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Obbligo di fedeltà
I. L’adulterio: causa perentoria di divorzio?
Il Code Civil imponeva la fedeltà coniugale come un dovere reciproco dei coniugi, ma ne
sanzionava le violazioni soprattutto nei confronti della donna. L'adulterio della donna, commesso in
ogni tempo, giustificava la domanda di divorzio da parte del marito. Il tradimento del marito,
all'inverso, non era invece causa di divorzio per la moglie, a meno che non fosse accompagnato
dall'aggravante della presenza della concubina nella casa coniugale. Tale divario fu superato solo
con la legge 27 luglio del 1884. L'adulterio, una volta provato, era causa perentoria di divorzio e
non era contrastabile. Difficile è il caso in cui il coniuge compie l'adulterio in buona fede, cioè
quando crede di non essere soggetto a vincolo coniugale. Alcuni giudici ritennero non legittima la
richiesta di divorzio per assenza di volontà. La Cassazione però ne ammise la possibilità poiché la
legge civile non può essere influenzata dall'assenza di intenzione colpevole. La legislazione
francese influenzò naturalmente il codice civile italiano del 1865 che disciplinava l'adulterio
femminile in modo diverso dal maschile.