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La potenza di Roma

 Roma e Cartagine: la prima guerra punica


 Roma si affacciò presto sul mare a partire dalla fondazione della colonia
di ostia.
 Roma fondò numerose colonie marittime, perlopiù sulla costa tirrenica
(Anzio, Cosa, Paestum). Per garantire la sicurezza del proprio territorio, la
città si dotò di una flotta di navi veloci.
 Dopo la vittoria su Pirro e la conquista di Taranto, Roma, acquisendo il
controllo di tutta l’Italia meridionale continentale, vide entrare nella sua
orbita le antiche colonie della magna grecia dotate di ottimi porti e
marinerie.
 Il dominio romano entrò in diretto contatto con la Sicilia, controllata in
gran parte dalla massima potenza mediterranea del tempo, Cartagine.
Cartagine  Cartagine possedeva un territorio corrispondente all’odierna Tunisia e e
alla fascia costiera dell’attuale Libia.
 Controllava anche insediamenti che dalla Sicilia centrale e occidentale
alla Sardegna si spingeva fino alle coste atlantiche al di là dello Stretto di
Gibilterra.
 L’economia cartaginese aveva una solida base nell’agricoltura: grano,
olio, frutta.
 I Cartaginesi erano presenti in quasi tutte le rotte mediterranee, ma
dominavano soprattutto le vie di traffico occidentali.
 Cartagine era governata da un’oligarchia di grandi proprietari terrieri.
 La suprema autorità civile era rappresentata da due magistrati, i sufèti,
eletti annualmente in rapporto a criteri di nascita e di ricchezza.
 Le funzioni militari erano di regola affidate a generali eletti dal popolo.
 L’organo più autorevole era una specie di senato formato dai membri
delle famiglie dominanti, le decisioni erano sottoposte all’assemblea
popolare soltanto in casi eccezionali.
 Solo una minoranza dei cittadini cartaginesi militava nell’esercito, ma il
grosso delle forze armata era costituito da contingenti reclutati tra le
popolazioni sottomesse, forniti dagli alleati o assoldati come mercenari.
 Agli inizi del III secolo a.C. la flotta cartaginese non aveva rivali per
dimensioni, qualità tecniche, efficenza.
L’inizio
 Il conflitto non ebbe bisogno che di un pretesto: la richiesta di aiuto a
della impadroniti della città di messina.
prima  Roma diede avvio a una grande campagna militare per la conquista della
guerra
Sicilia.
punica
 Sulla terraferma gli eserciti romani erano imbattibili, ma il predominio
sul mare consentiva a Cartagine di far resistere a tempo indeterminato le sue
piazzefortinell’isola.
 Il senato romano ordinò la costruzione di una flotta imponente, 140 navi
in grado di competere con la marina cartaginese.
 Nei pressi di Milazzo, nel 260 a.C., il console Gaio Duilio distrusse
completamente una squadra nemica: l’accorgimento dei corvi, ponti mobili
dotati di uncini che agganciavano la nave avversaria e consentivano
l’arrembaggio.
 I romani portarono la guerra in Africa, nel 256 a.C. il console Marco
Attilio Regolo sconfisse una flotta cartaginese al largo di Capo E’cnomo e
poco dopo sbarcò nei pressi di Cartagine.
 Subì una disastrosa sconfitta e fu catturato, si dice che fu mandato a
Roma dai Cartaginesi per trattare la pace e ottenuto un rifiuto sarebbe tornato
dai nemici, i quali lo avrebbero fatto rotolare dentro una botte piena di chiodi.
 La guerra continuò per alcuni anni in un’alternanza di vittorie e sconfitte.
Infine, nel 241 a.C., il cosole Gaio Lutazio Catulo annientò una grande flotta
punica al largo delle isole Egadi.
 Cartagine ridotta allo stremo chiese la pace, concessa a condizioni molto
pesanti: il pagamento di un’ingente indennità e la rinuncia alla sicilia.
