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Introduzione:
I nidi e le scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia sono ispirate al lavoro ed al pensiero di Loris
Malaguzzi; al loro interno i bambini nella loro interezza (mente, corpo, emozioni) sono trattati con serietà e
rispetto, favorendo allo stesso tempo l’esperienza del piacere, del divertimento, della bellezza e
dell’apprendimento. I pedagogisti fanno leva sulle potenzialità percettive e cognitive dei bambini e sui loro
forti stimoli all’apprendimento.
La Project Zero è una delle istituzioni americane di maggior rilievo nel campo della ricerca di base in ambito
cognitivo e pedagogico con una specifica attenzione alle arti. Fu fondata nel 1967 da Nelson Goodman, e ha
seguito due itinerari di pensiero:
una parte del lavoro si focalizza sul metodo migliore per valutare l’apprendimento dello studente
un’altra parte si focalizza sulle modalità per ottenere, nello studio delle diverse discipline, una
migliore comprensione
Il titolo “Rendere visibile l’apprendimento” vuole: risaltare l’interesse di Reggio per i linguaggi visivi e usare
la documentazione come strumento potente per comunicare a tutte le parti interessate cosa si è appreso
nel corso di un’esperienza significativa.
La mano giusta:
Episodio in cui emergono le sorprendenti e precoci doti dei bambini di valutare situazioni, oggetti e
competenze. In questo episodio emerge come i bambini piccoli sappiano leggere i problemi posti dal
contesto (fessura troppo piccola), fare ipotesi e previsioni (la mano di Matteo è più piccola) e
autorganizzarsi per tentare soluzioni coerenti.
Saper scegliere come risolvere un problema e farlo con l’aiuto di un amico ci mostra come il bambino molto
precocemente misura i rapporti tra le cose e ha una manifesta capacità di costruire relazioni significative
con i coetanei.
Il prezzo giusto:
Nello scambio i bambini percepiscono il numero come un elemento importante, riescono a capire il
significato convenzionale del numero in termini di quantità. Nel gioco del negozio i bambini possono
mettere insieme questi significati convenzionali mettendoli in relazione gli uni con gli altri. Nello scambio di
oggetti/monete vengono scambiate anche competenze.
Sulla natura dell’organizzazione:
L’organizzazione è una parte strutturante l’identità della scuola. La qualità degli apprendimenti,soprattutto
di quelli in gruppo, è strettamente correlata alla qualità delle opportunità di condividere e partecipare a
contesti educativi quotidiani della scuola.
Le scuole si sono concentrate sulle tecniche di insegnamento andando a trascurare l’importanza della
relazione e della comunicazione nel processo di crescita e apprendimento del bambino.
Le scuole e i nidi di Reggio Emilia si sono soffermati sulla convinzione della necessità di una stretta alleanza
tra teoria e pratica; la scuola è vista inoltre come un sistema di comunicazione e relazione che valorizza la
natura dialogica dell’individuo e della conoscenza. In queste scuole si è proposto di far dialogare insieme gli
aspetti politici, amministrativi e pedagogici in modo tale da costruire negli operatori uno sgurado largo,
interessato alle vicende del bambino come vicende del mondo. Novità: si dichiara che i significati, i saperi si
costruiscono, non esistono al di fuori di noi, il bambino non è uno spettatore ma diventa un attore della
propria vita ( ribaltamento concettuale, culturale del modo d’intendere l’educazione).
Nelle scuole di Reggio sono organizzati gli spazi,i tempi, le attività, la formazione degli operatori.. ci sono dei
team di lavoro all’interno della scuola che si occupano della riflessione sull’azione. importante è inoltre
l’introduzione di due insegnanti per sezione per contrastare l’isolamento dell’insegnante: le scelte sono
frutto di accordi, disaccordi o negoziazioni.
Una giornata a scuola, una quotidianità straordinaria:
Il contesto non è solo ciò che tiene insieme persone,oggetti, strumenti e simboli culturali ma comprende
l’ambiente fisico,culturale e sociale. Nelle scuole di Reggio l’ambiente non è più pensato come un insieme
di variabili che agiscono dall’esterno, favorendo o ostacolando i comportamenti o i pensieri dell’individuo,
ma viene considerato parte integrante dell’apprendimento e della conoscenza di ciascuno.
