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Udienza 18 marzo 1885; Pres. Eula P. P., Est. Secco-Suardo, P. M. Goria (concl. conf.

);
Albertini (Avv. Minero e Tedeschi) c. Valle
Source: Il Foro Italiano , 1885, Vol. 10, PARTE PRIMA: GIURISPRUDENZA CIVILE E
COMMERCIALE (1885), pp. 303/304-305/306
Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL

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303 PARTE PRIMA

il che bastava ad identificarli, stante il catasto geo fatto dalla massa di un coobbligato fallito, o da un
metrico attuato nella provincia di Rovigo fino dal coobbligato non fallito.
1846, perviene alla conclusione che il conservatore Di vero, per ben comprendere la ragione e la por
Chiofalo non poteva negare il certificato quale era tata dell'eccezione contenuta nella prima parte del
stato richiesto, e protendere di rilasciarlo solo neidetto articolo 658, uopo é risalire all' art. 656, al
modi e previe formalità accennate nei verbale 12 quale essa è strettamente coordinata.
marzo 1883, senza commettere un indebito rifiuto. Quest'articolo 656 stabilisce» che il creditore pos
Attesoché non ha valore il quarto ed ultimo mezzo, sessore di obbligazioni sottoscritte, girate o garan
che rimprovera la sentenza di noti aver tenuto conto tite in solido dal fallito e da altri coobligati che
della deduzione fatta che, per ammettere in grado il fossero in istato di fallimento, partecipa alle di
conservatore di rilasciare il certificato speciale ri stribuzioni in tutte le masse, e vi é compreso per il
chiesto, fosse necessario di mostrargli con prova auvalore nominale del suo credito sino all'intiero pa
tentica che pel Comune censuario di Vili afora fosse gamento.
costituito in origine un censo speciale autonomo ed La ragione di codesta disposizione è facile a com
un catasto distinto da quello del Comune ammini prendersi. Da una parte, secondo i principii generali,
strativo di Badìa. Oltreché non apparisce che la detta il creditore, che ha più coobbligati in solido, può ri
pretesa, affacciata nel verbale di rifiuto, venisse involgersi contro ciascuno di essi pel pagamento inte
appello riproposta in forma di specifica conclusione, grale, come se fossero un solo debitore. Dall'altra,
o fosse richiamata la Corte ad esaminare e risolvere ancora secondo le norme generali, il creditore che
ha giànel
la questione; bastante replica sarebbe stata data ricevuto il pagamento parziale del credito da
motivo esprimente la ragione del decidere quiunosopra
dei debitori solidali, non può pretendere dagli
riferito ed escludente che altra prova fosse neces altri condebitori il pagamento del credito, se non de
saria, bastando ad indentiflcare i beni le indicazioni ducendo ciò che ha ricevuto dal primo coobbligato.
contenute nella richiesta dell' avvocato Cappellini. Ma se tutti i condebitori fossero contemporanea
Per questi motivi, rigetta, ecc. mente in istato di fallimento, e se il creditore, che
avesse ricevuto dalla massa di uno dei falliti sol
tanto una parte aliquota del proprio credito, p
CORTE DI CASSAZIONE DI TORINO.
il 50 per cento, non potesse, presentandosi su
Udienza 18 marzo 1835; Pres. Eula P. P., Est. Sec vamente alla altre masse, esservi collocato che pel
co-Suardo, P. M. Goria. (conci, conf.); Albertini residuo, egli, ottenendo ancora una o più parti ali
(Avv. Minerò e Tedeschi) c. Valle. quote del residuo stesso, finirebbe a rimanere per
Fallimento - Possessore di obbligazioni solidali - dente, sebbene il valore complessivo delle masse fosse
sufficiente a soddisfarlo integralmente. Da ciò la di
Detrazione delle somme ricevute per concorrere
al fallimento. (Cod. comm. 1865 art. 658, e cod.
sposizione, che il creditore debb'essere compreso in
tutte le masse per il valore nominale del suo cre
comm. 1882 art. 790).
dito fino all'intero pagamento.
L'art. 658 del cod. di comm. 1865, conforme al Ma, posta questa regola, il legislatore dovea preoc
l'art. 790 di quello vigente, dichiarando che se il cuparsi del caso in cui un parziale pagamento, av
possessore di obbligazioni in solido tra il fallilo venuto prima del fallimento, avesse estinto parzial
ed altri obbligati ha ricevuto, prima del falli mente il credito. In questo caso è troppo naturale,
mento, parte del suo credito, non può essere secondo il principio generale di diritto surricordato,
compreso nella massa che con deduzione della che il creditore non possa essere compreso nella
parte ricevuta, deve ritenersi aver voluto con massa, che con deduzione della parte di credito ri
templare il solo caso che i coobbligati tutti siano cevuta.
in istato di fallimento. Quando pertanto l'art. 658 dichiara, che se il pos
La Corte, ecc. Sui mezzi 1. 2. — L'art. 1254 del c. c.sessore di obbligazioni in solido tra il fallito ed al
dispone, che il creditore, il quale fu solo in parte sodtri coobbligati ha ricevuto prima del fallimento (non
quindi dopo) parte del suo credito, non può essere
disfatto, e colui che a senso dell'articolo precedente
gli fece il pagamento in parte, concorrono insieme compreso nella massa che con deduzione della parte
a far valere i loro diritti in proporzione di quanto ricevuta, questo precetto, inteso in armonia coll'art.
è ad essi dovuto. 656, deve ritenersi scritto pel solo caso che i coobbli
Fuor di proposito crede il ricorrente, che gati a
tutti
quesiano in istato di fallimento.
sta regola generale abbia il legislatore derogato Dal che consegue, che nè la norma generale del
colla
prima parte dell'art. 658 del cessato cod. l'articolo di comm. 656, nè la modificazione contenuta nella
(conforme all'art. 790 del cod. comm. vigente), pel prima parte dell'art. 658, hanno ragione di essere,
caso che il possessore di obbligazioni in solido tra e possono trovare applicazione nel caso in cui il
il fallito ed altri coobbligati abbia ricevuto parte delparziale pagamento, benché posteriore al fallimento,
suo credito, non già prima, ma dopo la dichiarazio sia stato fatto da un condebitore non fallito; giac
ne del fallimento, e ciò senza distinguere fra il casoché, se anche il creditore avesse ancora delle ragio
in cui il parziale posteriore pagamento sia stato ni da far valere contro costui, non correrebbe mai

