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Tesi 2 La musica dei primi popoli

Tesi 2

La musica dei selvaggi e dei primi popoli storici, Egizi, Cinesi, Indiani, Assiri, Babilonesi,
Ebrei

La musica nelle società antiche

Nelle popolazioni antiche, la musica comincia ad essere organizzata ad un sistema legato a


spiegazioni astrologiche e mistiche e persino soggetta a leggi del calcolo e della misura.

L’evoluzione della civiltà andò di pari passo all’evoluzione musicale, le caste sociali del tempo,
avevano quindi bisogno di forme di intrattenimento.

Nasce quindi la figura del musico di corte che risale fin dai tempi dell’antico Egitto. Questo è
testimoniato da placche e sigilli Babilonesi, raffiguranti pastori che suonano strumenti dalla canna
lunga, con grande diletto di coloro che li circondano.

Egiziani

Per gli Egiziani la musica era di origine divina e aveva un potere magico e serviva a scopi
religiosi.

Fin dal 1750 a.C. si documenta una grande varietà di strumenti, flauti liuti tamburelli, ed anche
sistri .I sistri erano riservati soprattutto per la dea Iside, mentre il flauto era usato nel culto del dio
Amon.

Nell’ Antico Medio, regno i musicisti egizi, erano considerati parenti stretti del re, mentre nel
Nuovo regno, l’Egitto si espanse fino alla Mesopotamia e quindi apparvero nuovi strumenti
musicali tra i quali oboi e arpe arcate o angolari.

Nelle raffigurazioni si notano spesso oltre agli strumentisti, anche persone che battono le mani per
segnare il tempo. Sebbene non ci sono pervenuti documenti è da notare che Pitagora studiò in
Mesopotamia e in Egitto, sia la matematica che la teoria musicale, che introdusse poi nel mondo
greco.

Cinesi

I Cinesi ebbero una tradizione musicale molto antica, che risale fin dal al 2697 a.C, ed è articolata
secondo i periodi delle varie dinastie, dal terzo millennio a oggi:
1 periodo leggendario 2697-1122 a.C
2 dinastia Chu 1122-221 a.C
3 dinastia Ch’in 221-206 a.C
4 dinastia Han 206 a.c-233 d.C
Anche essi ritenevano che la musica fosse di origine divina e avesse il potere magico di dominare
le leggi della natura influenzando gli stati d’animo dell’uomo. I suoni venivano messi in relazione
con gli ordini degli astri dell’ universo dando cosi vita alla concezione cosmogonica e filosofica
del linguaggio musicale.

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Tesi 2 La musica dei primi popoli

I Cinesi, studiarono molto anche l’acustica e per loro la musica contribuiva all’ equilibrio del tempo
e dello spazio. Scrissero il Libro della musica lo Yo-Ki nel II sec. a.C.

Lo Yo-Ki è compreso nel libro dei riti il Li Ki, redatto dal filosofo Confucio, per il quale la musica
doveva suscitare nell’ uomo sentimenti di serenità dolcezza e grazia e non inquietudine ( tale idea
fu ripresa poi da Platone) si distingue pertanto la musica buona da quella cattiva, quella sacra da
quella profana.

La musica poteva rendere migliore l’uomo oppure poteva peggiorarlo.

La acustica cinese fu scritta nel libro Leu Shy, da Leu Pu Wei nel III secolo, dove si determina un
suono di base, definito campana gialla, da cui derivano i Liuh cioè i 12 suoni della scala musicale

Durante la dinastia Han, fu istituito l’Ufficio imperiale della musica che aveva il compito di
archiviare le melodie nazionali, e di fissare la giusta altezza della scala musicale, i Liuh.

Tantissimi erano gli strumenti musicali, classificati in 8 famiglie timbriche, a seconda del
materiale di costruzione argilla, zucca, pietra, metalli, pelle, legno, bambù e seta. Tra i più
conosciuti cè il K’in che era un Salterio con corde in seta.
Altri strumenti come gong piatti e tamburi erano presenti nella prassi musicale come i vari flauti.
C’era poi lo sceng cioè un organo a bocca.

Indiani
Anche il popolo indiano vanta una millenaria ed articolatissima storia musicale.
Le pratiche musicali, come testimoniato dai numerosi documenti pervenutici, accompagnavano tutti
gli aspetti della vita civile: cerimonie, riti privati e pubblici, religione, ecc...

Anche la teoria musicale indiana era molto sviluppata, ed era basata su una scala eptafonica con
ciascun grado suddivisibile in due, tre o quattro elementi, chiamati "srutis", in modo da formare
moltissime scale (se ne contano più di mille) secondo la posizione degli intervalli.

