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1. Quali sono l’oggetto e la finalità della Teologia fondamentale, in rapporto alle altre
discipline teologiche? Menzionare i quattro grandi ambiti della Teologia fondamentale
commentando alcune relazioni fra essi.
Oggetto: rivelazione cristiana e la sua trasmissione nella Chiesa. Il nucleo dell'oggetto della
Teologia è la Rivelazione, la sua credibilità, la trasmissione della Rivelazione (Chiesa) e la fede.
Finalità:
Ad intra -intellettuale fide-: rendere ragione della fede -sostenere la ragionevolezza dei contenuti
della fede- (“pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione [in greco: logos] della
speranza che è in voi”, 1 Pt 3, 15): giustificare ed esplicitare la relazione tra la fede e la riflessione
filosofica -dialogo nella coscienza credente-. La T.F. deve crescere o inspirare la fede credente,
quella dipende della libertà personale.
base per le altre materie teologiche, disciplina introduttiva alla dogmatica (preparazione, riflessione
e sviluppo dell’atto di fede), rapporto fra ragione (anche: le culture e le grandi religioni) e fede
Ad extra (diaconia -servizio- alla fede): Il atto di credere è accompagnato per la libertà personale.
Mostrare la solidità dell'atto di credere e la conformità con la fonte -senza contraddizione-.
Teologia di dialogo e di frontiera: contatto con le religioni storiche, con l’ateismo moderno, con le
forme dell’indifferenza, con le esigenze dei credenti -chiarire gli errori che pretendono negare la
verità di fede-.
Tutto questo implica lo studio del rapporto del cristianesimo con la storia, con il linguaggio, con le
altre esperienze religiose, con le mistiche, le filosofie, le scienze, le condizioni umane
Quattro grandi ambiti:
– la Rivelazione
– la Fede (che è dono di Dio e risposta dell’uomo)
– la Trasmissione della Rivelazione nella Chiesa
– la Credibilità della Rivelazione
Dio che dona il suo mistero all'uomo nella storicità e nella concretezza dell'evento -
Rivelazione-. La credibilità è una proprietà della Rivelazione stessa, Dio che parla all’uomo. La
fede è necessaria per accogliere la Rivelazione e comprenderla ne quanto mistero, essa è anche
una risposta che la presentazione della credibilità della Rivelazione come evento intende suscitare
o rafforzare.
3. Fare qualche commento sull’origine e sullo sviluppo storico del trattato di Teologia
fondamentale. In cosa consiste e come si è sviluppata la tripartizione Demonstratio religiosa
– Demonstratio christiana – Demonstratio catholica?
– Nuovo Testamento
+ Lc 1, 1-4 (eventi – credibilità)
+ Gv 20, 30-31 (epilogo – eventi – finalità: perché credete)
Documenti scritti per consolidare la fede dei credenti; i Vangeli come l’annunzio che Dio si è
reso visibile e accessibile in Gesù; esposizione del Mistero di Cristo; mostrare agli
ascoltarli la ragionevolezza di accogliere questa fede, la sua rilevanza per il mondo e la
sua consonanza con le aspirazioni dell’uomo.
– Padri della Chiesa
Due ambiti:
+ ambito pagano, greco-romano
* apologie, dialoghi di difesa (alle autorità politiche): contro l’accusa di ateismo e
l’accuse pratiche (promiscuità, cannibalismo)
* dialoghi culti: ricuperare la parte buona della filosofia pagana
Giustino, Tertulliano, Origene (Contra Celsum), S. Agostino (De civitate Dei, De vera
religione)
+ ambito ebreo: dimostrazione che il cristianesimo è il compimento della Scrittura.
– Apologia medievale
Autorità: Scrittura, Padri. Prova della continuità contra il possibile affermarsi di errori, ciò che
deve confrontarsi con la ratio.
Rivelazione e fede sono ordinate alla visione di Dio nella vita beatifica. La Rivelazione ha un
contenuti soprannaturale -conosciuto per la fede teologale- e altre che si può accogliere con la
ragione.
Unità di ragione (università e lo studo delle scienze naturale, politiche e filosofiche).
