 1.250.000 (media del quindicennio
1840-1855) a piu di 1.600.000 (media degli anni immediatamente
successivi alla creazione del Reich), per raggiungere, nel quinquennio

4 Cfr. Reichszentrale f?r Hematdiest, Deutschlands Bev?lkerung im Wandel der Zeiten, Berlin, 1927,
p.3.
5 Cfr. Burgd?rfer, V?lker am Abgrund, cit., pp.11 sg. e Id., Geburtenschwund, cit., pp. 25 sg.

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1901-05, la cifra record di piui di 2.000.000 di nati. I1 tasso di natalita -


calcolato su ogni 1.000 abitanti - segue, con alcune oscillazioni, questo
trend: aggirantesi intorno al 35%o fino agli anni Sessanta, aveva toccato il
valore record di 41%o nel 1876, per poi iniziare una lenta discesa. Per il
1901-05 esso era attestato sul valore - comunque del tutto ragguardevole
- di 34%o. A partire da questa data, pero, il fenomeno del regresso delle
nascite si manifesta in termini evidentissimi. Gia nel 1914 vi sono
400.000 nati in meno rispetto agli anni di inizio secolo (dal 34,6 al
26,8%o). Nel corso della guerra la crisi della natalita va naturalmente
accentuandosi. Per il 1917 e il 1918 si hanno tassi del 13,9 e del 14,3%o
(abbondantemente meno della meta di quelli di inizio secolo). Ma anche
nel dopoguerra i movimenti della popolazione tedesca non registrano piu'
nemmeno lontanamente valori quali quelli d'inizio secolo. Dopo una
breve ripresa tra il 1919 ed il 1921, la natalita ando di nuovo progressiva
mente calando, fino a raggiungere nel 1933 il tasso negativo record del
14,7%o (950.000 nati circa)6. <<Questa cifra rappresenta, se astraiamo dal
1917 e dal 1918, i due ultimi anni di guerra, il livello minimo mai
raggiunto dal tasso di natalita nell'impero tedesco e - con l'eccezione di
Inghilterra, Svezia e Austria - anche nel mondo>>7.
Nei primi decenni del XX secolo, il regresso della natalita non fu un
processo specificamente tedesco, ma decisamente internazionale. Dalle
tabelle, molto analitiche, presentate da Burgdorfer, le quali fotografano i
trends demografici di tutti gli Stati che al tempo fornivano statistiche
attendibili (quasi tutti gli Stati europei ad eccezione della Russia, piu Stati
Uniti, Canada, Australia, Argentina e Giappone) si rileva che nessuna
nazione riusci, fra gli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta, a mantenere
gli stessi tassi di natalita dell'anteguerra8. Ma se la diminuzione dei tassi di
natalita rappresenta un fenomeno generale, le differenze fra i vari paesi
rispetto alla misura di questi tassi sono notevolissime. Della situazione
della Germania si e gia detto. I paesi dell'Europa centrale e settentrionale
(Francia, Svizzera, Belgio, Austria, Gran Bretagna, Svezia, Norvegia,
Danimarca) si muovono su valori grossomodo analoghi a quelli della
Germania (tassi decisamente inferiori alla soglia del 20%o). La sola
Olanda, fra questo gruppo di paesi europei, mostra una situazione
migliore, con valori intorno al 20%o9.
I paesi mediterranei - l'Italia e la Spagna - oscillano invece su valori
abbondantemente superiori alla soglia del 20%o. Gli Stati orientali, invece

6 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit., pp.85-89.


7 Ivi, p.89.
8 Cfr. Burgd?rfer, V?lker am Abgrund, cit., p. 13, e Id., Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit.,
p. 147. Le uniche eccezioni, in termini percentuali minimi, risultano essere il Giappone e il
Portogallo. Ma solo negli anni Venti. A inizio degli anni Trenta si uniformano entrambi al
trend gen?rale.
9 Ad eccezione della Francia, sono tutti paesi ehe Burgd?rfer considera ?germanici?.

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351 L'ideologia del <Bauerntum~> nella Germania weimariana

si presentano come un gruppo di nazioni ad alta natalita. La Romania, la


Jugoslavia e la Bulgaria evidenziano tassi superiori al 30%o; la Polonia
superiori al 25%o. Dei piu' importanti Stati extraeuropei, gli Stati Uniti e
l'Australia presentano una situazione di bassa natalita analoga a quella
degli Stati dell'Europa centro-settentrionale, l'Argentina si muove su
valori medi, mentre il Giappone esprime tassi superiori al 30%olO.
Al di la dell'evidenziazione dei dati di natura demografica elaborati da
Burgdorfer, e opportuno sottolineare la loro potenzialita ideologica, cioe
il loro essere passibili di venire ideologizzati e di essere inseriti nel circuito
di circolazione delle idee e delle mentalita. I dati ricostruiti da Burgdorfer
si prestavano particolarmente, nella loro cruda drammaticita, ad essere
soggetti ad un processo di questo tipo. E il loro presentatore e organizza
tore non era tipo da lasciarsi sfuggire un'occasione di questo genere:
Burgdorfer fu un maestro di ideologia demografica.
Un primo, pregnante esempio di interpretazione ideologica dei dati
demografici ci e offerto da Burgdorfer in merito all'analisi dei differenti
tassi di natalita a livello internazionale:

Intorno al 1810 l'Europa aveva circa 180 milioni di abitanti. Questi erano
ripartiti in ragione di 1/3 fra i gruppi di popoli germanico, romanico e slavo. 100
anni dopo, gli europei erano ormai 450 milioni. II gruppo dei germani era
cresciuto non solo in termini assoluti, ma la sua quota era lievemente aumentata
anche in termini relativi: dal 31,6 al 34%. La percentuale degli slavi era
naturalmente cresciuta in modo piu' deciso: da 35 al 42%. Di contro, in
conseguenza della precoce denatalita della Francia, la quota dei romani era
diminuita: da 1/3 abbontante ad 1/4 scarso (dal 34 al 24%). [...]
Secondo le previsioni dall'Ufficio statistico del Reich, fatte sulla base degli attuali
rapporti riproduttivi, si puo presumere che intorno al 1960 l'Europa avra circa
600 milioni di abitanti. Di questi, piui delle meta - 303 milioni, equivalenti al

10 ? opportuno ricordare ehe Burgd?rfer, per ?Ilustrare nei suoi aspetti generali l'andamento
e l'assetto demogr?fico sia della Germania che di altri paesi, ricorre non solo al calc?lo dei
tassi di natalit?, ma anche a quello della ?eccedenza delle nascite? (Geburten?berschuss). Si
tratta qui del tradizionale calc?lo della differenza fra nascite e morti in un anno. Fatta
eccezione per gli anni della guerra, in cui la Germania ebbe valori negativi rispetto al
rapporto nati-morti, gli anni dal 1928 al 1933 rappresentano per il Reich il periodo in cui i
valori relativi all'eccedenza delle nascite furono pi? bassi (1933 = 3,5%). Gli altri Stati
?germanici? avevano valori grossomodo analoghi. II panorama cambia pero decisamente in
peggio, per la Germania, laddove Burgd?rfer passa al m?todo - da lui molto enfatizzato -
della cosiddetta ?purificazione? della eccedenza delle nascite. Questo ? un complesso
m?todo di calc?lo che Burgd?rfer ritiene adatto al fine di valutare debitamente le abnormit?
della pir?mide della popolazione (ad esempio la sovrarappresentazione di determinate classi
d'et?) e che a suo par?re sarebbe pi? indicato per valutare i movimenti profondi del trend
demogr?fico. Sulla base di questo m?todo la situazione di crisi demogr?fica della Germania
appare ancora pi? grave. Sempre rispetto al 1933, su un campione di 18 paesi (fra cui tutti i
pi? importanti paesi europei), la Germania risulta all'ultimo posto della graduatoria del
rapporto ?purificato? nati-morti. LTtalia ? invece al secondo, preceduta solo dalla Bulgaria
(cfr. Burgd?rfer, Geburtenschwund, cit., pp.41-51). Nella pubblicistica del tempo, i dati ottenuti
sulla scorta di questo m?todo sollevarono molto scalpore.

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51% - faranno parte del gruppo di popoli slavo, mentre il resto sara diviso fra
romani e germani in parti pressappoco eguali [...]. Volendo schematizzare, ci si
potrebbe esprimere nei termini seguenti: l'Europa e in procinto di diventare un
continente prevalentemente slavot1.

E evidente come, per il mezzo di un'analisi demografica apparentemente


oggettiva, Burgdorfer vada ad inserirsi prepotentemente nella pluridecen
nale tradizione dell'antislavismo tedesco, che dalle frasi trasudanti retorica
di Guglielmo II sullo <<scontro finale tra slavi e germani>>, passando per la
polemica antipolacca connessa all'immigrazione nelle regioni ostelbiche
del bracciantato straniero, giunge fino all'ideologia imperialistica fondata
sul razzismo del nazionalsocialismo. La genericita e l'opinabilita delle
discriminanti etnologico-razziali (<<germani>> - <<romani>> - <<slavi>>) vengo
no mascherate dall'esattezza analitica dei tassi di riproduzione, assurti gia
quasi al rango di principi di individuazione. Con la demografia a sostegno
di quel complesso dell'<<accerchiamento>> che ha storicamente caratterizza
to il Reich tedesco sin dal momento della sua fondazione:
I paesi romanici meridionali: Spagna, Portogallo e Italia, hanno una fertilita che
nel 1926/27 era in parte ancora del 50% superiore a quella tedesca. Ma e
soprattutto l'Est slavo a rappresentare ancora una regione di fertilita straordina
riamente alta. Le madri polacche mettevano al mondo [...] in media circa il 75%
di figli in piu delle tedesche, e il resto delle madri slave addirittura circa il doppio.
La Germania, nella sua posizione al centro dell'Europa, confina ad est con
un'unica compatta regione di grande fertilita12.

2. Ma le variazioni dei tassi di natalita non sostanziano soltanto


differenziazioni internazionali a livello di Stati o gruppi di popoli. Esse
caratterizzano anche il panorama interno alla Germania, definendo zone
di alta e di bassa natalita a seconda del tipo di insediamento e della
stratificazione sociale. Con cio, si entra nel cuore del sistema di Bur
gdorfer e ci si avvicina al nucleo del rapporto analisi demografica
Bauerntum.
Il poderoso aumento demografico che caratterizza l'evoluzione tedesca dal
momento della fondazione del Reich, si era verificato in stretta connessio
ne con il massiccio fenomeno di inurbamento e di urbanizzazione della
Germania. Anzi, a voler essere piu precisi, esso era andato del tutto a
vantaggio degli agglomerati urbani. Tra il 1871 e il 1910, infatti, quindi
nel corso del periodo di maggiore accelerazione dell'incremento demogra
fico tedesco, la popolazione rurale13 era rimasta pressoche costante in
termini assoluti, ma era calata dal 63,9 al 40% in termini relativi. Per

11 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung^ cit., pp. 153-154. L'interpretazione ?
an?loga in V?lker am Abgrund, cit., pp.20-21 e in Geburtenschwund, cit., pp.51-55.
12 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung, cit., pp.150 sg.
13 Per popolazione rurale la statistica del tempo considera va gli abitanti dei cosiddetti comuni
rurali, cio? dei comuni con meno di 2.000 abitanti. La popolazione urbana veniva in vece

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353 L'ideologia del <<Bauerntum>> nella Germania weimariana

contro, la popolazione urbana passa da meno di 15 milioni a quasi 39


milioni, facendo registrare un aumento in percentuale dal 36,1 al 60%. Il
quadro non cambia se si considera il periodo dal 1910 al 1933 (l'epoca
dell'affermarsi del processo di denatalita): nel corso di questi anni la
percentuale della popolazione rurale cala al 33%, mentre la percentuale di
quella urbana sale al 67%. L'intero aumento della popolazione verificatosi
dal 1871 al 1910 - 24 milioni di persone! - e dunque interamente
assorbito dai comuni urbani. Non diverso il processo fra il 1910 ed il
1933, periodo in cui l'aumento demografico (circa 7 milioni) defluisce
ancora una volta completamente all'interno del tessuto urbano14.
Cifre di questo tipo vanno evidentemente prese con beneficio d'inventa
rio, perche i criteri puramente quantitativi di determinazione delle classi
di grandezza in base alle quali viene stabilita la contrapposizione citta
campagna non sono, come e facilmente intuibile, del tutto soddisfacenti.
Esse evidenziano pero comunque con grande chiarezza la direzione
complessiva dello spostamento del baricentro economico-sociale di un'in
tera nazione. Si pensi che, mentre tra il 1882 ed il 1925 la popolazione che
trae il proprio sostentamento dalle attivita agricole cala del 10%, industria
e artigianato aumentano invece dell'85% (da 14 a 25,8 milioni). Per il
commercio, si riscontra un aumento pari addirittura al 172% (da 3,9 a
10,6 milioni).
Questo processo di trasformazione di portata strutturale avviene in
connessione col processo di formazione delle grandi citta. Nel 1871 la
Germania aveva in tutto 8 grandi citta (citta con piu' di 100.000 abitanti),
con una popolazione complessiva inferiore ai 2 milioni di abitanti (4,8%
della popolazione del Reich). Ma nel 1932 le grandi citta sono ormai 50,
con una popolazione di 19,6 milioni di abitanti, pari al 30% della
popolazione del Reich:
... quasi un tedesco su tre vive oggi in una grande citta. Se nel 1882 la popolazione
agricola (nel vecchio Reich), coi suoi circa 19 milioni, numericamente era ancora
piu' di cinque volte superiore a quella delle grandi citta (3,3 milioni), oggi il
numero complessivo degli abitanti delle grandi citta tedesche e gia di 5 milioni
superiore a quello di tutta la popolazione agricola del Reich (19,5-14,5 milioni).
Questa contrapposizione esprime forse nel modo migliore la trasformazione
strutturale compiutasi all'interno della nostra economia nazionale e del nostro
popolo sulla base della forte crescita demografica precedente15.

A inizio degli anni Trenta, con la sua quota di urbanizzazione pari al


30,2%, la Germania e ormai al terzo posto nella classifica degli Stati piu'
urbanizzati del mondo, preceduta soltanto dall'Inghilterra (45%) e dal
ripartita fra citt? rurali (2.000-5.000 abitanti), piccole citt? (5.000-20.000 abitanti), medie
citt? (20.000-100.000 abitanti) e grandi citt? (pi? di 100.000 abitanti).
14 Per questi dati, come per i seguenti, cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung,
cit., pp.23-28, e Id., Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., pp.88-91.
15 Ivi, p.90.

