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Udienza 8 aprile 1885; Pres. Eula P. P., Est. Pe rocchio; P. M. Laviosa (concl. conf.

); Viale
(Avv. Bustica, Piccone) c. Ghio (Avv. Carpeneti)
Source: Il Foro Italiano , 1885, Vol. 10, PARTE PRIMA: GIURISPRUDENZA CIVILE E
COMMERCIALE (1885), pp. 735/736-739/740
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735 PARTE PRIMA 736

codice civile che


starsi sia al quanto rilevante, ne
il ricorrere all' opera
aversi per guida l'intenzione del legislatore, ed é di pubblici mediatori, stabiliti appunto a questo sco
pur massima che dove si ha la stessa ragione della po e dalla legge riconosciuti, e non essendosi d' al
legge, ivi debba imperare la stessa disposizione, cosìtronde dubitato mai che 1' attestazione del sindacato
è forza che l'attribuzione data coll'ultimo capoverso dei mediatori medesimi sia un mezzo perfettamente
del detto art. 123 al tribunale civile, oltre al caso legale ed il più idoneo per accertare se un titolo
ivi non tassativamènte espresso, debba estendersi commerciale si trovi in circolazione, se ed a quali
anche a quello del tutto analogo del quale si tratta, condizioni si possa venderlo ed acquistarlo. Del resto
poiché tanto vale che non vi siano azioni, quanto non si saprebbe quasi come mai i ricorrenti avreb
l'esservene bensì, ma in condizioni tali da riuscire bero potuto o potrebbero in altra guisa giustificare
impossibile il farne l'acquisto e quindi il deposito.la loro affermazione, sdivo che si volesse imporre
Attesoché la Corte d'appello fu indotta ad adottareloro il carico di provare che siansi rivolti a tutti i
un avviso contrario principalmente dal riflesso che proprietari di azioni, e da tutti abbiano ricevuta
la disposizione, secondo cui la cauzione deve fornirsi una repulsa, locchè sarebbe presso a poco inesegui
mediante deposito di azioni, sia non di semplice modo, bile.
ma realmente di sostanza, perchè il legislatore abbia Attesoché la Corte ha soggiunto per ultimo non
inteso con essa di più efficacemente assicurare una potersi ritenere in diritto provata 1' asserta impos
buona gestione per parte degli amministratori, fa sibilità, per non essersi dai ricorrenti promossa anzi
cendo ridondare a danno di essi medesimi gli effetti tutto una deliberazione dell' assemblea generale, la
del loro male operato, cioè lo scredito dei titoli so quale (così è testualmente detto nel denunciato prov
ciali. Ma a parte la considerazione che, pur ciò am vedimento) potrebbe ancora avvisare a certi espe
mettendo, non si potrebbe mai spingerne la conse dienti ed a combinazioni che sono pure passate al
guenza tant'oltre da sostenere che sia stata inten pensiero della Corte, ma che non è di attribuzione
zione di proscrivere tutte le società, le quali abbiano sua propria neppure di suggerire. Ora egli è chiaro
uno statuto che renda impossibile il conseguimento che con questa enigmatica considerazione non si è
di un simile scopo, la ragione addotta dalla Corte nonpunto dimostrato 1' ostacolo di diritto che la Corte
ó fondata. ha creduto di scorgervi. Essa avrebbe dovuto indi
