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1 Introduzione storica
Il calcolo infinitesimale, la teoria dei limiti e il loro calcolo sono le basi di tutta la
matematica. Buona parte dei propblemi che verranno presentati qui di seguito
occuparono i matematici (di cui ricordiamo grandi nomi con Leibnitz, Darboux,
Weiestrass, Fermat, Pascal e Barrow) fino alla seconda metà del 1600, creando
le basi di quella che oggi è conosciuta come matematica settecentesca. La mate-
matica settecentesca, diede poi grandi possibilità di sviluppo sia per quanto ri-
guarda la fisica, sia per quanto riguarda gli aspetti matematici generali. Infatti
la matematica dell’ottocento e del novecento sono strettamente legate alle basi
messe da quella del settecento. Gli argomenti quindi sfociano forse nel punto più
alto della matematica, in particolare dell’analisi e della geometria differenziale.
In analisi la trattazione moderna di Holder, Minkovsky, Sobolev e Swartz del
concetto di funzione generalizzata (termine che su alcuni libri di fisica viene più
volte usato impropriamente) ha permesso una nuova visione dei problemi lega-
ti alle soluzioni delle equazioni differenziali alle derivate parziali dando
ipotesi debolissime.1 Nel campo della gematria differenziale, che trova i suoi
maggiori esponenti in Reimann, Ricci, Christofell, Einstain (defunti) mentre in
vita abbiamo D. Klemm e S. Hawking, hanno permesso uno sviluppo immenso
della teoria della Relatività Generale e quindi costruire modelli matematici
sempre più sofisticati per comprendere gli eventi di alcuni oggetti esotici al
nostro pensiero come , stelle, buchi neri, galassie attive ecc....
Infine concludo questa parentesi storica con la grande teoria unificatrice delle
stringhe presentata per la prima volta nel 1970 dai fisici Yoichiro Nambu, Hol-
ger Bech Nielsen, e Leonard Susskind i quali presnetano una teoria che seppure
non è stata ancora verificata da fatti sperimentali, è di un’architettura mate-
matica altamente barocca ed è terreno fertile per lo sviluppo di nuove teorie
e metodologie matematiche che vengono via via sviluppate per far fronte ai
vari problemi che la fisica delle stinghe presenta. Uno dei più grandi esponenti
europei è Dietmar Klemm, e insegna Relatività Generale presso l’Università
degli Studi di Milano.
1 A differenza del metodo con le serie di Fourier che limitava il problema a condizioni
estremamente restrittive, come la necessità di convergenza uniforme delle serie ecc.... che nel-
l’approccio distribuzionale possono essere aggirate. Infatti definendo l’operatore differenziale
in uno spazio di Sobolev, non risulta essere più chiuso e quindi tutti i teoremi di convergenza
che nell’approccio di Fourier erano necessari che scambiare integrale e sommatoria, oppure
per scambiare derivazione e sommatoria, non sono più necessari.
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2 Topologia della retta R
Dato un generico spazio X definire una topologia su X vuol dire:
-) Definire una nozione di misura;
-) Definire una nozione di convergenza;
-) Dare conseguentemente, una definizione di insieme aperto
per quanto riguarda il nostro studio, a noi interessa definire sulla retta rea-
le intervalli aperti ed intervalli chiusi.