Approfittando della situazione di crisi politica i Romani occuparono anche la
Sardegna (238 a.C.) e la Corsica (236 a.C.): il Tirreno diventava così un mare
interamente romano.
 Nel 227 a.C. la Sicilia, la Sardegna e la Corsica furono ridotte alla
condizione di province: i loro abitanti erano considerati sudditi stranieri
governati direttamente da un magistrato romano e sottoposti al pagamento
di un tributo.
 Roma potenza mediterranea: la seconda guerra
punica
 Roma affrontò il problema degli illiri, un popolo insediato nelle sponde
orientali dell’Adriatico e dedito alla pirateria: con la guerra illirica (229-219
a.C.) acquisì il controllo delle rotte adriatiche, affacciandosi così sullo scenario
del Mediterraneo orientale.
 Negli stessi anni sottomise tutta la Gallia Cispadana (al di qua del Po).
 Nel 220 a.C. fu costruita la via Flaminia per il collegamento tra Roma e
Ariminum (Rimini), nel 218 a.C. furono istituite due nuove colonie: Piacenza e
Cremona.
 Mentre Roma era occupata nell’Adriatico e in Val Padana, Cartagine si
riprese rapidamente.
 I Cartaginesi procedettero a una sistematica conquista della penisola
Iberica, territorio ricco di miniere (perlopiù d’oro), il cui sfruttamento
risollevò le finanze puniche.
 Con il cosiddetto trattato dell’Ebro si impegnarono con Roma a fissare
come limite dell’espansione il fiume Ebro.
Inizio  Furono tuttavia sufficenti un incidente e un pretesto per scatenare il
seconda conflitto: questa volta fu l’assedio e la distruzione della città iberica di
guerra
punica Sagunto, ricadente nell’area d’influenza cartaginese, ma in rapporti di
alleanza con i Romani.
 Il generale cartaginese Annibale, da essere ricordato con il nome di
seconda guerra punica oppure di guerra annibaliaca.
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 Per evitare che i Romani portassero i loro eserciti in Africa e assalissero
Cartagine, egli sferrò un’attacco all’Italia.
 Nel 218 a.C. varcò le Alpi attraverso il Passo di Moncenisio, al comando di
ventimila fanti, seimila cavalieri e una quarantina di elefanti.
 Gli eserciti romani furono sbaragliati nel 218 a.C. sui fiumi Ticino e
Trebbia; nel 217 sulle rive del lago Trasimeno; nel 216 a Canne, nel Tavoliere
di Puglia. Le perdite si aggirarono intorno ai centomila uomini.
 Annibale aveva anche un lcido piano politico, sapeva che per sconfiggere
Roma era necessario che la rete di alleanze intessuta da Roma in Italia con i
popoli sottomessi si sfaldasse e che molti alleati dei Romani passassero dalla
sua parte. Per questo si presentò come il liberatore dei popoli italici dalla
schiavitù loro imposta da Roma.
 Per i Romani fu grave il disastro di Canne, dove Annibale realizzò una
tattica originale. Mentre l’esercito romano si basava soprattutto sulla fanteria
e attribuiva alla cavalleria un ruolo di sostegno, egli fece dei cavalieri il fulcro
del combattimento.
 I fanti cartaginesi simularono l’arretramento sotto l’urto dei legionari
romani, che avanzarono in profondità, contemporaneamente la cavalleria
punica caricò lungo i lati, a tenaglia, avvolgendo i Romani senza lasciare loro
alcuna via di scampo.
 Dal punto di vista militare ad Annibale andò tutto per il meglio, ma non li
riuscì il progetto politico, la ribellione degli alleati italici verso Roma.
 I Galli della cisalpina, con tutte le umiliazioni subite da parte dei Romani,
aderirono alla sua causa e dopo la battaglia di canne passarono dalla parte di
Annibale i Dauni, i Sanniti, i Lucani, i Bretti. Specialmente fu molto grave per i
Romani l’abbandono di città importanti come Capua, Taranto e Siracusa.
