Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Vdocuments - MX - 39526061 Simboli e Simbolismi Stefano Benemeglio PDF
Vdocuments - MX - 39526061 Simboli e Simbolismi Stefano Benemeglio PDF
di
STEFANO BENEMEGLIO
STEFANO BENEMEGLIO
SIMBOLI E SIMBOLISMI
NELL'IPNOSI DINAMICA
E NELL'AUTOCONTROLLO
CID CNV
Istituto di Psicologia Analogica
e di Ipnosi Dinamica®
Stampa a cura di:
PARTE SECONDA
TEORIA E METODOLOGIA DELLA IPNOSI DINAMICA
7
determinata quella particolare alterazione dello stato di coscienza
che tali comportamenti sembrano implicare?
Secondo l'Autore la causa è da ricercarsi nella possibilità che un
soggetto può avere di percepire ed interpretare proiettivamente
quei "messaggi analogici" che, espressi dall'operatore tramite i
canali della comunicazione non verbale, attivano nel soggetto dei
dinamismi psicoenergetici, ossia un accumulo di microtensioni,
tale da innestargli l'esigenza di attuare un comporta mento
gratificante nei confronti della fonte di stimolazione (operatore) e
scaricare così la tensione energetica eccedente.
Ma, attraverso la sola comunicazione verbale, non è possibile
tarare perfettamente una stimolazione in rapporto alla esigenza
emotiva o analogica del soggetto, in quanto l'operatore potrebbe
risultare troppo penalizzante o troppo gratificante, produrre una
tensione esagerata oppure insufficiente.
L'utilizzazione della comunicazione non verbale permette invece
all'operatore di calibrare perfettamente una stimolazione
microtensionale, in modo da farla diventare una emozione per il
soggetto e quindi una fonte di energia che questi
successivamente "scaricherà" nella fase di Pilotaggio con la
realizzazione della fenomenologia ipnotica richiesta.
Quel che contraddistingue l'Ipnosi Dinamica consiste proprio
nell'uso di MODELLI INTERATTIVI ANALOGICI, ossia nell'uso
dei linguaggi emotivi: la Comunicazione Non Verbale ed il
Simbolismo Comunicazionale; un particolare sistema di
comunicazione per creare delle microtensioni pilotabili per il
raggiungimento degli obiettivi prefissati (fenomenologici /
comportamentali).
Il processo ipnotico è quindi un rapporto interattivo attuabile
mediante due comunicazioni diverse: la Comunicazione
Analogica o di tipo non verbale e la Comunicazione Logica o di
8
tipo verbale, mediante cioè quella che viene definita
"Comunicazione Integrale".
Nel momento in cui si entra in contatto con il mondo esterno si
subiscono degli stimoli; questi originano la messa in moto di
energie pulsionali nei confronti dell'oggetto che li ha prodotti. L'iter
psicologico che l'individuo compie per dar sfogo a queste pulsioni
è quello di far proprio l'oggetto che le ha sollecitate (fonte di
stimolazione) e successivamente di destabilizzare, di annullare il
potenziale di coinvolgimento che l'oggetto detiene.
Nel rapporto ipnotico è l'operatore ad originare gli, stimoli ai quali
il soggetto risponde; nel momento in cui tali stimoli si incontrano
con le esigenze emotive del soggetto è possibile riscontrare che il
processo ipnotico è stato innestato. L'operatore si pone nei
confronti del soggetto come fonte di stimolazione atta a
sollecitare proiezioni simboliche con conseguente desiderio di
riapropriazione e introiezione; il consumo della componente
emozionale, l'annullamento del "Potenziale ipnotico"
dell'operatore avviene nel momento in cui il soggetto pone in atto
quanto richiesto,
I tests di suggestione ipnotica, i ripetuti inviti al rilassamento
psicofisico rivolti al soggetto da ipnotizzare, in braccio che diventa
sempre più leggero ed altre forme di suggestione verbale hanno
rappresentato per più di un secolo, tranne eccezioni, la base dei
procedimenti ipnotici tradizionali in cui l'operatore utilizza la
comunicazione verbale sin dai primi momenti della fase induttiva.
Al contrario, nella fase induttiva della Ipnosi Dinamica, è previsto
che l'operatore escluda la parola ed invii stimolazioni subliminali
definite "Atti Comunicativi", utilizzando i canali espressivi della
C.N.V. (Prossemica, Cinesica, Paralinguistica, Digitale); sono tali
stimolazioni a determinare quel l'evento emotivo che viene
indicato con il termine "Flash ipnotico".
9
Gli Atti Comunicativi (Segni, Gesti e Simbolismi) sono di tipo
prevalentemente emozionale, non hanno un significato logico ma
analogico e vengono recepiti unicamente per processi di tipo
associativo e non razionale; tali processi sono intimamente
connessi, a livello di percezione non razionale, a due parametri di
riferimento: quello delle "Penalizzazioni" (amplificazione della
tensione emotiva) a livello analogico e quello delle "Gratificazioni"
(riduzione della tensione emotiva) a livello logico.
L'operatore esprimendo gli Atti Comunicativi Non Verbali
stabilisce, sul la base degli "Atti Analogici" o di scarico tensionale,
quali di essi siano da considerarsi gratificanti e quali penalizzanti
per un determinato soggetto, individuandone così il codice
metacomunicazionale.
La velocità di azione determina un Flash ipnotico immediato
proprio per la impossibilità da parte dell'Io Razionale di qualificare
immediatamente la penalizzazione, ossia la sorgente delle
tensioni emotive; le tecniche induttive "Dinamiche" richiedono
dunque delle comunicazione subliminali che non devono essere
razionalizzate, pena la perdita della loro efficacia.
Se nell'ipnosi tradizionale si colloca il soggetto in uno stato di
quiete emotiva e si tenta di produrre l'incontro fra stimolo e
pulsione, nell'Ipnosi Dinamica l'operatore, mediante gli Atti
Comunicativi Non Verbali, deve produrre nel soggetto delle
microtensioni per entrare in comunicazione diretta con la sua
istanza emotiva.
Allorché il particolare rapporto comunicativo si è instaurato, le
ulteriori comunicazioni trasmesse al soggetto (dato che si trova
nello stato di maggiore ricettività) lo mettono in grado di applicare
automaticamente esperienze ed apprendimenti, associazioni e
condizionamenti; le capacità di ascolto, di rispondenza e lo stesso
agire del soggetto risultano notevolmente perfezionati. Lo stato
ipnotico è dunque ritenuto stato di massima ricettività rivolta ai
10
contenuti analogici della comunicazione; una ricettività tale da
consentire al soggetto la trasformazione degli Atti Comunicativi
ricevuti in una realtà soggettiva vera e propria.
Applicando un metodo di comunicazione atipico, particolare, lo
stato di tensione sopraggiunge subito. La produzione di
stimolazioni microtensionali ha un obiettivo ben definito: far
nascere una pulsione all'interno della struttura mentale del
soggetto grazie alla distonia tra energia accumulata e possibilità
di scarico tensionale; il soggetto sarà spinto dal suo stesso
inconscio, ossia da una sua esigenza analogica, a gratificare
l'operatore attuando le fenomenologie ipnotiche richieste. La
decisione comportamentale non è consapevole o di ordine
razionale, ma automatica, istintiva, essenzialmente emotiva: il
soggetto avverte solo l'esigenza di fare ciò che la fonte di
stimolazione richiede; in altri termini si tratta di rendere un
"Servizio Analogico" al soggetto in cambio di un servizio logico
che questi attuerà naturalmente nei confronti dell'operatore.
Concludendo, sembra dunque possibile che le molteplici
conclusioni teoriche, qualche volta polemiche e radicalizzate,
circa l'ipnosi possano essere invece conciliabili all'interno di un
quadro interpretativo più vasto, dove il fenomeno ipnotico sembra
perdere quei connotati di evento isolato o di mistero, che per
lungo tempo lo hanno caratterizzato, per integrarsi nella
psicologia generale.
La teoria dell'Ipnosi Dinamica sembra rappresentare un
contributo significativo circa tale possibilità. L'Autore, col presente
lavoro, si propone di dimostrare come l'evento ipnotico non possa
prescindere dal più ampio con testo comunicazionale in cui un
particolare "sistema interattivo analogico" influenza qualsiasi tipo
di relazione umana. L'Ipnosi Dinamica è essenzialmente
comunicazione; le complesse manifestazioni psicologiche e
neurofisiologiche che accompagnano nel soggetto la ricezione di
11
stimoli ipnotici sono soltanto fenomeni che possono verificarsi o
meno, a seconda delle finalità che l'operatore si propone e della
sua specifica comunicazione, senza che per questo si possa
negare o misconoscere l'essenza del fenomeno ipnotico che
risiede soprattutto nel particolare rapporto di relazione tra
operatore e soggetto.
G. Ruffo
12
PARTE PRIMA
CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE PRELIMINARI
CAP. I
IPNOSI . . . COS' È ?
13
capacità profetiche e persino la Bibbia presenta in più parti la
frase "Dio impose la Sua mano ed egli profetizzò".
Lo svizzero Paracelso (1493-1541) il cui vero nome era
Teofrasto Bombast, mette in rapporto la forza della calamita
con quella emanata dalle mani, alla quale darà il nome di
"magnetismo animale" che sarà più tardi ripreso da Mesmer.
L'alchimista Cornelio Agrippa (1486-1535), nella sua opera "La
filosofia occulta", parla di "occhi che incantavano e
soggiogavano".
Verso la metà del 700 appare la misteriosa figura di Giuseppe
Balsamo conte di Cagliostro, mago, illusionista, guaritore e
soprattutto ipnotizzatore espertissimo, capace di produrre nei
suoi soggetti stati di sonnambulismo profondo con straordinari
fenomeni di chiaroveggenza, talvolta accompagnati da crisi
convulsive. Cagliostro fu arrestato a Roma nel 1789 e, sotto
l'accusa di eresia, fu condannato dal tribunale nella Santa
Sede1.
Ma la nascita dell'ipnosi, quale fenomeno oggetto della ricerca
scientifica ed origine della moderna psicoterapia, coincide con
una celebre e discussa figura di guaritore del XVIII sec., Franz
Anton Mesmer, medico nato a Itzmang in Germania nel 1734 ed
affermatosi a Vienna intorno al 1770.
Partendo dal magnetismo minerale e sulle orme già tracciate da
Paracelso, Mesmer mette in rapporto le capacità terapeutiche
della calamita con quelle che sprigionerebbero le mani2; e
ripropone il termine di "magnetismo animale" o "mesmerismo";
Mesmer acquista in Vienna una larghissima popolarità grazie
alle numerose e sorprendenti guarigioni ottenute; questi
successi provocano, però, reazioni ostili sia da parte della
scienza ufficiale che del clero per cui è costretto a lasciare
Vienna e, nel 1778, si trasferisce a Parigi dove continua la sua
opera. La sua notorietà si accresce e ormai i suoi pazienti sono
14
troppo numerosi per poter essere trattati individualmente;
Mesmer adotta quindi il metodo della famosa "tinozza",
contenente acqua magnetizzata e limitata di ferro: attorno ad
essa si radunavano i pazienti, mentre il suono di un pianoforte
diffondeva nell'ambiente un'atmosfera suggestiva.
Mesmer, in abiti sontuosi, si aggirava per la sala, toccando i
malati con una bacchetta, fissandoli negli occhi ed imponendo,
quando necessario, le mani. Generalmente, i pazienti
cadevano in una trance convulsiva, in seguito alla quale
sopravveniva la guarigione3.
Anche a Parigi, nonostante le innumerevoli guarigioni ottenute,
(o più probabilmente proprio per questo), Mesmer incontrò
l'opposizione della medicina ufficiale: nel 1784 fù istituita da
Luigi XVI una commissione di inchiesta, la Societé Royale di
Médicine, la quale stabilì che le guarigioni ottenute da Mesmer
erano da attribuirsi alla sola immaginazione dei pazienti;
condannò per tanto il magnetismo animale definendolo non
solo privo di qualsiasi efficacia ma anche dannoso per la
moralità pubblica.
Queste conclusioni non furono però unanimi, infatti uno dei
componenti della commissione, il botanico Laurent De Jussieu,
si rifiutò di sottoscriverle; Mesmer, amareggiato da tali:
contrasti, si ritira a Mespurg, sul lago di Costanza, dove muore
nel 1815. Questo discusso personaggio, ebbe sostenitori e
detrattori, suscitò consensi e critiche; a lui comunque spetta il
merito di essere stato il primo ad affrontare con spirito
scientifico, ed in un epoca ricca di superstizioni, in cui ancora
si mandavano al rogo le presunte streghe, fenomeni che fino al
allora erano stati confusi con le pratiche magiche. Tuttavia il
suo contributo allo studio dell'ipnosi fu limitato dal fatto di
avere attribuito i fenomeni ottenuti a cause esclusivamente
fisiche o fisiologiche (magnetismo minerale prima ed animale
15
poi), trascurando del tutto la componente psicologica ed
emozionale.
Fu un suo allievo, il marchese De Puységur (1751-1825), ad
approfondire questo importante aspetto dell'ipnosi, nei suoi
studi sul sonnambulismo provocato artificialmente.
Nei primi anni dell'800 l'Abate Faria4, sostenne che il
magnetismo è un fenomeno legato alla volontà nel
magnetizzatore di produrre suggestione.
Nel 1831 l'Accademia di Francia ammise l'indubbia azione del
magnetismo e ne consigliò lo studio come parte della
psicologia; per contro, verso la metà del secolo, Pio IX, in
una enciclica, lo condannò come forma di superstizione. Nel
1846 James Braid, medico scozzese, sostenne che il sonno
artificiale non è il prodotto di una sorta di fluido emanato dalle
mani del magnetizzatore, ma è un fenomeno puramente
neurologico, basato sulla impressione della suggestione sui
centri nervosi; egli addusse a prova della sua tesi il fatto di
essere in grado di ottenere gli stessi risultati facendo fissare
lungamente al soggetto un oggetto brillante. Fu appunto
Braid a coniare i termini "ipnosi" e "ipnotismo" derivati dal
vocabolo greco "hipnos" (sonno).
Negli stessi anni due chirurghi inglesi, Ellioston (1791-1868)
in Inghilterra ed Esdaile (1808-1859) in India, eseguirono
numerosi interventi chirurgici in ipnoanestesia. Anche il
medico francese Henry Azam mise in luce la possibilità di
utilizzare l'ipnosi come anestesia negli interventi chirurgici.
Charles Richet, nel 1975, in opposizione all'opinione di alcuni
studiosi che consideravano lo stato ipnotico alla stregua di
una simulazione, asserì che il sonno ipnotico è uno stato
fisiologico normale in cui spesso l'intelligenza viene esaltata.
Il neurologo Jean Martin Charcot nell'Ospedale della
Salpétriér, condusse a cavallo degli anni 1878-1882,
16
importanti studi, per altro non esenti da errori anche
grossolani, sull'isteria ed il sonno ipnotico: egli sostenne che
l'ipnosi è una condizione patologica inducibile esclusivamente
in soggetti isterici, e che le donne si possono ipnotizzare più
facilmente degli uomini e che sia i fenomeni ipnotici che le
manifestazioni isteriche possono essere influenzati dalle
calamite e dai metalli in genere.
Egli accettò la tesi "neurologica" di Braid, secondo cui lo
stato ipnotico si può indurre facendo ricorso a mezzi
puramente meccanici, ma ne trascurò le successive
importanti scoperte sull'influenza delle aspettative e della
suggestionabilità propria del soggetto. Secondo Charcot l'ipnosi
si manifesta sotto forma di tre possibili stati, distinti e successivi:
catalessi, latargia e sonnambulismo indotto; questa tesi si
dimostrò in seguito parzialmente errata, pur rimanendo, tuttavia,
il primo tentativo di suddividere il fenomeno in fasi distinte e
caratterizzate da manifestazioni di crescente potenza.
Alla scuola parigina di Charcot, la Salpètrière, orientata in senso
organicistico, si contrappose in quei anni la scuola di Nancy di
cui furono principali esponenti i professori Hyppolyte Bernheim5
e Ambroise-Auguste Liébeault.
Secondo la Scuola di Nancy la suggestione verbale poteva
avere notevole efficacia terapeutica in un gran numero di casi,
tuttavia sebbene riconoscesse che le suggestioni vengono
particolarmente rafforzate dallo stato ipnotico del paziente non
le riteneva essenziali ai fini terapeutici6.
Pierre Janet, allievo di Charcot, utilizzò l'ipnosi come strumento
di ricerca psicologica in senso lato: egli considerò lo stato
ipnotico indotto artificialmente come una condizione di
"dissociazione" per cui una parte della mente funziona
indipendentemente dal resto; è quindi possibile far sì che il
paziente, sotto ipnosi, ricordi i fatti e circostanze per lo più di
17
natura traumatica e dolorosa, di cui non è cosciente in stato di
veglia.
Sigmund Freud, la cui notorietà non richiede commenti, studiò
l'ipnosi sia alla Salpètrière, sotto la guida di Charcot in
collaborazione con Janet, sia a Nancy con Bernheim. Freud,
inizialmente, si servì dell'ipnosi per la cura dell'isteria, tuttavia,
prendendo atto che la suscettibilità all'ipnosi variava molto da un
individuo all'altro, che in particolare i sofferenti di vere e proprie
malattie mentali risultavano per lo più non ipnotizzabili con le
tecniche del tempo, e considerando in oltre la presunta
componente erotica nel rapporto ipnotico, egli fu indotto ad
abbandonare l'ipnosi ed a sviluppare tecniche alternative
psicoanalitiche7 nelle quali il terapeuta si limita ad ascoltare ed
interpretare quanto il paziente afferma.
L'abbandono della tecnica ipnotica da parte di Freud determinò
il suo temporaneo declino nel mondo occidentale8. Infatti
soltanto verso la fine della Seconda Guerra Mondiale ha inizio
un rinnovato interesse per l'ipnosi e per le sue applicazioni
cliniche, grazie a ricercatori e clinici tra cui Chark Hull, Ernest
Hilgard, Martin Orne ed altri, fino ad arrivare al nostro secolo
con uno dei maggiori ipnologi e psicoterapeuti, Milton H.
Erickson.
Da questa rapida e necessariamente incompleta rassegna
emergono i diversi e contrastanti punti di vista dai quali è stata
considerata l'ipnosi nel corso di vari secoli e dai quali la nostra
concezione e le nostre tecniche si differenziano, a loro volta, per
molteplici aspetti.
L'IPNOSI DINAMICA è essenzialmente "comunicazione": le
complesse manifestazioni psicologiche e neurofisiologiche che
accompagnano, nel soggetto, la ricezione di stimoli ipnotici sono
soltanto fenomeni che possono verificarsi o meno, a seconda
delle finalità che l'operatore si propone e della sua specifica
18
comunicazione, senza che per questo si possa negare o
disconoscere l'essenza del fenomeno ipnotico che si
essenzializza soprattutto nel particolare "rapporto di relazione"
tra operatore e soggetto.
19
2. Comparazione tra Ipnosi tradizionale e Ipnosi
Dinamica.
20
certa stanchezza) si invita il soggetto a visualizzare se stesso
come davanti ad uno specchio, comodamente seduto finché
gli occhi della sua immagine si stancheranno e si
chiuderanno; allo stesso modo anche lui, quando avrà visto la
sua immagine rilassata e addormentata, si rilasserà e si
addormenterà. Questi metodi di comunicazione verbale, pur
riuscendo a porre i soggetti in stato ipnotico, hanno dei limiti
in quanto si rivolgono all'Io razionale del soggetto, il quale
può decidere se accettare o respingere questa stimolazione.
In un certo senso tutto il procedimento viene formalizzato al
momento in cui il soggetto raggiunge lo stato di sonno,
ovviamente sonno atipico, non fisiologico e quindi da
distinguersi dal sonno notturno.
Al contrario secondo i concetti dell'Ipnosi Dinamica questo
sonno ipnotico non è altro che una delle tante fenomenologie
che possono essere provocate, più o meno importanti,
rispetto agli obiettivi che si possono prefissare. L'ipnosi viene
allora ad essere considerata non come sinonimo di sonno,
ma di "coinvolgimento emozionale"; la comunicazione è lo
strumento per il raggiungimento degli obiettivi prefissati che
possono essere di tipo fenomenologico o comportamentale.
Mentre nelle tecniche ipnotiche più comunemente usate
l'operatore esprime le stimolazioni nei confronti del soggetto
mediante un tipo di comunicazione verbale, l'Ipnosi Dinamica
si avvale di stimolazioni espresse tramite atti comunicativi
non verbali quali segni, gesti ed altro. Esprimendo
sinteticamente il concetto di CNV9 si possono definire atti
comunicativi non verbali quei messaggi che non presentano
contenuti logici precisi, ossia non con tengono, nei loro
enunciati, delle informazioni ma stimolano nel soggetto delle
proiezioni affinché sia il soggetto stesso a creare
l'informazione, in base alle sue proiezioni.
21
Più precisamente gli atti comunicativi utilizzati nell'Ipnosi
Dinamica sono costituiti da "contatti digitali" (toccamenti del
corpo del soggetto in conformità al simbolismo a cui
appartiene la sua tipologia psicologica), "Paralinguistica"
(gestione della tonalità, intensità della voce, delle pause, dei
suoni vocali o strumentali), "Cinesica" (gestione dello
sguardo, dei movimenti, del comportamento), "Espressione di
gesti con contenuti analogici specifici" (gesti caratterizzati da
contenuti simbolici idonei per la tipologia del soggetto),
"Prossemica" (gestione degli spazi) da utilizzare nel momento
stesso in cui si inizia una induzione ipnotica 10.
L'Ipnosi Dinamica utilizza inoltre i concetti di "Gratificazione"
e "Penalizzazione": la prima corrisponde ad una diminuzione
di tensione emotiva, la seconda corrisponde ad un aumento
di tensione emotiva 11.
22
3. Ipnotizzabilità
23
1887, quando Charcot diffondeva le sue idee a questo
riguardo, Béaunis affermava che "il sonnambulismo artificiale
si ottiene con la più grande facilità in un gran numero di
soggetti fra i quali l'isteria non può essere invocata: bambini,
vecchi, uomini di ogni costituzione e carattere"15. E più avanti
affermerà addirittura che isteria e nervosismo sono condizioni
contrarie.
H. L. Shaw afferma che la presenza di disturbi nevrotici non
facilità né ostacola la suscettibilità ipnotica16.
L. Chertok, affrontando il problema dell'ipnotizzabilità,
afferma che esistono soggetti facilmente ipnotizzabili, altri
meno, alcuni per niente; afferma ancora che alcuni soggetti
possono venire ipnotizzati soltanto da' certi operatori e non
da altri, ma Chertok non formula ipotesi atte a spiegare
quest'ultima affermazione. Egli distingue solo i casi di rifiuto
volontario e di casi di non suscettibilità all'ipnosi, e sostiene
che tutti i refrattari con i quali era venuto in contatto
risultavano essere socialmente disadattati, soffrivano di
psicosomatosi e presentavano una personalità narcisistica; i
buoni soggetti, al contrario, erano tutti adattati socialmente
ed avevano un buon contatto con la realtà.
Riguardo al problema degli isterici Chertok ritiene che i
nevrotici in generale siano meno ipnotizzabili delle persone
normali, che gli isterici gravi siano refrattari e che quelli meno
patologici siano invece dei buoni soggetti. Questo, secondo
lui, perché il sintomo isterico è legato alle emozioni
riguardanti personaggi del passato, e di conseguenza questi
malati rifiutano nuovi rapporti transferali con l'ipnotizzatore: è
come se si rifiutassero di riconsiderare il problema e di
rinunciare ai loro benefici secondari17. Questo perché alcuni
soggetti refrattari all'ipnosi individuale sono ipnotizzabili in
24
gruppo, "giocando questo un ruolo protettore contro le paure
inconsce di questi malati 18".
Anche Granone ritiene che "generalmente le persone
psichicamente normali sono più facilmente ipnotizzabili di
molti nevrotici, specie degli ossessivi, degli ansiosi, degli
isterici vari”.
Ciò contrariamente a quanto pensano alcuni che ritengono
ipnotizzabili sono gli isterici19.
Un giudizio completamente opposto è formulato da Pavesi
che dice: "Noi troviamo suggestionabilità sia in persone
normali che anormali e vediamo che questa è più forte nei
nevrotici e negli isterici, meno forte negli individui normali,
quasi nulla negli psicopatici. Però non bisogna dedurre che
persone molto suggestionabili debbano essere
necessariamente dei neurotici o degli isterici e neppure che
persone non suggestionabili debbano essere degli schizo -
frenici"20.
Come già detto, non c'è completo accordo su vari punti ed
uno è proprio quello relativo al rapporto ipnosi isteria. Tutto
sommato l'affermazione che più si avvicina al concetto
dell'Ipnosi Dinamica è quella di Pavesi che scrive: "Si può
dire con certezza che praticamente non c'è soggetto che sia
refrattario all'ipnosi; ciascuna persona normale ha la
potenzialità di sviluppare una trance profonda. Tutto sta nel
trovare la via giusta per poter sfruttare questo potenziale" 21.
Altre variabili che sono state prese in considerazione sono
l'età, il sesso e le condizioni fisiche. Béaunis riguardo al
sesso dichiara di non aver rilevato differenze apprezzabili22 .
Per Shaw, invece, le adolescenti sono più suggestionabili dei
maschi. Ottimi soggetti sono anche le donne incinte; queste,
secondo lui, a causa di una maggiore instabilità emotiva di
25
origine ormonale e per una maggiore motivazione dovuta alla
preoccupazione del parto.
Inoltre, se un soggetto è emotivamente simile al genitore
dell'altro sesso, risulta più ipnotizzabile; anche nel caso in cui
il soggetto sia emotivamente simile al genitore dello stesso
sesso si ottiene lo stesso risultato, a patto però che questi sia
un buon soggetto.
Curiosa e per quanto ci risulta, mai rilevata da nessun altro
autore, è la correlazione negativa fra ipnotizzabilità ed attività
fisica competitiva: in pratica, quindi, gli atleti appaiono,
nell'insieme, meno suscettibili all'ipnosi23.
E ancora secondo Pavesi "la suscettibilità all'ipnosi è più alta
all'età di sette - otto anni, rimane alta fino a circa venti anni,
diminuisce poi durante la maturità per aumentare di nuovo
nell'età senile. Essa è maggiore per le donne e le ragazze
che per gli uomini i ragazzi, è maggiore per individui di più
alta intelligenza che in quelli di bassa intelligenza 24.
Appare quindi chiaro il disaccordo tra i vari autori circa il
concetto di ipnotizzabilità. Proponiamo quindi due punti di
vista abbastanza emblematici di questa situazione: uno,
molto distante dal punto di vista dell'ipnosi dinamica, è di B.
Disertori che dichiara di essere riuscito solo una volta a
indurre trance profonda, e ritiene che occorrono dati
personali particolari e poco diffusi per ipnotizzare; l'altro è di
Weitzenhoffer il quale afferma che "... il successo nel
produrre qualunque profondità di trance dipende in gran parte
dalla scelta di una tecnica appropriata a ciascun soggetto e
dal tempo impiegato nell'intero processo26.
A completamento di questa esposizione riportiamo alcune
statistiche di ipnotizzabilità presentate da vari autori in
epoche diverse.
- Per Béaunis la percentuale si aggira intorno al 52,8%. 27
26
- Per Bramwell tutti sono ipnotizzabili fino ad un certo punto
nel 10/12% si può ottenere trance profonda 28.
- Secondo Ferenczi esiste una differenza individuale enorme
riguardo alla riuscita, che va dal 10% all'80/90% ed anche
96%29.
- Pavesi calcola che circa il 90% dei soggetti sia
ipnotizzabile30.
Secondo il nostro Istituto, invece, tutti gli individui sono
ipnotizzabili: se alcuni non sono sensibili alle "tecniche
dirette"31 della Ipnosi Dinamica, ove l'evento viene
denunciato ed il soggetto ne è consapevole ancor prima della
pratica ipnotica, sicuramente non saranno indifferenti alle
sottili tecniche della Comunicazione Integrale del metodo
indiretto,32 ove l'operatore non è costretto a denunciare
l'evento ipnotico, ma lo produce con un semplice dialogo
senza che il soggetto sia inizialmente consapevole
dell'obiettivo dell'operatore. (Beneglio, S., 1986).
27
4. Suggestione
28
Lo stato di trance viene ottenuto tramite micro stimolazioni
emotive indotte attraverso i canali di CNV, e la suggestione
non trova alcun posto in questo procedimento che si dimostra
rapido ed efficace.
Vediamo ora che cosa si intende per suggestione.
N. Perotti definisce la suggestione "Processo inconscio di
natura affettiva determinato da un distacco dalla realtà
obiettiva"34.
Pavesi afferma che "la suggestione è un processo mentale
che risulta dall'accettazione non critica e dalla realizzazione,
in atto o in credenza, di idee che sorgono nella mente, come
effetto di parole, attitudini o atti di una altra persona" 35.
Viene qui gettato un ponte fra la suggestione verbale e
l'effetto di "atti o attitudini" che contribuirebbero a creare lo
stato di trance.
Bernheim però non era di questo avviso. Infatti, come riporta
il Granone nel suo trattato, egli gettò il ridicolo sulle
manipolazioni eseguite da Bernheim, facendo risalire tutti gli
effetti alla pura e semplice suggestione verbale. Più
precisamente affermò: "Le manovre non sono niente, la fede
è tutto e la fede, cioè la credenza, è propria dello spirito
umano. È l'immaginazione che fa miracoli"36.
Per Bernheim "la suggestione rappresenta l'atto per cui
un'idea è introdotta nel cervello ed in virtù di esso accettata.
Tutto ciò che entra per le orecchie nello spirito, tutto ciò che
con o senza esame preliminare è accettato per se stesso,
tutto ciò che permane, tutto ciò che è creduto, costituisce una
suggestione per mezzo dell'udito. Lo stato ipnotico non è che
uno stato di suggestionabilità esaltata"37.
Se fosse vero quanto affermato da Bernheim, chiunque,
senza servirsi di una tecnica appropriata, dovrebbe essere in
grado di ipnotizzare qualunque persona; ma questo non
29
corrisponde alla realtà. Inoltre è da considerarsi superficiale
una visione della mente umana tanto debole ed in balia di
ogni suggestione che le si presenti attraverso l'udito,
dimenticando, tra l’altro, l'influenza che hanno gli altri organi
di senso.
Interessante è anche l'opinione di Babinski, un discepolo di
Charcot secondo cui non è l'ipnotismo che crea o esalta la
suggestionabilità, anzi esso ne è la conseguenza, la
manifestazione. Questo studioso aveva una considerazione
tale dei fenomeni ipnotici da arrivare a dire che l'ipnotismo
"nella maggior parte dei casi si ridurrebbe a simulazione, e
negli altri a inganno
reciproco del soggetto attivo e del soggetto passivo” 38.
In risposta alle teorie che magnificavano la suggestione e la
investivano di ogni potere si levarono molte voci. Una delle
più efficaci è quella di Grasset,39 secondo cui i sintomi
dell'ipnotismo non derivano affatto da una suggestione
diretta, dato che in ipnosi vi sono dei fenomeni indipendenti
da ogni suggestione; questi fenomeni, definiti "fissi" da
Grasset, non sono per nulla costanti in ogni caso, nè uguali
per ogni soggetto. Fra questi un primo gruppo si osserva
unicamente tra i soggetti isterici; l'isterismo li fa nascere e fa
imprimere in essi una forma particolare. Poi vi sono degli altri
sintomi somatici fissi: fenomeni sensitivi, circolatori,
respiratori. Infine vi sono sintomi psichici, indipendenti da
ogni suggestione, fra cui la memoria e lo stato intellettivo del
soggetto. Durante l'ipnosi il soggetto ricorda tutto del suo
passato e durante la veglia può non ricordare nulla dello stato
ipnotico indotto in lui; perciò, conclude, se la suggestione ha
una grande importanza nel l'ipnotismo, essa non è affatto
tutto, nè tutto può sostituire.
30
L'autore che meglio intravede la suggestione come un
fenomeno agente a posteriori è Granone che scrive: "di fatto
sono due i fattori che permettono l'istaurarsi della
suggestione e del suo pieno esplicarsi: la vivacità delle
emozioni ed il difetto dei poteri di critica, difetto da intendersi
non come costituzionale ma come condizione raggiungibile
anche da persone intelligentissime e molto sensibili" 40.
Si fa strada qui l'idea che la suggestione non sia la fautrice
dello stato di trance. Questo è deducibile dal fatto che per
"instaurarsi" ed "esplicarsi" necessita di due condizioni: il
coinvolgimento emozionale ed il difetto di critica che si viene
a produrre insieme ad un generale senso di stordimento
ottenibile solo attraverso l'impostazione dei flash subliminali.
Questo autore ritiene difficilmente accettabile il concetto di
ipnosi unicamente come conseguenza della suggestione
mentale pura, intesa come fenomeno privo di contenuto
emotivo. Al contrario egli sostiene che il carattere energetico
della suggestione ed il suo potere inibitorio sulle facoltà
superiori siano proprio dovuti alla componente emotiva, e che
la suggestione sia tanto più inibente sulle funzioni corticali
quanto più carica di contenuto affettivo41. Altro autore che
ritiene che i veri strumenti per praticare l'induzione siano
emotivi è Watkins42. La sua concezione, nonostante si
presenti sotto un aspetto particolare, richiama
fondamentalmente quella della Ipnosi Dinamica quando
afferma che, secondo lui, l'induzione si ottiene attraverso la
stimolazione dell'amore e della paura: il primo sostenuto da
metodi dolci e carezzevoli, la seconda da metodi bruschi e
autoritari.
31
5. La tecnica induttiva
32
importa, gesto, sguardo, parola interattiva...". Importava mol-
to invece ma, come molti altri autori prima e dopo di lui, non
se ne rese conto.
Béaunis inoltre aveva già rilevato gli effetti della prossemica
ma non era riuscito ad analizzarli ed identificarli come
meccanismo a sè classificandoli invece come risultato
dell'immaginazione del soggetto o come un fatto di abitudine.
"I passi a distanza (qualche centimetro) possono, in certi
soggetti ma non in tutti, determinare il sonno ipnotico. In
alcuni soggetti questi passi riescono meglio degli altri mezzi...
è una questione di abitudine o il risultato dell'immaginazione
del soggetto. Così M.lle V. che era abituata ad essere
addormentata con dei passi non si addormentava che
difficilmente con la fissazione dello sguardo"45.
Béaunis fù colpito altre volte dagli effetti della cinesica e della
prossemica; ad un certo punto si chiese se era possibile
addormentare qualcuno a sua insaputa. Egli riprovò, facendo
dei passi dietro ad alcuni soggetti senza che se ne
accorgessero, e a tal proposito afferma di essere riuscito ad
indurre il sonno artificiale; per conferma chiese poi al
soggetto ipnotizzato se si fosse accorto dei suoi movimenti e
benché questi rispondesse negativamente egli si rifiutò di
considerarlo un fatto probante46.
In realtà è difficile che una persona non percepisca un'altra
persona a pochi centimetri di distanza. Ciò non esclude che
questi soggetti "si addormentassero"; evidentemente erano
particolarmente sensibili all'effetto di micropenalizzazioni
indotte in questo modo, tanto da risultare sufficienti per
l'induzione della trance.
È interessante notare come alcuni ipnotisti del passato47
utilizzassero una tecnica di approfondimento della trance
usata in casi particolari anche a fini induttivi, definita
33
"fascinazione" e consistente nell'ordinare al soggetto di
appoggiarsi all'operatore "petto a petto"48 con le braccia
rilasciate lungo i fianchi49 e tenendo le palme delle mani a
contatto dell'operatore, guardandolo contemporaneamente in
modo fisso negli occhi.
Risulta evidente come sia stato lo stato di tensione, indotto
attraverso particolari stimolazioni con la CNV, a portare il
soggetto in trance.
Nel suo manuale del 1884 Bernheim50 descrive la tecnica da
lui impiegata "Guardatemi bene e non pensate che a dormire.
State per sentire una pesantezza alle palpebre, una
stanchezza nei vostri occhi; sbattete le palpebre, gli occhi si
inumidiscono; la vista diventa confusa, gli occhi si chiudono.
Alcuni soggetti chiudono gli occhi e dormono
immediatamente; con altri ripeto, accentuo ancora, aggiungo
il gesto, poco importa la natura del gesto. Io pongo due dita
della mano destra davanti agli occhi della persona e la invito
a fissarmi, o passo più volte le mani dall'alto in basso davanti
ai suoi occhi, o ancora la impegno a fissare i miei occhi e
cerco allo stesso tempo di concentrare tutta la sua attenzione
sull'idea del sonno. Io dico: le vostre palpebre si chiudono,
voi non potete aprirle. Voi provate la pesantezza nelle
braccia, nelle gambe, non vedete più niente, il sonno viene, e
con tono imperioso aggiungo: dormite! Spesso questa parola
provoca il dondolamento, gli occhi si chiudono, il malato
dorme". La descrizione continua ma, per una breve analisi,
questa parte è sufficiente.
Intanto notiamo subito che Bernheim inizia dicendo al
soggetto "guardatemi bene e non pensate che a dormire.
State per sentire una pesantezza alle palpebre ...". Si inizia
quindi con quello che a livello logico è un invito, ma che viene
espresso come un comando; ciò è evidente nell'uso
34
dell'imperativo "guardatemi e non pensate che... ". Già
questo fatto può essere percepito da alcuni soggetti
penalizzante al livello analogico ossia a livello subliminale,
come a dire al di sotto della soglia di consapevolezza.
Questa impostazione definisce e sottolinea, inoltre, il ruolo
comportamentale adottato "up-down", competitivo o
complementare, dalle persone coinvolte nel processo
ipnotico. Ancora dobbiamo considerare penalizzante la
predizione di fenomeni fisiologici come la pesantezza delle
palpebre e la stanchezza degli occhi, fenomeni sempre
sperimentati dal soggetto come indipendenti dalla volontà,
non solo sua, ma soprattutto altrui. Queste fenomenologie
provocano, nelle esperienze del soggetto, due effetti
favorevoli al processo ipnotico: da una parte provocano
tensione, ossia aumento dello stato emotivo; dall'altra
causano un parziale riconoscimento del potenziale ipnotico
dell'operatore a livello razionale.
Dice ancora Bernheim "lo ripeto, accentuo maggiormente,
aggiungo il gesto -poco importa la natura del gesto-. Io pongo
due dita della mano destra davanti agli occhi e li invito a
fissarmi". Introduce allora intuitivamente la cinesica
("aggiungo il gesto, pongo due dita davanti agli occhi") e la
prossemica.
È in errore Bernheim però quando afferma "...poco importa la
natura del gesto": recenti scoperte dell'Ipnosi Dinamica
hanno infatti accertato che alcuni gesti risultano di per sè
penalizzanti, altri meno, altri invece gratificanti, sempre nel
senso che favoriscono un aumento o una diminuzione della
tensione emotiva nel soggetto. In particolare, come nel nostro
caso, un movimento cinesico della mano davanti al viso,
portata dall'alto verso il basso, risulta gratificante, mentre è
penalizzante, ossia creante tensione, portata dal basso verso
35
l'alto. È il simbolismo che si esprime con il gesto a definire
l'atto "gratificante" o "penalizzante". (Benemeglio S., 1986) 51
Di conseguenza quando più avanti aggiunge "...o con le due
mani passo più volte dall'alto in basso davanti ai suoi occhi..."
si serve inconsapevolmente della cinesica come canale di
CNV,52 ottenendo il risultato (utile o meno in quel momento)
di ridurre in parte lo stato di tensione procurato nei confronti
del soggetto fino a quel momento. Per rendersi
maggiormente conto dell'effettivo potere comunicativo di
questo gesto è sufficiente riflettere su come talvolta viene
usato -sempre istintivamente e a volte in modi diversi- per
accompagnare specifiche parole (ad.es. "calma, calma") per
tranquillizzare e quindi ridurre la tensione in persone
sovraeccitate.
In questo caso qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di
una convenzione culturale, ma tale punto di vista
implicherebbe comunque la necessità, da un lato di spiegare
come e perché tale convenzione si sia formata proprio in
questo modo, dall'altro di spiegare la strana corrispondenza
degli effetti durante l'induzione ipnotica secondo la tecnica
dell'Ipnosi Dinamica in cui non vengono pronunciate
suggestioni di rilassamento.
Tornando alla metodologia impiegata da Bernheim notiamo
che, a conclusione della induzione, egli pronuncia un
imperioso "dormite!". Viene dunque inserito un cambiamento
di tonalità in un senso di maggior comando e di annullamento
della "volontà" del soggetto. Questa variazione di tonalità
rientra nel canale non verbale della paralinguistica; tale
variazione viene inoltre associata alla digitale in caso di
resistenze da parte del soggetto: "…nel giro di due o tre
minuti tutto al più io mantengo le palpebre chiuse, o meglio,
stendo le palpebre lentamente e dolcemente sui globi oculari,
36
.chiudendoli progressivamente sempre di più, imitando quello
che si produce quando il sonno viene naturalmente; termino
mantenendole chiuse, sempre continuando la suggestione...".
Noi crediamo che far chiudere gli occhi ad una persona
favorisce il di stacco dalla realtà e quindi il processo ipnotico.
La tecnica dell'Ipnosi Dinamica pone la chiusura degli occhi
come condizione preliminare53, insieme alla posizione
ortostatica54. Anche Bernheim utilizzava tale modalità, senza
però rendersi conto dell'effetto che questa azione produce
sull'emotività del soggetto 55, soprattutto nell'atmosfera molto
particolare che si istaura durante una seduta ipnotica.
Aggiunge più avanti: "Spesso in persone apparentemente
refrattarie sono riuscito, mantenendo a lungo la chiusura
degli occhi, imponendo il silenzio e l'immobilità (quindi in
pratica bloccando ogni scarico di tensione) parlando
continuamente e ripetendo le medesime formule...". Nei casi
più difficili dunque non ha fatto altro che penalizzare il
soggetto tramite i quattro canali di CNV e bloccare ogni
scarico di tensione prodotta imponendo, come dice lui stesso,
il silenzio e l'immobilità, come diciamo noi una posizione
ortostatica.
