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Franco Bontempi
TECNICA DELLE COSTRUZIONI - FACOLTA' DI INGEGNERIA - UNIVERSITA' SAPIENZA - Prof. Ing. Franco Bontempi
TECNICA DELLE COSTRUZIONI - FACOLTA' DI INGEGNERIA - UNIVERSITA' SAPIENZA - Prof. Ing. Franco Bontempi
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TECNICA DELLE COSTRUZIONI - FACOLTA' DI INGEGNERIA - UNIVERSITA' SAPIENZA - Prof. Ing. Franco Bontempi
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TECNICA DELLE COSTRUZIONI - FACOLTA' DI INGEGNERIA - UNIVERSITA' SAPIENZA - Prof. Ing. Franco Bontempi
276 F. Bontempi e P.G Malerba
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MESH
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+ Y
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SEZIONE SINGOLO SETTO
LX
x 10
5
sola armatura ordinaria
9) armatura
1) ordinaria e cavi
Tiro su Sforzo Deformazion"
ciascuna iniziale i"i;i;t;--"
lama
(kry) (kN/cmq)
'46'.7 1'
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gl 1?ggo 80. o 2I .-2078_03
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322 12 Problemi di instabilitd
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q
Ftg, tf,l Jrn
awiene chg o-"* = fy, In altri termtni questa condi4ione, .che ha I'apparenza
ai verificiti resistenla, b assrrnta corne indicatrice {ellfautentico feno'
""a p.ticoloso, che d quello della instabilitb senza biforcazione,
*"rro
pertanto la veiificu di si",roezza prende la forma (pag, !7,9 del volune
sulle Costruzioni di acciaio)
vN
-+.+ /
VN"
vN\
(ft
A
w\l N" /
nsTlsturA s$,lzA
Nu Ne
J4n
N
INSTABILITA DELL'EOU ILIBRIO
N"z
Fig. 12.3
,t=
M;b
Fig.l2.4
12.4 La relaz.ione M-N-I/r 325
Fig. 12.5
9-
dalla retta M""t: N(e * y,"); il momento interno dal diagramma curvilineo.
Se la retta del momento esterno interseca la curva del momento interno nei
punti I e 2, il punto 1 rappresenta una condizione di equilibrio stabile,
perchb aumentando y- risulta M.r, ( M1',1, rn€fltre il punto 2 rappresenta una
condizione di equilibrio instabile, perch6, aumentando y-, risulta
Mi,,t ) M".,. Se aumenta l'eccentricitb i punti I e 2 si awicinano, fino ad
incontrarsi nel punto 3, in corrispondenza del quale viene meno la possibi-
lith di avere una configurazione di equilibrio stabile, perch6, comunque si
faccia variare y-, risulta M""t ) Mir,r.
Nella figura 12.5 sono note la forzanormale N e la eccentricith e si vuole
determinare la lwnghezza critica I.. dell'asta.
Le tre rappresentazioni corrispondono a modi diversi di descrivere lo
stesso fenomeno e conducono agli stessi risultati.
Esr. N{
4
Fig. 12.6 E
326 12 Problemi di instabtlitd
/
da cui:
,i
NN
+-v+-
.EJ, e:0
Y,,"
EJ
y ='a'sinfn x/l)
fi
Pef# =ll2'si ha Y= a sin
-2'
Per x: l, risulta'y: a sin 7Cn - 0
Valutiamo ora lA curvatura:
M:Mr*Mz
in cui Mr b il momento del I ordine ed M2 b il momento aggiuntivo Y?: \u'
Note Ie caratteristiche geometriche e meccaniche della sezione
di base e
nota la relazlone M - 11 - 1/r correlativa, il massimo momento del r ordine
che la colonna Pud soPPortare vale:
Mr:M-0,4N(1/r)s2
,1
,,/ (Nat = Nnot)
TANGENTE
ALLA CURVA
,/ lna2 /
'tA
^t"t./'
|tz= a.4 N (rlq*
PARALLELA
ALLA RETTA
Mz
Fig.l2.9
12.6 Metodi apProssimati 329
POTTUTEA DELLA
SEZroN E
,l
Fig. 12.10 tr
edificisenza spostamenti orizzontali dei piani e siano vincolati in maniera
monolitica alle travi o alle solette in corrispondenza di entrambe le estremi-
ta.
