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Udienza 3 aprile 1879, Pres. Vigliani P. P., Est. Bicci, P. M. Miraglia (Concl. conf.

) —
Guarducci e Comp. (Avv. Mari e Biagini) c. Compagnia Florence Land (Avv. Corsi)
Source: Il Foro Italiano, Vol. 4, PARTE PRIMA: GIURISPRUDENZA CIVILE E COMMERCIALE
(1879), pp. 1211/1212-1213/1214
Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARL
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/23085251
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1211 PARTE PRIMA 1212

quali ebbe Laa Corte, ecc. — Attesoché niun dubbio che la So


formare i
essere censurata cietà Florence Land ecc. si costituisse
sein Inghilterra;
non
tutti i documenti dichiarasse d'avere in Inghilterra la sua sede; e sta
stessi
importanza bilisse in Italia un semplice domicilio elettivo;
decisiva, e
zamento; e Checosì,da ciò peraltro non consegue
se che la compe
non
7 giugno tenza a dichiarare il didella
1877 lei fallimento non risiedesse
Cur
d'altronde viene richiamata nel rescritto 14 giugno nei Tribunali d'Italia, quante volte in Italia essa ave
della Delegazione provinciale di Verona, di cui la sen il suo principale stabilimento (art. 544, cod. di comm
tenza si occupò nei suoi motivi; e molto meno sussi Che ritenendo pure colla sentenza, che la Socie
stono quelle contraddizioni che al dire del ricorso ebbe sempre in Londra i suoi uffizi, i suoi libri, il
equivarrebbero a difetto di motivazione, poiché noncentro della sua amministrazione e dei suoi affari, non
può scorgersi contraddizione nell'aver detto non po poteva peraltro negarsi, per la evidenza del fatto,
tersi la causa decidere coi soli titoli, come insufficienti
che, malgrado questo centro direttivo, tutta la di lei
per sè a dimostrare l'indole del patronato, e l'essersi attività commerciale doveva esplicarsi in Italia, e non
ciò nonostante fondata sui documenti prodotti in causa; già con operazioni temporarie e transitorie, ma col
e non è vero che abbia ritenuto il patronato come di l'acquisto di terreni, colla fabbricazione d'interi quar
viduo o collegiale nei figli di Francesco, dopo averlo tieri in Firenze, che andavano poi a costituire per lei
dichiarato di sua natura individuo. quel patrimonio che era stato l'unico scopo della sua
Quanto poi al rimprovero di avere la sentenza ar creazione; perlochè ben poteva affermarsi che in Italia
gomentato la qualità di legittimo possessore del pa e non in Inghilterra essa avesse quel principale stabi
tronato in Francesco Stoppazzola, in base a fatti e limento commerciale, che attribuisce al Tribunale del
documenti che lo dinotavano come un semplice ammiluogo la competenza a dichiarare il fallimento;
nistratore, è facile scorgere che con tal mezzo si cen Attesoché, peraltro, da ciò prescindendo, aveasi nel
sura un giudizio di fatto della sentenza, e che richia caso una posizione particolare creata alla Società col
merebbe la suprema Corte all'esame e alla interpreregio decreto del 10 aprile 1868. Essa, per operare le
tazione dei documenti stessi, il che eccederebbe i limiti galmente nel regno, non aveva bisogno d'alcuna spe
della sua competenza. Sotto tutti gli aspetti adunqueciale autorizzazione in Italia, giacché, ad assicurarle
il ricorso deve essere rigettato; questo diritto, stava la già conclusa e pubblicata con
Per questi motivi, ecc. venzione internazionale tra l'Italia e la Gran Bre
tagna. Non per tanto ella volle, per suoi Ani parti
lari, ottener dal Governo italiano una speciale aut
CORTE DI CASSAZIONE DI FIRENZE.
rizzazione, e la ottenne col ricordato decreto del 1868
Udienza 3 aprile 1879, Pres. Vigliani P. P., Est. Bicci,ma subordinata a certe condizioni, prima tra le quali
P. M. Miraglia (Conci, conf.) — Guarducei e Comp.fu quella che: « il domicilio legale della Società nel
(Avv. Mari e Biagini) c. Compagnia Florence Land « regno s'intenderà stabilito nella città dove risiede
(Avv. Corsi). « il comitato italiano che la rappresenta »;
Fallimento — Competenza — Momtcilio — Società Che quando il Governo impose alla Società la con
straniera. dizione d'avere stabilito in Italia il domicilio legale,
non intese già d'un semplice domicilio elettivo, perchè
Nel giudizio di fallimento è autorità competente quella
questo era già stato dalla Società stessa costituito in
del luogo in cui il fallito teneva il proprio domi
Firenze colla nomina del comitato fatta nel 5 agosto
cilio legale.
1867, ma sì del domicilio vero quale è definito dalla
Per domicilio legale non è a intendersi nel giudizio
legge : volle cioè, che di fronte al Governo e di fronte
di fallimento un semplice domicilio elettivo, ma
ai terzi, dovesse considerarsi avere la Società la sede
quello reale, e cioè il luogo ove l'oberato teneva la
principale dei propri affari ed interessi in Italia (art. 16,
sede principale dei suoi affari ed il suo principale
cod. civ.) Ebbe forse ad osservare il Governo non es
stabilimento di commercio.
sere la Società Florence Land ecc. una delle comuni
Per dichiarare il fallimento di una società anonima
Società la cui attività si svolge ordinariamente nel solo
costituita all'estero, ma avente nello Stato la sede
campo del credito, ma esser diretta per tutto il ter
principale ed il legale domicilio, è competente il
ritorio italiano all'acquisto di terreni, alla costruzione
Tribunale di commercio del domicilio stesso. (1) di fabbriche, alla creazione insomma d'una massa di
beni immobili, intorno ai quali sarebbonsi venuti ad ag
(1) Vedi in proposito Fiore, Il fallimento nel diritto internazionale
gruppare tanti interessi dei cittadini del Regno,
'privato, cap. II, 15; Carle, La dottrina giuridica del fallimento; che
non era conveniente di lasciar senza tutela. Ond'è che
De Rossi, La esecrazione delle sentenze e degli atti delle autorità
straniere.
il Governo stesso, se da un lato diede alla Società quella
Il progetto pel nuovo Codice di commercio ha accolto la massima
stessa; vedi infatti l'art. 224.
piena libertà d'azione che domandava, volle per l'altro
nell'interesse
Consulta la sentenza 8 maggio 1877 della Corte d'appello di Milano
generale che, rimanendo pur fermo il di lei
domicilio in Inghilterra (su di che al certo nulla avrebbe
nella causa Sindaci del fallimento Giraud c. Fantoli (Mon. giud., Ve
nezia, 1877, 443). potuto statuire), di fronte però ad esso, come di fronte