Una interpretazione di questo tipo rende senz'altro più
comprensibile il processo ipnotico nei suoi meccanismi e
concilia due tecniche diametralmente opposte (una tendente
all'induzione di tensione, l'altra al rilassamento tramite
suggestione) raggiungenti però l'identico risultato 56.
L'indubbio vantaggio che si ottiene utilizzando la tecnica in
questo senso consiste nel fatto che diventa enormemente più
facile, e per chiunque, ottenere uno stato ipnotico che
verrebbe altrimenti raggiunto di riflesso.
Un indicazione sull'importanza di questa tesi viene data da
Chertok57 il quale, commentando le più moderne tecniche di
37
induzione che utilizzano la fissazione di oggetti, consiglia ad
eventuali neofiti di ricorrere, in caso di insuccesso, ai consigli
di Bernheim sull'uso della cinesica e della prossemica58.
Chertok inoltre afferma che i metodi oggi usati, se vengono
confrontati con quelli descritti da Bernheim, presentano
l'unica differenza di far minor ricorso ad un atteggiamento
autoritario; sono quindi meno penalizzanti, aggiunge sorpreso
che, secondo questo autore, la durata della fase induttiva non
sembrava dover superare i dieci minuti, mentre oggi Brenman
e Gill valutano che, per indurre un ipnosi profonda in un
soggetto non nevrotico, occorrono parecchie sedute della
durata di cinquanta minuti o addirittura di un ora e mezza. Lo
stesso Erickson in un suo scritto del 1939 arrivò ad affermare
che in certi casi il successo è ottenuto dopo parecchie sedute
che possono protrarsi per tre o quattro ore59.
È curioso notare come, riguardo a questa interessante
differenza non vergano formulate ipotesi, ma considerando
l'aspetto offerto dall'Ipnosi Dinamica, se ne comprenderà il
motivo.
Il confronto può ora continuare considerando l'ipnosi
attraverso la "fascinazione" o attraverso lo sguardo, oggi
molto poco impiegato. A tal proposito vengono generalmente
distinte due forme: una vuole essere non autoritaria60, segue
le stesse indicazioni della fissazione dell'oggetto con l'unica
differenza che, in questo caso, è lo sguardo dell'operatore
che deve essere fissato 61; l'altra forma viene riconosciuta
come più autoritaria e viene impiegata, secondo Wolberg62 da
ipnotizzatori di music-hall e talvolta in medicina per
alcuni casi di alcolismo e tossicomania.
"Per praticare l'affascinazione sotto questa ultima forma il
medico deve porsi di fronte al paziente a circa trenta cm da
lui (quindi a distanza già inferiore rispetto a quella "neutra" di
38
cinquanta cm.). Egli lo deve dominare (rapporto up-down) e
se il soggetto si trova ad essere più alto e grande
dell'operatore, costui lo farà sedere, mentre egli resterà in
piedi. Poi lo prenderà per le spalle (digitale) lo dondolerà
lentamente in avanti e indietro (variazioni continue di
prossemica) tenendo gli occhi fissi sulla radice del naso del
soggetto. Proporrà allora una serie di suggestioni: -guardami
negli occhi (comando), il vostro sguardo diventa pesante ... le
vostre palpebre sono pesanti come il piombo, state per
dormire, dormire- e più avanti -le vostre palpebre sono
incollate, voi non potrete aprirle prima che io ve lo ordini-" 63.
È quasi incredibile che si sia pensato sempre che le uniche
forze induttrici dello stato ipnotico potessero essere lo
sguardo e le parole, o meglio il loro significato a livello logico,
il loro potere suggestivo, la prevaricazione nei confronti del
debole e indifeso da parte del "gigante cattivo". Una ipotesi in
questo senso sembrerebbe non tener conto, tra l’altro, del
l'avvertimento dato da Chertok il quali afferma "...un altro
rischio è che nel corso dell'operazione l'ipnotizzatore divenga
egli stesso ipnotizzato"64. Se non avvertiamo l'idea che siamo
atti comunicativi della prossemica e della digitale a provocare
gli stimoli emotivi e che l'induzione ipnotica sia dovuta alla
variazione degli stati di tensione65, diventa difficile spiegare,
in un caso come questo, perché un ipnotizzatore resti
ipnotizzato e da chi, da che cosa: al suo soggetto è possibile
perché costui non parla e non produce suggestioni
nell'operatore.
Bisognerebbe allora ipotizzare che lo sguardo fisso di una
persona, (presumibilmente un paziente, o comunque
qualcuno al di fuori dell'ambiente terapeutico e privo di ogni
esperienza in fatto di ipnosi) sia sufficiente per ribaltare una
situazione così complessa e in gran parte predeterminata
39
dalla precedente accettazione dei rispettivi ruoli.
Bisognerebbe ipotizzare anche che un mesmeriano che
applica come tecnica induttiva i "passi magnetici" su un
soggetto, privo di ogni cognizione tecnica sia capace di
autoindursi a sua insaputa. Ancora si potrebbe credere che la
forza della suggestione sia così potente da agire sulla stessa
persona che la produce, e che è perfettamente a conoscenza
delle tecniche induttive che sta utilizzando.
Tali ipotesi riteniamo siano da considerarsi inaccettabili!
La tecnica proposta da Erickson nel 1927, è conosciuta,
come "metodo di lievitazione della mano", così come è
descritta da Wolberg66, sembra invece utilizzare poco o
niente la CNV67, ma certamente utilizza l'altro modello
interattivo analogico, ossia il simbolismo comunicazionale. Il
braccio che si solleva e diviene "rigido e duro" richiama per
analogia il simbolismo della "Spada" o sia della potenza e
dell'erezione68. In ogni caso, come vedremo, il risultato delle
suggestioni indotte è quello di produrre tensione e non
rilassamento (come invece sembrerebbero indicare le solite
raccomandazioni di mettersi comodi, rilassati, etc.).
In pratica la tecnica consiste nel far concentrare il soggetto
sulle minime sensazioni corporee che si provano
normalmente ma alle quali non facciamo mai attenzione; gli si
suggeriscono anticipatamente le varie possibilità di
sensazioni ma senza alcuna suggestione. Sarà il caso che
farà abbinare le parole dell'operatore, poco alla volta, con le
sensazioni che il soggetto sperimenterà forzatamente in
quanto tutti i suoi sensi e la sua concentrazione saranno tesi
alla percezione di ogni minimo cambiamento fisiologico.
Si tratta, in conclusione, di ottenere che il soggetto risponda
alle suggestioni dell'operatore come se anche queste
appartenessero alla propria esperienza. Quindi si cerca di
40
fargli associare le sue sensazioni alle parole pronunciate in
modo che le parole e gli ordini pronunciati dall'ipnotizzatore
risveglino, più tardi, delle reazioni sensoriali o motrici non
gestite consapevolmente. Nel caso in cui il paziente
opponesse una resistenza più o meno cosciente, come un
leggero movimento della mano o delle dita, l'ipnotizzatore lo
segnalerà invitando il soggetto a ricomporre la posizione
ortostatica, annullando così il movimento.
Per quanto riguarda frasi del tipo "si rilassi!" non è difficile
valutare che l'effetto che realmente si produce è esattamente
il contrario; lo starsene seduti, completamente concentrati su
se stessi, con qualcuno che predice ogni più piccola
sensazione -la quale avverandosi crea notevole sorpresa e,
talvolta, apprensione nei soggetti maggiormente emotivi- può
essere tutt'altro che rilassante. Inoltre, come già evidenziato
in precedenza, non appena il soggetto percepisce una più o
meno relazione casuale fra la sua esperienza e i
suggerimenti dell'operatore, inevitabilmente a quest'ultimo
viene immediatamente riconosciuto un "quid" di potenziale
ipnotico; tale riconoscimento ha l'effetto di aumentare di
molto lo stato di tensione ed il coinvolgimento emozionale del
soggetto.
Erickson si è servito di tecniche molto raffinate fra cui alcune
abbastanza simili a quelle dell'Ipnosi Dinamica. Riportiamo, a
titolo di esempio, un esperimento molto interessante durante
il quale Erickson ipnotizzò un'infermiera messicana che non
era mai stata ipnotizzata prima, che non conosceva nè
l'inglese, nè lui come ipnologo, nè lo scopo della sua
presenza in quel momento ad una riunione di medici. Tutto il
processo si svolse senza una parola, in occasione di una
conferenza sull'ipnosi, ed i comandi furono dati soltanto
analogicamente, quindi tramite le tecniche di CNV: Erickson
41
si avvicinò all'infermiera (prossemica), le strinse la mano
(digitale), poi senza lasciare la mano smise di sorridere e si
limitò a guardarla fisso negli occhi (fascinazione). Continuò
lasciandole andare impercettibilmente la mano, tanto che
questa rimase sospesa per aria (suggerimento analogico di
postura; in seguito la fece sollevare sempre toccandola; egli
chiuse gli occhi e lei lo imitò (es. di verifica positiva).
Successivamente produsse altri effetti di catalessi della
gamba, allucinazioni visive, etc 69.
È interessante notare come il processo induttivo sia stato
completamente analogico e basato esclusivamente sulla CNV
e sul simbolismo comunicazionale; metodi tanto efficaci da
produrre catalessi, allucinazioni positive e negative e totale
amnesia al termine dell'esperimento, con enorme facilità.
Ancora una volta però tutto il processo è accertato con un
dato di fatto, senza cercare di capire i meccanismi che lo
hanno permesso e senza dedurne delle costanti. Tutto viene,
ancora una volta, attribuito alle eccezionali capacità (peraltro
indiscutibili) dell'operatore, e classificato con l'impropria e
superficiale definizione di "metodo non verbale della
pantomima".
Oltre ad essere molto affascinante, un esperimento di questo
tipo, viene a mettere in discussione un concetto diffuso fra
alcuni esperti di questo settore che riguarda la
collaborazione, attiva o meno, del soggetto, ritenuta
indispensabile per la riuscita del processo. Ad esempio
Shaw, nel suo manuale70, afferma che è decisiva la piena
collaborazione del paziente, senza la quale il processo è
impossibile a meno che non si somministrino farmaci. Dello
stesso avviso sembra essere Pavesi che ritiene importante il
rendere partecipe di questo fatto il soggetto stesso,
rassicurandolo e cercando di ottenere da lui la massima
42
partecipazione attiva, considerata determinante e senza la
quale non si arriverebbe a nulla. Si deve insistere quindi sul
fatto che il soggetto non sarà un automa inerte nelle mani
dell'operatore, ma un indispensabile collaboratore71.
Un atteggiamento basato su questa concezione oltre a non
corrispondere a completa verità, risulta eccessivo ed inutile,
a meno che non ci si trovi di fronte ad un soggetto
particolarmente timoroso. Può essere addirittura
controproducente in casi normali, in quanto l'operatore si
pone non in posizione "neutra" (sempre consigliabile in
partenza con qualunque soggetto) ma addirittura in posizione
"down", sminuendo in tal modo il proprio operato.
Il soggetto può restare persino deluso, anziché rassicurato,
da un atteggiamento così debole e, invece di acquistare
maggiore fiducia in se stesso, può perderla nei confronti del
procedimento. Sembra molto più professionale e produttivo
un atteggiamento scelto sulla base della valutazione, anche
approssimativa, del tipo di personalità del soggetto, come
proposto da Granone che non rifiuta totalmente un
atteggiamento decisamente autoritario o addirittura
"possessivo", in quanto questo si dimostra di gran lunga più
efficace41.
Arons consiglia di suddividere la fase induttiva in tre stadi:
nel primo si descrivono i sintomi che il soggetto sta per
sperimentare, nel secondo si danno le suggestioni di questi
sintomi usando il tempo presente come se realmente
stessero accadendo, nel terzo stadio si varia il tono e l'enfasi
delle suggestioni facendole diventare via via più pressanti,
fino ad arrivare ad un tono decisamente imperativo73.
Come si vede, la descrizione della metodologia non è
eccessivamente particolareggiata: non si descrivono infatti la
posizione operatore-soggetto, i gesti del primo, i suoi
43
movimenti, etc.. L'unico punto da cui si deduce l'attenzione
rivolta alla CNV è in riferimento all'effetto di una
approssimativa paralinguistica: quando si comincia
un'induzione sarebbe bene ricordarsi che non sono solo le
suggestioni che stiamo per dare ad avere importanza, ma
anche l'espressione vocale che andiamo ad usare. Così
l'inflessione, la modulazione, il cambio del ritmo, l'uso di un
tono unico, la variazione di volume della voce possono avere
una grande influenza su quello che noi diciamo"74 .
Anche in questo autore dunque si è fatta strada l'intuizione
dell'importanza della Comunicazione non Verbale implicata
nelle suggestioni che vengono date a livello logico; non
appare però nemmeno qui una comprensione chiara della
misura di questa importanza. Questo fatto conduce l'autore a
prendere semplicemente atto della realtà di questo
fenomeno, senza poterlo razionalizzare e trasmettere
didatticamente: "Purtroppo non ci sono regole in questo
campo e ciascuno deve imparare, attraverso la propria
esperienza, come fare uso di questi fattori" 75.
Pavesi, dal canto suo, aggiunge che se questo metodo non
porta a nulla si possono accompagnare le parole con
movimenti delle mani: "Se anche in questo modo rimangono
gli occhi aperti, l'operatore può portare la mano ad una
quindicina di cm. dal viso del paziente e muovendola verso
l'alto e verso il basso comincia a dire "-Segua la mia mano su
e giù, e le verrà tanto sonno..". In caso di ulteriore fallimento
Pavesi confessa che non resta che dire: "Chiuda gli occhi,
per favore". Al medesimo tempo si fa una leggera pressione
sulle palpebre" 76.
Una volta ancora vediamo come un autore che parte
affidandosi completamente alla suggestione, quando questa
risulti essere insufficiente, si trova ad inserire la cinesica, la
44
prossemica e, alla fine la digitale anche se lo fa in un
contesto logico (chiudere gli occhi) e con una motivazione
logica. Chi si è reso conto più chiaramente dell'importanza
degli atti comunicativi e del loro contributo in termini operativi
è Granone: "Un linguaggio può riuscire più o meno
suggestivo non solo per il suo contenuto e per il suo nesso
logico, ma anche per l'espressione mimica e le pause che
l'accompagnano, cioè per quella parte non strettamente
verbale del discorso". E più avanti aggiunge: "Un errata
intonazione di voce può ostacolare un'induzione di trance o il
suo approfondimento".
Granone sottolinea inoltre l'importanza del fatto che
l'operatore deve sempre tenere presente che nel rapporto
ipnotico (ma anche in molti altri tipi di relazione) il soggetto
percepisce molto di più di quello che viene espresso al livello
logico: "Di fatto è l'atteggiamento mentale dell'operatore il
grande segreto di ogni riuscita suggestione ipnotica... è
proprio per questo atteggiamento mentale che tra l'ipnotista
ed il suo soggetto si istaura una specie di comunicazione
extraverbale che non è meno importante, agli effetti induttivi
e terapeutici, di quella verbale"77.
La stessa intuizione ed osservazione sperimentale porta
Granone a considerare seriamente e più tecnicamente gli
effetti della cinesica e della digitale, rispetto ad altri studiosi
di tecniche ipnotiche. Egli rivaluta quelli che vengono
normalmente chiamati "passi”78, molto in uso fra i primi
ipnotisti e screditati, invece, da Bernheim che, come abbiamo
visto, li considerava manipolazioni inutili. Granone invece li
definisce "...degli sfioramenti che l'ipnotista fa con la mano
sul viso e sugli arti del paziente per realizzare particolari
suggestioni"; secondo lui il "passo" ha la funzione di attirare
45
di più l'attenzione del soggetto alla regione in cui si vuole
causare analgesia, catalessi, o altro fenomeno ipnotico.
Come si può notare, l'interpretazione su esposta è
abbastanza diversa e si riferisce soprattutto ad un mezzo o
un tramite, e non ad un vero e proprio stimolo induttivo di
CNV; è comunque una testimonianza a favore dell'utilità e
varietà della CNV, parte integrante della fase induttiva
secondo la teoria dell'Ipnosi Dinamica.
46
6. L'ipnotizzatore
47
La sua concezione è forse meglio sintetizzata nella lapidaria,
ma quanto mai significativa, dice: "L"ipnotismo è una scienza,
ma la sua pratica è un'arte".
Una visione forse più aderente alla realtà è quella presentata
da Granone che ritiene essenziale soprattutto una buona
preparazione ed una sincera e profonda fede in quello che si
fa; egli consiglia di scegliere con cura la parola chiave della
suggestione e ripeterla in noi finche la sentiamo vibrare
intensamente nel suo significato e nella sua essenza.
Soltanto allora pronunciarla parecchie volte al soggetto, con
quel calore e quella intensità per cui la voce può acquistare il
tono suggestivo necessario. Qualora il terapeuta non avesse
fiducia in se stesso deve costruirsela con la pratica costante
dell'affermazione e dell'autosuggestione84.
Appare evidente che il denominatore comune alle varie
concezioni si sostanzia nell'importanza riferita alla
personalità dell'operatore, alla sua esperienza e, non da
ultimo, a quella "incisività nei rapporti umani", che, sin
dall'inizio deve essere insita in lui. Tuttavia, anche in questo
caso, ci sembra che non venga dato che un consiglio molto
generale, in luogo di una precisa indicazione su come creare
quella particolare atmosfera interattiva che si instaura
durante un rapporto ipnotico; sotto questo aspetto quindi si è
aggiunto ben poco alle indicazioni che dava Bernheim
ricordando come le tecniche induttive si imparano alla lunga
con l'esperienza e sotto una buona guida, come si imparano
l'oftalmoscopia, l'auscultazione ed altri tecnicismi medici.
Il nostro Istituto di Ipnosi Dinamica e Comunicazione non
Verbale afferma molto chiaramente che l'ipnotizzatore è
come un professore di violino: può divenire un solista oppure
suonare in un'orchestra. Con ciò intendiamo che la tecnica
induttiva dell'Ipnosi Dinamica permette a tutti di ipnotizzare,
48
in quanto questo metodo, prescindendo da particolari
caratteristiche della personalità dell'operatore che, se
sussistono, non possono far altro che raffinare l'induzione,
tutti sono in grado di poterlo apprendere ed applicare con la
certezza e la sicurezza che gli si competono, senza incorrere
in ostacoli di identificazioni negative da parte del soggetto da
ipnotizzare.
49
7. Interpretazione del fenomeno ipnotico
50
positivamente alle richieste dell'operatore in cambio del
coinvolgimento emozionale che questi gli procura attraverso
l'induzione delle micropenalizzazioni (servizio analogico).
Appare evidente come l'esistenza di fattori motivazionali
profondi esclude la possibilità di spiegare il fenomeno
ipnotico in base alla sola suggestione. Secondo la teoria
dell'Ipnosi Dinamica la suggestione rappresenta non la causa
prima, determinante e motrice dello stato di trance, ma una
conseguenza, un prodotto del basilare meccanismo che
aziona tutto il processo: il "coinvolgimento emozionale"; ciò
che può variare consiste nella difficoltà di ottenerlo e nel
grado di profondità ottenuta.
Secondo Brenman M. Gill M. e Knight R. invece la profondità
della trance può costituire un meccanismo di difesa: il
soggetto entra in uno stadio profondo, non tanto per mettersi
in una posizione di gratificazione libidinale, quanto per
camuffare la sua aggressività esagerando la sua
sottomissione (Granone F., 1976) 87. In seguito Gill e
Brenman, mutarono la loro posizione ed affermarono
l'inadeguatezza di quelle spiegazioni analitiche dell'ipnosi,
che si muovevano intorno al concetto di masochismo
(relazione operatore-soggetto) e di transfert (riattivazione del
complesso edipico), escludendo i processi psico-motori: al di
là del contesto relazionale e motivazionale esistono fattori di
manipolazione fisica e di restrizione della attività motrice, non
sempre consecutivi al transfert. Secondo gli A.A. l'ipnosi
sarebbe quindi una "regressione adattiva al servizio dell'Io": il
soggetto ipnotizzato sottoporrebbe un sottosistema del suo lo
al controllo temporaneo dell'ipnotista, essendo in grado di
riottenere su di sè tale controllo e di riacquisire il normale
stato di veglia 88.
51
Secondo loro, quindi, lo stato ipnotico è una regressione
psicologica indotta che, sulla base di un rapporto
interpersonale di tipo regressivo, sbocca in uno stato
relativamente stabile comprendente un sottosistema dell'Io
con diversi gradi di controllo delle sue funzioni; in questo
modo l'lo non viene eliminato ma risulta modificato da un
processo regressivo particolare. Aggiungono inoltre che tale
processo regressivo ha luogo, più o meno, in tutte le
psicoterapie, in cui si ha un contatto con il paziente; quando
si utilizza la ipnosi questo fenomeno si dilata e si può
osservare più nettamente89.
Un altro autore che si serve del concetto di transfert è
Sacerdote, di New York:90 egli utilizza una tecnica basata
unicamente sulla posizione catalettica del braccio e della
mano, provocata sollevandoli con la sua mano messa "a
piatto" sotto il polso; dopo uno o due minuti, senza spiegare
nulla, comincia a togliere impercettibilmente le dita da sotto il
polso del soggetto, pronto a riapplicarle a sostegno se il
braccio scende. L'A. spiega la particolarità di tale induzione
attribuendola essenzialmente al transfert instauratosi ancor
prima che una induzione formale abbia avuto inizio. Una
interpretazione di questo tipo vede dunque l'operatore come
un semplice catalizzatore, la cui funzione è solo quella di
stimolare un transfert, vero artefice di tutto il processo.
Per Landauer l'ipnosi è un caso particolare di transfert e per
Kline il transfert è un caso particolare di ipnosi91. Riguardo al
tansfert nel processo ipnotico, questi psicoanalisti
ribadiscono due concetti:
1. Il transfert è la ripetizione, nei confronti dell'analista, di
atteggiamenti emotivi inconsci acquisiti dal paziente nel
corso della sua infanzia e rivolti a persone a lui molto
vicine, particolarmente ai genitori. La relazione affettiva,
52
sia di tipo amorevole (transfert positivo) che di tipo ostile
(transfert negativo), deriva quindi da entrambi i genitori o
dagli educatori e non dalle attuali condizioni di vita. Non
solo un atteggiamento affettivo, ma tutto un modo l'agire
viene "trasferito" da circostanze infantili ad alcune
presenti al momento.
2. Transfert significa anche il ripristinarsi di condizioni in cui
certe funzioni svolte essenzialmente dall'Io e dal Super
lo, ritornano, come nelle prime fasi di sviluppo, ad essere
esercitate nel mondo esterno da una persona reale; il
transfert così si sviluppa e si effettua su piani regressivi.
Tale impostazione psicologica dell'ipnosi porta, secondo gli
A.A., a due importanti conclusioni: la prima è che le classiche
"scale" calcolate in base alle risposte a suggestioni
sperimentali non trovano altra spiegazione che in diverse
gratificazioni di Transfert; la seconda è che, una volta
stabilita l'equazione ipnosi=transfert, viene di conseguenza
statuito il concetto di "normalità dell'ipnosi", dato che tutti
possono trovarsi, in certi momenti, in stato ipnotico ed in
condizioni di ipersuggestionabilità 92.
Questa concezione si avvicina, per alcuni aspetti, alla visione
formulata della nostra Scuola. Tutti possiedono una emotività
nella cui struttura è implicita la disponibilità alla stimolazione,
e che è disposta a cedere, in cambio di questo
coinvolgimento, a qualunque stimolazione: tutto dipende dal
la misura del potenziale ipnotico che l'operatore riesce ad
acquisire; la difficoltà, talora insormontabile, ad indurre in
stato ipnotico, deriverebbe quindi:
- Dalla inadeguatezza delle stimolazioni logiche ed
analogiche (parole e gesti impiegati per provocare il
coinvolgimento emozionale).
53
- Dalle sproporzionate difese preposte ad evitare tale
coinvolgimento, ad esempio per timore di perdere il
controllo o altri eventi eccessivamente penalizzati per il
soggetto in quella particolare situazione (soggetti a
bassissimo o altissimo indice di tolleranza) 93.
Ciò significa che, in un altro momento e/o con un altro
operatore, un momentaneo fallimento della induzione ipnotica
potrebbe invece risolversi con pieno successo.
Un altro paradigma teoretico è quello che spiega l'ipnosi
come una manifestazione neurofisiologica. Per oltre un
secolo si è fatto riferimento alla analogia -rilevata per la
prima volta dal Marchese di Puységur- tra la trance ed il
sonno e successivamente smentita da recenti indagini
elettrofisiologiche (Enastrom D.R., 1976; De Benedittis G.,
Sironi V.A., 1985)94-95 .
La scuola pavloviana parla, ad esempio, di uno stato ipnotico
in sè, quale stato di sonno parziale: lo stato ipnotico sarebbe
comprensivo di tre fasi:
- Fase di pareggiamento, in cui tutti gli eccitanti forti e
deboli agiscono nella stessa maniera.
- Fase paradossale, in cui l'eccitante forte provoca una
reazione debole o nulla e l'eccitante debole una reazione
forte.
- Fase ultra-paradossale, in cui una reazione può essere
ottenuta con uno stimolo negativo, cioè con uno stimolo
al quale le cellule cerebrali non reagiscono nello stato di
veglia.
Lo stato ipnotico sarebbe quindi causato da una inibizione
corticale diffusa, associata ad una eccitazione focale di una
singola area celebrale; lo stato di trance dipenderebbe perciò
proprio dal grado di bilancimento tra i meccanismi inibitori e
facilitatori (Pavlov, 1849-1936)96.
54
Più recentemente è stata proposta una interpretazione
filogenetica della ipnosi. Secondo Reyher l'induzione ipnotica
comporterebbe una disinibizione delle strutture
filogeneticamente più antiche, come il Sistema limbico,
rispetto al controllo neocorticale (Reyher, 1977)97; l'operatore
ipnotico assumerebbe così la funzione di analizzatore e
integratore dell'input sensoriale del soggetto ipnotico che vive
le suggestioni alla stregua di percezioni e azioni spontanee.
Evaldo Cavallaro98 afferma che è soprattutto la capacità
immaginativa cioè la possibilità di creare nuove strutture a
partire dalla memoria, che permette all'uomo di distinguere la
percezione reale dalla illusione, l'evento reale della
allucinazione onirica.
L'ipnosi rappresenta, pertanto, la possibilità di attivare nel bel
mezzo del giorno il pensiero notturno, e di inserire in una
struttura, saldamente ancorata alle percezioni reali, un vero e
proprio sistema allucinatorio.
Un altro paradigma teorico dell'ipnosi è quello
neuropsicologico basato sulle scoperte riguardanti
l'asimmetria strutturale e funzionale degli emisferi cerebrali.
Il concetto di "dominanza cerebrale" -con cui si intende il
ruolo predominante di un emisfero sull'altro rispetto ad una
determinante funzione- è stato recentemente sostituito da
quello di "specializzazione complementare" (Teuber H.L.,
1974)99 nel senso di una dominanza relativa.
In grandi linee si può ritenere che l'emisfero sinistro sia, nei
soggetti destrimani100, specializzato nei compiti analitico-
verbali (operazioni linguistiche, matematiche, formulazione di
concetti); mentre quello destro sia specializzato nei compiti
visuo-spaziali (coordinamento motorio nello spazio, creatività
artistica e scientifica, comprensione della tonalità musicale,
performance che richiedono una "simultanea percezione del
55
tutto" (Ornstein R.I. 1978)101. E ancora: l'emisfero sinistro
analizza l'informazione verbale e la elabora in modo analitico,
secondo un procedimento "in-serie" delle singole parti (Galin
D., 1976)102 mentre quello destro analizza l'informazione
visuo-spaziale e la elabora in modo sintetico, gestaltico e
simultaneo, secondo un procedimento in parallelo.
È interessante notare come le funzioni dell'emisfero sinistro
siano equiparabili a quelli che, nella terminologia
psicoanalitica, vengono definiti "Processi Secondari" (Jerre
Levy,1985) e le funzioni dell'emisfero desto siano coincidenti
con i "Processi Primari"103 -basti pensare al linguaggio extra-
verbale, a quello metaforico, ai giochi di parole etc.-
Galin fa inoltre notare come l'emisfero destro non sia del tutto
avulso dal pensiero logico dal momento che interviene per
comprendere i legami delle diverse parti di un racconto, per
afferrare il significato delle metafore e per individuare il tema
centrale di una storia o coglierne la morale (Gardner H.,
1982).
L'emisfero destro, fra l'altro, non è propriamente "muto":
comprende parole familiari o di uso comune e possiede una,
sia pur limitata, sintassi104 .
Roger Sperry, in uno studio su pazienti che avevano subito la
resezione del corpo calloso, ha scoperto che questi soggetti:
non solo non avevano perso del tutto la capacità di
comprensione del materiale linguistico ma -nonostante i
messaggi fossero inviati solo all'emisfero destro-
possedevano un “vocabolario" da studente di scuola media e
un'abilità grammaticale di un bambino di cinque anni; il che -
commenta Gardner- è tutt'altro che poco (Gardner H., 1982).
In un esperimento di Sperry105 ad una donna
commissurotomizzata venne mostrato al tachitoscopio
un'immagine proiettata solo all'occhio sinistro -e perciò solo
56
all'emisfero controlaterale, il destro-. L'immagine era la
fotografia di un nudo, la donna a quel punto ridacchiò;
tuttavia, quando le venne chiesto per che cosa ridesse,
rispose: "Oh, dottor Sperry, che bel congegno che ha!", ma
non aveva idea di che cosa avesse visto.
Sulla base di quanto esposto appaiono significative le
analogie tra gli aspetti fenomenologici soggettivi e oggettivi
della trance ipnotica e le funzioni dell'emisfero destro.
Paul Watzlawick ha individuato alcune proprietà
comunicazionali dell'emisfero destro utili per determinare il
cambiamento nelle persone; cambiamento che, per l'A.,
consiste nel modificare l'immagine del mondo del paziente
(Watzlawick, 1977)106.
Bisogna allora dialogare con i soggetti usando le peculiarità
espressive proprie del "cervello destro", quelle che fanno
capo alle "forme linguistiche immaginose" ad esempio il
linguaggio evocativo, la poesia etc. Watzlawick individua altre
modalità espressive che fanno uso di questo linguaggio nelle
condensazioni linguistiche, nel motto di spirito, nelle
allitterazioni, nelle forme retoriche come la metafora, la
sineddoche, gli aforismi, i chiasmi, famoso è quello
pronunciato da Lacan poco prima di morire: "Je suis un père
severe qui persévère"107.
D'altra parte lo stesso Freud, parlando del motto, fa rilevare
come questo venga strutturato secondo gli stessi principi che
sottostanno alla formazione dei sogni: " ...... alla formazione
dei sogni ci rimandano anche le tecniche del motto concettuale
(lo spostamento, il ragionamento erroneo, il controsenso, la
figurazione indiretta, la figurazione mediante il contrario) che
ricompaiono tutte quante nella tecnica del lavoro onirico. Non è
possibile però equiparare del tutto la tecnica del motto al
processo di formazione dei sogni, ad esempio nel motto
57
manca la regressione a forme di pensiero più primitive; in
compenso avviene che un pensiero preconscio sprofondi
nell'inconscio e che qui subisca un'elaborazione per poi
tornare come motto alla coscienza" (Freud, 1905).
Watzlawick nel descrivere queste forme espressive, si
sorprende che Freud, pur avendole indicate come modalità di
estrinsecazione dell'inconscio, non abbia capito che possono
essere usate anche in senso inverso e cioè, per "comunicare
con l'inconscio" (Watzlawick, op. cit.).
Lo studioso che per primo ha teorizzato ed applicato queste
tecniche -come la tecnica della confusione, la pantomima, il
linguaggio metaforico, analogico- per fini induttivi è stato uno
dei maggiori ipnologi di tutti i tempi: Milton H. Erickson il quale,
per indurre alla trance ipnotica, si serviva del linguaggio
verbale o extraverbale.
Possiamo vedere anche come queste tecniche siano
ampiamente usate in pubblicità; basti pensare al noto
headline: "Y 10: piace alla gente che piace" (Panorama, 1-5-
1988); oppure "Nuove BMW serie 5: il suo fascino cresce con il
passare del vento" (Panorama, 10-4-1988);108 o ancora alla
pagina pubblicitaria dove c'è una foto con due Y 10: una a
sinistra bianca e l'altra a destra, nera. Nell'headline c'è
scritto: "Nuova Y 10 Fila: vi piace più rossa o azzurra?" 109.
Chi potrebbe affermare che frasi di questo tipo siano
messaggi logici e quindi diretti all'istanza logica di un
individuo? Appare evidente come questa sia una
comunicazione rivolta all'inconscio, all'istanza emotiva.
Vincenzo Caprioli bene evidenzia il concetto di
110
Comunicazione nell'Ipnosi: "Nella nostra ottica l'ipnosi,
quindi la suggestione è un processo diverso nella sua
essenza l'ipnosi è principalmente, per noi una modalità di
accesso al sistema simbolico di un interlocutore, talora
58
diretta, direttissima.... tanto da poter esprimere una grande
potenza entro spazi temporali esigui ed anche attraverso
l'esclusivo codice non verbale, senza quindi alcun
accanimento nei confronti del soggetto..." e "...Per parlare in
termini generali dei possibili strumenti di induzione ipnotica
non si può prescindere dallo studio che etologi, antropologi,
psicologi e linguisti strutturali hanno svolto sulla
Comunicazione Non Verbale".
Evaldo Cavallaro afferma: "L'ipnosi rappresenta infatti,
innanzitutto, una forma di relazione interpersonale e quindi di
comunicazione psichica in cui l'operatore ha il potere di
proporre (non certo di imporre) al soggetto uno schema della
realtà che, da questi, verrà elaborata in maniera più o meno
acritica a seconda della profondità della trance ..." (Cavallaio
E., op. cit.).
Per Wolberg l'ipnosi è sempre una risposta a bisogni e
desideri che hanno una grande importanza per l'individuo;
questi bisogni cambierebbero, inoltre, con l'approfondirsi
della trance. Secondo l'A. la capacità dell'individuo di provare
cambiamenti vegetativi non è certo peculiare della sola
ipnosi, dal momento che anche durante i disturbi emotivi il
bisogno di sottrarsi alla ansietà può provocare l'elaborazione
di vari sintomi il cui sviluppo è al di fuori dell'orbita della
normale volontà.
Inoltre molti soggetti, mentre mostrano che potrebbero
resistere alle suggestioni, non hanno alcun desiderio di farlo,
provocando in loro, tale esperienza, un senso di sicurezza e
di piacere (Wolberg, 1948)111.
È notevole, per quest'ultima affermazione, la somiglianza con
la concezione dell'Ipnosi Dinamica che vede nel processo
ipnotico un coinvolgimento emozionale nel quale il soggetto
si trova perfettamente a suo agio anche se, talvolta -perché
59
lo stato alterato di coscienza gli fa vivere delle emozioni sotto
un aspetto assolutamente insolito e piacevole- tale processo
può comportare situazioni apparentemente scomode o
imbarazzanti.
Vi è però una differenza nelle due concezioni in quanto
Wolberg ipotizza che il piacere provato dal soggetto non sia
di natura puramente emozionale ma dipende dall'esperienza
di regressione generalizzata, conseguente ad una inibizione
corticale, e dalla identificazione dell'ipnotista con la figura
genitoriale (Wolber L.R., op. cit.), mentre secondo la teoria
dell'Ipnosi Dinamica, il piacere è di natura emozionale e non
vi è alcuna "identificazione prefissata" dell'ipnotista, nè con il
genitore, nè con altre figure significative; il soggetto è
completamente libero nelle sue proiezioni ed identificandosi
che possono variare di volta in volta.
Sulla base di quanto esposto si può osservare che i vari
autori, pur proponendo suggestive interpretazioni del
fenomeno ipnotico, non forniscono alcun nuovo contributo su
come raggiungere lo stato di trance, limitandosi ad
analizzarlo come un fenomeno scontato.
Da molti autori, infatti, si leva la raccomandazione di
comunicare con soggetti "particolarmente disponibili e
suggestionabili" al fine di limitare al massimo la probabilità di
insuccessi che si rivelerebbero deleteri per l'entusiasmo e la
sicurezza dell'operatore, al punto da indurlo a desistere
definitivamente.
E questo avviene tanto più facilmente quanto meno
l'operatore può basarsi su precise indicazioni metodologiche,
e quanto più viene spinto a credere di dover trovare in sè
stesso la forza e la decisione necessarie.
60
Al contrario, l'Ipnosi Dinamica elabora la sua teoria partendo
dai più primitivi elementi costitutivi del fenomeno ipnotico: gli
Atti Comunicativi Analogici.
Da ciò derivano, secondo noi alcuni aspetti molto importanti:
migliorare la comprensione dell'ipnosi significativa aumentare
la fiducia verso un mezzo terapeutico molto spesso poco
considerato quanto non esplicitamente rifiutato a causa della
oscurità di alcuni suoi punti; inoltre, migliorando la possibilità
di trasmissioni didattiche, si diminuisce il rischio di fallimento
iniziale da parte di coloro che iniziano a servirsi di queste
tecniche. Risulta pertanto importante ogni più piccolo
contributo teso a spogliare le fenomenologie ipnotiche da
comportamenti magici o da riferimenti alle personali doti
dell'operatore, al fine di sfruttare lucidamente tutte le
possibilità reali. Solo affrontando il problema dell'ipnosi come
un insieme di meccanismi ai quali siamo quotidianamente
esposti e che, quotidianamente -anche se
inconsapevolmente- mettiamo in atto nei confronti degli altri,
è possibile restituirla alla sua vera dimensione.
Al di là, quindi, di un tecnicismo che raduna tutti questi
meccanismi e se ne serve per creare una precisa
metodologia, è nostra opinione che non vada perso di vista
l'interesse espressamente psicologico e comunicativo
rivestito da tali fenomeni.
L'ipnosi in sè diverrebbe allora di interesse secondario e si
presenterebbe come un mezzo, o meglio come un punto di
partenza, per esaminare il complesso sistema della
Comunicazione umana.
Tale chiarezza di vedute riguardo a quelli che sono i
fondamentali procedimenti per indurre in ipnosi ha permesso di
formalizzare molto chiaramente le tecniche da un punto di
vista pratico.
61
CAP. II
LA COMUNICAZIONE UMANA
1. Introduzione
62
Nel momento in cui ci lamentiamo di un problema vuol dire
che la nostra parte logica non riesce a risolverlo e cerca aiuto
da altre parti; nessuno è in grado di indicare soluzioni agli
altri, perché gli altri sanno perfettamente come risolvere il
loro problema ma non hanno la forza per farlo. La ragione?
Perché hanno paura, perché scatta l'ansia e vogliono soffrire
il meno possibile, perché le difficoltà economiche, per
esempio, non permettono loro di cambiare quel posto di
lavoro o perché la paura impedisce di chiedere l'aumento di
stipendio al direttore.
Le motivazioni logiche per fare o non fare una determinata
cosa sono innumerevoli. Cosa ci spinge, ad esempio, a
sposarci? E quanti motivi logici avremmo per non farlo?
Centinaia ... non abbiamo un posto fisso oppure il denaro per
un viaggio di nozze in India o per acquistare un appartamento
di otto stanze più tripli servizi. Eppure, nonostante questo, se
lo facciamo vuol dire che siamo "innamorati" ed ecco che la
nostra parte emotiva ha il sopravvento su quella logica. Se
una persona deve risolvere il proprio problema saltando quei
due metri dal crepaccio che lo porteranno in salvo e
l'inconscio è interessato a farlo, sarà lui a dargli l'energia per
spiccare il balzo, fornendogli la possibilità di intervenire.
Altrimenti, pur sapendo che cosa deve fare, non avrà mai la
forza per farlo; le sue gambe rimarranno paralizzate. Si
troverà nella condizione del treno sul binario morto, in attesa
che qualcuno riattivi quella corrente elettrica che fornirà
l'energia per muoversi.
Comunicare vuol dire quindi informare, ma tale identità è
molto limitativa in quanto esclude tutto ciò che determina,
nell'indíviduo, l'accoglimento di una informazione ossia
l'aspetto di relazione emotiva. Se il nostro in conscio fa
orecchie da mercante e non vuol sentire, noi potremmo usare
63
soltanto la nostra parte logica e normalmente saremmo in
errore: non si agisce mai di sola logica; solo un computer è in
grado di assumere un'informazione esclusivamente per i suoi
aspetti di contenuti logici e non emotivi.
Noi dobbiamo imparare a conoscere il nostro inconscio, ad
avere la possibilità, attraverso di esso, di metterci in contatto
con l'inconscio altrui. A questo punto la Comunicazione
Integrale diventa lo strumento che ci permetterà di migliorare
noi stessi nei rapporti con gli altri, che ci insegnerà ad
esprimere in modo più chiaro quelle che sono le nostre
esigenze e, soprattutto, di interagire, di intervenire, ma anche
di guarire o di risolvere i nostri o gli altrui problemi.
Ci hanno sempre insegnato che quando si ha bisogno di
qualcosa è sufficiente esprimersi in modo chiaro per poter
raggiungere l'obiettivo prefissato. Fin da quando cominciano
a nascere le prime relazioni al di fuori dell'ambiente familiare
se, ad esempio, Roberta ci interessa noi ci prepariamo a
puntino le frase che le diremo, la nostra dichiarazione
d'amore nell'atto del corteggiamento. Facciamo appello a
tutto il nostro coraggio e a tutta la forza di comunicabilità e,
con la logica che ci contraddistingue, riusciamo per sino ad
appartarci e a rivelarle tutto il nostro amore.
Ma ecco che, nonostante la chiarezza del nostro messaggio,
Roberta si ritrae compostamente e, pur senza scarnirci o
beffarci crudelmente, ci risponde "garbatamente" di no.