M: Mr(1/1 - P/PE),
tn cul:
PE- nzF,Jll2.
(g= €c -€s \ (+ =
ruru /o uhJ'*-
-T-t 4,5%.
3.57
/oo
sto#
Fig. l2.ll
330 12 Problemi di instabititd
€1 -€r*9"*Hs/N.
o-n CAPITOLO 5
')lz
5.2.1.4.1 Metodo a
Quando il calcolo delle strutture b svolto con il umetodo delle tensioni am-
missibili, le N.I. suggeriscono I'uso del cosidetto metodo o, che nato ori$inaria-
mente per le strutture metalliche b stato esteso a quelle in cemento armato.
--1-
I
lrt
F=1
I
---+
I
Ji
raggio d'inerzia della sezione trasversale nel piano d'instabili-
Ai' .it6,con
,
J, e Al momento d'ineruia ed area della sezione omoge-
neizzata.
Nell'e strutture in c.a. il fAggio d'inerzia non d necessariarnente quello mini-
mo della,sezione, perch6 spbsso I'instabilith, secondo tale piano b impedita da al-
tri elementi strutturali (fig. 5.8).
T-
I
'i'"
I
t=r/a, I
_L_
*
Tannlm 5.1
50 1,00
70 1,08
B5 r,32
100 L,62
t20 2,28
r40 3,00
dalla quale si vede come la verifica d'instabiliti interessa per valori di ir > 50.
374 CAPITOI,O 5
.ITJJ]I'JIIITJ]IN [I1]I]TTTJT]]NT
JIIIIffiTTT]TI-TI JIIIITJFTITNTTN
loo 2I
F-2
N N
A A b)
B Mb
t.-
Fig. 5.19 - Diagrammi dei momenti in un pilastro sollecitato alle estremith.
1
(5.r2)
N
llrt
dove: xf .
Eo J
", t5.13)
":T
b il carico critico di Eulero per la snellezza relativa al piano di flessione, nel qua-
le si assume un modulo di elasticitd del con$lomerato ridotto:
E* 0'4 E,
":
p€f ctrr:
N;: 3.94 !+ L;
(5.14)
Per pilastri vincolati solo alla base (fig. 5.10 a), ad esempio una pila da pon-
te incastrata al blocco di fondazione e libera in cima, M b il momento massimo;
per i pilastri vincolati alle due estremitd, se iI momento varia linearmente tra i
valori estremi Moe M,, (fig.5.10 b), come awiene nei pilastri di un telaio (fig.
5.11), iI calcolo va fatto per il momento:
M_ (5.15)
376 cAPrrol,o t
.
Nella verifica a pressoflessione, in luogo di N. va considerato tr{, se piri sfavo-
revole.
5.2.L4.I.3 Ese,m,pio.
Si debba verificare la pila da ponte la cui sezione b riportata nella fig. 5.I2;lapila in-
castrata alla base e libera in cima, b alta L: 47,00 m; b sollecitata da uno sfbrzo normale N
: 1729 t e da due momenti, non contemporanei M,,,: 5871 t'm ed Mr: 5BB7 t'm.
lru
r 460 l. I
l,,
'r8o
x
,r-p
l+-
-r
x': ]*:
1,0708
87'78
x,,: ff-:68,48
1,4819
1-
Nt Aj nolu
k
Assunto E": 300 000 kglcmz, risulta per la (5.14):
Nu(il: 13 098 t
e quindi:
c: L,l522B A,ASztq
Le sollecitazioni critiche con cui va verificata la sezione valgono pertanto:
N,:2378,7 t
M,.:6764,5t/m 5g?t 115 , Ll 65tw
VeriJica sul piano diflessione r.
tr\
In tale caso:
a
c
:1,05372
:1,07403
,5 3,aq"i?'q
--- - l.P| ? ll
ed
N" :
1822,0
M,.: 6323,5
t
t.m !t, , 'loo'6rDc
q._'-
lore
tt'qloo'\"
, 75051 k
s88T \olql 611 \1,,,-
(2,{,o?qt
D-O
Lrt() CAPITOLO 5
. o.(*)
colt: ",
F,7: sollecitanioni e/o deformazioni prodotte dalle azioni esterne di calcolo
tenuto conto degli effetti del secondo ordine.