A scuola il contesto scolastico e gli individui che lo abitano contribuiscono a dare importanza e significato
all’esperienza. L’obiettivo di queste scuole è sviluppare una scuola amabile (operosa,creativa, vivibile,
documentabile, dove sia possibile apprendimento, ricognizione e riflessione) dove stiano bene bambini,
insegnanti e famiglie. Analisi di una giornata all’interno di una scuola dell’infanzia:
attesa
ingresso
saluto tra genitori e bambini (momento delicato)
accoglienza: benessere dato dal sentirsi aspettati e accolti
attese: i bambini si aspettano, si autorganizzano; i gruppi non sono stabili, si muovono, si ampliano,
si riducono..
istituzione di mini atelier, piccoli spazi progettati per permettere ai bambini di stari soli o in piccoli
gruppi
previsioni mensili e settimanali che riguardano progetti nuovi o precedentemente avviati
preparazione dei materiali
senso di appartenenza con l’ambiente: cura dell’estetica
corresponsabilità: compresenza di due insegnanti per sezione
i bambini possono portare oggetti da casa: scuola e casa sono luoghi in continuità
presenza di uno spazio dei travestimenti: sviluppo immaginazione
sistema educativo che incoraggia confronto e comunicazione: riduzione aggressività
assemblee collettive: si decidono le attività della giornata e i gruppi di lavoro
Documentazione e valutazione: quale relazione?
Il concetto di documentazione in ambito scolastico non consiste in una raccolta di documenti atti a
comprovare la verità di un fatto o a confermare una tesi , ma viene elaborata nella sua valenza rievocativa
(possibilità riflessiva). Il percorso educativo è reso visibile attraverso un’attenta documentazione dei dati
relativi all’attività, per cui si possono utilizzare varie tipologie di strumenti (grafici, verbali..).
I documenti testimoniano le tappe salienti di un percorso predefinito dall’insegnante che ha reso possibile il
raggiungimento degli obiettivi.
I documenti sono utilizzati dopo, non durante il processo.
L’esperienza reggiana pone l’accento sulla documentazione come parte integrante delle procedure che
favoriscono l’apprendimento. La documentazione cerca di mettere insieme gli avvenimenti e dargli un
senso.
Pedagogia dell’ascolto:
ascolto come sensibilità alla struttura che connette, a ciò che ci connette all’altro
ascolto come metafora della sensibilità, della disponibilità ad ascoltare e ad essere ascoltati
(ascolto con tutti i sensi non solo con l’udito)
ascolto dei mille linguaggi, simboli,codici con cui ci esprimiamo e comunichiamo
Teatralità:
Il gioco è un contesto di apprendimento individuale o di gruppo; per i bambini piccoli, l’imitazione è parte
fondamentale per l’apprendimento.
ricerca basata sull’ipotesi che i bambini possano molto precocemente produrre e decodificare
“alfabeti teatrali” (convenzioni e strumenti tipici dell’azione teatrale).
Documentare il documentatore
Quando gli insegnanti si confrontano sulle scelte e sulle azioni che compiono, diventano piùcapaci di
ascoltare i bambini, di essere in sintonia con le loro strategie di apprendimento e più disponibili al
cambiamento . Il confronto tra colleghi è una risorsa per la costruzione della propria professionalità.
I bambini delle scuole dell’infanzia di Reggio, dopo tre anni trascorsi in queste scuole, sono coinvolti nella
progettazione e realizzazione di un’opera collettiva: in questo brano l’opera da realizzare consiste nella
costruzione di un ponte che colleghi un vecchio tronco tagliato con un albero ancora vivo (unione di
energia vitale tra il grande albero vivo e il piccolo tronco = metafora portante del progetto).
Insegnanti coinvolte:
Isabella: inesperta, formazione artistica, competente nelle nuove tecnologie;
Vea: formazione artistica, importante contributo nel dare identità plurime alla documentazione;
Laura: formazione pedagogica, testimone dei processi di apprendimento e conoscenza dei
bambini.