Che cosa è accaduto, allora? E' accaduto che con la sola
comunicazione verbale non si può ottenere ciò che si
desidera, perché in tal modo si può soltanto esprimere
logicamente una propria esigenza che non è
necessariamente l'esigenza dell'altro.
Esprimere una propria esigenza vuol dire, in partenza, avere
difficoltà a soddisfarla: la parte logica diventa minoritaria nei
64
confronti di quella emotiva; l'inconscio invece, spingendo ad
esprimere un problema di un'altra persona, lo tratterà alla sua
maniera amplificandolo, appagandosi di questa
amplificazione, ingigantendo molto di più il problema stesso.
In definitiva, se il tuo problema era quello di essere timido,
dopo due ore di dialogo, ti renderai conto di essere ancora
più timido.
In questa situazione, fino a quando non si era a conoscenza
delle tecniche di CNV, la soluzione del problema era affidata
al caso, all'imprevisto, al colpo di scena: Roberta non
attendeva altro che la tua dichiarazione d'amore e ti apre le
braccia dicendoti di "sì", come in una favola dove
puntualmente arriva il principe azzurro a dare il bacio che
toglierà dal letargo mortale. Ebbene: vogliamo continuare a
"sperare che sia la volta buona" o desideriamo gestire,
secondo metodologia, noi stessi e gli altri?
Per fare ciò occorre impadronirsi del "linguaggio
dell'inconscio": lo strumento è la Comunicazione non Verbale
ed il Simbolismo Comunicazionale di tipo logico e di tipo
analogico1.
65
2. La comunicazione inconscia
66
ad un vecchio e Freud, dato che la giovane aveva afferrato la
sedia prima di lui, aveva cinto, nel tentativo di prendere a sua
volta la sedia, la vita della ragazza; manifestando così il suo
desiderio nei confronti di lei (Freud, 1901).
Un'altro esempio di significato sessuale di un atto del genere
è il togliersi e il rimettersi l'anello2. Freud, sempre in relazione
al significato del gesto "sfilarsi l'anello" riporta un
atteggiamento di Eleonora Duse la quale, durante la
rappresentazione di un dramma, per mostrare l'intenzione di
fare un adulterio, si levava e si rimetteva la fede di fronte al
seduttore; comportamento che Freud commenta così:
"Adesso è matura per l'altro" (Freud, 1901).
Il fondatore della psicoanalisi precisa anche che "le azioni
eseguite non intenzionalmente devono per forza diventare
fonte di malintesi nei rapporti fra le persone. Chi, infatti,
mette in atto il gesto non è consapevole del suo significato e
spesso non si accorge nemmeno di averlo fatto.
L'interlocutore o chi subisce l'azione rileva un'intenzione
dietro quell'atto e può rinfacciarla al suo esecutore;
quest'ultimo però, del tutto inconsapevole delle proprie
motivazioni, può non accettare le deduzioni del partner"
(Freud 1901).
Non a caso Argyle fà notare come la comunicazione non
verbale dia luogo a fraintendimenti, "ove comunicazioni vere
e proprie sono prese per segni e viceversa, (Argyle, op. cit).
Ma con Freud specifichiamo che se è vero che alcuni
comportamenti possono essere realmente privi di intenzione,
altri sono invece segni, solo che il loro significato è
sconosciuto all'emittente. Freud sottolinea, inoltre, che non
solo comportamenti come quelli descritti possono rilevare
intenzioni inconsce, ma anche alcune particolari modalità di
espressione sia nel parlare che nello scrivere. La negazione
67
delle implicazioni o del senso delle proprie parole può, ad
esempio, divenire una modalità di espressione dell'inconscio;
la negazione, scrive Freud, è "Il corrispondente cosciente
della rimozione, infatti il soggetto che dica frasi del tipo -Ora
lei penserà che io voglia dirle qualcosa di offensivo ma in
realtà non ho questa intenzione- oppure -Lei domanda chi
possa essere questa persona del sogno. Non è mia madre-
intende proprio ciò che nega, solo che il contenuto della
negazione o il suo correlato affettivo non viene accettato e
riconosciuto" ( Freud, 1925).
Anche Matte Blanco manifesta un'opinione simile a quella di
Freud sul linguaggio, asserisce infatti che: "C'è qualcosa che
ci sembra interessante e che possiamo cogliere se
consideriamo il contenuto stesso del linguaggio:... il suo
significato principale è attraversato da una quantità di
significati trasversali e obliqui" (Matte Blanco, 1968). L'A.
mette inoltre in evidenza come nella pratica analitica si sia
abituati a individuare delle irruzioni dell'inconscio non solo
negli atti mancati ma anche in certe formule di espressione
linguistica. Matte Blanco fà altre interessanti considerazioni
sulla comunicazione inconscia: precisa che tutte le nostre
azioni sono, non solo comunicabilità e quindi comportamenti
potenzialmente comunicativi, ma comunicazione vera e
propria diretta non verso una persona reale ma verso
un'immagine (Matte Blanco, 1968).
Riteniamo approfondire il punto di vista di questo autore in
quanto la sua concezione rappresenta un passo avanti nello
studio della comunicazione inconscia:3 la CNV, afferma
l'autore è essenzialmente comunicazione di emozioni; infatti il
"sentire" costituisce la base fondamentale dell'inconscio. Ma
a chi è rivolta questa comunicazione? Blanco afferma che "le
reazioni umane hanno sempre a che fare con la relazione
68
emozionale con altre persone... sono reazioni a qualche
azione o atteggiamento di un'altra persona".
Tuttavia l'A. si chiede se queste reazioni siano sempre rivolte
all'altro; risponde in modo affermativo: "Qualsiasi attività
psichica o fisica, anche la proiezione, la rimozione,
l'introiezione, etc. sono indirizzate verso qualcuno. La
differenza sta nel fatto che alle volte questo qualcuno è un
individuo (è, ad esempio, il caso dei lapsus, degli atti
sintomatici) mentre, in altre occasioni, si tratta di una
comunicazione effettiva nei confronti di un'immagine o
"simbolo". Nell'attività inconscia si ama, si odia e si teme una
data persona (...) in quanto rappresenta una data figura (...).
Nella relazione inconscia di una persona con un'altra, l'altra
non esiste come individuo ma esiste solo in quanto
rappresenta un'immagine e in un altro saggio specifica che
"l'inconscio (...) è incapace di vedere la sua individualità" .
Dire che una persona rappresenta un simbolo, infatti, è una
considerazione logica perché, valutando ciò secondo l'ottica
dell'inconscio, la cosa esterna e l'immagine psichica sono la
stessa cosa; così "un professore o un superiore, non solo
rassomiglia al padre, ma per l'inconscio è il padre" (Matte
Blanco, 1968).
Interessanti osservazioni sulla comunicazione inconscia sono
state fatte da un altro psicoanalista, David H. Maland. L'A.
rileva come in presenza di un'altra persona e quando si
verbalizzano i propri pensieri (ma anche la semplice
associazione mentale) questo assume il carattere di
comunicazione; una comunicazione, peraltro, che viene
formulata secondo i principi di funzionamento inconscio. Il
messaggio, scrive, "risulta dissimulato". La dissimulazione
viene attuata parlando di situazioni che hanno delle analogie
con le circostanze attuali. L'autore porta come esempio una
69
situazione in cui uno studente di biologia e una ragazza
erano andati a fare una passeggiata in campagna; ad un
certo punto lei disse che lì dove erano era molto bello, poi,
senza motivo, raccontò che la sua cagna era andata via di
casa per settimane e dopo vi era tornata, aspettava dei
cuccioli (Malan, 1979).
Come possiamo notare, queste comunicazioni presentano
analogie con gli atti mancati e, come questi, non sono
appariscenti e non hanno effetti di gran rilevanza; rilevano
inoltre intenzioni che il soggetto non intende comunicare.
Ora, se riprendiamo l'esempio di Freud sul medico che era
segretario presso il ministro plenipotenziario del Cile, appare
evidente come nel dia logo sul pezzo di torta caduto (perdita
del posto di lavoro) sia presente la seconda caratteristica che
Malan elenca come tipica di questo genere di comunicazioni
e cioè la relazione di un argomento espresso con le emozioni
legate alla situazione (in questo caso il rammarico per la
perdita dell'occupazione). Possiamo fare anche un'altra
osservazione: Malan asserisce che tali comunicazioni
possono servire a commentare la reazione tra le due
persone. Ma non abbiamo detto la stessa cosa per la
comunicazione analogica?
In effetti, dall'esempio riportato e da altri che l'autore
presenta nel suo scritto (Malan, op. cit.), sembra che molte di
queste comunicazioni siano in realtà "metacomunicazioni"4
non effettuate però in modo astratto ma sottoforma di
racconti; il che li rende senz'altro più vicini alle modalità
espressive del registro analogico rappresentando, tra l'altro,
intenzioni o considerazioni che vengono espresse in modo
peculiare, cioè in maniera figurata. Come a dire che esse
vengono rese sotto forma di immagini e sottostanno, al
principio di "raffigurabilità" 5.
70
Simili alle concezioni di Malan sono le teorie di un altro
studioso inglese, Robert Langs. L'A. fà rilevare come, sia nel
contesto della cura psicoanalitica sia nelle comuni relazioni
umane, si realizzano due modalità di comunicazione:
messaggi che hanno un contenuto simile a quello di "aspetto
di notizia e di comando" (della scuola di Palo Alto) e
messaggi che costituiscono una reazione a stimoli fortemente
emotivi e che vengono espressi attraverso un sistema in
codice e sono perciò subliminali.
Affinché si producano tali messaggi è necessaria una
elaborazione inconscia degli stimoli; tale elaborazione
conduce a risposte di compromesso -assimilabili ai sintomi o
ai sogni- che portano a mascherare l'originario stimolo che le
ha determinate (Langs, 1986).
Tuttavia, sia gli uni che gli altri, trovano il proprio veicolo nella
comunicazione verbale e, per di più, nello stesso messaggio;
in altre parole è come dire che si tratta di comunicazioni che
possiedono un contenuto latente e un contenuto manifesto6. I
messaggi manifesti vengono prodotti seguendo le regole del
processo secondario -espresso attraverso il linguaggio e i
principi della logica- e sono comunicazioni univoche, matrici
di un singolo significato, mentre i messaggi in codice sono
plurivoci; inoltre i contenuti manifesti sono orientati alla realtà
invece gli aspetti latenti sono espressione dell'inconscio
(Langs, 1985).
Ma il fatto che i messaggi manifesti siano espressione
dell'adeguamento al principio di realtà e i messaggi in codice
espressione del principio di piacere non significa che i primi
siano adattivi, e al contrario, i secondi non lo siano e che
siano, invece, frutto di fantasie; proprio perchè i processi
inconsci agiscono in base al principio che "La realtà di
pensiero è equiparata alla realtà esterna", indipendentemente
71
perciò dalle qualità sensoriali (Freud, 1911). Langs precisa
anzi che "inconsciamente tendiamo molto più a percepire che
a fantasticare" (Langs 1985); inoltre l'A. fà notare come
anche i messaggi in codice siano in realtà adattivi e
rispondano a stimoli provenienti dall'esterno: "Il processo di
codificazione inconscio rappresenta un meccanismo
fondamentale per far fronte alla realtà. Tuttavia, perchè siano
realmente funzionali all'adattamento, è necessario che
giungano alla coscienza e che il loro significato venga
accertato" (Langs, 1986). La considerazione. che queste
espressioni inconsce prendano forma da uno stimolo esterno
non significa però che in una comunicazione in codice non
siano contenute fantasie o esperienze passate, ma che
queste ruotano attorno allo stimolo che le ha evocate (Langs
1986).
Freud, pur sottolineando che il sogno è appagamento di
desideri e che sottostà al principio di piacere, in un passo de
“L'interpretazione dei sogni7" racconta della lettera di un
amico la cui moglie aveva sognato di avere delle macchie di
latte sulla camicetta; Freud afferma, tal proposito, che si
tratta di un annuncio di gravidanza. In altre parole questa è
una percezione inconscia corretta e non solo una
soddisfazione allucinatoria. Possiamo perciò riconoscere in
Freud alcune conclusioni che anticipano le osservazioni di
Langs, come la considerazione che l'inconscio possa
percepire -come nel caso della donna incinta-.
Tornando alla teoria di Langs, quindi, va messo in risalto
come i messaggi in codice rimandino a esperienze realmente
concepite e relative alla realtà esterna; in particolare essi
costituiscono delle reazioni a quelle percezioni minacciose da
cui il Sistema Conscio si difende esclusivamente con la
consapevolezza.
72
Si tratta infatti di "Impressioni valide" ad elevato contenuto
emotivo (Langs, 1985) non di proiezioni 8; i messaggi in
codice sono la conseguenza della percezione di quelle che
Langs chiama "immagini crude" cioè di situazioni fortemente
angoscianti; la sensazione di dispiacere, tuttavia, non si
produce in tutta la sua intensità, in sua vece si produce "un
segnale di angoscia che passa inosservato alla coscienza"
(Langs, 1988). Tale segnale determina l'innalzarsi di difese
comunicative le quali operano un mascheramento del
significato di quelle percezioni spostandole su una situazione
analogica, ma meno terrificante (Langs, 1985).
Ma cos'è per Langs una percezione pericolosa? È ogni
impressione che sia in contraddizione con una posizione
sostenuta sul piano della coscienza. Perchè si realizzi un
messaggio in codice non basta che si verifichi una
percezione minacciosa ma è necessario che tale percezione
generi un conflitto emotivo; tale conflitto si sviluppa attorno
ad uno stimolo a cui il soggetto reagisce o in modo diretto,
riguardo alle sue implicazioni palesi, o in modo mascherato e
in codice, riguardo alle sue implicazioni latenti (Langs, 1985).
I contenuti delle comunicazioni in codice non sono coscienti,
seguono in fatti la sorte di quelli che Freud definisce "i
pensieri latenti con un determinato carattere dinamico"
(Freud, 1912). Sono pensieri che "si mantengono lontani
dalla coscienza malgrado la loro intensità e capacità di
diventare operanti"; e ancora: "Ogni atto psichico inizia come
abbiamo constatato e può procedere (...) fino alla coscienza;
questo a seconda che esso incontri o meno la resistenza. La
distinzione tra attività preconscia e inconscia non è mai
primaria ma si instaura soltanto dopo che è entrata in gioco la
difesa" (Freud, 1912).
73
Le percezioni inconsce trovano, infatti, sbarrato l'accesso alla
coscienza; le difese poste a controllo di questa condizione
sono il Diniego, la Scissione, la Diversione o
9
l'iperidealizzazione (Langs, 1985) . Non tutti i messaggi
manifesti sono portatori di significati latenti; ad esempio,
all'interno di una situazione psicoterapeutica, non lo sono i
riferimenti rivolti al terapeuta o al sinonimo con il terapeuta
(Langs, 1985).
Il materiale maggiormente efficace per trasportare i contenuti
inconsci, -e che quindi indica che, molto probabilmente, ci si
trova di fronte ad un messaggio in codice- sono racconti,
immagini, ricordi, sogni che non si riferiscono esplicitamente
alla relazione in atto o, se è in corso un rapporto
psicoterapico, alla situazione terapeutica (Trombi, 1987).
Oltre a queste modalità di manifestazione ce ne sono altre
che indicano che con molta probabilità si è in presenza di un
messaggio in codice; tra questi possiamo inquadrare
messaggi non realistici e incompleti, poco logici e discrepanti.
Langs fà l'esempio di un dipendente che, in seguito
all'annuncio del suo direttore di licenziarlo, replica
raccontando un fatto di cronaca in cui un omosessuale ha
ucciso il suo amante, e aggiunge che, probabilmente, tale
omosessuale sarà condannato alla sedia elettrica.
Una siffatta narrazione, osserva Langs, non è altro che una
messa in codice del modo in cui il dipendente elabora il
trattamento ricevuto10, sottolineando inoltre una modalità di
espressione identica a quella indicata da Malan riguardo alla
comunicazione inconscia.
Un'altro indice dell'esistenza di una comunicazione inconscia
è presente nei messaggi contradditori e cioè nelle sequenze
comunicative in cui uno dei messaggi è incongruente rispetto
agli altri; un messaggio in codice è, inoltre, probabilmente
74
insito nelle comunicazioni in cui le intenzioni comunicative
sono discordanti con l'effettivo tenore dei messaggi formulati.
Anche i lapsus, i comportamenti incongruenti con le
intenzioni consce, gli errori percettivi, i fraintendimenti del
senso del comportamento altrui o le dimenticanze, sono
indicati da Langs come indici di una comunicazione in codice
(Langs, 1986) 11.
L'A. ravvisa anche nei sintomi, nell'angoscia, nelle fobie,
nell'ossessioni e nei disturbi psicosomatici, indici certi di un
messaggio latente. Infine, i messaggi in codice possono
essere presenti anche nelle comunicazione quotidiane più
banali; ad esempio molto spesso gli autoriferimenti non sono
altro che un modo traslato di evidenziare delle cose che si
attribuiscono in realtà ad altri. E ancora particolari situazioni
possono suscitare la produzione di messaggi codificati: sono
genericamente tutte le situazioni di forte stress o di valenza
intensamente emotiva.
Anche situazioni romantiche o erotiche o contesti che si
rivelano pericolosi o frustanti; anche ambienti collegati con la
creatività e l'immaginazione, come cinema o teatri o
situazioni bizzarre, possono stimolare la produzione dei
messaggi in codice (Langs, 1976).
La tecnica interpretativa deve comunque partire dallo stimolo
che ha generato il messaggio in codice. Lo stesso Freud
faceva ricorso, alcune volte, ai residui diurni e, quindi, agli
stimoli responsabili del sogno -stimoli in quanto legati alle
rappresentazioni pulsionali- per decifrare il senso del sogno
(Langs, 1985). Il messaggio, in ogni caso, non sarà una
semplice espressione mascherata dell'angoscia che genera
una certa percezione ma è modellato dalle esigenze e dai
conflitti individuali (Langs, 1988).
75
Ora, come fare per intendere il senso di queste
comunicazioni, e soprattutto, come stabilire se
l'interpretazione è valida?
Lo stimolo è sempre il significato di queste comunicazioni,
per cui se la persona appare turbata e produce
comunicazioni in codice bisogna ricercare nei comportamenti
o nelle espressioni la "molla" che ha indotto questo tipo di
elaborazione o, altrimenti, in "eventi traumatici recenti"
(Langs, 1986). Tuttavia l'interpretazione del messaggio non
consiste in una semplice traduzione letterale. Infatti, le
situazioni scelte inconsciamente dal soggetto contengono
implicazioni che possono anche non comparire nel contenuto
manifesto, ma che hanno comunque una grande importanza:
se, ad esempio, il soggetto parla di una situazione vissuta
con il partner, esprime anche percezioni e/o desideri sessuali
e affetti suscitati in realtà dalla relazione attuale; non sarà
così se il messaggio manifesto avrà ad esempio come
personaggio un droghiere (Langs, 1985).
I soggetti alle volte possono anche menzionare di sfuggita lo
stimolo a livello logico; bisogna però ricordare che gli stimoli
oltre che esterni possono anche essere interni e, in genere,
questi si combinano con quelli provenienti dall'esterno
(Langs, 1986).
Lo stesso Freud indicava nello stimolo -residuo diurno- il
punto di partenza per l'analisi dei sogni e rimarcava il
principio per cui la fonte del sogno doveva ricercarsi il
materiale recente, alle volte indifferente, ma investito, per
spostamento da contenuti psichicamente significativi (Freud,
1899). Uno stimolo del genere non è una semplice "molla"
ma, a sua volta, è un messaggio in codice e va interpretato
come una reazione ad un altro stimolo (Langs, 1986).
76
Osserviamo ora quali sono le modalità di conferma delle
interpretazioni. Un modo di convalida dei messaggi in codice
è fare, in base al contenuto crudo delle comunicazioni
precedenti, una previsione sulle tematiche che verranno
espresse successivamente; se tali previsioni troveranno
conferma negli argomenti successivi, la verifica sarà positiva
(Langs, 1986).
Un'altra maniera di stabilire la validità delle proprie inferenze
è la presentazione, da parte dell'emittente, di "derivati" che
riportino in Misura sempre più evidente il significato crudo
(Langs, 1986).
Possiamo riconoscere il valore di un'interpretazione anche in
una serie di comunicazioni in cui sia possibile riscontrare una
sorta di "comune denominatore", allorché, cioè, si ravvisino
diversi messaggi convergenti verso un unico tema (Langs,
1986).
Infine, particolarmente importante, è la modalità di messaggio
in codice sulla base dello stimolo identificato; verificando poi
se l'interlocutore risponde con un "messaggio eccezionale"
che intensifichi le implicazioni con tenute nel messaggio
originario (Langs, 1986).
Vale la pena, a questo punto, di ricordare che Freud in
riferimento alla convalida delle costruzioni scrive che "una
conferma valida" (...) è quella dell'analizzato che risponde
con una associazione contenente qualcosa di simile o di
analogo al contenuto di una costruzione (Freud, 1937).
È possibile anche presentare il messaggio crudo
all'emittente: il rifiuto di questi nel riconoscere
l'appropriatezza dell'interpretazione non corrisponde però ad
una sua confutazione, infatti le difese che hanno determinato
la realizzazione del messaggio in una forma diretta possono
impedire il riconoscimento del senso della propria
77
comunicazione. Langs fà l'esempio di una donna che propone
ad un collega di lavoro di venire a pranzo da lei; questi,
invece di rispondere direttamente, le chiede se ha spedito la
lettera che lui gli aveva dettato precedentemente, intendendo
comunicare con ciò che la donna doveva limitarsi al proprio
ruolo di segretaria. La donna, al quel punto, decodifica il
messaggio e glielo ripropone spogliato dell"'apparenza"12; ma
il collega risponde che non erano quelle le sue intenzioni.
Questo esempio ci riporta alla questione della misura in cui
uno "smascheramento" di un messaggio in codice venga
accettato dall'emittente.
Langs, a tal proposito, specifica che l'accettazione del
significato mascherato di una comunicazione è tanto
maggiore quanto minore è l'angoscia che tale significato
suscita. La convalida più sicura è, secondo Langs, la
comparsa, in seguito ad una risposta in codice, di un ulteriore
messaggio che veicoli un senso latente: una situazione del
genere avviene quando il soggetto ricorda qualcosa che
aveva dimenticato, quindi rimosso (Langs, 1986).
Individui diversi, precisa l'A., hanno un diverso grado di
accettazione del significato dei propri messaggi in codice; per
cui, in relazione alla capacità di riconoscersi nel senso dei
messaggi in codice, si possono collocare gli individui lungo
un continuum che vede ai poli opposti destinatari sinceri e
destinatari bugiardi: il primo tipo di soggetti rileva
caratteristiche che si possono riassumere nell'apertura
mentale, nell'alta tolleranza delle frustrazioni e delle tensioni;
il rovescio della medaglia fà però di questi individui soggetti
particolarmente sensibili e, proprio per il notevole contatto
con le proprie realtà profonde, indifesi di fronte a stimoli
particolarmente traumatici. I destinatari bugiardi, invece,
78
tendono a rinnegare il senso delle comunicazioni in codice;
sono individui egoisti e ipocriti.
Alla stregua di riceventi sinceri e riceventi bugiardi Langs
identifica anche negli emittenti queste inclinazioni: gli
emittenti sinceri producono, in relazione ad avvenimenti
stressanti, dei messaggi in codice; gli e mittenti bugiardi,
invece, non lasciano trasparire, nelle proprie comunicazioni
alcun messaggio in codice. Questo perchè, mentre i primi
elaborano gli stimoli -il frutto dell'elaborazione è proprio il
messaggio in codice- i secondi li rimuovono (Langs, 1986).
Queste classificazioni sono simili alla distinzione tra "individui
tendenti alla rimozione" e "individui con reazioni di
sensibilizzazione" di fronte a stimoli ansiogeni: i primi
tendono ad evitare la consapevolezza o il ricordo di
esperienze penalizzanti, mentre i secondi ne hanno chiara
coscienza o memoria.
Tornando ora al concetto dei messaggi in codice va ribadito
che le comunicazioni di questo genere si producono in forma
mascherata; come i sogni, quindi, i contenuti, "crudi"
subiscono un processo di camuffamento che ne occulta il
significato originale. Questo processo, a detta di Langs,
consta di due modalità di decodificazione: lo Spostamento e
la Simbolizzazione o uso di Rappresentazioni.
Lo Spostamento, che abbiamo già esaminato parlando del
sogno, porta a sottrarre al loro contesto le percezioni
minacciose e a trasferirle su una situazione che abbia dei
tempi o un ambiente che rinvii alla situazione originaria.
Langs fà l'esempio di una percezione conflittuale in cui un
insegnante sia preso a simbolo del terapeuta: i commenti
indirizzati al primo sono da intendersi come riferimenti nei
confronti del terapeuta; questo per il fatto che sia il terapeuta
79
sia l'insegnante rivestono un ruolo di autorità nei confronti
dell'individuo.
Alle volte il contenuto manifesto dei messaggi mostrerà una
relazione diretta con il contesto di origine, e le sole modifiche
verranno apportate ai personaggi e alla ambientazione: in tal
caso si sarà fatto uso esclusivo dello Spostamento.
Più spesso, però, interviene un altro processo: l'Uso di
Rappresentazioni. Attraverso questa modalità espressiva le
immagini crude non sono soltanto trasportate su una "scena"
diversa ma subiscono anche una trasformazione che le rende
immagini innocue; il significato minaccioso viene allora
sostituito da qualcosa che, almeno all'apparenza, risulta
indifferente.
Langs parla poi anche di altri meccanismi che intervengono
nella elaborazione delle immagini in codice: la
Condensazione, la Condizione di Raffigurabilità che porta ad
esprimere il materiale associativo in codice sotto forma di
narrazioni, infine, non ultima, l'Elaborazione Secondaria che
fornisce coerenza e consequenzialità ai racconti manifesti
(Langs, 1985).
Langs e Malan, abbiamo visto, ipotizzano così l'esistenza di
una comunicazione subliminale cioè di una comunicazione
che non viene percepita coscientemente nè dal destinatario
nè dall'emittente, e che tuttavia provoca degli effetti rivelanti.
Riguardo all'esistenza di una percezione subliminale, pietra
angolare della teoria di Langs, c'è un valido esperimento di
Lazarus e Mc Cleary consistente nella proiezione subliminale
di dieci sillabe senza senso a dieci soggetti; successivamente
le sillabe erano associate a scariche elettriche in modo da
indurre una risposta galvanica della pelle. In un terzo
momento le sillabe abbinate alla scarica elettrica e quelle
della prima fase dell'esperimento venivano nuovamente
80
proiettate, ma in modo che potessero essere percepite; in
seguito i soggetti, in un self report che accennava anche in
modo vago alle sillabe cui era associato lo scock elettrico,
facevano rilevare, in corrispondenza di queste, un aumento
nella condizione elettrica della pelle, pur non riconoscendo
coscientemente gli stimoli (Lazarus e Mc Cleary, 1951).
Questo esperimento prova dunque che si realizza una
percezione inconscia; tuttavia, di per sè, non dimostra
nessuna delle ipotesi psicoanalitiche.
Howard Shevrin, usando il tachitoscopio per proiettare per
brevissimi i stanti - 1/100 di secondo- delle immagini, e
registrando le variazioni di potenziali evocati dall'encefalo,
con un elettroencefalogramma, dimostrò che la percezione
inconscia degli stimoli dava reazioni -e quindi potenziali
evocati- più intensi se i vetrini inseriti nel tachitoscopio
raffiguravano un'ape invece che una figura geometrica.
Questa differenza proverebbe, secondo lo sperimentatore,
l'esistenza di una capacità di elaborare e interpretare le
immagini già al livello inconscio; livello in cui avverrebbe una
selezione degli stimoli in base ai bisogni, interessi individuali
e caratteristiche dello stimolo (Shevrin, 1982).
Le conclusioni e i risultati di Shevrin avvalorerebbero, allora,
le concezioni di Langs secondo cui avviene una
discriminazione percettiva al livello inconscio.
A supporto delle tesi psicoanalitiche è anche un esperimento
riportato da Freud ne "L'interpretazione dei sogni"13 ..K.
Schrotter nel 1912 aveva prodotto dei sogni in soggetti
ipnotizzati suggerendo che avessero contenuto sessuale e
specificando, inoltre, di sognare un rapporto sessuale
normale o uno anormale. I soggetti raccontavano poi di aver
fatto sogni in cui il materiale sessuale compariva in forma
simbolica; ad esempio, una donna a cui era stato detto di
81
avere un rapporto sessuale con una sua amica sognò di
avere una borsa da viaggio in mano, su cui c'era un'etichetta
con scritto "solo per signore".
Freud riporta inoltre un altro esperimento i cui risultati sono
paralleli a quelli ottenuti da Schrotter: in una ricerca Betlheim
S. e Hartmann H. raccontarono a individui sofferenti della
psicosi di Korsakoff alcune storie dal contenuto fortemente
sessuale; dopo di che chiesero loro di ripeterle: i soggetti
operarono una trasformazione dei contenuti scabrosi dei
racconti in simbolismi simili a quelli onirici (Freud, 1899).
Uno dei maggiori studiosi della stimolazione subliminale è
Charles Fischer che si è basato, nella sua attività di ricerca,
su gli esperimenti condotti da Poetzl. Questi, con l'uso del
tachitoscopio, mostrava per brevi istanti delle immagini che
non erano perciò percepite a livello cosciente ma che
comparivano, tuttavia, nel contenuto manifesto dei sogni e
dei soggetti. Fischer ha utilizzato la proiezione tachitoscopica
per riprodurre e approfondire gli studi di Poetzl (Fischer,
1954); l'A. in un articolo spiega di aver proiettato in un
tachitoscopio, per un tempo di 1/100 di secondo, delle
immagini che per tre situazioni sperimentali rappresentavano
un paesaggio del deserto dello Utath in cui le rocce
sembrano fatte a forma di statue, mentre in una quarta si
trattava della proiezione di un vetrino raffigurante la Torre di
Londra:i soggetti avevano poi sognato questi elementi in
modo pressoché inalterato nei primi due esperimenti, in
maniera fortemente deformata negli altri due.
Un altro studio sperimentale che, al contrario delle prime
situazioni, faceva uso di stimoli verbali, provava nei risultati
come il sogno non creasse parole nuove (Fischer, 1954).
In un altro esperimento Fischer effettuò una proiezione al
tachitoscopio con un tempo di esposizione dell'immagine di
82
1/25 di secondo; in seguito i soggetti venivano sollecitati a
disegnare prima ciò che potevano ricollegare allo stimolo
visivo, poi ciò che veniva loro in mente: i risultati mostravano
come i soggetti disegnassero, nel secondo caso, in modo
quasi identico, le immagini non percepite al livello conscio
(Fischer, 1956). In successivi esperimenti Fischer riuscì a
dimostrare il prodursi della Condensazione e la comparsa
coatta degli elementi percepiti al livello preconscio
(Fischer,1956).
A. Garma fà notare come questi esperimenti mostrino
appunto che la percezione, prima di diventare cosciente, è
inconscia (Garma, 1970).
Ulteriori esperimenti di Fischer provano come la percezione
preconscia sia attribuibile non solo al vetrino proiettato col
tachitoscopio ma anche all'ambiente circostante il quale,
peraltro, in tali esperimenti fungeva da sorta di residuo diurno
e, nei disegni richiesti ai soggetti assumeva significati carichi
di implicazioni inconsce (Fischer, 1956).
Interessanti sono anche gli studi di L. H. Silverman che ha
effettuato numerosi esperimenti sulla verifica delle ipotesi
psicoanalitiche. Il concetto di stimolazione subliminale è stato
definito da Silverman "attivazione psicodinamica subliminale”
(M. Conte, intervista a L. H. Silverman, 1984). Silverman
afferma, ricalcando in parte le idee di Langs, che la
stimolazione inconscia non passa attraverso l'lo, come si
potrebbe pensare, e non elude quindi le difese, ma semmai le
attiva; quelle che vengono eluse sono invece le capacità
adattive.
Un soggetto a cui sia fornito uno stimolo disturbate che rientri
nella consapevolezza, precisa Silverman, può reagirvi con le
proprie capacità adattive; se lo stimolo, però, è subliminale
non si possono mettere in atto delle reazioni compatibili con
83
l'adattamento ma possono essere erette delle difese
patologiche (Conte, 1984).
In queste asserzioni è possibile riconoscere, come
preannunciato, alcune delle formulazioni di Langs; abbiamo
visto, infatti, che le comunicazioni in codice diano luogo a
reazioni come l'appiattimento della comunicazione o delle
risposte, in maniera altrettanto in codice. Questo in
conseguenza dell'erezione di difese percettive (Langs, 1985).
Silverman ha condotto interessanti esperimenti sull'effetto
che stimoli subliminali possono produrre sul comportamento.
Uno degli studi più eclatanti è rappresentato da un
esperimento in cui veniva proiettato al tachitoscopio, ad una
velocità di 4 ms., la frase "lo e mamma siamo tutt'uno". I primi
soggetti a cui venne inviato tale messaggio erano pazienti
schizofrenici: questi individui dopo la proiezione mostravano,
anche se per un periodo limitato, una remissione dei sintomi;
al contrario, un messaggio aggressivo come "distruggere la
mamma" determinava, negli stessi soggetti, un aggravamento
delle patologie. E infine, stimoli apparentemente equivalenti
come "mamma mi nutre bene" o "mamma è sempre con me"
non producevano cambiamenti rilevabili.
Questi risultati, secondo Silverman, proverebbero che la
fantasia di fusione con la madre ha un effetto terapeutico con
gli schizofrenici (Adams, op. cit.).
Altri esperimenti simili sono stati effettuati da Silverman
usando, al posto del messaggio "lo e mamma siamo tutt'uno"
altri messaggi mirati a verificare le ipotesi psicoanalitiche
sulle diverse patologie14. Un altro esperimento intendeva
stabilire se la mancanza di successo fosse da attribuire ad
una concezione inconscia del successo come rivalsa sul
padre: a questo fine veniva organizzato tra i soggetti un
torneo di tiro a segni con le freccette; ad alcuni soggetti, poi,
84
veniva proiettato al tachitoscopio il messaggio "battere babbo
va bene" accompagnato da un'immagine in cui un vecchio
guardava con benevolenza un giovane; ad altri, invece, era
stato proiettato un messaggio con la frase "battere babbo è
male" completata dalla figura del vecchio che, questa volta,
guardava con uno sguardo di rimprovero un giovane.
I risultati furono rispondenti alle attese: i soggetti della prima
condizione sperimentale -"battere babbo va bene"- ebbero un
miglioramento nei punteggi; i soggetti del secondo gruppo, al
contrario, mostrarono un sensibile peggioramento;
successivamente si verificò che anche il messaggio "mamma
e io siamo tutt'uno" producesse delle influenze sul
rendimento nel torneo. Si stabilì, in effetti, che anche questo
messaggio determinava un'apprezzabile miglioramento nei
punteggi.
I risultati di questo secondo esperimento e di altri in cui fu
usato lo stesso stimolo indusse Silverman a postulare che il
bisogno di identificarsi con qualcosa di benevolo e di
comprensivo fosse un desiderio molto comune, intenso,
rapido, e non solo in individui affetti da patologie psichiche
(Adams, op. cit.).
Un famoso studio sugli effetti della comunicazione non
verbale mostra che anche uno stimolo vistoso può non
essere notato. In un esperimento15 vennero presentati due
poster con la foto della stessa ragazza: l'unica differenza era
che in una la ragazza aveva le pupille normali, nella seconda
le pupille erano state artificialmente ingrandite; alla richiesta
dello sperimentatore su quale poster preferissero i soggetti,
risultò che la foto manipolata riceveva un consenso di gran
lunga maggiore rispetto alla foto originale 16.
85
Per quanto lo stimolo fosse particolarmente vistoso -un
poster- i soggetti non avevano comunque identificato il
motivo della preferenza.
Probabilmente il fatto che la nostra cultura curi poco la
conoscenza del linguaggio del corpo fa si che molti
comportamenti non verbali passino inosservati, pur
producendo, comunque, una reazione nei riceventi e pur
essendo, in realtà, dotati di un significato, anche se questo
non è percepito al livello cosciente.
86
3. La funzione emotiva delle comunicazione
87
altri siamo portati a dirigere la nostra attenzione sui contenuti
logici della conversazione ossia sull'informazione; in questo
caso la possibilità di coinvolgimento o di seduzione è lasciata
al caso o al contenuto della stessa informazione.
Diamo per scontato delle informazioni che noi diamo, che i
loro contenuti logici, possano già avere i presupposti per una
seduzione. Naturalmente, nel momento in cui noi
comunichiamo, non solo esprimiamo dei contenuti logici, ma
gesticoliamo inconsapevolmente emettendo così dei segnali
di comunicazione non verbale. Questo avviene perchè tale
tipo di comunicazione è prerogativa della sfera emotiva
dell'individuo, del suo inconscio; anche se la nostra parte
logica pone espressamente attenzione ai contenuti del
dialogo, istintivamente emerge la comunicazione non verbale.
Tutto ciò è accaduto fino ad oggi in tutti i nostri rapporti
relazionali.
Dobbiamo parlare, quindi, di "Comunicazione Integrale": essa
si compone di comunicazione verbale (parola) di
comunicazione non verbale (segni, gesti e simbolismi che,
inconsapevolmente, noi esprimiamo e riceviamo durante il
dialogo con l'interlocutore).
Esistono centinaia di volumi riguardanti il linguaggio logico
sulla comunicazione non verbale, che analizzano gli atti
umani sotto l'aspetto antropologico; nessuno tuttavia ha mai
analizzato la possibilità di comunicare con gli altri utilizzando
intenzionalmente la "comunicazione non verbale". Noi tutti
parliamo e gesticoliamo ma nessuno si è mai posto il
problema di cosa significhi realmente; noi, istintivamente,
muoviamo il braccio non pensando che questo movimento
influenzerà automaticamente il tipo di interazione con il
nostro interlocutore. Non a caso una persona può apparire
antipatica o simpatica, al di là dei contenuti logici di quello
88
che sta dicendo. Ci troviamo a dire spesso: "Io non
comprendo perchè quel signore non dice nulla di drammatico
eppure mi è antipatico". Ciò avviene perchè, per esempio,
egli ci parla ad una distanza di trenta centimetri quando
invece noi siamo abituati, con il nostro interlocutore, ad una
distanza di cinquanta centimetri; è accaduto che tale
differenza di distanza ha creato tensione e questo ci ha fatto
provare fastidio.
Questa persona viene registrata "antipatica" anche se non
andiamo ad analizzare questo fatto, avvertiremo comunque
qualcosa di speciale, di disturbante.
Il nostro comportamento, quindi, può far nascere un rapporto
di simpatia e fiducia nel nostro interlocutore, anche e soltanto
con i gesti e i segni che inconsciamente gli comunichiamo;
infatti abbiamo attori che hanno successo per la loro
signorilità, altri per il loro aspetto fisico, altri ancora per la
simpatia, pur esagerando magari in comportamenti
"eccessivi".
La comunicazione non verbale, quindi, ha origine in noi, da
quando l'uomo ha incominciato a mettersi in comunicazione
con altri uomini. All'inizio della vita, quando la parola non
esisteva ancora, il "gesto" e il "segno" determinavano la vita
stessa dell'uomo.
Ogni giorno, senza rendercene conto, noi usiamo la
Comunicazione non verbale, così come la utilizza la
pubblicità per indurci ad acquistare quel determinato
prodotto, attraverso l'immagine e tutti quei meccanismi
psicologici di desiderio racchiusi nello stesso annuncio
pubblicitario.
Possiamo affermare, quindi, che la Comunicazione non
Verbale è uno strumento per interagire con la sfera
emozionale del nostro interlocutore; l'accettazione, di un
89
prodotto ben pubblicizzato non è determinato dalla
comunicazione logica ma dalla comunicazione analogica o
subliminale: noi acquistiamo sempre, in un certo senso, a
"scatola chiusa" poiché di motivi logici per non acquistare un
prodotto potrebbero essercene a decine.
La Comunicazione non Verbale è la storia del pescatore che
riesce a comunicare col suo pesciolino attraverso l'esca.
Avete mai notato che fra i dieci pescatori sulla riva del fiume
nove non pescano niente ed uno soltanto riesce a riempire il
cestino di pesce? Quel pescatore ha trovato il metodo la
“giusta esca" per mettersi in contatto con le varie specie di
pesce. Conoscere la Comunicazione non Verbale significa
saper usare sempre la giusta esca, momento per momento,
per poter determinare la giusta emozione nei riguardi del
nostro interlocutore, per poter quindi mettersi in contatto con
il suo inconscio.
In definitiva possiamo dire che la conoscenza approfondita
della CNV permette di identificare immediatamente quale
stimolo fornire all'interlocutore in quel determinato momento,
in base alle sue reali necessità.
Il nostro inconscio è costantemente alla ricerca di servizi
emotivi e gratificherà la fonte di stimolazione che è in grado
di produrre tali servizi: non è la fonte di stimolazione che
"aggancia" l'inconscio, ma è l'inconscio ad agganciare la
fonte di stimolazione, quella naturalmente "perfetta per le sue
esigenze".
Da ciò si deduce che non esistono soggetti non ipnotizzabili
ma tecniche induttive non idonee per quei soggetti; il tecnico
della ipnosi Dinamica fà variare, di volta in volta, il suo modo
di essere, in un costante dinamismo, secondo l'esigenza
emotiva del soggetto.
90
Tutta la nostra vita è una continua lotta tra desiderio
(inconscio) e possesso (conscio) ma è l'inconscio a detenere
il potere sulle nostre azioni; fra desiderio e possesso ci
saranno sempre delle divergenze. Ma è proprio questa
continua lotta, questa differenza (distonia) che produce
energia psichica, tensioni emotive, coinvolgimenti: la distonia
esistente tra quanto si desidera e quanto si possiede crea il
servizio analogico al nostro inconscio 17.