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l'Austria (32,5%)16. La Germania era poi seguita dagli Stati Uniti (29,6%),
dall'Olanda (27%), dalla Danimarca (20%). L'Italia occupava il settimo
posto di questa classifica (17%), seguita dalla Francia (16%).
Burgdorfer, attento osservatore delle societa avanzate a lui contempora
nee, conosce bene e non contesta la necessita oggettiva del processo di
urbanizzazione all'interno di una societa investita dai fenomeni dell'indu
strializzazione. Ma conosce anche bene la funzione <<negativa)) esercitata
dagli insediamenti urbani sullo strato piut profondo ed elementare delle
societa umane: quello delle riproduzione biologica degli individui:

... la passivita del bilancio biologico del nostro popolo e provocata dalla scarsa
fertilita o dalla sterilita della popolazione urbana. Ne Berlino, ne le altre grandi
citt'a tedesche, e nemmeno le citta medie e piccole sono in grado, sulla base dei
loro attuali tassi di natalita, di mantenere autonomamente il loro livello
demografico o, a maggior ragione, di aumentarlo sulla base delle loro forze. II
loro bilancio biologico e ovunque in passivo. Per le citta medie e piccole il deficit
delle nascite ammonta mediamente gia a 1/3, mentre per le grandi citta tedesche
esso e, in media, addirittura pari a 2/5. Dei 5 figli che di volta in volta
dovrebbero venire alla luce per raggiungere la soglia del puro mantenimento
della popolazione delle grandi citta, ne nascono, nelle stesse grandi citta, soltanto
3; gli altri due, se si vuole mantenere il numero della popolazione delle grandi
citta, debbono venire dall'esterno.
Nessuna delle grandi citt'a tedesche, che oggi compless-ivamente hanno una
popolazione di circa 20 milioni di abitanti, equivalente a quasi la terza parte della
popolazione del Reich, ha oggi tassi di natalita sufficienti per il mantenimento del
livello demografico. Cosf le citta vivono e crescono sulla vivente corrente del
sangue che affluisce loro dalle campagne. Ma per quanto tempo ancora la
campagna sara in grado di pagare questo tributo di sangue? Da questa domanda
dipende non solo il destino delle citta, bensi il destino del popolo tutto17.

Con argomentazioni di questo tipo, e con l'incipiente utilizzazione del


frasario ruralistico (i contadini come <<corrente di sangue>>), Burgdorfer si
inserisce in un reticolo estremamente complesso di interazioni ideologi
che. Una volta stabilita la differenziazione citta-campagna in base ai
differenti tassi di natalita, una volta associata la campagna al concetto di
prolificita, le citta a quello di sterilita, si e gia tracciata la via per tutta una
serie di implicazioni fra loro apparentemente assai diverse eppero tenute
strettamente assieme da una logica unitaria: quella della Zivilisationskri
tik.
I termini con cui Burgdorfer illustra la problematica esemplificativamente
presentata nel brano precedentemente citato, sono una variante, moder
nizzata e molto piu sofisticata, di quella che Gerhard Mackenroth, uno dei

16 Nel caso dell'Austria va pero tenuto presente l'anomalo rapporto capitale-paese configu
ratosi nell'ex monarchia asburgica dopo la guerra (la sola Vienna abbracciava il 29% della
popolazione della nuova Austria).
'7 Burgd?rfer, Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., pp. 23 sg.

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355 L'ideologia del ((Bauerntum)> nella Germania weimariana

piu noti demografi tedeschi del secondo dopoguerra, ha definito <<teoria


socio-biologica dell'urbanizzazione>>. Nel 1889 lo statistico monacense
Georg Hansen era stato il primo, in un'ampia opera dedicata alle <<cause
della fioritura e dell'invecchiamento dei popoli>>, la quale presenta una
sorta di modello ante litteram di circolazione all'interno degli strati
sociali18, a mettere in rilievo l'importanza biologica del ceto contadino:

Avendo riconosciuto che il contadino ha da rifornire la popolazione urbana non


solo con burro e formaggio, ma anche con uomini, e avendo dimostrato che dalla
quantita e dalla qualita dell'immigrazione dipende il livello spirituale del ceto
medio, il ceto contadino acquisisce un'importanza completamente diversa. Esso
costituisce infatti il vero e proprio fondamento dello Stato, ed ogni popolo che
non voglia andare incontro ad un rapido avvizzimento, deve vedere il suo
compito principale nel preservare quanto piu possibile il numero e la forza del
ceto contadino. Rispetto a questo punto di vista il problema della redditiviti
assume importanza secondaria. Se si vuole quindi decidere se per un paese
debbano essere preferiti i latifondi, l'azienda contadina, o i piccolissimi appezza
menti, bisogna in primo luogo dirigere la propria attenzione non su quale dei
sistemi economici ottenga il massimo profitto netto, bensi su quale produca
l'eccedenza in uomini maggiore e piu' utile per la comunita19.

L'opera di Hansen e piena di luoghi in cui le campagne sono viste come


una <fonte da cui si irradia la corrente della popolazione>> o come un
<<vivaio di uomini. Non diversamente da Hansen, seppure con toni molto
piu' radicali, argomentava negli stessi anni l'antropologo Otto Ammon20.
Ammon presenta il quadro di una societa al cui interno i ceti superiori,
naturalmente selezionati, periscono dopo due o tre generazioni, <<gettati
via come un limone spremuto)>21, per essere continuamente rimpiazzati
dal sangue fresco proveniente dalle campagne. In Ammon il ceto
contadino - sano, fecondo, fertile; <<ceto originario>>, <fonte originaria>>,
<<materiale originario)> - assume la connotazione di un vero e proprio
combustibile dell'umanita, il quale solo consente il funzionamento della
macchina sociale.
Se Hansen e Ammon sono i primi ad impiantare le coordinate principali
della teoria socio-biologica dell'urbanizzazione, Burgdorfer e pero in
grado, sulla scorta dei progressi della demografia moderna, di corredarla

18 Cfr. G. Hansen, Die drei Bev?lkerungsstufen. Ein Versuch, die Ursachen fur das Bl?hen und Altern
der V?lker nachzuweisen, M?nchen, 1889. Di questo testo esiste una ristampa del 1915.
19 Ivi, pp. 329 sg.
20 Cfr. O. Ammon, Die Gesellschaftsordnung und ihre nat?rlichen Grundlagen. Entwurf einer Sozialan
thropologie, Jena, 1895 (II ediz. 1896) e Id., Die nat?rliche Auslese beim Menschen. Auf Grund der
Ergebnisse der anthropologischen Untersuchungen der Wehrpflichtigen in Baden und anderer Materialien,
Jena, 1893. Su Hansen e Ammon ha richiamato l'attenzione, negli anni Cinquanta, Gerhard
Mackenroth (cfr. G. Mackenroth, Bev?lkerungslehre. Theorie, Soziologie und Statistik der Bev?lkerung
Berlin-Gottingen-Heidelberg, 1953, pp.262 sgg.). Cfr. anche K. Bergmann, Agrarromantik
und Grossstadtfeindschafi, Meisenheim am Glaun, 1970, pp. 50-62.
21 Questa citazione sulla base di Bergmann, Agrarromantik und Grossstadtfeindschaft, cit., p.59.

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356 Domenico Conte

di quella sistematicita e di fecondarla di quelle nuove aperture senza le


quali essa non avrebbe potuto ripresentarsi, negli anni Venti, circondata
da quell'aura di autorevolezza scientifica cui in ultima analisi dovette la
propria diffusione di massa. Burgdorfer e ad esempio in grado di indicare
con precisione il defict o il surplus del tasso di natalita rispetto ai diversi
insediamenti. Fatto uguale a 100 il tasso che consente il mantenimento
del livello demografico, egli giunge alla conclusione che solo i comuni
rurali presentano, rispetto a questo metro di valutazione, un valore
positivo (+13). Le citta medie e piccole esprimono invece gia una
situazione di grave insufficienza riproduttiva (-31), ulteriormente accen
tuata nelle grandi citta (-42). Berlino va addirittura ascritta ad una
specifica, omonima classe di grandezza, sinistramente in testa alla classifi
ca della denatalita (_57)22.
Drammaticita incomparabilmente superiore esprime pero l'illustrazione
del processo di controselezione connesso alla fuga dalle campagne e all'inur
bamento delle masse contadine. Come si e gia visto in precedenza,
Burgdorfer ascrive in buona parte il processo di ingrandimento della
popolazione urbana all'immigrazione nelle citta degli strati rurali. Nella
prospettiva di Burgdorfer, questo inurbamento delle masse contadine non
rappresenta un fenomeno negativo per le citta, poiche egli ritiene (in
questo uniformandosi all'opinione corrente del tempo) che a lasciare le
campagne siano gli elementi migliori, i piu dotati di spirito d'iniziativa e
di sacrificio. Coerentemente a questo assunto, il demografo tedesco
sostiene che una parte notevole di questo contadinato inurbato sale con
relativa velocita le scale dell'ascesa sociale. Ma proprio questo fenomeno,
socialmente legittimato dal valore degli strati contadini inurbati, compor
ta per Burgdorfer, una volta che i contadini si siano assimilati al tessuto
urbano, conseguenze biologiche negative di enorme portata. Per Bur
gdorfer, due o tre generazioni di permanenza nelle citta sono infatti piu
che sufficienti ad alterare i quadri psicologici tradizionali del contadinato.
Questa alterazione si riflette sul suo comportamento complessivo, dunque
anche sul piano delle modalita della riproduzione. Questi problemi
trovano la loro sistemazione scientifica nel quadro di quel meccanismo
che Burgdorfer definisce come processo di controselezione connesso alla
riproduzione differenziata:

Ma non e solo sotto il profilo quantitativo, bensi anche sotto quello qualitativo
che il sistema dei due figli non e in grado di garantire l'esistenza di un popolo.
Perlomeno cosi e stato per il passato. L'esperienza ci insegna infatti che il regresso
e la limitazione delle nascite si sono affermati dapprima nello strato della
popolazione di maggior valore qualitativo, in quello strato che rispetto alla
posizione economica, sociale e culturale viene definito come strato superiore,

22 Cfr. Burgd?rfer, Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., p. 23. La situazione espressa da queste cifre ?
relativa al 1927.

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357 L'ideologia del ((Bauerntum)> nella Germania weimariana

dunque in quella parte della popolazione che di norma, sulla base del particolare
valore razziale, e ascesa alla posizione di strato dirigente e la cui sufficiente
riproduzione, di conseguenza, dovrebbe apparire come un imperativo del mante
nimento del valore razziale della totalita del popolo. Ma la fortissima limitazione
delle nascite, che e stata praticata dapprima e nel modo piu1 accentuato all'interno
dello strato portatore e creatore della cultura, deve infine condurre, in quanto
esso si riproduce piui debolmente dello strato inferiore alla media, ad una
sfavorevole trasformazione del volto razziale e della composizione qualitativa
della popolazione23.

Si notino i nessi che legano i vari passaggi di questa argomentazione, con


una consequenzialita apparentemente tanto scontata da confinare con la
soglia delle conoscenze socialmente accettate e per questo incontrovertibi
li. Riproduzione differenziata, stratificazione sociale come risultante di
meccanismi di selezione socialdarwinistici, l'introduzione senza clamore
del valore razziale, quest'ultimo a rappresentare la totalita del popolo, la
ipostatizzazione, se non ancora programmatica comunque gi! virtuale, dei
<<meno dotati>> nella sfera della subordinazione genetica, su tutto questo
l'alone di legittimita dell'osservazione empirica e scientifica: riesce diffici
le immaginarsi miscela piu' esplosiva.
Si rilevi anche la coerenza interna del sistema di Burgdorfer, il suo
articolarsi in differenziazioni che vanno progressivamente a stringersi
intorno ad un nucleo centrale: la crisi di natalita dei <(popoli bianchi>>, la
crisi demografica specifica della Germania, la funzione demografica
negativa delle citta, la funzione distruttiva dei modelli generativi all'inter
no degli strati urbani superiori.
In questo fosco panorama, dove la crisi della natalita e solo la manifesta
zione piu cruda e bruta, ma allo stesso tempo anche maggiormente
simbolica, della crisi complessiva della societa tedesca, esiste comunque
per Burgdorfer un'ancora cui aggrapparsi, un punto fermo cui fare
riferimento: il Bauerntum.
Anche in questo caso, osservazione empirica e ideologia sono strettamente
concatenate. Sulla base dei risultati del censimento del 1933, Burgdorfer si
dedica con grande analiticita allo studio del rapporto esistente fra numero

23 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung, cit., pp.110 sg. Argomentazioni di
questo tipo vengono generalmente accompagnate, negli scritti di Burgd?rfer, da un tipo di
rappresentazione visiva, affidata a tabelle grafiche, che svolge una vera e propria funzione
terroristica. Cos?, subito dopo il brano citato (che, con lievi variazioni, compare in diverse
opere di Burgd?rfer), ? inserita la tabella sui ?decremento qualitativo della popolazione in
presenza di insufficiente riproduzione dei pi? dotati?. In essa si ipotizza l'esistenza iniziale di
due strati - quello dei ?pi? dotati? e quello dei ?meno dotati? - quantitativamente eguali, il
primo riproducentesi secondo il sistema dei due figli, il secondo sulla base di quello dei
quattro figli. Secondo i calcoli di Burgd?rfer, dopo cinque generazioni (dunque nel giro di
soli 150 anni) lo strato dei pi? dotati si ritroverebbe ad essere composto solo da un misero
resto equivalente' al 3% della popolazione, mentre il 97% della popolazione discenderebbe
direttamente dallo strato dei meno dotati.

