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18 L’ECO DI BERGAMO
Andrea Lucchesini Louis Lortie Jorge Bolet Carlo Maria Giulini François-Joël Thiollier
“
tegrato in ogni frangente»,
che consentì al pianoforte
g intensa e quasi angosciata
- scrisse L’Eco di allora - di
«di corrispondere sempre al- foto dell’Orchestra della Rai di Torino sonorità pastose e morbide,
le vivaci e incisive perora- di un tocco lieve e delicato,
zioni orchestrali». L’ensem- non permise l’esecuzione del Concerto di un fraseggio preciso e im-
ble scaligero propose inol- in mi bemolle maggiore di Franz Liszt e dell’arcaica mediato, capace di porge-
tre una convincente «e a re all’ascoltatore con raffi-
”
tratti entusiasmante» rilet- nata semplicità ogni frase
tura della cajkovskijana
«Totentanz», con le sue reminiscenze g1 musicale». L’anno di Schu-
Quarta sinfonia in fa mino-
re.
del «Dies irae» foto bert registrò inoltre l’ultima
performance di Richter al
«Il Settecento tra clavi- Festival e i significativi con-
cembalo e pianoforte» fu il niel Chorzempa e del diret- zioni del Primo, del Terzo e certi di Paolo Bordoni (il
tema che accompagnò il tore Georges Prêtre alla te- del Quinto concerto di quarto dei cinque al Piani-
XXII Festival, in concomin- sta dei «Wiener sympho- Beethoven. stico), di Dezsö Ranki (a
tanza dell’Anno europeo con niker», la compagine che, La serata d’apertura ri- Brescia, il primo), di Ber-
la musica. Tra i nomi più nel 1979 a Vienna sotto la propose proprio il Primo con- man (l’ultimo) e di Michele
prestigiosi ascoltati nell’85 guida di Giulini, accompa- certo che il canadese Louis Campanella (il settimo dei
sono da annoverare quelli gnò Benedetti Michelangeli Lortie - Premio «Busoni» suoi dieci recital).
di Vladimir Ashkenazy, Da- in straordinarie interpreta- nell’84 - eseguì con l’Or- An. Sp.