*,,
/r\ e deformazioni ultime delle sezioni.
I * /,resistenza
Gli elementi monodimensionali a sezione costante vengono considerati
"snelliu quando la snellezza massima risulta maggiore della snellezza limite l,*:
L
r:+>?rt!"
n''ri*
Per le Norme Italiane:
+ 15
r* - 60.1 P,
l Nd/Aj
p: percentuale geometrica di armatura
A": area del con$lomerato
N4: forza normale di calcolo.
rispetto al metodo at compaiono come elementi carattefizzantila snellezza,Iare-
sistenza della sezione W,J e la percentuale di armatura.
SnelIezze l" > 3 l.o sono da considerare pericolose e la valutazione della sicu-
rezzavafatta cqn metodi di verifica pii sofisticati di quelli di seguito illustrati.
Ven$ono di se$uito illustrati dei metodi semplificati di facile uso.
-hr
-J
H
EM2
Fig. 5.13 a - Schema di oolonna.modello.
ELEMENTI STRUTTURALI 379
(5.r5 b)
':(+)'+
in cui ! c tu curvatura massima in A.
R
Si pone n2: 9,86 = 10 ed essendo
Lo:2 L
si ha:
"1
6:0,4.r8
La deformata effettiva della colonna pub esprimersi mediante una serie di
Fourier: la (5.15 b) allora rappresenta il primo termine dello sviluppo in serie.
Cib pub fare intendere, nei vari casi, il grado di approssimazione della (5.15 b) e
del metodo della "Colonna Modello".
per una data sezione, percentuale di armatura, caratteristiche del conglome-
rato e dell'acciaio, mediante i procedimenti di cui al cap. 4, b possibile ricavare,
per un valore noto di N, Ia funzione M - } ,tt* 5.13 b); nella stessa figura b dise-
gnato (retta tratteggiata) la funzione:
1
M,--
.R
La (5.15 a), tenuto conto della (5.15 b), pub scriversi nella forma
Mr:Mn-0,4**" (5.15 c)
MI tn"*
./
Fig. 5.13 c - Esempio di Colonna Modello per asta incernierata a$li estremi.
+
cf
I +
Fig. 5.13 cl - Esempio di pilastro sogge[to al carico tli punta.
5.2.1.4.2.3 Es;e'mPio
t : VA
l+:r1,b2cm
e la snellezza clell'asta si ottiene quincli dal rapporto:
r: -L- : 1,
sb,b
Poiche risulta:
84 : l"+ < l. < B l"* : 102
necessita verifica ad instabilith della colonna.
A tal fine vengono ipotizzati i se$uenti legami costitutivi di calcolo dei materiali (li-
gura 5.13 e).
6*.0.85fcd
fvd
t.y
fvd
* :(+)/,
In lig. 5.13 f b rapprcscntato il cliagramma p-X per il definito valore di:
N,,
": ff: 0,303
Nella stessa ligura b tracciata la retta F:z-X, in cui p, momento clel II ordine adimensio-
nalizzat"o. Essendo:
M,:N(+)'+
*z.Mo_vN,, (*)' + +
F: :v.1,1 1 4,\, .x
[;,l
Risulta dal grafico che il massimo momento del I ordine disponibile si ha per una
curvatura:
: 1 0,0035ti
e vale
p, - 0,154
384 CAPITOLO 5
o
-Ftd
0.2
N
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I o.rs
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E
T o.t
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$ o.os
E
o o.oo1 o.oo2 o.@3 0.004 0.005 0.006 0.007 0.008 0.oo9 0.ol x
cunvatuna adimensionalizzata
Notazioni
6,0 Nel presente capitolo sono state usate le notazioni seguenti:
a :
inflessione laterale
Oest :
inflessione laterale assunta
b :larghezza di una sezione
C : fattore di sezione per la rigidezza a torsione
co : valore di C basato sulla teoria dell'elasticiti e sezione omogenea
d : altezza utile della sezione
ei e1i €2 : eccentricite
E,i E, : moduli di elasticitd
E.I :rigidezza a flessione
G : modulo di taglio
i : raggio giratorio
h : altezza totale della sezione
I : rrlorl€oto quadratico di superficie
L : luce
L" : luce libera d'inflessione
M : momento flettente
Mo : rrlofil€oto flettente del 1o ordine
M"s, Miry: Irlofilellto flettente esterno e interno
Mj : momento di nodo
N : sforzo assiale
N" : carico di svergolamento
N",, : carico critico
l/16 : curvatura di una trave, di un traverso
l/r"6 : curvatura di un pilastro, di un piedritto
sb : rigidezza di una trave
'a s"or : rigidezza di un pilastro
n : angolo
T : momento torcente
6 : deformazione angolare di torsione
L+o
: rnolll€flto flettente ridotto di calcolo, riferito ad ft
Vg : sforzo assiale ridotto di calcolo, riferito ad ft
9e : modulo effettivo di fluage
,1., : deformazione di torsione di Saint Venant.