Per capirci meglio se noi aumentiamo la distonia già
esistente tra il desiderio e il posseduto creeremo un
accumulo di tensione, quella che serve alla nostra mente. Per
esempio dopo un anno di lavoro desideriamo un periodo di
ferie: si è sviluppato in noi il desiderio della vacanza; poi
accade che dopo un pò ci stanchiamo anche delle ferie e
vogliamo tornare a casa. Che cosa è accaduto? È accaduto
che una volta raggiunto l'equilibrio fra quanto avevamo
desiderato e quanto abbiamo posseduto, avvertiamo la
necessità di ricevere altri stimoli, ossia altri servizi analogici,
quelli che le vacanze non possono più darci.
91
4. La Comunicazione Non Verbale
92
comunicazione; dall'istintualità espressiva si passa così ad
una codificazione logica riconosciuta dal gruppo etnico che
l'ha formata. Questa evoluzione ha comunque permesso al
sistema mimico-emozionale di permanere in attività più di
quanto possiamo immaginare, pur variando il proprio ruolo
originario che da strumento di comunicazione diviene
strumento di espressione emotiva.
L'attenzione esclusiva dell'interlocutore su ciò che il
trasmittente esprime con la parola, ha permesso ai sistemi
istintivi di scarico tensionale di essere sempre attivati durante
i vari momenti del rapporto interpersonale.
I recettori emotivi dell'individuo non ricoprono solo un ruolo
ricevente ma stimolano anche la trasmissione; chi è a
conoscenza del loro funzionamento può caricare di tensione
l'interlocutore utilizzando un sistema mimico-emozionale
composto da atteggiamenti, gesti, suoni, variazioni di
postura, simili a quelli espressi istintivamente dall'altro per
scaricare la propria tensione.
La Comunicazione Verbale è indirizzata ai recettori logici
dell'interlocutore, mentre la Comunicazione non Verbale ed il
Simbolismo Comunicazionale sono indirizzati ai suoi recettori
emozionali; queste ultime modalità espressive costituiscono,
in sintesi, un filo diretto con l'inconscio del soggetto durante
un procedimento ipnotico, e con quello dell'interlocutore
durante un comune dialogo.
Non è possibile, attraverso la sola parola, tarare
perfettamente una stimolazione emotiva in rapporto alla
esigenza inconscia o analogica del soggetto in quanto
l'operatore potrebbe risultare o troppo penalizzante o troppo
gratificante, ossia potrebbe produrre una tensione esagerata
oppure insufficiente.
93
L'uso consapevole della CNV permette all'operatore di
calibrare una stimolazione micro-tensionale, in modo da farla
divenire una emozione per il soggetto e quindi una fonte di
energia, che questi dovrà poi calibrare con la realizzazione
della richiesta fenomenologica ipnotica. L'applicazione della
CNV e del Simbolismo Comunicazionale, nel campo
dell'ipnosi e della comunicazione, non è stata adottata
consapevolmente da nessuna Scuola al di fuori della nostra.
Nessuno ha mai pensato che fosse possibile utilizzare questo
sistema di comunicazione per creare delle microtensioni
dell'interlocutore e pilotarne il comportamento per il
raggiungimento degli obiettivi prefissati, quali fenomenologie
ed aspetti comportamentali.
In altre parole si tratta di rendere un servizio analogico al
soggetto o interlocutore, in cambio di un servizio logico che
questi renderà, con piacere, all'operatore. La stimolazione
della tensione emotiva attraverso gli atti comunicativi della
CNV ha una finalità ben precisa: far nascere nell'interlocutore
l'esigenza profonda di gratificare la fonte di stimolazione,
ossia l'operatore ipnotico.
La decisione comportamentale non è consapevole ma
automatica, istintiva, analogica, favorevole alle richieste
dell'operatore; il soggetto avverte solo l'esigenza di fare con
piacere ciò che la fonte di stimolazione richiede. Spesso, più
che di esigenza, si può parlare di un sincero desiderio, di un
vero e proprio atto d'amore.
Nell'Ipnosi Dinamica un sistema mimico-emozionale di CNV
permette all'operatore di attivare nel soggetto dei dinamismi
ipnotici, cioè dei carichi energetici che rappresentano la
causa scatenante, all'interno del soggetto, di ciò che
definiamo "stato ipnotico" 18.
94
La chiave di Salomone che determina un processo ipnotico
non consiste nell'espressione verbale: "Ora tu cadrai in un
sonno profondo!", ma nell'utilizzo della CNV e del Simbolismo
Comunicazionale quali strumenti operativi in grado di creare,
nel profondo del soggetto, l'esigenza o il desiderio di
gratificare l'operatore ponendo in atto quanto da questi
richiesto (Fase di Pilotaggio) 19.
Noi abbiamo trovato nei sistemi di CNV lo strumento che
permette di pilotare la componente micro-tensionale
dell'interlocutore sino al raggiungimento dell'obiettivo
prefissato che può essere di ordine ipnotico o
comportamentale20.
Occorre, a questo punto, tener presente alcuni concetti -che
saranno trattati in seguito e che anticipiamo per sommi capi-:
esiste per ciascun individuo una specie di zona franca
denominata "Indice di Tolleranza" entro il cui ambito è
possibile stimolare delle micro-stimolazioni senza che l'lo
razionale se ne preoccupi, in quanto non viene
sostanzialmente turbato l'equilibrio;21 naturalmente la
tensione energetica avvertita dal soggetto non deve
assolutamente superare tale indice di tolleranza, pena il
cortocircuito ossia l'interruzione del rapporto ipnotico e
relazionale da parte del soggetto, o quanto meno l'attivazione
di un comportamento consecutivo come unica possibilità
individuale e autonoma di scarico di tensione.
In sintesi: il linguaggio delle emozioni diviene comunicazione
in quanto i recettori analogici dell'individuo sono sensibili ai
gesti ed ai comportamenti della CNV, espressa
dall'operatore, influenzando notevolmente il rapporto
interpersonale.
L'operatore della Comunicazione Integrale, utilizzando il
canale logico, invia le stimolazioni della CNV, definite ad "Atti
95
Comunicativi"22 e produce nel soggetto delle micro-tensioni
che determinano un surplus energetico nei soggetto; tale
surplus energetico costringe il soggetto a porre in atto un
comportamento favorevole alla propria esigenza di scarico
energetico. Il comportamento del soggetto potrà unicamente
essere quello di gratificare l'operatore, perchè solo in questo
l'operatore sospenderà gli atti comunicativi di CNV e la
conseguente produzione di micro-tensioni.
Esistono nell'Ipnosi Dinamica stimolazioni complete
composte da atti comunicativi e da contenuti, e stimolazioni
incomplete, composte solo da atti comunicativi i quali
sollecitano in modo particolare le modalità del soggetto a cui
sono rivolti.
Questa modalità si scarica soltanto attraverso l'identificazione
soggettiva di quell'atto comunicativo, e questo può avvenire
solo attribuendo dei contenuti. Ad esempio una frase in cui si
esprime la richiesta -Per corte sia, mi puoi aprire la porta?- E'
un messaggio completo in cui sussistono un contenuto logico
e degli atti comunicativi; questi ultimi sono costituiti dal modo
in cui si esprime tale richiesta al proprio interlocutore, dalla
gestualità con cui la si accompagna, dalla tonalità della voce.
La tecnica dell'Ipnosi Dinamica riserva particolare attenzione
a questo fattore in quanto, a secondo di come viene
pronunciato, uno stesso messaggio può variare di significato,
non tanto come azione, che resta sempre quel la di aprire la
porta, ma in quanto si va a definire la natura del rapporto che
si desidera avere con il proprio interlocutore; una stessa
frase, espressa in modi diversi, può assumere significati di
informazione, richiesta, minaccia o comando.
Questa teoria prevede che colui che si esprime attraverso
questi diversi modi tende a porsi automaticamente nei primi
due casi in posizione definita "down" (sotto), e negli altri due
96
in posizione "up" (sopra). Tale divisione diviene molto utile
all'operatore in fase induttiva, in quanto è previsto che egli
debba riuscire a porsi in posizione "esattamente
complementare alle esigenze emotive del soggetto" pena
l'inutilità di ogni tentativo di ipnotizzare il soggetto;
naturalmente non è detto che questi accetti sempre la
posizione "up" dell'operatore e, se l'operatore non è pronto
ad adattare il suo ruolo alle esigenze del soggetto, possono
venirsi a creare situazioni competitive. Di conseguenza, se gli
sforzi dell'ipnologo tradizionale sono a volti a tranquillizzare,
rassicurare il soggetto sulle buone intenzioni di chi lo
ipnotizza, sul fatto che non si farà nulla contro la sua volontà
e così via, tale impostazione non rientra tra le indicazioni
dell'Ipnosi Dinamica che considera esclusivamente sotto
l'aspetto up-down la relazione operatore-soggetto,
(Benemeglio S., 1986).
97
5. Canali di Comunicazione Non Verbale
98
Prossemica: essa consiste nella gestione degli spazi
comunicativi durante il dialogo con un ricevente o durante il
procedimento ipnotico. La prossemica si basa su
avvicinamenti o allontanamenti dell'operatore nei confronti
del soggetto. Tutti noi siamo a conoscenza, per cultura
antropologica, che lo spazio, o meglio la distanza col nostro
interlocutore durante un qualsiasi rapporto interpersonale,
determina in noi uno stato di tensione o di rilassamento, in
funzione della sua entità e del tipo di rapporto in atto.
Es: Provate ad avvicinarvi ad una distanza di 20 cm. dal
vostro capoufficio o direttore mentre esponete un problema o
semplicemente dialogate con lui, osserverete che
indietreggerà immediatamente ristabilendo uno spazio di
circa 50 cm. dalla vostra persona.
Poi, provate con la vostra partner o il vostro partner; questa
volta cercate di mantenere tra di voi una distanza di 50 cm.
circa. Osserverete che, di lì a poco, sarà il vostro partner o la
vostra partner ad avvicinarsi a voi, ad una distanza di circa
30 cm.
Tutto questo vuol dire che l'abile gestione degli spazi fisici
comunicativi può permettere all'operatore di creare stati di
micro-tensione, pilotabili nel soggetto che si sottopone ad un
test di Ipnosi Dinamica ed in chiunque imposti con lui un
rapporto dialogico. L'operatore verrà registrato dal soggetto
gratificante o penalizzante, in rapporto alla distanza
comunicazionale impostata ed alla fase specifica del rapporto
in atto.
Cinesica: questo canale non verbale viene utilizzato
attraverso l'uso dei gesti, dei movimenti delle braccia o degli
arti inferiori, senza variare la di stanza tra noi e il nostro
interlocutore. Anche la cinesica permette all'operatore di
99
creare stati di tensione nell'interlocutore o nel soggetto che si
sottopone al test di ipnosi.
Naturalmente per la cinesica, come del resto per la
prossemica e la digitale, è utile una classificazione dei
movimenti possibili in diverse categorie. I "passi magnetici",
per esempio, sono atti comunicativi della Cinesica.
Paralinguistica: è largamente utilizzata nei procedimenti di
induzione ipnotica e consiste nell'emissione di suoni vocali o
strumentali indirizzati direttamente all'inconscio del soggetto
che si è sottoposto al procedimento ipnotico. Tali suoni infatti
sono espressioni prive di contenuti logici. Pensate ad un
indigeno di una tribù africana che tenta di dirvi qualcosa
attraverso i suoni vocali che emette, oppure provate ad
immaginare di dover comunicare con una persona
escludendo parole di senso compiuto e facendo uso solo di
suoni.
I suoni strumentali possono essere emessi battendo con le
vostre dita su una superficie che possa vibrare
(tamburellando su un tavolo, su un mobile ecc.) o utilizzando
veri e propri strumenti musicali. Nella fase ipnotica-
sperimentale si possono anche utilizzare strumenti elettronici
come sintetizzatori ed altri.
La paralinguistica consiste quindi nella gestione dei suoni
strumentali e vocali privi di una codifica logica in comune col
ricevente.
Pensate ai suoni che vengono uditi entrando nella "casa della
paura" o all'interno del "drago" al luna park della vostra città,
o anche a quegli strani suoni che udite durante la notte in
casa vostra: l'armadio che scricchiola, un rumore di passi
ecc.
Digitale: essa si esprime attraverso toccamenti effettuati con
le mani, dall'operatore, su varie parti del corpo del soggetto.
100
La digitale non ha alcun aggancio con teorie relative al
magnetismo, ma la si utilizza semplicemente effettuando su
alcune parti del viso, delle mani e del tronco del soggetto
delle digitopressioni più o meno accentuate.
Il toccamento di una parte del corpo del soggetto produce
delle microtensioni intense; l'operatore va ad occupare lo
spazio comunicativo appartenente al soggetto in un modo più
suggestivo di quanto non avvenga con la prossemica,
rendendo l'atto comunicativo più rapido e con contenuti
emozionali più penetranti.
101
PARTE SECONDA
TEORIA E METODOLOGIA DELLA IPNOSI DINAMICA
CAP. III
LA COMUNICAZIONE NELL° IPNOSI DINAMICA
1. La Comunicazione Integrale
102
probabilità di ottenere che il nostro interlocutore ponga in atto
quanto da noi richiesto: non vi è nulla di più inesatto.
La capacità di persuasione, le cause scatenanti che
costringono piacevolmente un interlocutore ad accettare ciò
che noi proponiamo, sono considerati elementi non
controllabili; si ammette solo che esistano persone
particolarmente abili nel toccare le "corde giuste" di un
interlocutore.
Si parla di carisma senza sapere che cosa sia e come si
ottenga; si lascia completamente al caso ed all'istinto tutto
ciò che, nella comunicazione umana, serve per convincere.
Esprimere un messaggio il più chiaramente possibile,
secondo la nostra cultura, significa fare attenzione alla
tonalità della voce, alla sintassi, alla grammatica ed agli
argomenti.
La parola è stata sempre considerata come unico veicolo per
comunicare; così il politico comunica alla massa, il religioso
ai suoi fedeli, il papà al figlio, il professore all'allievo, il
fidanzato alla fidanzata, lo psicoterapeuta al paziente ed il
paziente allo psicoterapeuta.
Tutto questo ha portato a fondere in un unico blocco atto
comunicativo e contenuto, modi di espressione e messaggi,
interpretazioni del mondo logico razionale ed interpretazioni
del mondo analogico irrazionale.
La cultura occidentale non ci ha mai permesso di
comprendere cosa sono le emozioni, come comunica
l'inconscio, quale linguaggio specifico utilizza, come è
possibile comunicare con l'inconscio del nostro interlocutore,
con le sue emozioni e con la sua anima.
Questo tipo di cultura ha spinto chi crede nell'inconscio a
pensare che sia possibile comunicare con la parte più
profonda del proprio essere nello stesso modo in cui si parla
103
al capo-ufficio, all'amico; ma nel mettere in atto questo tipo di
comunicazione logica, inevitabilmente senza risposta, non
ottiene altro che illusioni.
L'inconscio, o parte emotiva di noi stessi, non può
comprendere la parola, ossia il tipo di linguaggio con cui ci si
rivolge a lui; al contempo, i disagi e le preoccupazioni
aumentano perchè i problemi non hanno soluzioni, le
aspettative non danno successo.
Il presente saggio di Ipnosi Dinamica tende a far, conoscere
la realtà analogica, ossia del profondo, nella sua intima
essenza.
L'operatore deve rendere un servizio analogico all'inconscio
del soggetto che si sottopone al test, se vuole ottenere, in
breve tempo, le fenomelogie ipnotiche.
Nella Ipnosi Dinamica i concetti di Ipnosi e Comunicazione sono
strettamente legati.
104
Tale aspetto della comunicazione umana analogica, "non
razionale", ci permette di muoverci con estrema disinvoltura e
determinazione; cosa che non potrebbe accadere se noi non
avessimo prima identificato questa ambivalenza del messaggio
comunicativo di tipo analogico (si-no, bene-male, buono-cattivo).
La tecnica ci permette di raggiungere una efficienza nella
comunicazione non verbale (C.N.V.) talmente alta da permetterci
di entrare in contatto reale con il nostro inconscio, e se
necessario, con l'inconscio dei nostri interlocutori durante un
evento comunicativo o un procedimento ipnotico; un'efficienza
tale da permetterci di porre il soggetto in uno stato assolutamente
anomalo, nel quale di norma non viene a trovarsi, vale a dire in
una condizione che nella vita di tutti i giorni si verifica in maniera
eccezionale e non in maniera sistematica.
Questo particolare stato non si identifica in specifiche
fenomelogie, ma è soprattutto uno stato di ricettività emotiva
massima; ricettività ottenuta grazie alla C.N.V. ed al Simbolismo
Comunicazionale.
Tale stato consente al soggetto di trasformare gli atti
comunicativi non verbali ricevuti in una realtà soggettiva vera e
propria, ossia in vere e proprie informazioni.
In sintesi: l'Ipnosi Dinamica è un metodo Integrale di
comunicazione che permette ad un individuo (operatore) di
stimolare in breve tempo in altro individuo (soggetto) l'esigenza di
porre in atto le fenomelogie richieste durante il procedimento
ipnotico.
Il comportamento gratificante del soggetto, nei confronti
dell'operatore, nasce da una esigenza istintiva di ridurre la
tensione prodottagli dal l'operatore.
Tale esigenza diventa tanto pressante nel soggetto al punto da
produrre fenomeni quali analgesia, catalessi degli arti ed altre
fenomelogie anche più spettacolari; investendo, in alcuni casi,
105
anche la sfera neurofisiologica oltre a quella psicologica del
soggetto.
106
2. Gratificazioni e Penalizzazioni.
107
Es.: immaginate che lo stato di tensione del soggetto sia simile ad
una colonnina di mercurio di un termometro: se la temperatura
sale è una penalizzazione per il soggetto, se scende è una
gratificazione.
Analogamente, ai fini ipnotici, qualsiasi aumento di tensione che il
soggetto avverte, a seguito di atti comunicativi dell'operatore,
viene definito penalizzante, mentre una stimolazione che provochi
riduzione della tensione viene definita gratificante.
108
verrà successivamente pilotato dallo stesso operatore con le
richieste fenomenologiche.
Tutto questo avviene tramite l'invito fatto al soggetto, di
mantenere una POSIZIONE ORTOSTATICA, ossia immobile
senza nessun tipo di movimento durante la fase induttiva: il
soggetto deve stare in piedi, in una posizione di semi-rigidità
muscolare e rimanere immobile ad occhi chiusi2.
Regole fondamentali di un procedimento di Ipnosi Dinamica sono
le seguenti.
109
L'inconscio si mette in comunicazione tramite la TENSIONE
PSICHICA che avverte e che, per taluni può trasformarsi in una
sensazione di disagio, per altri in una sensazione piacevole.
Quindi, riassumendo: l'analogico si pone in contatto con
l'ambiente tramite la tensione psichica che riesce a ricevere;
questa può essere creata da un contesto penalizzante (lavoro,
scuola, amore) o da una persona (operatore ipnotico).
Detto questo andiamo a descrivere come è possibile creare o
sfruttare delle tensioni psichiche già esistenti nell'uomo,
ricordando che: ciò che differenzia, a livello emotivo, una
situazione ipnotica da un normale dialogo tra due persone è il
saper creare nell'interlocutore una tensione emozionale molto
elevata in un tempo brevissimo.
La fase induttiva consiste quindi nel passaggio da uno stato
normale di veglia ad uno stato di veglia leggermente alterato:
alcune volte, si può assumere un atteggiamento mentale, simile a
quello che si potrebbe riscontrare in una fase induttiva di trance
ipnotica.
Quante volte, infatti, durante la vostra esistenza, siete stati da
qualcuno che, vedendovi lo sguardo fisso su di un oggetto o in
una direzione, e contemporaneamente a questo la vostra
attenzione concentrata nel ... nulla, vi ha "ripreso" con la frase:
"sveglia, ti sei fissato?" Ma nonostante ciò avete continuato per
alcuni secondi a rimanere immobili.
Ebbene: il particolare stato mentale che si è vissuto in quel
momento è molto simile ad uno stato crepuscolare di Autoipnosi,
assimilabile a quel lo che può avvertire il soggetto durante la fase
induttiva dell'esperimento ipnotico.
Quindi l'induzione ipnotica sta a rappresentare il punto di contatto
tra una realtà oggettiva, vissuta attraverso il mondo esterno, ed
una realtà soggettiva che viene ad essere creata
sperimentalmente da un altro essere umano. Certamente la
110
comunicazione ipnotica che si deve venire a creare in questa
realtà presenta alcune differenze rispetto ad una comunicazione
normale, verbale o non verbale, tra due individui.
Se dovessimo metterle a confronto potremo dire che: la più
evidente differenza sta nel fatto che:
111
Nella fase induttiva dell'Ipnosi Dinamica, la Comunicazione non
Verbale ed il Simbolismo Comunicazionale vengono ad assumere
un ruolo primario ed anzi unico.
Per produrre le tensioni emotive la C.V. non comparirà affatto
sino alla fase di pilotaggio.
Comunicare con l'inconscio vuol dire produrre su sè stessi o su
altri delle tensioni che si trasformeranno automaticamente in
istinti di desiderio: è necessario quindi, a questo punto, chiarire il
concetto di tensione che bisogna trasmettere all'inconscio del
soggetto, durante la induzione ipnotica.
Nell'ambito dell'esperimento ipnotico esistono due tipi di tensione
psichica:
112
Ce lo possiamo figurare come una scala da zero a cento, ove
l'indice di tolleranza occupa un valore numerico che varia da
uomo a uomo.
Prendiamo in esame un soggetto che possiede un indice di
tolleranza delle tensioni psichiche di un valore pari a 60: in una
scala da zero a cento questa persona riesce a sopportare
abbastanza comodamente delle tensioni psichiche fino ad un
valore di sessanta.
Ciò vuol dire che se un ambiente o un operatore ipnotico crea in
questa persona una tensione psichica inferiore a questo valore,
egli sarà capace di contenerla poiché risulterà inferiore al suo
indice di tolleranza, inoltre questa tensione verrà registrata come
una tensione psichica emozionale; se la tensione psichica è
invece superiore a questo valore egli avvertirà una tensione
psichica ansiosa.
Ora prendiamo in considerazione un individuo che presenta
un'indice di tensione psichica standard pari a 40: vale ovviamente
lo stesso ragionamento di prima e cioè, al di sotto di questo
valore egli registrerà delle T.P.E. superiori alle T.P.A.
Nel momento in cui l'operatore andrà ad ipnotizzare questi due
soggetti creando uno stato di tensione pari, ad esempio, al valore
di 50 accadrà che: il primo soggetto recepirà lo stato emozionale
come T.P.E., il secondo come T.P.A.
Questo stesso concetto, espresso nell'ambito dell'ipnosi, può
essere applicato alla vita di tutti i giorni: ci sono infatti alcune
situazioni che riescono ad emozionare gli individui al punto tale
da far provar loro sentimenti di insufficienza, ad esempio durante
una riunione, durante i primi approcci con l'altro sesso, mentre
parlano di un congresso, etc; le stesse identiche situazioni sono
invece affrontate con migliore apprensione da altri individui definiti
"più sicuri" dei precedenti.
113
In realtà ambedue le categorie di persone si trovano ad
affrontare, a parità di situazioni o ambiente, gli stessi valori di
tensione psichica: esse posseggono invece diversi indici di
tolleranza che agli uni permettono di "contenere" nell'ambito delle
T.P.E. le stimolazioni mantenendo la padronanza delle proprie
reazioni, agli altri, quelli definiti "più insicuri" o "più timidi", faranno
recepire una T.P.A.: questi ultimi, sicuramente, "non renderanno
al meglio nelle loro prestazioni, poiché saranno impegnati a
contenere il più possibile queste tensioni in eccedenza.
Tale concetto è molto importante poiché se, durante la fase
induttiva, l'operatore andrà a "caricare" una eccedenza di tensioni
nel soggetto, ne supererà automaticamente l'indice di tolleranza e
se non avrà ancora acquisito il potenziale ipnotico sufficiente, il
soggetto avvertirà delle Tensioni Psichiche Ansiose e, molto
probabilmente, sentirà l'esigenza di annullare l'esperimento (il che
significa, il più delle volte, abbassare le braccia e uscire
dall'impasse ipnotico); se invece l'operatore è talmente accorto da
saper calibrare le tensioni psichiche che genera, al punto tale di
avvicinarsi all'indice di tolleranza del soggetto senza oltrepassarlo,
questi avvertirà delle tensioni Psichiche Emotive e l'esperimento
potrà procedere nel passaggio alla fase di pilotaggio4.
114
3. Indice di Tolleranza.
FONTE STIMOLANTE
L'operatore ipnotico si definisce tale finché il grado di tensione
prodotto nel soggetto risulta essere contenuto entro il suo indice
di tolleranza.
SIMBOLO STIMOLANTE
L'operatore si definisce tale quando il grado di tensione prodotto
nel soggetto supera l'indice di tolleranza e la fonte stimolante
viene identificata positiva dal suo lo Razionale (passaggio da
flash subliminale a flash ipnotico).
115
L'io razionale del soggetto è costretto a riconoscere ed a
convivere solo con stimoli stimolanti che hanno un grado di
potenziale ipnotico; solo in questa particolare fase il soggetto può
porsi competitivo a qualsiasi richiesta dell'operatore se
quest'ultimo dovesse essere riconosciuto simbolo negativo.
116
4. Stato di Tensione Ansiosa e di Tensione Emozionale.
117
Per l'inconscio è positivo qualsiasi stato di tensione positiva o
negativa, emozionale o ansiosa, di piacere o di sofferenza: è
opera dell'io Razionale del soggetto definirla positiva o negativa.
Nel momento in cui l'lo Razionale dell'individuo identifica in modo
negativo la fonte o la causa scatenante la tensione, non esita a
definire di sofferenza o ansiogena detta tensione.
Quando l'operatore, nel procedimento induttivo, produce una
tensione nel soggetto superiore alla sua esigenza di
assorbimento, questi reagisce cercando la fuga dall'ambiente o
dalla situazione ove ritiene essere presente la causa negativa; si
hanno quindi dei tentativi di "Cortocircuito" e, se è possibile, delle
vere e proprie interruzioni del rapporto comunicativo in atto.
Lo stato di tensione ansiosa è pertanto sinonimo di sofferenza per
il nostro lo logico e razionale.
L'operatore, durante un procedimento ipnotico e soprattutto nella
fase induttiva, deve inviare stimolazioni commisurate al
potenziale ipnotico che l'inconscio del soggetto gli riconosce; tale
riconoscimento è costantemente suscettibile di variazioni durante
il procedimento ipnotico.
Nel momento in cui l'operatore produce stimolazioni aventi
contenuto tensionale superiore al potenziale ipnotico attribuitogli
dall'Io Razionale del soggetto, si crea un evento critico.
Il soggetto può adottare due soluzioni per ovviare alla situazione:
riconoscere all'operatore un maggior potenziale ipnotico o
"cortocircuitarlo" ed interrompere così il rapporto ipnotico.
La decisione del soggetto sarà influenzata dalle successive
stimolazioni o "atti comunicativi" che l'operatore decide di inviare.
Nel momento in cui nel rapporto ipnotico si produce una fase
critica, l'operatore deve immediatamente gratificare il soggetto
trasmettendo atti comunicativi gratificanti, cioè riducenti tensione;
in tal modo l'lo logico del soggetto avverte l'operatore disponibile
a calibrare il servizio analogico secondo le sue esigenze5.
118
Se l'operatore continua ad inviare atti comunicativi penalizzanti,
anche immediatamente dopo la fase critica, il soggetto non
registrerà positivamente la disponibilità dell'operatore, pertanto si
potrà competitivo. Tale mancata attribuzione equivale alla
variazione del modo in cui l'operatore è registrato, da positivo a
negativo, ed ha come conseguenza per il soggetto l'accumulo
ansioso.
Ricordiamo che il soggetto, a livello inconscio, ha sempre bisogno
di energia e quindi di stimolazioni energetiche tensionali: se
dipendesse solo dall'inconscio del soggetto, il potenziale ipnotico
dell'operatore sarebbe immediatamente elevatissimo senza
nessun problema di tarature: per ovvi motivi di difesa è l'lo
Razionale del soggetto a riconoscere il valore ottimale del
potenziale ipnotico dell'operatore e, se ritiene pericoloso che
questo aumenti, blocca immediatamente il processo.
La tensione emozionale è uno stato tensionale piacevole non
eccedente il potenziale ipnotico riconosciuto alla fonte stimolante;
essa insorge quando il soggetto identifica positivamente la fonte
producente tensione: la reazione dell'individuo a questo tipo di
tensione consiste nel desiderio di gratificare le richieste della
fonte di stimolazione, divenuta ormai simbolo a tutti gli effetti.
Nel momento stesso in cui il soggetto riconosce logicamente il
potenziale ipnotico dell'operatore, avverte l'esigenza di
destabilizzarlo, ma ciò gli sarà possibile solo attraverso la
realizzazione delle fenomenologie richieste, dato che, a seguito
della posizione ortostatica imposta all'inizio dell'esperimento
ipnotico, nessuna altra forma di scarico tensionale gli è concessa.
119
Riteniamo importante rilevare che è interesse del soggetto porre
in atto quanto richiesto, dato che solo così può destabilizzare il
potenziale dell'operatore e quindi lo stesso rapporto ipnotico.
L'operatore, durante un procedimento ipnotico, deve produrre nel
soggetto una tensione emozionale, ossia non superiore all'indice
di tolleranza, come pure non superiore al potenziale ipnotico
acquisito in quel preciso momento.
La tensione ansiosa è un accumulo di energia tensionale che non
può seguire il suo iter naturale; l'lo dell'individuo ne blocca lo
scarico verso bersagli che, pur riconosciuti validi a livello
inconscio, non lo sono a livello razionale.
In altri termini, lo stato di tensione ansiosa nasce in quanto l'Io
Razionale non riconosce la fonte idonea a ricevere ulteriore
potenziale ipnotico (operatore troppo penalizzante).
A seguito di ciò l'individuo si sottrae al rapporto, dimenticando
spesso che comunque deve sempre annullare il potenziale
ipnotico già acquisito dall'operatore6.
"Cortocircuitare" in un rapporto ipnotico, vuol dire interrompere il
rapporto diretto con l'operatore o con la persona che rappresenta,
nella vita quotidiana, un simbolo. Erroneamente ogni individuo
ritiene che il cortocircuito, l'interruzione drastica del rapporto
diretto con la persona-simbolo, possa rappresentare il più efficace
sistema di difesa.
In verità, nella vita quotidiana, l'esperienza ci insegna che il
simbolo sopravvive nella mente e continua ad inviare stimolazioni
analogiche, rendendo così costante l'aumento del proprio
potenziale ipnotico; potenziale che l'individuo alla fine dovrà
riconoscere, volente o nolente, alla persona che oggettivizza tale
simbolo. Tutto ciò avviene senza che questo muova un dito,
perchè parte di un automatismo mentale.
Tale processo è denominato "Infertizzazione" ed avviene
automaticamente grazie ai continui pensieri che hanno per
120
oggetto la fonte stimolante. Il soggetto si infertizza da solo, si
produce automaticamente le stimolazioni penalizzanti che
aumentano il potenziale del simbolo che vorrebbe combattere e
sconfiggere7.
Il meccanismo di difesa ritenuto dall'individuo più efficace in realtà
rappresenta “la difesa dello struzzo che mette la testa sotto la
sabbia per non vedere" interrompendo così, in modo illusorio, un
rapporto difficile.
Premesso ciò, appare evidente che il cortocircuito effettuato dal
soggetto in realtà è uno strumento operativo del suo inconscio,
tendente a mantenere attiva l'azione stimolante del simbolo o
dell'operatore e non certamente ad annullare gli effetti; per
ottenere ciò: è necessario destabilizzare il simbolo con l'azione e
non con la rinuncia al rapporto diretto.
121
stimolante, il soggetto avverte uno stato di tensione
emozionale, piacevole, e, di conseguenza avvertirà l'impulso
di gratificare l'operatore ponendo in atto quanto richiesto o
sollecitato.
È curioso anche rilevare come sia più facile destabilizzare un
simbolo positivo che uno negativo; l'lo Razionale, rilevando
uno stato di tensione negativa, tende più a cortocircuitare che
a gestire la destabilizzazione: così facendo impedisce ai reali
sistemi di difesa di attivarsi 8.
122
5. Il Potenziale Ipnotico.
123
In sintesi, la fonte che crea tensione acquisisce il potenziale
ipnotico relativo: il potenziale ipnotico ha un influenza notevole sui
dinamismi mentali del soggetto; il potenziale ipnotico crea una
rivoluzione ed un successivo nuovo equilibrio energetico.
Il potenziale ipnotico acquisito dal simbolo-operatore crea una
rivoluzione radicale nel soggetto nel momento in cui supera il
potenziale ipnotico del forte simbolo preesistente all'interno della
struttura mentale del soggetto. È un pò come il cambio di un Re:
la destabilizzazione di un Re ad opera di un suddito che, via via,
ha acquisito sempre più potenziale ipnotico, sino a poter
detronizzare il Re che fino a quel momento si alimentava grazie
alle azioni sue e di altri sudditi.
Il potenziale ipnotico permette all'operatore di provocare nel
soggetto un ribaltamento completo nel modo di recepire un atto
comunicativo espresso, una richiesta fenomenologica ipnotica,
un'azione comportamentale sollecitata.
Il ribaltamento rappresenta una variazione della reattività del
soggetto, della connotazione da spiacevole a piacevole nel
compiere l'atto o la scelta che viene richiesta dall'operatore; ciò
indipendentemente dal giudizio positivo o negativo che il senso
comune o il soggetto stesso, in altre situazioni, potevano
attribuire all'atto.
II ribaltamento rappresenta, quindi, la variazione identificativa
dell'atto richiesto dall'operatore. Ogni individuo nel fare l'azione
richiesta registra una sollecitazione pari alla tensione energetica
(ansiosa-emozionale) avvertita; ogni sollecitazione dell'operatore
effettuata con la C.N.V. (nella fase induttiva) o con la C.V. (nella
fase di pilotaggio) può assumere il ruolo di una richiesta
gratificante o penalizzante.
Grazie al potenziale ipnotico acquisito, l'operatore può ottenere la
fenomenologia richiesta: il soggetto registrerà gratificante
compiere le azioni comportamentali o vivere le fenomenologie
124
richieste. La realizzazione di queste gli permetterà di
destabilizzare il potenziale ipnotico dell'operatore e quindi il
simbolo che egli rappresenta, dato che, raggiungendo l'obiettivo
precostituito, l'operatore non avrà alcun interesse a proseguire la
fase induttiva.
Il soggetto, una volta riconosciuto simbolo l'operatore, ha tutto
l'interesse gratificare le sue richieste fenomenologiche, pertanto
quest'ultimo deve porre l'attenzione esclusivamente al rendere il
servizio analogico idoneo per acquisire il potenziale ipnotico. 9
Sarà lo stesso servizio analogico, una volta reso, a far scattare
quel famoso ribaltamento percettivo, per cui il soggetto registra
gratificante compiere quelle azioni che prima avrebbero causato il
cortocircuito del rapporto.
I procedimenti ipnotici sono possibili proprio in funzione della
necessità dei simboli precostituiti del soggetto di trovare
all'esterno dei bersagli che possono innescare il dinamismo
tensionale necessario alla loro sopravvivenza10. (Benemeglio S.,
1978).
Precisiamo che l'Io Razionale riconosce il simbolo operatore, o
meglio il suo potenziale ipnotico, solo quando ritiene di non
poterlo disconoscere.
Immaginate una stanza con una unica via di uscita rappresentata
da una porta.
125
L'energia prodottasi all'interno della stanza (stato di tensione nel
soggetto) cerca di uscire per raggiungere il bersaglio naturale di
scarico (operatore), questo è possibile solo se l'lo Razionale apre
la porta.
"L'apertura della porta" è condizionata dal modo in cui l'operatore
si presenta al soggetto, o meglio all'Io razionale del soggetto in
quel preciso momento (fase critica).
Se l'operatore viene registrato penalizzante in quel preciso
momento, l'lo Razionale del soggetto chiude la porta e non gli
permette di acquisire un maggior potenziale ipnotico.
Se l'operatore viene registrato gratificante, la porta si apre
permettendo la sua piena investitura emozionale, con il
conseguente aumento del potenziale ipnotico riconosciutogli dal
soggetto.
Giunti a questo punto nasce spontanea la domanda di come
possa l'operatore, in un procedimento ipnotico, rendersi conto se
la porta dell'Io Razionale del soggetto è aperta o chiusa.
La risposta va ricercata nel comportamento del soggetto durante
la fase di "passaggio da flash subliminale a flash ipnotico":
durante questa fase l'operatore imposta la"verifica analogica
terminale" cioè inserisce la parola tra i propri atti comunicativi,
controllando che il soggetto non deglutisca.
In caso affermativo la verifica risulta negativa, quindi la porta
dell'Io Razionale, è ancora chiusa; nel caso in cui, durante
l'inserimento della C.V., il soggetto non deglutisca, la verifica
risulta positiva, quindi la porta gli è aperta; ciò vuol dire che il
servizio analogico è stato perfettamente reso durante la fase
induttiva.
Nella fase di pilotaggio la "verifica logica positiva" è rapportata
alla realizzazione o meno della fenomenologia ipnotica richiesta
verbalmente dall'operatore.
126
Nella Ipnosi Dinamica esistono tre tipi di verifiche:
127
mettere in azione, nel soggetto, i meccanismi di "Identificazione"
dell'Io Razionale (apertura porta) e determinare il riconoscimento
del proprio potenziale.
L'istanza dell'inconscio o "Non lo" è preposta, attraverso i
meccanismi base della "Proiezione" e dell'Incorporazione", alla
produzione automatica di energia tensionale "Infertizzazione”,
tendente a caricare il desiderio.
Per attivare i procedimenti di Infertizzazione, è necessario che il
Non lo del soggetto subisca stimolazioni tali da interessare anche
l'istanza razionale, attribuirà alla fonte di stimolazione il valore di
simbolo e su questo saranno impostati i dinamismi autonomi che
prescindono dalla presenza o dal l'azione di un operatore e che
garantiscono quindi, in ogni caso, la sopravvivenza dell'inconscio.
L'istanza dell'Io Razionale è preposta, tramite i meccanismi di
base del la "Identificazione" e della "Destabilizzazione";
all'annullamento del potenziale ipnotico del simbolo-operatore
(Introiezione). L'operatore stimola nel soggetto il meccanismi di
base della Identificazione ogni qualvolta superi positivamente la
fase critica di verifica e si presenti come simboli; acquisendo
sempre più potenziale ipnotico, solleciterà l'esigenza di essere
"Destabilizzato".
Ciò potrà avvenire tramite l'investitura di potenziale ipnotico
dell'operatore ogni qualvolta il soggetto lo gratifica.
Il Cortocircuito del rapporto ipnotico da parte del soggetto non è
una destabilizzazione di potenziale ipnotico, ma semplicemente
una interruzione del rapporto diretto. Quando parliamo di lo
Razionale, intendiamo riferirci sempre all'istanza dell'individuo
preposta alla Identificazione ed alla Destabilizzazione di un
simbolo; pertanto il termine non sta ad indicare il potere
decisionale, di analisi o di ragionamento dell'individuo, ma
esattamente e soltanto una sua istanza mentale.
128
Il potere decisionale, la "ratio" di un individuo, le sue
argomentazioni, sono delle semplici sintesi operative della istanza
mentale razionale, sintesi definibili anche come variabili di una
Costante rappresentata dalle fondamentali esigenze dei Simboli
Egemoni e della modalità operativa dei meccanismi psicologici di
base11; la costante di ogni individuo è la ricerca di fonti di
stimolazione, nell'ambiente che lo circonda, atte a favorire la
produzione di energia psichica di cui necessita.
In altri termini, possiamo affermare che il fenomeno ipnotico è un
evento naturale che permette la creazione di un simbolo, al pari di
altri rapporti di relazione che, periodicamente, si impostano nella
vita quotidiana. La differenza risiede unicamente nelle originali
richieste che il simbolo operatore formula al soggetto, rispetto al
tipo di comportamento ed ai modi naturali di richiesta che un
simbolo, divenuto tale, esprime nella vita quotidiana.
Nel procedimento ipnotico l'operatore si pone al servizio della
costante energetica, creando nel soggetto delle micro-tensioni
(fase induttiva) sino a quando ogni posizione competitiva (di
rifiuto) si sia trasformata in ruolo complementare (di
accettazione). La realizzazione della fenomenologia richiesta
implica l'adozione di un ruolo complementare da parte del
soggetto.
L'operatore deve entrare in comunicazione, nei procedimenti
ipnotici, con entrambe le fondamentali istanza dell'Io del soggetto:
129
La seconda classe condiziona la prima, imponendo un ruolo
complementare o competitivo nei confronti della fonte di
stimolazione.
Pertanto gli attori che entrano nella scena ipnotica sono i
seguenti:
IDENTIFICAZIONE
“Tu detieni un potenziale ipnotico nei miei confronti e pertanto
sei”.
130
DESTABILIZZAZIONE
“Io ti gratifico nelle tue richieste per poter così far cadere il tuo
interesse a stimola re il mio non io, con l’in via di altre stimolazioni
analogiche”.
131
PROIEZIONE
“Sento il tuo fascino”
INCORPORAZIONE
“Sento il tuo potere”
132
rispetto al possesso (Io Razionale) e più tensione energetica si
crea.
Cerchiamo di essere più chiari!
Lo stato di tensione energetico si produce nell'individuo dalla
distonia tra desiderio dell'oggetto rispetto a quanto si ritiene di
possederlo; se l'individuo riesce a possedere l'oggetto per quanto
lo desidera, la pulsione si spegne in quanto il valore tensionale è
zero.
Il desiderio può raggiungere diversi livelli di intensità e, rispetto a
tale livello, l'oggetto che si desidera può essere posseduto
integralmente, parzialmente, oppure non posseduto affatto.
Se viene posseduto integralmente si annulla la distonia relativa e
con esso il simbolo che l'oggetto rappresenta per l'individuo.