E per verità, perchè cosi fosse sarebbesi dovuto care quale disposizione di legge proscriva in simili
disporre che gli amministratori dovessero avere la casi la convocazione dell'assemblea, e come mai que
proprietà delle azioni depositate per cauzione, lad sta, che ha pure il dovere di osservare il proprio
dove il codice italiano non solo non ha, a differenza statuto, e non ha certo la facoltà di dispensare dal
di altre legislazioni straniere, ciò prescritto, ma hal'osservanza della legge, avrebbe potuto far diven
anzi detto precisamente il contrario all'art. 121, ove tare possibile ciò che tale materialmente non sia.
è lasciata facoltà agli azionisti di sciogliere i loro Nulla di tutto ciò essendosi detto, e non avendosi
mandatari anche fra i non soci; d'onde la conseguenza quindi che una affermazione non motivata, a ra
che possano questi dare la cauzione depositando a gione i ricorrenti ne hanno fatta censura.
zioni spettanti ad altri, poiché se dovessero acqui Ravvisandosi impertanto legalmente fondati i mez
starne la proprietà, pel fatto di tale acquisto diver zi di cassazione proposti contro il decreto che s'im
rebbero soci. Ora ognuno vede che eleggendosi am pugna, il ricorso deve essere accolto.
ministratori non soci non si ottiene più affatto lo Per questi motivi, annulla il provvedimento reso
scopo che la Corte torinese ha supposto, e si avrà il 10 marzo 1885 dalla Corte d'appello di Torino, e
anzi il danno che l'amministrazione senza nuocere rinvia alla Corte d'appello di Casale, ecc.
direttamente ai mandatarii, avrà per effetto di la
sciare gli azionisti senza capitali sociali e senza cau
zione, laddove se questa si fosse fornita con rendita CORTE DI CASSAZIONE DI TORINO.
del Debito pubblico, troverebbero in questa, rimasta Udienza 8 aprile 1885; Pres. Eula. P. P., Est. Pb'
incolume nella rovina della società, il mezzo di eser rocchio; P. M. Laviosa (conci, conf.); Viale (Avv.
citare con profitto l'azione loro contro chi ne sia stata Bustica, Piccone) c. tìhio (Avv. Carpbnbti).
la causa ;
Fallimento — Cassazione — Mandato alle liti —
Attesoché, passando poscia la Corte d' appello ad
esaminare se l'impossibilità materiale dai ricorrenti (■indice delegato ("Cod. comm., art. 727).
allegata siasi di fatto giustificata, disse non essersi E inammissibile il ricorso per cassazione proposto
questa prova fornita, perchè trattandosi di azioni nell'interesse del fallimento se il mandato fu ri
nominative, meglio che col mezzo di mediatori si rie lasciato dal curatore anziché dal giudice dele
sca a farne 1' acquisto rivolgendosi direttamente ai gato. (1).
singoli proprietari. La quale osservazione evidente
La Corte, ecc. — Considerato che il vigente cod
mente non regge, essendo pratica costante in com
di commercio, il quale reca nell'art. 713 queste ge
mercio, ed anzi una vera necessità per chi voglia
rendersi compratore di azioni sociali, siano esse non (1) Si pronunziò nel medesimo senso la stessa Cassazione nella
minativq od al portatore, se la quantità da acquisentenza 31 dicembre 1884, che riportiamo più innanzi in rivista.

