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e-mail:valentina.camomilla@uniroma4.it
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A
l’eserciZio
Di MeZZo
Valentina
caMoMilla è
ricercatrice
nell’ambito della
Bioingegneria
sQUat
Elettronica e
Informatica
presso il
Dipartimento di
Scienze del
eFFicacia
Movimento
Umano e dello
Sport
o sicUreZZa?
dell’Università di
Roma “Foro
Italico”, insegna
Biomeccanica
dello Sport nella
laurea Magistrale.
GioVanni Di
Maio è istruttore
di pesistica e
cultura
Parole fisica/personal
trainer FIPE e
cHiaVe allenatore di nuoto
di secondo livello
sovraccarichi, FIN; attualmente
esame è istruttore di
nuoto e
posturale, responsabile del
analisi recupero
quantitativa, funzionale in
biomeccanica. acqua.
Il mezzo squat, eseguito di solito con l’ausilio di attrezzi da sovraccarico, rappresenta uno
dei mezzi di allenamento più utilizzati per lo sviluppo dell’efficienza muscolare degli arti in-
feriori e richiede elevata competenza e scrupolosità di allenatori ed atleti. Le descrizioni tec-
niche disponibili in letteratura sembrano non approcciarlo nella sua complessa globalità tra-
scurando spesso, tra i distretti coinvolti, la colonna vertebrale, sicuramente il distretto
più a rischio. Inoltre, non è prassi comune caratterizzare a priori i limiti funzionali di cia-
scuna colonna vertebrale, cioè valutare se le caratteristiche strutturali e posturali di quella
determinata colonna, ed i suoi rapporti con gli altri distretti, sono tali da considerare senza
rischio l’uso del sovraccarico gravante su di essa. Questo lavoro ha quindi i seguenti scopi: Marco
a) fornire una dettagliata descrizione della tecnica esecutiva meno pericolosa e più com- Vasellino è
S&C (Ita) n.1, Gennaio-Aprile 2012, pp. 47-54
pleta possibile, tenendo sempre a mente che è soprattutto la colonna vertebrale in que- istruttore coni-
sto esercizio a sopportare il sovraccarico; b) proporre un modello di esame posturale ad figc per il settore
giovanile e
uso dell’allenatore (EPO) utile a fornire informazioni quanti-qualitative tali da consentire di scolastico ed
esprimere un giudizio generale sulla caricabilità della colonna ed evidenziare marcate alte- allenatore di
razioni posturali, da demandare ovviamente ad approfondimenti specialistici; c) individuare calcio; è
gli errori potenzialmente dannosi ed associarvi parametri che ne forniscano una valutazione attualmente
istruttore di
quantitativa. I risultati di questo studio potranno essere utili per sviluppare schede grafi- fitness e
che di facile ed efficace utilizzo per gli operatori del settore, da usare impostando il pro- personal trainer
cesso di allenamento considerando la colonna vertebrale come una struttura da tutelare, e docente di
rispettando i limiti imposti dalla natura e senza accrescere il rischio di infortunio. educazione fisica
presso scuole
secondarie di II
grado.
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Distretti tecnica esecutiva errori rischi
Fase Fase
Posizione di partenza
discendente ascendente
Sostegni ad una altezza
che permetta all’atleta di Troppo in alto può causare dolore al collo e aumentare il
abbassarsi leggermente, carico spinale. Troppo basso, oltre a portare ad una
piegando le ginocchia maggiore flessione delle anche e ad una maggiore inclinazione
evitando di flettere la • Troppo in basso/alto. in avanti del busto, può causare disagio a spalle, gomiti e
Stabile nella corretta • Spostato verso dx/sx
Bilanciere colonna. Da posizionare polsi. Spostamenti e inclinazioni laterali del bilanciere
posizione di partenza.
simmetricamente sopra la • Sbilanciato verso dx/sx. possono sfociare in un mal allineamento dell’intera colonna e
parte mediana dei trapezi in uno sbilanciamento laterale dell’intero corpo che come
e quella posteriore dei conseguenza può provocare un’eccessiva
deltoidi, appena sotto il compressione discale.
processo spinoso di C7.