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358 Domenico Conte

di figli da un lato e <<professione, posizione sociale e legame con la terra?>


(Bodenverbundenheit) dall'altro24. Tutti i parametri di analisi da lui scelti
confermano l'ipotesi della maggiore prolificita della popolazione rurale
rispetto a quella urbana. Ad esempio, fra i contadini risulta minima la
percentuale di coppie sposate senza figli o con solo uno o due figli. La
classifica degli strati sociali meno prolifici e guidata dal ceto impiegatizio,
seguito dai soggetti indipendenti attivi in artigianato, industria e commer
cio, quindi dai funzionari, poi dagli operai dell'industria (che fra gli strati
urbani risultano dunque essere il gruppo piu' prolifico). Gli operai sono
poi seguiti da contadini e agricoltori (Bauern und Landwirte). La serie risulta
precisamente inversa se si considerano invece le <<coppie sposate prolifi
che>>25.
Particolare interesse riveste la scomposizione operata da Burgdorfer
all'interno degli strati sociali rispetto al loro <legame con la terra>> (a
proposito della quale egli scrive che <<si potrebbe definire questa analisi
anche "Blut und Boden">>)26. Qui Burgdorfer ripartisce gli strati operai
industriali e dei lavoratori agricoli in gruppi con o senza possesso di terra
(nel caso degli operai il possesso della terra si limitava per lo piui -
quando vi era - ai famosi Schrebergdrten, sorta di piccoli giardini o orticelli
familiari collocati alla periferia delle citta). Le conclusioni cui egli giunge
sono del tutto coerenti con la sua impostazione generale: basta il possesso
di un infimo appezzamento dal quale il lavoratore agricolo non puo
ricavare che una piccola parte additiva per il suo sostentamento, o il
possesso di uno Schrebergdrten, per differenziare profondamente i rapporti
riproduttivi di questi gruppi27.
Di vaste conseguenze e l'ulteriore scomposizione che Burgdorfer opera
all'interno dello strato dei <<contadini e agricoltori>> rispetto alle dimensio
ni della proprieta terriera. Egli ripartisce questo strato in sette gruppi,
abbraccianti tutta la scala dei tipi di proprieta terriera, dal piccolissimo
appezzamento (meno di 0,5 ettari) alla grande proprieta (100 e piu ettari),
per giungere alla conclusione che:
Le famiglie piu' prolifiche sono quelle famiglie contadine il cui appezzamento
consente ancora la coltivazione da parte dei membri della famiglia. Le aziende

24 Cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung, cit., pp.62-69.


25 Sotto questo concetto (kinderreiche Ehen) Burgd?rfer sussume le coppie con quattro e pi?
figli. Si tenga presente che, sulla base dei suoi calcoli, Burgd?rfer giungeva alia conclusione
che ? data la struttura demogr?fica della popolazione tedesca del tempo ? per mantenere il
livello demogr?fico ogni coppia avrebbe dovuto avere mediamente 3,4 figli. Gli effettivi
tassi di natalit? tedeschi esprimevano invece ? sempre secondo Burgd?rfer ? solo 2,3 figli a
coppia. Mediamente, dunque, in ogni famiglia risultava esserci un figlio in meno rispetto al
numero di figli necessario per mantenere il livello demogr?fico.
26 Cfr. Burgd?rfer, Aufiau und Bewegung der Bev?lkerung cit., p.66.
27 II 24,5% degli op?rai ?senza l?game con la terra? risulta non avere figli. Questa
percentuale si abbassa per? al 12,6% nel gruppo di op?rai con l?game con la terra. Il 9,1%
degli op?rai senza terra ha 5 e pi? figli; la percentuale si alza per? al 18,1% nel caso di

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359 L'ideologia del ((Bauerntum) nella Germania weimariana

maggiori, in cui e comunque necessario far ricorso a forze lavoro estranee, non
sono piu cosi prolifiche come le aziende contadine di medie dimensioni. Questi
fenomeni confermano la vecchia esperienza che vuole che le aziende contadine
familiari siano di importanza decisiva non solo per la prosperita economica delle
aziende contadine, bensi anche per la prolificita delle famiglie contadine28.

Anche qui, dovrebbero bastare queste poche indicazioni per cogliere parte
della vasta rete di implicazioni ad esse connesse. Non vi e una distanza
abissale fra la scarsa prolificita dei ceti impiegatizi e la polemica vdlkisch
contro le superfetazioni del terziario; il nesso terra-riproduzione comincia
gia ad assumere le connotazioni di quel legame mistico e simbolico (basta
il possesso di un insignificante giardinetto per condizionare i comporta
menti riproduttivi) che sara poi assolutamente centralizzato nell'ideologia
del <<Blut und Boden>); la glorificazione della, fertilita dell'azienda contadi
na di medie dimensioni sara facilmente collegabile da un lato alla
polemica contro l'eccessiva parcellizzazione indotta dal diritto romano,
dall'altro all'ostilita verso modelli di grande-agricoltura solo produttivisti
ca (sia nella loro variante alto-capitalistica che in quella marxistica).
Burgdorfer, il tecnico della demografia, e gia completamente immerso in
questa rete di implicazioni. E del tutto prigioniero di quell'atmosfera
schizofenica della Germania weimariana per la quale ineluttabili panora
mi storico-universali di tramonto potevano immediatamente connettersi a
prospettive di rinascita escatologiche. E estremamente significativo che
proprio in un personaggio come Burgdorfer, che non e assolutamente un
esponente ne del romanticismo agrario ne del ruralismo, e che aveva
dedicato un intero libro a combattere l'idea di una completa reagrarizza
zione della Germania, emerga la centralita del ruolo del Bauerntum sotto il
profilo a lui piu caro: quello della riproduzione biologica degli individui.
Ed e sintomatico che in un demografo della levatura di Burgdorfer, tutto
sommato alieno dalla pesante e stentorea retorica ruralistica, appaiano
espressioni che sembrano strappate dalla penna di uno dei fanatici
dell'entourage di Darre. Definire la popolazione rurale come <<sostegno
decisivo dell'esistenza e della riproduzione del nostro popolo)>29 o <<fonte
di rigenerazione del popolo>>; vedere in essa la leva cui ricorrere per
invertire quella marcia che stava facendo del popolo tedesco un <<popolo
morente>>; affermare che <<un piu forte radicamento del nostro popolo nel
suolo patrio e il rafforzamento del fondamento agrario della nostra
economia nazionale e dunque non solo un compito di politica agraria,
bensi un compito della politica popolare e nazionale del presente e del
futuro>>30 sono molto piu che concessioni ad un'ideologia alla moda o a un

possesso di terra. Analoghi i rapporti nel caso dei lavoratori agricoli (cfr. Burgd?rfer, Aufiau
und Bewegung der Bev?lkerung, cit., p.63).
28 Ivi, p.67.
29 Burgd?rfer, Zur?ck zum Agrarstaat?, cit., p. 35.
30 Ivi, p. 109.

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360 Domenico Conte

partito politico vincente: costituiscono un ulteriore tassello nella compo


sizione del mosaico di una mentalita sociale in cui le crepe del biologismo,
del socialdarwinismo, dell'autoritarismo rappresentano altrettanti segni di
disagio di fronte alle trasformazioni e alle contraddizioni indotte dalla
modernizzazione3l.

3. Spettro dello spopolamento, dimostrazione della funzione biologica


negativa esercitata dalle citta nel tessuto della societa, messa a fuoco del
processo di invecchiamento demografico del popolo tedesco, esaltazione
del Bauerntum come fonte di rigenerazione biologica e razziale: questi,
ridotti all'osso, i contenuti del sistema di Burgdorfer filtrati in modo piu'
massiccio nella mentalita degli strati vdlkisch e nazionalistici della Germa
nia degli anni Venti e Trenta.
Vi e pero un altro percorso, un'altra fonte privilegiata del Bildungsburgertum
umiliato nei propri valori dalla sconfitta militare e spossato nelle proprie
sostanze dalla crisi economica, attraverso la quale contenuti virtualmente
similari vanno ad irrorare il suolo di un'opinione pubblica avida di
orientarsi, di interpretare, di capire. Con la differenza che, in questo caso,
gli strumenti dell'interpretazione non passano per il medium oggettivo e
crudo dei dati demografici, bensi attraverso il complesso rincorrersi delle
analogie storiche elaborate da un ex matematico convertitosi allo studio
delle civilta e alla <<morfologia storica comparata>>.
Oswald Spengler elaboro la prima stesura del suo II tramonto dell'Ocidente
gia prima dello scoppio della guerra mondiale. Continuo a lavorarvi nel
corso del conflitto, per poi pubblicare il primo volume della vasta opera
nel 1918, il secondo nel 192232. Il vigoroso quadro dell'ascesa e del

31 A fini di completezza ? opportuno sottolineare che la presente ricostruzione dell'opera di


Burgd?rfer si basa principalmente sulla produzione scientifica elaborata dal dem?grafo
tedesco nel decennio compreso fra la seconda meta degli anni Vend e la prima meta degli
anni Trenta. In scritti pi? tardi, come Kinder des Vertrauens (Figli della fiducia) e Geburtenschwund
(il cui sottotitolo suona significativamente ?la malattia cult?rale dell'Europa e il suo
superamento in Germania?), l'impostazione complessiva resta beninteso la medesima, ma al
suo interno viene decisamente enfatizzata la ripresa demogr?fica awenuta in Germania in
conseguenza della politica popolazionistica messa in atto dal nazionalsocialismo. La
discussione approfondita di questi punti esula, anche cronol?gicamente, dai limiti della
presente ricerca. Va comunque notato che Burgd?rfer, dopo aver discusso i vari prowedi
menti di politica demogr?fica attuati dal nazionalsocialismo, fra cui ?la realizzazione
dell'idea del Blut und Boden?, parla per la Germania di una ?rinascita biol?gica senza pari al
mondo?, perpetuatasi, malgrado la guerra, anche fra il 1939 ed il 1941 (cfr. Geburtenschwund,
cit., pp.69 sg.). Ricorda poi che, dal 1933 al 1939, la Germania era passata dal 18? al 7o
posto nella classifica del rapporto ?purificato? nati-morti (ivi, p.47). Egli sostiene inoltre
che, coerentemente alia posizione di potenza direttiva e ordinatrice della Germania in
Europa, lo scopo della politica demogr?fica tedesca non debba essere pi? quello del
mantenimento del livello demogr?fico, bens? quello del ?pop?lo crescente? (ivi, p. 119).
32 Cfr. O. Spengler, Der Untergang des Abendlandes, Umrisse einer Morphologie der Weltgeschichte, 2
Bde, M?nchen, 1918-1922, trad, it., II tramonto delFOccidente. Eineamenti di una morfolog?a della
storia mondiale, Milano, 1957. L'edizione del Tramonto delfOccidente cui si far? riferimento in

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361 L'ideologia del <Bauerntum)> nella Germania weimariana

tramonto dei popoli che egli presenta, la sua teoria dell'alternanza di


civilta e civilizzazione sono profondamente influenzati dalla dialettica
gioventu-vecchiaia, all'interno della quale si ritrovano profondi topoi
dell'antiurbanesimo, del ruralismo, del biologismo:

II trapasso dallo stadio di civilta a quello di civilizzazione si e compiuto nel quarto


secolo nel mondo antico, nel diciannovesimo secolo in quello moderno occiden
tale. A partire da tali periodi, le grandi decisioni spirituali non si realizzano piu
((nel mondo interom come al tempo del movimento orfico e della Riforma,
quando non vi era villaggio che fosse del tutto privo d'importanza, bensi in tre o
quattro metropoli, che hanno assorbito tutto il contenuto della storia e di fronte
alle quali l'intero paesaggio di una civilta scende al rango di una provincia avente
solo da nutrire le metropoli coi residui di una umanita superiore. Metropoli e
provinca: con questi concetti fondamentali di ogni civilizzazione si affaccia un
problema delle forme storiche affatto nuovo, problema che noi proprio oggi
stiamo vivendo pur senza presentirne tutta la portata. Invece di un mondo una
ctta, un unico punto, in cui si raccoglie l'intera vita di vaste regioni, mentre il resto
isterilisce; invece di un popolo formato, legato alla sua terra, un nuovo nomade,
un parassita, l'abitante delle grandi citta, il puro uomo pratico senza tradizione,
ripreso in una massa informe e fluttuante, l'uomo irreligioso, intelligente,
infecondo, profondamente avverso al contadinato e alla nobilta terriera, che del
contadino e la forma piu alta - cio rappresenta un passo gigantesco verso
l'anorganico, verso la fine. Questo passo Francia e Inghilterra l'hanno gia
compiuto, la Germania e in via di compierlo. Dopo Siracusa, Atene e Alessandria
viene Roma. Dopo Madrid, Parigi e Londra vengono Berlino e Nuova York33.

Le varie diramazioni dell'antiurbanesimo tedesco degli anni Venti e


Trenta sono gia tutte contenute in nuce nella polemica spengleriana. Per
Spengler il tema della <<sterilita dell'uomo della civilizzazione>> assume
un'importanza assolutamente centrale. Essa- va intesa in primo luogo
come fenomeno riguardante la sfera dei rapporti procreativi: l'abitante
delle citta procede a quella che egli ritiene una <<saggia limitazione delle
nascite)>. Questa, pero, presto assume per Spengler un'<<estensione pauro
sa>:
Giunti a questo stadio, in tutte le civilizzazioni si inizia il processo plurisecolare di
un terribile spopolamento. Tutta la piramide dell'umanita capace di civilt-a si
dissolve. Lo sgretolamento comincia al vertice, poi si estende alle metropoli,
raggiunge le citta di provincia e infine colpisce la campagna, che con l'esodo
crescente della sua migliore popolazione aveva ritardato per un certo tempo lo
spopolarsi delle citta. Per ultimo non resta che il sangue primitivo, ma
depauperato dei suoi elementi forti e capaci di avere un futuro. Sorge allora il tipo
del fellaCh34.

seguito per le citazioni ? quella pubblicata nel 1978 presso Longanesi {si tratta di una
revisione della traduzione di Julius Evola del 1957).
33 Spengler, J7 tramonto delFOccidente, cit., pp.58 sg.
34 Ivi, p.802.

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362 Domenico Conte

La limitazione delle nascite trova per Splenger il suo necessario corrispet


tivo nel processo di emancipazione delle donne. La donna non e piu la
madre dei propri figli, come da sempre per il contadino, ma la <<compagna
della vita)?. Appare il tipo della donna emancipata, la donna di Shaw e di
Ibsen: <<Queste donne invece di figli hanno conflitti psichici, il matrimo
nio per esse e un problema d'arti applicate, l'essenziale e la reciproca com
prensione>35.
La sterilita dell'uomo della civilizzazione, evento tipico dello spirito delle
grandi citta, per Spengler e soltanto la piu evidente manifestazione
esteriore - ma anche il simbolo - di un processo iriterno di logoramento
che ha nel singolo cittadino e nella crisi della famiglia la propria
manifestazione cellulare, ma che si esplica anche all'interno della nazione,
del popolo, della civilizzazione: entita, queste ultime, in cui tale processo
assume la sua connotazione storico-universale.
Anche Spengler fa corrispondere alla sterilita urbana la prolificita
contadina. Alcuni suoi passaggi ricordano anzi direttamente la teoria
sociobiologica dell'urbanizzazione:
Ora la citta gigante succhia la campagna, insaziabilmente, richiedendo e divoran
do masse sempre nuove di uomini finche essa stessa declina e si estingue in mezzo
a regioni ormai quasi disabitate36.
Vi e pero qualcosa, nel <<ruralismo>> di Spengler, che rende problematica la
sua totale accettazione da parte degli ideologi volkisch e nazionalistici.
Mutatis mutandis, si tratta degli stessi elementi che renderanno estrema
mente problematico il rapporto di Spengler col nazionalsocialismo:
II contadino e l'uomo eterno, staccato da tutta la civilta che si annida nelle citta.
Egli precede tale civilta e poi ad essa sopravvive, riproducendosi ottusamente
attraverso le generazioni, limitandosi a mestieri e capacita legati alla terra: ha
un anima mistica e un intelletto secco, aderente alle cose pratiche: e il principio e
la scaturigine inesausta del sangue che nelle citta crea la storia mondiale37.
Una citazione di questo tipo, pur nella proposizione - tanto cara al
ruralismo - del contadino come <fonte della vita?) del popolo nel suo
complesso, e pero gia, in virtu' dell'accenno all'attivita della riproduzione
contadina, ai limite della soglia di tollerabilita del ruralismo, sempre
intento ad una glorificazione completa del Bauerntum. Ma passaggi come i
seguenti superano ormai decisamente questa soglia:

35 Ivi, p. 801. Il ru?lo della donna in questo tipo di ideolog?a meriterebbe uno studio
particolare. Burgd?rfer, scosso dal fen?meno della disoccupazione, auspica il ritorno della
donna nell'alveo del n?cleo famili?re a fini di politica occupazionale e di politica
popolazionistica. Si noti: Burgd?rfer faceva queste osservazioni discutendo una legge del
Reich sui prestiti alle coppie in procinto di sposarsi. Dalla concessione degli eventuali
sussidi venivano programmaticamente escluse le coppie non ariane e i soggetti gen?ticamen
te ritenuti non adatti (cfr. Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit., p. 185).
36 Spengler, Il tramonto delPOccidente, cit., p.796.
37 Ivi, p. 787.