– Riforma protestante
+ nuovo domanda: Qual è la vera Chiesa di Cristo (→ de vera Ecclesia; Demonstratio
catholica)
+ distruzione di “fides et ratio”: luteranesimo classico afferma “sola fides”
+ separazione fra Scrittura e Tradizione
– Epoca moderna
+ fenomeni dell’ateismo positivo (Comte, Feuerbach, Marx, Nietzsche), del razionalismo
(Reimarus, Bauer, Strauß – sui Vangeli, sulla figura di Gesù), delle scienze naturale
(Darwin), della psicoanalisi (Freud: religione come una malattia)
+ soprattutto: modernismo (nasce dell’interno dei credenti)
* rivelazione solo come esperienza religiosa (romanticismo)
* svalutazione del contenuto dogmatico della Rivelazione
* interpretazione naturalista dei miracoli
Numerose reazioni del Magistero: Qui Pluribus (Pio IX., 1846); Dei Filius (Vat. I, 1870; quattro
parti: Introductio, De Revelatione, De Fide, De Fide et Ratione); Pascendi (Pio X., 1907)
6. Come parlano i Vangeli della Rivelazione e del Rivelatore? Quali sono le specificità dei
vangeli sinottici e quelle degli scritti di san Giovanni?
Vanageli:
- La Rivelazione è segnata dall’economia della Parola fatta carne, comunicazione da Dio
all’uomo più perfetta.
- Quella che ha in sé caratteri della condiscendenza, della donazione, della potenza salvifica.
- Aspetto soggetivo-personale e oggettivo-contenutistico: Gesù rivela con la sua dottrina e
con il mistero della sua persona.
Vangeli Sinottici:
- Gesù rivela attraverso il suo insegnamento e la sua predicazione l'avvento del regno di Dio.
- Il Figlio rivela il mistero di Dio, Lui parla di se stesso -Dio stesso- con autorità ed in
continuità.
- Gesù si rivela come il Messia definitivo nel quale si compie la promessa e si ratifica una
nuova ed eterna alleanza.
San Giovanni:
- Gesù parla del Padre in un modo che sa direttamente come è Il Padre -lui è il rivelatore del
Padre-; nessuno intermediari hanno dito questa cosa.
- Solo il Figlio conosce il Padre perché è stato inviato da Lui; il Padre e Lui sono una sola
cosa e rivela l'amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini e l'intimità trinitaria in Dio.
- Parola, luce, verità, via e vita sono concetti che sono insieme in Gesù -ipostatica-.
- Epistemologia: La fede è l'inizio del conoscere, il conoscere è il perfezionamento della
fede.
- Tensione fra Dio che si rivela e il mondo che non accoglie la Parola did Dio.
- Una parola che rivela il senso della storia e realizza la storia -giudica la storia-.
7. Quali sono i principali contenuti che san Paolo associa alla Rivelazione, nelle sue lettere?
Cosa è il mysterion paolino?
- In Gesù Cristo viene "rivelata" -cioè spiegata- la prima Alleanza. Gesù ha tagliato il velo,
spiegato il significato della alleanza -rivelazione- fatta con Mosse -vero senso della legge-.
Il Vangelo è la rivelazione del Mistero del Padre in Cristo.
- Rivelazione del mistero del Padre taciuto/nascosto nei secoli:
- Tutti siamo eletti come figli adottivi in Il Suo Figlio.
- La storia sia ricapitolata nel mistero pasquale di Cristo, ricapitolare e riconciliare
tutte le cose nel suo figlio.
- Cristo ha fatto la Chiesa il suo corpo.
- Il mondo è stato cristianizzato, fare dei due popoli un solo popolo.
11. Quali sono i principali contenuti biblici di quanto chiamiamo “la rivelazione delle
origini”? Menzionare qualche elemento di originalità della Rivelazione ebraicocristiana
rispetto ad altre tradizioni religiose extra-bibliche.
● Il contenuto delle origini nella Bibbia è la descrizione del rapporto fra Dio e l'uomo.
● Il linguaggio simile al di altri miti, ma non à come un mito -invece ha una specificità
è una originalità propria-.
● L'uomo collocato all'apice della creazione visibile, come soggetto di una speciale
dignità, interlocutore di Dio, il genero umano è creato all'immagine e la
somiglianza di Dio -un'immagine originale-.
● Dio a una solenne trascendenza ma anche con un'immagine paterna e provvidente.
● Peccato originale come una disubbidienza a Dio, la situazione di amicizia e di
intimità cambia ad una di separazione -natura decaduta-; ma non cessa di essere
interlocutore e Dio non gli nega i dono della sua Provvidenza.
● Dio non solo rivela la sua potenza creatrice ma il suo amore; a questo invito vi era la
richiesta di corrispondere -una prova morale, fiducia in Dio rispettando la libertà
dell'uomo-.
