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: L’Italiano regionale
L’italiano regionale: è «un italiano che varia su base geografica», si presenta in forme
diverse nelle diverse zone per effetto del contatto con i dialetti locali. Dal momento che ogni
dialetto, per definizione, è diverso dagli altri, la nozione astratta di italiano regionale contiene
già in sé un riferimento alla molteplice varietà dei dialetti.
I principali italiani regionali sono:
quello settentrionale
quello centrale (con la sottovarietà toscana),
romano,
meridionale, meridionale estremo
e sardo.
Le loro differenze sono particolarmente evidenti in campo fonologico, ancora visibili nella
sintassi e nel lessico, ormai praticamente inesistenti nella morfologia. Nonostante la
variazione su base geografica, l’italiano, per quanto differenziato, è una lingua sola,
realizzata volta per volta e luogo per luogo con manifestazioni differenti.
Storia: nel corso dei secoli non sono mancati gli accenni ai possibili incroci tra forme
dialettali e forme italiane ma solo dopo l ’Unita sono stati descritti in modo più sistematico
fenomeni di questo tipo, anche perché nella didattica dell’italiano gli scolari e i maestri erano
sollecitati a evitare le mescolanze tra dialetto e italiano. Non sempre i parlanti sono in grado
di individuare con certezza gli elementi locali del proprio modo di parlare,«perché in realtà,
per ciascuno di noi, l’italiano regionale è il nostro italiano»
La denominazione di italiano regionale: costruita sul modello di latino regionale, cioè il
latino parlato nella tarda latinità nelle diverse aree geografiche; Questo possibile
collegamento con il latino regionale conferma che anche nel caso dell’italiano l’aggettivo
regionale è da intendere in senso generico, più o meno come sinonimo di areale o di locale.
La denominazione di ITALIANO REGIONALE non comporta un riferimento ai territori delle
regioni amministrative. È precedente all’istituzione delle regioni come entità amministrative
autonome. Le diverse regioni italiane sono quasi sempre caratterizzate da una notevole
differenziazione interna, per cui non si può ritenere che l’italiano parlato in una certa
regione sia uniforme in tutta l ’area regionale.
Dall’altro trova una corrispondenza in una nuova situazione geografica e demografica,una
sempre maggiore concentrazione degli abitanti nei centri urbani.
Gli ambiti d’uso dell’italiano regionale: L’italiano regionale o locale si percepisce in primo
luogo nella comunicazione parlata anche se talvolta si presenta nella scrittura. Tuttavia
accade che forme locali si inseriscano in testi scritti indipendentemente dalla consapevolezza
dello scrivente, in modo involontario può trasferire nella scrittura alcune caratteristiche del
suo modo abituale di parlare.
In testi formali e nei compiti scolastici la presenza di forme locali è valutata
negativamente, in quanto indizio dell’incapacità di controllare una scelta linguistica uniforme
e aderente alla norma. D’altra parte è anche vero che a volte scrittori e giornalisti adottano
consapevolmente forme italiane tipiche di una certa area, con un intento stilistico
specifico e marcato.
La presenza di elementi locali in un enunciato si collega in parte anche al grado di formalità
della comunicazione, cioè alla variabile diafasica: in un discorso informale, o anche
maggiormente caratterizzato da un coinvolgimento emotivo, in rapporto alla minore
attenzione del parlante, è infatti più frequente il ricorso a tratti locali della pronuncia, del
lessico, della sintassi o della morfologia.
Al contrario, quando un parlante avverte la formalità di una situazione comunicativa o la
presenza di interlocutori di diversa provenienza, in genere cerca di fare maggiore attenzione al
modo di parlare, evitando di conseguenza caratteristiche linguistiche connotate.
L’italiano regionale non è ovviamente una entità immutabile perché esso è anzi estremamente
vario e fluido tanto che non è agevole poterlo fissare in schemi precisi è una formula utile per
caratterizzare le varianti locali della lingua nazionale nell’uso medio e parlato, non senza
alcune propaggini nell’uso scritto più dimesso (ad es. nel linguaggio pubblicitario, ecc.); esso
varia a seconda delle conoscenze linguistiche, della cultura, degli atteggiamenti sociali, o
delle esigenze e del desiderio di sregionalizzazione dei singoli parlanti.
Gli elementi locali si distribuiscono dunque in rapporto alle principali variabili che si
riferiscono all’opposizione:
tra scritto e parlato,
formalità e informalità,
livello di istruzione o di scelta.
Ha quindi maggiori probabilità di essere orientato verso l’italiano locale un discorso parlato
informale, condotto da un parlante poco attento, forse anche in relazione al grado di istruzione
e di coinvolgimento emotivo. Proprio per questo motivo è da tempo diffusa la constatazione
che l’italiano regionale o locale (considerato nelle sue diverse gradazioni) sia «concretamente
il nostro corrente italiano parlato»
In breve dice che mescolanze tra italiano e dialetti sono stati trattati solo a partire dall'unità di
Italia nonostante che ciò accadesse già da molto tempo. Tuttavia per un italiano (ad esempio,
un siciliano) è difficile capire quali sia gli elementi dialettali nel proprio modo di parlare
Per esempio in siciliano si dice "esco la macchina", in realtà è sbagliato perché si dovrebbe
dire "esco con la macchina"