r
/
d;gnaggie;a,.di,N" il carico di disturbo dir luogo-a una grande inflessionechg
quad;,,,non provochi la rottura, scompare .Solo parzialmente.guan$g +ttffi
di equilibrio- Il''
J"rA"i.ti" iiiiosso-"tllpilastro,rimanein una posizione inflessa :un
iiiffiil.jiitgo Me;i ;idit o in c qrrisp ondenza del quale' e siste a tale p o si zi one
infldssa di equilibrio b il carico di Svergolamento l/" '
preve-
Xet quaAro del metodo di calcolo-secondo la teoria dell'elasticitir, che
de piCcole.inflesSioni-iateiali, quando N d pit di N"
grande dette inflessior$
,ir"fi""", a"iponto di vista del ialcolo, infinitamente grandi e si usa dire che il,;r
tMl-
pud
Il fenomeno di instabilitir appena descritto d solo un esempio fra tanti. Si
infatti con tutta generalitir ali..*are che la brusca variazione nel carattere della
loro deformazione, che caratterizzalarisposta di molte strutture quando vengo-
no assoggettate a un processo di carico gradualmente crescente, non d dovuta
n6
al collaiJo dei materiali n6 ad altre alterazioni delle loro proprietir meccaniche.
La ragione va ricercata nel fatto che al crescere del carico, per un valore di
qu.rtJ, detto carico di svergolamento (o carico critico) della struttura, il modo
ji d.fo.*ursi di quest'ultima diventa instabile ed essa cerca allora un altro tipo
di deformata stabile. Il carico critico non d necessariamente il massimo carico che
la struttura pud sopportare, quantunque in molti casi i due carichi risultino
pressoch6 identici.
,Se,,it,brusco passaggio nel regime "iiiiioiitisi verifica
di deformazioni della struttura
qu4ndA itslptglialq'i,: egg elastico siij'arla di ,in'ti*d.
!'or4.'{ir1.-e.g.r
Figura 6.2
Svergolamento di un Por-
tule.
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6. Stato limite ultimo di instabilitd
Figura 6.3
-
Svergolamento spaziale di
un fabbricato a piit piani.
f--
Figura 6.4
Sv ergo I a men t o
sionole di una trave.
fl
s
esso- t o r -
:^:i:T:'11:,:.ltrj:.rificare
portanti j?li.tllr:
:ln11
da pilastri
jilr?
5 aT,rqa
anche.nei telai piani (tis. 6.2)e in tutte
e torri stabilizz^anii A". o.li
Per quest'ultimo tipo di strutture l,irnstabilitd
mazio,nidi'u..eo-t-u-.'t;i;?;;;'#;iil"r#",iJ:[".i'.:ili
di in:tab itir a c ti,
* ii ii,iu t fl
le strutrure
I
l
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6. Stato limite ultimo di instqbilitd
ocal= Sest?
STOP
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V. ANALIY DELLE STRUTTURE
r2
TJ
Q:ak- ; (l)
dove:
r
l,, e _zza dell' elemento di strgltg1p,
i toefficiente che dipende:dall'andamento della curvatura.
k =..Flgh
Il metodo risulta di uso agevole per pilastri semplici a sezione costante. Per un
pilastro incernierato ad entrambi gli estremi, con inflessione laterale assunta
come sinusoidale (il che d accettabile nel caso di armatura costante) risulta
k : l/12 e la deformazione laterale in mezzeria:
:.,,r , L2 L2
= i!
