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ATTACCO ED EMISSIONE DEL SUONO VOCALE

(Note e vocali particolarmente adatte alle prime emissioni):


Ottenuta una certa sicurezza della buona funzione respiratoria, si procede all'attacco del suono.
Si abbassa la mascella inferiore (...) si tiene la lingua morbidamente distesa (in stato di perfetta
decontrazione) e con la punta appoggiata leggermente contro i denti incisivi inferiori; si arrotondiscono
la bocca e le labbra come per pronunziare la vocale "o" e si emette il suono stabilito. (...)
Perchè l'attacco del suono possa avere tutte le qualità richieste e l'emissione risulti buona, occorre
facilitare il còmpito del bambino, ponendolo nelle condizioni più favorevoli.
Ciò si otterrà, innanzi tutto, scegliendo un suono della sua tessitura vocale media e facendo eseguire
delle emissioni lente, su di un'unica nota e con la vocale "o". I suoni più indicati sono: MI b - MI - FA -
FA # [in chiave di violino].
Con queste emissioni su di una sola nota, con la vocale e senza preoccupazioni di ritmo, il bambino
può convergere tutta la sua attenzione sulla qualità dell'emissione e sull'intonazione del suono.

OSSERVAZIONI SULLE VARIE VOCALI


La vocale, la cui emissione è più semplice — per il fatto che richiede minori contrazioni delle parti mobili
della bocca — è la vocale "a"; ma (...) i bambini tendono spesso ad aprire troppo la bocca
nell'emissione della vocale "a", di modo che essa risulta alquanto aperta e sguaiata: in tal caso
conviene far arrotondare un poco le labbra, in modo che la vocale si avvicini 'lievemente' al suono dell'
"o" chiaro. (...) questa considerazione non toglie che si possa, opportunamente e con profitto, alternare
l'uso dell' "a" (rotonda, armoniosa) con quello dell' "o".
(...) Ma i bambini, cantando, manifestano spesso la tendenza ad aprire eccessivamente la bocca (...)
Per questo, coi bambini, è consigliabile iniziare gli studi di emissione vocale piuttosto con la vocale "o"
(alquanto chiara e tendente verso l' "a"), oppure con la vocale "a", pronunciata arrotondata, con un
suono tendente verso l' "o".
Anche la vocale "e" [come la "o"] ha due suoni: "è" (chiaro o aperto) ed "é" (scuro o chiuso). Nei
vocalizzi è bene che il primo non assuma caratteri troppo marcati, come tendono spesso a dare i
bambini; l' "é" non deve risultare troppo piatto (coi denti troppo chiusi), ma acquistare un suono più
rotondo e pastoso, tendente 'alquanto' verso il suono dell' "oe" francese (tenere i denti più aperti e le
labbra più in avanti). Questo arrotondamento del suono — detto anche "neutralizzazione" delle vocali
— va particolarmente curato nelle emissioni di maggior intensità (quanto più il suono è forte), per
togliere al canto il carattere sguaiato, che potrebbe derivare.
La vocale "i" non deve essere troppo stridente; in tal caso si corregge, dando ad essa un suono
tendente piuttosto verso l' "u" francese.
La vocale "u" è di facile emissione; basta osservare che non venga emessa troppo tubata (cosa che
raramente fanno i bambini): in tal caso non c'è che da far aprire un poco la bocca, verso la posizione
dell' "o".

[Luigi Cocchi - "L'insegnamento del canto ai bambini", 1936]

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