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Il Vangelo di oggi ci racconta la parabola del pubblicano e del fariseo che si ritrovano insieme a

pregare al tempio. Vediamo allora quali sono le differenze tra i due per capire per capire
l’insegnamento che ci vuol dare il Signore.
Presunzione
Fariseo – il vangelo ci dice che Gesù racconta questa storia perché alcuni avevano “intima
presunzione di essere giusti”. E questo è proprio quello che merge dalle parole del fariseo, che
parla a Dio come uno che si è già salvato.
Pubblicano – invece sa di essere peccatore e di non meritare niente da Dio, sta a distanza, perché
prova vergogna per i suoi peccati
Disprezzo
Fariseo – il fariseo dice: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, … e neppure
come questo pubblicano”. Il fariseo disprezza gli altri, vede che sono peccatori ma ringrazia Dio
per non essere come loro. Lui non si riconosce peccatore, non prega per la salvezza, perché a suo
parere non ne ha bisogno
Pubblicano – a differenza del fariseo, il pubblicano disprezza sé stesso. Il vangelo dice che
“fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto”. Tutti
questi sono segni di vergogna e di pentimento per quello che ha fatto. Il pubblicano non si
preoccupa di disprezzare gli altri, ma pensa a disprezzare sé stesso e le sue azioni, per questo
agisce in questo modo.
Salvezza
Fariseo – pensa di salvarsi, ma grazie a che cosa? “Digiuno due volte alla settimana e pago le
decime di tutto quello che possiedo”. Il fariseo pone tutta la sua salvezza nelle opere che compie.
In altre parole pensa di potersi salvare solo con le sue forze. Questa è un’eresia che è stata
condannata in passato e si chiama pelagianesimo.
Pubblicano – invece, sa che se si salverà è per una grazia di Dio, per questo quando prega dice
così: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Non dice di far nulla lui, ma chiede aiuto a Dio. è vero
che noi dobbiamo cercare di essere fedeli a Dio e non peccare, ma è anche vero che noi non ci
salviamo mai da soli, ma è Dio che ci salva. Senza di lui, cosa potremmo fare?
La differenza sostanziale tra i due atteggiamenti potremmo dire che è quindi una: mentre il fariseo
era superbo, il pubblicano era umile. Per questo si avevano questi due comportamenti diversi.
E se noi vogliamo agire correttamente, dobbiamo cercare di essere umili, non solo perché Cristo ci
ha raccontato questa parabola, ma perché lui stesso è stato umile durante tutta la sua vita: è nato
in una grotta, è stato deposto in una mangiatoia, ha vissuto facendo il falegname, è stato offeso e
insultato, ed infine è stato condannato ingiustamente e crocifisso.
Chiediamo allora alla Vergine Maria, la serva del Signore, di aiutarci per diventare sempre più
umili. Sia lodato Gesù Cristo!

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