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ANIMA, DNA EGENOMA

Due sono i punti da mettere ulteriormente a fuoco.


Il primo: la chiave per comprendere il funzionamento delle frequenze poste, sulle quali sto tuttora
indagando. Non posso ancora formine i valori etani e sicuramente, prima di conoscerne tutte le
varianti e le possibilità, trascorreranno anni; tuttavia il loro meccanismo di funzionamento sembra
chiaritoli secondo: l’Anima, interrogata sul perché scelga una persona e non un’altra, dice che è
questione di geni. Sostiene d’interagire con l’interno del DNA: alcuni soggetti vanno bene, mentre
altri non sono adeguati poiché vibrano secondo frequenze diverse dalla sua.
Tra l’altro gli interpellati si esprimono tutti allo stesso modo: sostengono che c’è incompatibilità
genetica con gran parte della razza umana, la quale non può quindi avere Anima; le frasi che usano
sono diverse ma, in sintesi, alla fine la percentuale delle persone dotate di Anima si attesta intorno
al 25%.
Le espressioni utilizzate per rispondere alla domanda “Quante persone hanno l’Anima?” dopo che
l’addotto in ipnosi abbia affermato di propria volontà che non tutti gli esseri umani ce l’hanno, sono
state:
1 Meno del 50%.
2 Attorno al 30%.
3 II 20%.
4 Circa il 25%.
5 Pochi.
6 Molto pochi.
7 Non tutti.
8 Di preciso non so, ma pochi.
Le variazioni sono probabilmente attribuibili all’assenza dell’asse del Tempo e, di conseguenza, alla
difficoltà di quantificare.
Il DNA è una molecola semplice (assolutamente semplicissima anche da un punto di vista
strutturale) costituita da tre parti fondamentali: il desossiribosio, i gruppi fosfato (sotto forma di
esteri organici) 1 le basi azotate (quattro in tutto) che si alternano con frequenze precise. L’alternarsi
delle basi azotate contiene le informazioni che permettono al DNA di funzionare e di costruire le
opportune catene di amminoacidi, i polipeptidi.
Detto così sembra semplice ma, se si guarda il DNA con l’occhio dell’ingegnere genetico, si scopre
che interessanti proprietà spaziali sono insite nella struttura di questa molecola. Da una serie di studi
effettuati sul DNA umano, si evince che ancora nessuno è riuscito a comprenderne il vero
funzionamento.
Sì sa che il 10% circa di quella struttura macromolecolare serve alla sintesi dei polipeptidi. E il resto
(spazzatura è il termine per mezzo del quale viene generalmente definita questa parte del DNA; è
evidente che, invece, serve a qualcosa… tuttavia credo fermamente che lo scopo della sua esistenza
non sia affatto chiaro).

La struttura del DNA appare, all’occhio attento del Chimico, come una scala a chiocciola
estremamente regolare. Un giro completo delle due eliche, che sono sfalsate tra loro, avviene circa
ogni dodici scalini (la struttura del DNA è una molla che non ha una precisa lunghezza, ma oscilla.
È assolutamente probabile che non si tratti di dodici scalini esatti, ma il problema è difficilmente
risolvibile perché, se tento di analizzare il DNA, devo prenderlo e tirarlo fuori dall’ambiente nel
quale si trova andando a mutare il suo stato magnetico e termico. Dunque non riuscirò mai a vedere
la molecola così com’è al naturale), cioè ogni dodici interazioni tra le basi puriniche e pirimidiniche
delle due eliche che lo compongono. La distanza tra un vertice e l’altro, cioè la larghezza della
doppia elica, è di circa 20| angstrom (1 angstrom = IO-10 m) e la lunghezza di un giro completo è di
circa 34 angstrom. Questi valori, misurati con i raggi X, sono abbastanza imprecisi essendo la
macromolecola del DNA in continua vibrazione, come evidenziato dalla spettroscopia infrarossa. In
definitiva, quindi, il DNA ci appare più come1 una molla che come una scala a chiocciola.
Stranamente, 12 (il numero di scalini che compongono un giro completo dell’elica) diviso per 20
(diametro dell’elica stessa) fornisce come risultato 0.6, laddove 0.618 è la mantissa del numero
aureo. E ‘possibile che i dati relativi al DNA – ufficialmente il giro completo delle eliche avviene
ogni 10,5 scalini – siano stati appositamente misurati in condizioni non ottimali proprio per evitare
certe osservazioni? Esistono ulteriori esempi che conducono a questo sospetto, come, per
esempio, l’abbandono del sistema MKS – soppiantato dal CGS – nelle misurazioni fisiche,
nonché l’alterazione della scala musicale nella quale il DO di oggi non corrisponde più a
quello di un tempo e certe frequenze musicali sono state stranamente spostate. Ad esempio, la
vera frequenza del FA DIESIS QUINTO era di 314.16 Hz. Oggi non è più così…
Se si esamina la struttura del DNA con uno strumento elettronico, ci si accorge che può essere
paragonato ad una doppia bobina formata da due fili che si avvolgono intorno a un luogo di punti
centrale, l’asse del DNA. Bisogna infatti ricordare che i legami chimici sono formati da zone di
spazio nelle quali alcuni elettroni si muovono generando campi elettromagnetici localmente forti. In
altre parole, il DNA è una struttura in grado non solo di emettere informazioni (attraverso
conformazioni che sono la base costituente di una catena di peptidi), ma è anche una vera e propria
antenna che riceve e trasmette campi elettromagnetici.
Di questi aspetti del DNA la scienza ufficiale tende a non interessarsi. Alcune scuole di pensiero
new age si sono invece recentemente scatenate nel dire idiozie sul DNA a dodici eliche che
servirebbe all’Uomo per essere immortale. Nulla di tutto questo ha una sia pur minima base logica.
Invece viene da pensare che le misure del DNA siano legate alla sezione aurea e al Pi Greco, cioè
che l’Universo sia stato costruito tutto con le stesse regole.
IL GENOMA E L’ANIMA
“ L’ultima teoria del padre del DNA :   l’anima è fatta solo di neuroni ”
  “Ormai è dimostrato che la coscienza nasce da reazioni biochimiche del cervello : non vi è niente
di sovrannaturale”
(La Repubblica)
Il genoma umano sta diventando l’equivalente moderno e secolare dell’Anima? È nella
costellazione di geni che compongono il suo DNA l’essenza dell’uomo? A porre queste domande,
anzi ad avanzare questa provocazione, è stato, qualche settimana fa sulla rivista americana Science,
lo svizzero Alex Mauron, biologo molecolare e di bioetica in forza all’Università della Scuola
Medica di Ginevra.
Domande tempestive. Provocazione utile. Perché intorno al DNA umano e al suo recente
sequenziamento integrale sta nascendo una nuova metafisica: la “metafisica genomica”, per dirla
con Mauron. Una visione del mondo che individua nel DNA, nuda ed essenziale, la nostra natura
umana. Nella “metafìsica genomica”, infatti, il DNA è l’elemento fondante ed esaustivo
dell’identità di un’intera specie e di ogni suo singolo individuo. In questa visione, noi siamo il
nostro DNA. È il genoma che ci conferisce la nostra “umanità”. Insomma, sostiene Mauron, il
genoma è diventata la versione moderna dell’Anima. Anche se è un’Anima secolare e persino
materiale.

