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Il Purgatorio

Ed ecco che comincia il cammino che porta al Purgatorio e alle sue 7


cornici. Dante e Virgilio si avvicinano all’ingresso della parete rocciosa e si
trovano davanti ad una porta custodita da un angelo talmente luminoso,
che è difficile sostenerne la vista. Virgilio, come ha fatto altre volte nel
corso del viaggio, interviene a specificare che quel percorso è voluto da
una donna celeste.
L’angelo allora li invita a proseguire e ad accostarsi alla scalinata: il primo
gradino è bianco e brilla come uno specchio (CONSAPEVOLEZZA DEI
PROPRI PECCATI), il secondo è di pietra nera (CONFESSIONE ORALE), il
terzo è di rosso acceso (SODDISFAZIONE PER LE OPERE DI CARITA’
COMPIUTE). E ’quello su cui l’angelo attende. Dante si getta ai suoi piedi,
invoca la sua pietà, si batte il petto in segno di pentimento e gli chiede di
aprire la porta. L’angelo, con la punta della spada, imprime sulla fronte
del poeta sette segni a forma di P, a rappresentare I SETTE PECCATI
CAPITALI (SUPERBIA, INVIDIA, AVARIZIA, IRA, ACCIDIA, GOLA,
LUSSURIA), da cui Dante dovrà liberarsi nel resto del viaggio.
Poi la creatura celeste estrae dalla terra 2 chiavi, una d’oro (SCIENZA E
SAPIENZA DEL CONFESSORE NEL VALUTARE I PECCATI) e l’altra
d’argento (AUTORITA’ DI DIO NELL’ASSOLVERE DAI PECCATI), e con
quelle apre la porta, la spinge piano e avverte i due viaggiatori di non
voltarsi indietro. Dante e Virgilio, superata la soglia, cominciano a salire
per la strada scavata nella roccia. Sulla parete del monte sono
rappresentate, intagliate nella stessa come bassorilievi, figure della Sacre
Scritture o della storia. Nel loro percorso di purificazione, le anime del
Purgatorio sono invitate a osservare e a riflettere su quegli esempi di
valore morale e di umiltà. Le prime anime che incontrano sono i SUPERBI
che salgono per la montagna sotto il peso di grandi massi, sfinite, e il
peso del macigno è diverso da peccatore a peccatore e corrisponde al
grado della superbia di ciascuno. Qui Dante e Virgilio incontrano ODERISI
DA GUBBIO, un artista che nella seconda metà del 1200 si era distinto
nella tecnica della miniatura. Seguitando per la salita, incontrano le anime
degli INVIDIOSI, che si appoggiano l’un l’altro, indossano mantelli scuri e
hanno le palpebre cucite da un filo di ferro. Sono condannati alla cecità
perché in vita hanno guardato gli altri con invidia.
Si imbattono poi nelle anime degli IRACONDI che sono avvolti da una
nuvola di fumo: infatti la rabbia è un fumo che acceca. Dante comincia a
sentirsi stanco quando all’improvviso una folla di anime gli si avvicina,
correndo freneticamente: sono gli ACCIDIOSI che in vita hanno sempre
indugiato(rimandare le cose, indolenti). Continua la salita ed ecco che gli
appaiono delle anime, stese al suolo, con le mani e i piedi legati, e il viso
rivolto a terra. Sono le anime degli AVARI e Dante deve stare attento a
non calpestarle, le scavalca perché bisogna proseguire e non c’è tempo da
perdere. Dante segue Virgilio e, dopo pochi passi, incontrano le anime dei
GOLOSI: sono magre e scarnificate con gli occhi infossati nelle orbite.
Qui Dante incontra il suo amico FORESE DONATI ed è turbato perché è
passato così poco tempo dalla sua morte ed eppure è già lì. Ed è proprio
FORESE che gli spiega che ciò è accaduto grazie alle preghiere dell’amata
moglie Nella. I due amici a malincuore devono lasciarsi, FORESE non può
perdere tempo e Dante deve continuare a salire prima che di nuovo
tramonti il sole. Continua ancora il cammino e scorge delle anime
procedere tra le fiamme, come sospese in un lago di fuoco che non le
brucia. Sono i LUSSURIOSI e uno di questi spiriti si presenta come GUIDO
GUINIZZELLI, un grande poeta bolognese, fondatore del DOLCE STIL
NOVO. E ’arrivata l’ora del tramonto e Virgilio deve prendere congedo
definitivamente da Dante, lasciare che ora prosegua da solo il suo
cammino. Gli sorride, lo incita ad affrettarsi e lo accompagna ancora per
un breve tratto

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