4an (2)
=,Jn;,
F m !il momento di 1n9zz-eria,che si verifica, senza tener conto delf inflessione,
il momento esterno totale di mezzeria si puo scrivere:
l. Detto anche metodo deilq.slq|a.di.,9quilib1io, deriva da quello della colonna modello [2] di cui
mantiene le ipotesi di base: deformata sinusoidale, asta a mensola, sezione costante lungo I'aitizza..,
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6. Stato limite ultimo di instobilitd
Mext:=, Mo f. N',,L211 0 r
1/r
se la linea retta che rappresenta I'equazione (3)
taglia la curva convessa che
rappresenta la capacite portante di momento -sezione
della in corrispondenza
dello sforzo normare in questione, risurra M;,-2
tagliato (fig' 6'8)' cio comporta I'esistenza
i;: n.l ,.g-.nto di curva
di una poririon. di equilibrio stabile
in corrispondenza della curvatura che corrisponde
sinistra nella figura.
al punto di intersezione di
Il caso in cui ra linea retta risulta
il'ffiastro passa'dalr"rr.t lsladirel#ris.qJ!lanqente:r-app{esenta il caso limite in cui
punti di massimo discussi u proporiio
e.,irist ile, in ibrriibondenzi,dei
aerte curue il"riiura o.s.
Il metodo di von Karman si puo adottare;;.-h;;;?utture
come i telai' ma allora I'andarnento della piir complicate
degli elementi facenti parte della struttura
.utuut*Ileu. ,iguaraare ciascuno
e deve essere stabilito in modo che le
condizioni di continuitd risultino soddisfatte.
Il ."i;;j;.i-un. iterativo, ma per
strutture particolarmente semplici eseguibile
anche ;;;;..
r.,,:,r;:*r,r:::r:.li.:i:i:;;0e
quindi
;;;;lliii :qf b1i"3ir;i&3iE$$l?ffi
1l.r*1 2ro, Lo gtorz-o normale nel
l" r?l=j9!l =
cteile esrremftd degti"etementTi
ot
;r1r.,,,ir,..;..1$,1':.:..:tt:J.?..p!J.NgJrr11E.!,iSgnsldqrgcomg,,,tifi:$eiie6'tt
fvat!.rya.,p.()€itilaj
:J
TECNICA DELLE COSTRUZIONI - FACOLTA' DI INGEGNERIA - UNIVERSITA' SAPIENZA - Prof. Ing. Franco Bontempi
V. ANALIY DELLE STRUTTURE
: Fii*i6 6;;g,'
.'
(ti,EiAm: .
lniol=.N{.€t.!,]a1)
,.i1.'{5)
oppure:
(, 2:-\'
EI : 1,35 E" . I" \ - hl
(t+%) (8)
E.I:E,.A,(d-x)
Q-+) (e)
L":7r^fEr
V N- (lo)
si calcola con la teoriadell'elasticitir, ad esempio
con l,ausilio di un diagramma
contenuto in un manuale specifico, dopo ai cne I pitastio
il metodo esposto nel paragrafo j.3, parte vI, ; con unviene dimensionato con
qualche altro metodo
semplificato dal lato della sicurezza.
^ uno
fatto
di questi metodi semplificati si basa sul metodo di von
che I'accorciamento limiti del calcestr uiro-ri;;li;;;".ento
Karman e sul
ciaio risultano completamente sfruttati nette sezioni limite dell,ac-
plJ.i:*.", ate. Lacurvatura
si calcola in questo caso con I'espressione:
M"r,:Mn* N'L?
" 10r (12)
La sezione del pilastro si dimensiona quindi a pressoflessione
parte VI).
(N e M,",; cap. 3,
Questo modo di trattazione presenta il vantaggio di non richiedere
iterazione ma anche lo svantaggio di sottostimare, alcuna
liiuortu la capa-
citlr portante. Il metodo d perd ut tlizzablle per "otevolmente,
un amenrionamento di massima,
come introduzione a un calcolo pii sofisticato
a <livello-i, oppure a <livello 2>.