I protagonisti del percorso conoscitivo sono 4 bambini.
Diario del progetto:
preparazione giardino per accogliere i bambini nella realizzazione dell’ “abbraccio-ponte”
collocazione di facilitatori della memoria (modelli grafici e tridimensionali del ponte) e di
materiali intelligenti (sollecitatori di pensieri e azioni)
incontro tra insegnanti e bambini (annotazioni delle frasi dei bambini soprattutto sul problema
della misurazione): creazione di modelli che contengono informazioni utili sulla costruzione del
ponte
incontro tra le insegnanti per ricapitolare l’incontro con i bambini (punti di vista diversi sulla
realizzazione del progetto)
documentazione: note personali, diapositive, trascrizioni delle conversazioni; il focus della
documentazione è spostato sulla soggettività dei documentatori
emergono tre ipotesi documentatitive che anche se partono da una situazione osservativa
comune sono molto diverse:
Isabella: “documentario per concetti”, rende possibile il confronto
Laura: pone attenzione ai soggetti che compongono il gruppo e ai loro diversi processi di
apprendimento
Vea: si concentra sulla narrazione
importanza delle immagini nel documentario
Conversazione con un gruppo d’insegnanti
La conversazione si sviluppa tra Amelia Gambetti, coordinatrice di Reggio Children, varie insegnanti che
da anni lavoravano presso la scuola comunale dell’infanzia La Villetta e alcune supplenti che avevano
iniziato da poco la loro esperienza.
Nella prima parte della conversazione emergono le difficoltà all’ingresso di Simona, una supplente, nella
scuola: aveva bisogno di sentirsi dire cosa fare, non sentiva la solidarietà nel gruppo, aveva paura di
essere giudicata e incontrare possibili incomprensioni. La strategia attuata da Simona è stata
l’osservazione dei bambini ma soprattutto dei colleghi e il confronto con quest’ultimi.
Una particolarità che emerge dalla conversazione è l’importanza attribuita alla costruzione di
documentari, essi danno visibilità alle esperienze, permettono la riflessione.
Viene sottolineata l’importanza delle domande, a volte le insegnanti più esperte danno certe cose per
scontate, è invece importante per le nuove arrivate continuare a farsi e a fare domande per chiarirsi le
idee, per capire come agire e come comportarsi.
L’osservazione si base sull’esperienza, solo l’esperienza e il confronto con l’altro permettono di vedere (il
confronto continuo è essenziale ..l’altro propone un diverso punto di vista). L’osservazione è una forma di
ascolto .
Importanza dei gruppi di apprendimento:
condividere delle cose con gli altri i quali ti sentono parte di un gruppo e sono disposti ad aiutarti
superare i problemi insieme
sentirsi accettati
valore dell’errore: imparare ad usare l’errore come una risorsa
importanza del confronto con gli altri
trovare strategie e soluzioni in gruppo
il gruppo di apprendimento aiuta nella continua ricerca dell’identità
lo sguardo critico degli altri offre elementi costruttivi alla complessità della situazione
possibilità di imparare sbagliando
non si teme il giudizio degli altri
La scuola come luogo di apprendimento di gruppo per i genitori
La relazione scuola-famiglia è importante ed è capace di promuovere l’apprendimento individuale e di
gruppo dei bambini. Questa relazione costituisce una caratteristica essenziale del progetto educativo
delle scuole comunali di Reggio Emilia per la prima infanzia.
Il progetto educativo dei nidi e delle scuole comunali dell’infanzia di Reggio è un progetto partecipato che
coinvolge bambini, insegnanti e genitori.
La partecipazione di bambini, insegnanti e genitori non è intesa come “ prendere parte “ a qualcosa, ma
come essere parte di un noi a cui diamo vita partecipando.
Prima dei genitori, nell’esperienza educativa reggiana, sono i bambini i soggetti principali di
partecipazione.
Le insegnanti sono partecipi nella costruzione dei processi di conoscenza di ogni bambino, del gruppo dei
bambini e del proprio.