 Per le sorti di Roma si rivelò decisiva la fedeltà delle colonie romane, di
molte colonie latine e delle genti dell’Italia centrale: Etruschi, Umbri, Sabini,
Latini restarono al fianco di Roma impedendo ad Annibale di sferrare
l’assalto decisivo contro la capitale.
 Roma disponeva inoltre di risorse umane notevoli, risorse poi valorizzate
dalla compattezza della città. Le famiglie più ricche fornirono denaro e
vettovagliamenti, mentre il popolo accettò il raddoppio del tributo bellico.
 Era indispensabile cambiare tattica e portare la guerra anche su altri
fronti, a partie dalla Spagna.
 Tattica ideata da Quinto Fabio Massimo, soprannominato “il
Temporeggiatore” perche mise a dura prova l’esercito punico senza mai
accettare lo scontro campale.
 Attuò frequenti attacchi con rapide ritirate, interruppe le linee di
rifornimento nemiche, impedì l’arrivo di rinforzi ad Annibale, punì
spietatamente città e popolazioni ribelli.
 Riconquista delle tre città ribelli Capua, Taranto e Siracusa. La presa di
Siracusa famosa per l’uccisione dello scenziato Archimede, inventore di alcune
prodigiose macchine belliche che avevano inflitto gravi perdite agli assedianti.

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 Infine fu decisiva nel 207 a.C. la battaglia presso il fiume Metauro, nelle
Marche, dove l’esercito Cartaginese inviato a sostegno di Annibale fu
annientato.
 Lo comandava Asdrubale, fratello di Annibale, nel cui accampamento fu
fatto rotolare il capo mozzato dello sconfitto.
 In Spagna brillavano le grandi doti di un giovane comandante, Publio
Cornelio Scipione.
 Scipione passò di successo in successo, costringendo i Cartaginesi ad
abbandonare la penisola iberica.
 Qui furono poi stabilite le due province della Spagna Citeriore (più vicina,
l’attuale Catalogna) e della Spagna Ulteriore (più lontana, l’attuale Andalusia).
 Nel 204 a.C., un potente esercito romano al comando di Scipione sbarcò
in Africa e due anni dopo, nel 202 a.C., sgominò Annibale nella battaglia di
Zama.
 Scipione celebrò un grandissimo trionfo e prese il soprannome di
Africano.
 Le condizioni di pace imposte a Cartagine: rinuncia alla flotta militare,
con l’eccezione di dieci triremi; pagamento, in cinquant’anni, di 260
tonnellate di argento; divieto di intraprendere conflitti senza il permesso di
Roma.
 Le conquiste in Oriente
 La seconda guerra punica determinò un generale riassetto dello scenario
in tutto il Mediterraneo occidentale all’insegna della dominazione romana.
Ripercussioni anche nell’area del Mar Egeo, dove si affacciavano due grandi
potenze, il regno di Macedonia e il regno di Siria.
Il regno di  Nel corso della seconda guerra punica il re di Macedonia Filippo V,
Macedonia impressionato dai successi di Annibale, decise di stringere alleanza con i
e la Grecia Cartaginesi ritenendo prossimo il crollo di Roma e possibile sottrarre ai
romani l’area di influenza conquistata lungo le coste dell’Adriatico
meridionale.
 Nella prima guerra macedonica le ambizioni di Filippo V andarono deluse,
ma non patì gravi conseguenze.
 A Roma fu sufficente contenerlo grazie all’alleanza con il regno di
Pergamo, in Asia Minore, e con la Lega Etolica, di cui faceva parte la gran
parte delle poleis indipendenti della Grecia centro-settentrionale.
 Pochi anni dopo, Filippo avviò una politica aggressiva in Asia Minore e
attaccò il regno di Pergamo, alleato di Roma. Roma intervenne con decisione,
dando inizio alla seconda guerra macedonica.
 La campagna militare fu rapida e facile: nel 197 a.C. il generale Tito
Quinzio Flaminio sconfisse l’armata macedone a Cinoscèfale, in Tessaglia.