Figura 6.10
Imperkzione iniziale ed
inflessione a.
7
eo:100 :0,023 m
6
Y0:
b.h..f"u 1xlxl3,9 - 0,432
Indagine mediante calcolo a <<livello 1>>
Si assume che l'inflessione laterale del pilastro varii rettilineamente
da zero alla
base fino al valore di sommitd
omux:0r10 m
Nella sezione d'incastro si ha:
M^*:Mo+N.omax:
:6,0 x 0,063 + 6,0 x 0,10:0,3g + 0,60:0,9g MNm
Il momento flettente ridotto di calcolo risulta:
Fo: b.hr..f"u _
=
0,gg _:
T;1, x 13,9 o'071
Entrando con questo valore nel diagramma di figura 6.17
si ricava:
Calcolo b) -d d Qz
0 0 3,65 0 0
0,29 0,62 3,03 3,65 11
0,50 1,06 1,97 6,68 20
0,61 1,30 0,67 8,65 26
0,63 1,33 0 9,32 29
1;75 1,752
Moltiplicatori 10-3 10 -3
1000 1000
Calcolo c) -a a'
0 0 3,28 0 0
0,27 0,57 2,71 3,28 10
0,45 0,95 1,76 5,99 18
0,55 1,17 0,59 7,75 24
0,55 1,17 0 8,34 26
Moltiplicatori 10-3 :!2
1000
14 '1000 10-
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6. Stato limite ultimo di instqbititd
11Tx
rxr2L - at'
-:--SIII
risulta
_1^4Lz
umax--
r I 4x72 19,96
r'r12
2
r
In corrispondenza della base del pilastro si ottiene:
:
+qq : 0,3g . +
Msn Mo * N . o^*: 6 x 0,063 * 6
I * 3,0 loooft
Fext:
b.h'.f"u M: --:-
1xt2xt3,9/0,r, * l 19 1000 4l+d):\
:0,027 + 0,034 :L900h
r(l + ,p")
se si inserisce questa linea retta nel diagramma di figura
6.17 che rappresenta p;,,
si vede che essa taglia la curva. La sicurezza alla
,oituru d quindi soddisfacente,
per quanto esposto nel paragrafo 6.4.
M:Mo_f__=__:6xc ^,- -
)'063
I
: l,l3 MNm
, 1y ao
t-l,o-
'- N-
t: M
N
1,13 o'19
: -z-: t t ;:h o'17 m
Con questo valore vale I'equazione (g) che fornisce:
)
(, o'le
E. Iz: 1,35 x2t,5x xf -r \3
l-:t44MNm2
)
lo3 r x r,
,i
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V. ANALIY DELLE STRUTTURE
Ar -
(6 +
'
205) 12
l\cr:
2 4x72 -'
Senza armatura la sicurezza a rottura non risulta quindi, secondo questo calcolo,
soddisfacente.
Assunzioni di calcolo
6.9 Proprieti di deformazione del calcesttazzo
Nel calcolo ai <livelli di precisione 3 e 4> secondo quanto esposto in precedenza,
ciod nell'usare la teoria dell'elasticitA, le proprietir di deformazione del calce-
struzzo sono descritte dal modulo di elasticitd E", dal modulo di taglio G" e dal
coefficiente di contrazione trasversale (Poisson) z.
Il modulo di Young.E" si ricava dalla tabella 1.1, parte VI di questo manuale.
G. si pone uguale a0,4E" il che si pud ritenere sufficientemente preciso a meno
che in speciali casi non si giudichi piir giusto qualche altro valore. Si tien conto
del carico di lunga durata mediante divisione per (l -t p,\. Vedi inoltre paragrafo
3.6, parte II.
Nel calcolo ai <livelli I e 2>> le proprietir di deformazione del calcestruzzo
sono definite dall'intera curva tensione-deformazion€ (o" - e"), perd prendendo
in conto solo il lato della compressione, in quanto non d ammesso utilizzare
alcuna trazione nel caso dell'instabilitd. Si propongono2 2 curve oc-t, tra le
quali scegliere, una che d bilineare (fig. 6.1 1); unu .hr consiste in due linee rette
con una curva tangente interposta (fig. 6.12).