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• Collo flesso/sguardo in
testa Testa e collo mantenuti in posizione naturale sul basso Evitare eccessivi movimenti del collo: la sua flessione e
collo prolungamento della colonna vertebrale, • Collo esteso/sguardo in l’abbassamento dello sguardo portano ad un aumento della
sguardo minimizzandone i movimenti; lo sguardo deve essere alto cifosi; la sua iperestensione può causare un eccessivo
mantenuto in avanti. • Testa inclinata di lato stress alle strutture posteriori del tratto cervicale.
• Capo non stabile
• Troppo inclinato in Le pericolose forze di compressione e di taglio agenti sulle
Eretto, stabile e Controllare la naturale avanti e/o lateralmente strutture spinali a livello lombare aumentano con
tronco compatto. inclinazione durante • Petto non sollevato l’inclinazione del tronco. Sono sufficienti pochi gradi di
l’esecuzione mantenendolo • Non stabile flessione per provocare danni alla colonna vertebrale (ai
stabile e compatto. legamenti capsulari delle piccole articolazioni e al disco).
• Flessa (appiattita) Sia una ridotta che un’accentuata lordosi aumentano i carichi
colonna • Troppo di taglio e di compressione a livello discale; questo può
lombare Stabile, mantenere la sua lordosi naturale. inarcata/iperestesa portare a lombalgia e degenerazione discale. Un’eccessiva
• Non stabile lordosi può causare fenomeni di spondilolisi e/o spondilolistesi.
Flessione ed estensione • Scarsa mobilità Portare le anche troppo dietro implica una maggiore
Posizione naturale, controllata delle anche, articolare flessione del tronco ed un aumento di stress
anche evitando antiversione e contemporanea a quella • Basculamenti fuori dal a livello lombare.
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Bacino retroversione del bacino. delle ginocchia, senza piano sagittale Basculamenti fuori dai piani sagittale e frontale possono
Leggera flessione delle portare eccessivamente • Basculamenti fuori dal causare problemi alla colonna vertebrale che si muove
anche. indietro il bacino nella fase piano frontale seguendo i movimenti del bacino.
ascendente.
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Tabella n°1 – Descrizione della tecnica esecutiva in relazione alle tre fasi, degli errori da evitare e dei rischi associati, per ogni distretto e segmento corporeo coinvolti.
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della respirazione
• Punte poco extra
• Non simmetriche
• Non in linea con i
sollevamento dei
• Scarsa mobilità
piedi durante la
• Non simmetrici
• Non ben saldi a
• Avanti rispetto
• Invertire le fasi
“caricabilità sì” o “caricabilità no”, non
alle punte dei
stretti/larghi
durante la
articolare
flessione
flessione
flessione
forzata
terra e
• Troppo
talloni
Espirazione alla
anteriormente all'inizio
rispettare la naturale divaricazione
In fase ascendente e discendente i
Estensione
quella delle
movimenti
studio sperimentale
Fase
fine
talloni durante la fase di
Respiro trattenuto
armonia con quella
antero-posteriori
flessione 80-90°;
ginocchia - punte
delle anche; max.
latero-mediali, e
mantenendo
Flessione
dei piedi
pressione
ritornare
centro di pressione nella decelerazione
Fase
poi
di
extraruotate di 20-30°;
superiore; rispettare la
Posizione di partenza
Inspirazione forzata
Leggera flessione,
piede
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SPALLE
Livello delle spalle Una spalla Una spalla
orizzontale leggermente più alta notevolmente più alta
DX SX
dell’altra dell’altra
COLONNA
Colonna leggermente Colonna con marcata
DX SX Colonna ben dritta curva lateralmente curva laterale
TRIANGOLI
DELLA TAGLIA Uguali tra loro Leggermente diversi Significativamente
tra di loro diversi tra di loro
DX SX
ANCHE
Livello delle anche
Un’anca leggermente Un’anca
orizzontale
DX SX più alta dell’altra notevolmente più alta
dell’altra
TRATTO
TORACICO Colonna toracica Colonna toracica Colonna toracica
DELLA normale leggermente curvata notevolmente
COLONNA curvata
TRATTO
Colonna lombare Colonna lombare Colonna lombare
LOMBARE
normale leggermente più curva notevolmente più
DELLA
del normale curva del normale
COLONNA
TOTALE PUNTI
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PROFILO DELLA
COLONNA
VERTEBRALE IN
TOTO
Cifolordosi (CL) Cifosi lombare Lordosi Lordosi ampio
(CLO) (LO) raggio
(LAR)
stata effettuata una ripresa video analisi qualitativa e senza della cintura sia dei diversi
dei soggetti sul piano sagittale. quantitativa degli errori carichi sull’esecuzione è stata ef-
Durante il test incrementale la ci- Il test massimale è stato og- fettuata un’analisi della varianza
nematica di bilanciere, colonna e getto di una osservazione siste- multivariata (M.AN.O.VA.). Il li-
arti inferiori è stata misurata con matica che ha portato ad una va- vello di significatività statistica è
un sistema stereofotogramme- lutazione qualitativa complessiva stato posto a p < 0,05 e,
trico (Vicon MX, UK), Figura 2. delle esecuzioni, su una scala di quando necessario, è stata ef-
valori 0-10, frutto del giudizio di fettuata una analisi dei contrasti.