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363 L'ideologia del d3Bauerntum)> nella Germania weimariana

E il contadino se ne sta perplesso sul selciato, figura ridicola che nulla capisce e
che da nessuno e capita: buona solo come personaggio da commedia e come colui
che procura il pane a un tal mondo38.

Oppure:
II contadino, senza storia ed <<eterno>>, era popolo prima dello sviluppo della
cultura, resta per molti aspetti sostanziali popolo originario, e sopravvive alla
forma della nazione.

Nessuna stentorea idealizzazione delle virtu' contadine, dunque, bensi


l'evidenziazione di una palese subordinazione alla complessita del mondo
delle citta. E una sorta di estraneazione del contadino dal ritmo della
storia della nazione, che non poteva non risultare irritante per chi vedeva
nel Bauerntum il fondamento granitico della nazione medesima. Ma
soprattutto, nessuna prospettiva consolatoria: <<La ruota del destino volge
verso la fine [...] il "tempo" non e invano un termine che designa il fatto
della irreversibilita. Indietro non si torna, non v'e che da andare avanti>>39.
II <fatalismo>> spengleriano, il fatto di immergere completamente anche la
Germania nel fato ineluttabile del tramonto da civilizzazione, non poteva
non entrare in collisione con l'<<attivismo?> vdlkisch, spasmodicamente volto
alla ricerca di una leva su cui far perno per ribaltare il destino della
Germania. Non e certo un caso che Darre, che conosceva Spengler, non
lo abbia nemmeno citato nella sua prima opera per poi affermare, in un
successivo saggio del 1939 che, in virtu' delle conoscenze acquisite grazie
al <<movimento nordico>>, <<noi superiamo qualsiasi Spenglerei>. E Johann
von Leers, lo storico che attese alle sue ricerche guidato dai paradigmi
interpretativi di Darre, pote per suo conto affermare che <Spengler non
ha conosciuto la legge del Blut und Boden>)40.
Cio tnalgrado, l'influenza esercitata da Spengler su vasti settori della
societa tedesca del tempo, anche su quei gruppi volkisch e nazionalistici che
in seguito si sarebbero per buona parte convertiti al nazionalsocialismo, fu
enorme. Come enorme fu la sua influenza - malgrado le dichiarazioni
programmatiche contrarie - sugli ideologi del ruralismo. Troppo intessu
ta di Kulturpessimismus e di Zivilisationskritik, l'opera di Spengler, per non
suscitare l'intima adesione di strati che di questi contenuti erano imbevuti
fino al midollo. Era sufficiente, in fondo, amputare il corpo del testo

38 Ivi, p. 785.
39 Ivi, p. 796.
40 Entrambe le citazioni a p. 144 di H. Haushofer, Die agrargeschichtlichen und agrarsoziologischen
Aussagen Oswald Spenglers. Eine Ueberpr?fung nach rund 60 Jahren, in ?Zeitschrift f?r Agrargeschi
chte und Agrarsoziologie?, XXVIII, H. 2, 1980, pp. 141-156. Per alcune prese di posizione
da parte nazionalsocialista nei confronti di Spengler cfr. A. Rosenberg, Oswald Spengler, in
?Nationalsozialistische Monatshefte?, I, 1930, pp. 180-184; J.v. Leers, Spenglers weltpolitisches
System und der Nationalsozialismus, Berlin 1934. Si veda anche F. Lenz, 0. Spenglers Untergang des
Abendlandes im Lichte der Rassenbiologie, in ?Archiv f?r Rassen-und Gesellschaftsbiologie?,
XVIII, 1925.

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364 Domenico Conte

spengleriano della sua prospettiva fatalistica, per poter disporre di uno


straordinario prontuario di osservazioni particolari, connessioni, agganci,
riferimenti storici del tutto in linea con quel gusto tipicamente tedesco
per la categoria del tragico, per le prospettive di declini apocalittici.
Tacitate le coscienze nell'((eroico?> rifiuto della prospettiva fatalistica, anzi
accusando Spengler di vile acquiescenza ad un destino che andava
attivisticamente rovesciato, lo si utilizzava poi ben oltre i limiti del plagio.
Troppo apodittiche, inoltre, le sentenze spengleriane, per non andare
incontro, in un'epoca di incertezze estreme, al bisogno di sicurezza e di
salde categorie interpretative che veniva da vaste fasce della popolazione
tedesca. E, soprattutto, troppo suggestivo e troppo facile da utilizzare, il
metodo della <<morfologia storica comparata>>, per non incontrare il favore
di opinion makers alla costante ricerca di prove da portare a sostegno delle
proprie argomentazioni.
In precedenza, parlando di Burgdbrfer, si e notato quanto profonda sia
stata la sua influenza su tutto un tipo di polemistica sviluppatasi in
Germania fra gli anni Venti e Trenta. Sulla scorta delle ricerche di
Burgdorfer, il modello impostato su crisi demografica, funzione biologica
negativa delle grandi citta e Bauerntum come fonte rigenerativa del popolo
divenne effettivamente merce corrente nel panorama delle sicurezze
culturali del tempo. Vi e per6 un altro elemento che compare continua
mente, quasi ossessivamente, nelle argomentazioni degli scrittori che
trattano il tema del mondo agrario in connessione con la crisi demografi
ca: l'analogia fra i sintomi della decadenza della Germania postbellica e i
fenomeni che portarono al decadimento della civilta greco-romana.
Questo metodo, il ricorso alle <lezioni del passato> per far luce sulla
situazione del presente, ha proprio in Spengler il suo pioniere piu' illustre
e geniale.
La morfologia della storia mondiale di Spengler e sostanzialmente
organizzata intorno ad alcuni grossi blocchi storici (la tavola delle
cosiddette epoche politiche osincroniche)> e ad esempio articolata in:
civilta egiziana, mondo antico, civilta cinese, civilta occidentale), scompo
sti poi alla luce del parametro civilta-civilizzazione. Questo parametro
costituisce come una scala: ad ogni punto del complesso iter che dalle fasi
iniziali di una civilta giunge a quelle conclusive di una civilizzazione,
corrispondono delle <tappe>> attraversate necessariamente - seppure in
epoche fra loro assai diverse - da tutti i blocchi storici individuati. B
questa la logica interna del sistema spengleriano, quella che consente al
suo creatore di individuare la <<morfologia della storia mondiale>>, e sulla
base della quale egli pote orgogliosamente affermare di tentare per la
prima volta <<una prognosi della storia)>41.
Una discussione approfondita di questa problematica porterebbe molto

41 Spengler, Il tramonto delFOccidente, cit., p. 13.

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365 L'ideologia del ((Bauerntum)) nella Germania weimariana

lontano, e sarebbe estranea all'impostazione della presente ricerca. Quello


che qui va pero notato e che i raffronti analogici che Spengler predilige -
e che hanno poi maggiormente influito sulla coscienza dei suoi lettori -
sono quelli fra civilta occidentale e mondo antico. All'interno di questa
chiave analogica, Spengler ha poi un'ulteriore predilezione, che gli
consente di attualizzare il suo discorso rispetto ai problemi della societa a
lui contemporanea: il raffronto della sua epoca con la Roma imperiale:
<<Noi abbiamo da tener conto dei fatti freddi e duri di un'epoca tarda
avente il suo parallelo non nell'Atene di Pericle bensi nella Roma cesa
42
rea)4
Da questa impostazione discendono delle conseguenze che sono, ai fini
del nostro discorso, di notevole portata. Per- Spengler il tramonto
dell'impero romano comincia infatti col processo di spopolamento
indotto dalla fuga dell'elemento contadino, contro il quale a nulla valsero
provvedimenti disperati:

Se c'e qualcosa atto a mostrarci che la causalita nulla ha a che fare con la storia,
questo e il ben noto ((tramonto del mondo antico)> che comincio assai prima
dell'irruzione dei popoli germanici. Allora l'Imperinm godeva di una pace perfetta:
era ricco, possedeva un'alta cultura, era ben organizzato; da Nerva fino a Marco
Aurelio ebbe una serie di sovrani quali non si ritrovano nel periodo cesaristico di
nessun'altra civilizzazione. Eppure la popolazione decrebbe rapidamente e in
massa: nonostante una legge disperata circa il matrimonio e la prole, la lex de
maritandis ordinibus di Augusto che sconcerto la societa romana piu della sconfitta
di Varo, nonostante le numerosissime adozioni e l'impiego continuo di soldati
d'origine barbara per colonizzare una campagna che stava spopolandosi, nono
stante i fondi enormi assegnati da Nerva e da Traiano per l'alimentazione della
prole di genitori poveri.
Prima l'Italia, poi l'Africa settentrionale e la Gallia, infine la Spagna, che sotto i
primi imperatori aveva la piu densa popolazione dell'Impero, si vuotarono di
uomini e diventarono sempre piui squallide. II detto famoso di Plinio, che ricorre
significativamente nella moderna economia politica: latifundia perdidere Italiam, iam
vero et provincas, confonde il principio con la fine del processo: il latifondo non
avrebbe mai assunto una tale estensione se l'elemento contadino non fosse stato
gia assorbito dalle citta e se esso, almeno interiormente, non avesse gia rinunciato
alla campagna.
L'editto di Pertinace del 193 rivelo alla fine la terribile situazione: grazie ad esso
era permesso ad ognuno impossessarsi della terra disabitata, in Italia e nelle
provincie. Chi la coltivava aveva diritto di proprieta su di essa. Lo storico basta
che consideri seriamente altre civilta per ritrovare dappertutto lo stesso fenome
no43

42 Ivi,'p.71.
43 Ivi, pp.802 sg. Si tenga presente che anche in Burgd?rfer vi sono riferimenti alla politica
demogr?fica degli antichi, fatti sempre in connessione con la situazione della Germania
contempor?nea. Cfr. ad esempio Geburtenschwund, cit., p.68 (?Riuscir? il pop?lo tedesco a far
ci? che fino ad ora non ? riuscito a nessun pop?lo civile, ci? che ? malgrado seri sforzi ?
non riusc? n? nell'antica Grecia n? nell'antica Roma: abbandonare la strada dell'automutila

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366 Domenico Conte

Affermazioni di questo tipo diventano strumenti formidabili nelle mani


degli esponenti dell'ideologia ruralistica, che da questo momento possono
dedurre la centralita del Bauerntum anche dalle lezioni della storia.
All'interno di questa impostazione generale in cui colloca il rapporto
mondo antico-civilta occidentale, Spengler inserisce una lunga serie di
brillanti osservazioni particolari (sempre giocate sull'analogia passato
presente) che ebbero molto successo, e che lo storico ritrova un po'
dovunque, studiando la letteratura del tempo. I riferimenti che Spengler
fa alla degradazione del tessuto urbanistico della Roma antica, con le sue
<<case alveare come la famigerata Insula Feliculae)44, all'imbastardimento dei
costumi ad essa connesso, si inseriscono senza soluzione di continuita
nella polemica antiurbana sia splengeriana che degli ideologi vilkisAh.
In essa rientra completamente anche la demonizzazione del <<panem et
circenses>> romano, stigmatizzato come espressione dello stile di vita di
una plebaglia degenerata e messo direttamente in relazione con l'inclina
zione delle masse urbane moderne per le lotte salariali e gli spettacoli
sportivi. In una prospettiva ancora pilu vasta va collocato il suo giudizio
sul dominio romano sul mondo come fenomeno <<negativo>>, sviluppatosi
non per propria forza, ma per debolezza altrui, espressione dell'imperiali
smo, forma storica ricorrente in cui <<bisogna saper vedere il simbolo tipico
di una fineo. Quello stesso imperialismo che - si noti - <dl'ineluttabile
destino dell'Occidente>>, e di cui per Spengler - come gia per Marx - il
rappresentante contemporaneo piu puro e Cecil Rhodes, il quale <<incarna
lo stile politico di un lontano futuro occidentale, germanico e soprattutto
tedesco>>45.
L'analogia fra la crisi della civilta occidentale (e della Germania al suo
interno) e la crisi del mondo antico (soprattutto di Roma antica) e
assolutamente centrale in Spengler. Agli epigoni spengleriani, agli intellet
tuali vJlkisch, agli ideologi nazionalsocialisti sarebbe spettato il compito di
coniugarla in tutte le sue possibili diramazioni.

4. Un esempio probante di collegamento di spenglerismo, <lezioni del


passato)>, analisi statistica, antiurbanesimo radicale, e rappresentato dal
l'attivita di un personaggio che, oggi quasi del tutto dimenticato, godette
di una certa popolarita fra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni
Quaranta: Richard Korherr. Nato nel 1903, statistico di professione,
spengleriano per vocazione (di quello spenglerismo contaminato pero
dall'attivismo vJlkisch) e nazionalsocialista (detenne alte cariche nel
Reichsamt fur Statistik e all'interno delle Ss)46, Korherr scrisse, fra l'altro,

zione e dell'autoannientamento del pop?lo per quella del suo rinnovamento, della sua
rinascita e della sua preservazione??), e ivi, p. 198.
44 Ivi, p. 796.
45 Ivi, p. 65.
46 Cfr. Bergmann, Agrarromantik und Grossstadtfeindschaft, cit., p. 193 e pp.200-205.

