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Il sottotenente Gustl

Leutnant Gustl, 1900


Traduzione di Giuseppe Farese

Quanto durerà ancora? Devo guardare l’orologio… probabilmente non sta


bene in un concerto così serio. Ma chi se n’accorge? Se qualcuno mi vede, è
distratto quanto me, e di lui non ho bisogno di aver soggezione… Appena le dieci
meno un quarto?… Mi sembra di star seduto qui da tre ore. È che non ci sono
abituato… Che concerto è? Devo guardare il programma… Sì, giusto: oratorio?
Credevo: messa. Musica del genere andrebbe sonata solo in chiesa. La chiesa ha
anche di buono che si può andar via in qualsiasi momento. - Avessi almeno un
posto d’angolo! - Be’, pazienza, pazienza! Anche gli oratorii finiscono! Forse è
bellissimo ma io non sono nello stato d’animo adatto. E come potrei esserlo?
Quando penso che son venuto qui per svagarmi… Avrei fatto meglio a regalare il
biglietto a Benedek, a lui piacciono queste cose; suona anche il violino, lui. Ma
allora si sarebbe offeso Kopetzky. È stato certo molto simpatico da parte sua, per
lo meno l’intenzione era buona. Bravo ragazzo Kopetzky! L’unico su cui si possa
contare… Sua sorella canta tra quelli lassù. Almeno cento vergini, tutte vestite di
nero; come fare per riconoscerla? Appunto perché lei canta nel coro, Kopetzky ha
avuto il biglietto… Ma perché non c’è venuto lui? - Però cantano benissimo. È
molto commovente - certo! Bravi, bravi!… Sì, applaudiamo anche noi. Il mio
vicino applaude come un forsennato.
Che gli piaccia poi veramente tanto? - La ragazza nel palco di fronte è molto
carina. Guarda me o quel signore là con la barba bionda?… Ah, un assolo! Chi è?
Contralto: signorina Walker, soprano: signorina Michalek… questo è
probabilmente il soprano… È un pezzo che non vado più all’opera. All’opera mi
diverto sempre, anche quando e noiosa. Dopodomani potrei andarci di nuovo, a
vedere la «Traviata». Sì, dopodomani sarò forse già un cadavere! Ah, sciocchezze,
non ci credo neppure io! Aspetti un po’, dottore, le passerà la voglia di fare certe
osservazioni! La punta del naso le taglierò…
Se solo potessi veder bene quella lì nel palco! Vorrei farmi prestare il binocolo
dal signore accanto a me, ma quello mi mangia di certo, se lo disturbo nel suo
raccoglimento… Dove si trova la sorella di Kopetzky? Riuscirei a riconoscerla?
L’ho vista solo due o tre volte, l’ultima al circolo ufficiali… Saranno proprio tutte
ragazze per bene, tutt’e cento? Macché!… «Con la collaborazione della società
corale!» - Società corale… strano! Me la son sempre raffigurata come qualcosa di
simile alle «cantanti ballerine viennesi», cioè, ho sempre saputo che è qualcosa di
diverso!… Bei ricordi! Quella volta al «Grünes Tor»… Game si chiamava? E poi mi
ha mandato una volta una cartolina illustrata da Belgrado… anche un bel posto!
- Kopetzky se la passa bene, a quest’ora starà già da un pezzo in trattoria a
fumarsi il suo virginia!…
Che ha da guardarmi di continuo quel tipo lì di fronte? Ho l’impressione che si
accorga che m’annoio e che questo non è il mio ambiente… Le consiglierei di fare
un viso un po’ meno insolente, altrimenti l’affronto dopo nel foyer! - Guarda già
dall’altra parte!… Com’è che tutti hanno così paura del mio sguardo?… «Hai i più
begli occhi che mi sia mai capitato di vedere!» ha detto giorni fa Steffi… …Oh
Steffi, Steffi, Steffi! - La colpa è proprio di Steffi, se debbo starmene seduto qui a
sentirmi per ore questa lagna. Ah, queste eterne lettere di rifiuto di Steffi
cominciano a darmi veramente ai nervi! Che bella serata, avremmo trascorso oggi.
Avrei una gran voglia di leggere la letterina di Steffi. Eccola qui. Ma se tiro fuori il
portafogli, il tipo vicino a me mi mangia! - In fondo so quello che c’è scritto… non
può venire perché deve andar fuori a cena con «lui»… Ah, è stato divertente la
settimana scorsa, quando era con lui alla «Gartenbaugesell-schaft» e io di fronte
con Kopetzky; mi lanciava continuamente occhiatine d’intesa. E lui non s’è
accorto di nulla - incredibile! Per altro deve essere un ebreo! Certamente, lavora
in una banca, e i baffi neri… Pare sia anche tenente della riserva! Be’, che non gli
capiti di venire a fare le esercitazioni d’armi nel mio reggimento! Non capisco
perché continuino a promuovere ufficiali tanti ebrei - al diavolo tutto
l’antisemitismo! Recentemente al ricevimento dove ho avuto il battibecco con quel
dottore, dai Mannheimer… pare che anche i Mannheimer siano ebrei, battezzati
naturalmente… ma non ne hanno per nulla l’aspetto - specialmente la signora…
così bionda, bellissimo personale. Tutto sommato è stato molto divertente. Pranzo
eccellente, sigari magnifici… certo, quando si ha danaro…
Bravi, bravi! Finirà presto adesso? - Sì, ora si alzano tutti in piedi quelli
lassù… fa un bellissimo effetto - imponente! - Anche l’organo?… L’organo mi
piace moltissimo… Meraviglioso - molto bello! È proprio vero, bisognerebbe
andare più spesso ai concerti… È stato bellissimo, dirò a Kopetzky… Lo
incontrerò oggi al caffè? - Ah, non ho proprio voglia d'andare al caffè; ieri mi ci
sono così guastato il sangue! Centosessanta fiorini perduti in una sola volta.- che
idiozia! E chi ha vinto tutto? Ballert, proprio lui che non ne ha bisogno… In fondo
è anche colpa di Ballert, se son dovuto venire a questo stupido concerto…. Certo,
altrimenti oggi avrei potuto giocare di nuovo, forse anche in parte rifarmi. Ma è
un bene che abbia dato a me stesso la parola d’onore di non toccare carta per un
mese intero… Chissà che faccia farà di nuovo mamma quando riceverà la mia
lettera! - Ah, vada dallo zio, che ha denaro a palate; che contano per lui qualche
centinaio di fiorini! Se solo riuscissi a ottenere che mi desse un regolare
sussidio… macché, bisogna mendicare ogni soldo extra. E poi la solita canzone:
L’anno scorso il raccolto è andato male!… Se quest’estate andassi di nuovo per
quindici giorni dallo zio? Veramente laggiù ci si annoia da morire… Se
ritrovassi… come si chiamava?… È strano, non riesco a ricordarmi i nomi!… Ah,
sì: Etelka!… Non capiva una parola di tedesco, ma non era neppure necessario…
non ho avuto proprio bisogno di parlare!… Sì, mi farà bene, quindici giorni di aria
buona e quindici notti di Etelka o qualcun’altra… Ma dovrei anche trascorrere di
nuovo una settimana con papà e mamma… Brutta cera aveva mamma a Natale…
Ora l’umiliazione sarà già superata. Al posto suo sarei contento che papà è
andato in pensione. - E Klara un marito lo troverà ancora… Lo zio può ben
sborsare qualcosa… Ventott’anni, non è poi così vecchia… Steffi non è
sicuramente più giovane… Ma è strano: certe donne si mantengono più a lungo
giovani. Quando si pensi: la Maretti ultimamente nella «Madame Sans-Gêne» -
trentasette ce li ha di sicuro, e ha l’aspetto… Non avrei certo detto di no! - Peccato
che non me lo abbia chiesto…
Comincia a far caldo! Ancora non è finito? Non vedo l’ora di uscire all’aria
aperta! Andrò un po’ a passeggio, per il Ring… E poi: a letto presto per essere in
gamba domani pomeriggio! Strano, quanto poco ci pensi, mi è del tutto
indifferente! La prima volta ero un po’ eccitato. Non che abbia avuto paura; ma la
notte prima ero nervoso… Si capisce, il tenente Bisanz era un avversario serio. -
Eppure non mi è successo nulla!… È passato già un anno e mezzo. Come passa il
tempo! E se non mi ha fatto nulla Bisanz, il dottore non mi farà nulla di certo!
Sebbene proprio questi schermitori maldestri siano talvolta i più pericolosi.
Doschintzky mi ha raccontato che per poco non l’infilzava un tipo che prendeva
per la prima volta in mano una sciabola; e Doschintzky è oggi maestro di scherma
alla milizia territoriale. Certo - chissà se allora era già così bravo… La cosa più
importante è: sangue freddo. Non sono più nemmeno veramente adirato, eppure è
stata una sfacciataggine - incredibile! Certamente non avrebbe osato, se non
avesse bevuto poco prima dello champagne… Una tale sfacciataggine! È certo un
socialista! I legulei sono al giorno d’oggi tutti socialisti! Una masnada… il loro più
grande desiderio sarebbe quello di abolire subito l’esercito; ma chi li difenderà
quando li assaliranno i cinesi? A questo non ci pensano. Imbecilli! - Ogni tanto
bisogna dare un esempio. Ho fatto proprio bene ad agire così. Son contento di
non averlo più mollato dopo che ha fatto quell’osservazione. Se ci penso
m’imbestialisco! Ma mi sono comportato magnificamente; anche il colonnello ha
detto: comportamento assolutamente corretto. La cosa finirà col giovarmi.