due scienziati motori (MV, GDM).
Relativamente al test incremen- risUltati Della ricerca
tale e per ciascuno dei distretti esame posturale ortostatico
elencati (e/o aspetti tecnici) nella In Tabella 3 vengono riportate in
Tabella 1, ad eccezione di impu- forma sintetica le valutazioni po-
gnatura, testa, collo, sguardo e sturali relative ai soggetti consi-
respirazione, sono stati indivi- derati non caricabili. Viene ripor-
duati gli elementi esecutivi da va- tata, come esempio, la valutazio-
lutare in una osservazione quali- ne di caricabilità di uno dei sog-
tativa sistematica, Tabella 2. A getti che ha partecipato alla se-
ciascun elemento esecutivo è conda parte dello studio.
stato poi associato un parame-
tro quantitativo da calcolare sulla analisi qualitativa e
base del dato stereofotogram- quantitativa degli errori
metrico, Tabella 2. La valutazione Test massimale: i soggetti pre-
qualitativa è stata caratterizzata sentavano 1RM pari a 140 ±
da un giudizio numerico (0 = 21kg. Sebbene tutti i soggetti
scarso, 5 = mediocre, 10 = avessero familiarità con il gesto e
buono) poi trasformato in una va- fossero stati istruiti alla cor-
lutazione complessiva, som- retta esecuzione, la valutazione
mando le medie dei giudizi carat- della loro esecuzione è risultata
terizzanti ogni singolo distretto modesta (4±2).
corporeo e/o aspetto tecnico. Test Incrementale: la valutazione
qualitativa sintetica è stata di
analisi statistica poco superiore a quella del test
Si è analizzata la correlazione tra massimale (6±1). Le valutazioni
Figura n°2 – Ventidue marcatori sono stati posizionati le valutazioni qualitative del test per singolo distretto derivanti
sui processi spinosi di C7, T4, T8, T12 (giallo), L1, L2, incrementale e massimale. I para- dall’analisi qualitativa e quantita-
L3, L4, L5, S1, (fucsia), spine iliache superiori anteriori metri derivanti dall’analisi quanti- tiva, riportate in Tabella 2, evi-
tativa degli esercizi svolti con la denziano frequenti rotazioni o po-
e posteriori (viola), grandi trocanteri, epicondili femo- cintura sono stati poi sottoposti sizionamenti non simmetrici o
rali, malleoli laterali e quarte teste metatarsali (verde a statistica descrittiva. Per de- discordanti rispetto a quanto
a destra, rosso a sinistra); e sul bilanciere (giallo). scrivere il comportamento della proposto, nonostante la pre-
I riquadri grigi in alto rappresentano due delle teleca- colonna lombare si è fatto riferi- gressa esperienza dei soggetti
mere del sistema stereofotogrammetrico. mento alle prove senza cintura. con il gesto, sebbene non esat-
Per valutare l’effetto sia della pre- tamente con la tecnica descritta.