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367 L'ideologia del dBauerntum)> nella Germania weimariana

un libro sul regresso delle nascite che, oltre ad aver avuto varie edizioni
tedesche, fu prontamente tradotto - con illustri introduzioni - in Italia e
poi in Giappone, facendo del suo autore una sorta di teorico ufficiale del
neo-popolazionismo della futura asse Roma-Tokio-Berlino47.
La rapida (ma non brillane) traduzione italiana di Regresso delle nascite puo
essere spiegata anche sulla base di semplice propaganda di regime. Sia
nella prefazione di Spengler (Qla prolificita e una forza politica [...]. La
grande portata di questo fatto e stata compresa in Europa, finora,
solamente da Mussolini)>)48, che nel testo di Korherr, Mussolini viene
infatti indicato come il vessillifero della lotta allo spopolamento. Korherr
afferma che <in Italia oggi 1'accrescimento naturale della popolazione e,
relativamente, il maggiore che vi sia tra gli stati piu importanti dell'Occi
dente>>49; poi, contrapponendo la fertilita dell'Italia alla sterilita della
Francia, predice che <non passera molto altro tempo e la Francia sara
cacciata dal Mediterraneo per opera dell'Italia, non con i tanks, con gli
aeroplani e con le corazzate, ma con gli uomini, che soli garantiscono
l'avvenire>50. Korherr definisce inoltre <grandiosa> la politica demografi
ca di Mussolini (in cui vede, al pari di Cecil Rhodes e di Lenin, un
<precursore dell'incipiente cesarismo dell'Occidente>>)51. Attribuisce infine
al duce la patente di <nemico dichiarato di Malthus"52 (lo stesso
Mussolini, nell'introduzione, aveva definito la <famigerata sedicente legge
di Malthus> una <specie di "patacca" scientifica>)), auspicando anche per la
Germania la <comparsa del Cesare, del Dittatore che provenga dalla
democrazia, ma sia il suo contrapposto diretto>>53. Giudizi molto lusin
ghieri, come si puo vedere, i quali del resto nella polemistica della
Germania del tempo non costituiscono assolutamente un'eccezione, a
conferma dell'esistenza di un forte interesse tedesco nei riguardi dell'espe
rienza fascista in generale e della politica demografica del fascismo in par
ticolare54.

47 Cfr. R. Korherr, Geburtenr?ckgang M?nchen, 1927 (con prefazione di O. Spengler). La


quarta edizione (M?nchen, 1935) ? ormai corredata da una prefazione di Heinrich Himmler.
Gi? nel 1928 viene pubblicato la traduzione italiana di questo testo (Regresso delle nasdte, morte
dei popoli, Roma, Librer?a del Littorio), in cui la breve introduzione di Spengler (si tratta
comunque del primo scritto spengleriano tradotto in italiano) ? preceduta da un'ampia
introduzione di Mussolini. Nel 1936 sarebbe poi apparsa la traduzione giapponese, con
introduzione del ministro della guerra, gen?rale Ugaki.
48 Korherr, Regresso delle nasdte, cit., pp.28 sg.
49 Ivi, p.130.
50 Ivi, p. 134.
51 Ivi, p. 164.
52 Ivi, p. 164.
53 Ivi, p. 169.
54 Cfr., ad esempio. H. Harmsen, Bev?lkerungspolitik des italienischen Faschismus, Berlin, 1929, e
H. Harmsen, K. Ch. v. Loesch, Die deutsche Bev?lkerungsfrage im europ?ischen Raum, Berlin, 1929
(con una sezione, ad opera di Harmsen, su ?Die Bev?lkerungspolitik Deutschlands,

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368 Domenico Conte

Per Korherr, pero, la positiva situazione dell'Italia e decisamente eccentri


ca rispetto a quella del-panorama internazionale. L'intera civilta occiden
tale, Germania in testa, e a suo parere minacciata dallo spettro dello
spopolamento. L'interpretazione che Korherr offre a questo proposito si
inserisce senza alcuna soluzione di continuita nel quadro, che dovrebbe
ormai risultare piuttosto familiare, della teoria sociobiologica dell'urba
nizzazione e dei suoi assiomi fondamentali: attrazione nelle grandi citta
dell'elemento contadino (con l'alterazione del rapporto citta-campagna da
essa provocato), funzione distruttiva delle metropoli, conseguente erosio
ne della sostanza biologica del popolo nel suo complesso. Del tutto
coerentemente con l'impostazione generale di questa linea di pensiero,
anche per Korherr e l'apparizione delle grandi citta - i <<colossi di pietra>>
- ad essere il motore dell'intero processo. Nella civilta contemporanea
come nell'antichita: Babilonia, la Tebe d'Egitto, Pataliputra, Roma sono
per lui nomi fatali, simboli di tramonto, fine, distruzione.
Korherr rimarra fedele all'impostazione generale del suo discorso anche
in un successivo scritto del 1938, che si presenta sotto la forma di un
ambizioso e lussuoso atlante dedicato all'esame del problema <<popolo e
spazio>55. La sostanza biologistica del suo discorso resta invariata:
Energia vitale e fertilita significano sicurezza, potere politico, significano il
futuro; sterilita significa invece tramonto, atrofizzazione e invecchiamento del
l'anima, dello spirito, del corpo, significa la fine. La Francia ha gia percorso

Frankreichs und des italienischen Faschismus?). Si noti pero che lo stesso Mussolini, nella
gi? citata prefazione al libro di Korherr, prendeva le distanze dal ?luogo comune? della
?straripante natalit?? degli italiani, di cui questi sarebbero a suo awiso stati vittime fino al
famoso discorso dell'Ascensione (maggio 1926). Mussolini faceva quindi riferimento alia
caduta del tasso di natalit? a partir? dal 1885 (?le culle sono vuote ed i cimiteri si
allargano?), sottolineando che la tenuta demogr?fica era dovuta ?esclusivamente alia prole
dei rurali. Tutta 1'Italia cittadina o urbana ? in deficit?. Korherr ritorn? su Mussolini in un
articolo di qualche anno successivo alla pubblicazione di Geburtenr?ckgang (cfr. R. Korherr,
Mussolini, in ?Deutschlands Erneuerung?, XVIII, 1933, 7, pp.385-390).
55 Cfr. R. Korherr, Volk und Raum, W?rzburg, 1938. Si tratta di un'opera in quarti,
tipogr?ficamente molto impegnativa e corredata da una vastissima bibliograf?a. Si noti che
un titolo corne quello del testo in oggetto ha perlomeno due precedenti significativi,
inserendosi con ci? in una specie di ?battaglia di titoli?. Nel 1926 Hans Grimm aveva
pubblicato il suo romanzo Volk ohne Raum (Pop?lo senza spazio), destinato ad una grande
fortuna editoriale e ad influenzare profondamente Popinione pubblica tedesca. Ad esservi
popolarizzata era l'idea della mancanza di spazio ehe il pop?lo tedesco era stato costretto a
subir? in conseguenza delle amputazioni territoriali imposte dalla pace di Versailles. Nel
1932, Burgd?rfer pubblic? invece il suo famoso Volk ohne Judend (Pop?lo senza giovent?), di cui
furono stampate diverse edizioni, e col quale la crisi della nazione tedesca veniva letta non
pi? alia luce della mancanza di ?spazio vitale?, bens? sulla base dell'invecchiamento della
popolazione e della pressione esercitata sui Reich, per lo meno da Est, da popoli giovani e
prolifici (su questi punti cfr. le brevi note contenute in H. Haushofer, Ideengeschichte der
Agrarwirtschafi und Agrarpolitik im deutschen Sprachgebiet, Bd II, Vom ersten Weltkrieg bis zur
Gegenwart, M?nchen-Bonn-Wien, 1958, p.125). Nel 1938 Korherr riprese dunque i termini
di ?Volk? e ?Raum?, senza pero pi? opporli, ma coniugandoli all'interno di un ruralismo
ormai ufficializzato dall'awento del nazionalsocialismo.

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369 L'ideologia del 4Bauerntum~> nella Germania weimariana

lunghi tratti di questa ultima strada, noi la seguiamo56.

In maniera chiarissima emerge il classico ruolo del Bauerntum come base


massiccia della nazione:
II sostrato contadino di un popolo e il suo fondamento granitico. II contadino
costituisce la cellula piu' resistente del corpo del popolo. Questo fondamento va
mantenuto lasciando che il contadino sia contadino [...]. Noi abbiamo bisogno di
contadini, non di agricoltori (<<Landwirte und Farmerm) imbevuti di mentalita
calcolatrice urbana, di abitudini urbane, di <<cultura> urbana. I1 fatto di aver
riconosciuto cio, di averlo fissato a livello ideale e di averlo realizzato nella
pratica con la legge sui poderi ereditari, e il merito di Walther Darre57.

Identificato nel ceto contadino il nucleo duro del popolo, ribadito che <i
popoli che si staccano dalla terra, che lasciano disgregare il loro
fondamento agrario, sono destinati al tramonto)>58, esemplificato questo
processo sulla scorta della Francia e della Scozia contemporanee, ma
soprattutto ricorrendo alla storia delle civilta antiche, <<piena di insegna
menti sulle conseguenze dell'infiltrazione di elementi stranieri, della
decadenza razziale e dello spopolamento di interi imperi nel segno di
questo sviluppo)>59, Korherr identifica nella colonizzazione interna la
((base del risanamento del popolo tedesco>>.
Toccando il tema della colonizzazione (Siedlung), Korherr si inserisce in
una problematica che percorre l'intera storia della politica agraria tedesca
e che, nei suoi termini moderni, emerge prepotentemente a cavallo dei
due secoli con l'opera di Max Sering, che dell'idea delta colonizzazione
interna fu il piu illustre sostenitore. La problematica della colonizzazione
riguardava particolarmente le regioni orientali del Reich, maggiormente
investite dal problema della fuga dalle campagne, cui si voleva rispondere
attraverso adeguati provvedimenti legislativi che favorissero la creazione
di un libero contadinato.
I1 richiamo di Korherr alla colonizzazione assume pero, nelle mutate
condizioni degli anni Trenta, una valenza particolare, assolutizzante una
linea in precedenza solo virtualmente implicita nel complesso di fenome
ni legati all'idea della Siedlung: quella del rapporto colonizzazione-aumento
demografico60. Korherr e infatti uno di quegli autori per i quali la

56 Korherr, Volk und Raum, cit., p.30.


57 Ivi, p. 148.
58 Ibidem.
59 Ibidem.
60 Gi? Burgd?rfer aveva del tutto esplicitamente inserito la politica di col?nizzazione
aH'interno della politica demogr?fica. A proposito della n?cessita nazionale della col?nizza
zione contadina, egli aveva scritto ehe la ?creazione di nuovi strati di contadinato tedesco
rappresenta un'esigenza - non solo di politica agraria, ma anche di politica popolare e
nazionale - di primaria importanza, la quale nel nuovo Reich ? stata del tutto a ragione
portata in primo piano. Bisogna riuscire a collegare con la campagna e a mantenere in
campagna nel modo pi? solido i discendenti degli strati agricoli, in modo tale da rafforzare

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370 Domenico Conte

necessita della colonizzazione non viene piu inserita in un pacchetto


generale di misure di Agrarpolitik, ma direttamente connessa alle esigenze
della riproduzione biologica del popolo: <(non vi e prova piu decisiva per
la necessita della colonizzazione che questa maggiore fertilita dell'uomo
legato al suolo e possessore di suolo. Solo attraverso di essa la colonizza
zione riceve il suo senso profondo di essere la rinnovatrice della vita tede
sca?).
Korherr, del tutto in sintonia col versante ruralistico dell'ideologia
nazionalsocialista, puo conseguentemente considerare <<il sangue e la
terra?> (Blut und Boden) come un inscindibile binomio accomunante <le
forze spirituali e la volonta conformatrice emananti dalla razza? con dla
loro realizzazione nel loro ambiente e nella loro terra madre? 61.

5. Come e emerso dalle pagine precedenti sulla base della ricostruzione


della teoria sociobiologica dell'urbanizzazione, il nesso esistente fra
polemica ruralistica e polemica antiurbana e strettissimo. E possibile anzi
affermare che, all'interno del tipo di letteratura sin qui esaminato, non
esiste praticamente testo, quale che sia il suo specifico punto di partenza e
la prospettiva adottata, in cui l'affrontare anche uno solo dei possibili
fenomeni legati alla problematica del Bauerntum (o - viceversa - delle
grandi citta) non comporti una considerazione praticamente automatica,
come in un meccanismo di necessaria concatenazione causale, anche del
polo opposto. Qualsiasi tipo di discorso sul Bauerntum implica un discorso
sulle grandi citta.
Gia Burgdorfer, sulla base delle sue analisi demografiche, aveva introdot
to, all'interno del tradizionale antiurbanesimo tedesco, elementi di scienti
fizzazione di pregiudizi fortemente radicati. L'individuazione statistica
della sterilita delle grandi citta andava infatti ad arricchire di un elemento
nevralgico una problematica gia intessuta di molteplici motivi: politici,
militari, economici, ma anche morali e religiosi, medici e igienici,
urbanistici e architettonici, sociali e razziali. Lo stesso Burgdorfer aveva

ed ampliare la base generativa del nostro pop?lo? (Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit.,
p. 179). Burgd?rfer affermava inoltre ehe il valore di politica demogr?fica della colonizzazio
ne non andava visto solo in un successo quantitative, bens? soprattutto nella ?politica
popolare e razziale a livello qualitativo?. A questo proposito aggiungeva ehe nello Stato
nazionalsocialista l'?accurata selezione? dei nuovi contadini aweniva ?non solo in base a
criteri professional!, ma anche in base a criteri eugenetici e razziali? (ivi, pp. 180-181).
61 Korherr, Volk und Raum, cit., p. 150. Si pu? notare per inciso che l'ideologia del Blut und
Boden ? tendenzialmente antimperialistica. In essa l'elemento della terra come suolo patrio,
dunque come terra tedesca e Heimat, assume infatti valore troppo accentuatamente mistico per
essere poi compatibile con un'espansione imperialistica che significhi durevole stanziamento
su suolo non tedesco. Nell'ideologia del Blut und Boden l'afflato ruralistico ? inseparabile dalla
tensione razzistica espressa come continuit? del ?sangue?: il radicamento nella terra
dell'uomo tedesco pu? esprimere tutte le qualit? psicologiche positive ad esso intrinseche
solo a condizione che questa terra abbia gi? assunto un suo valore superiore in virt? del fatto
di essere stata gi? da generazioni irrorata dal sangue tedesco.

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371 L'ideologia del <Bauerntum>> nella Germania weimariana

inoltre fornito nuovi strumenti alla piu simbolica fra le manifestazioni


dell'antiurbanesimo tedesco: l'antiberlinismo.
Burgdorfer aveva infatti rilevato come Berlino fosse l'unico punto del
Reich in cui, anche in base al metodo <lordo)> di calcolo del bilancio
demografico (semplice differenza fra numero dei nati e dei morti in un
anno), emergessero valori negativi: una eccedenza delle morti. Enorme
mente peggiore appariva pero la situazione della capitale dopo aver
<<purificato)> queste cifre - secondo il metodo caro a Burgdorfer - dalle
<<abnormita>> della piramide della popolazione. Sulla base di questo
metodo, gia nel 1927 i tassi di natalita dei berlinesi apparivano del 60%
inferiori alla cifra necessaria per mantenere il livello demografico.
Burgdorfer evidenziava poi ulteriormente questa situazione - con cio
deformandola - calcolando la futura evoluzione demografica di Berlino
nel caso di cessazione del flusso immigratorio al suo interno:

Se bloccassimo qualsiasi immigrazione ed emigrazione, il numero di quella che e


oggi la citta dai quattro milioni di abitanti diminuirebbe gia nello spazio di una
generazione a tre milioni. Dopo cinque generazioni, i discendenti dei quattro
milioni di uomini non sarebbero piu di 100.000, e questa rimanenza di 100.000
persone - dunque il numero di abitanti di una citta di provincia - assomigliereb
be ad un unico ospizio per vecchi62.

