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a cura di
Elisa A.G. Arfini e Cristian Lo Iacono
© Copyright 2012
EDIZIONI ETS
Piazza Carrara, 16-19, I-56126 Pisa
info@edizioniets.com
www.edizioniets.com
Distribuzione
PDE, Via Tevere 54, I-50019 Sesto Fiorentino [Firenze]
ISBN 978-884673127-0
Avvertenza 7
I Simon Watney
Lo spettacolo dell’AIDS 53
II Judith Butler
Atti perfomativi e costituzione di genere:
saggio di fenomenologia e teoria femminista 75
IV Sandy Stone
L’“Impero” colpisce ancora:
un manifesto post-transessuale 133
VI Lauren Berlant
La sfera pubblica intima 175
IX Lee Edelman
No Future 245
X Leo Bersani
Vergogna 271
Bibliografia 303
Glossario 327
1. Parentele strutturali
ciò che crea la donna è una specifica relazione sociale con un uomo
[…] una relazione a cui le lesbiche si sottraggono rifiutando di diven-
tare o rimanere eterosessuali (Wittig 1992 [1980]: 19).
è sul versante del sesso che bisogna cercare le verità più segrete
dell’individuo; che là è possibile scoprire meglio ciò che è e ciò che
lo determina; e se nei secoli abbiamo ritenuto di dovere nascondere le
cose di sesso perché erano vergognose, sappiamo adesso che è il sesso
stesso a celare le parte più segrete dell’individuo: la struttura dei suoi
fantasmi, le radici del suo io, le forme del suo rapporto con il reale
(Foucault in Barbin 1997: 179).
4. Affetti antisociali
5. È «finita»!
Ringraziamenti
altri frutti, altre letture e traduzioni queer. Fatti salvi tutti questi
debiti nei confronti di un’idea collettiva e anche di una concreta
partecipazione collettiva alla produzione del libro, tutte le man-
chevolezze e gli errori sono da ricondurre alla responsabilità
della curatrice e del curatore.
Note
1 Va notato che la maggior parte di questi autori ha ricevuto una formazione e
collocazione accademica nel campo delle discipline letterarie e di letteratura comparata.
Dal punto di vista della pratica teorica di stampo continentale, questo genere d’inter-
venti rappresenta un’insolita trasgressione dei tradizionali confini disciplinari.
2 Non saremmo sinceri se non ammettessimo che la scelta di uno scritto sul matri-
monio gay vuole essere un modo indiretto per intervenire nel dibattito della comunità
LGBT italiana, da anni arenatosi su questa questione. Scritto nel 1999, questo articolo è
già un pezzo di storia.
3 Per un ampio inquadramento dei cultural studies v. i fondamentali Nelson e
Grossberg 1988, e Grossberg, Nelson e Trichley 1992, nonché i numerosi reader pro-
dotti successivamente, tra cui During 1993, Rajan et al. 1995, Gelder 2007.
4 Magistrale, in questo senso, è l’esegesi svolta da Spivak (1985) su Jane Eyre di
Charlotte Brontë ([1943] 1997) e sul suo “prequel”, il Grande Mare dei Sargassi di Jean
Rhys (1980), in cui la studiosa mette in luce il rimosso (figurale e narrativo) colonia-
le che legittima la costruzione della figura femminile emancipata in Brontë. In ambi-
to queer, la più perversa lettrice del canone letterario è probabilmente Eve Sedgwick
(1985) che rileva, nonostante il nascondimento, l’ubiquità e la necessità strutturale del
desiderio omoerotico (maschile) nel canone angloamericano e francese.
5 Per una rassegna (di stampo sociologico e sul contesto britannico) di contributi
di studi lesbici in un mondo “post-lesbico”, si veda il numero monografico di Sexuali-
ties curato e introdotto da Farquhar e Wilton (2000), in cui si affronta anche la proble-
maticità del rapporto tra studi lesbici e queer.
6 Relativamente a questo punto è possibile, seppur in misura meno esplicita e più
difficilmente rintracciabile, riconoscere un debito del queer anche nei confronti degli
studi sociologici di stampo etnografico ed etnometodologico, influenzati dall’interazio-
nismo simbolico e dalla sociologia urbana della scuola di Chigaco, sui ruoli di genere e
i copioni sessuali (McIntosh 1968; West e Zimmerman 1987; Kessler e McKenna 1978;
Garfinkel 1967; Goffmann 1976; Simon e Cagnon 1984).
7 Numerosi sono i contributi storici disponibili per chi volesse approfondire de-
terminati aspetti o periodi nella storia americana come Adam 1995; D’Emilio e Estel-
le 1988; Jay e Young 1992. Per il periodo della Seconda Guerra Mondiale, si veda in
particolare Bérubé 1990. Per il periodo 1940-1970 si veda D’Emilio 1983. Uno studio
importante sulla comunità lesbica è di Kennedy e Davis 1993.
8 Per un interessante lavoro sulle strategie politico-affettive di ACT-UP si veda
Gould 2009. Un magistrale saggio di sociologia della conoscenza di Steve Epstein, intesse
le storie della ricerca scientifica, dei gruppi di pazienti, e della politica di ACT-UP a
partire dall’inizio dell’epidemia (Epstein 1996).
9 Solitamente ci si riferisce al primo volume della Storia della sessualità (1976). Per
(2006) sul Suriname che descrive una particolare configurazione dei vincoli sociali e
sessuali, in base ai quali le donne appartenenti alle fasce di popolazione più povere
intrattengono relazioni sessuali con altre donne, senza che queste si definiscano né
possano essere definite “omosessuali”, e – contemporaneamente o in successione –
relazioni strumentali con gli uomini, che a loro volta non possono essere assimilate al
concetto occidentale di “prostituzione”. Le donne descrivono questa configurazione
relazionale non in termini identitari ma come un comportamento che crea piacere,
discostandosi così dalla concezione occidentale di identità sessuale che, essendo un
descrittore sociale per noi fondamentale, è anche tendenzialmente fisso e poco mal-
leabile.
11 Per una riflessione sulle modalità di azione della norma, si può consultare l’ope-
Riferimenti bibliografici
Adam, Barry, 1995, The Rise of the Gay and Lesbian Movement,
Twayne Publishers, New York.
Ahmed, Sara, 2004, The Cultural Politics of Emotion, Routledge, New
York.
Ahmed, Sara, 2010, The Promise of Happiness, Duke University Press,
Durham.
Alexander, Jonathan, 2002, “Introduction to the Special Issue:”, in
International Journal of Sexuality and Gender Studies, 7, 2-3, Queer
Webs: Representations of LGBT People and Communities on the
World Wide Web: 77-84.