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1213 GIURISPRUDENZA CIVILE E COMMERCIALE 1214

ai terzi, essa avesse a considerarsi avere stabilito il per la medesima causa, ossia la dichiarazione dello
suo domicilio in Italia, e come se la sede del comitato stesso diritto. (1)
in Italia fosse la vera sede di lei; Il convenuto allora soltanto avrebbe ragione di im
Che questo concetto è confermato dall'altra condi pugnare questo sistema quando gli riuscisse dan
zione che la Società non potesse emettere titoli al por noso, rendendo più complicata e più lenta la lite. (2)
tatore senza averne riportata l'autorizzazione dal Go Nella specie più contribuenti possono con un solo atto
verno sotto le norme e condizioni vigenti sulle Società convenire in giudizio il Comune per ricuperare la
nazionali per azioni. Non saprebbe infatti intendersi tassa eli' essi sostengono indebitamente pagata sopra
come il Governo avesse potuto impedire alla Società i rispettivi edifizi destinati all'industria. (3)
una libera emissione di titoli al portatore permessa Il giudicare se le domande contenute nell'atto di ci
dallo statuto sociale, se non avesse considerato la So tazione siano o meno indeterminate, costituisce una
cietà stessa come avente la sua sede nel regno, e così questione di mero fatto incensurabile in Cassa
pari alle altre Società nazionali. E neppure saprebbe zione.