Ne erano confortanti le ulteriori esemplificazioni di cui Burgdorfer si


serviva. La situazione e quella della Berlino del 1932: <<Di media, una
nascita all'anno per ogni venti donne in eta procreativa. In altri termini:
per ogni donna in eta procreativa, un figlio ogni venti anni! [...] In
pratica, a Berlino siamo gia in presenza del sistema del figlio unico>>63.
Lo stereotipo della <<sterile Berlino>> - tanto caro alla pubblicistica vdlkisch
- viene ripreso da Korherr in un rabbioso pamphlet che rappresenta una
delle espressioni piu radicali dell'antiurbanesimo tedesco64. Korherr vi
esplicita subito le premesse da cui parte: <Ammetto di non essere un
osservatore del tutto obiettivo. Amata non l'ho mai, questa citta, ma
odiata si - e quanti con me! - come il cancro nel corpo del popolo
tedesco>>65. Korherr si applica quindi a svolgere i vari temi in cui si
articola il suo antiberlinismo. Uno dei piu importanti e appunto dedicato
alla esecrabile funzione demografica di Berlino, la <<citta piu sterile del
mondo)>66. La sterilita di Berlino si manifesta per Korherr non solo nel
desolante livello dei tassi di natalita67, ma anche nell'alta percentuale dei
suicidi (<<in Germania un suicidio su nove avviene a Berlino, mentre solo

62 Burgd?rfer, Aufbau und Bewegung der Bev?lkerung cit., p. 144.


63 Ivi, p. 104.
64 Cfr. R. Korherr, Berlin, in ?S?ddeutsche Monatshefte?, XXVII, 1930, H. 6, pp. 366-412.
65 Ivi, p. 366.
66 Ivi, p. 397.
67 Per i dati quantitativi Korherr si richiama ? come di norma in questo tipo di letteratura ?
all'autorit? di Burgd?rfer (cfr. ad esempio ivi, p. 398).

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372 Domenico Conte

un tedesco su quindici e berlinese>>)68. La piaga dei suicidi sarebbe invece


quasi del tutto sconosciuta alla popolazione contadina. Per Korherr,
Berlino assume ormai completamente la configurazione di una diabolica
macchina divoratrice di uomini:
Cosi appare Berlino, morente dall'interno. Ma Berlino non muore, per lo meno
non prima che sia morta la Germania intera. Berlino e infatti il parassita, la
centrale culturale, il Moloch della Germania che tutto attira a se: politica,
economia, denaro, cultura e, infine, l'uomo stesso, come un tempo Roma69.

Anche in questo scritto il contraltare del cittadino-berlinese, e delle sue


qualita psicologiche negative, e identificato nel contadino, prolifico, sano,
con una patria (Heimat) in cui riconocersi e radicarsi: l'opposto metafisico
del Welstddter che nell'ubi bene ibi patria ha il suo motto.
L'aspetto piu interessante di <<Berlin)> e pero la saldatura - da Korherr
continuamente operata - fra la polemica sul contemporaneo tedesco e
una prospettiva storico universale di chiaro stampo postspengleriano. I1
ruralismo e l'antiurbanismo distillati da Korherr quasi allo stadio puro
sono infatti continuamente filtrati attraverso un sistematico ricorso
all'analogia storica, che trova la sua espressione compiuta sulla base della
comparazione Roma-Berlino.
Questa comparazione, che vede in Roma il centro disgregatore della
civilta antica e in Berlino quello della civilta occidentale - assolutamente
tipico per un'intera generazione di polemisti vdlkisch e nazionalistici -
viene coniugato da Korherr in tutte le sue possibili varianti. Korherr
rincorre le sue analogie partendo sin dai motivi apparentemente piu
esteriori: Berlino e stata edificata, come Roma, su inospitali paludi70. E,
rispetto all'itinerario delle corrispondenti civilta, Berlino e, come Roma,
una citta <<tarda>>, emersa al rango di punto centrale del proprio universo
solo in una fase di incipiente declino.
A parere di Korherr, i romani - <<un popolo di dominatori barbarico, non
metafisico, non artistico, dallo spirito forte, combattivo, bellicoso>>71 -
non poterono impossessarsi che solo esteriormente dell'eredita greca.
Sorte analoga, secoli dopo, sarebbe occorsa ai prussiani, popolo dalle
qualita psicologiche del tutto in sintonia con quelle del Romertum e
introdottosi sul proscenio della storia a gestire un patrimonio di civilta
che Korherr, bavarese, rintraccia esclusivamente nel sud della Germa
nia72
La polemica antimetropolitana di Korherr e tutta pervasa da un violento

68 Ivi, p. 394.
69 Ivi, p. 398.
70 Si noti il continuo gioco di metafore cui Korherr e gli autori ad egli affini amano
ricorrere: nelle paludi evidentemente non ci si radica, ma vi ci si sprofonda.
71 Korherr, Berlin, cit., p.369.
72 ?I prussiani sono gli accadi e i romani dell'impero tedesco? (p. 371).

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373 L'ideologia del 3Bauerntum)> nella Germania weimariana

moralismo piccolo-borghese che trova nel criterio delle riscontranze


storiche una sorta di dimostrazione assiomatica dell'oggettivita dei propri
valori. L'alto numero dei divorzi a Berlino corrisponde per Korherr oal
pervertimento dei costumi di Roma antica>>73; le vaste cerchie omosessuali
della capitale del Reich trovano per lui il loro corrispondente nella
altrettanto deprecabile situazione romana74; analoga e anche la degrada
zione morale connessa alla trasformazione del popolo in una plebaglia
degenarata il cui motto eterno 'e <panem et circenses)>75; come analoga a
quella romana e la massificazione spirituale delle elites berlinesi dedite ad
equivoci soggiorni in lussuosi hotel alpini dal tono feudale76.
I1 moralismo antiurbano di Korherr puo inoltre tingersi delle forme di un
anacronistico primitivismo: cosi come quando egli irride, come manife
stazione del lusso metropolitano, alla pretesa degli operai di avere
abitazioni con bagno; o vestirsi dei panni di un contraddittorio perbeni
smo: cosi come quando egli lamenta la diminuizione del numero delle
prostitute professionali - censibili perche iscritte in liste corrispondenti -
come espressione del rilasciamento dei costumi e dell'emancipazione
sociale e intellettuale delle giovani donne77.
Argomentazioni siffatte non vanno liquidate con un ironico sorriso di
distacco. Non sono - quantomeno non solo - isolate invettive, patrimo
nio di uno sparuto gruppo di intellettuali poco inclini ad una seria
valutazione dei fenomeni storici e molto inclini alle semplificazioni ad
effetto. Se le si libera dalle varie incrostazioni di cui sono rivestite,
appaiono nella dimensione che e loro piui propria: mentalita sociale,
capillarmente diffusa. Schemi interpretativi della realta legati comunque
solidamente - anche se con nodi non sempre storiograficamente scioglibi
li - all'humus della societa da cui emanano. Guerra perduta e crisi
economica avevano messo a nudo il sistema nervoso della societa tedesca.
Antiurbanesimo e ruralismo furono in grado di toccare le fibre di questo
sistema, e con vaste conseguenze.

6. Sui temi che sono stati oggetto della nostra attenzione nelle pagine

73 ?Dove ogni donna ricca portava con s? nel matrimonio il suo "procuratore", che non era
altro che un amante nascosto o, in buon berlinese, un amico? (p. 393).
74 ?II maggior poeta di Roma, Virgilio, conosceva solo l'amore per i fanciulli? (p. 393).
75 ?Non ? forse come nella tarda Roma, dove le masse si pigiavano nel circo e
nelPanfiteatro, dove gli stessi imperatori facevano la loro comparsa nell'arena, dove Caligola
voleva nominare console lo Stallone Incitato, dove messaggeri che annunciavano l'arrivo di
nuovi cavalli e nuovi guidatori di carro venivano ricevuti solennemente come Jack
Dempsey a Berlino?? (p. 390). Si ricordi che Spengler aveva attribuito molta importanza alio
sport come fen?meno di Zivilisation.
'6 ?? la stessa plebaglia cosmopolita che, nelle lussuose terme romane, circondate dalle
rovine delle onorevoli vestigia d'Ellade, nel corso delle umide notti d'estate si dava ad orge
sessuali, bevendo vino da calici fatti ad imitazione degli organi sessuali maschili? (p. 390).
77 Ivi, pp. 383 e 392.

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374 Domenico Conte

precedenti, prese posizione nel 1934, con uno scritto sull'ourbanizzazione


e i suoi pericoli per il popolo e per lo Stato>>, anche il piu noto teorico
nazionalsocialista della razza: H.F.K. Gunther78.
Al momento della pubblicazione del suo volumetto sulla <<Vestadterung>>,
Gunther, un ex filologo convertitosi allo studio delle razze, godeva ormai
vastissima influenza. Nel 1930 aveva pubbliato Ritter, Tod und Teufel: der
heldische Gedanke, un libro che, col suo accento sulla necessita di una
comunita popolare organica, lo aveva reso noto nelle cerchie volksich79. Ma
la grande popolarita Gunther la raggiunge con la sua Rassenkunde des
deutschen Volkes, che, pubblicata nel 1922, prima del 1933 era giunta gia
alla quindicesima edizione80. Sulla scorta dello straordinario successo
arriso a questa voluminosa opera,-GGunther assurge alla posizione di una
sorta di oracolo scientifico-popolare della razza. La sua vasta produzione e
articolata lungo uno spettro molto esteso di problematiche: dalla storia
delle razze antiche81 a quella della razza giudaica82, dalla centralita della
politica genetica per lo Stato83 all'importanza del Bauerntum per la
nazione84. Nel 1930 a Gunther fu assegnata la cattedra di antropologia
sociale presso l'Universita di Jena. Ottenne questo incarico, malgrado
l'opposizione del senato e del rettore dell'Universita, grazie alle pressioni
esercitate - per espresso desiderio di Hitler - dall'allora ministro
dell'Interno e della Pubblica istruzione della Turingia, Frick (primo
ministro nazionalsocialista in un Land).
Anche Gunther, nel suo scritto sui pericoli della <<Verstadterung>>, fa
proprio - come gia gli autori precedentemente considerati - lo schema
della teoria sociobiologica dell'urbanizzazione. Pure per lui, quindi, i
fattori perturbativi indotti dalla modernizzazione vanno in ultima analisi
ricondotti alla rottura dell'equilibrio sociale provocato dall'inurbamento
degli strati contadini. L'elemento che Gunther, teorico della razza, mette

78 Cfr. H.F.K. G?nther, Die Verst?dterung. Ihre Gefahren f?r Volk und Staat vom Standpunkte der
Lebensforschung und der Gesellschaftswissenschaft, Leipizig und Berlin, 1934. Su questo testo cfr.
Bergmann, Agrarromantik und Grossstadtfeinschafat, cit., pp. 340-347.
79 Su questo testo cfr. le brevi note in G.L. Mosse, The Crisis of German Ideology, 1964 (trad, it.,
Le origini culturali del Terzo Reich, Milano, 1968*, pp. 308-309) e in Id., Masses and Man. Nationalist
and Fascist Perception of Reality, 1980 (trad, it., L'uomo e le masse nelle id?ologie nazionaliste, Bari, 1982,

p.205).
80 H.F.K. G?nther, Rassenkunde des deutschen Volkes, M?nchen, 1922 (le edizioni successive
comportarono una serie di ampliamenti, che lasciarono per? inalterata la sostanza dell'ope
ra). Nel 1929, sempre presso l'editore Lehmann di Monaco, ne venne pubblicata
un'edizione pi? breve ed econ?mica (Kleine Rassenkunde des deutschen Volkes), giunta nel 1933
alla terza ristampa.
81 H.F.K. G?nther, Rassengeschichte des hellenischen und des r?mischen Volkes, M?nchen, 1928; Id.,
Piaton als H?ter des Lebens. Piatons Zucht-und Erziehungsgedanken und deren Bedeutung f?r die Gegenwart,
M?nchen, 1928.
82 H.F.K. G?nther, Rassenkunde des j?dischen Volkes, M?nchen, 1929.
83 H.F.K. G?nther, Volk und Staat in ihrer Stellung zur Vererbung und Auslese, M?nchen, 1933.
84 H.F.K. G?nther, Das Bauerntum als Lebens-und Gemeinschaftsform, Leipzig-Berlin, 1939.

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375 L'ideologia del dBauerntum)> nella Germania weimariana

maggiormente in rilievo rispetto a questo processo, e quello del depaupe


ramento del patrimonio genetico del popolo:

II pericolo che le citta - a quanto sembra sin dal loro sorgere - erodano i fattori
ereditari superiori (prima attraverso la generale alta mortalita delle insalubri citta,
oggi attraverso la bassa prolificita dei soggetti che inclinano all'ascesa sociale),
tendendo di contro ad alimentare i fattori ereditari inferiori, questo pericolo e
diventato enorme soprattutto dal XX secolo. Solo nel XIX secolo per gli uomini
predisposti in senso genetico-minoritario si sono date tante possibilita di fondare
una famiglia, e solo dall'ultimo terzo del XIX secolo tante possibilita di difendersi
da quella mortalita infantile che in precedenza aveva sempre contribuito alla
purificazione del popolo dai fattori ereditari inferiori85.

I1 brano appena citato e quanto mai denso di implicazioni. Su quelle -


palesi - relative agli aspetti generali della teoria sociobiologica dell'urba
nizzazione, e inutile soffermarsi ulteriormente. Dalla citazione emergono
pero per lo meno altre due problematiche di notevole importanza: la
polemica contro i fattori disgregatori introdotti dall'industrializzazione e
la condanna dei processi di controselezione legati all'imbavagliamento dei
meccanismi della selezione naturale provocato dall'assistenza sociale e dai
progressi della medicina.
Quest'ultima polemica e espressione di una brutale concezione socialdar
winistica - molto diffusa fra gli anni Venti e Trenta - che salda la critica
allo Stato sociale (inteso come superfetazione della civilizzazione) con
l'indebolimento biologico del popolo86. Collegandosi a questa concezione,
Gunther puo ascrivere alla mortalita infantile quella funzione positiva gia
affermata nel brano appena citato: canale di scarico delle impurita del
Volk. Compromessa questa funzione - che peraltro Gunther non limita
alla mortalita infantile, ma estende a tutti i processi di selezione naturale -
e a suo parere lasciata via libera, nel popolo, alla germinazione di detriti
genetici. Non a caso Gunther illustra gli effetti negativi di questi sviluppi
esemplificando sul tema dell'idoneita militare: egli ricorda infatti come
nella Russia zarista, non urbanizzata, la percentuale degli inabili alle armi
fosse stata (malgrado la maggiore severita dei parametri) inferiore che in
Germania, Francia e Inghilterra, nazioni ormai urbanizzate87.