Per attuare la partecipazione la scuola deve aprire spazi, luoghi, momenti dove tutti possano scoprire la
possibilità di dire e di essere ascoltati.
La partecipazione è un’esperienza ed un processo in cui contenuti e strategie sono in una relazione
reciproca e interdipendente, generando percorsi inediti che si costruiscono in relazione con l’identità dei
singoli protagonisti e dei gruppi in cui essi si aggregano.
Genitori e robotica:
La scuola è un luogo di incontro-confronto di idee , desideri, contesto di ricerca individuale e di gruppo..
La velocità delle trasformazioni che le nuove tecnologie stanno operando nella società e nella relazione
tra persone, pongono bambini, insegnanti e genitori in una situazione evolutiva e di apprendimento.
In un incontro tra genitori ed insegnanti quello che emerge è che il rapporto con le nuove tecnologie è un
discorso che affascina ma al contempo preoccupa i genitori
Dopo alcuni giorni arriva nella scuola un nuovo programma informatico, con un’interfaccia utilizzabile
facilmente dai bambini, in grado di amplificare le possibilità di gioco e di ricerca. Con questo nuovo
programma nasce nei bambini l’idea, accolta dai genitori, di realizzare una pista per gare di robot .
Gli incontri tra i genitori per la realizzazione della pista diventano occasioni di apprendimento, consentono
di costruire insieme significati, di condividere valori..
Il coraggio dell’utopia
Individualismo sociale:
I bambini mettono in atto diverse strategie per mantenere il gruppo coeso; sembrano consapevoli dei
vantaggi , anche individuali, derivanti dal successo del lavoro di tutto il gruppo. Nel corso del lavoro
mettono in atto una serie di regole formali alle quali aderisce tutto il gruppo, efficaci per il
raggiungimento di un obiettivo.
Progetto di una scultura in ceramica:
scelta bozzetto finale che contiene le idee migliori per la scultura
nuovo bozzetto: tutti mettono un pezzo con l’accordo degli altri
il lavoro in gruppo è una condizione arricchente, permette lo sviluppo di diversi aspetti
dell’intelligenza (usare altri punti di vista, negoziazione, valutare più possibilità..)
Nelle scuole di Reggio sono previsti spesso piccoli gruppi di bambini(6 individui massimo) occupati
contemporaneamente in attività diverse. I gruppi possono essere indipendenti o dipendere da un
insegnante.
Sottogruppi nel gruppo
Il gruppo è un aggregazione di individui (più ritmi che fluiscono contemporaneamente).
Discussione tra bambini e insegnante sulla scultura in creta da realizzare. Bambine e bambini si
organizzano autonomamente in 3 sottogruppi di lavoro, ognuno dei quali ha dei propri tempi di
realizzazione. Ogni sottogruppo costruisce la propria scultura. I gruppi sono aperti a ridimensionamenti
dati dal naturale corso degli eventi e delle caratteristiche dei partecipanti.
DI fronte a rappresentazioni complesse i bambini tendono a creare organizzazioni collettive, simili ad
una catena di montaggio : ognuno ha il suo compito. Nei gruppi di apprendimento è importante l’uso del
linguaggio verbale (varia in relazione all’età):
chiedere/esprimere approvazione
chiedere/esprimere pareri e opinioni
chiedere/fornire aiuto
progettare possibilità
negoziare
richiamare l’attenzione dei componenti del gruppo usando un nome proprio
Al termine del lavoro viene riunito il gruppo per valutare non solo il risultato visibile ma anche il percorso
costruttivo.
Progetti autonomi:
Molti progetti nascono dai bambini e si realizzano in modo autonomo; spesso i coetanei sono degli ottimi
insegnanti.
Formazione dei gruppi, come i bambini si scelgono l’un l’altro in autonomia:
Le caratteristiche individuali presenti in un gruppo sono importanti come base per farne un gruppo di
apprendimento. L’insegnante, nella formazione di un gruppo, deve negoziare con i desideri dei bambini,
inoltre deve saper porre i bambini in contesti di gruppo capaci di aumentare le possibilità di
comprensione dei diversi soggetti e del gruppo nel suo insieme.