 Il sovrano macedone accettò di pagare un’ingente indennità di guerra e
di rinunciare a tutti i possedimenti al di fuori dei confini del proprio regno.
 Nel 196 a.C., Flaminio, davanti ai greci radunati a Corinto per i Giochi
Istmici, proclamò solennemente la libertà di tutta la grecia.

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 Un’omaggio alla cultura greca che comunicò due cose: la fine
dell’influenza macedone in Grecia e il divieto per le poleis greche di
prendere autonome iniziative l’una contro l’altra.
 Nell’arco di pochi decenni il pugno di ferro della dominazione romana si
rivelò in modo esplicito.
 I Romani ingaggiarono la terza guerra macedonica contro Persèo, figlio ed
erede di Filippo V, sospettato di avere mire in Asia Minore.
 A Pidna, in Macedonia, Perseo fu sgominato dal generale romano Lucio
Emilio Paolo e trascinato in catene a Roma per celebrare il trionfo.
 Nel 146 a.C. una vasta ribellione antiromana interessò la Macedonia e
molte città greche. La repressione fu spietata: l’antica e prestigiosa Corinto fu
rasa al suolo senza alcuna pietà, la Macedonia cessò di esistere come regno e
fu ridotta al rango di provincia romana.
 A Roma e in Italia cominciarono ad affluire ricchezze in enormi quantità.
 Roma praticava già la schiavitù, come tutte le città antiche, ma ora
cominciavano ad affluire in Italia numeri ingenti di schiavi, catturati e venduti
come parte del botino di guerra.
Regno di  Il re di Siria Antioco III aveva ricostruito l’antica potenza del regno
Siria seleucidico, esteso dal Mediterraneo ai confini dell’India.
 Approfittò della sconfitta di Filippo V nella seconda guerra macedonica
per avviare la conquista dell’Asia Minore, minacciando il regno di Pergamo.
 I Romani intesero come un segno di inaudita arroganza il fatto che egli
avesse concesso ospitalità ad Annibale, esule da Cartagine.
 Ebbe inizio la guerra siriaca.
 Antioco entrò in forze in Grecia, ma i Romani lo sconfissero alle
Termopili. Poco dopo i legionari intervennero per la prima volta in Asia
Minore, dove nel 189 a.C. riportarono un secondo successo nella battaglia di
Magnesia.
 Antioco fu costretto a pagare una gigantesca indennità di guerra e a
rinunciare a ogni pretesa territoriale in Tracia, Grecia e Asia Minore.
 Annibale si diede alla fuga, morì suicida nel 183 a.C.
 L’evidente prevalenza delle armi romane fece sì che molti acquisti
territoriali si verificassero attraverso lasciti testamentari di sovrani che
giudicavano opportuno affidare le sorti dei propri territori al governo di
Roma.
 Il caso più ecclatante fu quello del regno di Pergamo, che il sovrano Attalo
III lasciò in eredità ai Romani e che divenne la provincia d’Asia.
Cartagine:  Cartagine viveva da decenni in una propensa tranquillità, l’economia
l’ultimo punica era ormai in piena ripresa.
atto
 Priva di un esercito potente e di una flotta militare, non era in grado di
riprendere le ostilità contro Roma, ma il suo benessere economico appariva,
secondo alcuni bisognava agire in anticipo, prima che fosse troppo tardi.
 Il vecchio senatore Marco Porcio Catone divenne il più vigoroso sosteitore
della guerra: delenda Carthago, “Cartagine deve essere distrutta”, ripeteva.

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 Alla fine Roma pretese che la Città fosse evaquata e ricostruita altrove. Ai
Cartaginesi non rimane altro che chiudersi entro le mura e prepararsi
all’assedio.
 La loro eroica resistenza durò per ben tre anni (terza guerra punica), ma
la città fu infine espugnata dal console Lucio Cornelio Scipione Emiliano.
 Gli abitanti furono massacrati o deportati come schiavi, gli edifici rasi al
suolo, il terreno consacrato agli dèi.
 Sul territorio di Cartagine venne stabilita la nuova provincia d’Africa.

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