Tali scale, di carattere modale, erano chiamate "ragas", termine che significa "colore", "stato
d'animo": da ciò è evidente lo stretto legame tra le varie armonie e le emozioni umane suscitate
nell'ascoltatore, secondo un concetto non dissimile da quello che vedrà la luce più tardi nel mondo
greco.

Gli strumenti più importanti nella storia della musica indiana dell'antichità erano il "sarangi",
costituito da quattro corde su un telaio di forma quadrata, e la "vina", realizzata mediante un
bastone cavo di bambù sorretto alle estremità da due zucche sulle quali erano tese sette corde che
venivano sollecitate da un plettro.

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Assiri e Babilonesi

Varie civiltà contemporanee a quella egizia, nei territori della Mesopotamia tra il Tigri e l’Eufrate.
Sumeri dal IV millennoo al 2200 a.C. Babilonesi, dal 2000 al 1000 a.C Assiri dal 1000 al VII
sec.
L’Agricoltura e i fiumi resero un territorio molto ricco e fiorente, per le varie civiltà che si
susseguirono. Molti progressi anche nelle attività culturali e nelle scoperte aritmetiche e
geometriche, e cosmologiche per l’osservazione e lo studio delle meraviglie dei cieli e le varie
teorie dei numeri.

Sono pervenuti alcuni inni di annotazione musicale ma di difficile decifrazione, ma sappiamo


tramite gli scritti degli storici dell’antica Grecia, che i Babilonesi possedevano una propria teoria
musicale.

Si attribuivano agli intervalli tonali le stagioni dell’anno, l’intervallo di quarta ad esempio


equivaleva all’ autunno, quello di quinta all’inverno, e infine l’ottava all’estate.
Pitagora stesso ebbe origine in questi luoghi prima di stabilirsi nel 530 a.C a Crotone.
La musica era al servizio delle funzioni liturgiche e veniva suonata nei templi.

Salmi e inni venivano intonati da cantori solisti accompagnati da qualche strumento musicale.
Usavano anche il canto antifonale, con cori che cantano alternativamente, i canti invocavano la
protezione di greggi e raccolti in onore del dio Tammuz.

Vi erano poi canti funebri eseguiti dai cantori e lamentatrici.


Come strumenti, si utilizzavano arpe e cetre. In queste culture c’è sicuramente il germe delle nostre
pratiche liturgiche.

Ebrei

Gli ebrei erano gli unici ad essere monoteisti e ad avere un unico libro la Bibbia, oltre a non
possedere forme di rappresentazione iconografica.

La Bibbia è un corpus e cioè un insieme di libri, ha notevole importanza per la storia della musica,
per tutte le sue liriche salmi e cantici, intonati poi anche successivamente dai cristiani, inoltre le
scene bibliche sono state fonte di ispirazione per generazioni di compositori dal Medioevo a oggi.

La Bibbia va dalla creazione dell’uomo fino a circa 30 anni prima della nascita di Cristo, la
musica ebraica è però tramandata oralmente.
Sin dalla Genesi sappiamo che gli strumenti venivano suddivisi in 3 categorie corni e trombe per i
sacerdoti, lire e arpe ai musici del tempio, strumenti a fiato per il popolo. Il sofar è un corno
che produce solo due suoni e si conserva ancora oggi.

Il sofar viene citato nel sacrificio di Isacco e sulla rivelazione di Dio sul monte Sinai nell’ Esodo.

Il Re Davide, che regnò dal 1004 al 966 a.C fece di Gerusalemme una splendida capitale, e il
Tempio divenne il punto focale della vita cittadina. Pertanto ci furono delle musiche cerimoniali e
maestose eseguite anche da grandiosi complessi vocali.

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Tesi 2 La musica dei primi popoli

Tutto fu florido fino alla conquista di Gerusalemme da parte del re di Babilonia a cui ne seguì una
sorta di decadenza culturale nelle comunità ebraiche. La Palestina subì poi la conquista dei persiani
fino al 332 a.C, poi della Macedonia fino al 63 a.C.dove entra nell’Impero Romano.
Fin dai tempi dei Persiani però gli Ebrei si riunivano nelle Sinagoghe dove pregavano leggendo le
scritture in modo “cantillante”.

Nasce così la Salmodia, che riguardava l’intonazione dei salmi eseguiti in modo antifonale da due
cori. Erano canti di lode, ringraziamento, lamentazione o supplica intonati su un'unica nota.

Si dice che fu proprio il futuro re Davide da giovane a comporre su ispirazione divina


numerosissimi salmi e nel medioevo fu riconosciuto come re della Musica, infatti, veniva sempre
raffigurato con una lira in mano.

I salmi furono fonte di ispirazione per numerosi mottetti nel periodo rinascimentale.

Bibliografia:

E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 1, Rugginenti Torino 2006


pp.31-40

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