A cooperare si impara:
La socialità è un esercizio continuamente e autonomamente praticato dai bambini. Tuttavia la
negoziazione e la collaborazione non sono atteggiamenti scontati.
E’ importante e motivante per i bambini avere un contesto significativo nel quale collocare il lavoro,
inoltre le scelte di un’organizzazione collaborativa privilegiano soluzioni che conservano il lavoro
individuale di tutti.
L’apprendimento individuale nel gruppo:
Rispetto al passato, oggi i bambini sembrano faticar maggiormente ad accettare un risultato grafico
distante dalle rappresentazioni del reale e che le soddisfazioni si ottenga nano allenandosi e accettando
di misurarsi più volte con gli stessi soggetti. Per i bambini si è contratto il tempo che intercorre tra il
desiderio di qualcosa e il suo soddisfacimento.
Ipotesi di progetto:
delimitazione iniziale del campo d’indagine e individuazione del tema da proporre ai bambini
identificazione di un contesto significativo dove collocare il progetto
quesiti iniziali relativi al tema individuato
prime piste osservative relative alle ipotesi verbali dei bambini
identità del gioco girotondo: proposta che coinvolge tutti i bambini. i bambini giocano al
girotondo, parlano di girotondi e possono anche rappresentarli graficamente, disegnandoli.
metodologia della proposta (proposta fatta a tutti i bambini lasciando autonomia nella
formazione dei gruppi)
autovalutazione e valutazione
Autoverifica e verifica:
Viene proposto ai bambini di ripercorrere il lavoro fatto nelle realizzazioni grafiche del girotondo, i
dubbi, le difficoltà incontrate, le soluzioni(diversità delle soluzioni individuali) e le cose in sospeso
(sviluppo processo di auto-riflessione): evoluzione dei pensieri nel processo di reali<<a<ioni grafiche.
Rilancio dei problemi:
Nella rappresentazione del girotondo i bambini hanno dovuto affrontare svariati problemi, dalla
rotazione a quello della rappresentazione dello spazio. In un secondo esperimento viene proposto ai
bambini di rappresentare il gioco “uno, due,tre..stella”; problemi: spazio dilatato, figure su piani diversi.
Il materiale raccolto nella realizzazione del progetto è stato trasformato in documentario e mostrato a
bambini, genitori e ad insegnanti di altre scuole. Le convinzioni di questo lavoro sono state:
immaginazione e creatività non sono separate dagli aspetti cognitivi
il sapere si raggiunge con ricerche ed esperienze personali e di gruppo
la comprensione è favoriva dalla riflessione sulla documentazione e dal confronto con gli altri
le documentazioni aiutano la comprensione delle strategie di pensiero dei bambini
Un processo di apprendimento può essere analizzato attraverso alcune voci rappresentative: uso di un
certo tipo di linguaggio verbale, costruzione di ipotesi, formulazione di teorie e strategie d’azione..
Alcuni bambini piccoli esprimono personali approcci, che lasciano una specie di impronta
digitale, all’apprendimento facilmente riconoscibili. Questi approcci sono flessibili e in continua
trasformazione, possono influenzare o essere influenzati: i bambini molto piccoli sono più
sensibili agli approcci degli altri e assimilano con facilità le qualità più attraenti osservate negli
altri bambini. Quando i bambini scoprono delle differenze tra i propri approcci e quelli degli altri
accolgono la novità e conservano dentro di sé una traccia.
3) Nel momento dell’esplorazione collettiva delle idee e dei pensieri riguardanti un progetto, i
gruppi di apprendimento concordano su un insieme di regole (implicite ed esplicite).
Nella fase di esplorazione delle idee da parte di un gruppo di apprendimento, i bambini agiscono
in base ad un forte senso di giustizia e per mantenere un’atmosfera piacevole di collaborazione. I
Molto presto i bambini sviluppano una forte sensibilità verso un’estetica della conoscenza;
dimostrano capacità di scegliere “quello che è meglio”. La dimensione estetica serve da criterio di
valutazione della qualità di un’idea o di un metodo di lavoro e stimola ulteriori apprendimenti.