intendersi, senza ammettere questo concetto, come il


La Corte, ecc. — Sul ricorso dalla sentenza 27 ago
Governo avesse potuto sottoporre la Società alla sua
sto 1878 della Corte d'appello di Venezia;
vigilanza, e per di più costringerla alla contribuzione
Considerando che Gaetano Lugo ed altri 17 nego
delle spese all'uopo occorrenti; zianti convennero avanti il Tribunale civile il sindaco
Attesoché non potesse qui sollevarsi il dubbio, che
del Comune di Verona perchè lo condannasse a res
pur traspare dalla denunziata sentenza, se cioè, di
fronte alla convenzione internazionale fra l'Italia e la
Gran Bretagna, avesse potuto il Governo italiano(1-3)
im La sentenza denunciata della Corte d'appello di Venezia, 27 ag
porre quelle condizioni alla Società; imperocché, quante sto 1878, può leggersi nel Monit. giud. di Venezia (1878, 579), ne
Temi veneta (1878, 593) e nel Bettini (1879, 136).
volte è certo in fatto che la Società stessa fu quella
Una specie molto simile a quella decisa dalla sentenza che pubbl
che implorò il decreto ; che, ottenutolo, l'accettò senzachiamo fu proposta dinanzi la Cassazione di Torino. Più negoziant
proteste o reclami; mal potrebbe oggi, per evitarne erano riuniti a domandare con un solo atto di citazione le indennità
gli effetti, disconoscerlo e considerarlo come non av che rispettivamente credevano loro dovute dall'Amministrazione delle
ferrovie dell'Alta Italia per avaria di merci loro inviate, durante i
venuto. E tanto meno il potrebbe, quando, sulla base
trasporto. Ma quella Corte suprema, con decisione 19 gennaio 1872
di questo, il Comune avea proceduto a stipulare con [Annali, 1872, 121), giudicava che non era procedibile tale domanda
essa il contratto di concessione e d'accollo; osservando che l'interesse comune richiesto perchè due o più persone
Attesoché dovendosi, per le fatte osservazioni, rite possano legittimamente promuovere una causa con un solo atto di c
tazione, altro non può essere se non quello che autorizzerebbe l'uno
nere che la Società, tanto pel Governo, quanto pei cit a intervenire nella causa che fosse stata dall'altro isolatamente pro
tadini italiani, ha il suo domicilio legale in Italia, ne mossa (cod. proc. civ., art. 201), non quell'interesse che si verifica
segue, che a dichiarare il di lei fallimento, non altri quando ciascuno spieghi un'azione tutta sua propria, quantunque chiami
Tribunali sieno competenti, tranne quelli italiani; il Tribunale a risolvere una questione eguale per tutti.
Del pari la Corte d'appello di Venezia, con sentenza 25 giugno 1874,
Attesoché la Corte d'appello, essendo scesa in un
in causa Levi c. Prefetti di Venezia e di Treviso (Eco trib., Venezia,
concetto diverso per avere alle parole domicilio le XXV, 183), dichiarava non essere regolare il giudizio cumulativo pro
gale, aventi un significato giuridico, attribuito erro posto da più danneggiati dai fatti di una guerra, i quali con un solo
neamente il senso di semplice domicilio elettivo, avea libello chiedevano una somma complessiva rappresentante l'importo
dei danni da ciascuno di essi sofferti.
violato l'art. 16, cod. civ. e l'art. 941, n. 1, cod. proc.
Si avverta peraltro che nella specie trattavasi di danni prodotti d
civ. ; e ciò bastava perchè senza occuparsi degli altrifatti di guerra separati e diversi per tempo e per luogo ; ma la stessa
mezzi di ricorso, la di lei pronunzia dovesse esser cas massima sarebbesi da quella Corte probabilmente seguita anche se s
sata , fosse trattato di danni derivanti da un fatto unico, dappoiché nel mo
Per questi motivi, cassa la sentenza denunziata, ecc. tivato della sentenza si dice che l'antico principio plures actiones uno
libello cumulavi nequeunt non fu abbandonato dalla nostra legge.
Invece la Corte d'appello di Brescia, con giudicato 9 febbraio 187
[Annali, 1870, 615), decise in termini identici alla Cassazione fioren
tina, ammettendo che possono più attori con un solo atto di citazione
CORTE DI CASSAZIONE DI FIRENZE. proporre le loro domande, sia che queste si fondino sopra un titol
unico, sia che si fondino sopra titoli distinti e anche diversi, speci
Udienza 6 marzo 1879, Pres. Vigliani P. P., Est. Bandi,
mente poi se tutte quelle domande si riferiscano alla risoluzione d
P. m. Gloria — Comune di Verona (Avv. Miche un'identica questione di diritto.
lozzi) c. Lugo ed altri (Avv. Trevisani e Calde La Corte d'appello di Casale, con sentenza 18 agosto 1875, pur am
rara). mettendo il cumulo degli attori, lo riconosceva possibile quando dalla
loro collettività non venga turbato l'ordine e la forma del giudizio
Citazione — l'i» parti — Atto unico — Cumulo indagine questa rimessa all'ufficio del giudice.
<li azioni — Restituzione di tasse indebitamente Oltre a quelle ora citate, vedi in materia: App. Brescia, 22 otto
bre 1872 (Mon. trib., Milano, 1872, 1223); App. Torino, 11 giugno 187
pagate — Apprezzamento «li fatto (Cod. prOC. CÌV.,
(Giurispr., Torino, 1875, 527), e quelle indicate nel nostro Repertorio
art. 74). anno 1876, voce Citazione, n. 25, 26.
Consulta inoltre la bella monografia dell'avv. E. Calderara, Sulla
Più individui si possono fare attori nel medesimo li cumulazione di più azioni proposte da attori diversi e dipendenti da
bello, tanto se chiedano la stessa cosa o una parte titoli distinti nel medesimo giudizio, pubblicata nel Mon. giudiz. di
della stessa cosa, quanto se chiedano cose diverse Venezia, 1878, 545.

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