Conosco alcuni che l’avrebbero fatta passar liscia al giovanotto. Müller
sicuramente, avrebbe agito di nuovo obiettivamente o in maniera simile. Ad
essere obiettivi c’è da far sempre una figuraccia… «Signor tenente!»… già il modo
come ha detto «Signor tenente» era insolente!… «Dovrà pur convenire con me»… -
Come fu che arrivammo a parlarne? Come mai ho intavolato una discussione con
quel socialista? Com’è cominciata?… Mi sembra che fosse presente anche quella
signora bruna, che ho condotto al buffet… e poi quel giovane che dipinge scene di
caccia - come si chiama?… Per l’anima mia, è lui che ha colpa di tutto! Ha parlato
delle manovre; e poi è sopraggiunto quel dottore e ha detto qualcosa che non mi
andava a genio, ha parlato di giochetti di guerra o roba del genere - ma a questo
punto non son potuto ancora intervenire… Sì, e poi si è discusso delle scuole per
allievi ufficiali… sì, è andata proprio così… e io ho raccontato di una festa
patriottica… e allora il dottore ha detto - non subito, ma il discorso ha preso le
mosse dalla festa - «Signor tenente, dovrà pur convenire con me che non tutti i
suoi camerati hanno intrapreso la carriera militare esclusivamente per difendere
la patria!» Una tale sfacciataggine! E un individuo simile osa dire questo in faccia
a un ufficiale! Se solo potessi ricordarmi cosa gli ho risposto?… Ah sì, qualcosa
come di persone che s’immischiano in fatti di cui non capiscono nulla… Sì,
giusto… e poi c’è stato imo che voleva comporre la questione, amichevolmente, un
signore anziano con un raffreddore cronico… Ma io ero troppo furibondo! Il
dottore ha parlato in un tono tale che sembrava volesse riferirsi proprio a me.
Avrebbe dovuto solo aggiungere che mi hanno espulso dal liceo e che perciò sono
stato messo alla scuola allievi ufficiali… La gente non può proprio capire uno
come noi, è troppo stupida per questo… Se solo mi ricordo quando ho indossato
per la prima volta la divisa, una sensazione come quella non la prova certo
ognuno… L’anno scorso alle manovre - avrei dato chissà che se improvvisamente
si fosse fatto sul serio… E Mirovic mi ha detto di aver avuto la stessa sensazione.
E poi, quando Sua Altezza ha passato in rivista a cavallo le truppe, e il discorso
del colonnello - bisogna essere dei veri e propri mascalzoni per non sentirsi
balzare il cuore in petto… E poi se ne viene uno scribacchino simile, che per tutta
la vita non ha fatto altro che starsene seduto dietro i libri, e si permette
un’osservazione insolente!… Ah, aspetta un po’ mio caro - ti metterò fuori
combattimento… proprio così, fuori combattimento…
Sì, che c’è? Adesso dovrà pur finire?… «Voi, i suoi angeli, lodate il Signore»… -
Sicuro, questo è il coro finale… Meraviglioso, bisogna convenirne. Meraviglioso! -
Ora ho completamente dimenticato quella lì nel palco, che poco fa ha cominciato
a civettare. Dov’è mai?… Già andata via… Quell’altra di fronte sembra anche
molto carina… Veramente una stupidaggine che non abbia un binocolo con me!
Brunnthaler è giudizioso, lascia sempre il suo binocolo alla cassa del caffè, così
non c’è pericolo di dimenticarselo… Se la piccola lì dinanzi a me si voltasse solo
una volta! Se n’è stata seduta sempre tutta buona. Quella accanto a lei è
sicuramente la mammà. - Non dovrei una buona volta pensare seriamente al
matrimonio? Willy non era più vecchio di me quando ha fatto il gran passo. È pur
qualcosa avere sempre una graziosa donnina a disposizione a casa… £ stupido
che Steffi proprio oggi non abbia tempo! Se almeno sapessi dov’è, andrei a
sedermi di nuovo di fronte a lei. Sarebbe una bella storia, se lui lo venisse a
sapere, allora dovrei mantenerla io… Se penso a quello che costa a Fließ la sua
relazione con la Winterfeld. E lei lo tradisce in tutti i modi. Ancora una volta
andrà a finir male… Bravi, bravi! Ah, è finito!… Che piacere, potersi alzare,
muoversi… Se questo qui lo permette! Quanto impiegherà ancora a riporre il
binocolo nell’astuccio?
«Pardon, pardon, mi vuole lasciar passare?»
Che pigia pigia! È meglio lasciar passare la gente… che tipino elegante…
saranno veri i brillanti?… Carina quella… Come mi guarda!… Oh sì, signorina,
certo che vorrei!… Oh, il naso! - Ebrea… Ancora un’altra… Eppure è incredibile,
anche qui la metà sono ebrei… neppure un oratorio si può più godere in pace…
Bene, ora accodiamoci… Perché spinge quell’idiota dietro di me? Gli farò passare
la voglia… Ah, un signore anziano!… Chi mi saluta di là?… Riverisco, riverisco!
Non ho la minima idea di chi sia… La cosa più semplice sarebbe andare subito a
cenare da Leidinger… oppure alla «Gartenbaugesell-schaft?» Che ci sia anche
Steffi? Perché non mi ha scritto dove sarebbe andata con lui? Non lo sapeva
ancora neppure lei. Veramente terribile, vivere sempre soggetta a qualcuno…
Povera creatura! - Bene, ecco l’uscita… Ah, ma quella è bellissima! Tutta sola?
Come mi sorride. Questa sarebbe un’idea, ora la seguo!… Adesso scendiamo le
scale… Oh, un maggiore del novantacinquesimo… Ha risposto molto gentilmente
al mio saluto… Non ero dunque l’unico ufficiale qui… Dov’è quella graziosa
ragazza? Ah, là… è ferma vicino alla ringhiera… Bene, ora bisogna andare ancora
al guardaroba… Speriamo che la piccola non mi sfugga… Eccomi gabbato! Infame
birichina! Si fa venire a prendere da un signore, e ora continua a sorridermi! -
Non ce n’è nessuna per cui valga la pena… Per Dio, che ressa al guardaroba!… È
meglio aspettare ancora un po’… Ecco! Se quell’imbecille potesse prendere il mio
numero?…
«Ehi lei, duecentoventiquattro! È appeso lì! Ma non ci vede? Eccolo lì! Ah,
grazie a Dio!… Permesso!»… Quel grassone blocca quasi tutto il guardaroba…
«Permesso»…
«Calma, calma!»
Che dice il tipo?
«Solo un po’ di pazienza!»
Bisogna che gli risponda… «Faccia posto!»
«Non abbia fretta!»
Che dice costui? Ma è un’insolenza! Non posso passarci su!
«Silenzio!»
«Come dice?»
Che razza di tono! Ma quest’è troppo!
«Non spinga!»
«Tenga il becco chiuso, lei!» Non avrei dovuto dirlo, sono stato troppo villano…
Be’, oramai è fatta!
«Come dice?»
Ora si volta… Ma lo conosco! - Perbacco, è il fornaio che viene sempre al
caffè… Che ci fa qui? Ha* certo una figlia o qualcun altro all’accademia di canto…
Sì, ma che succede? Che fa ora? Mi sembra proprio… sì, per l’anima mia, ha
afferrato l’impugnatura della mia sciabola… Ma è pazzo?… «Lei Signor…»
«Lei, signor tenente, stia zitto ora.»
Che dice mai? Per l’amor di Dio, non l’avrà sentito qualcuno? No, parla a
bassa voce… Ma perché non molla la sciabola?…. Per Dio… Ho capito, devo
reagire con forza… non riesco a togliergli la mano dall’impugnatura… l’importante
è che non succeda uno scandalo ora!… Vuoi vedere che il maggiore è proprio
dietro di me?… C’è qualcuno che si possa accorgere che tiene stretta
l’impugnatura della sciabola? Ma parla con me! Che dice mai?
«Signor tenente, se fa il benché minimo scalpore, le tiro fuori la sciabola dal
fodero, la faccio in due e mando i pezzi al comando del suo reggimento. Ha capito,
ragazzaccio?»
Che ha detto? Mi sembra di sognare! Dice veramente a me? Dovrei rispondere
qualcosa… Ma questo fa sul serio - estrae veramente la sciabola. Per Dio - lo fa
veramente!… Sento già che dà degli strappi. Ma che dice?… Per l’amor di Dio,
niente scandali - Che dice ancora?
«Ma non le voglio rovinare la carriera… Dunque se ne stia buono!… E non
abbia paura, non ha sentito nessuno… è tutto a posto… bene! E affinché nessuno
creda che abbiamo litigato, ora sarò molto cortese con lei! - Riverisco, signor
tenente, molto piacere – riverisco.»