5) I gruppi di apprendimento sono caratterizzati da stili variegati ma sempre di natura ritmica.
Nel gruppo ci sono diversi stili di apprendimento che generano una sorta di movimento ritmico. I
bambini trasformano continuamente i loro stili e le loro strategie in relazione agli altri
componenti del gruppo. Nel gruppo si trae beneficio dalla tensione cognitiva che èuò svilupparsi,
in modo produttivo, grazie a due fattori fondamentali: 1- gli adulti pongono un atteggiamento di
ascolto verso i bambini 2- vengono prodotti documenti a testimonianza dell’esperienza del
gruppo. L’insegnante funge da memoria collettiva, sia ricordando ai bambini ciò che hanno detto,
sia portando in visione al gruppo dei lavori precedenti.
6) I gruppi di apprendimento possono dar luogo a un uditorio competente e trarne beneficio.
Spesso dei bambini che lavorano nei pressi di un gruppo di apprendimento, e che quindi hanno
modo di osservarlo e seguire il lavoro da vicino,diventano più competenti degli altri e cominciano
a presentarsi più frequentemente, ponendo domande, offrendo suggerimenti o valutando
l’operato del gruppo. Altre componenti sono quei bambini che hanno già sviluppato esperienze sul
progetto a cui il gruppo sta lavorando. A volte il gruppo può allargarsi per includere questi
componenti più competenti.
7) Indicatori (punti di riferimento in grado di orientare e guidare le osservazioni degli insegnanti e
di aiutarli nelle loro ricerche sulle modalità di apprendimento individuale e di gruppo, sono
flessibili e lasciano tracce di comprensione che devono essere adattate ai diversi contesti
educativi) che sostengono e dimostrano la comprensione nei gruppi di apprendimento:
i bambini e gli adulti sentono di contribuire a un tutto più ampio e significativo ; i bambini
e gli adulti a Reggio contribuiscono alla costruzione di due tipi di comunità: quella della
conoscenza e quella della partecipazione democratica. Popper formulò il concetto di
“mondo 3”,egli opera una distinzione tra mondo fisico (mondo 1), mondo della
conoscenza come esiste nella mente degli individui (mondo 2) e mondo della conoscenza
come astrazione, che si pone oltre il livello individuale (mondo 3, es. le scienze).
Documentare l’apprendimento dei bambini pone le basi alla comunità della conoscenza:
la documentazione crea cultura nella scuole e costruisce una memoria collettiva. La
comunità della conoscenza sta generando simultaneamente due tipi di conoscenza: su un
argomento specifico e sui processi di apprendimento infantile.
le scoperte realizzate dai singoli bambini diventano parte della realtà cognitiva dei
gruppi di apprendimento; nella comunità della conoscenza, l’apprendimento di gruppo
dipende da fattori come il numero dei componenti e i tipi di contributi che gli individui
apportano al gruppo. i processi di apprendimento e lo scoperte individuali diventano
aprte del pensiero del gruppo quando influenzano la partecipazione e il consenso
i bambini esplicitano la percezione della loro crescita continua, si dimostrano consapevoli
del carattere provvisorio delle loro teorie e provano piacere nel vederle trasformate,
approfondite e rielaborate; se i bambini lavorano da soli non discutono o verificano i loro
punti di vista, nei gruppi di apprendimento invece, i bambini esperiscono la conoscenza
come un processo continuo di discussione e riflessione
col passare del tempo i componenti del gruppo di apprendimento, sia singolarmente che
come gruppo, verificano e approfondiscono i concetti e le abilità apprese in un dato
contesto e li applicano ad altri contesti e ambiti della conoscenza;
i bambini e gli adulti adoperano un linguaggio permeato di riflessioni ed emozioni; i
bambini imparano col tempo a considerarsi dei soggetti pensanti con punti di vista
diversi, rispettando i sentimenti e le opinioni altrui e dando un apporto di proprie
opinioni e sentimenti.