Accettiamo per un at timo l'ipotesi di poter valutare gli indici di
desiderio e di possesso, ossia quanto desiderio riteniamo di poter
soddisfare nei confronti dei un oggetto X, con un comune
termometro che ci indichi il valore energetico di ciascun indice
(desiderio-possesso). Ora, identifichiamo pure tale simbolo in un
oggetto materiale, per esempio un'automobile.
Utilizzando per analogia il parametro termometrico, potremmo
rilevare che il nostro desiderio di possedere l'auto sia di 80°,
mentre il possesso, o meglio il godimento di tale bene, di 20°
(poniamo il caso che l'auto ci venga prestata da un amico per
tempi limitati e non è quindi totale il godimento del bene).
Analizziamo ora il tutto secondo i parametri della nostra mente!
Sul desiderio di grado 80° nulla da aggiungere, tale è il desiderio
soggettivo che abbiamo. Il godimento di tale bene è di 20°; questo
vuol dire che possediamo solo parzialmente l'auto, infatti, in base
all'esempio espresso, l'uso o il godimento ci viene concesso da
altri e per un tempo limitato, ossia per vincoli indipendenti dalla
nostra volontà, non possiamo utilizzarla come desiderio (per 80°),
ma solo per 20°.13
133
In questo caso sussiste una netta discordanza tra desiderato e
goduto (o posseduto), una distonia esattamente di 60°; tutto
questo ci indica che lo stato di tensione emozionale da noi vissuto
per l'auto è di gradi 60°.
Schematizzando abbiamo:
134
CAP. IV
SIMBOLI E SIMBOLISMI NELL’IPNOSI DINAMICA
135
I Simboli Precostítuiti più importanti, puntualizza Benemeglio,
sono il PADRE, la MADRE, e il SENSO DI IMPOTENZA per non
aver posseduto l'oggetto della disputa2, quest'ultimo simbolo
precostituito prende il nome di Ego in quanto rappresenta l'origine
dell'egocentrismo umano, ossia del processo identificativo
dell'uomo nella consapevolezza di se stesso. (Benemeglio et. al.,
1985).
I meccanismi psichici che portano alla realizzazione del processo
descritto - e che in tale processo si presentano in fasi successive
- sono quattro: l'Incorporazione, la Proiezione, l'Identificazione e
la Destabilizzazione (Benemeglio et. al., 1985).
136
Le stimolazioni, abbiamo detto, "rievocano" i simboli precostituiti
(Benemeglio, 1985). Già Freud, peraltro, esprimeva un concetto
simile, quando affermava che l'uomo sceglie la propria compagna
in riferimento al modello materno (Freud, 1910). Queste ultime
considerazioni ci permettono di introdurre il concetto di
Proiezione.
137
sotto forma di ricordi ma sotto forma di azioni; li ripete,
ovviamente, senza rendersene conto. Ad esempio: (.... ) non dice
di ricordare d'essere stato caparbio e diffidente verso l'autorità dei
genitori, ma si comporta in questo stesso modo verso il medico"
(Freud, 1914). Nell'ambito del rapporto analitico il transfert viene
generalmente riconosciuto, mentre nella vita comune passa
inosservato (Freud, 1912). Inoltre, in questo contesto, la
riedizione di sentimenti "perduti" e l'attribuzione all'analista delle
figure trasferite non è fondata su alcun rapporto reale (Freud,
1909): mentre, nella vita di ogni giorno, è basata su un'assonanza
analogica. Un esempio di tale meccanismo è fornito dal
comportamento di una paziente di Freud.
Questa donna racconta di essere rimasta ferita dal modo di fare
di un certo giovane - che l'aveva spesso guardata con
ammirazione - quando quest'ultimo, un giorno, le aveva guardato
sdegnosamente i piedi.
Questo fatto, in funzione della traslazione, scrive Freud, le aveva
rievocato - senza che lei ne fosse consapevole - un episodio in
cui lei, da bambine, aveva tentato di imitare il fratello nella
minzione, orinandosi invece sui piedi e suscitando, così, l'ilarità di
questi. Il fratello, poi, per lungo tempo, le aveva guardato con
disprezzo le scarpe per ricordarle l'incidente (Freud, 1913).
Benemeglio osserva che è soprattutto la Comunicazione
Analogica a sollecitare la proiezione dei simboli Precostituiti
(Benemeglio et. al., 1985).
Le Proiezioni sono seguite, poi da altre Incorporazioni e queste
da altre Proiezioni. Incorporazioni e Proiezioni, quindi, producono
un dinamismo psichico che, se raggiunge una certa intensità,
consente il riconoscimento logico della fonte di stimolazione, cioè,
l'identificazione del simbolo (Benemeglio et. al., 1986).
138
L'Identificazione: Per Identificazione Freud intende l'atto e la
risultanza dell'identificarsi con un'altra persona. Ad esempio, dice
Freud, il maschietto si identifica con il padre.
Tuttavia, tale identificazione non è totale; bensì parziale: "(....) si
appropria soltanto di un aspetto della persona che è oggetto di
identificazione" (Freud, 1921). L'identificazione ha poi, molta
rilevanza nei fenomeni isterici e nella melanconia (Freud, 1921).
Il concetto di Identificazione di Benemeglio ha, invece, una
valenza proiettiva -nella terminologia di Lande- e cioè, si
riferisce ad un riconoscimento qualitativo e quantitativo del
simbolo (Benemeglio, 1979).3
139
Caratteristiche del Simbolo.
Il Simbolo è quindi una fonte di stimolazione riconosciuta tale;
esso è essenzializzato da una "Distonia" i cui poli sono
rappresentati, da una parte del "DESIDERIO" e, dall'altra, dalla
consapevolezza del suo mancato "POSSESSO integrale"
(Benemeglio et. al., 1985).
I simboli sono quindi delle distonie energetiche che hanno delle
complesse interazioni; queste relazioni intrasimboliche
essenzializzano, secondo I'A. la vera e propria Comunicazione
Analogica (Benemeglio et. al., 1985).
Un simbolo è definito da Benemeglio anche "vincolo", in
considerazione del fatto che queste strutture mentali inibiscono il
loro possesso da parte del soggetto. Un simbolo può essere una
qualsiasi cosa: il patner, una sigaretta, un'ideologia, l'automobile,
la timidezza etc., ossia tutto ciò che appartiene alle
"ATTRIBUZIONI" oppure alle AUTOATTRIBUZIONI". Le prime
sono "cose o persone che vincolano", le seconde, invece, sono
"definizioni vincolanti del proprio essere", prevalentemente
negative; ciò non implica, però, che siano necessariamente
vissute come fonti di sofferenza, lo diventano solo quando
superano l'indice di tolleranza del soggetto. Allora l'Io le rifiuta
come proprie e il vincolo autoattributivo diviene un problema
(Benemeglio, 1986)4.
Ogni simbolo di cui si compone la struttura mentale ha una
"FUNZIONE ENERGETICA" e una "FUNZIONE ESPLETATIVA";
la funzione energetica consiste nello stimolare energia necessaria
a rifornire il simbolo stesso, la Funzione Espletativa è invece
essenzializzata dal comportamento dell'individuo nei confronti di
un simbolo per appagare le esigenze di desiderio e di possesso
nei confronti del simbolo stesso.
Si può affermare che la funzione energetica crea nell'individuo
"l'esigenza", la funzione espletativa "appaga l'esigenza".
140
I Simboli sono ordinati in senso gerarchico; più precisamente si
riuniscono in raggruppamenti di tre a tre. Un raggruppamento
prende il nome di "TRIADE SIMBOLICA" dove un Simbolo ricopre
il ruolo di “STIMOLANTE"; quella immediatamente superiore
riveste la funzione di "ALIMENTATORE" e il terzo rappresenta
l'"EGEMONE" della Triade; questi tre simboli sono in un rapporto
per cui il primo stimola il secondo ad alimentare il terzo.
Benemeglio precisa che se il ruolo di Stimolante è di pertinenza di
un vincolo attributivo, allora l'Alimentatore sarà
un'Autoattribuzione; al contrario, se lo Stimolante è un
Autoattribuzione, l'Alimentatore sarà un vincolo Attributivo:5 ad
esempio "non riesco a conquistare Roberta (Simbolo Attributivo)
perchè sono timido (Simbolo Autoattributivo)"; L'Autoattribuzione
segue sempre l'Attribuzione e viceversa.
Avendo descritto l'aspetto interattivo del Simbolo -cioè il suo
rapporto con gli altri simboli all'interno della Triade Simbolica- ne
analizziamo ora l'aspetto interno: il Simbolo al suo interno non è
unitario; esso può infatti essere scomposto in diverse strutture.
Il Simbolo ha un aspetto tridimensionale; costituendosi di una
"DIMENSIONE di CONDENSAZIONE", di una "DIMENSIONE di
SINTESI" e di una "DIMENSIONE NUCLEARE"; tale suddivisione
prende il nome di "SEGMENTAZIONE SIMBOLICA".
La Dimensione di Condensazione rappresenta l'integrità del
simbolo; la sua unità così come è vissuto dalla persona -ad
esempio il simbolo Roberta- e viene indicato come 1 in quanto il
Simbolo viene identificato sotto un aspetto unitario.
La Dimensione di Sintesi comporta la scissione del Simbolo nella
pulsione che stimola nell'individuo: pulsione di desiderio e
pulsione di possesso -ad esempio il desiderio nei confronti di
Roberta e, al contempo, l'esigenza di possesso nei confronti della
stessa Roberta (Simbolo di Condensazione) cioè il Simbolo, a
questo livello, viene vissuto per se stesso e, al con tempo, per ciò
141
a cui associativamente rimanda. Tale dimensione è nota come 2,
perchè due sono le qualità pulsionali: desiderio e possesso.
La Dimensione Nucleare consiste nella divisione del Simbolo
secondo i dinamismi-base che si attivano nell'individuo:
l'Incorporazione, la Proiezione, la Identificazione e la
Destabilizzazione. Il livello Nucleare è chiamato
convenzionalmente 4 perchè quattro sono, appunto, i dinamismi
psicologici di base dell'individuo.
Il 4-2-1- del Simbolo palesa anche la sua formazione; inoltre
questi livelli, all'interno dei Simboli, hanno le funzioni
rispettivamente di Egemone, Alimentatore e Stimolante
(Benemeglio, 1985)6.
Schema illustrativo B
142
e il Dinamismo Energetico 2 è il tenore energetico che scaturisce
dal contrasto tra le due immagini, reale e ideale.
II Desiderio alimenta l'Immagine Ideale, mentre il Possesso
alimenta l'Immagine Reale. Tutto ciò che consente una maggiore
aderenza alla realtà rafforza l'immagine reale del simbolo; tutto
ciò che l'allontana risalta il desiderio e quindi l'immagine ideale.
Benemeglio fà l'esempio di una moto che si desidera: se vediamo
il depliant della moto viene caricata l'Immagine Ideale 4, se
invece andiamo dal Concessionario, valutiamo e proviamo la
moto carichiamo l'immagine reale 1 (Benemeglio, 1986)7.
Possiamo ora approfondire la spiegazione del processo
attraverso il quale si crea un Simbolo.
Una fonte di stimolazione esterna, spiega Benemeglio, diviene
inizialmente un Simbolo Nucleare quando, attraverso delle
sollecitazioni di carattere non verbale, determina un dinamismo
tra il livello delle Proiezioni e quello delle Incorporazioni e tra
quello delle identificazioni e delle Introiezioni.
Successivamente passa alla dimensione di sintesi e si qualifica
perciò come Simbolo di Sintesi, in tal caso l'individuo avverte le
prime sensazioni di desiderio e di possesso. A questo punto,
tuttavia, il Simbolo non è ancora in 1 ossia non è ancora
identificato consapevolmente dall'individuo.
Nel momento in cui le stimolazioni e il dinamismo prodotto
raggiungono una certa intensità, la fonte assurge al rango di
Simbolo (Benemeglio, 1985); l'individuo identifica nell'unità
condensativa il Simbolo, dando così un significato al significante
emotivo: un oggetto che "condensi" le pulsioni di desiderio e di
possesso. Può succedere anche il processo inverso: un simbolo
che era riconosciuto in 1 può perdere questa posizione a rendersi
rimosso.
143
Non solo le Attribuzioni simboliche possono essere rimosse -
come si potrebbe pensare- ma anche le Autoattribuzioni
(Benemeglio, 1985).
Per quanto concerne le dinamiche dal punto di vista del
movimento energetico, si verifica che il primo e il secondo
dinamismo analogico o inconscio (l'Incorporazione e la
Proiezione), nelle loro interazioni, vanno a caricare il Desiderio o
Infertizzazione nella Dimensione di Sintesi; mentre il primo ed il
secondo dinamismo logico (l'Identificazione e la Introiezione),
nelle loro interazioni, vanno a caricare il Possesso o
Destabilizzazione nella Dimensione di Sintesi. (Vedi schema
illustrativo C).
Schema illustrativo C
144
A loro volta Desiderio e Possesso produrranno una distonia che
alimenta, nella Dimensione di Condensazione, quello che è
definito il Potenziale Ipnotico del Simbolo (Benemeglio, 1985).
Le tre dimensioni di un Simbolo hanno diverse modalità di
comunicare: la Dimensione Nucleare comunica solo con la
C.N.V., la Dimensione di Sintesi comunica attraverso il
Simbolismo8 e la Dimensione di Condensazione attraverso la
Comunicazione Verbale o, con aspetti non verbali decodificati
culturalmente. Detto altrimenti la comunicazione a livello di 4 e di
2 è subliminale o extraliminale, mentre la comunicazione a livello
di dimensione di condensazione è intenzionale e consapevole
(Benemeglio, 1985).
I concetti di 4, 2 e 1, sono particolarmente efficaci nel descrivere i
rapporti fra le Triadi; schematicamente possiamo raffigurare
queste relazioni nel seguente modo:
4-2-1 Simbolo A
4-2-1 Simbolo B
4-2–1 Simbolo C
145
sessuali (Benemeglio et. al., 1985). Padre, Madre ed Ego di
questi simboli vengono chiamati anche Matrici-Duplicatori per il
fatto che costituiscono una sorta di "calchi" per i Simboli
successivi o neocostituiti, definiti "SIMBOLI DI RIFERIMENTO".
(Vedi Schema illustrativo D).
Schema illustrativo D
146
La maggiore distonia che l'operatore deve individuare nel
soggetto ai fini di un procedimento ipnotico, è localizzata in uno
dei tre punti distonici ipnotici sotto elencati:
147
2. Simboli e Simbolismi
148
1. La nostra moglie o il nostro marito.
2. La nostra amante o il nostro amante.
3. Le nostre idee ossessive se non ci permettono di essere
come desideriamo per avere ciò che vogliamo.
4. La nostra sigaretta se vogliamo smettere di fumare
(desiderio) e, al contempo, prendiamo atto di non riuscirci
(possesso).
5. L'operatore ipnotico, al termine della fase induttiva, se ha
acquisito il potenziale ipnotico necessario, rendendo il
servizio emotivo al Simbolo Egemone.
149
Preso atto di quanto detto è necessario distinguere il Simbolo dal
termine SIMBOLISMO che indica la modalità di espressione del
Simbolo nei suoi rapporti di relazione con altri simboli e con il
mondo esterno.
Per dare un'idea della varietà dei fenomeni compresi nella parola
Simbolismo possiamo citare come esempio i sistemi espressivi
adottati negli atti cerimoniali religiosi o nelle pratiche fideistiche,
negli amuleti, nei talismani.
150
1. la Comunicazione Non Verbale per stimolare, con il
dinamismo prossemico, cinesico, digitale, paralinguistico,
durante la fase induttiva;
151
eventi, indipendentemente da chi o da che cosa rappresenta
oggettivamente il turbamento.
152
AUTOATTRIBUZIONI SIMBOLI DELL'ESSERE
Oggettivazioni simboliche IO SONO
interne all'individuo
153
I VINCOLI A FARE O A NON FARE SI COMPONGONO
ESCLUSIVAMENTE DI SIMBOLI ATTRIBUTIVI O
AUTOATTRIBUTIVI IN RAPPONTO COMUNQUE
INTERDIPENDENTE.
Esempi:
154
viene denunciato o espresso nella comunicazione.
Elemento non manifestato che fa lamentare la persona
che denuncia il suo problema/turbamento.
TRIADE SIMBOLICA
155
Simbolo Egemone è l'imperatore che mangia, il Simbolo
Alimentatore è il cibo ed il Simbolo Stimolante è il cuoco che
"cucina" il cibo.
Ora, poniamo il caso che Francesco ha un Simbolo Egemone che
si alimenta dall'insicurezza: Se non c'è una Fonte di stimolazione
che amplifica l'insicurezza di Francesco, il suo Simbolo Egemone
non può nutrirsi.
Come dire che il Simbolo Alimentatore è un frigorifero colmo di
cibo, ma il Simbolo Egemone, che ne determina il possesso, non
può nutrirsi del cibo contenuto se non trova una fonte di
stimolazione che permetta l"apertura" del frigorifero.
Il Simbolo Egemone cerca sempre un simbolo stimolante che
possa aprire la porta del simbolo alimentatore per potersi così
nutrire di energia.
La Fonte di stimolazione, quindi, non deve fare altro che "rendere
il servizio" al Simbolo Egemone per poter acquisire il potenziale di
persuasione o di affascinazione che le necessita.
Per stimolare l'energia al servizio del Simbolo Egemone, la Fonte
di stimolazione può utilizzare i contenuti logici informativi del
discorso ossia la C.V. ed i modelli interattivi logici definiti anche i
linguaggi emotivi dell'inconscio, ossia:
156
oppure si può manifestare nel la veste analogica: la persona cioè
esprime il referente analogico simbolico del proprio
problema/vincolo con il segno gestuale, mentre parla con i propri
interlocutori.
Il simbolo alimentatore espresso con la parola o con il segno è
sempre il simbolo conflittuale del soggetto ossia il problema e
quindi la fonte della sua alimentazione.
- IO SONO X
- IO HO X
157
Se l'interlocutore esprime il problema/vincolo con il verbo essere,
vuol dire che il suo simbolo egemone predilige simboli che
oppongono delle resistenze ad essere posseduti, mentre se
l'interlocutore esprime il problema vincolo con il verbo avere vuol
dire che il suo simbolo egemone predilige simboli che non
oppongono delle resistenze ad essere posseduti, ossia che
aiutano a soddisfare il senso del possesso.
Poiché è necessario che il lavoro della fase induttiva -tendente a
creare un simbolo nella figura dell'operatore- possa essere
soddisfacente, è necessario comportarsi nel modo ottimale
secondo le esigenze dell'inconscio dell'interlocutore.
Se l'interlocutore nel denunciare il problema (vincolo) utilizza:
158
3. Introduzione al Simbolismo Tipologico:
Spada, Cerchio, Triangolo.
5 / 6
La Spada Il Cerchio Il Triangolo
159
grattamenti del corpo e del volto, etc.) e rivela immancabilmente,
in tempo reale, il "Simbolo" a cui appartiene; esprime, nel giro di
pochi minuti, se egli appartiene al simbolo della SPADA, del
CERCHIO, o del TRIANGOLO.
Ma perchè proprio Spada, Cerchio o Triangolo? Da che cosa
derivano e che cosa vogliono rappresentare questi tre simboli nei
quali si può riconoscere tutta l'umanità?
Insomma, per intenderci, si può finalmente dire: "Dimmi come
gesticoli e ti dirò chi sei".
Cosa mi rispondereste se io affermassi che tutto ciò che ci
circonda è racchiuso in cerchi, in triangoli é in aste (spada)?
Quale sarebbe la vostra risposta al fatto che il nostro stesso
essere, riferito alle forme del corpo umano e alle forze che lo
dominano, è racchiuso in questi tre simboli: Spada, Cerchio e
Triangolo?
Vi siete mai fermati un attimo a pensare alla forma degli astri?
Certamente si! Gli astri sono di forma circolare.
Oppure, riconoscete i triangoli magici che hanno dominato la vita
dell'uomo fin dai primordi?
160
Il Cerchio rappresenta la massa ossea del capo umano, dov'è
accumulato il massimo della sostanza solida, come non troviamo
in nessuna altra parte dell'organismo. Ma, di forma circolare sono
anche le vertebre che formano la nostra colonna vertebrale, come
circolari sono le nostre cellule. Il Triangolo potrebbe
rappresentare il nostro tronco, dove sono racchiusi gli organi
diretti dal cervello. I nostri arti, braccia e gambe potrebbero
rappresentare il simbolo Spada. Badate bene, questa è solo
un'ipotesi plausibile dei tre simboli che organizzano tutta la nostra
vita. Basti pensare alle indicazioni stradali moderne, ai divieti, agli
obblighi, ai semafori, alle strisce per terra, per renderci conto che
siamo circondati continuamente da cerchi, triangoli e aste
(spada). La Spada, il Cerchio e il Triangolo, dunque, sono in noi e
attorno a noi.
Anche l'esoterismo, per esempio, si basa sul Triangolo, il Cerchio
e la Spada. E ancora, la religione ci indica il cerchio con l'aureola
161
del Santo, ci dà il Triangolo (Trinità) come immagine d'Iddio, sotto
certi aspetti.
La scienza egiziana si basava sul Triangolo, sul Cerchio e la
stessa filosofia si basa sul Triangolo, sul Cerchio e sulla Spada.
Non sappiamo rispondere con esattezza alla domanda: "Perchè è
così?” Avremmo forse scoperto il segreto della vita.
Sta di fatto che questi simbolismi funzionano nella vita di tutti i
giorni, e lo potremo verificare in qualsiasi momento in cui ci
appresteremo, in seguito, ad effettuare un esperimento usando le
tecniche della Ipnosi Dinamica, utilizzabili, non solo durante un
processo induttivo ipnotico, ma anche durante i dialoghi con i
nostri interlocutori.
Ma, che cosa vogliono rappresentare questi tre simboli?
Essi si riferiscono esattamente al comportamento umano e
all'eterno Turbamento (Turbamento Base) che vive l'individuo o
che, più precisamente, ha vissuto nella sua infanzia. Questo
"turbamento antico" ci accompagnerà fino alla morte e si
manifesterà sempre, inconsciamente, nel nostro vivere quotidiano
attraverso, appunto, il nostro inconscio, che si esprime mediante
il segno, il gesto e il comportamento. Imparare a decifrare questi
messaggi inconsci vuol dire leggere nell'interlocutore come in un
libro aperto. Cosa dareste in cambio per sapere ciò che
profondamente una persona pensa di voi? Cosa fareste mai per
conoscere e modificare le leve emotive del vostro partner, al
punto da registrarne, a tempo reale, i sentimenti, i suoi timori e le
sue aspettative?
Ecco perchè noi dobbiamo diventare profondi conoscitori dei tre
"Simboli" che guidano la nostra vita e quella degli altri. Le
tecniche che impareremo addentrandoci nella lettura di questo
libro ci permetteranno di sapere immediatamente "di che simbolo
è" il nostro interlocutore (Spada, Cerchio o Triangolo) e,
registrando le posizioni, i gesti, i segnali che egli inconsciamente
162
ci invia, potremo impostare dialoghi o semplici stimoli emozionali,
in grado di pilotare il comportamento di chi ci sta davanti verso gli
obiettivi prefissati.
Dato per scontato, quindi, che ognuno di noi è estremamente
sensibile ai tre simboli: Spada, Cerchio e Triangolo11, (ognuno di
noi sarà sensibile soltanto a due di questi tre simboli) e sapendo
che questi tre simboli si riferiscono al Turbamento-Base vissuto
dall'individuo nella sua infanzia nel senso che è stato proprio
questo turbamento genetico a determinare, fra questi tre simboli, i
due ai quali sarà sensibile andiamo a vedere come si definiscono
i simboli stessi dell'individuo, come si può capire cioè se una
persona "è del simbolo Spada, del Cerchio o del Triangolo" e qual
è la sua sensibilità rispetto ad un altro di questi simboli.
Cominciamo col dire che la Spada (asta) rappresenta il "simbolo
Padre".
Con ciò si intende che il "simbolo padre" può nella vita (quel
padre di quella persona, di quel ragazzo etc.) ricoprire un ruolo
Triangolo e non un ruolo Spada, nel senso che non è un padre
paterno, ma un padre materno. Il dato di certo del simbolo
Triangolo è che esso rappresenta il "simbolo materno", mentre il
Cerchio riguarda noi stessi o l'identificazione del nostro essere, il
nostro egocentrismo, il nostro comportamento egocentrico.
Quali sono le caratteristiche di questi tre simboli? Lo vedremo in
seguito, ma intanto sappiate che l'individuo Spada, per esempio,
tocca oggetti o persone con la punta delle dita, come fà il
cacciavite con la vite, ama appoggiare il volto alla mano tenendo
l'indice all'altezza della tempia e il resto delle dita chiuse. È un
tipo deciso, ha molto senso critico e non di rado è pure un pò
presuntuoso. Ama parlare tirandosi la manica della giacca o della
camicia sul braccio, tirando su i calzini, accarezzandosi il collo o
toccando la cravatta.
163
La persona che appartiene al simbolo Cerchio tocca oggetti e
persone stringendo e serrando, come fa il dado con la vite, usa
accostare la punta dell'indice a quella del pollice, come si fa, più o
meno, nel gesto che accompagna la risposta di O.K., Okay (Va
bene). Sollevando un oggetto, atteggia le mani a tenaglia. Può
aiutare il prossimo, però si limita a consigliare un'eventuale
soluzione dei problemi, senza farsene carico.
La persona che appartiene al Simbolo Triangolo tende ad
avvolgere sollevando l'accendino tenendolo stretto nella mano,
oppure, a tavola lo si sorprende mentre accarezza il bicchiere. Un
temperamento protettivo, avvolgente, tende ad aiutare il prossimo
intervenendo personalmente, si preoccupa dei pericoli a cui
l'interlocutore può andare incontro.
Le caratteristiche su esposte sono soltanto alcuni accenni
sull'argomento che verrà, in seguito, dettagliatamente descritto.
Inoltre, come si definiscono questi simbolismi? Automaticamente,
nel momento in cui noi andiamo a rilevare il nostro Turbamento
Base e cioè la causa dei nostri problemi.
È qui che bisogna fare molta attenzione.
Se un giorno qualcuno mi avesse detto che la causa di tutti i miei
problemi era mia madre, mi sarei anche potuto offendere a morte.
Avrei detto che la mia mamma non mi ha mai creato problemi,
anzi, lei è sempre stata molto affettuosa con me, avvolgente,
preoccupata dei miei problemi, che addirittura era lei a cercare di
risolvermeli, che si angustiava perfino del fatto che io non mi
mettessi la maglietta pesante, ed ogni volta che uscito di casa
controllava che la maglietta ci fosse. Solo più tardi mi accorsi che
inconsciamente, avevo imparato a non tollerare la maglietta sulla
carne; essa mi procurava un turbamento, non l'avrei più portata
per tutta la mia vita.
Se qualcun'altro mi avesse accennato al fatto che la causa di tutti
i miei problemi era stato proprio mio padre, avrei risposto,
164
incollerito, che non era affatto così, che lui evidenziava sempre i
miei limiti, spronandomi a fare di più, che diceva sempre che io
avevo la "testa quadrata", che avrei dovuto applicarmi di più nello
studio, specialmente nella matematica, di cui lui aveva
padronanza assoluta, che avrei dovuto imparare le equazioni e le
derivate.
Solo più tardi mi ero accorto che, nonostante tutto, odiavo la
matematica e che ancora adesso, per fare una moltiplicazione di
due cifre, mi occorre la calcolatrice.
Se un malcapitato mi avesse detto che, invece, sono stato proprio
io la causa di tutti i miei problemi, gli avrei gridato che lui della
psicologia umana non capiva proprio un "tubo".
Ho scoperto più tardi, invece, che attribuire a se stessi la causa
dei propri problemi, vuol dire che non si è come vorremmo essere
o non si riesce ad avere quello che si desidera; ho scoperto,
infine, che attribuire la causa dei propri problemi ad entrambi i
genitori, vuol dire in verità, attribuirli ancora a sè stessi.
165
4. Dinamica dei Simboli
166
ossessiva che ci condiziona, la nostra sigaretta, una
sintomatologia o un disturbo del comportamento, (ansia,
angoscia, tensione, stress e altri).
Un simbolo può essere registrato gratificante o penalizzante così
come gratificante o penalizzante può risultare ciascun atto
comunicativo analogico espresso da Francesco nei confronti di
Roberta.
Francesco potrà, attraverso gli atti comunicativi verbali e non
verbali, amplificare o ridurre la conflittualità e quindi la tensione
energetica all'interno di Roberta. Solo quando Francesco sarà
riconosciuto simbolo da Roberta potrà iniziare la sua fase di
pilotaggio, mirante a condurre Roberta verso gli obiettivi
prefissati.
La fonte di stimolazione, nel nostro caso Francesco, per essere
tale deve stimolare un'aspettativa frustata già esistente in
Roberta, un turbamento che potrebbe, ad esempio, essere
rappresentato dal desiderio di essere soddisfatta di sè contro
alcuni limiti; il turbamento di avere qualcuno o qualcosa che, per
diversi motivi, si fa negare.
Francesco, come fonte di stimolazione, renderà il servizio
analogico a Roberta ponendo in relazione conflittuale il desiderio
ed il senso di possesso che Roberta vive nei confronti del simbolo
Francesco. Sappiamo che ciò può avvenire attraverso la parola, il
dialogo, o attraverso il segno (simbolismo) che Francesco
esprime mentre parla con Roberta.
ATTENZIONE però!
Un simbolo, nel nostro caso Francesco, può essere destabilizzato
nel momento in cui Roberta non ne subisce più gli stimoli che la
coinvolgevano, così non esiste più distonia tra desiderio e
possesso (tanto era il desiderio, tanto è stato compensato con il
senso del possesso).
167
Ecco la necessità da parte di Francesco di stimolare
emotivamente Roberta, di tenerla continuamente in tensione,
poiché i simboli sono in continuo dinamismo, in continua
trasformazione.
Per questa dipendenza con le fonti di stimolazioni, i simboli non
sono autosufficienti e per poter sopravvivere hanno bisogno di
associarsi con altri simboli, proprio come noi, nella vita, abbiamo
bisogno di datori di lavoro e di operai, della scuola che ci formi, e
di tante altre cose.
Questo grappolo di simboli convivono assieme all'interno di un
sistema, la "Triade Simbolica" dove, abbiamo detto, ciascuno di
questi simboli ha un ruolo ben preciso.
Se un soggetto ha per stimolatore il simbolo del triangolo, io che
sono il suo operatore ipnotico, con la mia gestualità, gli esprimo il
simbolo triangolo e automaticamente stimolo il suo turbamento o,
se preferite, il suo alimentatore cerchio il quale fà scattare una
scintilla di energia a favore del suo simbolo egemone che è la
spada.
Come potete constatare, la triade di cui abbiamo parlato ha
funzionato perfettamente.
Al soggetto, tuttavia, potrei presentare un segno gestuale che
rappresenta un cerchio e un triangolo insieme, ma potrei anche
stimolarlo solo con triangolo, perchè dentro me sussiste già
l'alimentatore, ossia il cibo, che automaticamente va a produrre
energia a favore del simbolo egemone (spada).
Per fare un esempio, per andare in tensione non è necessario
che Roberta mi dica di no. Il fatto stesso di essere davanti ad una
bella ragazza potrebbe mandarmi già in tensione, perchè
automaticamente il ricettore di questa bella ragazza si mette in
relazione col mio turbamento e la Triade Simbolica si imposta
automaticamente.
168
La bella ragazza quindi, può dire: "No, non vengo al cinema con
te", ma può anche dire nulla, poiché io già penso che non verrà
mai. Sarò proprio io a porre in relazione l'alimentatore con lo
stimolatore e quindi produrre energia a favore del simbolo
egemone.
Tanto per essere più precisi, sarà proprio il simbolo egemone,
che mi farà pensare "No! Roberta non verrà mai con me".
In sintesi io, operatore, uso l'alimentatore per mettermi in diretto
rapporto nei confronti di Roberta.
Se, per esempio, io allungo il braccio per toccarle il gomito le
comunico contemporaneamente due simboli: il braccio che si
allunga (spada) ed il toccamento, che può essere a cerchio o a
triangolo (simbolismi monovalenti e polivalenti)12.
Mettiamo il caso che io allunghi il braccio e tocchi il gomito di
Roberta a tenaglia (il toccamento a tenaglia esprime il simbolismo
cerchio) esprimo un messaggio polivalente, ossia esprimo
l'alimentatore e lo stimolatore. Dando per scontato che lo
stimolatore questa volta sia il cerchio, automaticamente sarà
Roberta a porlo in relazione col proprio alimentatore/turbamento
Spada e alimentatore di energia tensionale, in questo caso il
simbolo egemone Triangolo.
All'interno del nostro essere, come abbiamo visto, esiste un
turbamento precostituito (alimentatore) rappresentato dal simbolo
a cui noi attribuiamo la causa dei nostri problemi.
Ma noi non ci lamentiamo mai del nostro "Turbamento Base", ci
angustiamo invece, del nostro "Turbamento relativo": è proprio il
turbamento relativo il nostro problema, la nostra fonte stimolante
precostituita. Noi diciamo: "Io sono ansioso" e proprio in quel
momento esprimiamo il nostro turbamento relativo.
Alla domanda: A chi attribuisci la causa della tua ansia: “mamma,
papà o te stesso", la risposta indicherà il turbamento base.
169
Mentre il turbamento base, quindi, può essere: madre, padre o sè
stesso, il turbamento relativo è sempre il problema da risolvere in
quel momento. Tale problema, come abbiamo già accennato, può
essere espresso in tanti modi: la persona può usare il verbo
Essere o il verbo Avere, può dire: "sono ansioso" oppure: "ho
l'ansia"; in base alla sua Distonia.
Il turbamento relativo non solo ci indica il problema ma, attraverso
il modo in cui viene espresso -ossia quale verbo istintivamente
utilizza- ci mette al corrente anche della qualità del turbamento
relativo.
Cosa vuol dire "Distonia dell'Essere?
Il soggetto con una distonia dell'Essere, emotivamente, predilige
amplificare il desiderio delle cose, in modo maggioritario rispetto
al senso del possesso, oppure al soddisfacimento o
all'appagamento.
Preferisce "desiderare più che possedere l'oggetto d'amore"; in
realtà, esiste una gradualità, ma certamente il desiderio deve
essere maggiore del possibile possesso dell'oggetto o della
persona desiderata.
Se la distonia dell'Essere arriva a possedere o ad avere un senso
del possesso di grado maggiore rispetto all’esigenza del
desiderio, automaticamente il simbolo viene destabilizzato, ossia
non ha più nessun potenziale.
Possedere, per la distonia dell'essere, vuol dire detronizzare e
distruggere il simbolo. Chi afferma: "Io sono ansioso" deve
desiderare più di quanto riesce ad ottenere.
La distonia dell'Avere, naturalmente, è esattamente il contrario:
preferisce il senso del possesso egemone, rispetto al desiderio.
La distonia dell'Avere cioè, destabilizzerà il simbolo se desidera,
più di quanto possiede.
Tutto ciò se il simbolo, la fonte di stimolazione, vuol rimanere
simbolo nei confronti di questa persona; permanere simbolo vuol
170
dire mantenere la propria "affascinazione" il proprio "carisma", la
propria "influenza" nei confronti di questa persona.
Soffermiamoci un attimo anche sul "senso del possesso".
Mentre per l'automobile, il possesso è istituzionalizzato nel
momento in cui andiamo a pagare l'auto e ci viene consegnata,
nei rapporti umani il senso del possesso nei confronti di una
persona è solo una "sensazione", la sensazione di possedere
Roberta.
Francesco ha il senso del possesso nei confronti di Roberta nel
momento in cui lei si comporta come lui desidera e non farà mai
nulla contro di lui, perchè la "possiede". Ad esempio è sicuro che
non lo tradirà mai.
Non ha importanza se poi lo fà: è il senso di sicurezza che conta.
Vale a dire che è l'aspetto comportamentale di Roberta che dà il
senso del possesso -la sicurezza- a Francesco.
Quindi il senso del possesso è un discorso soggettivo? Proprio
così! Bisogna però tener presente il tipo di distonia a cui il
soggetto appartiene.
Ammettiamo che Francesco, -avendo destabilizzato Roberta che
ormai lo demotiva, non gli crea il pathos di prima- voglia farsi
destabilizzare da Roberta, deve adottare un comportamento
idoneo a tale scopo. Come si de ve comportare Francesco?
Quando Roberta telefona, le deve attaccare il telefono e dire che
non vuole più sentire?. Ma se Roberta è una distonia dell'Essere,
vincolandole il senso del possesso, non farebbe altro che caricare
in lei il desiderio, per cui Roberta si innamorerà sempre di più di
Francesco.
Non appena Francesco abbasserà la cornetta del telefono,
Roberta gli farà quattro telefonate di seguito, con aggressiva
rivendicazione.
171
Se invece Roberta è una distonia dell'Avere per amarlo deve
possedere più di quanto desidera l'oggetto d'amore, mentre la
destabilizza se il desiderio è maggiore del senso del possesso.
È chiaro che accadrebbe esattamente il contrario attaccando il
telefono ad una Roberta della tipologia Avere: in tal caso
destabilizzerebbe Francesco immediatamente e non
telefonerebbe più. Se Roberta è una distonia dell'Avere, quando
Francesco le dice di non volerla più sentire, attuerà seduta stante
i meccanismi psicologici destabilizzanti nei confronti di
Francesco.
Ma se Francesco è un operatore a conoscenza dei simbolismi, sa
che Roberta è una distonia dell'Avere che teme il vincolo al
possesso e lo teme al punto da provocare un cortocircuito tale da
chiudere il rapporto nel momento in cui tale vincolo viene attivato.
172
5. L'espressione comunicativa dei Simboli.
173
pene alla madre; tale rappresentazione, per altro, può anche
"fissarsi" (Freud, 1908).
Cosa che accade, ad esempio, nel feticismo.
Perversione in cui l'uomo non riesce ad accettare l'idea
dell'assenza del pene nella donna e si costruisce così un feticcio
a forma "fallica", come il piede di una donna (Freud, 1915-17).
La sessualità di questi individui, riconosce Freud, può anche
rimanere pressoché normale e il feticismo può evidenziarsi sono
in maniera allusiva (Freud, 1928).
Tornando all'espressione comunicativa dei simboli, Benemeglio
fà notare che il soggetto può esprimere non solo un "SEGNALE
MONOVALENTE", ma che un "SEGNALE POLIVALENTE". In
altre parole, esprime, in certe circostanze, sia l'Alimentatore, che
lo Stimolatore.
Questo accade, precisa Benemeglio, quando l'interlocutore viene
riconosciuto, inconsciamente dal simbolo egemone, come fonte di
stimolazione positiva. Può essere sufficiente però che, affinchè
sia espresso un segno polivalente, venga riconosciuto fonte
stimolante anche un solo atto estrinsecato dal patner
comunicativo (Benemeglio, 1988).
Gli atti o gesti iconici siano o no monovalenti, lo ricordiamo, sono
ravvisabili in quei movimenti gestuali che presentano un rapporto
di similitudine con il referente analogico cui rimandano
(Benemeglio, 1988).
Così, un segno spada è ravvisabile nel dito puntato 14 .
Le mani giunte e aperte a descrivere un cerchio o il gesto
dell'OK, attuato inconsapevolmente sono indici di un
simbolismo Cerchio (Benemeglio, 1988) 15 .
Il Simbolismo Triangolo è individuabile nel gesto di unire le
dita lasciandole aperte a "rombo" oppure nel gesto in cui si
uniscono indice e pollice, con le altre dita piegate e vicine
174
all'indice. Gesto che indubbiamente richiama il comune
emblema, usato per definire il sesso femminile.
Ekman e Friesen (op. cit.) asseriscono che "la mancanza di
consapevolezza" dell'esecuzione di un emblema da parte
dell'esecutore non mette in dubbio l'emblematica del gesto.
Per Benemeglio, invece, il riferimento simbolico di un gesto
precede e trascende il suo utilizzo come emblema
(Benemeglio et. al., 1985).
Non sempre, avverte l'autore, un oggetto che, in funzione di
una similitudine nella forma, rinvii ad una data referenza,
esprime proprio quel simbolismo: ad esempio, se è vero che
la collana richiama il triangolo, se la donna che la indossa la
stringe in alto e la tende, indica spada 16 .
Ora, per introdurre il discorso sui Segnali Polivalenti,
dobbiamo prima accennare all'espressione digitale del
simbolismo.
Il toccamento spada, spiega Benemeglio, è un contatto
effettuato con la punta delle dita e, in particolare, con il dito
indice.
Il toccamento triangolo, per contro, è un toccamento
avvolgente, a guaina, fatto a mano aperta, con il pollice
parallelo alle altre dita.
Infine, il modo di toccare del Cerchio è a "tenaglia". Il cerchio
stringe e, nel toccare, oppone il pollice alle altre dita.
I Segnali Polivalenti coinvolgono sia la digitale che la cinesica.
Abbiamo detto che nell'Atto Polivalente viene indicato non solo
l'Alimentatore, ma anche lo Stimolatore.
Ma come distinguerli?
Benemeglio ravvisa l'Alimentatore nel segno costante; lo
Stimolante nel segno variabile, indicando come "costante", la
parte immobile - un dito, un bicchiere, ecc. - e come "variabile", la
parte in movimento - una mano che carezza o un dito che
175
penetra, ad esempio, nel toccamento della cravatta, questa
rappresenta la costante e và perciò identificata come
alimentatore; la qualità del contatto indicherà, invece, quale sia lo
stimolante che, ovviamente, non può che essere triangolo o
Cerchio17. (Il primo sarà indicato da un movimento a carezza; il
secondo, ad esempio, dall'atto di stingere il nodo) (Benemeglio,
1988).
Un esempio di Segno Polivalente possiamo riprenderlo da uno
scritto breve di Freud: parlando del cerimoniale eseguito da una
paziente ossessiva all'atto di andare a letto, Freud riferisce che
questo consisteva nel mettere uno dei cuscini in diagonale
rispetto agli altri, in modo da formare un rombo - che abbiamo
visto è presente anche nei gesti che Benemeglio indica come
simbolismi di Triangolo - e nel poggiare poi la testa sulla
diagonale maggiore di tale rombo. Freud specifica che il cuscino
era un simbolismo della vagina, mentre la testa simboleggiava il
membro maschile (Freud, 1916).