Dio benedetto, ho sognato?. L’ha detto veramente?… Dov’è mai ora?… Eccolo
là… Dovrei sfoderare la sciabola e farlo a pezzi -- Per l’amor di Dio, non ha sentito
nessuno?… No, ha parlato a voce molto bassa, nell’orecchio… Ma perché non
vado e gli spacco il cranio?… No, non è possibile, non è possibile… avrei dovuto
farlo subito… Ma perché non l’ho fatto subito?… Non ho potuto… non ha mollato
l’impugnatura, e lui è dieci volte più forte di me… Se avessi detto ancora una
parola, mi avrebbe veramente spezzato la sciabola… Devo essere' contento che
non abbia parlato ad alta voce! Se qualcuno avesse sentito, dovrei spararmi
stante pede… Forse è stato veramente un sogno… Perché mi fissa così quel
signore laggiù vicino alla colonna? - che abbia forse sentito qualcosa?…. Glielo
domanderò… Domandare? - Ma son pazzo! - Che aspetto avrò mai? - Si nota in
me qualcosa? - Devo essere molto pallido. - Dov’è quel cane?… Devo ammazzarlo!
…È andato via… Veramente è già tutto vuoto… Ma dov’è il mio cappotto?… L’ho
già indossato… Non me ne sono per nulla accorto… Chi mi ha aiutato?… Ah,
quello là… devo dargli una mancia… Bene!… Ma cos’è? È accaduto veramente?
Qualcuno mi ha veramente parlato in questo modo? Qualcuno mi ha veramente
chiamato «ragazzaccio»? E io non l’ho ammazzato all’istante?… Ma non ho
potuto… aveva un pugno di ferro… me ne sono stato lì come inchiodato al suolo…
No, devo aver perduto la ragione, altrimenti con l’altra mano avrei… Ma allora
avrebbe estratto la mia sciabola e l’avrebbe spezzata, e addio - sarebbe finita! E
dopo, quando s’è allontanato era troppo tardi… non potevo mica trafiggerlo alle
spalle.
Che, sono già in strada? Come ho fatto a uscire? - Fa cosi fresco… ah, questo
vento, fa bene… Chi è li di fronte? Perché guardano nella mia direzione? Che
abbiano sentito qualcosa… No, nessuno può aver sentito nulla… ne sono certo,
subito dopo mi sono guardato intorno! Nessuno si è curato di me, nessuno ha
sentito nulla… Ma l’ha detto, anche se nessuno ha sentito nulla; l’ha ben detto. E
io me ne sono stato lì senza reagire, come tramortito!… Ma non potevo dire né far
nulla; l’unica cosa che mi rimanesse da fare era di star zitto, star zitto!… è
terribile, insopportabile; devo ucciderlo, dovunque l’incontro!…. Questo osa dirmi
uno qualunque! un individuo simile, un simile figlio d’un cane! E mi conosce
anche… per Dio, mi conosce, sa chi sono!… Può raccontare a ognuno che mi ha
parlato in quel modo!… No, no, non lo farà, altrimenti non avrebbe parlato così
piano… ha anche voluto che lo sentissi io solo!… Ma chi mi garantisce che
tuttavia non lo racconti, oggi o domani, a sua moglie, a sua figlia, ai suoi
conoscenti al caffè. Per carità, domani lo rivedrò! Quando domani andrò al caffè,
siederà di nuovo là come tutti i giorni a giocare ai tarocchi col signor Schlesinger
e col commerciante di fiori artificiali… No, no, così non va… Quando lo vedo lo
faccio a pezzi… No, non lo posso fare… subito avrei dovuto farlo, subito!… Se solo
fosse stato possibile! Andrò dal colonnello e gli riferirò la cosa… certo, dal
colonnello… Il colonnello è sempre molto cortese - e gli dirò: agli ordini signor
colonnello, ha tenuto stretta l’impugnatura e non l’ha mollata; è stato proprio
come se mi fossi trovato disarmato… - Che dirà il colonnello? - Che dovrà dire! -
C’è una sola cosa da fare: dimettersi ignominiosamente - dimettersi!… Sono
allievi quelli laggiù?… Disgustoso, di notte sembrano ufficiali… salutano! - Se
sapessero - se sapessero!… Ecco il caffè Hochleitner… Certamente ci sarà
qualche camerata… forse anche qualcuno che conosco… Se lo raccontassi al
primo che capita, ma così, come se fosse accaduto ad un altro?… Sono già del
tutto pazzo… Che vado facendo così in giro? Che ci faccio per la strada? - Sì, ma
dove dovrei andare? Non volevo andare da Leidinger? Ah! ah! sedermi tra la
gente… credo che chiunque me lo leggerebbe in faccia… Sì, ma qualcosa dovrà
pur accadere… Che dovrebbe accadere? …Nulla, nulla - nessuno ha udito nulla…
nessuno sa nulla… Per il momento nessuno sa nulla… Se andassi ora a casa sua
e lo scongiurassi di non raccontarlo a nessuno?… - Ah, meglio bruciarsi subito le
cervella che compiere un atto simile!… Sarebbe la cosa più ragionevole! La cosa
più ragionevole? - Non c’è proprio nessun’altra possibilità… nessun’altra via… Se
chiedessi al colonnello, o a Kopetzky - o a Blany - o a Friedmair: - ognuno
direbbe: Non ti resta altro da fare!… E se parlassi con Kopetzky?…. Sì, sarebbe
proprio la cosa più giusta… anche per quanto riguarda la faccenda di domani…
Sì, naturalmente - per domani… alle quattro nella caserma di cavalleria… domani
alle quattro mi devo battere… e non è più possibile, non sono più in grado di dare
soddisfazione… Stupidaggini! Stupidaggini! Nessuno sa nulla, nessuno sa nulla! -
C’è tanta gente in giro a cui è accaduto di peggio… Cosa non si è raccontato di
Deckener, quando si è sparato con Rederow… e la corte d’onore ha deciso che il
duello poteva aver luogo… Ma come deciderebbe la corte d’onore nei miei
riguardi? - Ragazzaccio - ragazzaccio… e io me ne sono stato lì fermo -! santo
cielo, ma non importa se ne è a conoscenza anche qualche altro… io lo so, e
questo è l’essenziale! Io sento di essere un altro rispetto a un’ora fa - Io so di non
essere più in grado di dare soddisfazione, e perciò devo spararmi… Non avrei più
un minuto di pace nella vita… avrei sempre paura che qualcuno potrebbe venire
a saperlo, in un modo o nell’altro… e che qualcuno un giorno mi dica in faccia
quello che è accaduto stasera! - Che uomo felice ero un’ora fa… Kopetzky doveva
proprio regalarmi il biglietto - e Steffi disdirmi l’appuntamento, la donnaccia! - Si
dipende da cose simili…Nel pomeriggio era ancora tutto normale e ora sono un
uomo perduto e devo spararmi… Ma perché corro in questo modo? Tanto non se
ne scappa nulla… Quanti rintocchi suonano?… 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11…
le undici, le undici… farei bene ad andare a cenare! Alla fine dovrò pur andare in
qualche posto… potrei sedermi in qualche bettola, dove nessuno mi conosce -
dopo tutto l’uomo deve mangiare, anche se poi subito dopo si uccide… Ah! ah! la
morte non è un gioco da bambini… chi l’ha detto recentemente?… Ma non ha
alcuna importanza…
Vorrei sapere chi se ne addolorerebbe di più… la mamma, oppure Steffi?…
Steffi… Dio, Steffi… non potrebbe neppure farsene accorgere, altrimenti «lui» le dà
il benservito… povera ragazza! - Al reggimento - Nessuno immaginerebbe perché
l’ho fatto… si lambiccherebbero tutti il cervello… perché mai Gustl si è ucciso? -
Nessuno potrebbe indovinare che ho dovuto spararmi perché un miserabile
fornaio, un vigliacco, che per caso ha i pugni forti… che idiozia, che idiozia! - Per
questo un ragazzo come me, così giovane ed elegante deve… Sì, dopo tutti
direbbero: non avrebbe dovuto farlo, per una stupidaggine simile; è un peccato!…
Ma a chiunque domandassi ora, ognuno mi darebbe la stessa risposta… e io
stesso, se me lo domando… che il diavolo mi porti… siamo completamente inermi
di fronte ai borghesi… La gente pensa che siamo avvantaggiati perché abbiamo
ima sciabola… e se qualcuno una volta si avvale dell’arma, ci calunniano come se
fossimo degli assassini nati… Potrebbe anche uscire sul giornale:… «Suicidio di
un giovane ufficiale»… Come scrivono di solito?… «Si ignorano i motivi»… Ah! ah!