l’obiettivo che il gruppo si è prefissato viene raggiunto tenendo insieme i requisiti
metodologici e di contenuto del lavoro; i gruppi di apprendimento ricercano e scelgono
strategie concettuali e organizzative che permettono di giungere alla soluzione del
problema e allo stesso tempo favoriscono la partecipazione di tutti i componenti del
gruppo
la valutazione e l’autovalutazione svolgono un ruolo importante all’interno dei gruppi di
apprendimento e servono a guidare e orientare il processo di apprendimento; per dare
significato al proprio e all’altrui pensiero, i bambini hanno bisogno di valutare se stessi e
gli altri. Per valutazione gli insegnanti di Reggio intendono un atto di riflessione
informale e “in corso”(una strategia adoperata dagli educatori è quella di invitare i
bambini a esaminare insieme disegni individuali): i bambini si fermano a riflettere per
valutare in che rapporto si trovano con l’obiettivo prefissato; i momenti di valutazione
permettono agli individui di orientare, arricchire e modificare il proprio pensiero in
relazione a un obiettivo cognitivo. Il gruppo di apprendimento dà prova di aver acquisito
le conoscenze quando i suoi componenti sanno esaminare le proprie teorie, sanno
assumersi le responsabilità del proprio apprendimento e sono consapevoli di aver capito
qualcosa
le strategie di collaborazione sono parte integrante dei processi di apprendimento di
gruppo e possono incidere sulla qualità dell’apprendimento;in gruppo i bambini
imparano a far uso delle strategie di collaborazione che determinano la produttività del
pensiero: negoziazione, flessibilità concettuale, valorizzazione delle proposte di gruppo,
ascolto idee altrui.
Un messaggio di gruppo:
Proposta: inviare un messaggio scritto.
I bambini vogliono comporre un messaggio per gli abitanti di un altro pianeta.
Problemi: lingua di scritture, messaggio scritto o con immagini, a chi spedirlo.
Risoluzione: composizione di un messaggio rivolto ad un astronauta con domande e dubbi relativi agli
extraterrestri.
La ruota e il movimento:
A scuola tra i tanti materiali i bambini possono trovare giocattoli robotici oppure portarli da casa.
Proposta: costruzione di un robot in carta.
Problema: costruzione di ruote abbastanza robuste da reggere il robot e al contempo farlo muovere.
Gli errori incontrati nella realizzazione delle ruote sono stati costruttivi: il processo di apprendimento
individuale ha contribuito alla costruzione progressiva delle conoscenze del gruppo.
Le scuole americane e reggiane nonostante presentino sotto molti aspetti una distanza oceanica,
presentano anche molte affinità nelle consuetudini educative e nelle tradizioni pedagogiche.
Es. Project Spectrum: condivideva con Reggio un interesse comune per le competenze e il potenziale
intellettivo dei bambini, il rispetto dei materiali di lavoro e la fiducia verso una rigorosa osservazione e
documentazione; l’idea di fondo era che i bambini potessero utilizzare linguaggi e intelligenze molteplici
per crescere e apprendere.
Affinità:
immagine del bambino come fortemente competente e pronto ad usare il proprio potenziale
intellettivo, sociale, morale ed estetico nel risolvere problemi ed esplorare il mondo
il diritto dei bambini a lavorare con materiali eccellenti
la natura sociale dell’apprendimento
il senso di collaborazione tra i bambini e gli adulti nell’esperienza dell’apprendimento
sono considerati capaci di far qualcosa di utile. Questa scarsa considerazione per le capacità dei bambini
è in gran voga nel nostro sistema educativo.
Far parte di qualcosa di più grande conferisce all’esperienza del presente significato e soddisfazione.
Questo impulso verso scopi più alti si manifesta quando i singoli si associano per portare a termine un
compito complesso.
Spesso l’apprendimento a scuola è considerato un atto individuale, il gruppo è spesso considerato come il
nemico dell’individuo poiché nel gruppo si può perdere la propria identità. L’esperienza di Reggio
suggerisce che l’attenzione che poniamo ai bisogni individuali non deve prendere il sopravvento sui nostri
principi, valori e pratiche educative. I diritti, i contributi e i traguardi del singolo individuo non sono
necessariamente in contraddizione con quelli del gruppo.