85 G?nther, Die Verst?dterung, cit., p. 12.


86 Esempi di questa problem?tica offrono H. Zeiss, Entwurzelung und Wurzellosigkeit. Beoba
chtungen und Fragen zum Problem der Verst?dterung, in ?Zeitschrift f?r Geopolitik?, X, 1933, pp.
310-319; E. Pfeil, Zur Frage der Verst?dterung. Ueber den Zusammenhang von Verst?dterung und
Geburtenr?ckgang, anch'esso in ?Zeitschrift f?r Geopolitik?, X, 1933, pp. 168-173 (qui p. 171);
E. Baur, Der Untergang der Kulturv?lker im Eichte der Biologie, in ?Volk und Rasse?, VII, 1932, pp.
62-79 (qui p. 73). Secondo Zeiss, la ?Sozialhygiene? del XX sec?lo, tradita la lezione del suo
fondatore J.P. Frank, era stata ?annacquata? ed era andata ad alimentare il mare dello Stato
assistenziale moderno, ?della cui rovina stiamo facendo l'esperienza. Capitalismo e marxi
smo, entrambi come espressione di un'urbanizzazione senza radici, avevano strozzato anche
l'igiene sociale tedesca? (cfr. Zeiss, Entwurzelung und Wurzellosigkeit, cit., p. 316).
87 Cfr. G?nther, Die Verst?dterung, cit., pp. 22 sg. G?nther sviluppa poi il suo discorso

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376 Domenico Conte

Ancora piu fittamente avviluppata in un vero e proprio reticolo di


implicazioni ideologiche e l'interpretazione che Gunther da del fenomeno
di industrializzazione. Come in pratica per tutto il versante della letteratu
ra vdlkisch e nazionalistica, anche in questo caso il motivo che muove
l'analisi e rappresentato dal timore della decadenza del popolo. Gunther
afferma che l'ordinamento corporativo vigente prima dell'avvento del
l'industrializzazione aveva fra i suoi effetti la presenza di un'alta percen
tuale di soggetti non sposati di entrambi i sessi. Questo fenomeno era
provocato, per Gunther, dall'esistenza di vincoli rispetto alla possibilita di
contrarre matrimonio. In genere, sottolinea Gunther, poteva sposarsi solo
chi offriva la garanzia di poter mantenere una famiglia. Ma questa
garanzia poteva essere assicurata solo da quei soggetti in grado di
procurarsi un determinato livello di reddito sulla base della propria
attivita. Per Gunther, pero, nell'<epoca contadino-artigianale>> queste
attivita presupponevano una particolare abilita, non posseduta da tutti i
membri della societ'a.
Bastano queste poche, secche premesse per mettere Gunther in condizio
ne di chiudere il suo cerchio socialdarwinistico: nella societa corporativa
si sposavano - dunque procreavano - solo gli elementi piu abili, vale a
dire quelli geneticamente piu dotati. Coloro i quali non potevano sposarsi,
perche i meccanismi di controllo della societa lo impedivano, potevano
tutt'al piui avere figli illegittimi. Ma questo fenomeno non solleva le
preoccupazioni di Gunther, rassicurato dalla sua convinzione per cui in
passato la <<mano invisibile>> della selezione naturale poteva assolvere
indisturbata, senza gli impacci dell'assistenza pubblica, ai suoi compiti, e
falcidiare con particolare violenza, per il tramite della mortalita infantile,
proprio lo strato degli illegittimi, eccezion fatta per i soggetti <<particolar
mente sani e resistenti>>.
I mirabili meccanismi di funzionamento della societa corporativa vengo
no pero compromessi dall'avvento dell'industrializzazione. La scarsa
qualificazione del lavoro industriale crea infatti possibilita di impiego e di
remunerazione - dunque possibilita di fondare una famiglia e di procreare
- anche per quei soggetti di abilita inferiore (quindi geneticamente meno
provvisti) cui nella societa corporativa questa possibilita non sarebbe stata
offerta. Da qui a considerare il proletariato industriale moderno come il
gruppo dei discendenti di quei soggetti che in passato non avevano potuto
far parte delle corporazioni o perche non in possesso dei necessari
requisiti di abilita, o perche - dulcis in fundo - non tedeschi, il passo e
breve, e Gunther lo compie con decisione88.

elencando dati da cui risulta ehe in Germania la percentuale degli idonei al servizio militare
era pi? alta fra i soggetti provenienti dalle zone rurali che fra quelli provenienti dalle citt?.
Si noti come in questo caso sia awenuta una perfetta saldatura fra il tema della sanit?
biol?gica del pop?lo e quello della sua forza militare.
88 Per questa problem?tica cfr. ivi, pp. 13 sg.

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377 L'ideologia del <Bauerntum>> nella Germania weimariana

Industrializzazione, urbanizzazione, proletarizzazione - manifestazioni che


hanno messo in crisi i meccanismi di funzionamento della societa
corporativa - sono fenomeni che per Guinther impongono radicali
trasformazioni politiche:

Gli statisti e i professori di diritto pubblico del XIX secolo ritenevano che si
potesse, anzi che si dovesse governare e amministrare tanto piui <liberalmente>>
quanto piu' urbane e dunque (<illuminate>) diventassero le popolazioni. Ma e giusto
proprio il contrario: quanto meno lo stile di vita e la mentalita di un popolo di
impronta germanica sono caratterizzati da qualita contadine e nobili, tanto piu'
esso deve essere governato dittatorialmente. Quanto piui un popolo e massificato,
tanto meno risulta ad esso adeguata la liberta e l'eguaglianza germanica89.

E solo apparentemente paradossale che Gunther, dopo aver tessuto gli


elogi di una societa corporativa rigidamente cetualizzata, possa poi elevare
a paradigma ideale di organizzazione politica il modello della <liberta ed
eguaglianza germanica>>, nella sua prospettiva sostituito da quello della
dittatura solo in conseguenza di una degradazione della sostanza del Volk.
E opportuno ricordare che per Gunther il lontano passato germanico, i
cui rapporti, a suo parere, erano stati colti nella loro essenza da Tacito, era
stato un'epoca di nobili contadini proprietari di poderi ereditari. Nella
prospettiva di Gunther (come, fra gli altri, in quella di Darre) questa
circostanza assume importanza nevralgica, e viene circondata di valori
storici e simbolici. Solo un uomo che possiede terra e su di questa <siede
come signore - nota infatti Gunther - e libero in senso germanico, e
questi liberi fra loro sono in senso germanico eguali: e questo il nocciolo
dell'idea germanica di "liberta ed uguaglianza" e questa liberta ed
uguaglianza sola rende possibile la caratteristica democrazia germani
ca?90.
Non ci si lasci confondere dal linguaggio arcaicizzante e dalla mitizzazione
di un lontano passato contadino della Germania: l'idea guntheriana della
<liberta' ed eguaglianza germanica?, o della <democrazia germanica>?, non e
altro che la declinazione ruralistica di quell'idea della <comunita popola
re>? (Volksgemeinschaft) che assume valore assolutamente centrale nell'ideo
logia nazionalsocialista. L'idea - dunque - di una comunita di eguali
protetta dall'esterno dalle barriere della razza, e in cui le differenziazioni -
di qualunque natura esse fossero - andavano gettate al di fuori della
comunita stessa; se fossero proliferate al suo interno, avrebbero comunque
rappresentato sintomi di profonda disgregazione.
Anche Gunther, come praticamente tutti gli autori sin qui considerati, e
profondamente attratto dalla storia e affascinato dalla prospettiva di
enuclearne chiavi analogiche. Nessuna meraviglia, quindi, che egli ritrovi
nel passato esempi in cui l'idea della comunita di liberi ed eguali si sia

89 Ivi, p. 24.
90 Ivi, pp. 6 sg.

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378 Domenico Conte

dispiegata quasi alla perfezione:


Quando deve essere la forma statale di popoli in ascesa, il dominio del popolo, la
democrazia, e legata al <<nato)> libero ed eguale che abbia una concezione
contadina della vita e un'attivita indipendente, e a un forte nucleo popolare di
razza nordica. Esempi del passato sono gli ordinamenti dei contadi-ni nobili
germanici, quelli degli spartiati, che si definivano homoioi, e quelli dei patrizi e poi
dei nobiles della Roma repubblicana: all'interno di queste comunita, liberta ed
eguaglianza furono effettivamente realizzate tanto quanto possibile per gruppi
umani. Ma con l'urbanizzazione si introduce immediatamente la differenziazione,
dalla quale consegue necessariamente anche il seppellimento della liberta, che
proprio per i popoli di impronta germanica e legata all'eguaglianza nell'elemento
razziale, contadino, e in quello del nobile sentire91.

E interessante notare come Gunther possa con molta disinvoltura, per il


tramite della comune origine indoeuropea, inglobare all'interno dei
popoli nordici anche spartani e romani del periodo repubblicano. Per la
Roma imperiale queste patenti di <<nordicita>> cessano92.
In questo complesso panorama di interazioni, e sempre e comunque al
Bauerntum che Gunther delega il compito di pietra angolare della nazione.
Sia che critichi il processo di controselezione connesso all'industrializza
zione, sia che formuli i suoi richiami orientati su di un passato di
democrazia germanica, sia che polemizzi con la figura simbolica dell'ope
raio proposta da Ernst Jiinger93, e sempre il contadinato a ricevere la
delega per il <<rinnovamento del popolo inteso come processo di selezione,
di fondazione di case, di radicamento nella famiglia, come un problema di
"Blut und Boden">94. Un contadinato, pero, non piu circondato da motivi
romanticheggianti come negli ideologi ottocenteschi del Bauerntum, bensi
ormai espressione di una brutale concezione atavistica e meccanistica
della vita:

L'idea opopoloo supera cosi l'idea <<massa)> del XIX secolo, cosi come l'idea vrlkisch
dell'ineguaglianza genetica degli uomini e dei gruppi umani (Gobineau, Lapouge,
Ammon, Galton, Mendel) supera l'idea del livellamento proletario in un'egua
glianza universale e negatrice dei valori. All'idea dell'ambiente e della massa si

91 Ivi, p. 44.
92 Per G?nther il prototipo del patrizio romano in cui si esprime la democrazia germ?nica ?
Cincinnato, ?che arava da se il suo piccolo campo?. ?Cincinnato apparteneva ai discendenti,
fra loro liberi ed eguali, degli italici indogermanici, ai patrizi del ceppo latino degli italici
che onoravano il "Blut und Boden", e fu il duro pioniero della lotta dei patrizi contro i
plebei: un vero rappresentante del contadinato nobile indogerm?nico? (pp. 7-8). In un
inciso successivo, G?nther nota che ?il fascismo italiano si ricorda pi? dell'epoca
dell'impero romano inaugurata da Giulio Cesare, col suo senso urbanizzato della vita e le sue
masse, che dell'epoca della antica repubblica romana, improntata ancora in senso indoger
m?nico e nobile-contadino? (p. 37).
93 Ivi, pp. 47 sg.
94 Ivi, p. 47.

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379 L'ideologia del ((Bauerntum)> nella Germania weimariana

contrappongono le idee dell'ereditarieta e della selezione, i concetti di una


<nuova nobilta dal sangue e dal suolo>) (Darre)95.

7. Con Gunther ruralismo ed antiurbanesimo hanno ormai gia quasi


completamente vestito le spoglie della loro variante piu' brutale ed
estrema: quella di un genetismo radicale. Quella stessa variante che
portera Matthias Haidn, un polemista nazionalsocialista legato alla
cerchia di Darre, ad affermare che:
Per noi, popolo non e la somma delle singole esistenze istantaneamente viventi,
dunque la popolazione momentanea. Per noi, popolo e l'eterna corrente del
sangue che unisce generazione con generazione, e in cui il singolo non e che una
goccia che brilla di una luce piu o meno chiara [...]. Qualsiasi soggetto
geneticamente inferiore che si riproduce abbassa il valore di questa corrente di
sangue. Qualsiasi bastardo che fonda una famiglia, contribuisce ad indebolire la
massa genetica contenuta nella corrente del sangue tedesco ed e un germe di
distruzione. Nella grande citta il sistema del figlio unico indebolisce ed inaridisce
migliaia e migliaia di fonti del sangue tedeso. Nel contadinato - questo e un
fenomeno provato storicamente - abbiamo ancora la fonte vigorosa della
corrente di vita del nostro popolo96...

Messaggi di questo tipo hanno ormai perso qualsiasi valenza biologistica


ed organicistica, per tanti versi tipica del pensiero conservatore. Giunto a
questo punto di esasperazione, l'attivismo vdlkisch e nazionalsocialista non
puo, nella sua tensione escatologica, rimanere invischiato all'interno delle
coordinate di un pensiero che ragiona comunque in termini ciclici, e per
il quale ad una fase di ascesa e di giovinezza deve comunque seguire -
come negli organismi - una fase di tramonto e di vecchiaia. Haidn, nello
scritto appena citato, afferma che <<noi dobbiamo e vogliamo creare i
presupposti per assicurare il nostro popolo per secoli, anzi per millenni>97.
In un articolo di qualche anno prima, dal titolo estremamente significati
vo (E il popolo tedesco un popolo morente), F. Heinsius aveva scritto che:
L'idea che un popolo umano attraversi, al pari di ogni organismo, un periodo di
maturita e di vecchiaia, per poi soggiacere alla legge naturale della morte, deve
essere in questa forma rifiutata come sostanzialmente falsa [...]. Fintanto che il
popolo cresce o resta quantomeno costante sotto il profilo del numero, la massa
genetica immagazzinata in un popolo, cioe la somma di tutti i fattori ereditari del
popolo, emergera dunque sempre di nuovo, anche se, naturalmente, in forma
continuamente diversa. Ha luogo in certo modo un perenne rinnovamento del
popolo. Un abbassamento di questi fattori della massa germinale non puo dunque
avvenire in conseguenza di invecchiamento, bensi esclusivamente come effetto di
influssi esterni o interni.

95 Ivi, p. 53.
96 Cfr. M. Haidn, Bev?lkerungspolitische Aufgaben und Bauerntum, in ?Odal, Monatsschrift f?r Blut
und Boden?, 1934, H. I, pp. 27-34 (qui p. 29).
97 Ivi, p. 27.

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380 Domenico Conte

Alcune pagine piu avanti, Heinsius chiudeva il cerchio del suo ragiona
mento nei termini seguenti:

Ma la citta, in conseguenza della lenta crisi della famiglia, diviene, attraverso il


regresso delle nascite, la tomba degli uomini e, dunque, la tomba del popolo. II
nostro obiettivo deve essere quindi quello di creare un contadinato prolifico,
soprattutto ai confini orientali. In caso contrario, siamo minacciati dal destino dei
greci e dei romani98.