Gli Atti Iconici Polivalenti vengono distinti da Benemeglio in:
176
CAPITOLO V
IL SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE
NELL' IPNOSI DINAMICA
1. Introduzione.
177
Il Simbolismo Comunicazionale1 è assai efficace nella fase di
indagine psicologica, prima dell'esperimento ipnotico vero e
proprio, in quanto stimola automaticamente per analogia i vincoli
preesistenti nell'individuo, ossia i suoi problemi, i suoi limiti, i suoi
turbamenti.
Il simbolismo è l'espressione comunicativa del gesto e della
parola.
Se il simbolo è una condensazione rappresentativa di un
elemento, il simbolismo ne è l'espressione comunicativa.
Esprimere contenuti simbolici, tramite il gesto e la parola durante
il dialogo professionale, costituirà, per l'operatore, una chiave
d'accesso diretto all'emotività dell'interlocutore.
Alcuni esempi di frasi che contengono contenuti simbolici
potranno chiarire meglio quanto asserito. Riferimenti logici del
simbolismo comunicazionale espressi in ipotetici enunciati di
suggestione ipnotica sono:
178
Essi hanno un referente logico esterno al Se del soggetto e
rappresentano fonti di alimentazione tensionale al pari dell'altra
categoria di simboli che sono le autoattribuzioni del proprio
essere.
I vincoli Autoattributivi vengono espressi dall'interlocutore con il
verbo essere, mentre i vincoli attributivi con il verso avere.
Esempio:
1) Famiglia di origine
2) Famiglia acquisita
3) Rapporti affettivi e sessuali
4) Autorealizzazione (Hobbyes, lavoro, ideali, ecc.)
5) Disturbi del comportamento
179
Nei corsi di formazione professionale viene compiuta una
indagine profonda su questi cinque raggruppamenti base; per ora
è sufficiente sapere che il Simbolismo Comunicazionale
rappresenta lo strumento in grado di amplificare durante il
dialogo, in forma appunto simbolica, le conflittualità preesitenti
nell'individuo in uno o più punti conflittuali sopra menzionati risulta
importante definire se l'interlocutore esprime il vincolo/problema
usando il verbo Essere o Avere, ossia se esprime un vincolo
Attributivo o Autoattributivo.
Il Simbolo Comunicazionale può essere espresso come abbiamo
già descritto con le parole o con i gesti, sia dall'interlocutore che
lo esprime istintivamente, sia dall'operatore che imposta dei veri e
propri Atti Comunicativi simbolici.
Il Simbolismo espresso con la parola (C.V.) contenuto nelle fasi di
dialogo prima del test ipnotico, viene denominato REFERENTE
LOGICO, mentre il Simbolismo espresso con i gesti ed con altri
canali di CNV, durante la fase induttiva, prende il nome di
REFERENTE ANALOGICO2.
I Referenti Analogici di base del Simbolismo Comunicazionale
sono tre:
la Spada, il Cerchio ed il Triangolo e da tali referenti derivano tutti
gli altri simbolismi di riferimento, ossia qualsiasi tipo di gesto,
comportamento ed espressione comunicativa che per analogia si
riferisce ad uno dei tre referenti analogici di base.
180
LA SPADA
5
SIMBOLO SPADA
Simbolismo di tipo penetrativo, incisivo, dirompente, offensivo,
limitativo. La natura relazionale della spada tende ad evidenziare
i limiti del suo interlocutore in tono accusatorio senza possibilità
risolutiva. Spesso il comportamento spada colpevolizza.
REFERENTE LOGICO DA ESPRIMERE CON LA PAROLA
Tutti i sinonimi e contrari della spada trasformati in sostantivi
maschili: lungo, corto, duro, morbido, rigido, floscio, grosso,
piccolo, grande, incisivo, penetrante, entrante, uscente, venuto, -
arrivato, potente, debole ecc.
SEGNO
Tutto ciò che ha forma di asta ad esempio segno di rimprovero
con il dito.
COMPORTAMENTO
Colpevolizzante accusatorio assenza di soluzioni.
GESTO
Toccamento a punta penetrante, incisivo ad urto.
181
IL TRIANGOLO
0
SIMBOLO TRIANGOLO
Simbolismo del comportamento materno ideale protettivo,
avvolgente, sempre pronto a segnalare il pericolo o evidenza il
problema o i limiti del suo interlocutore proteggendolo con la
propria persona. Il triangolo si presenta lui stesso come soluzione
del problema.
REFERENTE LOGICO DA ESPRIMERE CON LA PAROLA
Tutti i sinonimi e contrari del simbolo che lo rappresenta: larga,
stretta, profonda, dilatata, elastica, bagnata, umida, rossa, nera,
estesa, spaziosa, vasta, abbondante, copiosa ecc.
SEGNO
Tutto ciò che ha forma atta a avvolgere. Vedi il segno delle
femministe.
COMPORTAMENTO
Protettivo, avvolgente, offre soluzioni.
GESTO
Toccamento avvolgente, accarezzevole, massaggio con il palmo
della mano.
Esempio di una madre che adotta il ruolo comportamentale
Triangolo con il figlio: "Non ti preoccupare se hai la testa
quadrata, ti difendo io, dimmi chi ti dice che hai la testa quadrata,
sono pronta a rimproverarlo, tu nel frattempo rimani in casa
protetto da me". Risulta sottointesa la volontà di aiuto personale
da parte del soggetto che adotta un comportamento triangolo.
182
CERCHIO
/
SIMBOLO CERCHIO
Simbolismo di tipo risolutorio, prescrittivo, di divieto o di obbligo,
indicativo.
Il comportamento cerchio cerca soluzioni da suggerire oltre che
ad evidenziare i limiti del suo interlocutore.
Il cerchio non aiuta personalmente, ma indirizza l'interlocutore
verso una possibile soluzione esterna.
REFERENTI LOGICI DA ESPRIMERE CON LA PAROLA
Tutti i sinonimi del cerchio: largo, stretto, profondo, nero, elastico,
dietro, sensibile, umido, socco, bagnato, ampio, esteso, spazioso,
vasto, comodo, ecc.
SEGNO
Tutto ciò che ha forma circolare vedi segno dell'OK.
COMPORTAMENTO
Indicativo, prescrittivi, suggerisce, soluzioni.
GESTO
Toccamento a tenaglia, a stringere con i polpastrelli.
Esempio di una madre che adotta il ruolo comportamentale
Cerchio con il figlio: "Hai proprio una testa quadrata, perchè non
fai qualcosa, perchè non tenti di risolvere il problema con
qualcuno che possa aiutarti, io ti suggerisco di parlarne con ...".
Risulta sottointesa l'assenza di aiuto personale da parte del
soggetto che adotta il comportamento cerchio, ma si evidenza il
carattere indicativo della possibile soluzione.
183
2. Il Simbolismo Logico.
ABISSO
La profondità oscura, cadere nell'abisso, cadere in basso.
Simbolismo di base "cerchio".
Es.:ora tu immagini di cadere in un abisso mentre i tuoi occhi
diventano sempre più pesanti.
184
ANELLO
Simbolo del referente cerchio, mentre il dito che lo porta è
simbolo Spada.
BASTONE
Es.: hai in mano un bastone e dovrai difendere la casa.
BOCCA
La bocca è un referente cerchio se il soggetto si limita a
contenere, triangolo se attiva la suzione in modo avvolgente di ciò
che entra.
Es.: dito in bocca.
BRACCIA
Referente Spada.
Es.: le tue braccia diventano sempre più rigide e si sollevano in
avanti.
BUCO
Referente Cerchio.
Es.: davanti a te, in terra vedi un buco che si allarga sempre più.
DENTE
Simbolo di forza aggressiva di incisività; simbolo spada.
Es.: i tuoi denti sono forti, incisivi, penetranti, sono uniti a
difenderti........
FARO
simbolo di referente Spada.
Es.: il faro è davanti a te e ti indica la rotta, de vi raggiungerlo,
rema, rema più forte.
FINESTRA
simbolo di referente triangolo o cerchio in funzione della sua
forma.
E.: la finestra è aperta e tu devi renderla ancora più aperta per
entrare a casa.
185
FONTE
simboleggia acqua.
Referente Triangolo, cannello della fonte simbolo Spada, pozzo
d'acqua simbolo Cerchio.
Es.: bevi alla fonte e ti bagni tutto.
FORESTA
simbolo del grembo materno, referente Triangolo.
Es.: avvolti nella foresta.
FULMINE
referente Spada.
Es.: il fulmine come una Spada toglie il ramo dell'al bero.
CAPPELLO
simbolo referente del Cerchio.
Es.: il cappello è stretto e ti tira sempre di più la fronte e tu cadi in
uno stato ipnotico sempre più profondo.
CAVERNA
referente al Triangolo.
Es.: la caverna è umida e tu scivoli dentro, dormi, dormi.
CHIAVE
referente della Spada.
Es.: la chiave deve essere inserita nella toppa ma la tua mano
trema.
CIGNO
referente Spada in fase di elevazione o sublimazione.
Es.: tu accarezzi il collo del cigno e cadi in uno stato via via
sempre più profondo.
CODA
referente della Spada.
Es.: la coda sbatte forte e tu senti i colpi del tuo stomaco, sul tuo
torace.
186
COLLO
referente della Spada.
Es.: il collo diventa lungo lungo più è lungo più i tuoi piedi sono
bloccati.
COLTELLO
referente della Spada.
CORONA
referente del Cerchio.
LANCIA
referente della Spada.
LINGUA
referente della Spada.
NASO
referente della Spada.
OMBRELLO
referente della Spada.
PESCE
referente della Spada.
PIEDE
referente della Spada.
POLLICE
referente della Spada.
PORTA
referente del Triangolo.
SCASSINATORE
lo scassinatore così come il brigante, l'assassino, il criminale ecc.
simboleggia la temuta irruzione dell'inconscio sulla coscienza; in
senso freudiano simbolizza anche l'oggetto da cui
inconsciamente si teme o si desidera essere posseduti.
Jung sostiene nell'operat "La Libido, Simboli e Trasformazioni"
che quello dello scassinatore, del brigante e dell'assassino è un
tema che ricorre frequentemente nei sogni.
187
L'arma omicida può essere una lancia, una spada un pugnale,
una rivoltella, un cannone, un idrante, un innaffiatoio (tutti
referenti della spada) e l'atto può consistere in uno scasso, di un
qualcosa che può riferirsi ad un simbolismo del cerchio o del
triangolo.
SCETTRO
referente della spada.
SERPENTE
referente della spada.
188
nelle richieste fenomenologiche i referenti logici che per analogia
si riferiscono al cerchio; la medesima cosa deve essere attuata se
il soggetto ha come stimolatore triangolo.
ESEMPI:
189
- "Immagina di avere in mano un palloncino secco, nero, elastico
che si allarga sempre di più".
- "La tua mano si allarga sempre di più, non puoi farne a meno di
bagnarla perchè è secca molto secca".
- "Una grotta profonda, umida ti attrae e sempre di più vuole che
tu possa entrare dentro di lei, tu non puoi farne a meno".
- "I tuoi occhi lacrimano sempre di più, si bagnano, avverti una
sensazione strana, ti viene voglia di piangere".
- "La stanza ove ti trovi diviene larga sempre di più ed inizia a
girare, di viene profonda, si dilata e ti avvolge".
- "Le tue gambe diventano elastiche, deboli, non puoi più
sorreggerti, cadi, cadi lentamente in terra".
190
3. Il Simbolismo Analogico
IL SIMBOLO PATERNO
ha come simbolismo ideale la SPADA
IL SIMBOLO MATERNO
ha come simbolismo ideale il TRIANGOLO
IL SIMBOLISMO SE STESSO
ha come simbolismo ideale il CERCHIO.
191
I tipi psicologici4, quindi, in funzione del proprio Alimentatore o
simbolo causa dei propri problemi possono essere classificati in:
CONFLITTUALI SPADA
tutti coloro che attribuiscono al padre la causa dei loro problemi.
CONFLITTUALI TRIANGOLO
tutti coloro che attribuiscono al la madre la causa dei loro
problemi.
CONFLITTUALI CERCHIO
tutti coloro che attribuiscono a se stessi la causa dei loro
problemi.
192
Da tutto ciò si deduce che il tecnico dell'Ipnosi Dinamica, grazie al
simbolismo gestuale e verbale, è un grado di definire: durante un
normalissimo dialogo con il proprio soggetto prima del test
ipnotico o nella fase di indagine psicologica durante il test
ipnotico.
- Referenti analogici
con le mani il segno triangolo, con la gestualità toccherà
l'operatore in modo avvolgente/carezza.
- Referenti logici
inserirà negli enunciati verbali parole tipo: calda, fredda, stretta,
larga, umida, profonda.
Es.: "questa estate è veramente umida".
193
- Referenti comportamentali
adotterà istintivamente il comportamento triangolo con i propri
interlocutori;
comportamento di tipo protettivo avvolgente dona soluzioni;
tutto ciò che risulta estraneo alle sue soluzioni è male (è
errato).
- Referenti analogici
con le mani il segno spada, con la gestualità toccherà
l'operatore in modo penetrante a punta.
- Referenti logici
inserirà negli enunciati verbali parole tipo: piccolo, grande,
corto, lungo rigido, morbido, incisivo, debole.
Es.: "questo inverno è lungo e rigido".
- Referenti comportamentali
adotterà istintivamente il comportamento spada con il proprio
interlocutore;
comportamento di tipo incisivo dirompente limitativo offensivo;
non offre e ne indica nessuna soluzione.
- Referenti Analogici
con le mani il segno dell'OK (cerchio), con la gestualità
toccherà l'operatore in modo tenaglia,cerchio che si stringe.
194
- Referenti logici
inserirà negli enunciati verbali parole tipo: largo, stretto,
profondo, nero, elastico, dietro, sensibile, ampio;
- Referenti comportamentali
adotterà istintivamente il comportamento cerchio con i propri
interlocutori;
comportamento di tipo indicativo prescrittivi;
suggerisce soluzioni ma non partecipa personalmente
all'attuazione di detta soluzione.
195
4. Sistema visivo per l'identificazione del "Segnale".
196
Le stimolazioni verranno prodotte tramite:
PADRE - SPADA
MADRE - TRIANGOLO
SE STESSO - CERCHIO
197
In funzione del tipo verbo Essere o avere che precede la
denuncia del problema, della negazione all'acquisto, dei vincoli,
degli impedimenti, etc. l'operatore è quindi in grado di definire il
simbolo Egemone ed il simbolo Stimolatore della classe inconscia
dell'individuo; mentre il simbolo Alimentatore è sempre la causa
del problema, ossia il Simbolo-Base a cui si attribuisce la
responsabilità della nascita del problema, del vincolo,
dell'impedimento.
198
Il simbolo Omologo all'alimentatore è un simbolismo
corrispondente, analogo. Pertanto:
199
Pertanto sussistono tre tipologie psicologiche e per ogni tipologia
due strutture: la distonia essere e la distonia avere. Poiché per il
conflittuale se stesso occorre distinguere il sesso di
appartenenza, ecco che le tipologie diventano quattro.
200
rispondi alla seguente domanda: tra mamma, papà, te stesso, a
chi di questi tre simboli sei portato ad attribuire preferibilmente
la causa dei tuoi problemi? (Trascrivi una X nella casella
esatta).
Nel caso attribuisci al primo simbolo la causa dei tuoi problemi sei
un conflittuale madre, al secondo, un conflittuale padre, al terzo
un conflittuale te stesso.
Così facendo hai anche definito il simbolo del tuo turbamento
base ed al contempo puoi definire il tuo simbolo stimolatore
penalizzante omologo o eterologo in funzione al verbo essere o
avere precedentemente espresso per definire il tuo piccolo o
grande problema.
Pertanto tu appartieni alla seguente tipologia:
201
II tuo recettore stimolatore gratificante indica che puoi
tranquillamente controllare emotivamente tutti coloro che si
presentato a te come:
(segnare con una X il tuo simbolo stimolatore penalizzante
gradito al tuo inconscio per vivere delle emozioni).
Se avete indicato Madre come causa dei vostri problemi, voi siete
un Triangolo nel comportamento con gli altri, ossia siete protettivi,
materni avvolgete e tendete a tutelare personalmente gli altri.
Nello stesso momento esprimete Triangolo col segno e col gesto.
Se avete indicato Voi Stessi come causa dei vostri problemi, voi
siete un Cerchio nel comportamento con gli altri, ossia tendete ad
indicare sempre possibili soluzioni senza proteggere, ma
dimostrate, suggerite, consigliate.
Nello stesso tempo esprimete Cerchio con il dito e col gesto.
202
gesti, fate molta attenzione quindi a chi vi indica delle possibili
soluzioni, a chi tende ad aiutarvi indicandovi ciò che occorre fare,
e tende a darvi continuamente, consigli.
Questa è la persona, per esempio, che vi può fare innamorare
perdutamente, la persona che è fonte delle vostre emozioni.
Se siete Triangolo Conflittuale Madre della Distonia dell'Avere, il
vostro stimolatore è Spada, pertanto siete sensibili alle persone
che sono Spada come voi nel comportamento e nei gesti.
Fate molta attenzione quindi a chi vi accusa, a chi vi
colpevolizza. Questa è la persona che può affascinarvi e crearvi
forte emotività.
Se siete Spada Conflittuale Padre della Distonia dell'Essere, il
vostro stimolatore è Cerchio. Pertanto siete sensibili alle
persone che sono Cerchio come voi nel comportamento e nei
gesti.
Fate molta attenzione a chi vi indica delle soluzioni, a chi tende
ad aiutarvi indicandovi ciò che si deve e non si deve fare e a chi
vi dà continuamente dei consigli.
Se siete Spada Conflittuale Padre della Distonia dell'Avere, il
vostro stimolatore è Triangolo. Siete sensibili, pertanto, alle
persona che sono Triangolo, fate molta attenzione a chi tende a
proteggervi, ad avvolgervi fino a soffocarvi, a chi dice: "Ci penso
io".
Se siete Cerchio Conflittuale Se Stesso della Distonia
dell'Essere, il vostro stimolatore è Triangolo.
Siete pertanto sensibili alle persone che sono Triangolo con voi.
Se siete Cerchio Conflittuale Se Stesso della Distonia
dell'Avere, il vostro stimolatore è Spada.
Siete quindi sensibili alle persone che sono Spada come voi e
fate attenzione a chi vi accusa e vi colpevolizza.
203
Schema illustrativo E
Schema illustrativo F
204
Schema illustrativo G
205
SINTESI
conflittualità PADRE
conflittualità MADRE
conflittualità SE STESSO
conflittualità SE STESSA
- distonia ESSERE
- distonia AVERE
206
CAP. VI
DINAMICA DELLA GESTUALITÀ
207
Riportiamo di nuovo lo schema delle possibili triadi simboliche in
rapporto al segno relativo al simbolo alimentatore denunciato
dall'interlocutore:
208
L'individuo stesso si identifica nel proprio Alimentatore; il suo
comportamento con gli altri, i suoi gesti o segni monovalenti,
avranno le caratteristiche del suo segno Alimentatore.
IL SIMBOLO ANALOGICO MONOVALENTE NELL'IPNOSI
DINAMICA
Il soggetto o interlocutore quando esprime un solo segnale
denuncia il suo alimentatore.
Il segno alimentatore rappresenterà la conflittualità vissuta con
uno dei tre simboli.
209
2. I Segnali Analogici Monovalenti
SIMBOLISMO SPADA
210
SOGGETTO CONFLITTUALE SPADA DELLA DISTONIA
DELL'ESSERE L’OPERATORE ESPRIME CERCHIO
211
SIMBOLISMO CERCHIO
212
SOGGETTO CONFLITTUALE CERCHIO DELLA DISTONIA
DELL'ESSERE, OPERATORE ESPRIME SPADA SE IL
SOGGETTO È DI SESSO MASCHILE
213
SOGGETTO CONFLITTUALE CERCHIO DELLA DISTONIA
DELL'AVERE, OPERATORE ESPRIME TRIANGOLO SE IL
SOGGETTO È DI SESSO MASCHILE
214
SIMBOLISMO TRIANGOLO
215
SOGGETTO CONFLITTUALE TRIANGOLO DELLA DISTONIA
DELL'ESSERE, OPERATORE ESPRIME CERCHIO
216
Facciamo alcuni esempi:
217
- Il soggetto esprime Triangolo, indicando così all'operatore il
Simbolo Alimentatore; l'operatore di contro esprime cerchio
e controlla gli atti analogici che, a tempo reale, il soggetto
esprime sul cerchio.
- Se le verifiche risultano positive, ossia l'atto espresso
dall'interlocutore è classificato tra gli atti di verifica analogica
positiva, il Cerchio risulterà il simbolo stimolatore gradito
all'inconscio e, quindi, l'operatore passerà alla fase induttiva
rendendo il servizio emotivo all'interlocutore, esprimendo
diverse volte il simbolismo Cerchio con il gesto, con le
parole, con il comportamento.
- Se le verifiche risultano negative, ossia il segno cerchio
espresso dall'operatore comporta un atto di verifica negativa
dall'interlocutore, il Cerchio dovrà essere sostituito dal
segnale ancora non espresso, ossia la Spada.
- L'operatore esprime il segno Spada .e prenderà atto delle
successive verifiche il gradimento dell'inconscio o del
simbolo egemone dell'interlocutore. Il segno Spada in tal
caso risulterà lo stimolatore penalizzante gradito al
l'inconscio dell'interlocutore e, quindi, l'operatore procederà
con la fase induttiva a rendere il servizio emotivo al suo
interlocutore con la C.N.V., usando sempre il giusto
referente stimolatore di tipo penalizzante:
218
b. nelle parole e negli enunciati verbali
Se il segno stimolatore penalizzante risulta essere,
per esempio, Cerchio l'operatore esprimerà parole,
durante gli argomenti trattati con il proprio
interlocutore, che per SINONIMI o CONTRARI
possono per analogia riferirsi al Cerchio. Ciò vale
anche per il triangolo o per la Spada.
219
3. il Simbolismo Logico (da esprimere secondo lo
Stimolatore Penalizzante del soggetto).
AGGETTIVI:
220
Fiasco: detto di discorso, di impegno, di interesse, di
morale, ecc.
Flessibile: detto di tempo, di orario, ecc.
Malleabile: detto nel senso di gestibile.
Estensibile: nel senso di qualcosa che si può estendere a
qualcos'altro.
Allungabile: detto di sforzo, di impegno, ecc.
Penetrante: detto di discorso, di sguardo, di odore, ecc.
Introduttivo: detto di paragrafo, di lavoro, di capitolo, di discorso,
ecc.
SOSTANTIVI:
VERBI:
221
Insinuare: qualcosa, un sospetto, ecc.
Mettere dentro: il seme delle discordia, un timore, qualcosa
nel discorso, in un affare, un sospetto, ecc.
Cacciare dentro; in un brutto guaio, in una brutta storia, ecc.
Entrare: in una dimensione operativa, in azione, in gioco, in
ballo, in società, in una compagnia, nell'ordine di
idee, in scena, in contatto, in argomento, in tema,
in discussione, in discorso - non c'entrare, far
entrare (per forza qualcosa nel discorso, in un
ambiente, in un giro, in un circolo), entrare tutto ....
sommato a, - ecc.
Inserire: una clausola, una postilla, in un ambiente, ecc.
Mettere (metterlo): in discussione, in una brutta posizione -
Mettere mano a qualcosa, mettere a nudo, mettere
in bocca, parole, ecc.
Tirare fuori: un segreto, qualcosa da dire o da fare, un grosso
talento, ecc.
Estrarre: Qualcosa dal proprio bagaglio tecnico, i termini più
significativi di un discorso.
Maneggiare: con disinvoltura uno strumento, uno stile, un
idioma, il denaro, grossi capitali, ecc.
Manipolare: dati, soggetti, informazioni, ecc.
Tenere in mano (o in pugno): qualcuno, il comando, il grosso
dell'industria, ecc.
Prendere in mano: il comando, un problema, ecc.
Prendere (prenderlo): in parola, in considerazione, sul serio,
dietro consiglio e sim., davanti ai fatti e sim., in giro,
un comando, un incarico, un oggetto, con le mani
nel sacco, sul fatto, in fallo, seriamente, con
circospezione, con molto tatto, un impegno, un
abbaglio, di mira, per uno scherzo, ecc.
222
Ricevere: un ordine, un comando, un consiglio, un individuo
in casa, ecc.
Avere (averlo): grosso modo accennato e sim., tenuto nascosto,
in mano (un individuo), tenuto sempre dentro (detto
di odio, di sentimento di amore, di segreto),
brevemente discusso e sim., dato per scontato,
ecc.
Tirare: in basso, su il morale, su un ragazzo (nel senso di
allevarlo), a lucido, ecc.
Andare sù: di giri, di quotazione dei titoli, ecc.
Introdurre: il cuore, l'animo, ecc.
Ingrossare: il bagaglio di conoscenze, - diventare grosso: detto
di fiume, di capitale, ecc.
Allungare: il periodo di vacanza, detto di orario, di tempo, di
racconto, di tragitto, ecc.
Andare giù: di corda, di morale, ecc.
Andare giù: di quotazione in borsa, di valore, ecc.
Andare sù e giù: con il treno, da un posto all'altro, ecc.
Andare dentro e fuori: (sia dentro.... che fuori), in ufficio, da un
palazzo, da casa, ecc.
Venire: addosso, dentro, all'interno.
Riversare: odio, astio, rancore, ecc.
Versare: denaro, ecc.
Inghiottire o ingoiare: bocconi amari, ingiurie, umiliazioni e sim. lo
spero, ma ....., schizzo, seme.
Fluido: detto di discorso, di eloquio, di modo di parlare.
Pastoso: detto di tono di voce.
Caldo: detto di tono di voce. Denso: di significati, ecc.
223
SOGGETTO CON STIMOLATORE TRIANGOLO
AGGETTIVI:
224
Tenerla stretta: detto di visione, di opinione, di idea, ecc.
Allargarla: detto di conoscenza, di cultura, di visione, di
applicazione di qualche cosa, di dimensione
operativa e sim., di scoperta, di innovazione, di
cerchia di amici, ecc.
Spalancarla: detto di bocca, di finestra, di porta, ecc. Dilatarla:
detto di mente, di teoria, ecc.
Mollarla: detto di presa, di sberla, di fune o corda, ecc.
Riempirla: di gioia, ecc.
Averla: detto di personalità, di modalità di comportamento,
di visione, ecc.
Bagnata: detto di gomma, di vestaglia e sim., ecc.
Rossa: detto di mantella, diventare rossa (arrossire), ecc.
Elastica: detto di mente, di visione, ecc.
Nera: detto di visione, di prospettiva, di sfortuna, ecc.
SOSTANTIVI:
225
VERBI:
AGGETTIVI:
226
SOSTANTIVI, AVVERBI E PREP.:
VERBI:
227
Trattenere: qualcuno, il X%, dal fare una data cosa, un
momento qualcuno in un posto, ecc.
Sforzarsi: di ricordare qualcosa, di capire, a fare
qualcosa, ecc.
228
4. Il Simbolismo Polivalente Logico ed Analogico
RECETTORE O REFERENTE
INCONSCIO
SIMBOLO EGEMONE FONTE DI STIMOLAZIONE
229
egemone, l'individuo anziché esprimere un solo segnale ne
esprime due contemporaneamente.
In altri termini alla fonte di stimolazione riconosciuta tale,
l'individuo esprime il referente alimentatore ed il referente
stimolatore evitando, così, all'operatore la ricerca del referente
stimolante.
Precisiamo che l'Atto Iconico polivalente viene dall'interlocutore
espresso a riconoscimento della fonte stimolante, ciò vuol dire
che per ottenere l'atto iconico polivalente non occorre
necessariamente che l'operatore sia riconosciuto fonte
stimolante, ma è sufficiente che un atto espresso dall'operatore, a
causa dell'intensa emotività che suscita nel soggetto, sia
riconosciuto fonte stimolante.
Quindi, anche un argomento di particolare intensità emotiva per
l'interlocutore può creare l'espressione gestuale del segno
polivalente. Per l'operatore che identifica l'atto iconico polivalente,
ossia l'espressione dell'alimentatore e dello stimolatore, nasce
comunque un problema, definire quale dei due segnali è
l'alimentatore e quale lo stimolatore.
La soluzione del problema è semplice:
- SPADA = ACCENDINO
- CERCHIO = SE L'ACCENDINO VIENE TOCCATO CON DUE
DITA A TENAGLIA
230
- TRIANGOLO = SE L'ACCENDINO VIENE TOCCATO IN
MODO AVVOLGENTE CON LA MANO E LE DITA,
STRINGENDO A GUAINA L'ACCENDINO.
231
La variabile è il modo in cui la cravatta viene toccata -ed
evidenzia lo stimolatore.
Il toccamento può avvenire a Cerchio, se il soggetto tocca con
le dita a tenaglia il nodo della cravatta, oppure a Triangolo, se il
soggetto tocca in modo avvolgente con la mano la cravatta
quasi ad accarezzarla dall'alto in basso o dal basso in alto.
Come si può notare dai diversi esempi descritti l'atto iconico
polivalente può essere espresso toccando una parte del proprio
corpo o toccando oggetti o cose esterne all'individuo.
Ricordiamo che l'atto iconico polivalente indica all'operatore lo
stimolatore e l'alimentatore, al contempo il segnale polivalente
sta a significare che l'operatore si è guadagnato l'accesso e
quindi è autorizzato dall'inconscio o dal simbolo egemone
dell'interlocutore a trattare stimolatore ed alimentatore insieme
per rendere un servizio analogico più consistente di quello reso
esprimendo il solo segnale stimolatore penalizzante, come
avviene normalmente.
Ribadiamo che subito dopo aver reso il servizio analogico
all'inconscio e ottenuto il comportamento desiderato
nell'interlocutore, bisogna gratificare la sua istanza logica
esprimendo con il gesto, con le parole e con il comportamento il
segno dello stimolatore gratificante e la classe logica.
Ricordiamo che lo stimolatore gratificante è gradito dall'istanza
logica del soggetto ed al contempo è rifiutato dal suo inconscio;
mentre lo stimolatore penalizzante è gradito dall'istanza
inconscia del soggetto ed al contempo è rifiutato dalla sua
istanza logica e razionale.
Quando il soggetto esprime un segnale polivalente, esprime
contemporaneamente due segnali:
- segnale della costante: indica all'operatore l'alimentatore del
soggetto, ossia il simbolismo del suo turbamento.
232
- il segnale della variabile espresso con le mani che toccano
l'oggetto; indicano all'operatore lo stimolatore penalizzante del
soggetto.
- lo stimolatore gratificante del soggetto viene dedotto in quanto
è il terzo segnale non espresso.
233
5. I Segnali Analogici Polivalenti
Costante/alimentatore: spada-braccio
Variabile/stimolatore: cerchio- modo di toccamento del braccio
con il pollice retroverso alle altre dita.
Il soggetto risulta essere un conflittuale padre con stimolatore
penalizzante Cerchio.
Il suo stimolatore gratificante sarà il segnale triangolo non
espresso.
234
L'operatore, durante la fase induttiva ipnotica esprimerà con i
gesti, i suoi toccamenti, con le parole e con il
comportamento il simbolo cerchio.
Costante/stimolatore: triangolo
Modo di toccamento del braccio con il pollice non retroverso alle
altre dita.
Il soggetto risulta essere un conflittuale padre con stimolatore
penalizzante triangolo.
Il suo stimolatore gratificante sarà il segnale Cerchio non
espresso.
235
L'operatore durante la fase induttiva ipnotica esprimerà con i suoi
gesti, con i suoi segni, con le sue parole, con il comportamento il
simbolismo triangolo.
Costante/alimentatore: spada
Variabile/modo di toccarsi: triangolo
Il soggetto risulta essere un conflittuale padre con stimolatore
penalizzante triangolo.
Lo stimolatore gratificante risulta cerchio.
236
Il soggetto si tocca la cravatta a tenaglia stringendo il nodo.
Costante/alimentatore: spada
Variabile/modo di toccarsi: cerchio
Il soggetto risulta un conflittuale padre con stimolatore
penalizzante cerchio. Il suo stimolatore gratificante risulta essere
triangolo.
237
Preghiamo il lettore di definire la tipologia psicologica del
soggetto.
Costante/alimentatore …………….........
Variabile/modo di toccarsi ………………
Risulta essere una conflittuale
padre - madre - se stessa
Il suo stimolatore penalizzante è ............
II suo stimolatore gratificante è...............
Stimolatore spada
gratificante cerchio
triangolo
238
Stimolatore spada
penalizzante cerchio
triangolo
alimentatore e spada
conflittualità padre
triangolo
madre
cerchio
se stessa
239
6. Test sulla Spada - il Cerchio - il Triangolo per conoscere
se stessi e gli altri
Tutti gli individui, quando pensano, quando parlano con gli altri
inviano dei segni, formano dei gesti e dimostrano un particolare
comportamento.
Tali sistemi espressivi prendono il nome "simbolismo della
comunicazione umana".
Noi vi insegniamo in questo test a scoprire il vostro simbolismo ed
il simbolismo degli altri.
Comprenderete così le vostre esigenze emotive più nascoste e le
esigenze emotive degli altri, il simbolismo del vostro partner, del
vostro capo.
Inizierete, così, ad usarlo durante i dialoghi esercitandovi, potrete
così rendervi personalmente conto dell'enorme capacità
penetrativa e coinvolgerete del carisma che riuscirete ad
acquisire nei confronti del vostro interlocutore, indipendentemente
da qualsiasi ruolo sociale che ricopre, potrete ribaltare da
negativa a positiva qualsiasi natura di rapporto, qualsiasi
comportamento e soddisfare così le vostre ambizioni e le vostre
esigenze rendendo semplicemente un ottimale servizio analogico
al vostro interlocutore che ve ne sarà grato e riconoscente
gratificando le vostre successive richieste di tipo personale o
professionale.
Per scoprire il simbolismo della comunicazione umana non è
necessaria una particolare istruzione, un talento speciale, ma
dovrete limitarvi a seguire sistematicamente il test che vi
sottoponiamo.
Iniziamo con l'abbinare il segno al simbolismo. I segni sono
universalmente tre:
240
A ciascun segno sono abbinati i comportamenti ed i gesti che gli
individui esprimono inconsapevolmente. Ogni segno si
contraddistingue dagli altri, nella forma e nelle specifiche
attribuzioni.
- comportamento SPADA
- comportamento TRIANGOLO
- comportamento CERCHIO
Il comportamento accusa
SPADA protegge
Colpevolizza
Il comportamento protegge
TRIANGOLO avvolge
Colpevolizza
241
SOLUZIONE
Il comportamento SPADA: accusa e colpevolizza.
Il comportamento CERCHIO: indica soluzioni e aiuta senza
proteggere.
Il comportamento TRIANGOLO: protegge ed avvolge.
SPADA
CERCHIO
TRIANGOLO
SPADA
CERCHIO
TRIANGOLO
242
3) A questo gesto corrisponde il simbolismo
SPADA
CERCHIO
TRIANGOLO
SOLUZIONE
1): risposta esatta CERCHIO
2): risposta esatta SPADA,
3): risposta esatta TRIANGOLO.
INDICA
SPADA CERCHIO TRIANGOLO
INDICA
SPADA CERCHIO TRIANGOLO
243
C)TOCCARE UNA PERSONA O UN ACCENDINO CON LA
PUNTA DELLE DITA
INDICA
SPADA CERCHIO TRIANGOLO
SOLUZIONE
A: risposta esatta TRIANGOLO
B: risposta esatta CERCHIO
C: risposta esatta SPADA
IL SIMBOLISMO DELL'INDIVIDUO
244
7. Test Analogico del Simbolismo
SISTEMA A
Tra mamma, papà e voi stessi a chi di questi tre simboli attribuite
prevalentemente la causa dei vostri grandi e piccoli problemi?
SOLUZIONE
Se avete indicato il padre come causa dei vostri problemi, voi
siete un conflittuale spada nel comportamento con gli altri, ossia
siete accusatori e tendete a colpevolizzare il prossimo.
Se avete indicato madre come causa dei vostri problemi, voi siete
un conflittuale triangolo, esprimete con il gesto il segnale
monovalente-triangolo e siete triangolo nel comportamento con
gli altri, ossia siete protettivi, avvolgenti e tendete a tutelare
personalmente gli altri.
Se avete indicato voi stessi come causa dei vostri problemi, voi
siete un conflittuale cerchio.
Esprimete con il gesto il segnale monovalente cerchio e siete
cerchio nel comportamento con gli altri, ossia tendete ad indicare
sempre possibili soluzioni senza proteggere personalmente
suggerite, consigliate.
245
Se siete un triangolo conflittuale madre della distonia dell'essere,
indipendentemente dal sesso a cui appartenete, il vostro
stimolatore penalizzante gradito al vostro inconscio è il cerchio,
mentre il vostro stimolatore gratificante gradito alla vostra istanza
logica è la spada.
Tutto ciò indica che siete sensibili alle persone che adottano o
sono cerchio con voi nel comportamento e che usano la
gestualità cerchio mentre parlano con voi.
Di contro, siete tranquilli e sicuri con le persone che adottano o
sono spada con voi nel comportamento e nella gestualità.
Fate molta attenzione, quindi a chi vi indica spesso delle possibili
soluzioni, a chi tende ad aiutarvi, indicandovi ciò che occorre fare,
a chi tende a darvi costantemente consigli.
Questa è la persona che vi può fortemente coinvolgere.
Se siete un triangolo conflittuale madre della distonia dell'avere,
indipendentemente dal sesso a cui appartenete, il vostro
stimolatore penalizzante gradito alla vostra istanza logica è il
cerchio.
Tutto ciò indica che siete sensibili alle persone che sono spada
con voi nel comportamento e nella gestualità, mentre vi sentite
sicuri e tranquilli con le persone che adottano o sono cerchio con
voi nel comportamento e nelle gestualità.
Fate molta attenzione, quindi, a chi vi accusa, a chi vi
colpevolizza.
Queste sono le persone che vi possono fortemente coinvolgere
creandovi delle forti emotività nella vita privata e nella vita
professionale.
Se siete una spada conflittuale padre della distonia dell'essere,
indipendentemente dal sesso a cui appartenere, il vostro
stimolatore penalizzante, ossia al vostro inconscio è il cerchio.
Pertanto, siete sensibili alle persone che sono cerchio con voi nel
comportamento e nei gesti.
246
Di contro il vostro stimolatore gratificante, ossia gradito alla vostra
istanza logica, è il triangolo.
Fate molta attenzione a chi vi indica spesso delle soluzioni, a chi
tende ad aiutarvi suggerendovi o indicandovi sempre ciò che si
deve fare.
Questa è la persona che vi può coinvolgere emotivamente nei
rapporti privati e nei rapporti professionali.
Se siete una spada conflittuale padre della distonia dell'avere,
indipendentemente dal sesso a cui appartenete, il vostro
stimolatore penalizzante, ossia gradito al vostro inconscio, è il
triangolo.
Pertanto siete sensibili alle persone che adottano o sono triangolo
con voi, nel comportamento e nel gesto.
Di contro lo stimolatore gratificante alla vostra istanza logica è il
cerchio.
Fate molta attenzione, quindi, a chi tende a proteggervi, a chi
tende ad avvolgervi indicandovi sempre un pericolo, a chi vi dice
"ci penso io".
Questa è la persona che vi può creare delle forti emotività nella
vita privata e nella vita professionale.
Se siete un cerchio conflittuale se stesso della distonia
dell'essere e siete di sesso maschile il vostro stimolatore
penalizzante gradito al vostro inconscio è la spada.
Pertanto, siete sensibili alle persone che adottano o sono spada
con voi nel comportamento e nella gestualità.
Di contro, il vostro stimolatore gratificante per la vostra istanza
logica è il triangolo.
Fate molta attenzione a chi vi colpevolizza, vi accusa senza
indicarvi nessuna soluzione ai problemi.
Tale persona è in grado di coinvolgervi fortemente sia nella vita
privata che nella vita professionale.
247
Se siete un cerchio conflittuale se stesso della distonia dell'avere
e siete di sesso maschile il vostro stimolatore penalizzante
gradito al vostro inconscio è il triangolo;
Pertanto la persona che può coinvolgervi adotta o è il triangolo
nel comportamento e nella gestualità, mentre il vostro stimolatore
gratificante è la spada.
Fate molta attenzione, quindi, a chi vi vuole proteggere a tutti i
costi, indicandovi i pericoli a cui andate incontro. Tale persona è
in grado di coinvolgervi fortemente sia nella vita privata sia nella
vita professionale.
Se siete cerchio conflittuale se stessa della distonia dell’essere e
siete di sesso femminile il vostro stimolatore penalizzante gradito
al vostro inconscio è il triangolo, pertanto siete sensibili alle
persone che adottano o sono facenti parte del simbolismo.
Il vostro stimolatore gratificante per la vostra istanza logica è il
segno spada nel comportamento e nella gestualità. Fate molta
attenzione, quindi, a chi tende a proteggervi, a difendervi, a darvi
aiuto, appoggio, favori, assistenza, riparo, salvaguardia, tutela.
Queste persone vi possono fortemente coinvolgere sia nei
rapporti professionali e sia nei rapporti privati.
Di contro, ostentate sicurezza e tranquilla gestione del rapporto
con il segno Spada.
Se siete un cerchio conflittuale se stessa della distonia dell'avere
e siete di sesso femminile, il vostro stimolatore penalizzante
gradito al vostro inconscio è la spada.
Pertanto, siete sensibili alle persone che adottano o sono spada
nel comportamento e nella gestualità.
Il vostro stimolatore gratificante gradito alla vostra istanza logica è
il triangolo.
Pertanto vi sentirete sicure e protette e potrete gestire
razionalmente e tranquillamente il rapporto con le persone che
248
adottano o sono triangolo con voi e persone che utilizzano le
gestualità triangolo.