… «Presso la sua bara piangono»… - Ma è proprio vero… ho sempre la sensazione
come se mi raccontassi una storiella… ma è vero… devo uccidermi, non mi resta
altro da fare - non posso correre il rischio che domattina Kopetzky e Blany mi
restituiscano il cartello di sfida e mi dicano: non possiamo farti da padrini! …
Sarei proprio un farabutto, se esigessi da loro… Uno come me, che se ne sta lì
fermo e si lascia dare del ragazzaccio… domani lo sapranno tutti… è sciocco
illudersi per un momento che un individuo simile non lo racconti ad altri…
dappertutto lo racconterà… sua moglie lo sa già di certo… domani lo saprà tutto
il caffè… lo sapranno i camerieri… il signor Schlesinger - la cassiera - - E anche
se si è proposto di non parlarne, lo dirà dopodomani… e se non lo dirà
dopodomani, fra una settimana… E se anche stanotte gli piglia un colpo, io lo so
comunque… io lo so… e io non sono il tipo che continui a portare l’uniforme e la
sciabola dopo aver subito un tale oltraggio!… Dunque, devo farlo, e basta! - In
fondo che importa? - Domani pomeriggio il dottore potrebbe uccidermi in duello…
cose simili son già accadute… Quel poverino di Bauer s’è preso un’encefalite e in
tre giorni se n’è andato… e Brenitsch è caduto da cavallo e s’è rotto l’osso del
collo… e alla fin fine: non c’è altra possibilità - per me no, per me no! - C’è gente
che la prenderebbe più alla leggera… Dio, che razza di gente c’è in giro!…
Ringeimer ha avuto uno schiaffo da un macellaio che l’aveva sorpreso con sua
moglie, ha dato le dimissioni, vive in qualche posto in campagna e si è sposato…
Che ci siano donne che sposino un uomo simile!… - Per l’anima mia, non gli
stringerei la mano se ritornasse a Vienna… Dunque hai sentito Gustl: - finita,
finita, chiusa con la vita! Punto e basta!… Bene, ora lo so, la storia è molto
semplice… Allora! In verità sono molto calmo… Del resto l’ho sempre saputo:
quando verrà il momento sarò calmo, molto calmo… ma non ho mai pensato che
sarebbe finita così… che mi devo uccidere, perché un simile… Ma forse non l’ho
capito bene… alla fine ha detto tutt’altra cosa… Ero completamente stordito da
tutti quei canti e dal caldo… forse ero pazzo, e non è vero niente?…. Non è vero,
ah! ah! non è vero! - Se lo sento ancora… mi risuona ancora all’orecchio… e sento
ancora le dita contrarsi per lo sforzo quando tentai di allontanargli la mano
dall’impugnatura della sciabola… È un uomo forte, un Maciste… Eppure io non
sono un debole… Franziski è l’unico al reggimento che sia più forte di me…
Ecco la Aspernbrücke… Quanto continuerò ancora a correre? - Se vado avanti
di questo passo, verso mezzanotte sarò a Kagran… Ah! ah! - Per Dio, come
eravamo contenti quando vi giungemmo lo scorso settembre. Solo due ore, poi
Vienna… ero stanco morto, quando arrivammo… ho dormito tutto il pomeriggio
come un ghiro, e la sera eravamo di nuovo da Ronacher… Kopetzky, Ladinser e…
chi c’era più con noi? - Ah già, quell’allievo che durante la marcia ci ha
raccontato gli aneddoti ebraici… A volte sono dei ragazzi simpatici, questi ufficiali
di complemento… ma dovrebbero diventare soltanto a- spiranti ufficiali - se no
che significa? Noi dobbiamo sgobbare per anni, e un tipo simile presta servizio
solo un anno e ha lo stesso grado nostro… è un’ingiustizia! - Ma che m’importa
tutto ciò? - Che mi occupo a fare di cose simili? - Un soldato semplice di
sussistenza è ora superiore a me… io non sono più al mondo… per me è ormai
finita… perduto l’onore, tutto perduto!… Non mi resta altro da fare che caricare il
revolver e… Gustl, Gustl, mi sembra che non ci credi ancora del tutto. Rifletti…
non c’è altro da fare… anche se ti torturi il cervello, non c’è altro! - Ora devi solo
comportarti degnamente nell’ultimo istante, essere un uomo, un ufficiale, in
modo che il colonnello dica: È stato un bravo ragazzo, ne serberemo un sincero
ricordo!… Quante compagnie prendono parte ai funerali di un sottotenente?…
Veramente dovrei saperlo… Ah! ah! anche se viene tutto il battaglione o tutta la
guarnigione e sparano venti colpi a salve, non per questo ritornerò in vita! -
Davanti a quel caffè sono stato seduto l’estate scorsa col signor von Engel dopo lo
Steeple-Chase militare… Strano, da allora non l’ho più rivisto… Perché aveva
l’occhio sinistro bendato? Volevo sempre chiederglielo, ma non sarebbe stato
corretto… Ora passano due artiglieri… penseranno certamente che sto andando
dietro a quella ragazza… A proposito, fammela guardare… Oh, orribile! Vorrei
solo sapere coma fa una donna simile a guadagnarsi la vita… per conto mio
preferirei piuttosto… Sebbene, in tempo di carestia pan vecciato… in Przemysl -
Dopo ho avuto un tale disgusto, che ho pensato: non toccherò mai più una
donna… Fu un periodo orribile, quello trascorso lassù in Galizia… Veramente ima
gran fortuna che siamo venuti a Vienna. Bokorny è sempre a Sambor e potrà
restar lì ancora dieci anni e invecchiarci… Ma se fossi rimasto là non mi sarebbe
capitato quello che oggi mi è capitato… e preferirei invecchiare in Galizia,
piuttosto che… piuttosto che? piuttosto che? - Sì, ma che c’è? che succede? - Son
forse pazzo, che lo dimentico sempre? - Sì, per l’anima mia, me ne dimentico ogni
momento… ma s’è mai sentito, che imo debba cacciarsi una pallottola nel cervello
nel giro di poche ore, e pensi a tutte le cose possibili che ormai non lo riguardano
più? Per l’anima mia, mi sembra proprio di essere ubriaco! Ah! ah! Una bella
ebbrezza! una ebbrezza da morire, un’ebbrezza suicida! - Ah! Faccio dello spirito,
benissimo! - Sì, sono di buon umore - è certo una mia qualità innata… Davvero,
se lo raccontassi a qualcuno, non ci crederebbe. - Ho l’impressione che se avessi
la rivoltella con me… ora premerei il grilletto - in un secondo tutto è finito… Non
per tutti è così facile - altri devono tormentarsi per mesi interi… la mia povera
cugina, è restata a letto due anni, senza potersi muovere, ha avuto dolori orribili -
una vera pena!… Non è meglio quando si provvede da sé? Bisogna solo fare
attenzione a prender bene la mira, perché non capiti come a quell’aspirante
ufficiale l’anno scorso… Quel povero diavolo non è morto ma è diventato cieco…
Che ne sarà ora di lui? Dove vivrà? - Terribile, dover andare in giro così conciato -
cioè, andare in giro da solo non può, deve essere guidato - così giovane, non avrà
ora neppure vent’anni…. l’amante la colpì meglio… morì subito… Incredibile, per
qual motivo la gente si uccide! Come è mai possibile essere gelosi? In vita mia non
ho mai concepito un sentimento simile… Steffi se ne starà ora beatamente alla
«Gartenbaugesell-schaft»; poi andrà a casa con «lui»… Non me ne importa nulla,
proprio nulla! Ha un appartamento grazioso - la piccola stanza da bagno con la
lanterna rossa. - Quando recentemente è entrata avvolta nella vestaglia di seta
verde… la vestaglia verde non la vedrò più - Steffi neppure… e neppure salirò più
la bella scala ampia nella Gushausstraße… La signorina Steffi continuerà a
divertirsi, come se non fosse accaduto proprio nulla… non potrà neppure
raccontare a nessuno che il suo caro Gustl si è ucciso… Ma piangerà certamente
- oh sì, piangerà… Veramente a piangere saranno in molti… Per amor del cielo, la
mamma! - No, no, a questo non devo pensare. - Ah, no, non bisogna
assolutamente pensarci… Alla famiglia non si pensa, Gustl, chiaro? - neppure
l’ombra di un pensiero…
Non c’è male, ora sono addirittura al Prater… in piena notte… chi l’avrebbe
pensato stamattina che stanotte sarei andato a passeggio nel Prater… Che
penserà quella guardia laggiù?… Bah, proseguiamo… è bello qui… Di cenare
ormai non se ne parla più, e neppure di andare al caffè; l’aria è piacevole, e c’è
una pace… molta… Vero è che di pace ne avrò ben presto tanta, più di quanto ne
possa desiderare. Ah! ah! - ma sono completamente senza fiato… ho corso come
un pazzo… più piano, più piano, Gustl, non c’è fretta, non hai proprio più nulla
da fare - proprio nulla, assolutamente nulla! - È solo un’impressione o io ho dei
brividi di freddo? - Sarà certo l’eccitazione… e poi non ho mangiato nulla… Cos’è
che ha un odore così singolare?… non può mica essere cominciata la fioritura?…
Quanti ne abbiamo oggi? - quattro aprile… sicuro, ha piovuto molto in questi
ultimi giorni… ma gli alberi sono ancora quasi completamente spogli…. ed è
scuro, uh! ci sarebbe quasi da aver paura… Quella fu veramente l’unica volta
nella mia vita che ebbi paura, da ragazzo, allora nel bosco… ma non ero poi così
piccolo… avevo quattordici o quindici anni… Quanto tempo è trascorso da allora?
- nove anni…. sicuro - a diciott’anni ero aspirante, a venti sottotenente… e l’anno
prossimo sarò… Che sarò l’anno prossimo? Che significa poi: l’anno prossimo?
Che significa: la settimana prossima? Che significa, dopodomani?… Che? Mi
battono i denti? Oh! oh! - Be’, lasciamoli battere un pochino… Signor tenente, lei
è ora solo, non ha bisogno di far la commedia dinanzi a nessuno… è dura, è
dura…
Mi siederò su questa panchina… Ah! - dove sono ora? - Che oscurità! Questo
dietro di me deve essere il secondo caffè… ci sono stato anche una volta l’estate
scorsa, quando la nostra banda vi ha dato un concerto… con Kopetzky e con
Rüttner - c’era anche qualche altro… - Però sono stanco…, sono stanco come se
avessi fatto una marcia di dieci ore… Sì, sarebbe bello addormentarsi qui. - Oh!
un sottotenente senza tetto… Già, dovrei pure andarmene a casa… che faccio poi
a casa? ma che faccio nel Prater? - Ah, la cosa migliore sarebbe se non dovessi
proprio alzarmi - potersi addormentare qui e non svegliarsi più… sì, sarebbe certo
comodo! - No, non sarà così comodo per lei, signor tenente… Ma come e quando?