Ideologia del Bauerntum sostenuta dagli esempi della storia antica da un


lato, dalla teoria genetica dall'altro. Si noti ancora che, per un ruralismo
di questo stampo, passano del tutto in secondo ordine anche le qualita
psicol-ogiche <(sane)) del contadinato, tradizionalmente messe in risalto
dagli ideologi conservatori spaventati dai fenomeni di industrializzazione
e di urbanizzazione. Cio che balza sul proscenio e l'agghiacciante
concezione di un Bauerntum ormai spogliato di tutte le sue funzioni
secondarie ed essenzializzato nel suo compito primigenio: quello di essere
l'officina del sangue tedesco, sorta di laboratorio genetico di un popolo
che non deve tramontare.

8. Vi sono ancora altri percorsi, attraverso cui l'ideologia del Bauerntum


filtra nelle crepe di una societa scossa e turbata. Uno di questi non poteva
non essere quello dell'antisemitismo, coniugato stavolta all'interno della
dicotomia citta-campagna. Elisabeth Pfeil esamino, nella <<Zeitschrift fur
Geopolitik?>, il problema degli <<ebrei tedeschi come esempio di estinzione
in presenza dell'urbanizzazione>>99. I tassi di natalita che Burgdorfer aveva
elaborato a livello internazionale e rispetto alle varie classi della popola
zione tedesca, tornano alla ribalta con la Pfeil per valutare le differenze tra
tassi di riproduzione della popolazione non ebrea e di quella ebrea, con
risultati del tutto coerenti con una linea di pensiero che vede nella
prolificita il sintomo piu evidente della sanita di un popolo: dai dati che la
Pfeil adduce, gli ebrei risultano decisamnte piu sterili del tedeschi. Le
cause di questo fenomeno non vanno ricercate, per la Pfeil, in una
specifica degenerazione fisica della razza ebraica (che l'autrice esclude
sulla base dei risultati delle ricerche sulle tipiche malattie degli ebrei),
bensi nella mappa della stratificazione sociale: ella ricorda infatti che
soltanto 1'1% degli ebrei era attivo in agricoltura. Gli ebrei costituiscono
dunque, in questa impostazione, un gruppo sociale del tutto urbanizzato,
che non puo avvalersi nemmeno di sostanziosi afflussi demografici dalle
campagne. Per questo motivo, le conseguenze negative, sotto il profilo

98 Cfr. F. Heinsius, Ist das deutsche Volk ein sterbendes Volk?, in ?Deutschlands Erneuerung?,
1930, H. 5, pp. 264-270 (le citazioni a pp. 264-265 e 268).
99 Cfr. E. Pfeil, Die deutschen Juden als Beispiel f?r das Aussterben bei Verst?dterung, in ?Zeitschrift
f?r Geopolitik?, X, 1933, pp. 113-117. Della stessa autrice cfr. anche Die Bev?lkerungspolitik der
deutschen Juden, in ?Archiv f?r Bev?lkerungspolitik?, 1932, pp. 10 sgg.

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381 L'ideologia del ((Bauerntum)) nella Germania weimariana

riproduttivo, della vita urbana, appaiono nel loro caso ancora piui
chiaramente: quasi esperienza in vitro della teoria sociobiologica dell'urba
nizzazione.
La stilizzazione dell'ebreo come cittadino sradicato, <<nuovo nomade?> e
<<prodotto dell'asfalto)> e assolutamente tipica nel panorama della societa
tedesca del primo dopoguerra. Gunther, concettualizzando a livello
pseudo-antropologico pregiudizi diffusi, affermo che:

Per l'uomo come specie, l'ambiente naturale e quello agricolo, poiche noi siamo
risultati di un allevamento di secoli agricoli; la citt'a in quanto ambiente di
allevamento non ha ancora quasi influito sulla maggior parte dei gruppi di
occidentali, come si evince anche dal fatto che i gruppi urbanizzati scompaiono
regolarmente. Da noi, non vi e praticamente alcun gruppo che sia selezionato in
modo tale che il suo ambiente naturale risulti essere la citta. Allevata nell'am
biente urbano e solo una parte delle famiglie ebraiche occidentali'00.

Ambiente della negativita demografica, biologica, psicologica, sociale,


politica, militare, eugentica, razziale, la citta non poteva che essere anche
il luogo della negativita clinica. Ad una sorta di patologia sistematica della
metropoli dedico la sua attenzione, nel 1929, il medico Viktor Grimm, in
uno scritto significativamente intitolato <la lotta del contadinato contro la
metropoli)>, e che nel sottitolo ammoniva di essere <<uno studio critico
all'ultimo momento>101.
Nella prima parte del suo scritto, Grimm, fortemente influenzato da
Spengler, riprende contenuti tradizionali del ruralismo e dell'antiurbanesi
mo, riportandoli alla dimensione storico-universale tipica degli epigoni
spengleriani. Al lettore viene presentato il quadro consueto intessuto di
Zivilisationskritik, al cui interno ricorrono continuamente i temi della crisi
demografica, della sterilita urbana, delle caratteristiche peculiari del
lavoro contadino che non puo esaurirsi - giuste le teorie di Werner
Sombart - nel criterio della redditivita, non senza un'inclinazione
paternalistica che emerge nel modo piu evidente laddove Grimm afferma
che:
Se si vuole che le condizioni di vita del contadino rimangano naturali, se si vuole
che egli adempia al suo compito principale di produrre nuove leve - fisicamente
e spiritualmente normali - per le citta, allora egli non deve essere inserito troppo
nel vortice della tensione verso l'istruzione ed il profitto. La sua intera vita fisica
e psichica deve restare ad un basso regime di giri102.

La parte di gran lunga piu originale dello studio di Grimm e pero quella

100 G?nther, Die Verst?dterung cit., p. 34.


101 Cfr. V. Grimm, Der Kampf des Bauerntums mit der Grossstadt. Eine Kritische Studie in letzter
Stunde, Berlin, 1929. Su Grimm cfr. Haushofer, Ideengeschichte, cit., pp. 129 sg., e Bergmann,
rarromantik, cit., pp. 193-200.
102
Grimm, Der Kampf des Bauerntums, cit., p. 52.

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382 Domenico Conte

in cui egli collega il ruralismo e l'antiurbanesimo con la sua specifica


professionalita medica. La situazione che Grimm delinea a tale proposito
e tanto nettamente dicotomica che l'osservatore ha l'impressione di essere
messo di fronte a due diversi registri, l'uno dedicato alla salute pubblica,
l'altro alle pubbliche malattie. Per Grimm l'iter dell'urbanizzazione e la via
crucs della patologia: l'aumento delle malattie cardiache, di quelle renali,
dei tumori, delle trombosi, dei disturbi legati alla pressione alta, del
diabete; ma anche l'aumento delle malattie piu' direttamente legate a
disturbi del sistema neuro-vegetativo, come l'ulcera gastrica e l'ulcera
duodenale; piui - ovviamente - le patologie strettamente connesse a
problematiche psichiche, come la nevrastenia e l'isteria: tutte queste
manifestazioni costituiscono per Grimm o fenomeni tipicamente urbani,
o fenomeni statisticamente comunque molto piu' frequenti nelle grandi
citta che in campagna. La citta in quanto ambiente, che Gunther aveva
antropologicamente considerato non adatta all'uomo come specie, trova
in Grimm un altro osservatore delle influenze negative da essa indotte, ma
stavolta all'interno delle coordinate della scienza medica.
Anche per Grimm, come per tutti i personaggi studiati in queste pagine,
l'osservazione dei fenomeni connessi all'urbanizzazione non si esaurisce in
una pura fenomenologia delle loro manifestazioni, ma viene immediata
mente calata all'interno di un tessuto ideologico tenuto insieme in buona
parte da suture di carattere moralistico. Cosi, dopo aver considerato il
capitolo delle malattie sessuali, e aver riportato i risultati di una serie di
studi che attestavano l'esistenza di un rapporto proporzionale fra frequen
za statistica di queste malattie e tipo di insediamento (maggiore l'insedia
mento, piu frequenti le malattie), Grimm puo concludere: <<Ma poiche le
malattie sessuali, come e noto, stanno in una stretta relazione coi rapporti
sessuali extraconiugali, da questa statistica si possono tirare delle facili
conclusioni sulla moralita matrimoniale in campagna>>103.
Questa forte inclinazione moralistica di Grimm puo poi colorirsi di
venature apparentemente bizzarre, ma decisamente tipiche di certo
atavismo, come quando stigmatizza il fenomeno - specificamente urbano
- dei parti difficili: <<Ancora una generazione e non vi sara donna in grado
di par:torire senza anestesia, e nessuna partorisce piu in casa sua, bensi in
ospedale o in cliniche private>>04.
La specifica inclinazione del suo studio non impedisce a Grimm, per il
tramite dell'influenza spengleriana, di recuperare all'interno del suo
discorso anche Roma antica, secondo un procedimento che nelle pagine
precedenti abbiamo gia potuto piu volte seguire. Grimm deduce infatti
dall'alta percentuale di suicidi e atti criminosi <<all'ordine del giorno>> nel

103 Ivi, pp. 80 sg.


104 Ivi, p. 39. La matrice di argomentazioni siffatte ? la stessa che faceva pubblicare a H.
Zeiss non solo le statistiche delle nascite, ma anche quelle delle morti in ospedale (?la stessa

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383 L'ideologia del <Bauerntum)> nella Germania weimariana

periodo di decadenza dell'impero romano, una <vasta diffusione delle


malattie nervose e della psiche>>, a sua volta conseguenza del tipo di vita
indotto dall'eccessiva urbanizzazione105.
Tutti questi discorsi, insieme alle implicazioni ad essi connesse, trovano
anche in Grimm, medico e funzionario amministrativo, la loro compiuta
sistemazione in un'ideologia che vede nel Bauerntum il cuore del popolo:
Dopo tutto quanto e stato detto finora, non puo esservi alcun dubbio che il
mantenimento e poi la massima estensione possibile del tipo di vita agricolo per
una parte di noi che sia il piu' grande possibile, debba essere un obiettivo che noi
tutti, e segnatamente gli uomini politici, dobbiamo prefissarci [...]. Dopo tutto
quanto fin qui detto, il prezzo puo essere tranquillamente molto alto. Si tratta del
pericolo dell'incipiente tramonto del nostro popolo e dei nostri valori culturali!
Ovunque, la decadenza di un popolo e cominciata con la crisi dell'agricoltura.
Prendiamo anche qui il noto esempio di Roma'06...

9. Nelle pagine precedenti, si e seguito un circuito ideologico. Come si e


visto, esso percorre un tracciato complesso, ma omogeneo. Affermarne la
genesi in una situazione di profondo disagio della societa tedesca, o di
strati di essa, e - fatta salva la genericita di espressioni di questo tipo -
storiograficamente inoppugnabile. I1 senso di una crisi profonda del
popolo tedesco pervade infatti tutto il tipo di letteratura di cui ci si e
occupati in questa ricerca. Esso e anzi talmente pronunciato da lasciare
nell'osservatore il sospetto che le sue motivazioni non vadano ricercate
esclusivamente nei grandi, concreti drammi storici rappresentati dalla
guerra mondiale e dalla crisi economica, bensi anche in qualche cosa che
- con termine abusato - potrebbe essere definito come crisi di identita
della societa borghese di fronte a fenomeni di trasformazione da essa stessi
indotti.
Al senso di questa crisi profonda si accompagno, nella societa tedesca del
tempo, la ricerca ossessiva di una via d'uscita. Questa, generalmente, non
venne intesa come un faticoso itinerario storico, da percorrere paziente
mente, magari per la durata di generazioni. Venne invece identificata in
una sorta di meccanismo istantaneo: in una leva, attraverso il cui'
azionamento poter letteralmente ribaltare la realta nel suo opposto
speculare, e sostituire all'immagine di una Germania sconfitta e distrutta
quella di una Germania regina delle nazioni. I1 nazionalsocialismo fu
l'espressione politica di uno stato mentale di questo tipo. L'ideologia del
Bauerntum svolse per certi versi una funzione analoga. Nel contadinato fu

morte, per il tedesco abitante di citt?, ? "senza radici"?), port?ndolo a chiedersi ?quanti
tedeschi muoiono oggi la morte senza patria?? (?den heimatlosen Tod??. Cfr. Zeiss,
Entwurzelung und Wurzellosigkeit, cit., pp. 316 sg.). A queste argomentazioni ? sottesa una forte
componente socialdarwinistica.
105 Grimm, Der Kampf des Bauerntums, cit., p. 87.
106 Ivi, p. 94.

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384 Domenico Conte

vista infatti una delle leve in grado di ribaltare la realta, cambiando di


segno a tutti i fenomeni negativi della modernizzazione. Per un numeroso
strato di ideologi e di politici, esso divenne il fulcro di un programma di
salute pubblica.
A distanza di decenni, vi sono ancora degli aspetti che colpiscono
profondamente in questa operazione. Uno e il suo senso simbolico:
ideologia del Bauerntum non significava semplicemente declamazioni
ruralistiche e deliri anacronistici, ma - piu sostanzialmente - rifiuto
piccolo-borghese di un societa industriale moderna fondata sul conflitto
sociale e sulla dialettica politica e (soprattutto) morale.
Ma, forse, colpiscono ancora di piu' le modalita in cui l'ideologia del
Bauerntum fu presentata: nell'epoca della tecnica e della scienza, la sua
tecnicizzazione e scientifizzazione. Smesse ormai le romanticherie otto
centesche, tra gli anni Venti e Trenta il ruralismo vesti i panni tutt'altro
che arcaici dell'oggettivita statistica e dell'aggressivita delle certezze
scientifiche. Tutto questo, al punto d'incrocio di discipline diverse:
conocenze storiche, antropologiche, sociologiche, demografiche, mediche,
genetiche, di teoria della razza confluirono in un circuito ideologico di
estrema compattezza, dove i parametri della razza e della selezione
naturale tendevano ormai ad azzerare i margini di movimento della
spiritualita umana.
Ad uno dei libri di Burgdorfer che sono stati utilizzati in queste pagine fu
riservata la sorte di inaugurare una collana pubblicata in Germania a
partire dal 1935. Questa portava il titolo significativo di <<Politische
Biologie>>. I1 direttore, l'ex ministro e allora presidente della Corte dei
conti del Reich, Heinz Muller, introducendo il testo di Burgdorfer scrisse
delle parole che oggi possono essere riportate a chiusura di un percorso
quale quello seguito in queste pagine:
Una certezza pervade oggi il popolo tedesco: esso deve formare e impadronirsi del
proprio destino. Con giudizio, volontA e forza, esso deve servire la sanita della
vita e le sue leggi. Storia, politica e cultura, scienza e concezione del mondo non
dipendono da periodi o circostanze; esse sono invece opera di uomini che sono
sottoposti alle leggi naturali dell'ereditarieta e della selezione. E la sola sostanza
razziale, nella sua componente qualitativa e quantitativa, a decidere. Con la sua
scomparsa, scompaiono anche le idee e le opere che ad essa debbono la vita107.

107 Cfr. Burgd?rfer, V?lker am Abgrund, cit., p. 3.

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