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L’architettura organica è un ramo dell’architettura moderna che favorisce

un’armonia tra l’uomo e la natura creando un equilibrio tra ambiente costruito e


ambiente naturale ricercando forme e soluzioni nuove.

Frank Lloyd Wright è ritenuto il fondatore dell’Architettura Organica. “Form and


function are one” sosteneva. Sono esempi di questa evoluzione: Solomon R.
Guggenheim Museum di New York e La casa sulla cascata in Pennsylvania, Stati
Uniti.

Guggenheim Museum

Nel 1943 a Frank Lloyd Wright fu commissionata dall’industriale e collezionista d’arte


Solomon Guggenheim la progettazione di un nuovo museo capace di ospitare la propria
collezione privata di capolavori contemporanei di alcuni dei più grandi artisti del
Novecento.

Il museo sorge a New York tra i grattacieli di Manhattan di fronte a Central Park. Il suo
aspetto si discosta dall’immagine dei grattacieli che circondano il museo sia per forma
che per colore. Si presenta come una costruzione inconfondibile nel panorama quasi
omogeneo di Manhattan: bianco e relativamente basso.

Un disegno a inchiostro di Wright -1943 Sezione


Fonte: www.inexhibit.com Fonte: www.inexhibit.com
L’intenzione di Wright è creare un museo diverso dai musei tradizionali, nei quali le
sale si susseguono in sequenza con opere esposte secondo criteri cronologici o tematici.

Progetta perciò un edificio di 6 piani a cerchi concentrici, in cui le sale sono disposte a
raggiera intorno a uno spazio centrale, lasciato vuoto. Sulla sommità, una calotta di
vetro illumina di luce naturale l'intero edificio. Lo spazio espositivo immaginato da
Wright è rivoluzionario: un unico ambiente avvolgente nel quale i visitatori sono
dapprima portati al livello più alto da un ascensore, e poi invitati a scendere
percorrendo la rampa sulla quale sono esposte le opere. La scansione dello spazio è
affidata a setti portanti posizionati a una distanza corrispondente a un angolo di 30°
sulla circonferenza generatrice della spirale. Percorsi e aree espositive sono unificati,
non ci sono né sale tradizionali, né remote. L’intero spazio può essere percepito da
ogni punto dell’edificio e i visitatori sanno sempre dove sono e verso cosa si stanno
muovendo. Dall’aula centrale (la Rotunda) la spirale della rampa e le opere esposte
sono visibili nel loro insieme.

Schizzo originale Lucernario centrale


Fonte: www.inexhibit.com Fonte: www.inexhibit.com

Il concetto rivoluzionario ha anche i suoi svantaggi: nel Guggenheim non ci sono


pavimenti in piano, ad eccezione dello spazio di ingresso centrale che Wright non
intendeva usare come spazio espositivo bensì come uno spazio di socializzazione; non
ci sono pareti rettilinee alle quali fissare agevolmente i dipinti, e la ridotta altezza delle
rampe non permette l’esposizione di grandi opere. La gran parte delle opere a parete
deve essere montata sui muri perimetrali inclinati attraverso delle speciali barre
metalliche distanziatrici.
Molti artisti, all’epoca del progetto, temevano che le loro opere potessero essere
sovrastate dall’architettura del museo ed erano preoccupati che il loro lavoro potesse
non essere percepito con la dovuta concentrazione.

Un esempio interessante è legato all’esposizione delle sculture. Dal momento che


l’intero spazio espositivo è inclinato, e che le pareti che lo definiscono non sono
verticali, le soluzioni possibili erano solo due: seguire l’inclinazione della rampa
oppure esporli in posizione perfettamente verticale utilizzando piattaforme regolabili.
L’esperienza ha dimostrato che la particolare geometria dell’edificio produce una
illusione ottica per cui una scultura perfettamente verticale sembra fastidiosamente
inclinata. Secondo alcune fonti dell’epoca, l’allora direttore del Guggenheim, trovò una
soluzione nell’uso di un supporto inclinato di un angolo specifico, in modo che le
sculture potessero apparire verticali anche se in realtà non lo erano.

Italian Futurism, 1909–1944


Fonte: www.inexhibit.com

Né Solomon né Wright fecero in tempo a vedere realizzata e operativa la loro grande


opera: il Guggenheim Museum di New York fu inaugurato nel 1959, poco dopo la morte
dell’architetto.

Il Guggenheim in costruzione nel 1957


Fonte: www.inexhibit.com
La casa sulla cascata

La casa sulla cascata fu costruita tra il 1934 e il 1937 in prossimità della cascata sul
torrente Bear Run nei boschi della Pennsylvania, Stati Uniti per Egdar J. Kaufmann: un
ricco imprenditore che, in cerca di una abitazione per il tempo libero, si affida a Wright
per l’esecuzione di una villa.

Wright disegna un’abitazione composta da tre piani con grandi terrazze a sbalzo
sovrapposte tra loro, in maniera da richiamare le vicine rocce sedimentarie stratificate.

L’edificio è immerso nel verde di una foresta ed è agganciato direttamente ad un


roccione che fa da argine all’acqua, tanto che il flusso appare scaturire direttamente dal
suo basamento: nonostante i volumi importanti e le forme moderne della struttura, la
grande forza estetica della costruzione sta nell’integrazione con l’ambiente
circostante, che deriva in parte
dall’uso di materiali del luogo ma
soprattutto dall’eleganza delle
proporzioni e dal gioco di contrappunti
fra linee orizzontali dell’edificio e
verticali della natura intorno. Tutti gli
elementi verticali della casa sono
costruiti in pietra locale, con sporgenze
o pietre leggermente in rilievo, per
conferire alla superficie dei muri un
aspetto più scultoreo. Tutti gli elementi
orizzontali sono in calcestruzzo.
Wright stesso la definì “architettura organica” per l’accordo perfetto tra elementi
naturali e artificiali.

La sua attenzione nel limitare l’altezza della casa, nella composizione in generale e nella
scelta delle tinte riesce a creare una simbiosi tra l’uomo e la sua creazione.

Il rivestimento in pietra locale poi contribuisce a rendere la casa una specie di


continuazione della natura, integrata e rispettosa del contesto.

Anche gli interni seguono la linea dei prospetti, rimanendo semplici ed eleganti, con
tanto di pavimento in pietra che si fonde con le rocce affioranti sul sito. Le lunghe
vetrate racchiudono lo spazio interno annullando il concetto tradizionale di finestra e
liberando la visuale verso la natura circostante.

Particolare interno
Fonte: wwwt.habitante.it

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