● L'uomo è libero e non è preso del suo destino.
12. Perché e in qual senso il creato può considerarsi anch’esso rivelazione di Dio? Quali
fondamenti biblici portereste a dimostrazione di questa tesi?
– La Scrittura presenta il creato come effetto della Parola di Dio
– La Scrittura cita la possibilità di riconoscere il Creatore attraverso l’osservazione del creato
(Sal 8, Sal 19, 1-5.8-11) – non solo un cammino filosofico.
Dalla conoscenza delle creature alla conoscenza del Creatore. Esistono l’itinerario nella Scrittura
che espressa la via dalla creatura alla conoscenza del Creatore -utilizzando l'analogia-.
– La Scrittura mostra che l’osservazione del creato muove l’uomo a dare gloria a Dio (Gb 38-39:
“segreto della creazione”)
– Il NT presenta la pienezza della Rivelazione, il logos fatto carne, come mediatore e
compimento del primo piano creativo di Dio (Gv 1, 1-18; Eph 1; Col 1; Eb 1)
14. Quali sono l’immagine e gli attributi di Dio che si possono dedurre da una logica di
rivelazione come quella dell’Alleanza?
Immagine dell’alleanza:
● fedeltà: sostiene tutto ciò che ha promesso.
● misericordia (disposto a perdonare, altrimenti non funziona un’alleanza, p.e. matrimonio)
● santità.
● onnipotenza (Dio è Signore sulla storia).
● Totalmente trascendente.
● gratuità dell’amore - amorevole, condiscente.
15. Quali sono i tre grandi ambiti in cui si sviluppa il contenuto della rivelazione
sapienziale? Commentare l’importanza dei libri sapienziali per accostare
l’interlocutore contemporaneo alla rivelazione di Dio uno e trino.
– la rivelazione nella preghiera e per mezzo della preghiera (p. es. Salmo 50 ”miserere”).
– la rivelazione nella riflessione sulla condotta morale (per vivere in pienezza la propria
umanità).
p. es.: libro dei Proverbi (dovere di lavorare bene ecc.)
– la rivelazione delle risposte ai grandi temi della vita umana (vita, morte, }
52!º male …)
Dio come la fonte della risposta ai grandi temi e domande sull’in senso della vita, l'esigenza di
cercare la verità assoluta e piena sulla quale si può fondare la propria vita e condotta.
16. Quali sono i principali contenuti teologici associati alla figura del profeta, specialmente
il suo rapporto con la parola, con la storia e con l’alleanza?
Compito principale: conservazione e approfondimento della Parola dell’Alleanza
Profeta (ebr.: nabi) è “colui che è chiamato”, “colui che parla in nome di un altro”; differenza
fondamentale alle forme del profetismo extrabiblico (aruspice, oracoli, magia)
Tre contenuti principali della predicazione:
– conoscenza di Jahvè (chiamata alla santità) - Dio si manifesta ai profeti
– memoria della fedeltà dell’alleanza (contro l’idolatria)-ricrodare
– esortazione al compimento della legge divina
Rapporto profeta – Parola di Dio
– relazione assai speciale: Parola è in lui e fa tutto che promette, nella sua bocca, data come
nutrimento (cfr. Gesù: è il mio cibo far la volontà del Padre). Il profeta ha la sua libertà e il
l'esercita.
– forza, energia ed efficacia della Parola (che non dipendono da lui). Consiste in una
interpretazione degli eventi nella storia, il profeta interpretando la storia passata fa capire che
cosa ha successo.
– senso della Parola: non essere custodita in privata, ma essere trasmessa al popolo. Una
pedagogia di amare a Dio nel cuore. Presenza di Dio in medio il suo popolo -la promessa di un
Messia e l'annuncio di una futura salvezza-, Dio va preparando al suo popolo per l'arrivo del
Verbo.
17. In qual modo possiamo considerare il Verbo incarnato come pienezza della rivelazione
della parola creatrice? Come e perché Gesù Cristo viene rivelato quale primizia della
nuova creazione? In qual modo l’economia del Verbo incarnato è presentata dal Nuovo
Testamento come pienezza dei tempi?
20. In quali punti della Dei Verbum si parla dello Spirito Santo ed a proposito di quali temi?
Numerosi riferimenti, particolarmente nelle nn. 4-10
n. 4 (invio dello Spirito testimonianza della permaneza di Dio con noi),
n. 5 (aiuto nella fede),
n. 7 (trasmissione della Rivelazione, Lui che ha ispirato agli autori),
n. 8 (assistenza nella Tradizione),
n. 9 (ispirazione della Scrittura),
n. 10 (unità fra Scrittura, Tradizione e Magistero)
21. Esporre come il Primo Testamento parla della fede: cosa vuol dire, per il popolo di
Israele, credere in Dio?