- Ora potrei una buona volta ponderare bene la cosa… tutto deve essere
ponderato… questa è la vita… Dunque riflettiamo… Su che poi?… - Che aria
magnifica… si dovrebbe andare più spesso a passeggio nel Prater di notte… Già,
ci avrei dovuto pensare prima, ora addio Prater, aria e passeggiate… Allora, che
fare? - Ah, via questo chepì; ho l’impressione che mi prema sul cervello… non
riesco proprio a pensare come si deve… Ah… che sollievo!… Dunque ora bisogna
concentrarsi, Gustl… dare le ultime disposizioni! Allora domattina la si fa finita…
domattina alle sette… le sette è una bell’ora. Ah!, ah! - dunque alle otto, quando
comincia la scuola, sarà tutto finito… Kopetzky però non potrà fare lezione, sarà
troppo scosso… Ma forse non saprà ancora nulla… non c’è bisogno di udire
nulla… Max Lippay l’hanno trovato anche solo nel pomeriggio, mentre s’era
ucciso la mattina e nessuno aveva sentito nulla… Ma che m’importa se Kopetzky
terrà lezione o no?… Ah! - dunque alle sette! - Sì… bene, e poi?… Non c’è da
pensare più a nulla. Ali uccido in camera, e non se ne parla più! Lunedì ci
saranno i funerali…. Conosco però uno che ne avrà piacere: il dottore… Il duello
non può aver luogo per il suicidio di imo dei contendenti… Che diranno dai
Mannheimer? - A lui non gliene importerà molto… ma la moglie, così graziosa,
bionda… con quella c’era da fare qualcosa… O sì, ho l’impressione che avrei
avuto qualche chance, solo che mi fossi impegnato un po’… certo sarebbe stato
qualcosa di diverso da Steffi, quella donnaccia… Però non ci si può permettere di
essere pigri… il che significa: fare la corte, inviare fiori, discutere
assennatamente… in un caso simile non è possibile dire: Vieni domani
pomeriggio da me in caserma!… Certo, una signora così per bene, sarebbe stata
una relazione di un certo livello… La moglie del mio capitano in Przemysl, quella
non era certo una donna per bene… potrei giurarci: Libitzky e Wermutek, e quello
scalcinato di aspirante, anche quello l’ha avuta… Ma la signora Mannheimer…
sarebbe stata un’altra cosa, quella sarebbe stata una relazione da trasformare
quasi un uomo - si sarebbe acquisito anche un altro garbo - si sarebbe potuto
aver rispetto di se stessi. -- Ma queste eterne donnacce… e ho cominciato così
giovane - ero ancora un ragazzo, quando allora ebbi la prima licenza e fui a Graz
a casa dei miei genitori… c’era anche Riedl - fu una boema… deve aver avuto il
doppio dei miei anni - son rientrato a casa solo la mattina… Come mi guardò mio
padre… e Clara… Soprattutto mi sono vergognato davanti a Clara… Allora era
fidanzata… per ché poi non se n’è fatto più nulla? Io veramente non me ne sono
interessato molto… Povera figlia, non ha mai avuto fortuna - e ora perde anche il
suo unico fratello… Sì, non mi vedrai più, Clara - è finita! Non l’avresti
immaginato, sorellina, quando mi hai accompagnato alla stazione il primo
dell’anno, che non mi avresti più rivisto? - e la mamma?… Signore Iddio, la
mamma… no, non debbo pensarci… se ci penso, sono capace di commettere una
bassezza… Ah… se prima potessi ancora andare a casa… dire, è solo un giorno di
permesso… rivedere ancora una volta papà, mamma, Clara, prima di farla
finita… Sì, posso partire per Graz col primo treno alle sette, all’una sono là…
Salve mamma… Ciao Clara! Be’, come state?.,. Che bella sorpresa!… Ma
potrebbero accorgersi di qualcosa… anche se non se n’accorge nessun altro…
Clara… Clara certamente… Clara è una ragazza così intelligente… Com’è stata
affettuosa l’ultima volta che mi ha scritto, e io le devo ancora rispondere - e i
buoni consigli che mi dà sempre… una creatura dall’animo così buono… Chissà
se non sarebbe andato tutto diversamente, se fossi rimasto a casa? Avrei studiato
economia, sarei andato dallo zio… volevano tutti così, quand’ero ancora un
ragazzo… Magari ora sarei anche già sposato, una cara brava fanciulla… forse
Anna, mi ha voluto così bene… anche ora l’ho notato, l’ultima volta che sono
stato a casa, sebbene abbia già un marito e due figli… me ne sono accorto da
come mi guardava… E mi chiama sempre «Gustl», come allora… Lei sì che ne
sarà scossa, quando saprà la fine che ho fatto - ma suo marito dirà: L’avevo
previsto - un mascalzone simile! - Tutti crederanno, ch’è stato per via dei debiti…
e non è affatto vero, è tutto pagato… solo gli ultimi centosessanta fiorini - ma
anche quelli domani saranno qui… Sì, debbo ancora provvedere a ché Ballert
abbia i centosessanta fiorini… bisogna che lo scriva prima di uccidermi… È
terribile, è terribile!… Se potessi andarmene - in America, dove nessuno mi
conosce… In America nessuno sa quello ch’è accaduto qui stasera… nessuno se
ne cura… Recentemente s’è parlato nel giornale di un certo conte Runge, che fu
costretto ad andar via a causa di un losco affare, e ora ha laggiù un Hotel e se ne
infischia di tutto… E dopo qualche anno potrei ritornare… non a Vienna
naturalmente… e neppure a Graz… ma nella tenuta… e mamma, papà e Clara lo
preferirebbero certo mille volte, purché restassi in vita… E che me ne importa
degli altri? Chi c’è altrimenti che mi voglia bene? - A parte Kopetzky se ne
infischierebbero tutti di me… Kopetzky è certo l’unico… E proprio lui doveva
regalarmi il biglietto oggi… e il biglietto ha la colpa di tutto… senza il biglietto
non sarei andato al concerto, e tutto questo non sarebbe accaduto… Ma che è
accaduto?… È proprio come se fossero trascorsi cent’anni da quel momento, e
invece non sono passate neppure due ore… Due ore fa umo mi ha dato del
«ragazzaccio» e voleva rompermi la sciabola… Per Dio, ora incomincio a urlare in
piena notte! Perché è accaduto tutto questo? Non potevo aspettare ancora un
poco, finché si sfollava il guardaroba? E perché poi gli ho detto: «Tenga il becco
chiuso!» Come è potuto sfuggirmi? Pure di solito sono una persona cortese…
neppure col mio attendente sono così villano… ma è naturale, ero nervoso - dopo
tutto quello che è capitato… la sfortuna al gioco, gli eterni rifiuti della Steffi - e il
duello domani pomeriggio - e poi dormo troppo poco in questi ultimi tempi - e la
faticaccia in caserma - alla lunga è insopportabile!… Sì, prima o poi mi sarei
ammalato - avrei dovuto chiedere una licenza… Ora non è più necessario - ora
verrà ima lunga licenza - con sospensione delle competenze - ah! ah!…
Quanto tempo resterò ancora seduto qui? Deve essere passata mezzanotte…
non ho sentito suonare l’ora poco prima? - cos’è questo rumore… passa una
carrozza? A quest’ora? Ruote di gomma - posso immaginarmelo… Quelli stanno
meglio di me - forse è Ballert con la Berta… Perché dovrebbe esser proprio
Ballert? - Vai, vai! - Bell’aggeggio aveva Sua altezza in Przemysl… era la vettura
con cui andava sempre in città dalla Rosenberg… Molto affabile Sua altezza - un
vero camerata, dava del tu a tutti… Bei tempi quelli… sebbene… la zona era
desolata e d’estate da morire… un pomeriggio tre soldati furono colpiti da
insolazione… anche il caporale del suo plotone - un ragazzo così in gamba… Nel
pomeriggio ci distendevamo nudi sui letti: - Una volta Wiesner entrò
improvvisamente nella mia stanza; proprio in quel momento devo aver sognato,
mi alzo e sfodero la sciabola che è vicino a me… devo aver avuto un aspetto molto
buffo… Wiesner è mezzo morto dalle risa - ora è già capitano di cavalleria… -
Peccato che non sono andato in cavalleria… ma il vecchio non ha voluto - sarebbe
stato uno scherzo troppo caro - ora però non importa più nulla… Perché poi? - Ah
già: devo morire, perciò non importa più nulla - devo morire… Ma come? -
Ascolta, Gustl, sei venuto apposta in piena notte nel Prater, dove non ti disturba
anima viva - ora puoi riflettere tranquillamente su tutto… L’America e le
dimissioni, tutte balordaggini, e tu sei fin troppo stupido per ricominciare con
qualcos’altro - e anche se campi cent’anni, e pensi che uno voleva spezzarti la
sciabola e ti ha chiamato ragazzaccio, e tu te ne sei stato lì e non hai potuto far
nulla - no, qui non c’è proprio nulla da riflettere - quello ch’è successo è successo
- anche il pensiero di mamma e Clara, sciocchezze - si rassegneranno - tutto si
dimentica… Come ha pianto la mamma, quando è morto suo fratello - e dopo un
mese non vi ha quasi pensato più… è andata al cimitero… dapprima ogni
settimana, poi ogni mese - e ora ci va solo nell’anniversario della morte. --
Domani è l’anniversario della mia morte - cinque aprile. -- Chissà se mi
porteranno a Graz? Ah! ah! sarà una bella gioia per i vermi di Graz! - Ma questo
non mi riguarda - su ciò si dovranno rompere la testa gli ^Itri… Dunque, cos’è poi
che mi riguarda?… Ah già, i centosessanta fiorini per Ballert - questo è tutto -
non ho altre disposizioni da dare. - Scrivere delle lettere? Perché poi? A chi?…
Prendere commiato? - Ma per tutti i diavoli, quando ci si uccide ciò è chiaro
abbastanza! - Gli altri si accorgeranno bene che si è preso commiato… Se la gente
sapesse quanto tutta questa storia mi è indifferente, non mi compiangerebbe di
certo - non ne vale comunque la -pena… E che n’ho avuto io della vita? - Una
cosa avrei fatto ancora volentieri: una guerra - ma avrei aspettato invano… E
tutto il resto lo conosco Se una femmina del genere si chiama Steffi o Kunigunde,
è perfettamente lo stesso. -- E le operette più belle le conosco anche - il Lohengrin
l’ho visto dodici volte - e stasera ho sentito persino un oratorio - e un fornaio mi
ha dato del ragazzaccio - per l’anima mia, è proprio abbastanza! - E non mi attira
più niente… - Dunque andiamo a casa, lentamente, molto lentamente… Fretta
veramente non ne ho. - Riposiamoci ancora qualche minuto qui nel Prater, su
una panchina - senza tetto. - Nel letto non mi coricherò mai più - avrò
abbastanza tempo per dormire. -- Ah, quest’aria! - Questa si che mi mancherà…

***

Ma che accade? - Ehi, Johann, portatemi un bicchiere d’acqua fresca… Che è?


