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Arte&Cultura

18 L’ECO DI BERGAMO

1984 1985 1986 1987 1988

Andrea Lucchesini Louis Lortie Jorge Bolet Carlo Maria Giulini François-Joël Thiollier

LA STORIA Bolet suonò da solo a causa dello sciopero dell’ensemble Rai

Concerto senza orchestra


I
l XXI Festival pianisti- chestra del Festival sotto la
co segnò il ritorno del guida di Agostino Orizio.
Romanticismo sulla sce- Non mancarono nemmeno
na musicale delle due città pagine di Haydn e Mozart
sorelle. L’edizione del 1984, alla «prima», con la Sinfonia
dedicata a «La Sonata e il in do minore e la Sinfonia
Concerto in epoca ro- concertante in mi bemolle
mantica», fu quella del de- maggiore per violino, viola e
butto di un diciannovenne orchestra. Gli archi solisti
Andrea Lucchesini. furono quelli di Uto Ughi e
L’anno precedente il gio- Dino Asciolla.
vane pianista toscano vin- Il 1986 fu l’anno dell’uni-
se il Premio «Dino Ciani» e ca esibizione al Festival di
si presentò al Festival in Jorge Bolet (1914-1990). Il
una pagina a lui particolar- pianista dell’Avana aprì la
mente gradita, il Concerto in kermesse dedicata ai due
si bemolle minore per pia- celebri Franz della storia
noforte e orchestra di della musica, nell’edizione
Cajkovskij. Ad accompa- del «Pianoforte di Liszt - Le
gnarlo nell’impervio brano grandi Sonate di Schu-
del compositore russo c’era bert». L’assenza alla «prima»
l’Orchestra filarmonica del- dell’Orchestra sinfonica del-
la Scala affidata alla bac- la Rai di Torino - a causa di
chetta di Yuri Temirkanov. uno sciopero - non permise
Stroncato - ingenerosa- l’esecuzione del Concerto in
mente - da parte della criti- mi bemolle maggiore e del-
ca specialistica, l’Eco sotto- l’arcaica Totentanz (con le
lineò come Lucchesini esibì sue reminiscenze del Dies
«un pianismo di inconsue- irae), storici cavalli di bat-
ta potenza evocatrice capa- taglia lisztiani di Benedetti
ce di sfidare, grazie a un vir- Michelangeli. In un pro-
tuosismo non sempre im- gramma completamente ri-
macolato ma solido ed es- voluzionato, Bolet propose
senziale, ogni problema tec- un recital in buona parte
nico e strumentale» e si mo- meditativo, segnato da bra-
strò meritoriamente «inca- ni del Secondo libro degli
pace di ridurre il proprio ge- «Années de pèlerinage» e dal-
neroso slancio interpretati- la raccolta delle Consola-
vo nei consueti limiti di una tions. Un Liszt intimistico,
pur ragionevole sicurezza forse meno noto e frequen-
esecutiva». Fu una grande tato quello portato al «Do-
«prima», merito anche di nizetti» dal grande pianista-
un’orchestra «in grado di in- didatta d’Oltreoceano, le cui
traprendere e sviluppare un esecuzioni sembrarono «ca-
Il pianista cubano Jorge Bolet e, in alto, Grigory Sokolov
percorso interpretativo per- late in un’atmosfera fatta di
fettamente coordinato e in- una cantabilità sommessa,
Al Festival dell’86 l’assenza


tegrato in ogni frangente»,
che consentì al pianoforte
g intensa e quasi angosciata
- scrisse L’Eco di allora - di
«di corrispondere sempre al- foto dell’Orchestra della Rai di Torino sonorità pastose e morbide,
le vivaci e incisive perora- di un tocco lieve e delicato,
zioni orchestrali». L’ensem- non permise l’esecuzione del Concerto di un fraseggio preciso e im-
ble scaligero propose inol- in mi bemolle maggiore di Franz Liszt e dell’arcaica mediato, capace di porge-
tre una convincente «e a re all’ascoltatore con raffi-


tratti entusiasmante» rilet- nata semplicità ogni frase
tura della cajkovskijana
«Totentanz», con le sue reminiscenze g1 musicale». L’anno di Schu-
Quarta sinfonia in fa mino-
re.
del «Dies irae» foto bert registrò inoltre l’ultima
performance di Richter al
«Il Settecento tra clavi- Festival e i significativi con-
cembalo e pianoforte» fu il niel Chorzempa e del diret- zioni del Primo, del Terzo e certi di Paolo Bordoni (il
tema che accompagnò il tore Georges Prêtre alla te- del Quinto concerto di quarto dei cinque al Piani-
XXII Festival, in concomin- sta dei «Wiener sympho- Beethoven. stico), di Dezsö Ranki (a
tanza dell’Anno europeo con niker», la compagine che, La serata d’apertura ri- Brescia, il primo), di Ber-
la musica. Tra i nomi più nel 1979 a Vienna sotto la propose proprio il Primo con- man (l’ultimo) e di Michele
prestigiosi ascoltati nell’85 guida di Giulini, accompa- certo che il canadese Louis Campanella (il settimo dei
sono da annoverare quelli gnò Benedetti Michelangeli Lortie - Premio «Busoni» suoi dieci recital).
di Vladimir Ashkenazy, Da- in straordinarie interpreta- nell’84 - eseguì con l’Or- An. Sp.

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