Il gruppo di apprendimento è il contesto ideale per lo sviluppo degli individui, per l’apprezzamento di
idee e potenzialità. Il gruppo accoglie i contributi di ciascun componente.
Le aule americane sono progettate sull’idea che i singoli studenti siano delle isole autonome in un
ambiente in cui l’attenzione deve essere concentrata solo sull’insegnante. L’insegnamento è una relazione
a senso unico nella quale l’insegnante somministra l’insegnamento e l’alunno si attiva per apprendere.
Nei nidi e nelle scuole reggiane c’è un’attiva corrente di attività d’interazione, si lavora nel gruppo.
Nei gruppi di apprendimento partecipano attivamente sia adulti che bambini; i componenti sono scelti
perché potrebbero collaborare con un atteggiamento positivo e collaborativo, fornire reciproco sostegno
e supporto e apportare diversi stili di pensiero all’iniziativa comune. A Reggio e in diverse scuole
americane gli insegnanti formano dei gruppi per indagare i problemi e sviluppare progetti (fasi:
documentazione, raccolta dati,analisi,teorizzazione, progettazione, riflessione..).
Fin dal 1995 alcuni ricercatori di Project Zero hanno esaminato i programmi educativi del gruppo
teatrale Shakespeare & Company . Questa compagnia si dedica all’insegnamento e alla rappresentazione
delle opere di Shakespeare conducendo programmi educativi nelle scuole. Gli studenti della scuola
superiore coinvolti nella rappresentazione devono affrontare diverse sfide: lo studio e la comprensione
dell’opera teatrale e la sua messa in scena. I giovani attori sono considerati degli interpreti dei testi
classici. Non si avverte mai un senso di fretta, ci si prende il tempo necessario per esplorare e
sperimentare le nuove idee proposte. La compagnia favorisce il lavoro di gruppo, il senso di appartenenza
al gruppo che porta allo sviluppo dell’identità individuale.
“Una domanda non può essere soddisfatta aspettando”: prospettive sulla ricerca in
educazione:
Stare con i bambini offre molti momenti e situazioni che mettono alla prova la nostra comprensione del
mondo complesso, di noi stessi e di tutta una vasta gamma di questioni legate all’apprendimento e
all’insegnamento. I bambini ci fanno domande, domande che vengono alimentate dalla loro curiosità.
Tuttavia, a volte noi non sappiamo rispondere a queste domande, vengono messi a nudo i limiti della
nostra conoscenza. I bambini ci guardano, ci osservano, vogliono vedere come ci comportiamo quando
non sappiamo una risposta e il modo in cui interroghiamo le nostre fonti di informazione.
Ogni domanda rivela un’insoddisfazione per le risposte precedenti e domande precedenti. Domandare è
fare propria la curiosità di colui che ricerca.
Le domande possono:
- essere rivolte ad un singolo
- essere rivolte ad un gruppo specifico
- riguardare una disciplina specifica
- essere ampie e riguardare le discipline dell’insegnamento
I processi di apprendimento-insegnamento sono intrecciati con la pratica quotidiana e solo l’occhio acuto
dell’insegnante può cogliere i particolari che costituiscono i dati essenziali della ricerca. L’intimità e il
contatto quotidiano offrono agli insegnanti e agli adulti nella scuola l’opportunità di osservare i minimi
dettagli dell’apprendimento.
A Reggio l’attività di documentazione relativa ai progetti e al gioco dei bambini è intesa sia come
valutazione che come metodologia di ricerca. Questi due momenti sono un’unica realtà. A project Zero, è
sempre stata intesa come un “possibile episodio di apprendimento”.
Istruzione,valutazione, documentazione e ricerca formano un unico processo. Non è possibile
separarle in nessun modo. Non resta alcuna dicotomia tra le attività di insegnamento e ricerca: nessuna
delle due può esistere pienamente in assenza dell’altra. Documentazione e ricarca sono parte integrante
dell’azione dell’insegnamento.