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737 GIURISPRUDENZA CIVILE E COMMERCIALE 738

nerali disposizioni: « l'amministrazione del falli stato previamente deliberato dal Consiglio o dalla
mento è esercitata da un curatore nominato dal tri giunta, a seconda dei casi, sulla convenienza di in
bunale, colla sorveglianza di una delegazione dei tentare o sostenere quel dato giudizio, così é a dirsi
creditori e sotto la direzione del giudice delegatoche », il curatore non può validamente assumere in
contiene parecchie disposizioni speciali, segnatamente giudicio la rappresentanza del fallimento da lui am
negli art. 727, 793, 797, 798, intese a regolare i rap ministrato, se non dopo che sia stata, per ciascuna
porti di dipendenza che il curatore ha verso il giu contestazione da sostenersi, riconosciuta la necessità
dice delegato e a definire con precisione i limiti dei o la convenienza di scendere in giudicio, mediante,
poteri loro rispettivamente competenti. Così l'art. la nomina che il giudice abbia fatto, di volta in volta,
797, come corollario delle disposizioni dell'art. 793, dell'avvocato o del procuratore, di cui avrà a va
relativamente all'accertamento e riscossione dei cre lersi il curatore stesso, secondo la diversa natura
diti, deferisce al giudice delegato il còmpito di au della causa da instaurarsi.
torizzare il curatore a transigere sopra tutte le Considerato che a corredo del ricorso in disamina,
contestazioni che interessano la massa, ancorché ri formato nell'interesse del fallimento Saredo dagli av
guardanti diritti immobiliari; e l'art. 798 prescrive vocati Domenico Busticca e Giacomo Picconi, sta u
che sia autorizzato il curatore a vendere le merci e nicamente il mandato rilasciato nel 1 aprile 1884
le altre cose mobili dal giudice delegato, coll'obbligo rial cav. David Viale nella sua qualità di curatore
a questo di determinare il tempo della vendita e definitivo del fallimento medesimo;
stabilire se debba essere fatta ad offerte private o Che il difetto di una deliberazione del giudice de
agli incanti col ministero di ufficiali pubblici a ciò legato pella istituzione del giudicio di cassazione con
destinati. tro la sentenza della Corte d'appello di Genova 13 di
Nell'art. 727 poi, richiamato il principio generale cembre 1883, deliberazione che avrebbe dovuto estrin
che il giudice delegato è specialmente incaricato di secarsi nella nomina di un avvocato onde vi rappre
dirigere tutte le operazioni del fallimento, venendo sentasse la fallita Saredo, importa di necessità la
il legislatore a dichiarare l'estensione dell'ingerenza radicale nullità dell'attuale giudicio, giacché viene
che il giudice medesimo deve esercitare circa le con per tal modo a mancare un fatto che è essenziale
testazioni giudiziali in cui il fallimento possa esserealla costituzione della legittima rappresentanza del
implicato, si esprime in questo modo; « Nomina, a fallimento, per ciò che attiene all'esercizio delle a
proposta del curatore, gli avvocati, i procuratori, i zioni giudiziali ad esso spettanti, per il che ben si
notari, gli uscieri...., l'opera dei quali dev'essere im può affermare che manchi la stessa persona giuri
piegata per ciascun affare del fallimento, liquida le dica cui spetterebbe il diritto di impugnativa che si
spese, i compensi che devono ai suddetti pagarsi ». tratta di far valere.
Considerato che dal complesso delle anzi riferite E quando pure si volesse ammettere che il giu
disposizioni, messe a raffronto con quelle che nel dice delegato abbia deputatogli avvocati sottoscritti
l'anteriore codice vi corrispondevano, e giusta le nel ricorso a difendere il fallimento avanti la Corte
quali i sindaci si ritenevano investiti del potere di di Genova nel giudicio di delibazione instaurato colla
agire in giudicio sotto la loro responsabilità, salvi citazione 29 ottobre 1883, che pose capo alili sen
i pochi casi tassativamente eccettuati dalla legge, sitenza ora impugnata, non ne verrebbe tuttavia che
raccoglie che il legislatore ha voluto recare una pro si avesse a ritenere regolarmente istituito, nella
fonda innovazione al sistema in addietro adottato, preaccennata condizione di cose, l'attuale straordi
ha cioè voluto che, per quanto sia delle contestazioni nario giudizio, che non può non essere considerato
giudiziali in cui il fallimento venga ad essere coin come un vero affare del fallimento, nel senso del
volto, il curatore abbia a dipendere in modo asso precitato art. 727, dal momento che il giudicio di
luto dal giudice delegato, nel senso che questi sìa la cassazione costituisce un giudicio a sé, essenzial
mente ordinatrice, quegli il braccio esecutore delle mente distinto dal giudicio di merito a cui tiene die
disposizioni da prendersi in tale materia per la effi tro, in quanto da una parte si riduce a ricercare,
cace tutela degli interessi della massa dei creditori. per via di confronto dei fatti accertati dalla sen
I termini adoperati dal legislatore, del pari che la tenza impugnata colle disposizioni della legge ohe
ragione della legge, la quale si concreta nello scopo tornino ad essi applicabili, se sia o non stata osser
di porre efficace riparo al pericolo che, per l'inespe vata e rettamente applieata la legge, e dall'altra
rienza o peggio di chi amministra il fallimento, parte espone il ricorrente, pel caso in cui non rie
buona parte dei fondi vada sciupata in liti male a sca vittorioso, a conseguenze eccezionali e gravis
proposito intraprese o sostenute, dimostrano che si sime, quali sono il pagamento di una multa e l'ob
volle il curatore collocato in una condizione analoga bligo di rifondere al suo avversario, oltreché le spese
a quella in cui è posto il sindaco rimpetto al consi del giudicio, i danni che gliene siano derivati.
glio e alla giunta municipale. E come il sindaco, per Considerato che il mandato, onde si presentano
quanto abbia, per l'art. 102, n. 9,della legge comu muniti gli avvocati che sottoscrissero il ricorso pro
nale, la rappresentanza del Comune in giudicio, sia dottosi nell'interesse del fallimento Saredo, non va
esso attore o convenuto, non è però legittimo rap lendo a soddisfare al voto della legge, espresso nel
presentante dell'ente morale medesimo, salvo sia l'art. 522, l'essenza stessa del giudicio ne rimane vul