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305 GIURISPRUDENZA CIVILE E COMMERCIALE 306

il pericolo suavvertito, di in sè la proprietà piena, deggiono


ottenere esercitare, neiuna pa
soltanto
te aliquota del proprio credito. riguardi delle merci, In il diritto
talsancito
caso dall'arti
subent
quindi la regola generale colo 483 del codice civile, 1254
dell'art. rientrando invece
c. c., nella che t
va un'esatta applicazione libera
nelladisposizione della ditta e dell'
seconda parteavviamento dell'ar
658 del cod. di comm., e che non fa distinzione fra commerciale, salvo il diritto di indennità sancito
pagamento fatto prima e pagamento fatto dopo il dall'art. 484 qualora ne sia il caso. (2)
fallimento. I debiti conlntli dall' usufruttuario durante l'eser
Nella specie in esame è fuori di controversia, checizio del commercio non obbligano dopo la morte
il parziale pagamento dei crediti delle ditte"banca di lui gli eredi del testatore, non potendo quello
rie nel ricorso indicato, fu fatto bensì dopo la di essere in alcuna guisa considerato mandatario
chiarazi me di fallimento della ditta Albertini debi od institore di questo. (3)
trice principale, ma da un non fallito, il Giov. Batt,.
Valle; non v'era quindi ragione di non compren 9 messidoro anno XI (Dalloz, voc. Usufruii, n. 206), e dalla quale
non può a meno di dedursi la conseguenza, ammessa dalla Corta
derlo nella massa, a norma del capoverso dell'arti
Rouen, con sentenza 5 luglio 1824 (Dalloz, ibid.), che il credito
colo 658.
nudo proprietario al finire dell'usufrutto non ha alcun carattere p
Nè il pericolo di un doppio pagamento, immagi
vilegiato nè ipotecario, ma concorre in via di contributo con qu
nato dalla ricorrente, ha fondamento di sorta; pe dei creditori dell'usufruttuario.

rocché tanto il residuo credito del creditore princi Tale conseguenza s'è voluta sancire appunto anche nella sentenza
qui annotata, il che ha tanta maggiore importanza nella fattispecie,
pale, quanto il credito del fideiussore che ha pagato in quanto i creditori dell'usufruttuario non avevano potuto esercitare
in parte, non rappresentano di fronte al debitore alcuna azione sopra le merci da costui lasciate a corredo del ne
che un debito solo, e s'intende da sé, come anche gozio, perchè i nudi proprietari subito dopo la di lui morte si erano
espressamente dispone l'art. 658 cod. comm., che di tutto
la impossessati sotto pretest} di esercitare il loro diritto, quasi
che questo fosse un diritto reale e non una semplice azione ere
massa non è tenuta a pagare il fideiussore, se non ditaria.
dopo integralmente soddisfatto il creditore prin iOltre il pregio della semplicità, la teoria approvata dalla suprema
cipale; e quando nascessero questioni di poziorità fra Corte torineie ne presenta un altro, che pur merita di essere rile
l'uno e l'altro, dovranno queste risolversi tra credi vato, quello cioè di sottoporre la grave questione alla precisa disci
tore e fideiussore, e non tra quest' ultimo e la massa. plina di espresse disposizioni della legge civile, contenute negli ar
ticoli 483 e 481 del codice.
Non regge dunque la censura di violazione del Ma bastano questi pregi a rendere accettabile la teoria medesima
l'art. 658 cod. comm. senza veruna discussione ?