… Dove… Ma sogno dunque?… La mia testa… oh, perbacco… maledizione… Non
riesco ad aprire gli occhi! - Ma sono vestito! - Dove sono? - Santo cielo, mi sono
addormentato! Come ho potuto mai dormire; è già l’alba! - Quanto avrò dormito?
- Devo guardare l’orologio… Non vedo nulla?… Dove sono i miei fiammiferi?… Si
accende o no?… Le tre… e alle quattro dovrei battermi in duello no, non battermi
- uccidermi devo! - Il duello non c’entra più; devo uccidermi perché un fornaio mi
ha dato del ragazzaccio… Ma è poi accaduto veramente? - Mi gira stranamente la
testa… ho il collo come in una morsa - non mi posso muovere per nulla - la
gamba destra mi si è addormentata. In piedi! In piedi!… Ah, così va meglio! -
Incomincia a far giorno… E quest’aria… proprio come allora, quando eravamo
accampati nel bosco e io ero agli avamposti… Quello era un altro svegliarsi -
mi aspettava una giornata diversa… Ho l’impressione che non ci creda ancora
veramente - Laggiù è la strada, grigia, deserta - sicuramente sono l’unica persona
nel Prater. - Alle quattro del mattino ci sono già stato un’altra volta, con
Pausinger - siamo andati a cavallo - io sul cavallo del capitano Mirovic e
Pausinger sul proprio ronzino - È stato in maggio, l’anno scorso - era già tutto in
fiore - tutto verde. Ora è ancora tutto brullo - ma la primavera verrà presto - fra
qualche giorno sarà già qui. - Mughetti, violette - peccato che non possa più
goderne - qualsiasi mascalzone ne gode, e io devo morire! È ima cosa tremenda! E
gli altri siederanno nei giardini dei ristoranti e ceneranno, come se non fosse
successo nulla - proprio come facemmo noi la sera del giorno in cui portarono via
Lippay… E Lippay era così ben voluto… al reggimento gli volevano bene più di
quanto non ne vogliano a me - perché poi non dovrebbero andare a cenare al
ristorante quando creperò io? - Fa proprio caldo - molto più caldo di ieri - e che
profumo - eppure deve essere già iniziata la fioritura… Chissà se Steffi mi porterà
dei fiori? - ma non se lo sogna nemmeno! Proprio lei… Certo se ci fosse ancora
l’Adele… Ah, l’Adele! Credo di non aver più pensato a lei da due anni… In vita mia
non ho mai visto piangere così una donna… È stata certo la relazione più carina
che ho avuto… Così modesta, così senza pretese, com’era - quella sì che m’ha
voluto bene, potrei giurarci. - Era tutt’altra cosa che Steffi… Vorrei solo sapere
perché l’ho piantata… una vera bestialità! La relazione era diventata troppo
insipida, certo, questo è tutto… Uscire ogni sera sempre con la stessa… Poi ho
avuto paura di non riuscir più a liberarmi di lei - una tale piagnona -- Eppure
Gustl, avresti potuto aspettare ancora - è stata certo l’unica che ti ha voluto
bene… Che farà ora? Ma che potrà fare? - Ora avrà un altro… Certo con Steffi ci
sono meno difficoltà - ma quando ci si impegna solo di quando in quando e un
altro ha tutti quanti i fastidi, e io solo il piacere… non si può poi pretendere che
venga anche al cimitero… Chi ci andrebbe del resto se non vi fosse costretto! -
Forse solo Kopetzky, e basta! - Eppure è triste, non avere proprio nessuno…
Che sciocchezza! papà, mamma e Clara… In fondo sono il figlio, il fratello…
ma che altro c’è tra di noi? mi vogliono bene, sicuro - ma che sanno di me? - Che
faccio il mio servizio, che gioco a carte e vado in giro con le ragazze… ma che
altro? - che qualche volta ho ribrezzo di me stesso, questo non l’ho loro mai
scritto - del resto mi pare che neppure io ne sia stato mai molto convinto - Ah,
che storie vai a tirar fuori ora, Gustl? Ci manca solo che cominci a piangere…
puh! - cammina bene, così! Sia che si vada a un appuntamento o a montare la
guardia o in battaglia… chi è che l’ha detto?… ah già, il maggiore Lederer, alla
mensa, quando si parlò di Wingleder che è diventato così pallido al suo primo
duello - e ha vomitato… Sì: sia che si vada a un appuntamento o incontro alla
morte sicura, il vero ufficiale non lo lascia scorgere nel viso e nel passo! - Dunque
Gustl - l’ha detto il maggiore Lederer! ah! -
Sempre più chiaro… si potrebbe già leggere… Cos’è questo fischio?… Ah,
laggiù c’è la Stazione Nord?… La colonna di Tegetthoff… non mi è mai sembrata
così lunga… Lì di fronte ci sono delle carrozze… Ma per la strada nient’altro che
spazzini… i miei ultimi spazzini - ah! devo sempre ridere, quando ci penso… non
capisco proprio il perché… Che capiti a tutti, ima volta che siano sicuri? Le tre e
mezzo all’orologio della Stazione Nord… Ora il problema è solo se uccidermi alle
sette regolandomi sull’ora della stazione o su quella di Vienna… Le sette… già,
perché proprio le sette?… Come se non potessi fare diversamente… Ho fame - per
l’anima mia, ho fame - niente di strano… da quando non ho più mangiato nulla?
… Da - da ieri sera alle sei al caffè… sì! Quando Kopetzky mi ha dato il biglietto -
un caffellatte e due cornetti. - Che dirà il fornaio quando verrà a saperlo?… cane
maledetto! - Ah, lui sì ché saprà il perché - si accorgerà finalmente, che cosa
significhi essere un ufficiale! - Un individuo simile può farsi picchiare per la
strada, e non ci sono conseguenze, mentre uno di noi viene insultato a
quattr’occhi ed è un uomo morto… Se un mascalzone simile potesse almeno
battersi - ma no, allora sarebbe più cauto, non rischierebbe tanto… E così il bel
tipo continua a vivere, tranquillamente, mentre io - devo crepare! - È lui che mi
ha ucciso… Sì, Gustl, non te ne accorgi? - è lui che ti uccide! Ma lui neppure se la
passerà così liscia! - No, no, no! Scriverò una lettera a Kopetzky, raccontandogli
tutto, tutta la storia scriverò… o meglio ancora: lo scrivo al colonnello, faccio un
rapporto al comando del reggimento… proprio come un rapporto di servizio… Sì,
aspetta un po’, pensi che una cosa simile possa restare segreta? - T’inganni - sarà
scritto a eterno ricordo, e poi voglio proprio vedere se hai ancora il coraggio di
mostrarti al caffè - Ah! - «voglio vedere», questa è buona!… Vorrei vedere volentieri
ancora molte cose, solo che purtroppo non sarà possibile - è finita! -
Ora Johann entra nella mia stanza e si accorge che il signor tenente non ha
dormito a casa. - Penserà a tutto il possibile; ma che il signor tenente ha
pernottato nel Prater, a questo poi no, per l’anima mia… ah, quelli del
quarantaquattresimo! vanno al poligono - lasciamoli passare… ecco, mettiamoci
qui… - Lassù si apre una finestra - carina la ragazza - però mi metterei almeno
qualcosa addosso prima di andare alla finestra… Domenica scorsa è stata
l’ultima volta… Che proprio Steffi sarebbe stata l’ultima, non me lo sarei mai
sognato. - Ah Dio, questo è certo l’unico piacere reale… fra due ore, il signor
colonnello li raggiungerà cavalcando elegantemente… quei signori se la passano
bene - sì, sì, guida a destra! - Va bene… Se sapeste come me ne infischio di voi! -
Ah, questa è buona: Katzer… da quando è stato trasferito al
quarantaquattresimo? - Salve, salve! - Perché fa quella faccia?… Perché accenna
al suo capo? - Mio caro, il tuo cranio mi interessa molto poco… Ah capisco! No,
mio caro t’inganni: ho dormito nel Prater… lo leggerai oggi stesso nei giornali
della sera. - «Impossibile!» dirà, «se stamattina quando siamo andati al poligono
l’ho incontrato nella Praterstraße!» - Chi prenderà il comando della mia
compagnia? - che la diano a Walterer? - Chissà che bei risultati! - un tipo senza
energia. Avrebbe fatto meglio a diventare calzolaio… Che? Sorge già il sole? - Oggi
sarà certo una bella giornata - una vera giornata primaverile… È veramente una
cosa da uscir pazzi! - Il cocchiere di quella vettura alle otto di stamani sarà
ancora al mondo, e io… be’ che succede? Eh, questa poi sarebbe bella - perdere il
contegno proprio all’ultimo momento a causa di un cocchiere… Ma che succede?