Fate molta attenzione, quindi, a chi tende a darvi sempre delle
colpe, delle accuse, a chi vi imputa sempre come causa dei vostri
stessi problemi.
SISTEMA B
Utilizzando il sistema B per identificare i segni e la tipologia
dell'interlocutore non necessita partite dai simboli padre, madre,
se stesso e dalla distonia essere o avere per scoprire il segno
conflittuale e gli stimolatori penalizzanti e gratificanti
dell'interlocutore, ma, viceversa, si parte dai segni che
l'interlocutore esprime durante il dialogo per definire la tipologia
psicologica di appartenenza, ossia il tipo di conflittualità padre,
madre, o sè stesso e la distonia essere o avere di appartenenza.
Occorre, quindi, fare attenzione ai segnali monovalenti e
polivalenti che l'interlocutore esprime, agli atti analogici di scarico
tensionale ed alle verifiche analogiche gratificanti e penalizzanti
che il suo inconscio esprime durante il dialogo.
L'operatore è a conoscenza che il segnale monovalente indica
l'alimentatore, ossia la conflittualità di chi lo esprime, vale a dire il
suo turbamento base o il suo alimentatore, mentre il segnale
polivalente composto contemporaneamente da due segni,
esprime l'alimentatore e lo stimolatore penalizzante, ossia gradito
all'inconscio: per deduzione l'operatore identifica nel terzo
segnale lo stimolatore gratificante all'istanza logica dell'individuo.
L'operatore è consapevole del fatto che se vuole acquistare del
potenziale di affascinazione deve utilizzare il segno ed il
comportamento che si riferisce allo stimolatore gratificante solo
nel caso in cui la tensione emotiva prodotta nell'interlocutore è
superiore ai suoi indici di tolleranza o al potenziale di seduzione
acquisito in quel momento dall'operatore.
249
Indichiamo, di seguito, uno schema riepilogativo affinché
l'operatore possa tranquillamente adottare il sistema B di
rilevazione dei segnali, sistema estremamente valido nei rapporti
professionali ove risulta estremamente atipico nella relazione
comunicativa usare il sistema A.
250
I tre soggetti esprimono diversi segnali iconici.
A B C
Il lettore tenga sempre presente che gli individui se non sono dei
tecnici del simbolismo comunicazionale esprimono istintivamente,
nel comportamento o nella gestualità, il segno conflittuale a cui
loro stessi appartengono.
Pertanto la persona che può coinvolgervi deve appartenere come
simbolismo alimentatore al vostro stimolatore.
Se ciò non corrisponde nè come stimolatore penalizzante gradito
al vostro inconscio e nè come stimolatore gratificante gradito alla
vostra istanza logica, la persona non vi interesserà affatto, anzi la
ignorerete completamente.
251
Se voi non siete dei tecnici del simbolismo comunicazionale che
possono variare, secondo metodo, il proprio naturale segno in
funzione delle esigenze dell'interlocutore, voi potrete
istintivamente coinvolgere una persona che ha come stimolatore
penalizzante: il simbolismo a cui voi appartenete naturalmente
esprimendo il segno facente parte del vostro alimentatore.
Figura n° 1
252
Figura n° 2
253
Figura n° 3
A B
254
Il soggetto si tocca l'altro braccio, nella figura A. il pollice non è
opposto rispetto la posizione delle altre dita della mano per cui il
segno espresso è il triangolo, nella figura B. il pollice risulta
retroverso per cui il segno è cerchio.
Figura n° 4
255
Ciò che permette di evidenziare la differenza è la posizione del
pollice della mano:
A B
A B
Figura n° 5
256
Il soggetto esprime triangolo accarezzandosi il viso per cui è
conflittuale madre ed il suo alimentatore è triangolo. (A)
Dicasi lo stesso per l'altra figura "accarezzamento collo". (B)
Per identificare il suo stimolatore penalizzante, vale quanto detto
nelle precedenti figure, ove risulta soggetto conflittuale triangolo.
L'operatore invece, adotterà la posizione della mano che
accarezzerà il viso, solo nel caso in cui deve esprimere tale
segno all'interlocutore che risulta avere come stimolatore
penalizzante il triangolo.
Figura n° 6
257
Figura n° 7
Figura n° 8
258
Pertanto è un conflittuale se stesso. Se trattasi di una distonia
dell'avere, il suo stimolatore penalizzante sarà triangolo.
Se trattasi di una distonia dell'essere, il suo stimolatore
penalizzante sarà spada, in quanto omologo al sesso di
appartenenza.
Essendo il soggetto un alimentatore cerchio, occorre distinguere il
sesso di appartenenza per la definizione del segnali stimolatore
omologo o eterologo.
Il test di indagine permetterà all'operatore di scoprire il
simbolismo penalizzante del soggetto, simbolismo che diverrà per
tutta la fase induttiva l'elemento di riferimento per ogni
toccamento del soggetto, per ogni segno espresso con le mani,
per ogni parola e per il comportamento dell'operatore nei
confronti del soggetto.
Figura n° 9
259
A B
Figura n° 10
Figura n°11
260
Trattasi quindi, di una espressione triangolo di un conflittuale
madre.
Per lo stimolatore penalizzante considerare che la distonia
dell'essere ha come segno creante tensione emotiva il cerchio e
la spada come riducente tensione, mentre la distonia dell'avere
ha spada come stimolatore penalizzante e cerchio come
stimolatore gratificante. Durante il test di indagine in ipnosi
dinamica l'operatore pone il soggetto in posizione ortostatica ad
occhi aperti e lo invita ad osservare i segni cerchio e spada, segni
che l'operatore esprimerà in tempi diversi, per identificare il suo
stimolatore penalizzante.
Figura n°12
261
Soggetto Operatore
Figura n° 13
262
Fare attenzione alla posizione del pollice.
Nella foto il pollice è assente per cui si intende imposizione
retroversa.
Pertanto il segno espresso con le dita non può essere altro che
cerchio.
Se la foto evidenziava il polli ce nello stesso verso delle altre dita
il segno espresso dal soggetto sarebbe stato triangolo.
Per la ricerca dello stimolatore penalizzante attenersi a quanto
descritto nelle precedenti figure.
Figura n° 14
263
PARTE TERZA
TECNICA DELLA IPNOSI DINAMICA
CAP. VII
LA METODOLOGIA OPERATIVA DELL’IPNOSI DINAMICA
1. Fasi generali
264
Inserimento della C.V. nel rapporto ipnotico. L'operatore
esprime alcune parole per verificare il potenziale acquisito
nella fase induttiva.
5) FASE DI PILOTAGGIO
Richiesta fenomenologica o comportamentale. L'operatore
chiede le prime fenomenologie ipnotiche.
6) FASE DI DEIPNOTIZZAZIONE
L'operatore attiva nel soggetto la fase di deipnotizzazione
esprimendo il segno dello stimolatore gratificante e le frasi di
chiusura del rapporto ipnotico.
265
2. Fase di Posizione Ortostatica
266
8) Interventi verbali, durante il test, per chiedere spiegazioni,
esprimere commenti, semplicemente per assentire.
9) Sorriso, riso, o anche solo una leggera contrazione del labbro
superiore, quasi a schernire l'azione dell'operatore.
10) Diverse forme di tic muscolare, particolarmente frequenti
nella zona del viso.
11) Forme di scarico psico - somatico (sudorazione, rossore,
tachicardia, tremori ecc.).
12) Labbra e denti serrati.
13) Irrigidimento degli arti inferiori e superiori.
14) Contrazione sopraccigliare.
15) Contrazione ritmica delle palpebre.
267
Sarà cura dell'operatore chiedere al soggetto di mantenersi
rilassato, tranquillo e di non contrarre muscoli, in particolare della
mascella, evitando di serrare le labbra e tenendo anzi la bocca
semiaperta.
La posizione preferenziale da far assumere al soggetto è: in piedi
(in alternativa seduto o sdraiato) e comunque con appoggio su
entrambe le gambe; l'appoggio su una gamba sola permette
scarichi di tensione tramite l'impercettibile e ripetuta flessione
dell'altra. Le braccia devono essere tenute preferibilmente distese
lungo i fianchi.
Bisogna controllare che l'immobilità del soggetto sia effettiva,
ossia non sussistano micro-scarichi di tensione motori. I muscoli
devono essere rilassati, perchè la loro contrazione è di per sè uno
scarico tensionale. È bene controllare in particolare le ginocchia, i
piedi, le dita dei piedi e delle mani, le mascelle.
Le mascelle serrate indicano nel soggetto una resistenza attiva
alle induzioni; se la quantità di micro-tensione creata con gli atti
comunicativi del la C.N.V. è inferiore al grado di micro-tensione
scaricata dal soggetto, serrando la mascella, e spesso i denti, si
vanifica lo sforzo induttivo subliminale.
Se il soggetto non mantiene la posizione ortostatica ma apre gli
occhi o si mette a ridere, significa che i suoi indici di tolleranza
sono molto bassi e che l'operatore con i suoi atti comunicativi li
ha superati.
A questo punto è necessario riprendere da capo la fase induttiva
subliminale, reimpostando nel soggetto la posizione ortostatica,
se è possibile senza inserire la C.V.; in caso di insuccesso si può
scambiare qualche battuta col soggetto quindi ricominciare da
capo l'esperimento.
Lo scarico di tensione attraverso il riso può essere bloccato con la
ripetizione speculare, ridendo cioè dell'allegria del soggetto: la
ripetizione speculare delle espressioni sonore vanifica il tentativo
268
di scarico e determina un arco riflesso; più il soggetto tenta
istintivamente di scaricare e più si carica automaticamente di
tensione.
ATTENZIONE!
La posizione ortostatica è un elemento chiave per la produzione
delle micro-tensioni in fase induttiva subliminale.
Nei soggetti con tendenza a somatizzare, il carico tensionale
prodotto con la C.N.V. può incrementare il sistema di scarico
somatico: tachicardia, ritmo respiratorio accellerato, spasmi allo
stomaco, ipersudorazione, rafforzamento di eventuali tic nervosi,
tremori .... ecc....
Tali sistemi naturali o alterati di scarico tensionale, presenti nel
soggetto, possono vanificare l'effetto degli atti comunicativi
espressi con la C.N.V., portando a valori prossimi allo zero
l'accumulo tensionale pilotabile.
L'operatore nel momento in cui avverte, per esempio, una
sostenuta accellerazione dei ritmi biologici, è opportuno sospenda
gli atti comunicativi penalizzanti e li sostituisca con atti
comunicativi gratificanti, riducendo così il carico tensionale entro
la capacità di contenimento.
Se ciò non risulterà sufficiente, inviterà il soggetto a effettuare
alcuni movimenti: passi in avanti o in dietro, movimenti delle
braccia e del corpo; in sintesi bloccherà la posizione ortostatica
per permettere al soggetto di scaricare col sistema motorio
(cinesica).
Quando il soggetto avrà ridotto lo scarico somatico a livelli
accettabili, l'operatore imposterà di nuovo la posizione ortostatica
nel soggetto e riprenderà la fase induttiva subliminale secondo
metodo.
269
3. Fase di Indagine Psicologica
270
Ricordiamo al lettore che le risposte analogiche di C.N.V. che il
soggetto esprime sui tre segni simbolici (spada-cerchio-triangolo)
rappresentati gestualmente dall'operatore con le proprie dita
davanti agli occhi aperti del soggetto, possono essere:
271
4. Fase Induttiva Subliminale
272
Fase Induttiva e Verifiche Analogiche Subliminali
L'operatore utilizza la fase induttiva per acquisire potenziale
subliminale, egli opera nella zona franca dell'indice di tolleranza
del soggetto, divenendo così un bersaglio analogico per il suo
inconscio.
Come già sappiamo, l'induzione ipnotica si ottiene attraverso gli
ATTI COMUNICATIVI della C.N.V., (Segni e Gesti del
Simbolismo) vale a dire attraverso stimolazioni analogiche che
alimentano la componente tensionale del soggetto, senza che
questo se ne avveda in tempo utile per poter contrapporre i propri
meccanismi di difesa. Abbiamo già visto, anche in precedenza,
che la C.N.V. comprende quattro canali fondamentali:
Prossemica, Cinesica, Paralinguistica, Digitale.
Durante la fase induttiva subliminale l'operatore non deve
utilizzare la C.V., a meno che, per motivi contingenti, non lo
ritenga indispensabile, per esempio nel caso in cui il soggetto non
mantenga la posizione ortostatica malgrado sia stato
precedentemente informato della sua importanza.
La fase induttiva deve necessariamente avanzare di pari passo
con le verifiche analogiche; sono proprio queste ultime ad
indicare all'operatore se la sua azione ipnotica procede sui binari
del successo o dell'insuccesso.
La fase induttiva subliminale termina quando l'operatore è riuscito
a provocare nel soggetto una tensione di valore pari all'indice di
tolleranza.
Dopo aver reso il Servizio Analogico nella quantità richiesta dal
simbolo egemone. L'obiettivo si considera raggiunto quando
risulta avvenuto il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico.
Se il soggetto gratifica analogicamente l'operatore con la
realizzazione positiva del test di verifica analogica terminale,
significa che l'indice di tolleranza è stato felicemente rispettato e
superato dal potenziale ipnotico dell'operatore.
273
Qualora questo non avvenga, l'operatore dovrà riprendere la fase
induttiva con altri atti comunicativi, successivi test di verifica
subliminale, per aumentare la tensione del soggetto sino a
raggiungere il valore del suo indice di tolleranza.
Il passaggio flash subliminale a flash ipnotico indica quindi che la
fase induttiva è terminata; essa sarà eventualmente ripresa
durante la fase di pilotaggio nel caso sia necessario tarare il
potenziale ipnotico acquisito in rapporto all'obiettivo da
raggiungere.
Giunti a questo punto è necessario parlare delle verifiche
analogiche, le quali permettono all'operatore di verificare il
potenziale subliminale acquisito durante la fase induttiva.
Nella fase induttiva, contemporaneamente all'invio di atti
comunicativi di C.N.V. ed al blocco degli scarichi di tensione,
l'operatore deve quantificare il potenziale ipnotico subliminale
raggiunto in quel preciso momento.
Le verifiche subliminali si realizzano attraverso variazioni di
postura imposte al soggetto successivamente alla posizione
ortostatica che lo stesso ha assunto all'inizio del test ipnotico.
Se il soggetto mantiene tali posture, l'esito della verifica si deve
considerare positivo, in quanto ciò significa che l'operatore ha
acquisito il potenziale subliminale sufficiente alla neutralizzazione
del fastidio e della fatica che la cosa comporta.
Diverse posture richiedono un diverso potenziale subliminale,
quindi un diverso servizio analogico; sarà compito dell'operatore
saper esprimere quegli atti comunicativi capaci di determinarle
quello idoneo.
Il soggetto deve mantenere le posture imposte, passivamente,
senza competitività nè collaborazione. In entrambi i casi si
avrebbe infatti l'effetto subliminale, ossia al si sotto della soglia
consapevole dell'Io.
274
Le cose possono essere meglio chiarite con un esempio:
supponiamo che l'operatore, ad un certo punto della fase
induttiva, richieda al soggetto di tenere sollevato il braccio destro
(in pratica l'operatore prende il braccio del soggetto e lo solleva
ad una determinata altezza).
A questo punto abbiamo tre possibilità:
275
- lieve allontanamento di un braccio dal corpo lieve torsione
del busto;
- lieve variazione dell'inclinazione del corpo rispetto alla
posizione iniziale;
- lieve torsione del corpo;
- lieve inclinazione (in avanti o all'indietro) del corpo;
276
Il grado progressivo di difficoltà delle varie posizioni imposte
indica, se queste sono mantenute, il valore del potenziale ipnotico
subliminale acquisito fino a quel momento dall'operatore.
Nel momento in cui l'operatore inserisce la C.V. (singole parole o
frasi), il soggetto può avvertire una penalizzazione (aumento di
tensione) o al contrario una gratificazione (riduzione della
tensione).
Se il potenziale ipnotico dell'operatore ha superato l'indice di
tolleranza del soggetto, verrà registrato come gratificante
l'inserimento delle parole tra le modalità comunicative.
Se invece si effettua il passaggio da flash subliminale a flash
ipnotico prima di aver acquisito il potenziale necessario
(superamento dell'indice di tolleranza), il soggetto avvertirà un
aumento della tensione nel momento in cui l'operatore inizierà a
parlare, pertanto registrerà l'inserimento della C.V. come atto
comunicativo penalizzante.
Dato che tutte le sue possibilità di scarico tensionale sono ormai
bloccate, grazie alle verifiche analogiche subliminali effettuate
precedentemente il soggetto non può compiere automaticamente
alcuna variazione di postura (braccia, mani, capo, gambe,
tronco); non gli rimane quindi che scaricare la tensione provocata
dall'inserimento della C.V. deglutendo la saliva secreta in
eccesso dalle sue ghiandole salivari.
Tutti sappiamo che qualsiasi persona, nel momento in cui
avverte, inaspettatamente un rumore sconosciuto reagisce con
un sussulto.
Facciamo ora l'ipotesi che l'individuo non sia in grado di scaricare
in tal modo la tensione prodotta dal rumore, perchè strettamente
legato ad un palo, nè che possa effettuare alcun altro movimento
e per di più sia costretto a tenere gli occhi chiusi, avvertendo un
rumore improvviso, il nostro individuo subirà un repentino
277
aumento di tensione a cui farà seguito una abbondante
salivazione con conseguente necessità di deglutire.
Durante il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico,
l'operatore porrà il capo del soggetto sull'indice proprio per poter
rendersi visivamente ed immediatamente conto di una eventuale
deglutizione.
Come già detto, se la deglutizione salivare non avviene e il
soggetto permane nella posizione ipnotica senza effettuare alcun
movimento, l'operatore ha la certezza di poter chiedere le prime
fenomenologie ipnotiche (blocco dei piedi, irrigidimento degli arti
inferiori, piegamento repentino delle gambe, ecc.) In caso
contrario dovrà riprendere le penalizzazioni sino a coprire l'indice
di tolleranza del soggetto.
Di questa particolare fase occorre tener presente due aspetti
fondamentali: l'operatore, nel momento in cui inserisce la C.V. nel
rapporto ipnotico, non deve richiedere immediatamente una
fenomenologia ipnotica, ma unicamente verificare se il suo
inserimento viene registrato penalizzante o gratificante dal
soggetto.
Pertanto è opportuno adottare frasi o parole che non contengono
esplicite richieste, ma espressioni del tipo: "ora .... in questo
momento tu ascolti la mia voce e avverti la mia persona vicino a
te", o altre locuzioni di natura similare.
Solo quando sarà sicuro di essere registrato gratificante (mancata
deglutizione salivare), l'operatore formulerà le prime richieste
fenomenologiche, quelle più facilmente realizzabili.
Durante la verifica analogica terminale è necessario che
l'operatore si collochi avanti al soggetto, ad una distanza neutra
di circa un metro, per non influenzare con eventuali atti o gesti
inconsapevoli prodotti casualmente, la risposta analogica del
soggetto, falsando in tal modo l'esito della verifica stessa.
278
Può accadere che il soggetto deglutisca saliva non perchè
l'operatore abbia iniziato a parlare, ma perchè suoi atti
comunicativi involontari sono stati registrati penalizzanti.
Durante l'impostazione delle varie posture, l'operatore può
valutare un eventuale atteggiamento negativo di competitività,
stimando il grado di resistenza fisica opposta alla pressione da lui
esercitata.
Nel caso del sollevamento di un braccio del soggetto la
collaborazione si avverte in base ad una eccessiva leggerezza
del braccio stesso.
Se il braccio risultasse assai più leggero di quanto la sua massa
non faccia prevedere, ciò vuol dire che il soggetto collabora
eccessivamente, falsando il risultato, apparentemente positivo,
della verifica analogica.
Se il braccio risultasse irrigidito o molto pesante, ciò vuol dire che
il soggetto è fortemente competitivo nei confronti dell'operatore
e/o nei confronti del procedimento ipnotico.
Quanto detto vale anche per il tronco, la testa e per qualsiasi altra
parte del corpo sollecitata ad una variazione di assetto.
Prima e durante il procedimento l'operatore deve evitare:
279
1) INVIO ATTI COMUNICATIVI CON I QUATTRO CANALI
DELLA C.N.V.
In questa fase devono essere individuati ed espressi gli atti
comunicativi più penalizzanti per ogni canale, ovviamente
opportunamente tarati con atti gratificanti per non superare
l'indice di tolleranza.
2) BLOCCO DI EVENTUALI SCARICHI DI TENSIONE NEL
RISPETTO DELLA POSIZIONE ORTOSTATICA.
Terminata questa primissima fase tendente ad analizzare il
comportamento analogico del soggetto nei confronti delle
induzioni subliminali della C.N.V. l'operatore passa ad
approfondire la fase induttiva a mezzo sempre degli strumenti
sopraesposti e integrati dalle verifiche subliminali.
280
simultaneamente un prurito, ma semplicemente prende atto del
prurito.
Precisiamo che il grattamento è solo una delle tante modalità di
scarico naturale, anche la variazione del ritmo respiratorio, i
semplici movimenti di un dito, l'assentire emettendo dei suoni
vocali, le somatizzazioni, sono tutte forme di scarico tensionale.
Nella fase induttiva subliminale dell'Ipnosi Dinamica, l'operatore
deve assolutamente porre la massima attenzione a questi tipi di
scarico.
Servendosi della comunicazione subliminale, l'Ipnosi Dinamica
raggiunge il massimo della potenza penetrativa rispetto a
qualsiasi altro metodo induttivo che faccia uso della parola
(comuni test di suggestionabilità).
L'operazione di blocco degli scarichi tensionali del soggetto, per
tutta la fase induttiva, rimane senz'altro l'elemento più delicato e
importante.
Infatti l'invio di atti comunicativi ancorché espressi da un
operatore esperto, se non perfettamente tarati possono produrre
con frequenza nel soggetto movimenti di scarico.
Di qui la grande importanza del far mantenere la posizione
ortostatica.
L'operatore può tuttavia pretendere una posizione non
rigidamente statica, se ritiene di ridurre l'accumulo tensionale
prodotto o l'eccessiva attivazione di scarichi somatici, evitando
così il pericolo di un cortocircuito a seguito di un brusco
superamento dell'indice di tolleranza.
L'esperienza ci consiglia di utilizzare un "ruolo morbido" durante
la fase induttiva, soprattutto se si è allievi alle prime esperienze.
Vi è tutta una serie di movimenti analogici che il soggetto
generalmente compie, pur ritenendo di continuare ad essere nella
posizione ortostatica richiesta.
281
L'operatore, se utilizza un ruolo morbido, lascerà attivate alcune
piccole forme di scarico tensionale quali:
282
Ricordiamo ancora che è l'atto penalizzante a consentire
l'acquisizione di potenziale, quello gratificante ha solo funzioni di
"taratura".
283
In tal caso è preferibilmente ricorrere alla C.V., chiedendo
senz'altro al soggetto di non effettuare determinati movimenti in
quanto ciò non stà nei patti e non è contemplato dalla posizione
statica.
Naturalmente, dopo l'inserimento della C.V., la fase induttiva
dovrà essere ripresa dall'inizio.
La contrazione muscolare è uno scarico di tensione più
difficilmente identificabile del precedente, ma di più semplice
eliminazione.
Anche senza ricorrere alla C.V., è sufficiente infatti variare la
posizione del corpo del soggetto, o di parte del corpo, per
eliminare la contrazione.
Anche senza ricorrere alla C.V., è sufficiente infatti variare la
posizione del corpo del soggetto, o di parte del corpo, per
eliminare la contrazione.
La cosa migliore è comunque il cercar di evitare tali forme di
scarico già al momento della impostazione della posizione statica.
Nel caso frequente di mascellazione (contrazione del muscolo
della mascella), si potrà abbassare la mascella stessa sino a che
le labbra stiano socchiuse.
Nel caso di contrazione dei muscoli delle gambe (ginocchia spinte
fortemente all'indietro), l'operatore, dopo essersi portato dietro al
soggetto ed avere annullato quasi del tutto la prossemica,
attuerrà una lieve flessione delle proprie ginocchia per sospingere
in fuori quelle del soggetto ed annullare così ogni contrazione.
Le forme neurofisiologiche di scarico sono senz'altro le più difficili,
sia da identificare che da bloccare.
Le più comuni sono:
284
- tachicardia; la si può generalmente ridurre invitando il
soggetto a respirare più profondamente ed inviando atti
comunicativi gratificanti.
- ipersudorazione; anche qui occorre ricorrere alle
gratificazioni, in modo da diminuire la tensione del soggetto
fino ad eliminare la necessità di scarico; verificare poi se, con
successive penalizzazioni, l'inconscio del soggetto non devia
verso forme di scarico diverse.
285
Il Ribaltamento Ipnotico
Eccoci finalmente giunti al più importante argomento tecnico di
tutta l'IPNOSI DINAMICA: "l'uso degli ATTI COMUNICATIVI".
Il momento nel quale esprimerli, la loro taratura, la scelta del tipo
di espressione analogica e delle opportune modalità espressive,
rappresentano gli aspetti più delicati di un procedimento ipnotico.
Abbiamo più volte affermato che un ATTO COMUNICATIVO DI
C.N.V. può essere GRATIFICANTE o PENALIZZANTE in base
all'effetto tensionale che produce sul soggetto.
286
Il RIBALTAMENTO IPNOTICO consiste nella variazione del
modo in cui un atto comunicativo già ricevuto viene registrato (da
penalizzante a gratificante e viceversa).
Un flash induttivo perfettamente realizzato determina il
ribaltamento ipnotico dell'atto comunicativo precedentemente
espresso, così come il flash ipnotico determina ad un certo punto
nel soggetto il piacere di effettuare le fenomenologie tipiche.
Tale piacere è spesso talmente intenso al punto che l'operatore
può tranquillamente ottenere comportamenti assurdi o ridicoli,
come avviene nelle sale di teatro (soggetto che abbia ....) senza
che questi avverta un benché minimo disagio.
Possiamo senza dubbio affermare che il ribaltamento ipnotico è il
vero obiettivo tecnico che l'operatore deve conseguire.
Ritornando agli Atti Comunicativi della C.N.V., diciamo subito che
non è possibile giungere ad una completa elencazione di tutti
quelli possibili che sono evidentemente infiniti; tenteremo
comunque di classificarli secondo criteri operativi, dando quelle
indicazioni guida che la pratica ormai ventennale ci ha segnato.
CINESICA
287
Se il gesto viene espresso consapevolmente da un individuo
(operatore) nei confronti dei un altro individuo (soggetto), lo
definiamo "Atto Comunicativo" ed assume il carattere induttivo.
Se il gesto è espresso inconsapevolmente avremo un "Atto
Analogico", prodotto per scaricare della tensione accumulata da
pensieri che insorgono spontanei, da stimoli casualmente prodotti
dall'ambiente e espressi da un preciso interlocutore.
Il gesto con significato di “Atto Analogico" ossia di reazione
emotiva, è lo sfogo di una energia tensionale che si sprigiona
dell'individuo a partire da meccanismi trasformatori di forze che
sono i centri nervosi.
L'innervazione dei vari distretti anatomici permette la sua
trasformazione in contrazioni muscolari e pertanto in movimenti.
Questo tipo di gesto viene classificato come espressivo.
UN ATTO ANALOGICO GESTUALE ASSUME LA FUNZIONE DI
ATTO COMUNICATIVO SE IL TRASMITTENTE È
CONSAPEVOLE DELL'EFFETTO TENSIONALE CHE DETTO
ATTO PUÒ DETERMINARE NEL RICEVENTE (VALORE
ENERGETICO DELLA MICRO TENSIONE PRODUCIBILE).
L'operatore non deve porre attenzione al significato etnologico del
gesto ma solo alla componente energetico-tensionale che tali
gesti posseggono nei confronti del soggetto.
Lo schema seguente illustra le modalità attraverso le quali
vengono connessi sul piano temporale e causale i veri aspetti del
meccanismo generale di scarico delle tensioni.
288
Nel metodo diretto la cinesica viene utilizzata dall'operatore:
289
I movimenti cinesici espressi nella fase induttiva dall'operatore
possono essere classificati a seconda della:
290
inferiori e, in alcuni casi, con l'avvicinamento del tronco verso il
soggetto, mantenendo però lo stesso rapporto prossemico (piedi
dell'operatore fissi al suolo ed alla distanza dal soggetto
precedentemente impostata).
Se l'operatore utilizza le braccia e le mani, occorre tener presente
che gli atti cinesici compiuti in senso ascendente davanti al viso
del soggetto sono penalizzanti, mentre quelli compiuti in senso
discendente sono gratificanti.
L'operatore deve saper valutare con sicurezza i canoni
identificativi analogici di ogni atto comunicativo o sollecitazione
tensionale; è necessario quindi aver analizzato a fondo e ben
assimilato i concetti di gratificazione e di penalizzazione, illustrati
nel paragrafo relativo.
Possiamo aggiungere che l'operatore, man mano si esprime
attraverso gli atti comunicativi, deve costantemente verificare
l'andamento dell'induzione attraverso:
291
Ricordiamo che durante il passaggio da flash subliminale a flash
ipnotico il soggetto, al contrario, non deve deglutire.
Bisogna considerare che nella fase induttiva ipnotica la cinesica è
meno utilizzabile che nella DIPNOSI o metodo indiretto, in quanto
il soggetto ad occhi chiusi non sempre, dai giochi luci-ombre e dai
movimenti d'aria, può cogliere il significato analogico del gesto.
292
- Movimenti rotatori del dito sin quasi a sfiorare le labbra del
soggetto.
PROSSEMICA
293
L'operatore esprime quindi un atto comunicativo prossemico nel
momento in cui riduce o aumenta la distanza della propria massa
corporea da quella del soggetto.
Naturalmente prossemica e cinesica vanno a braccetto, in quanto
il concetto di distanza interrelazionale è recepito inconsciamente
in rapporto alla possibilità di due attori di carezzarsi, colpirsi,
sorreggersi e sfiorarsi vicendevolmente.
Lo sguardo dell'operatore, la percezione del suo calore corporeo,
le variazioni della luce ambientale, il fatto di mantenere o meno le
palpebre abbassate, sono altrettanti elementi che concorrono alla
definizione soggettiva dello spazio comunicativo, ossia del modo
in cui questo è percepito. All'inizio di un procedimento ipnotico
diretto, la distanza neutra (non creante tensioni) tra operatore e
soggetto è generalmente di circa un metro; qualsiasi variazione in
meno è registrata dal soggetto come penalizzante, mentre
qualsiasi variazione in più viene registrata come gratificante.
La posizione normale è faccia a faccia, qualora i due attori si
trovino seduti; di fronte l'uno all'altro, ma non necessariamente
incrociando lo sguardo, se l'esperimento avviene mentre entrambi
mantengono la posizione eretta.
Dopo aver pregato il soggetto, all'inizio dell'esperimento, di
assumere una posizione ortostatica e di mantenerla durante tutto
l'esperimento, l’operatore gli si pone ad una distanza di circa un
metro e inizia la fase induttiva utilizzando preferibilmente la
posizione eretta per sè come per il soggetto.
294
Una volta ottenuta la posizione statica sul soggetto, l'operatore
passa alla fase induttiva, iniziando l'invio di atti comunicativi
penalizzanti con la C.N.V. ed imponendo contemporaneamente le
necessarie verifiche analogiche per valutare l'andamento
tensionale nel soggetto e gli avvenuti flashes subliminali.
La componente tensionale di un atto comunicativo prossemico
scaturisce non solo dalla avvenuta variazione della distanza
comunicativa, ma anche dalla maggiore o minore rapidità con cui
l'operatore effettuerà una nuova variazione spaziale.
In sintesi le variazioni di distanza, il modo più o meno repentino in
cui avvengono e le pause tra di loro, costituiscono le variabili
operative tendenti a sollecitare una unica costante:
295
È un approccio operativo limitante per le espressioni analogiche
dell'operatore. Si consiglia di rimanere in piedi, anche nel caso in
cui si ritenga opportuno lasciare seduto il soggetto.
296
FIANCO A FIANCO: l'operatore si colloca lateralmente al
soggetto.
Tale posizione può intervenire durante la fase induttiva come
variazione repentina dell'opposizione frontale.
297
Le altre posizioni possono essere assunte quali variazioni, in più
o in meno, della distanza tra operatore e soggetto.
Esse possono assumere diversi significati nella mente del
soggetto ed è a questi che va collegato l'eventuale flash prodotto,
ciò non di meno sarà l'effetto tensionale la loro sola misura.
Ad ogni verifica analogica positiva, corrisponde un nuovo assetto
plastico del soggetto; quando l'operatore avrà mutato
completamente la posizione statica originale del soggetto in
quella da lui costruita con le successive verifiche analogiche
(braccia, mani, piede, tronco, testa, gambe, ginocchia
leggermente piegate in avanti, labbra e denti non serrati, blocco
di qualsiasi tic nervoso, respirazione normale,corpo in generale
flessibile e docile all'impostazione delle varie posture), passerà
ad impostare la verifica analogica terminale inserendo la C.V.
Solo a questo punto sarà in grado di ottenere le prime
fenomenologie ipnotiche.
298
Naturalmente ai fini della individuazione dei punti distonici
ipnotici, l'operatore si avvale contemporaneamente di più canali di
C.N.V., al fine di rendere l'atto comunicativo più stimolante ed
efficace. La prossemica fine a se stessa è già uno stimolo
abbastanza intenso, ma per evidenziare un punto distonico
ipnotico è preferibile abbinarla con la cinesica (gestualità a di
stanza ravvicinata), meglio ancora se rafforzata ulteriormente con
la digita le (toccamenti sulle parti del corpo di libero accesso).
CINESICA
299
provocare così un cortocircuito (interruzione repentina della
posizione statica se non addirittura del rapporto ipnotico).
L'operatore esperto sa porre l'attenzione su ogni singolo canale
comunicativo al fine di esprimere contemporaneamente atti
comunicativi di diverso contenuto tensionale, ciascuno facente
parte di un diverso canale (set di atti comunicativi).
Quando si odia si danno pugni e calci, si graffia, si morde;
quando si ama si sta vicini, ci si abbraccia, si danno tenere
carezze.
L'operatore deve trasferire, con le opportune variazioni, tale
concetto negli atti comunicativi della C.N.V. ed in specifico modo
nell'uso della digitale, ossia del diretto contatto fisico attraverso le
dita. Il contatto fisico costituisce lo stimolo più potente per
sollecitare delle emozioni e spesso anche tensioni che possono
superare l'indice di tolleranza.
Toccare o essere toccati è un bisogno fondamentale dell'uomo ed
i rapporti tattili avuti da ogni individuo dalla nascita sino all'età
dello sviluppo psicofisico, sono fondamentali nella determinazione
delle successive modalità espressive e ricettive, soprattutto in
campo sessuale. Inserirsi a livello tattile nella comunicazione con
un interlocutore, spesso significa, anche fuori dal contesto
ipnotico, poter già esercitare un ruolo con implicazioni affettive (di
padre, di madre, di amante).
L'operatore per le induzioni digitali utilizzerà di preferenza il viso
del soggetto, il collo, gli arti superiori ed il tronco.
Una maggiore esperienza potrà spingere l'operatore a utilizzare
integralmente il corpo del soggetto, dalla punta dei piedi sino alla
sommità del capo.
Le varianti che entrano in gioco nella digitale ed alle quali si deve
la sua amplissima gamma di contenuti tensionali possibili sono: la
differente pressione esercitata, le diverse zone del corpo toccate,
l'ampiezza della zona di contatto (digitopressione su zone del
300
corpo più o meno sensibili alle sollecitazioni tensionali ed implicati
un maggior o minor numero di recettori sensoriali).
Riportiamo di seguito uno schema illustrativo della frequenza con
cui vengono toccate varie zone del corpo da una certa tipologia di
interlocutori.
Queste zone sono perciò più o meno sensibili alla stimolazione
digitale effettuata da un operatore durante la fase induttiva
subliminale ipnotica.
301
ALCUNE FORME DI CONTATTO DIGITALE ESPRIMIBILI
DURANTE IL TEST ANALOGICO
PARALINGUISTICA
302
Ripetiamo che i suoni ipnotici non devono avere nessun
significato; si può quindi ricorrere a qualunque tipo di verso o
rumore, esprimere parole senza senso o parlare in una lingua
sconosciuta al soggetto.
Nei casi in cui questi suoni siano emessi istintivamente e senza
alcuna finalità strategica, si:deve parlare di ATTI ANALOGICI di
scarico tensionale.
Il "raschiamento" della gola è per esempio un atto analogico.
Anche per questo canale della C.N.V., come del resto per tutti gli
altri, vanno ben distinti gli ATTI COMUNICATIVI dagli ATTI
ANALOGICI.
303
L'operatore ipnotico deve porre attenzione massima alla propria
voce, soprattutto durante la fase di pilotaggio, durante le
richieste fenomenologiche.
Nel metodo indiretto DIPNOSI; durante il Corso, l'allievo impara
anche a riconoscere i suoni classificati tra gli ATTI ANALOGICI
ESPRESSIVI della PARALINGUISTICA. Sono suoni che
l'individuo emette istintivamente durante un normale rapporto
dialogico per scaricare la tensione prodotta dai contenuti
emozionali della C.V. e vengono utilizzati a scopo diagnostico o
di verifica dal tecnico della DIPNOSI durante un comune
dialogo.
L'utilizzo dei suoni vocali paralinguistici nella tecnica induttiva
dinamica si basa sulla loro natura emozionale, vale a dire sulla
loro natura emozionale, vale a dire sul significato che essi
hanno acquisito durante la fase della prima infanzia ed anche
prima, nell'intimo rapporto corporeo tra madre e figlio.
L'attenzione del lattante ed ancor prima del feto è focalizzata sul
suono quale elemento principe di comunicazione con l'ambiente
circostante e quale fattore di variabilità sensoriale più intenso.
È la madre stessa ad impostare il codice analogico che il figlio
farà proprio per tutta la vita.
Le percezioni acustiche registrate dal bambino diventano per la
prima volta un repertorio di segni, e successivamente di simboli,
per lo scambio di informazioni col mondo esterno.
I suoni registrati si impregnano così di contenuti emozionali che
conservano tale valore per tutta la vita dell'individuo. Durante la
crescita questi suoni vengono sostituiti dal linguaggio verbale nei
rapporti col mondo esterno; tuttavia l'inconscio ne rimane
perennemente influenzato emozionalmente, anche se l'io adulto,
sentendone di simili non registra, salvo eccezioni, alcun effetto
tensionale all'interno del proprio essere.
304
Secondo alcuni studiosi della materia, ciò dipende dal fatto che,
durante la prima infanzia e nell'intimo rapporto tra madre e figlio,
ogni suono naturale che la mamma emette ha per il figlio un
grande valore emozionale; i suoni acuti vengono registrati
generalmente come penalizzanti, i suoni dolci come gratificanti.
Tale codice comunicativo con la crescita viene, sul piano logico,
sostituito via via dalla C.V. (comunicazione verbale); sul piano
analogico permane invece anche quando l'individuo è adulto.
Sulla base delle iniziali codifiche, nella prima fase dell'infanzia e
nelle successive fasi di crescita, i suoni diventano per il bambino,
il fanciullo e infine l'adulto, un ricchissimo repertorio di
codificazioni per l'interscambio di informazioni con il mondo
esterno.
Questo strumento di comunicazione con l'apprendimento del
linguaggio e la formazione culturale viene, sul piano logico,
sostituito via via dalla C.V.
Sul piano analogico permane in attività anche quando
l'inconscio è adulto, e conserva anzi tutta la sua potenza
emozionale e penetrativa già propria della prima infanzia.
Al di là delle interpretazioni una cosa è certa: i suoni vocali e
strumentali, emessi dall'operatore durante un procedimento
ipnotico, si impregnano di contenuti emozionali che producono
nel soggetto le più potenti microtensioni della C.N.V.
L'influenza emozionale dei suoni si subisce anche quando,
ormai adulto, l'individuo ha sostituito l'espressione comunicativa
primaria con il linguaggio; a livello inconscio permane l'influenza
emozionale di questi suoni, anche se l'io adulto spesso non
registra alcuna variazione tensionale all'interno del proprio
essere (stimolazioni subliminali che non superano l'indice di
tolleranza).
305
La percezione acustica di suoni non verbali è associata, in tutti
gli individui, al bisogno di affetto, di aiuto ed alla fase di assoluta
dipendenza della prima infanzia.
L'uso della paralinguistica nella fase induttiva ipnotica si
identifica in un comportamento comunicativo regressivo, la cui
essenza è la riproduzione, a mezzo dell'apparto vocale o di
strumenti diversi, di suoni codificati inconsciamente dal
ricevente in una lontana epoca della vita.
Durante la formulazione dei suoni paralinguistici, l'operatore
deve individuare il tipo di effetto emozionale prodotto nel
soggetto durante l'ascolto, per poterne così pilotare la
modulazione tensionale in rapporto all'esigenza del momento.
Se il soggetto deve essere penalizzato, occorre riprodurre i suoni
che lui ha già registrato come creanti tensione (suoni acuti,
secchi, di rimprovero...), se dovrà essere gratificato occorre
rinviare suoni diversi (dolci, rassicuranti, armoniosi, profondi ... ).
Il modello paralinguistico operativo che l'operatore deve seguire
si può così sintetizzare:
3) Utilizzare vari suoni, sia tra quelli che si pensa possono esser
codificati come penalizzanti, ossia creanti tensione, sia tra
quelli che si ritiene possono esser codificati come gratificanti,
ossia riducenti la tensione.
306
4) Scegliere tra i suoni emessi e codificati dal soggetto come
gratificanti o penalizzanti, un suono specifico per ciascuna
delle due classi e dotato di particolare efficacia.
307
Nel momento in cui l'operatore comunica analogicamente con il
soggetto, utilizzando esclusivamente due suoni con diversa
codificazione (suono gratificante, suono penalizzante), ed al
contempo ha la certezza che il soggetto subisca un pilotaggio
analogico attraverso detti suoni, egli ha impostato un codice
metacomunicazionale con il soggetto (pilotaggio subliminale del
comportamento del soggetto).