I verbi chiave per esprimere la fede sono he’emîn (= aver fede) e ‘aman (= essere saldo, sicuro).
La forma verbale è “amen” (= in verità, io credo essere vero)
Credere non è soltanto la ricerca di sicurezza soggettiva -uno stato o una opinione-, ma consiste di
più di una dimensione dialogica, personale ed esistenziale: è fondata su una Parola che crea e che
salva; sicurezza di essere salvo, stabilire su Dio, sicurezza della verità di quello che si crede -come
risultato di un itinerario religioso-.
Al contrario dai Greci, la fede è dono di Dio, affidato dall’ascolto di una parola che rivela e che
chiede di essere accolta (personaggi principali dei credenti: Abramo, Mosè, profeti, martiri della
parola)
Due tentazioni: nazionalismo e legalismo
22. Esporre come i Vangeli sinottici parlano della fede e qual è il contenuto cristocentrico
della fede secondo il Vangelo di Giovanni.
Sinottici
● La fede soprattutto sul fatto di Gesù che ha la capacità di fare qualcosa aspettata dal
Messia -i miracoli, parla con autorità-, non tanto in Gesù Figlio di Dio
● Si dirige a la predicazione di Gesù, credere che Gesù può fare le opere del Messia,
atteggiamento di fiducia, fidarsi di Gesù.
Giovanni.
Fede = l’aderire alla persona di Gesù (espressione: “credere in”)
– Modo personalista; instaura una relazione interpersonale fra il credente e Cristo: “rimanere”
(nel suo amore)
– credere = conoscere (credite ut cognoscatis, Gv 10, 38); ben armonizzate: fides quae (in
Gesù) e fides qua (le sue parole). Credere in Cristo e conoscere Cristo
– credere = essere salvi: frutto dell’atto del credere è la vita eterna (valore soteriologico). Usa
termini associati con la salvezza.
– credere alle sue opere, quindi credere in Lui come inviato/Figlio di Dio (fine di Gv!)/uscita dal
Padre.
23. In quali documenti il Concilio Vaticano I e il Concilio Vaticano II parlano della fede e
con quali contenuti?
Vat. I: Cost. Dei Filius
– Natura e oggetto della fede: atto libero e doveroso (fede quindi legata a un logos e un ethos),
dono di Dio -non causata dalla ragione-, uomo deve cooperare alla grazia divina -deve
ascoltare-, oggetto: “quae in verbo Dei scripto vel tradito continetur”-la fede fa possibile il
riconoscimento dello rivelato, fede divina è distinta dalla conoscenza naturale di Dio.
– Credibilità: rapporto fra ragione e fede. La ragione indica a chi si deve credere non qualcosa
deve credersi.
– Contro gli errori contemporanei: modernismo, razionalismo, fideismo, tradizionalismo
Vat. II: Cost. Dei Verbum
Prospettiva personalista
Dono mutuo: donarsi dall’uomo a Dio, dono di Dio all’uomo
27. Spiegare i principali contenuti della nozione di Tradizione secondo quanto esposto dal
Concilio Vaticano II nella Dei Verbum, nn. 7 e 8.
● La Tradizione è la progressione della fede, non è soltanto memoria ma anche la
capacità di costruire il futuro.
● Fonte: Ciò che Gesù ha trasmesso agli apostoli -Dimensione fissa- e gli apostoli ai
loro successori; un messaggio integro e completo.
○ La trasmissione di quello che Gesù ha detto, quello che gli Apostoli hanno
ascoltato da Gesù, quello che gli apostoli e altri autori spirati dallo Spirito
Santo hanno scritto
● Questa Tradizione dagli apostoli -grazie allo Spirito Santo- progredisce, perché le
comprensione delle cose -quello che non è trasmissione scritta come gli istituzioni, i
sacramenti, esempio e vita dei santi, ecc.- e parole trasmesse cresce attraverso -
modo di progredire-: La teologia, la preghiera, la santità, il Magistero.
● La Scrittura è sempre nella Tradizione, senza questa non si potrebbe interpretare o
capire. Sempre vano insieme.
29. Rapporti fra Scrittura e Tradizione: fare degli esempi che mettano in luce la loro
unità, la loro distinzione e la loro interdipendenza.