Perché all’improvviso mi piglia un così stupido batticuore? - Non sarà mica
perciò… No, oh no… è perché non ho mangiato nulla da tanto tempo. -- Ma
Gustl, sii sincero con te stesso: - hai paura - paura, perché non l’hai ancora
provato… Ma questo non ti giova a nulla, la paura non ha mai aiutato nessuno,
ognuno deve provarlo una volta, chi prima, chi dopo, e a te tocca appunto
prima… In realtà non sei mai valso gran ché, comportati onorevolmente almeno
alla fine, questo esigo da te! - Ecco, ora si tratta solo di riflettere - ma su che poi?
… Voglio sempre riflettere su qualcosa… eppure è molto semplice: - è nel cassetto
del comodino, ed è anche carica, basta premere il grilletto - non ci vorrà poi una
grande abilità! --
Quella va già al lavoro… povere ragazze! Adele era anche lei impiegata in un
negozio - qualche volta sono andato a prenderla la sera… Quando lavorano in un
negozio non diventano delle donnacce… Se Steffi fosse solo mia, la farei diventare
modista o qualcosa di simile… Come lo verrà a sapere? - Dal giornale!… Si
arrabbierà che non gliel’ho scritto… Ho l’impressione che finirà col darmi di volta
il cervello… Che m’importa, se sarà in collera o no… Quant’è durata poi tutta la
relazione?… Da gennaio?… Ah no, dev’essere già cominciata prima di Natale… le
ho portato delle chicche da Graz, e per Capodanno mi ha scritto una lettera… A
proposito, le lettere che ho a casa, - non ve n’è nessuna che dovrei bruciare?…
Ehm, quella di Fallsteiner - se si trova la lettera… il ragazzo potrebbe avere dei
fastidi… Per quel che me ne importa! - In fondo, non è poi una gran fatica… ma
tirarla fuori, proprio quella, non posso… È meglio che le bruci tutte insieme… a
chi potrebbero servire poi? Sono tutte fesserie E quei pochi libri che ho potrei
lasciarli a Blany. - «Attraverso la notte e il ghiaccio»… peccato che non potrò più
finirlo di leggere… son riuscito a leggere poco in questi ultimi tempi.,. Organo -
ah, viene dalla chiesa… La prima messa - è molto che non ne ascolto una…
l’ultima volta in febbraio, quando la mia compagnia vi fu comandata… Ma quella
non mi valse - dovetti badare ai miei uomini, perché stessero raccolti e si
comportassero bene… - Vorrei entrare in chiesa… alla fine può esserci qualcosa
di vero… - Bah, oggi dopo pranzo lo saprò con esattezza… Ah, «dopo pranzo»,
questa è bella!… Dunque, che faccio, entro o non entro? - Credo che per mamma
sarebbe un conforto, se lo sapesse!… Clara ci dà meno importanza… allora,
entriamo - non ci perdo certo nulla!
Organo - canto - ehm! - Ma che succede? - Mi gira la testa… Dio, Dio, Dio!
vorrei ima persona con cui poter scambiare prima una parola! - Sarebbe una
bella idea - se mi andassi a confessare! Chissà che faccia farebbe il prete, se alla
fine gli dicessi: Servo suo, reverendo; adesso vado ad uccidermi!… Avrei una gran
voglia di stendermi qui a terra a piangere… Ah no, è impossibile! Ma a volte fa
così bene piangere… Sediamoci un momento - ma senza addormentarsi di nuovo
come nel Prater!… - Quelli che hanno una religione stanno certo meglio… Bene,
ora cominciano pure a tremarmi le mani!… Se continua così finirò coll’avere una
tal nausea di me stesso, che mi ucciderò solo per la vergogna! - Quella vecchia -
per cosa pregherà mai? …Sarebbe un’idea, se le dicessi: Unisca anche me alle sue
preghiere… non ho mai imparato bene come si fa… Ah! ho l’impressione che il
morire istupidisca! - Alziamoci! - Cosa mi ricorda poi questa melodia? - Santo
cielo! ieri sera! - Via, via! non riesco proprio a sopportarlo… Pst! non facciamo un
simile chiasso, non trasciniamo così la sciabola - non disturbiamo la gente nel
raccoglimento - eccomi fuori! - si sta meglio all’aperto… Luce… Ah, l’ora si
avvicina sempre più - preferirei fosse passata! - Avrei dovuto farlo subito nel
Prater… non si dovrebbe mai uscire senza revolver… Se ne avessi avuto uno ieri
sera… Per Dio! - Potrei andare al caffè a far colazione… ho fame… Prima mi è
sempre sembrato strano che i condannati la mattina dell’esecuzione bevano
ancora il loro caffè e fumino il loro sigaro… Perbacco, non ho fumato per nulla!
proprio nessuna voglia di fumare! -- È strano: avrei voglia di andare al mio caffè…
Sì, è sicuramente aperto e ora non ci sarà nessuno dei nostri - e anche se ci
fossero… È tutt’al più un segno di sangue freddo. «Alle sei ha fatto ancora
colazione al caffè, e alle sette si è suicidato»… - Sono di nuovo calmo… è così
piacevole passeggiare - e il più bello è che nessuno mi costringe. - Se volessi
potrei ancora buttare tutto alle ortiche… America… Cos’è questo: «Buttare alle
ortiche»? Che significa «Buttare alle ortiche»? Mi sembra di avere l’insolazione!…
Oh oh, è forse per questo che sono così calmo, perché m’immagino sempre di non
essere obbligato?… Devo! Devo! No, voglio! - Ma come puoi mai pensare, Gustl, di
toglierti l’uniforme e scappare? Mentre quel cane maledetto creperà dalle risate -
e Kopetzky stesso non ti vorrebbe più dare la mano… Ho l’impressione di essere
diventato tutto rosso. -- Quel poliziotto mi saluta… devo rispondere… «Salve!» -
Adesso ho addirittura detto «Salve»!… Fa sempre piacere a un povero diavolo…
Certo di me nessuno ha avuto mai a lamentarsi - fuori servizio sono stato sempre
affabile. - Quando siamo stati alle manovre ho regalato dei sigari ai graduati della
compagnia; - una volta, durante le esercitazioni col fucile, ho sentito che uno
dietro di me diceva qualcosa come «maledetta sfacchinata», e non l’ho messo a
rapporto - gli ho solo detto: «Stia attento, lei, potrebbe sentirla qualcun altro,
allora se la passerebbe male!»… Il Burghof… Chi è che monta la guardia oggi? - I
Bosniaci - Fanno bella figura - il tenente colonnello ha detto recentemente:
Quando nel ’78 eravamo laggiù nessuno avrebbe creduto che un giorno ci
avrebbero ubbidito così!.,. Per Dio, in un’occasione simile avrei voluto trovarmi -
Ecco che si alzano tutti dalla panchina. - Salve, salve! - Peccato che ad uno come
noi non sia data questa possibilità. - Sarebbe certo stato più bello, sul campo
dell’onore, per la patria, anziché così… Sì, signor dottore, lei in realtà se la cava
bene!… Chissà che non ci sia qualcuno che si assuma il mio compito? - Per
l’anima mia, dovrei lasciar scritto che Kopetzky o Wymetal si battano in vece mia
con quel mascalzone… Ah, non se la deve passare così liscia! - Macché! Non è
indifferente ciò che accadrà dopo? Io certo non lo verrò mai più a sapere! - Gli
alberi incominciano a germogliare… Una volta ho fermato una nel Volksgarten -
aveva un vestito rosso - abitava nella Strozzigaße - dopo se l’è presa Rochlitz… Ho
l’impressione che ce l’abbia ancora, ma non ne parla più - forse si vergogna… Ora
Steffi dorme ancora… è così cara, quando dorme… come una bambina che non
sappia contare neppure fino a cinque! - Quando dormono fanno tutte
quest’impressione! - Pure dovrei scriverle due righe… perché no? Tutti in fondo
scrivono delle lettere prima. - Dovrei scrivere anche a Clara, perché conforti papà
e mamma - e qualche altra frase del genere! - e anche a Kopetzky… Per l’anima
mia, ho l’impressione che sarebbe molto più facile, dopo aver detto addio a
qualcuno… E la comunicazione al comando del reggimento - e i centosessanta
fiorini per Ballert… veramente ho ancora molto da sbrigare… Nessuno mi obbliga
a farlo alle sette… dalle otto in poi c’è sempre tempo abbastanza per esser morto!