Il codice metacomunicazionale è da considerarsi un importante
strumento operativo nel procedimento ipnotico della IPNOSI
DINAMICA (Metodo Diretto).
Il codice metacomunicazionale rappresenta per l'operatore della
IPNOSI DINAMICA e per il tecnico della DIPNOSI, un filo di
comunicazione diretta con l'inconscio del soggetto e del suo
semplice interlocutore.
Il codice M/C permette di influenzare notevolmente il potere
decisionale del soggetto o dell'interlocutore su quanto
l'operatore o il tecnico della DIPNOSI chiede in termini
fenomenologici e comportamentali.
L'operatore deve avere un ricco repertorio di suoni a
disposizione per il test analogico, all'inizio della fase induttiva.
Egli deve creare e utilizzare poi il CODICE di
metacomunicazione, o, se preferite, "LA BASE RITMICA"
costituita da un suono gratificante e da un suono penalizzante;
essa potrà essere utilizzata durante tutto il procedimento
ipnotico, sino alla fase di deipnotizzazione.
Durante il test analogico l'operatore potrà dare sfogo alla propria
creatività, emettendo suoni vocali o strumentali con tutte le
variazioni possibili; sempre però con riferimento alle risposte
analogiche del soggetto, cioè ai suoi scarichi di tensione ed in
particolar modo alla deglutizione salivare.
Fra gli atti di paralinguistica, l'operatore potrà facilmente notare
quali sono quelli che creano maggior tensione, pur se tollerati il
308
più penalizzante andrà usato, in seguito, nel CODICE di
metacomunicazione.
La stessa cosa vale per il suono registrato più gratificante in
senso assoluto dal soggetto. Spesso espressioni del viso,
soprattutto delle labbra in dicano all'operatore il suono registrato
come più gratificante dal soggetto.
309
Nel caso si intenda penalizzare parlando o emettendo suoni con
la bocca molto vicino all'orecchio o al viso del soggetto, sarà
bene schermare la sorgente del suono con la mano o altro; in tal
modo il suono risulterà al soggetto più misterioso e si eviterà un
possibile cortocircuito.
Per quanto riguarda le parole, si ripete che conta molto il tono
con cui sono pronunciate. Comunque sono in genere più
fastidiose (penalizzanti) le vocali "e" ed "i", le consonanti dure e
sibilanti ("s", "t", "z", ecc.), mentre sono più dolci le vocali "a" e
"o" e le consonanti come "m", "b", "l"....
Per il canale della paralinguistica, il test analogico sulle distonie
ipnotiche può essere impostato nel seguente modo.
I suoni dolci e carezzevoli, armoniosi e rassicuranti, le nenie, i
suoni casalinghi, stimolano la distonia dell'affettività; i suoni
genericamente acuti stimolano la distonia della sessualità.
Le distonie comportamentali, di cui fanno parte i disturbi del
comportamento, sono stimolate con suoni di paralinguistica che
richiamano il disturbo stesso.
Intendiamo dire che gli stessi suoni ambientali, suoni del corpo
o di altro genere, che rappresentano nella vita quotidiana o
l'innesco o un motivo di amplificazione della sintomatologia, per
l'operatore sono il materiale sonoro necessario per interagire
nella distonia comportamentale. Es: suoni relativi ad un rapporto
sessuale per chi ha problemi di erezione o di frigidità; suoni di
ambiente affollato per un soggetto timido ed ansioso.
310
- Il segno monovalente induttore penalizzante corrisponde allo
stimolatore penalizzante del soggetto ossia al suo segno
creante tensione emotiva.
- Il segno polivalente induttore penalizzante corrisponde allo
stimolatore penalizzante del soggetto espresso insieme al suo
alimentatore.
- Il segno monovalente induttore gratificante corrisponde allo
stimolatore gratificante del soggetto ossia al suo segno
riducente tensione emotiva.
- Il segno polivalente induttore gratificante corrisponde allo
stimolatore gratificante del soggetto espresso insieme al suo
alimentatore.
311
IL SOGGETTO RISULTA AVERE COME STIMOLATORE
PENALIZZANTE SPADA
312
L’operatore esprime il segno spada con il gesto dato che il
soggetto ha il simbolismo spada come stimolatore penalizzante.
Tutti i segni ed i toccamenti del corpo del soggetto devono essere
espressi in base al referente SPADA.
Con oggetti
313
I toccamenti digitali in qualsiasi parte del corpo del soggetto
devono avvenire con il dito del l'operatore rigido a spada, deve
essere solo la punta delle dita a toccare l'interlocutore. Anche
l'inserimento eventuale del braccio per effettuare la posizione
classica "a braccetto" che spesso come espressione di amicizia
viene espressa tra due interlocutori deve avvenire a spada ma
in modo penetrativo tra il braccio ed il fianco del soggetto.
L'operatore esprime il segno spada toccandosi una parte del
viso.
314
Anche il semplice segno potrà essere espresso con il simbolismo
SPADA.
Con la mano.
315
IL SOGGETTO RISULTA AVERE COME STIMOLATORE
PENALIZZANTE CERCHIO.
316
IL SOGGETTO RISULTA AVERE COME STIMOLATORE
PENALIZZANTE TRIANGOLO
317
5. Fase di Passaggio da Flash Subliminale a Flash Ipnotico
318
In Ipnosi Dinamica indichiamo con il termine "flash" ogni singolo
micro procedimento ipnotico, ossia l'avvenuto esito positivo di
una serie di azioni, poste in atto dall'operatore e dal soggetto in
armonia tra loro, e determinanti un ciclo ipnotico perfettamente
realizzato al livello logico e a livello analogico.
Ogni flash racchiude una fase completa induttiva che inizia
dall'invio delle stimolazioni analogiche e termina con la verifica
subliminale o ipnotica con esito positivo.
Il soggetto è sotto flash nel momento in cui riconosce
nell'operatore un bersaglio analogico o un simbolo.
Il riconoscimento quale bersaglio analogico avviene da parte del
Non IO del soggetto, mentre il riconoscimento quale simbolo
avviene da parte del suo lo Razionale.
Dato che il procedimento si compone di tanti micro-procedimenti,
possiamo affermare che a ciascuno di questi corrisponde un
flash. Nella Fase Induttiva l'operatore viene riconosciuto bersaglio
dal NON IO del soggetto, ma solo dopo il riconoscimento anche
razionale l'operatore diviene simbolo (fase di pilotaggio,
constatazione da parte del soggetto dei vincoli impostigli
dall'operatore esito positivo delle prime verifiche logiche).
Precisiamo che ogni micro procedimento ipnotico o flash
comprende una serie di atti comunicativi con la verifica
subliminale relativa. Facciamo un esempio: l'operatore, dopo una
serie di atti comunicativi decide di attuare una verifica analogica
ponendo il braccio del soggetto nella posizione "angolo retto"; nel
momento in cui il soggetto gratifica l'operatore mantenendo il
braccio in tale posizione, è avvenuta la realizzazione di un micro-
procedimento ipnotico e il soggetto ha subito un flash subliminale.
Come già abbiamo detto un procedimento ipnotico si compone di
tanti micro-procedimenti, un micro-procedimento ipnotico si può
considerare tale quando la relativa verifica analogica ha avuto
esito positivo (FLASHES SUBLIMINALI).
319
Quanto detto si riferisce anche alle richieste fenomenologiche
espresse con la C.V. (FLASHES IPNOTICI).
In sintesi ogni flash subliminale o ipnotico rappresenta un ciclo
perfettamente realizzato di un particolare dinamismo ipnotico o di
una serie di dinamismi ipnotici appartenenti alla medesima classe
operativa.
Un procedimento ipnotico è composto da molteplici dinamismi
subliminali (VERIFICHE ANALOGICHE POSITIVE AL DI SOTTO
DELLA SOGLIA COSCIENTE DEL SOGGETTO) e da molteplici
dinamismi 'ipnotici (VERIFICHE LOGICHE POSITIVE OLTRE LA
SOGLIA COSCIENTE DEL SOGGETTO).
I flashes subliminali si producono durante la fase induttiva, i flash
ipnotici durante quella di pilotaggio.
Quando parliamo di passaggio da flash subliminale e flash
ipnotico intendiamo indicare il momento in cui l'operatore supera
il confine tra un sistema di comunicazione (analogica, C.N.V.) ed
un altro (logica, C.V.).
Il momento più critico di un procedimento ipnotico è quello in cui
l'operatore, attraverso la "verifica analogica terminale", può
rendersi conto di aver portato felicemente a termine la fase
induttiva.
Questo presuppone che solo gratificando l'operatore, il soggetto
potrà scaricare la tensione emotiva accumulata e liberarsene,
cioè, in senso lato, "amandolo".
Come conseguenza egli deve inoltre prendere atto del potenziale
ipnotico fino a questo momento acquisito dall'operatore attraverso
la C.N.V.
Questo riconoscimento da parte del soggetto è quello che in
pratica determina il flash ipnotico, ed avviene nel momento in cui
l'operatore richiede la prima verifica logica, di fronte alla quale l'lo
Razionale del soggetto non può fare a meno di entrare in azione.
320
Chiedere la verifica significa che l'operatore pone delle richieste
precise, alle quali il soggetto può rispondere positivamente,
mettendole in atto, o negativamente, rifiutandosi di farlo.
In base a queste risposte l'operatore valuta se ha acquisito un
potenziale ipnotico sufficiente, o se deve continuare ancora nella
fase induttiva subliminale.
Questo è, sinteticamente, il metodo con cui si arriva alle
fenomenologie ipnotiche vere e proprie, che non sono altro che
richieste più complesse, partendo dalle verifiche iniziali.
Il passaggio da flash subliminale a flash ipnotico può essere
evidenziato dal semplice irrigidimento di un braccio, da una
catalessi totale, come da uno stato di analgesia parziale o
completa.
Questo punto della teoria ne comporta un altro, definito come
"ribaltamento del codice"; ciò che viene registrato penalizzante
dal soggetto, nella fase induttiva, in seguito al flash ipnotico,
viene ad essere registrato come gratificante.
II ribaltamento viene spiegato come la conseguenza del fatto che,
attraverso l'esecuzione delle richieste, il soggetto scarica la
tensione accumulata durante la fase induttiva; tutto ciò inoltre va
considerato tenendo conto del particolare stato di coscienza
caratteristico della trance ipnotica.
Anche in questo caso spero sia di aiuto un esempio.
Citiamo il caso del soggetto a cui viene ordinato di "fare il
cagnolino", manifestazione ipnotica utilizzata essenzialmente a
livello di ipnosi da palcoscenico.
Per lo spettatore che assiste ad un evento di questo tipo il
vissuto sarà di estremo imbarazzo, immaginandosi nella stessa
situazione, questo perchè chi assiste non è "flashato", non a
sufficienza, almeno.
321
Secondo l'Ipnosi Dinamica invece, la persona che vive
direttamente questa esperienza, ne riporterebbe una
impressione affatto sgradevole.
Oltre a scaricare tensione, il soggetto attiva i processi di
destabilizzazione che fanno parte del circuito del dinamismo di
equilibrio della struttura mentale.
Le manifestazioni ipnotiche avvengono in seguito all'esigenze
che il soggetto avverte di destabilizzare l'operatore e ciò può
effettuarsi solo scaricando la tensione attraverso l'esecuzione
dei comportamenti richiesti.
A volte può capitare ad un operatore che usi questa tecnica di
trovarsi di fronte a soggetti che per vari motivi (traumi psicologici
o impedimenti di ordine fisico), pur essendo in stato di trance
ipnotica, rifiutano di mettere in atto le manifestazioni richieste.
Se si concludesse l'esperimento a questo punto, tali soggetti
continuerebbero ad avvertire per parecchio tempo un forte stato
di tensione.
Coloro i quali invece, completano il ciclo, cioè attuano le
richieste, risulta che si scarichino completamente e per un lungo
periodo, anche di tensioni personali precedenti, sentendosi in
forza e rilassati.
322
"ORA. ORA, DA QUESTO MOMENTO TU TI TROVI NELLA
POSIZIONE OTTIMALE PER RICEVERE IL MIO MESSAGGIO
IPNOTICO" - "TU ASCOLTI LA MIA VOCE" - "ORA TU SEI
PRONTO A RECEPIRE QUANTO TI DIRÓ", ecc. ecc.
Durante la formulazione di dette frasi l'operatore deve osservare
con la massima attenzione per rendersi conto se il soggetto
deglutisce saliva; se ciò avviene vuol dire che il soggetto ha
registrato tensione all'atto dell'inserimento della C.V. nel rapporto
ipnotico.
L'operatore ne deduce di NON AVER ANCORA acquisito il
potenziale subliminale necessario ad effettuare felicemente il
passaggio da flash subliminale a flash ipnotico.
In questo caso è necessario riprendere la fase induttiva, produrre
altri flashes analogici attraverso atti comunicativi penalizzanti e
conseguenti verifiche analogiche; successivamente l'operatore
riformulerà la verifica terminale.
Se il soggetto non deglutisce saliva durante l’espressione verbale
o subito dopo, l’operatore può passare direttamente alla prima
verifica logica, ossia alla prima richiesta fenomenologica.
Superata questa, proporrà altre richieste fenomenologiche via via
più complesse sino al raggiungimento dell'obiettivo prefissato.
Sarà cura dell'operatore riprendere la fase induttiva, durante le
verifiche logiche, ogniqualvolta riceva penalizzazioni dal soggetto,
ossia non ottenga la fenomenologia richiesta.
323
FASI IPNOTICHE
1° 2° 3° 4° 5° 6°
SUBLIMINALE SUBLIMINALE
A FLASH
IPNOTICO
PENALIZZANTE E
ALIMENTATORE
DEL SOGGETTO
324
Di solito le prime richieste fenomenologiche che devono essere
fatte, quando si introduce la verifica analogica terminale, sono:
- Fenomeni di analgesia o anestesia parziale o localizzata
- Blocco dei piedi o irrigidimento di un braccio
- Blocco delle palpebre in precedenza abbassate
Questa scelta è opportuna in quanto non occorre un eccessivo
potenzia le ipnotico per il loro ottenimento.
325
6. Fase di Pilotaggio
326
Verifica Logica e Pilotaggio Ipnotico
La fase di pilotaggio ha la finalità del permettere all'operatore di
raggiungere l'obiettivo prefissato.
327
Es. "Ora i tuoi piedi sono bloccati al suolo (VINCOLO), prova a
camminare (SOLLECITAZIONE)! Vedi ...., non riesci; avanti
prova! Vedi ..., sei bloccato (RINFORZO)."
Vincolo e sollecitazione devono essere la costante in ogni
formulazione di richiesta fenomenologica.
Il rinforzo deve essere espresso solo qualora l'operatore abbia
già preso atto dell'efficacia del vincolo.
Volendo esaminare nel suo complesso la richiesta
fenomenologica, possiamo affermare che il potenziale ipnotico
acquisito dall'operatore attiva o rinforza il vincolo che lui stesso
esprime; la sollecitazione verbale a superare questo vincolo
rappresenta semplicemente un invito indirizzato ai recettori
logici del soggetto al fine di consentirgli la verifica logica del
vincolo e, di conseguenza, del potenziale ipnotico acquisito
dall'operatore.
Il rinforzo mira semplicemente ad amplificare la potenza del
vincolo (invito alla competitività nei confronti dell'operatore,
amplificazione della distonia tra l'esigenza dell'operatore,
amplificazione della distonia tra l'esigenza di infertizzazione, tra
il possesso e il desiderio, tra il desiderio e il posseduto).
FASE DI PILOTAGGIO
SCHEMA N°1
328
IMPOSTAZIONE DELLA VERIFICA LOGICA
SCHEMA N°2
329
ARCO RIFLESSO
ITER OPERATIVO
330
Ogni suggestione verbale, dalla levitazione del braccio, alla
catalessi, al blocco delle gambe ...... contiene sempre un vincolo
più o meno esplicito all'atto della sua enunciazione.
Non ci si era mai resi conto che l'attribuire l'evento a qualcosa di
involontario equivalesse a dire: "Tu non puoi fare a meno di ..."
IL VINCOLO ACCETTATO DAL SOGGETTO SOSTITUISCE
STRUMENTALMENTE GLI ATTI COMUNICATIVI CHE SI
SAREBBERO DOVUTI ESPRIMERE, ATTIVANDO DI NUOVO
LA FASE INDUTTIVA, NEL CASO IN CUI LA VERIFICA LOGICA
AVESSE DATO ESITO NEGATIVO.
Il vincolo contenuto in una richiesta fenomenologica rappresenta
il contenuto analogico di una C.V., in quanto risulta essere fonte
di stimolazione tensionale per il ricevente.
Si tratta di un ATTO LOGICO con CONTENUTI ANALOGICI
PENALIZZANTI; questi influenzano il potenziale decisionale del
soggetto in merito alla scelta contemporaneamente (gratificante o
penalizzante) sollecitata, ed al contempo influenzano il potere
decisionale del soggetto in merito a tutte le successive richieste
fenomenologiche che l'operatore esprimerà.
Il vincolo può essere esplicitamente definito dall'operatore o
implicitamente contenuto nella sua richiesta fenomenologica.
Riteniamo opportuno suggerire all'allievo-operatore di
evidenziare sempre il vincolo con la parola, onde evitare dubbi
nel ricevente sulla causa reale che determina l'impedimento a
fare o non fare.
ESEMPI:
- "Sentirai le tue palpebre incollate al punto che non potrai aprire
gli occhi”
- "I tuoi piedi sono bloccati al punto che non potrai effettuare
neppure un passo in avanti"
- "II tuo braccio destro è rigido, talmente rigido che non riuscirai
a piegarlo".
331
Fondamentalmente comunque è la "taratura" del proprio
potenziale in rapporto all'obiettivo terminale, e la profonda
coscienza che ogni procedimento ipnotico possa essere portato a
termine con successo grazie ad una puntuale e costante
applicazione degli strumenti analitici e operativi da noi individuati.
332
7. Fase di deipnotizzazione
5) PILOTAGGIO
COMUNICAZIONE VERBALE
VERIFICHE LOGICHE
6) DEIPNOTIZZAZIONE
333
N° 1
334
N° 2
335
N° 3
336
N° 4
337
N° 5
338
N° 6
339
N° 7
VERIFICA SUBLIMINALE
L'OPERATORE VARIA LE POSIZIONI DELLE BRACCIA E DEL
TRONCO DEL SOGGETTO E VALUTA SE QUEST'ULTIMO
PERMANE NELLA POSIZIONE NUOVA, IN MODO ISTINTIVO.
340
N° 8
341
N° 9
342
N° 10
343
N° 11
344
N° 12
345
N° 13
CATALESSI
UNA FENOMENOLOGIA IPNOTICA DELLA FASE DI
PILOTAGGIO
346
GLOSSARIO
ANALOGICO:
Termine che indica qualsiasi dinamismo pro dotto a livello dei
simboli precostituiti o costituiti dall'inconscio nel suo insieme;
indica al contempo qualsiasi risposta stimolata dai recettori del
Non lo.
ATTI ANALOGICI:
Suoni, toccamenti, gesti, variazioni di postura, movimenti di
diversa natura espressi istintivamente dall'interlocutore durante
un dialogo o dal soggetto durante un procedimento ipnotico.
ATTI COMUNICATIVI:
Argomenti, inferenze del discorso, suoni, (verbali e non verbali)
gesti, toccamenti, variazioni di postura, movimenti di diversa
natura gestiti dall'operatore consapevolmente con finalità
induttive durante un normale dialogo, o durante un procedimento
ipnotico.
347
ATTI ICONICI:
Espressioni analogiche con contenuti simbolici, tali da suggerire
all'operatore elementi utili a rendere un servizio analogico sempre
più rafforzato e potente nei confronti dei SIMBOLI EGEMONI.
AUTOCONTROLLO ANALOGICO:
Specifico modello interattivo analogico applicato su sè stessi.
BERSAGLIO:
Fonte di stimolazione, riconosciuta quindi dai simboli egemoni del
soggetto ma non dal suo lo Razionale.
COMPETITIVO:
Ruolo nel quale si pone il soggetto quando determina verifiche
analogiche e logiche negative; questo termine qualifica la natura
della relazione sulla base delle segmentazioni comunicative.
348
COMPLEMENTARE:
Ruolo nel quale si pone il soggetto quando consente verifiche
analogiche e logiche positive. Come sopra la sua funzione
qualificatrice della natura della relazione interpersonale.
COMUNICAZIONE ANALOGICA:
Modello interattivo che utilizza, in fase di stimolazione, la
conflittualità per DISTONIA tra nucleo logico e nucleo analogico
all'interno del medesimo simbolo; quella per
CONTRAPPOSIZIONE tra due diverse classi di simboli; quella
per ANTITESI tra due simboli appartenenti alla medesima classe.
COMUNICAZIONE INTEGRALE:
Insieme dei modelli interattivi che vengono utilizzati
consapevolmente dall'operatore ed istintivamente
dall'interlocutore; comprende la CNV, il Simbolismo
Comunicazionale, la Comunicazione Analogica oltre alla CV
(usate nei procedimenti induttivi della DIPNOSI(R).
DESTABILIZZAZIONE:
Meccanismo psicologico di base dell'Io razionale, preposto
all'annullamento del potenzia le ipnotico di un Simbolo già
identificato. Il simbolo destabilizzato perde la sua identità esterna.
DIPNOSI(R):
Aspetto PARAGMATICO nell'utilizzo di nostri modelli interattivi
logici e analogici durante dialoghi professionali o privati.
349
DISTONIA:
Conflittualità funzionale esistente tra due elementi strutturalmente
contrapposti.
A livello dei meccanismi psicologici, la distonia che noi
avvertiamo è quella tra desiderio e possesso, tra la presa atto di
quanto si desidera ed il quanto si sente già di possedere l'oggetto
desiderato. Essa si riferisce, in specifico modo, alla conflittualità
esistente all'interno dello stesso simbolo.
DISTONIA DELL'INDIVIDUO:
Termine che identifica la carenza di alimentazione energetica
per uno dei "punti distonici" dell'essere o dell'avere;
l'identificazione del tipo di carenza prioritario, permette
all'operatore di individuare la classe dei simboli alimentatori che
egli dovrà stimolare per rendere il servizio analogico ai simboli
egemoni.
EMOZIONI:
Stato eccitatorio di intensità variabile, superiore all'indice di
tolleranza dell'io ma inferiore al potenziale ipnotico contingente
della fonte di stimolazione.
EMPATIA:
Condizione di due elementi che si riconoscono all'interno del
medesimo sistema o classe simbolica.
FASE INDUTTIVA:
Fase nella quale viene preparata e successivamente realizzata
la creazione del simbolooperatore; in essa si acquisisce
dapprima un potenziale subliminale (non riconosciuto dal l'lo
350
Razionale del soggetto), successivamente un potenziale
ipnotico vero e proprio.
FASE DI PILOTAGGIO:
Quinta fase del procedimento ipnotico secondo le tecniche della
IPNOSI DINAMICA.
FLASH IPNOTICO:
La fase di pilotaggio si compone di diversi dinamismi induttivi,
ciascuno attivabile indipendentemente dagli altri ma al contempo
in rapporto con essi. Il termine "flash ipnotico" indica l'attivazione
di un dinamismo induttivo vissuto consapevolmente dal soggetto,
quale ed esempio la realizzazione di una richiesta
fenomenologica. Esso è sempre accompagnato da un incremento
del potenziale ipnotico dell'operatore.
351
FLASH SUBLIMINALE:
La fase induttiva si compone di dinamismi subliminali, ciascuno
attivabile indipendentemente dagli altri ma al contempo in
rapporto con essi. Il termine "flash subliminale" indica
l'attivazione, nel soggetto, di un dinamismo subliminale, quale ad
esempio la realizzazione di una verifica analogica. Esso è sempre
accompagnato da un incremento del potenziale subliminale
dell'operatore.
FONTE DI STIMOLAZIONE:
Operatore già riconosciuto dai SIMBOLI EGEMONI ma non da
parte dell'Io Razionale dell'interlocutore.
FUNZIONE ENERGETICA:
Statuaria necessità di energia psichica da parte dei simboli.
FUNZIONE ESPLETATIVA:
Statutaria necessità di ogni simbolo di possedere e, in seguito,
destabilizzare la propria fonte di stimolazione.
GRIGLIA PSICOLOGICA:
Complesso dei simboli precostituiti e costi tuiti nella struttura
mentale dell'individuo.
IDENTIFICAZIONE:
Meccanismo psicologico di base dell'Io Razionale preposto al
riconoscimento logico delle fonti di stimolazione.
352
immobile ed in posizione eretta, per non scaricare le micro-
tensioni prodotte successiva mente, durante la fase induttiva.
INCORPORAZIONE:
Meccanismo psicologico di base del Non lo, preposto
all'assunzione all'interno del proprio sè del simbolo formatosi a
seguito del la proiezione. In questa fase tuttavia il simbolo
incorporato mantiene la propria identità.
INDICE DI TOLLERANZA:
Valore soggettivo indicante l'entità del servizio analogico che il
Non lo del soggetto ritiene di poter assorbire dalla fonte di
stimolazione, senza che vengano attivati i meccanismi di difesa
dell'Io Razionale. Nella fase induttiva iniziale, l'indice di tolleranza
del soggetto è predeterminato e costituisce una caratteristica
personale; successivamente diviene direttamente proporzionale
al potenziale ipnotico che l'operatore ha già acquisito con i
modelli analogici e con le richieste fenomenologiche e
comportamentali.
INFERTIZZAZIONE:
Meccanismo psicologico del Non lo indicante il concetto di sintesi
distonica tra proiezione e incorporazione. L'esigenza di
infertizzarsi, pure definita esigenza di desiderare, scaturisce dalla
sommatoria algebrica tra quanto proiettato e quanto incorporato.
Infertizzarsi vuole anche dire caricarsi automaticamente di
desiderio attraverso pensieri, riflessioni o esposizioni che
concernano l'oggetto del desiderio o la causa scatenante di un
problema (comunque simboli).
353
INTROIEZIONE:
Meccanismo psicologico dell'Io Razionale indicante il concetto di
sintesi distonica tra identificazione e destabilizzazione. L'esigenza
di introiettare, pure definitita come esigenza del possesso,
scaturisce dalla sommatoria algebrica tra quanto identificato e
quanto destabilizzato.
MICRO-TENSIONE:
Dato eccitatorio di intensità tale da non - superare l'indice di
tolleranza dell'Io o il potenziale ipnotico della fonte di
stimolazione.
MODELLO INTERATTIVO:
Sistema di comunicazione adottato nei rapporti interpersonali; si
può anche definire come la relazione che permette ad una fonte
trasmittente di mettersi in contatto con una fonte ricevente ed
interagire con essa.
354
MODELLO INTERATTIVO LOGICO:
È regolato da propri sotto-modelli interattivi classificati come
logici; si avvale di stimoli prodotti con la C.V. quale strumento
operativo.
355
POTENZIALE IPNOTICO:
Parametro che misura la capacità dell'operatore di agire con
successo sul soggetto durante le richieste fenomenologiche.
PROIEZIONE:
Meccanismo psicologico di base del Non lo preposto
all'investitura libidica o energetica della fonte di stimolazione.
RECETTORI ANALOGICI:
Dimensione efferente ed afferente dei simboli precostituiti e
costituiti dell'inconscio nel loro insieme. Spesso intendiamo
genericamente con tale termine la sfera emotiva di un
interlocutore.
356
RECETTORI LOGICI: Dimensione efferente ed afferente dei
sistemi logici e comparativi della classe razionale.
SERVIZIO ANALOGICO:
Soddisfacimento delle esigenze di alimentazione energetica dei
simboli egemoni del soggetto. La produzione di energia psichica
è a favore dei simboli egemoni, ma viene generalmente attuata
tramite la stimolazione dei simboli alimentatori.
SIMBOLISMO COMUNICAZIONALE:
Modello interattivo analogico che utilizza, in fase di stimolazione e
rispetto a valori semantici, parole aventi indirettamente o
direttamente un significato simbolico appartenente alla sfera
affettiva o sessuale degli individui.
SIMBOLO:
Unità di compensazione energetica che acquisisce una propria
individualità e una sua precisa definizione. Un simbolo ha
esigenze energetiche ed esigenze espletative; può avere o meno
un referente oggettuale, sia esso cosa o persona.
357
SIMBOLO ALIMENTATORE:
Simbolo che subisce le stimolazioni; Tener gia psichica che si
produce dalla sua diretta interazione con l'ambiente viene
assorbita dal simbolo egemone relativo.
SIMBOLO ANALOGICO:
Nucleo energetico del simbolo, che assolve cioè alla funzione
energetica.
SIMBOLO COMMUTATORE:
Simbolo oggettivizzato utile a "commutare" messaggi logici in
opportuni messaggi analogici che alimentano i simboli egemoni.
Viene utilizzato nei procedimenti dell'autocontrollo e la sua
funzione intrapsichica è analoga a quella del simbolo
alimentatore.
SIMBOLO EGEMONE:
Simbolo che sta a capo di una triade simbolica.
Un simbolo egemone è in diretto rapporto con il simbolo
ALIMENTATORE e con IL SIMBOLO STIMOLANTE. Il simbolo
egemone è sempre subliminale, ossia non denunciato; nel
momento in cui venisse denunciato, diverrebbe a sua volta
simbolo alimentatore di un nuovo simbolo EGEMONE
appartenente alla triade superiore.
358
SIMBOLO FUNZIONALE:
Simbolo avente funzione di alimentatore nei confronti di un
simbolo di potenza superiore. Nel momento in cui venisse a
decadere il servizio energetico che esso rende al simbolo
superiore, cessa di esistere. Tutti i simboli, ad eccezione della
triade dominante, sono funzionali rispetto ad altri.
SIMBOLISMO LOGICO:
Nucleo logico del simbolo, che assolve cioè alla funzione
espletativa.
SIMBOLO PATOLOGICO:
Autoattribuzione negativa e limitante dall'essere. In base al suo
potenziale ipnotico è in grado di influenzare più o meno
pesantemente il comportamento dell'individuo.
SIMBOLO POTENZIALE:
Fonte di stimolazione potenzialmente valida ad assumere il ruolo
di bersaglio e, successivamente, quello di simbolo.
SIMBOLO PRECOSTITUITO:
Potente simbolo del Non lo preesistente rispetto ad un intervento
operativo esterno. Un simbolo precostituito può avere una cor
rispondenza oggettiva esterna all'individuo, come può non averla.
Ad esempio, il simbolo "padre" precostituito può sussistere nella
struttura mentale indipendentemente dall'esistenza vivente di un
"oggetto" padre che lo rappresenta; in questo caso il simbolo
precostituito è analogico. I simboli precostituiti sono il padre, la
madre e la prima autoattribuzione negativa, creatasi in seguito a
difficoltà nel possedere per quanto si è desiderato il primo e più
importante simbolo oggetto.
359
SIMBOLO STIMOLANTE:
Fonte di stimolazione riconosciuta non solo dai simboli egemoni
ma anche dall'Io Razionale del soggetto. Esso quindi detiene un
potenziale ipnotico e può essere sia una persona che una entità
astratta.
SINTO:
Simbolo oggettivizzato o fonte di stimolazione esterna in grado
di coinvolgere e rendere quindi un servizio analogico.
SINTOPATOLOGIA:
Simbolo negativo, vincolante, che genera spesso ansia,
sofferenza o disturbi del comportamento; ciò a causa del suo
elevato potenziale ipnotico e della sua intrinseca capacità
stimolante, può essere un simbolo patologico o una sinto.
STIMOLAZIONE ANALOGICA:
Atto comunicativo espresso dall'operatore utilizzando uno dei tre
modelli analogici di comunicazione.
TENSIONE:
Stato eccitatorio di intensità variabile, ma certamente superiore
al potenziale ipnotico della fonte di stimolazione o dell'indice di
tolleranza dell'Io.
360
TRIADE SIMBOLICA:
Agglomerato di tre simboli, generatosi per consentire
l'alimentazione energetica del simbolo capo. La triade simbolica
si compone di un capo definito SIMBOLO EGEMONE, dal
simbolo oggetto della stimolazione e definito SIMBOLO
ALIMENTATORE, dal simbolo che stimola definito SIMBOLO
STIMOLANTE.
VERIFICA LOGICA:
L'operatore e il soggetto prendono atto del l'esito (positivo o
negativo) di una richiesta fenomenologica impostata.
VERIFICHE SUBLIMINALI:
Parametri analogici che permettono all'operatore di valutare il
grado del potenziale subliminale acquisito durante la fase
induttiva.
361
NOTE CAP I
362
22 H. Bèaunis, op. cit., pag. 10.
23 H. L. Shaw, op. cit., pag. 19.
24 P. Pavesi, op. cit., pag. 30.
25 B. Disertori, “Trattato delle nevrosi" Boringhieri, 1965.
26 A. M. Weitzenhoffer “General Techniques of Hypnotism“ Grune e
Struttan, N.Y., 1957.
27 H. Béaunis op. cit., pag. 12
28 Bramwell “Hypnotism, its History, Pratrice and Theory" N.Y., 1956.
29 S. Ferenczi, cit. da L. Chertok, pag. 38.
30 P. Pavesi, opera cit., pag. 26.
31 Vedi "Ipnosi Dinamica", parte terza cap. VII.
32 Benemeglio S. "Corso di Ipnosi Dinamica" (Metodo Indiretto). Ed.
Sede 1988.
33 Vedi "Ipnosi Dinamica" parte prima cap. I, par. 5.
34 N. Perrotti "La psicoanalisi e la medicina psicosomatica" medicina
psicosomatica, vol. 1, 1956.
35 P. Pavesi, op. cit, pag. 26.
36 F. Granone, op, cit, pag. 42.
37 H. Bernheim "Hypnotisme, suggestion, psychothérapie" pag. 76, Doin,
Parigi 1903.
38 F. Granone, pag. 44.
39 J. Grasset "L'Hypnotisme et la suggestion" Parigi 1916.
40 F. Granone, op. cit., pag. 312.
41 F. Granone, op. cit., pag. 312.
42 J. G. Watkins "Elementary principles of trance induction" in M. K. (a
cura di) Introductive lectures in Medical Hypnotism, N.Y. 1958
43 Tale tecnica risulta essere, anche se con qualche piccola variazione,
molto valida ed ancora attuale.
44 H. Béaunis, op. cit. pag.230.
45 H. Béaunis, op. cit. pag. 30.
46 H. Béaunis, op. cit. pagg. 31-32.
47 Vedi Brèmaud, D'Hont, Lapponi.
48 In tal modo si viene a creare un forte flash, dovuto al contatto,
prossemico e digitale.
49 In una posizione tranquillamente "aperta" e senza possibilità di difesa.
50 H. Bernheim "De la suggestion dans l'état hypnotique et dans l'état de
veille" pag 4, Doin Parigi 1884.
51 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap.V, par. 1.
52 BenemeglioS. "Ipnosi Dinamica" parte prima cap.II, par. 1.
53 Ben em eglio S . “ Ip nosi Di na mica ” p a rt e t e rza ca p.V II, p ar . l.
363
54 Ben em eglio S .”I pn osi Din a mica" p a rte t e rza ca p. II pa r . 2 .
55 Oppu r e B e rn h eim, acc or ge n dose ne , no n l o res e m ai no to.
56 Avendo individuato il vero obiettivo da raggiungere: lo stato di tensione
e non il rilassamento!
57 La metodologia di Chertok lascia pochissimo spazio alle penalizzazioni
"casuali".
58 L. Chertok, opera citata, pag. 85.
59 L. Chertok, opera citata, pag. 86.
60 Tale forma viene usata prevalentemente da alcuni autori russi e
tedeschi.
61 Tale differenza è più importante di quanto possa sembrare poiché non
è possibile che vi sia lo stesso potere comunicativo nello sguardo,
seppur allenato e neutro di un operatore, o in un semplice oggetto,
Dato che, però, il "fattore comunicazionale" non viene neppure
considerato, il processo viene ritenuto uguale.
62 L. R. Wolberg "Medical Hypnosis" N. Y. 1948.
63 L. Chettok, op. cit., pagg. 87-88.
64 E. Speer "Der Arzt der Persoenlikeit" cit. da L. Chertok, pag. 88.
65 Da tali stati anche l'operatore, non conoscendo gli stimoli di CNV, in
particolari casi può venire coinvolto ipnoticamente a sua volta.
66 L. R. Wolberg, "Medical Hypnosis" N.Y. 1948.
67 Questo è quanto si può dedurre da un testo e non dall'osservazione
diretta.
68 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte seconda cap. IV, par. 3.
69 F. Granone, op. cit., pagg. 123,124,125.
70 H. L. Shaw, op. cit., pag. 27.
71 P. Pavesi, op. cit., pagg. 87-88.
72 F. Granone op. cit., pag. 98.
73 P. Pavesi, op. cit., pagg. 85-86.
74 P. Pavesi, op. cit., pag. 86.
75 P. Pavesi, op. cit., pag. 86.
76 P. Pavesi, op. cit., pag. 91.
77 F. Granone, op. cit., pagg. 98-99-100.
78 F. Granone, op. cit., pag. 110.
79 L. Chertok, op. cit., pag. 1.
80 L. Chertok, op. cit., pag. 37.
81 S. Ferenczi "introiection and transference" in First contribution to
Psychoanalysis, 1952.
82 L. Chertok, op. cit., pag. 38.
83 P. Pavesi, op. cit., pagg. 76-77.
364
84 F. Granone, op. cit., pag. 100.
85 Ferenczi S. "Introjiection and Transference in "First Contributions to
Psycoanalisis", Hogarth, London, 1952.
86 Chertok L. "L'ipnosi" Ed. Mediterranee, 1971 pp. 20-23-25.
87 Granone, F. op. cit. pagg. 48-49.
88 Gill M., Brerman M.: “Hypnosis and Related Wiley e Sons”, New York,
1959.
89 Chertok L., op. cit., pagg. 25-26.
90 Granone F., op. cit. pag. 121.
91 M.V. "Freud e Ipnosi" Piccin, Padova, 1976.
92 Granone F., op. cit. pagg. 49-50.
93 Benemeglio S., "Ipnosi Dinamica" parte seconda cap. III, par. 3.
94 Engstrom D.R.: Hypnotic susceptibility, E.E.G. alpha and self-
regulation. In "Conscionsness and self-regulation. Advances in
research. Vol. 1°". G.E. Schwartz e D. Schapiro Eds. pp. 173221, wiley
e Sons, New York, 1976.
95 De Benedittis G., Sironi V.A.: Depth E.E.G. Recordings in Epileptic
Patiens During Hypnotic and Non-Hypnotic States. In "Modern trend in
Hypnosis" D. Waxman, P.C. Misra, M. Gibson e M.A. Basker Eds; pp.
149-159, Plenum Press, New York, 1985.
96 Pavlov I. "I riflessi condizionati" Boringhieri, Torino, 1966.
97 Reyher J.: clinical and Experimental Hypnosis: Implications for theory
and Methodology, Annals New York Academy of Sciences, pp. 71-84,
1977.
98 Cavallaro E. "Ipnosi, una induzione psicofisiologica".
99 Teuber H.L.: Why two brains. In “The Neurosciences third Study
Program” F.O. Schmitt e F.G. Worden Eds. pp. 71-74, M.I.T. Press,
Canbridge, Mass, 1974.
100 Nei soggetti mancini il linguaggio è invece localizzato nell'emisfero
destro. 101 Ornstein R.E.: “The mind field” Pocket Books, New York,
1978.
102 Galin D.: the two modes of conscicusness and the two halves of the
brain. In "Symposium on Conscicusness e Ch. tart Eds, pp. 26-52, the
Viking Press, New York, 1976.
103 Cit. da Miller: "Alla ricerca dell'inconscio" in "Psicologia”.
104 Cit. da Gardner H. in "I motti di Spirito e il Cervello diviso" in
"Psicologia Contemporanea" p. 52-58, 1982.
105 Sperry R.W., Gazzaniga M.S., Bogen J.E. Interhemispheric
relationships: the neocortical commissures: syndrome of hemisphere
365
deconnection. In "Handbook of Clinical Neurology" Vol.4. P.J. Vínken e
G.W. Bruyn Eds, North Holland - Elsevier Publ., Amsterdam, 1969.
106 Watzlawick P., “Pragmatica della Comunicazione umana", Astrolabio.
107 Cit. da Filippini E. in "Il Bambino davanti allo specchio" in
"Psicoanalisi" -Duemila,-, supplemento a "La Repubblica" del 17-12-
88, p. 79
108 Gioco di parole basato sull'assonanza fra tempo e vento per
suggerire il messaggio che le prestazioni della BMW migliorano con
l'aumentare della velocità, ma in modo efficace.
109 Lasciando interdetto il lettore per poi specificare sul copy che si fa
riferimento agli interni delle due Y 10 della foto (Panorama, 17-4-88).
110 Caprioli V. e Conti O. 'Teoria e prassi della nuova Ipnosi" La Goliardica
Pavese, 1988.
111 Wolberg L. R. "Medical Hypnosis" N.Y., 1948.
366
NOTE CAP II
367
17 Vedi "Ipnosi Dinamica" parte seconda, cap. III, par. 4.
18 Benemeglio S. "Ipnosi Dinamica" parte
seconda cap. III, par. 5.
19 Benemeglio S. 'Ipnosi Dinamica" parte
terza, cap.VII par. 7.
20 Benemeglio S. Corso di Dipnosi" (Metodo Indiretto), cap. I, pag. 25,
1986.
21 Benemeglio 5. 'Ipnosi Dinamica'' parte seconda, cap. III, par. 3.
22 Per atti comunicativi si intendono le stimolazioni emotive espresse
dall'operatore nella fase induttiva per creare delle micro-tensioni
nel soggetto. (Benemeglio S., 1985).
23 Beneneglio S. "Corso di Dipnosi" (Metodo Indiretto), pag. 222; Ed.
Sede.
368
NOTE CAP III
369
NOTE CAP IV
370
CID CNV
ISTITUTO DI PSICOLOGIA ANALOGICA
E DI IPNOSI DINAMICA
371