La metrica adottata è quella euclidea questo vuol dire che se x1 e x2 sono due
punti dell’asse reale allora la distanza tra i punti è definita come:
d(x1 , x2 ) = |x1 − x2 | (1)
Quindi abbiamo una prima definizione:
Def1: La metrica adottata nel nostro spazio (R, d) è quella euclidea. Definire
una metrica vuol dire definire una distanza che ha da intendersi come:
a, b ∈ R =⇒ d(a, b) = |a − b| (2)
Def2: Dato lo spazio (R, d). Sia X ⊆ (R, d) definisco x0 punto interno ad X
se:
∃ε > 0 : (x − ε, x + ε) sia tutto contentuo in X (3)
Def3: Dato lo spazio (R, d). Sia X ⊆ (R, d) definisco x0 punto accumulazione
di X se:
\
∃ε > 0 : (x − ε, x + ε) X 6= ∅ (4)
Def4: Dato lo spazio (R, d). Sia X ⊆ (R, d) dico che X è un insieme aperto
se è tutto costituito da punti interni
Def5: Dato lo spazio (R, d). Sia X ⊆ (R, d) dico che X è un insieme chiuso
se è tutto costituito da punti di accumulazione
Def6: Siano due spazi topologici generici (X, d) e (Y, d). sia f una funzione
definita nel seguente modo: f : X → Y . Successivamente possiamo definire
unaclasse di aperti U su X e una classe di aperti V in Y . Se:2
∀ε > 0∃δ > 0 : ∀x ∈ Uε (x0 ) =⇒ f (x) ∈ Vδ (f (x0 )) (5)
2 con U (x ) intendo dire, L’intorno sferico APERTO! U di raggio epsilon centrato nel
ε 0
punto x0
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allora dico che la funzione f in x0 ammette limite, ed è f (x0 )
Definizioni metriche
Le definizioni che seguono sono tutte pensate nello spazio (R, d) e considerando
una funzione f definita come f : R → R.
cioè
∀ε > 0∃M : ∀x : |x| > M =⇒ |L − f (x)| < ε (7)
Def8: limite Finito per x → x0 : Sia f : R → R dico che al tendere di x
a x0 la funzione ha limite finito L se: ESISTE un intorno di x0 cioè ∀x ∈
|x − x0 | < δ con δ > 0 tale che per ogni x appartenente all’intorno ho che
|L − f (x)| < ε con ε piccolo in modo arbitrario
Formalmente scrivo:
lim f (x) = L (8)
x→x0
cioè
∀ε > 0∃δ : ∀x ∈ |x − x0 | < δ =⇒ |L − f (x)| < ε (9)
Def9: limite Infinito per x → x0 : Sia f : R → R dico che al tendere di
x a x0 la funzione ha limite infinito (∞) se: ESISTE un intorno di x0 cioè
∀x ∈ |x − x0 | < δ con δ > 0 tale che per ogni x appartenente all’intorno ho che
|f (x)| > M con M grande in modo arbitrario
Formalmente scrivo:
lim f (x) = ∞ (10)
x→x0
cioè
∀M > 0∃δ : ∀x ∈ |x − x0 | < δ =⇒ |f (x)| > M (11)
3 intornodi +∞ = (M, +∞) con M grande a piacere;
intorno di −∞ = (−∞, −M ) con M grande a piacere;
intorno del punto x0 = (x0 − ε, x0 + ε) con ε piccolo a piacere;
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Def10: limite Infinito per x → x∞ : Sia f : R → R dico che al tendere di x
a ∞ la funzione ha limite infinito (∞) se: ESISTE un intorno di INFINITO
cioè ∀ |x| > P con P > 0 grande a piacere, tale che per ogni x appartenente
all’intorno ho che |f (x)| > M con M grande in modo arbitrario
Formalmente scrivo:
cioè
3 Primi teoremi
Avendo dato tante definizioni ora possiamo applicarle per poter dimostrare al-
cuni teoremi particolarmente interessanti.
Dim: La dimostrazione del teorema viene condotta per assurdo, quindi per
assurdo supponiamo che:
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Th2: Del confronto (o delle due Carabiniere)Siano date tre funzioni
f (x),g(x) e h(x) con la condizione tale che ∀x ∈ [a, b] si ha che f (x) ≤ h(x) ≤
g(x) allora se:
q.e.d
+∞ + ∞ = +∞ ; −∞ − ∞ = −∞ (24)
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potenza superiore rispetto al secondo, allora in risultato sarà −∞ se invece il
secondo infinito ha una potenza maggiore allora il risultato sarà +∞.