Il Foro Italiano — Volume X — Parte I - 47

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739 PARTE PRIMA 740

nerata e sorge una nullità che non potè essere sa oppositori, é atto di esecuzione capace d'interrom
pere la perenzione, l'instanza di nomina di Tin se
nata col fatto della notificazione del controricorso,
la quale sana soltanto la nullità di forma della no
questratalo giudiziale in luogo del debitore, come
disconoscere
tificazione del ricorso medesimo ; e perciò questo il carattere stesso nell'atto che la me
deve, in applicazione dell'art. 528 cod. proc. civ., desima qualità conferisce al debitore?
essere dichiarato inammessibile, a seconda dell'istanza D'altra parte, disponendo l'ultimo capov. dell'art.
fatta dal controricorrente Gaetano Ghio. 2085 che i menzionati effetti della trascrizione del
Per questi motivi, ecc. precetto vengono a cessare se l'istanza di spropria
zione sia stata abbandonata per lo spazio di un anno,
non saprebbesi veramente come conciliare questa di
CORTE DI CASSAZIONE DI TORINO
sposizione con quella dell'art. 566 cod. proc. civ., il
Udienza. 10 febbraio 1885; Pres. Eula P. P., Est. quale stabilisce invece una perenzione di soli 6 mesi,
Secco-Suardo, P. M. Torti (conci, confj; Durando se non ammettendo che, interrotta mediante la tra
(Avv. Palberti, Piccinini e Giordano) c. De Gre scrizione la perenzione dei 6 mesi, incominci quella
gorio (Avv. Cerruti, Yegezzi, Bruno, Alessio e nuova e più lunga di un anno. Supporre che, pe
Villa). rento il precetto, il quale è l'atto iniziativo del pro
Esecuzione immobiliare — Trascrizione del pre cedimento esecutivo, possano tuttavia sussistere, per
cetto — Interruzione delia perenzione (Cod. civ., uno scopo che nemmeno saprebbe immaginarsi, gli
art. 2085; cod. proc. civ., art. 566). effetti della sua trascrizione, è supporre poco meno
che l'assurdo
La trascrizione del precetto interrompe la peren
Invano si dice che la trascrizione è una formalità
zione di 180 giorni di cui all'art. 566 cod. pi~oc.
civ. (1). puramente destinata a dare pubblicità all'atto di
precetto, ed a renderlo efficace dirimpetto ai terzi.
La Corte, ecc. — Sul mezzo quinto: Attesoché con L'immobilizzazione dei frutti non è cosa che inte
questo mezzo si risolleva la nota questione se la ressi solamente i terzi; essa può essere della mede
trascrizione del precetto sia atto d'esecuzione capace
sima importanza anche pel creditore procedente, e
d'interrompere la perenzione speciale stabilita dall'art.
lo è in regola generale per gli altri creditori iscritti,
566 cod. proc. civ.
che pure sono interessati, non semplici terzi, nel
Siffatta questione fu già ripetutamente risolta in
giudicio di spropriazione, il quale può anche essere
senso affermativo da questa o da altre supreme ma
da ciascuno di essi proseguito in caso di negligenza
gistrature del regno, né le ragioni che ora si ap
del primo (art. 575 cod. proc. civ.,); giacché i frutti
pongono valgono a convincere del contrario. contribuiscono, come si disse, ad aumentare la somma