… Esser morto, sì - proprio così - non c’è nulla da fare…
La Ringstraße - fra poco sarò nel mio caffè… Mi pare addirittura che mi
rallegri all’idea della colazione… è incredibile. -- Sì, dopo la colazione mi accendo
un sigaro, poi vado a casa e scrivo… Sì, prima dì tutto faccio la comunicazione al
comando; poi la lettera a Clara - poi a Kopetzky - poi a Steffi… Cosa devo poi
scrivere a quella carognetta… «Mia cara bambina, non l’avresti mai pensato»… -
Macché, sciocchezze! - «Mia cara bambina, ti ringrazio tanto»… - «Mia cara
bambina, prima che me ne vada da questo mondo, non voglio tralasciare»… -
Scriver lettere non è mai stato il mio forte… «Mia cara bambina, un ultimo addio
dal tuo Gustl»… - Chissà che faccia farà! Eppure è una fortuna che non ne sia
mai stato innamorato… deve esser triste, quando si vuol bene a qualcuno e così…
Gustl, sii buono, è già abbastanza triste così… Dopo Steffi ne sarebbero venute
ancora delle altre, e alla fine anche una che valeva qualcosa - fanciulla di buona
famiglia con dote - sarebbe stato bello… - A Clara devo scrivere dettagliatamente
dicendole che non ho potuto fare diversamente… «Devi perdonarmi, cara sorella,
e ti prego, consola anche i cari genitori. So di aver causato a voi tutti delle
preoccupazioni e dei dolori; ma credimi vi ho sempre voluto molto bene, e spero
che anche tu un giorno potrai essere felice, mia cara Clara, e non dimenticherai
completamente il tuo infelice fratello»… - Ah, è meglio che non le scriva proprio
nulla!… No, qua mi viene da piangere… mi bruciano già gli occhi al solo
pensarci… Tutt’al più scriverò a Kopetzky - un addio cameratesco, e lui si
incaricherà di estenderlo agli altri… - Sono già le sei? - Ah, no: le cinque e mezzo
- le sei meno un quarto. - Ma che bel visino!… la graziosa ragazza dagli occhi neri,
che incontro così spesso nella Florianigaße! - che dirà? - Ma se non sa nemmeno
chi io sia - si meraviglierà solo di non vedermi più… L’altro ieri mi sono proposto
di fermarla la prossima volta. - Ha civettato abbastanza… era così giovane - alla
fine forse ancora vergine!… Sì, Gustl! Chi ha tempo non aspetti tempo!… Quello lì
sicuramente non ha dormito neppure lui tutta la notte. - Ora se ne andrà bel
bello a casa e si metterà a letto - anch’io! - Ah! ah! ora la cosa diventa seria,
Gustl, sì!… Però, se non ci fosse nemmeno quel po’ di paura, allora la cosa non
avrebbe proprio alcuna importanza - e tutto sommato, devo dirlo, mi comporto
bene… Ah, dove andare ora? Ma ecco qui il mio caffè… stanno ancora scopando…
Entriamo…
Lì dietro è il tavolo dove giocano sempre a tarocchi… Strano, non riesco
proprio a immaginarmi che l’individuo che siede sempre lì dietro accanto alla
parete, possa essere lo stesso che mi… Non c’è ancora nessuno… Ma dov’è il
cameriere?… Ehi! Eccolo che arriva dalla cucina… S’infila in fretta il frack…
Veramente non ce n’è più bisogno!… ah, per lui certo… deve servire ancora altre
persone oggi! -
«Riverisco, signor tenente!»
«Buon giorno.»
«Così presto oggi, signor tenente?»
«Ah, lasciate pure - non ho molto tempo, posso sedermi col soprabito.»
«Cosa desidera, signor tenente?»
«Un caffè macchiato.»
«Subito, signor tenente!»
Ah, qui ci sono dei giornali… già quelli di oggi?… Che riportino già qualcosa?
… Ma cosa? - Mi sembra che voglia vedere se riportano che mi sono ucciso! Ah!
Ah! - Perché sto ancora in piedi?… Sediamoci qui vicino alla finestra… Mi ha già
portato il caffè… Bene, ora chiudo la tendina; non posso sopportare che la gente
guardi dentro…. Vero è che non passa ancora nessuno… Ah, com’è buono questo
caffè - non è dunque una vuota illusione il far colazione!… Ah, si diventa un
tutt’altro uomo - è stata una gran sciocchezza non aver cenato… Che fa questo di
nuovo qui? - Ah, mi ha portato i panini…
«Il signor tenente ha già sentito?»…
«Cosa?» Per l’amor di Dio, che sappia già qualcosa? …Ma è assurdo, non è
possibile!
«Al signor Habetswallner…»
Che? Ma questo è il nome del fornaio… che dirà ora?… Che sia infine già stato
qui? Che sia già stato qui ieri e abbia raccontato?… Ma perché non prosegue?…
Ma sì che prosegue…
«…è venuto un colpo stanotte alle dodici».
«Che?»… Non posso urlare così… no, non devo farne accorgere… ma forse
sogno… devo chiederglielo ancora una volta… «A chi è venuto un colpo?» -
Magnifico, magnifico! - L’ho detto con un’aria così innocente! -
«Al fornaio, signor tenente!… Il signor tenente lo conoscerà di certo… quel tipo
grasso che ogni pomeriggio fa la sua partita a tarocchi vicino ai signori ufficiali…
col signor Schlesinger e il signor Wasner del negozio di fiori artificiali qui di
fronte!»
Sono completamente sveglio - è tutto vero - eppure non riesco ancora a
crederci - devo chiederglielo ancora una volta… molto ingenuamente…
«Gli è venuto un colpo?… Ma come mai? Come fa a saperlo?»
«Ma signor tenente, chi dovrebbe saperlo prima di noi - il panino che il signor
tenente sta mangiando adesso è anche del signor Habetswallner. Il ragazzino che
ci porta la pasticceria alle quattro e mezzo del mattino, ce lo ha raccontato.»
Per l’amor del cielo, non devo tradirmi… vorrei gridare… vorrei ridere… vorrei
dare un bacio a Rudolf… Ma devo ancora fargli delle domande!… Esser colpiti da
apoplessia non vuol ancora dire: essere morti… devo domandare se è morto… ma
con tutta calma, poiché che me ne importa del fornaio - devo guardare il giornale,
mentre interrogo il cameriere…
«È morto?»
«Ma certo, signor tenente, è morto sul colpo.»
Oh, magnifico, magnifico! - Vuoi vedere ch’è andata così perché sono stato in
chiesa…
«La sera è stato a teatro; è caduto per le scale - il portinaio ha sentito il
rumore… poi l’hanno portato in casa, e quando è venuto il dottore era già finito
da un pezzo.»
«Ma è triste. Era ancora nel fior degli anni.» - Questo l’ho detto veramente
bene - nessuno potrebbe sospettare qualcosa dal mio contegno… e bisogna
veramente che mi freni, per non urlare o saltare sul biliardo…
«Sì, signor tenente, molto triste; un signore così buono, e veniva da noi da
vent’anni - era un buon amico del nostro padrone. E la povera signora…»
Credo di non esser mai stato così contento in vita mia… È morto - è morto!
Nessuno sa nulla, e nulla è accaduto! - E che gran fortuna che sia andato al
caffè… altrimenti mi sarei ucciso per niente - è proprio come una disposizione del
destino… Dov’è Rudolf? - Ah, sta parlando col garzone… - Dunque, morto - è
morto - non ci posso ancora credere! Avrei una gran voglia di andarlo a vedere. --
Forse gli è venuto il colpo per la rabbia, per l’ira trattenuta… Ah, il perché mi è
indifferente! L’essenziale è che sia morto, e io posso vivere, e tutto mi appartiene
di nuovo!… Strano, come continui a spezzettarmi nel caffè il panino che il signor
Habetswallner ha cotto per me! Molto buono, signor von Habetswallner!
Magnifico! - Bene, e ora vorrei fumarmi ancora un sigaro…
«Rudolf! Voi, Rudolf, E lasciate in pace il garzone.»
«Prego, signor tenente!»
«Un Trabucco»… - Sono così felice, così felice!… Che faccio ora?… Che faccio
dunque?… Qui bisogna pur far qualcosa, altrimenti viene anche a me un colpo
dalla gran gioia!… Fra un quarto d’ora vado in caserma e mi faccio frizionare con
l’acqua fredda da Johann…. alle sette e mezzo ci sono le esercitazioni col fucile, e
alle nove e mezzo addestramento. - e a Steffi scrivo che deve tenersi libera per
questa sera, costi quel che costi! E il pomeriggio alle quattro… be’ aspetta un po’,
mio caro, aspetta! Son proprio di buon umore… Farò di te polpette!

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