La curva bilineare ha il vantaggio di essere semplice da trattare numerica-
mente, anche nel caso di sezioni irregolari, ma non pud essere usata nel caso di
grandi sforzi normali con piccole eccentricitd, quando la tensione media di com-
2. Per una valutazione precisa delle deformazioni si potrdr impiegare qualsiasi diagramma tensione-defor-
mazione del calcestruzzo che corrisponda sufficientemente con le condizioni particolari del caso in studio,
purch6 se ne giustifichi I'uso.
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6. Stato limite ultimo di instabilitd
1.25t"u /E"
k:1,5/:*_r\
\ e.r 'l 04)
dove o" : tensione corrispondente all,accorciamento
e".
Si osservi che i diagrammi di figura 6,1 l
e 6. rt;G;ro per il carico di breve
durata' Si tien conto'dell'influenza-della lunga au*i":a"i
con E"/(l * p") e sostituendo inoltre €cr,
carico sostituendo -8"
€c0 JO,OO:S .on u", (I + p"),
e 0,0035 (l + p"). e"s(l + 9")
- Gr'Cn
calcestruzzo non fessurato: G ^
. (-.:+
(l + p")
- (l + 0,3'
- cls. fessurato senza fessure di taglio o di torsione: G . C 0,3 G. C0
9")
- (l?'l+ 0,3'
- cls. fessuraJo con fessure di taglio o di torsione: G . C G" Co
9,)
Confronta con il paragrafo 3.7, parte VIII.
I dati della sezione concernenti lo svergolamento flessotorsionale si scelgono
convenientemente secondo i medesimi principi descritti per l,effetto
di sfirzo
normale e momento.
Nel calcolo ai livelli di precisione I e 2 d necessario che le proprietd di
deformazione siano descritte con curve del tipo esemplificato in figura
6.6. per
ottenere dette curve si parte dal postulato che le sezioni piane pe.mingono piane
dopo la flessione. Nella figura 6.13 d riportata urru.oitu lamella Ailitastro
ai
lunghezza 1 e dalla similitudine geometrica si vede direttamente che la
curvatura
risulta
1-: jo
rx (15)
N": . u . dz
-ZoA, . o,
J*oo" (16)
intorno al baricentro della sezione si ottiene
:1rTi*tt'o dall,equazione (fig.
o
J
o
c
o
u,
o
o
tens ioni
4
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V. ANALIST DELLE STRUTTURE
*: J;
o". b. dz: a..f"u. b. x (18)
I
l-0: o^u*' t-k
)
.1, "" " 'de" (2r)
Tabella 6.1 Valori del La tabella si pud adoperare anche per sezioni diverse dalla rettangolare, che
coefficiente di riempi- risultino composte da rettangoli (ad esempio le sezioni a T, L, 1) mediante
mento a. essendo
(F,: a'f*' sovrapposizione. Pud essere utrlizzata anche quando I'asse neutro cade fuori
b ' x) e
della posizione p . x della dalla sezione, come nel caso in cui lo sforzo normale ha piccola eccentricitd,
risultante delle tensioni di anche in questo caso mediante sovrapposizione.
compressione per le di- Per carichi di durata estremamente corta si pud aumentare eventualmentef",
verse classi di calcestruz- del 1090. La tabella 6.1 si adopera, entrandovi con il valore attuale di R.k
zo e per I'ollungamento
massimo er/l + pr. moltiplicato per 1,1.
4.;;
ii,
,"lii*G
i.i[f 1,"u,1.8,,;"ffifl :l,nu,
u, = 0,370,;p1:= g,sss ricaviti danalabeua.e
.r. it momenio
t.
.. .,
'
llmomentointorno.ait'assebaricentrico.risulta:....'
ESEMPTO'6.3
.'Soluziahe:
rettansofaie:non'armatadjil;i;he;;-i'if*=z{n,.si;,iir"*?ir
siccorne'manca'rrarmatura
ffi
rssoro;," i:,, .: e---w11
.