Non può infatti negare la ricorrente, non possono
da dividersi, e senza l'immobilizzazione potrebbero
negare coloro che in dottrina sostengono la opinione scomparire.
da lei propugnata, che a termini dell'art. 2085 cod.
E se nella mente del legislatore, come risulta dalle
civ., scritto sotto il titolo Della spropriazione for
relazioni ministeriali citate nel ricorso, potè bale
zata degli immobili, la trascrizione del precetto, e
nare l'idea che anche la sola intimazione del pre
la sola trascrizione, produce i seguenti effetti:
cetto potesse bastare per togliere al debitore la di
1° Di immobilizzare i frutti dei beni indicati nel
sponibilità dei beni, fu però riconosciuto, e il testo
precetto, affinchè siano distribuiti unitamente al prez
dell'art. 2085 non ne permette il dubbio, che per ot
zo dei beni stessi;
tenere praticamente un tale effetto era necessaria
2° Di togliere al debitore la disponibilità dei beni
la trascrizione. Tant'è che non dal giorno dell'inti
e dei frutti, riducendolo alla condizione di un sem
mazione del precetto, ma dalla sola data della sua
plice sequestratario giudiziale.
trascrizione il divieto è operativo. Se poi, come si
Ora, se scopo di tutto il procedimento esecutivo è
aggiunge, la trascrizione del precetto non è un atto
quello di realizzare i beni del debitore e convertirne
separate, distinto dalla notificazione, ma un acces
il prezzo nel soddisfacimento dei suoi creditori, come
sorio, un complemento del precetto, mentre però non
negare il carattere di atto di esecuzione alla tra
si nega che è necessariamente posteriore, per verità
scrizione, la quale appunto ha per effetto di sotto
non si riesce a comprendere come mai essendo pure
porre al procedimento di espropriazione i frutti dei
beni da subastarsi e di aumentare in tale modo la
produttivo di effetti affatto proprii e distinti, gli si
possa negare quel carattere processuale che meglio
somma di prezzo da distribuirsi fra i creditori ?
si appalesa nel precetto stesso.
Se, come é concordemente ammesso dagli stessi
La trascrizione del precetto in sostanza è n^l giu
dicio d'esecuzione immobiliare ciò che nel mobiliare
(1) V. in senso conforme la stessa Cassazione 31 dicembre 1881 (Foro
it. 1881, I, 537) eia Corte d'appello di Milano 21 febbraio 1883è (Foro
il pignoramento; l'unae l'altro costituiscono il pe
gno ag
it. 1883,1, 660). Alle sentenze richiamate ivi nella nota dobbiamo giudiziario. Ora come da nessuno si nega che il
giungere le seguenti, anch'esse conformi a quella che ora pubblichiamo:
pignoramento interrompa la perenzione dell'art. 566,
Cass. Roma 30 giugno 1883; App. Palermo,23 giugno 1883; App. Casale
23giugno 1883; App. Catania 12 novembre 1883 (Foro il. Rep.quanto
1883, ai mobili, non vedesi ragione per cui non si
voce Esecuzione immobn. 76, 79-83) e 16 maggio 1882; e App.debba
Vene attribuire lo stesso effetto alla irascrizione
zia 9 febbraio 1882 (id, id. 1881, detta voce, n. 88, 89). quanto agli immobili.

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