K K K K
k∈R; +
= +∞ ; − = −∞ ; = 0− ; = 0+ (26)
0 0 −∞ +∞
0 ∞
= indecisione!! ; = indecisione!! (27)
∞ 0
∞ 0
= indecisione!! ; = indecisione!! (28)
∞ 0
altre forme di indecisione riguardano anche le scritture: Un altro caso di in-
decisione che si inconra, nel modo specifico quando si tratta di determinare il
numero e di nepero, è la seguente:
1∞ = indecisione!!! (29)
Per i casi di indecisione (27) e (28) (si noti che i casi di indecisione (27) possono
essere ricondotti con passaggi algebrici ai casi di indecisione (28) ) è interes-
sante enunciare un teorema molti interessante. L’utilità di questo teorema
non è tanto calcolativa, infatti solitamente applicare questo teorema ai limi-
ti che presentano casi di indecisione del tipo (27) - (28) non sempre porta a
risolvere l’indecisione, e in molti casi complica di parecchio i conti. Nono-
stante tutto questo teorema trova un’applicazione calcolativa nei limiti con le
funzioni integrali in cui la sua applicazione semplifica di parecchio le cose.
Detto questo enunciamolo:
quindi il limite del rapporto, converge allo stesso limite del rapporto delle
derivate.
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Funzioni trigonometriche:
sin ϑ sin nϑ n
lim =1 ; lim = (31)
ϑ→0 ϑ ϑ→0 mϑ m
Dim:
Considro la circonferenza goniometrica, allora da semplici osservazioni geome-
triche posso dire che:
sin ϑ < Rϑ < tan ϑ ma R = 1 è la crf di raggio unitario (32)
divido tutto per sin ϑ posso farlo in quanto io considero solo un semipiano
aperto (poi estendo a tutto il piano sfruttando la disparità della fuznione seno)
ϑ 1
1< < (33)
sin ϑ cos ϑ
inverto la monotonia:
sin ϑ
cos ϑ < <1 (34)
ϑ
sono nella condizione del teorema del confronto ! infatti ho che f (x) < h(x) <
g(x) la f (x) = cos ϑ e la g(x) = 1. La f (x) per ϑ → 0 tende banalmente a 1 ,
la g(x) è identicamente sempre 1, quindi anche la h(x) tenderà a 1 al tendere
di ϑ → 0
1 − cos ϑ
lim =0 (35)
ϑ→0 ϑ
Dim:
1 − cos ϑ 1
lim = (38)
ϑ→0 ϑ2 2
Dim:
8
x
1
lim 1+ =e (41)
x→∞ x
a b
lim 1+ x = eab (42)
x→∞ x
1
bx
lim (1 + ax) = eab (43)
x→0
ln(1 + x)
lim =1 (44)
x→0 x
Dim:
ln(1 + x) 1
lim = lim ln(1 + x) x = ln e = 1 (45)
x→0 x x→0
loga (1 + x)
lim = loga e (46)
x→0 x
Dim:
loga (1 + x) 1
lim = lim loga (1 + x) x = loga e (47)
x→0 x x→0
ax − 1
lim = ln a (48)
x→0 x
Dim:
Effettuo la sostituizione: z = ax − 1 =⇒x = loga (z + 1)
z 1 1
lim = lim loga (z+1)
= = ln a (49)
z→0 loga (z + 1) z→0 loga e
z
sinh x
lim =1 (50)
x→0 x
cosh x cosh x
lim = +∞ ; lim = −∞ (51)
x→0+ x x→0− x
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(1 + x)α − 1
lim =α (52)
x→0 x
Dim:(facoltativa)
Qui di seguito presentiamo la dimostrazione del limite notevole con uno svilup-
po di Taylor. La formula del polinomio di Taylor è definita in questo modo:
α2 2
(1 + x)α = 1 + αx + x + o(x2 ) (54)
2!
quindi rimettendo tutto nel limite:
1 + αx + o(x) − 1 αx
lim = lim =α (55)
x→0 x x→0 x
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