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LOTTE GRECO- MACEDONICHE E LA CONQUISTA ROMANA

Cosa era la lega Etolica? Cosa era la lega achea?

Dopo la morte di Alessandro Magno (323 a. C.) raggiungendo la propria definitiva


affermazione politica all'indomani della sconfitta inferta ai Celti invasori nel 279 a. C. Il
prestigio acquistato valse agli Etoli l'ingresso nella anfizionia delfico-pilaica e permise loro
di svolgere un ruolo politico di prim piano. Il koinón si andò da allora progressivamente
ingrossando, dopo la vittoria riportata a Cheronea. Nel 243 a. C., approfittando di un
conflitto tra l'Elide e gli Acarnani, gli Etoli intervennero nel Peloponneso annettendo l’
Arcadia. Conservato in seguito gran parte del loro prestigio, estesero la loro influenza, anche
a città estranee alla lega, come Lisimachia in Tracia, ma nessuna delle guerre in cui
successivamente furono coinvolti in funzione antiachea e antimacedonica tornò a loro
vantaggio. Ostili alla Lega Achea si affiancarono ad Antigono Gonata nella guerra contro
Arato per il possesso dell'Acrocorinto, ma furono gravemente sconfitti a Pellene in Acaia
nel 241 a.C. Con la Macedonia si mantennero in buoni rapporti fino alla morte di Antigono
Gonata (239
a. C.) che segnò l'inizio della rottura tra le due potenze; quindi per un decennio furono in
conflitto con Demetrio II che nel 236 a. C. tolse loro la Beozia, la Focide e la Locride. Ma la
decadenza effettiva degli Etoli ebbe inizio quando Achei e Macedoni si allearono
contro di loro nella cosiddetta guerra sociale (219-217 a. C.), che vide Filippo V invadere il
territorio etolico, e devastare i luoghi sacri di Termos e che si concluse con una pace di
compromesso (Pace di Naupatto) sulla base dello status quo.
Contro i Macedoni, gli Etoli si allearono nel 212 con i Romani nella I guerra macedonica (il
testo del trattato ci è giunto in un'epigrafe), ma furono costretti a una pace separata che
indebolì la loro posizione. Dopo essere stati cobelligeranti dei Romani nella II guerra
macedonica, delusi nelle loro
ambizioni espansionistiche nella Tessaglia già macedone a causa della proclamazione della
libertà e indipendenza di tutti i Greci si rivolsero nel 192 a. C. ad Antioco III di Siria,
eleggendolo proprio stratega contro i Romani.
Ma, dopo la sconfitta di quest'ultimo alle Termopili, rimasti soli a sostenere la guerra in
Grecia contro i Romani, persero Ambracia a opera di Fulvio Nobiliore e furono costretti a
sottomettersi ai Romani: il koinón fu ristretto nell'ambito dell'antico territorio etolico,
limitato nella sovranità e costretto a pagare forti riparazioni di guerra. L'importanza politica
del koinón era ormai finita.