5i ha:
ffi<+*'=ffi,=.o,ssz"o
M90(1 +'a. i:.b',. 6z'' ,, 1 + a"t12
-,..,wF,l i,;)
'.'129h ,:'
T, .,
kNm
v12,
//vrii,
:/ i )'.:"'
i':
v
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0. io2rao/m
,',:,,.,,.,,,.O o;25 o15o Or75
OiOS
qo4
n'rosf r'fti@
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6. Stato limite ultimo di instsbititd
4
cassgfglmg, ecc. Quindi per gli elementi di struttura come pilastri e torri, prwisti
verticali, r iaregcglS"^
n: (0,2. #) o,or5 (22)
6.1I Semplificazioni
Pud apparire complicato il fatto di essere obbligati a calcolare ciascun pilastro
e ciascuna trave tenendo conto delle imperfeziorii. In molti casi d p.to piiritl.
usare delle semplificazioni.
(24)
eqqgndp; Z, ; luce.libeladiilfle.{lione$,e1,1plf4stro;{vpdi par. 5.2, parre VI),
f *.raggro giratorio.rletia,seZfbfi€i$eaitiff,1 . 1, parte V).
L^
;<'6,4 Qaa)
Per una sezione circolare la condizione diventa:
(24b)
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6. Stqto limite ultimo di instsbilitd
373
--L^ ( 9ro
Qac)
In casi come questi rimane solo da addizionare
al momento esterno quello dovu-
to alle imperfezioni' Nel quadro della
normale precisiorr. oi.ut.olo pud
ffi;il?ftT;'ltil;#"mento,
quarora .;;i." ;i,.,.noi si trascu-
aia ruoeo- a un
Per"tener''conto nel p-al-colo
dgua_ curvatura,pua nsultare comodo,,special.
mente ne'e strutture sraticamente ina.i.r1t{;d.;t;
quando ra curvaturir
{ev6:essere c_6rrrbinata,on il *l*
rl'r,r,rro t$;;;ffi;;n
il:carico del venro),
ffixrlu{iitr;:iXi#,:X',::"';o*Jp;;;Loiica e'i,,i.oa"'"1. ri.".il; ,"ii.mffi:#'
(2s)
dove:
,I := $ngqezza. .deJsegmento fra i punti di nodo.
./6 rnisstma ordinata della curvatura.
(M",/M)2 > 10, il che per una sezione rettangorare con momento M": M6o1,
corrispondente all'armatura bilanciata, fornis& la regola:
Il momento addizionale relativo al rischio di svergolamento flessotorsionale si
pud trascurare in una trave in calcestruzzo armsto qualoro risulti:
h
_'_, <0-12
E" Mut 1
Nei casi usuali in cui una trave non risulta sollecitata da carico laterale
il momen-
to torcente espresso dall'equazione (28) diventa determinante per la capacitd
portante. Se la trave d dotata di armatura al taglio in forma
di staffe chiuse e
staticamente collaboranti, si pud tollerare una-tensione di torsione
<-o,ir",o.
Nell'assunzione che I'equazione (30) oppure (31) sia soddisfatta,
insereniola
nell'equazione si pud far astrazione dallteffetto dell'imperfezione
in una trave
qualora risulti:
h-17 Mm,
b- "tn M (32)
Figura 6.18
Imperfezioni assunte in 7l
sede di dimensionamento
(o) di un corpo scolo di
un fabbricato.
(b) di una soletta di sola-
io. l
a)
b)
a)
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V, ANALISI DELLE STRUTTURE
Travi
Se una trave d libera fra.due punti di appoggio
distanti L,le partidi struttura che
la irrigidiscono alla torsione deuono
dettato dall'equazione (28). "*... dimensionate per il momento torcente
Se una trave d irrigidita con continuite
dalle piastre adiacenti, queste ultime
devono potere insieme sopportare il momento
che deriva dalla curvatura (eccen-
tricitd del carico.l.
Irrigidimenti continui
Gli irrigidimenti continui si utilizzano in determinati
casi. per calcolare la rigi-
dezzae la resistenza necessarie per ilmezzoirrigidente
compressa d la piastra stessa in direzione tcrre ner caso di una piastra
tiasversar.l ri o.uono assumere le
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6. Stato limite ultimo di instabilitd
377
6.13 Bibliografia