Per questi motivi, rigetta, ecc. Il Laurent non lo crede. Egli adduce gravi obbiezioni, e rileva
particolarmente che la Cassazione francese non ha saputo star ferma
nella primitiva sua dottrina, avendo proclamato più tardi (arresto
CORTE DI CASSAZIONE DI TORINO.
14 dicembre 1842, Dalloz, ibid., n. 208) che il fondo di commercio
è da considerarsi un co^po universale (universum ius), sicché in
Udienza 28 marzo 1885 ; Pres. Eula; Est. Perocchio luogo di ritenere obbligato 1' usufruttuario a rendere il valore
— Rebuzzi c. Eulambio. che le merci esistenti nel negozio avevano al cominciare dell'usu
Usufrutto — Stabilimento commerciate — Slerci — frutto, si giudicò che dovesse restituire T esercizio commerciale nello
stato in cui si trovava al termine di esso, sai /a indennità pei de
Avviamento — Cessazione dell'usufrutto — l'affetti
terioramenti cagionati da sua colpa (Laurent, vol. VI, n. 417
(cod. civ. art,. 483, 484). e segg.).
Usufrutto — Debiti dell'usufruttuario — Eredi del Ed invero a favore di questa regola starebbe il riflesso che l'usu
testatore. fruttuario riceve il negozio per conservarlo nel suo avviamento e
per trar profitto dal lucro che deriva dalla rivendita delle merci,
L'usufrutto costituito per testamento a favore di che egli è tenuto costantemente a sostituire mediante le successive
una persona sopra, uri azienda commerciale, nota nuove compere. Ora, il valore delle merci può oscillare per effetto
sotto il nome di una determinata ditta, si vuol delle generali condizioni del mercato, e trovarsi, per esempio, al
considerare come costituito separatamente sopra termine dell'usufrutto assai inferiore a quello che era nel suo prin»
cipio. Dov'è il criterio di giustizia che potrebbe appoggiare la pre
le merci di cui è fornito il negozio, che sono di
tesa che l'usufruttuario compensasse la differenza, forse con suo
loro natura fungibili, e sopra Vavviamento com aggravio enorme, e con effetto diametralmente opposto all'intendi
merciale derivante dal nome e dalla reputazione mento del testatore, il quale non può aver avuta altra mira se non
della, ditta, che non è cosa fungibile. (1) quella di procurargli un vantaggio col legato dell'usufrutto?
Ma, prescindendo pure da questa importante considerazione, può
Al cessare perciò dell'usufrutto, per morte dell'usu
essere inoltre notato, come si fa giustamente dal Iìaurknt, che la
fruttuario, gli eredi del testatore o riconcentrando separazione degli elementi di cui consta 1' usufrutto d'un fondo di
commercio nelle due categorie designate dalla sentenza surriferita
(1-3) L'usufrutto di un fondo di commercio ha spesso formato pecca di inesattezza in molti casi, spesso avvenendo che oltre le
oggetto di studio e di discussione per la dottrina e per la pratica, merci che forniscono il nego/io, e l'avviamento del medesimo, altre
senza che a dir vero siasi finora mai raggiunta un'assoluta concor categorie di cose vi si debbano comprendere, come le macchine o
dia di opinioni circa il suo giuridico effetto. L' espediente che sem gli strumenti che servono allo scopo del commercio ed altro. Il chiaro
plifica la soluzione e sembra sbandire ogni dubbiezza è quello adot giurista accenna anche ai debiti dell'esercizio commerciale dell'usu
tato nella presente sentenza, di distinguere fra le merci esistenti frutto, ma elimina ogni discussione riguardo ad essi, dichiarando
nel negozio del testatore, e l'avviamento del negozio stesso, attri che il soddisfacimento loro spetta all' erede e non all' usufruttuario.
buendo all'usufrutto sulle prime l'effetto di quello sopra le cose fun Noi però crediamo che non basti accennare questo principio, e
gibili, e all'usufrutto sopra il secondo l'effetto di quello sulle cose non che sia anzi importantissimo di tener conto anche dei debiti esistenti
fungibili. Distinzione che in massima è stata accolta dagli autori fran nell'azienda commerciale, perchè si danno casi in cui l'erede non
cesi e consacrata eziandio dalla Corte di cassazione con arresto dei può essere obbligato a pagarli. Ed il presente ne offre un esempio

Il Foro Italiano — Volume X. — Parle I. — 20.

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