La lega etolica si affermò in età ellenistica, dopo aver contribuito a bloccare l'invasione
celtica della Grecia centrale nel 279 a.C. Gli etoli entrarono così a far parte dell'anfizionia
delfico-pilaica, acquistando un potere e un peso politico che gli permisero di inglobare una
grande quantità di territori. La lega era ora all'apice della sua potenza. Ma questa "età
dell'oro" era destinata a vita breve. La lega achea era una Confederazione di epoca
ellenistica della città greca dichiara nel Peloponneso settentrionale e centrale. La storia della
lega achea entra nel vivo nel 229 a.C, data di inizio della guerra cleomenea contro Sparta.
Nel 222 a.C lo stratego Arato, in grave difficoltà, fu costretto a chiedere l'aiuto del re
macedone Antigono III Dosone per combattere i Lacedemoni a Sellasia. Gli Spartani furono
sconfitti e il loro re Cleomene III fu costretto alla fuga, mentre i Macedoni ristabilirono il
loro controllo sul Peloponneso, in alleanza con gli Achei.
Nel 220 a.C la lega achea si scontrò con la lega etolica; questo conflitto fu chiamato "Guerra
sociale" e terminò con la pace di Naupatto. Il giovane re Filippo V di Macedonia, schierato
dalla parte degli Achei, alla conclusione delle ostilità convocò una conferenza panellenica a
Corinto, dove condannò l'aggressione etolica.
Dopo la morte di Arato, fatto probabilmente assassinare dallo stesso Filippo V, e la sconfitta
macedone da parte dei nuovi alleati Romani (197 a.C.), la lega achea, guidata da Filopemene
di Megalopoli, riuscì a sconfiggere definitivamente Sparta, eliminando il tiranno Nabide e
prendendo il controllo dell'intero Peloponneso. Filopemene fu successivamente catturato dai
Messeni in rivolta, che lo costrinsero al suicidio (183 a.C.). Messene fu riconquistata l'anno
successivo dal successore di Filopemene, lo stratego Licorta.
1. Descrivi la guerra tra Sparta e la lega Achea.
Mentre sembrava che le due Leghe dovessero iniziare un’azione comune per l’indipendenza
della
Grecia, L’antico spirito particolaristico, che aveva così a lungo tenuta divisa la penisola,
suscitò
dapprima un aspro conflitto tra Sparta e la lega Achea , e poi tra la lega achea e la lega
etolica,
che rese vano ogni proposito si scrollare il giogo macedone.
Sparta, benchè avesse sempre conservato la propria indipendenza, si trovava da tempo in
critiche
condizioni interne per la progressiva concentrazione della proprietà in mano di pochi, ciò
che aveva
provocato da un lato la crescente diminuzione dei cittadini spartani che potevano esercitare
la
milizia, e dall’altro un diffuso malcontento tra gli antichi spartani, che, vedendosi privati dei
loro diritti,
inclinavano a far causa comune coi Perieci e con gli Iloti.
Il re Cleomene III per salvare la patria dall’imminente rovina, compì allora una radicale
riforma,
distribuendo di nuovo la terra tra 4500 spartani, e accordando i diritti politici a 4000 Perieci.
Egli,
avendo così rinvigorito l’esercito, volle far riprendere a Sparta la sua egemonia sul
Peloponneso, e
perciò riprese le armi contro la lega achea, che aveva allora come stratega Arato.
La lega achea chiede dunque aiuto alla macedonia, che, con a capo Antigono Dosone, riesce
a
sconfiggere Sparta.
2. Descrivi la prima guerra macedonica.
La prima guerra macedonica (215-205 a.C.) scoppiò in relazione alle vicende della seconda
guerra
punica.
Subito dopo la battaglia di Canne, infatti, sembrandogli la Repubblica romana sull’orlo del
tracollo,
Filippo V di Macedonia strinse un’alleanza con Annibale.
Roma reagì chiamando a raccolta i vari nemici che Filippo aveva sia in Grecia (primi fra
tutti la Lega
etolica) sia in Asia Minore, come il regno di Pergamo; i Romani non poterono intervenire
con forze
rilevanti perché duramente impegnati da Annibale in Italia.
La prima delle tre guerre macedoniche si concluse con la pace di Fenice (205 a.C.).
La prima guerra macedonica venne combattuta da Roma, alleatasi con la lega etolica contro
Filippo V di macedonia, nel momento in cui era impegnata a combattere la seconda guerra
punica
contro Cartagine.
La Macedonia era il più forte stato ellenistico e vedeva con preoccupazione l'ingerenza
romana
sulla Lega Etolica e sulla Grecia in genere.
Filippo temeva soprattutto l'espansione di Roma lungo le coste illiriche, cominciata con
l'attacco
alla regina Teuta e proseguita con la parziale conquista dell'Illiria, dove era dislocata una
flotta
romana, comandata prima da Marco Valerio Levino e poi da Publio Sulpicio, anche per
controllare
i movimenti del re macedone.
Filippo V intervenne contro queste forze. Scoppiò così la prima guerra macedonica: da una
parte
Filippo V con l’alleata lega achea, dall'altra la lega etolica con il supporto romano.
Vennero coinvolte anche le diplomazie di Atene da una parte e di Rodi dall'altra.
La guerra non fu segnata da battaglie decisive e fu formalmente conclusa con la Pace di
Fenice,
firmata nella città di Fenice nel 205 a.C.
Essa segnò il definitivo ingresso di Roma nel mare Egeo e nella politica del Mediterraneo
Orientale.

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