● Unità
○ nel fine: la salvezza degli uomini.
○ nel oggetto: Comune contenuto, il Vangelo, cioè la predicazione apostolica.
○ nel autore o origine -sorgente divina-: Dio ispira la Scrittura e stabilisce in
Cristo con l'assistenza dello Spirito, una tradizione apostolica.
● Distinzione:
○ Sulla forma di ciò che si trasmette. Una ha una forma presenziale-non fissata
ed altra fissata, una aperta -messaggio vivo che esplicita nella storia e con le
leggi della storia- ed altra chiusa.
○ Al modo con cui l'Autore -Spirito Santo- opera. I testi ispirati hanno allo
Spirito Santo come autore e i testi ecclesiali o predicazione orali non sono
ispirati.
● Interdipendenza:
○ Interrelazione cronologica -processo di formazione del deposito-: La
Tradizione che interpreta la Scrittura è anche precedente a lei.
○ Per come il deposito viene riconosciuto autentico: La Tradizione consegna il
canone, la Scrittura è fondamento ultimo per confrontare la veridicità di ciò
che si trasmette.
○ Finalità nella comunità credente, nella vita della Chiesa: La Tradizione esiste
primordialmente per interpretare rettamente la parola di Dio scritta, ma la
parola di Dio scritta resterebbe lettera morta senza la vita vissuta della
Chiesa -tradizione viva-.
30. Qual è l’oggetto (primario e secondario) del Magistero della Chiesa e quali sono
le (quattro) forme di esercizio del Magistero?
Oggetto
● Formalmente rivelate -oggetto primario-: Insegnamenti esplicitamente dalla
Scrittura o che possono derivarsi da esse.
● Non formalmente rivelate -oggetto secondario-: Non contenute nella Scrittura, ma
la cui affermazione si rende necessaria per comprendere e trasmettere il Vangelo;
anche gli insegnamenti di carattere filosofico, antropologico, morale, ecc. →
Contenuti non riconducibili ad una parola rivelata, però che negando i quali non
sarebbe possibile comprendere la Rivelazione stessa.
Esercizio
● Ordinario semplice inteso.
● Ordinario ed universale
● Solenne - Straordinario quando un insegnamento dai Vescovi in unione con il Papa
mediante un atto collegiale da un concilio ecumenico.
● Solenne- Straodrinario nel magistero del Vescovo di Roma esercitato con
dichiarazione ex-cathedra.
31. Quali sono le (tre) forme di assenso dei fedeli agli insegnamenti del Magistero,
come esposte nei tre comma del documento della CDF, Inde ab ipsis primordis (1998)?
1. Credo pure con ferma fede tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio scritta o
trasmessa e che la Chiesa propone a credere come divinamente rivelato.
2. Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che
riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo.
3. Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell’intelletto agli
insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono
quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli
con atto definitivo.
32. Quali sono i fondamenti biblici della indefettibilità della Chiesa? Come possiamo
derivare dalla nozione di indefettibilità la proprietà di infallibilità in docendo della Chiesa?
● Confessione Petrino: "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia
Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" Mt 16, 18
● Cristo stesso prometterà agli Apostoli di accompagnare la loro missione fino alla
fine dei tempi, cfr. Mt 28, 18-20
● Annuncia l'invio dello Spirito Santo per sempre, a perenne testimonianza e
garanzia di verità, cfr Gv 14, 17.26
● La parabola del grano e della zizzania, nella quale si presenta l'universalità di un
Regno destinato ad essere presente fino al compimento escatologico dei tempi, cfr
Mt 13, 24-30.36-43
34. Spiegare quanto è esteso l’oggetto su cui il Magistero della Chiesa può insegnare con il
carisma dell’infallibilità in docendo e quali sono le motivazioni di questa estensione.
● Il Magistero goda del carisma dell'infallibilità sull'intero oggetto -primario o
secondario- del suo insegnamento. Missione del Magistero, cioè la corretta
trasmissione della Rivelazione.
● L'espressione "fides et mores" non si capisce come una delimitazione
dell'infallibilità ad una parte del deposito rivelato, ma tutto ciò che conduce alla
salvezza. I temi che non hanno relazione con la salvezza non sono riguardante al
Magistero.
● Nel suo oggetto comprende tutto ciò che serve a custodire e ad esporre fedelmente
il contenuto del Vangelo; i temi forse non appartengono alla Rivelazione, ma sono
dimmeno necessari per custodirla ed esporla.