L’Anima? Non è altro che una particolare combinazione di neuroni del cervello. Mettendo fine a
secoli di lotte tra scienza e religione, Francis Crick, padre del DNA, ha pubblicato sulla rivista
scientifica britannica “Nature Neuroscience” uno studio destinato a far discutere. Nel cinquantesimo
anniversario della scoperta del DNA, che gli valse il Nobel insieme al suo collega James Watson, lo
scienziato attacca ogni ipotesi metafisica proponendone una organicistica. «La convinzione
scientifica – ha più volte detto il padre del DNA – è che le nostre menti, il comportamento dei nostri
cervelli, possono essere interamente spiegati dall’’interazione delle cellule cerebrali». Anni di
sperimentazione, di studi su pazienti con lesioni al cervello, di test su animali e di ricerche
psicologiche hanno permesso allo scienziato di arrivare all’essenza stessa dell’Anima. Alcuni degli
elementi più di rilievo provengono dallo studio e dalla cura di pazienti epilettici.
«È evidente che la coscienza nasce da reazioni biochimiche del cervello», ha detto da parte sua
Christopher Koch, professore di scienza neurologica all’Istituto di Tecnologia della California e co-
autore dello studio.
La ricerca descrive il modo in cui diverse parti del cervello si fondono Luna con l’altra per creare
un senso di coscienza, quello che i credenti chiamano Anima. «Per la prima volta – si legge nello
studio – abbiamo uno schema co-ergente per i correlati neurali della coscienza in termini filosofici,
psicologici e neurali». In vista delle prevedibili polemiche, la Chiesa è già scesa in campo.
Il reverendo Michael Reiss, professore di scienza alla University of London, ha minimizzato la
portata della scoperta di Crick, che avrebbe solo scoperto le componenti neurologiche della
coscienza: “È come dire che una cattedrale è un ammasso di pietre e vetro: è vero, ma è semplicista
e non rende l’idea». Il professor Crick, che ha 86 anni, in passato ha detto più volte che un giorno
l’umanità intera avrebbe dovuto accettare il concetto che Anima e promessa di vita eterna non
esistono, un po’ come un tempo dovette accettare che la Terra era rotonda.
Dunque anche la scienza ufficiale ha capito che questo problema necessita di chiarimenti che, per
un indagatore aperto, potrebbero venire proprio da ciò che è emerso nelle ipnosi regressive.
Le menti degli addotti, infatti, sembrano con!” ’re molte informazioni pro-venienti sia dalle
conoscenze delle menti aliena (MAP), sia dalle memorie a lunghissimo termine delle componenti
umane (soprattutto dell’Anima e dello Spirito).
Ad esempio, uno degli addotti (titolo di studio: terza media) mi disse in ipnosi che, per connettere
stabilmente l’Anima al DNA, e quindi per non far più morire il corpo, occorreva una proteina che si
chiamava TrTs.
Ebbene, esistono realmente alcune proteine della classe TrTs (acronimo di “Transferase
Terminale”). Si tratta di molecole che, guarda caso, servono per legare al DNA certe altre particelle.
Strano, vero?
Un’altra addotta, della quale avevo isolato Anima, disegnò il DNA così come lo vedeva. Ne risultò
un’immagine che si potrebbe considerare classica tranne che per un’eccezione: all’interno delle due
eliche “normali” c’era qualcos’altro, tanto da far sembrare che le eliche, in realtà, fossero tre.
Nel disegno comparivano anche alcune palline ai bordi delle eliche esterne, perfette
rappresentazioni delle molecole di cristallizzazione dell’acqua intorno al DNA.
Nessuna trasmissione televisiva o testo di biologia disegna, di solito, questi oggetti. Oltre a questo,
l’addotta in questione non aveva alcuna idea di come il DNA potesse essere fatto.
FONTE
Corrado Malanga – Alieni o Demoni
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