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Tabella n°2 – Per ciascuno dei distretti elencati vengono descritti, nell’analisi, gli elementi che sono stati oggetto di os-
servazione sistematica in un approccio qualitativo ed i relativi parametri quantitativi calcolati sulla base delle misure di la-
boratorio. Nelle colonne di valutazione si riportano media e deviazione standard dei valori relativi alle esecuzioni con cintura,
tranne che per la colonna lombare. In presenza di dati bilaterali, la statistica descrittiva considera entrambi gli arti.
osservazioni/soggetti 1 2 3 4 5 6 7
1 Testa 5 5 5 0 5 10 5
2 Spalle 5 10 5 5 5 5 10
3 Colonna / Triangoli della taglia 5 10 10 10 5 10 10
4 Anche 10 10 10 10 5 5 10
5 Piedi 5 5 5 5 10 5 5
6 Tratto cervicale della colonna 10 5 0 0 5 0 10
7 Tratto toracico della colonna 5 5 5 5 5 10 10
8 Tronco 10 5 10 10 10 10 10
9 Addome 10 5 10 10 10 10 10
10 Tratto lombare della colonna 10 5 5 10 5 5 10
Punteggio complessivo 75 65 65 65 65 70 90
Tabella n°3 – Risultati Esame Posturale Ortostatico ad uso dell’allenatore per i soggetti considerati non caricabili.
Sulla destra è riportato esemplificativamente uno dei soggetti considerati caricabili.
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analisi statistica
Le valutazioni qualitative del test incrementale e massimale
hanno presentato una bassa correlazione (r = 0,48). L’as-
senza della cintura non ha comportato in generale una ese-
cuzione differente; tuttavia, nelle esecuzioni senza sono state
osservate una più flessa posizione del tronco a ginocchia
estese (p = 0,035) e una minore flessione dello stesso (p =
0,046) durante la fase discendente, nonché un minore aumento
della cifosi toracica durante la medesima fase (p = 0,046, contra-
sto entro i soggetti p = 0,046). L’aumentare del carico ha invece pro-
dotto una riduzione significativa sia della flessione del tronco rispetto
alla pelvi (p = 0,009), sia della curvatura lombare in assenza di cintura
(p = 0,011).
conclUsioni
Il mezzo squat, così ampiamente utilizzato, necessita di attento monito-
raggio ed estrema competenza da parte di allenatori e atleti. La tecnica
esecutiva proposta, che mira ad incrementare la sicurezza del gesto, è
quindi il primario risultato della ricerca. Avere familiarità con esso ed es-
sere indirizzati verso una sua corretta esecuzione non è tuttavia suffi-
ciente ad evitare errori che possono renderne l’esecuzione dannosa. Gli
errori, descritti teoricamente ed evidenziati qualitativamente e quantita-
tivamente in un limitato campione di soggetti, costituiscono quindi un ri-
ferimento utile per coloro che affrontano il mezzo squat. Affiancare, o far
precedere, l’analisi delle capacità di eseguire il gesto corretto da una os-
servazione degli eventuali difetti posturali, può ulteriormente tutelare gli
atleti, inducendo eventualmente a sconsigliare l’esecuzione del gesto e ad
individuare una adeguata alternativa.
La speranza è che questo studio possa essere punto di partenza per con-
siderare, nell’ambito sportivo, la colonna vertebrale come una struttura
necessariamente da tutelare, conoscendone le funzioni, proteggendone le
componenti a rischio e allenandone le componenti allenabili. Utilizzare i so-
vraccarichi come mezzo di allenamento è stato dimostrato essere molto
utile per il condizionamento della forza muscolare, ma spesso si va con-
tro il limite imposto dalla natura alla caricabilità della colonna andando in-
contro al danneggiamento delle sue strutture, in subordine, della presta-
zione. Quando l’obiettivo è capire come si debba allenare un atleta per
ottenere risultati migliori, bisogna individuare cosa si debba allenare e sce-
gliere in che modo svolgere l’allenamento, soffermandosi così sui giusti
mezzi di allenamento. La via per ottenere risultati migliori passa non sol-
tanto per il continuo e progressivo aumento dei carichi di allenamento, ma
incrocia anche quella della sicurezza.
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Foto Mario Bellucci
54 STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno 1 - Numero 1 Gennaio-Aprile 2012