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DOMANDE SUL PROGRAMMA DEL CORSO (vengono scelte dal docente)du

1. Quali sono l’oggetto e la finalità della Teologia fondamentale, in rapporto alle altre
discipline teologiche? Menzionare i quattro grandi ambiti della Teologia fondamentale
commentando alcune relazioni fra essi.
Oggetto: rivelazione cristiana e la sua trasmissione nella Chiesa. Il nucleo dell'oggetto della
Teologia è la Rivelazione, la sua credibilità, la trasmissione della Rivelazione (Chiesa) e la fede.
Finalità:
Ad intra -intellettuale fide-: rendere ragione della fede -sostenere la ragionevolezza dei contenuti
della fede- (“pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione [in greco: logos] della
speranza che è in voi”, 1 Pt 3, 15): giustificare ed esplicitare la relazione tra la fede e la riflessione
filosofica -dialogo nella coscienza credente-. La T.F. deve crescere o inspirare la fede credente,
quella dipende della libertà personale.
base per le altre materie teologiche, disciplina introduttiva alla dogmatica (preparazione, riflessione
e sviluppo dell’atto di fede), rapporto fra ragione (anche: le culture e le grandi religioni) e fede
Ad extra (diaconia -servizio- alla fede): Il atto di credere è accompagnato per la libertà personale.
Mostrare la solidità dell'atto di credere e la conformità con la fonte -senza contraddizione-.
Teologia di dialogo e di frontiera: contatto con le religioni storiche, con l’ateismo moderno, con le
forme dell’indifferenza, con le esigenze dei credenti -chiarire gli errori che pretendono negare la
verità di fede-.
Tutto questo implica lo studio del rapporto del cristianesimo con la storia, con il linguaggio, con le
altre esperienze religiose, con le mistiche, le filosofie, le scienze, le condizioni umane
Quattro grandi ambiti:
– la Rivelazione
– la Fede (che è dono di Dio e risposta dell’uomo)
– la Trasmissione della Rivelazione nella Chiesa
– la Credibilità della Rivelazione
Dio che dona il suo mistero all'uomo nella storicità e nella concretezza dell'evento -
Rivelazione-. La credibilità è una proprietà della Rivelazione stessa, Dio che parla all’uomo. La
fede è necessaria per accogliere la Rivelazione e comprenderla ne quanto mistero, essa è anche
una risposta che la presentazione della credibilità della Rivelazione come evento intende suscitare
o rafforzare.

2. Qual è l'articolazione fra momento dogmatico e momento apologetico nella


Teologia fondamentale? Spiegare questa articolazione anche in rapporto alla natura della
Rivelazione come mistero e come evento.
La Rivelazione è
– mistero → metodo dogmatico
– evento → metodo apologetico-dialogico (contestuale)
La Rivelazione in quanto mistero, si reclama il movimento biblico-dogmatico che va da Dio al
l'uomo -studio della Scrittura alla luce della Tradizione, sotto la guida del Magisterio e nella fede
della Chiesa-; però in quanto evento il movimento va dell'uomo a Dio (apologetico-dialogico),
perché deve integrare altre discipline -storia, filosofia, antropologia, psicologia, scienze naturali,
ecc.. ciascuna con la propria metodologia-.
Le due dimensione è presenti sempre perché non si può fare una separazione dell’oggetto. Il
metodo apologetico-dialogico non vanno visti in alternativa dialettica. Non si può prescindere dalla
fede.
Si tratta di comprendere le ragioni della fede, rafforzarle nella coscienza già credente e saperla
spiegare a chi non crede, muovendo dalla fede verso l’universalità della ragione.

3. Fare qualche commento sull’origine e sullo sviluppo storico del trattato di Teologia
fondamentale. In cosa consiste e come si è sviluppata la tripartizione Demonstratio religiosa
– Demonstratio christiana – Demonstratio catholica?
– Nuovo Testamento
+ Lc 1, 1-4 (eventi – credibilità)
+ Gv 20, 30-31 (epilogo – eventi – finalità: perché credete)
Documenti scritti per consolidare la fede dei credenti; i Vangeli come l’annunzio che Dio si è
reso visibile e accessibile in Gesù; esposizione del Mistero di Cristo; mostrare agli
ascoltarli la ragionevolezza di accogliere questa fede, la sua rilevanza per il mondo e la
sua consonanza con le aspirazioni dell’uomo.
– Padri della Chiesa
Due ambiti:
+ ambito pagano, greco-romano
* apologie, dialoghi di difesa (alle autorità politiche): contro l’accusa di ateismo e
l’accuse pratiche (promiscuità, cannibalismo)
* dialoghi culti: ricuperare la parte buona della filosofia pagana
Giustino, Tertulliano, Origene (Contra Celsum), S. Agostino (De civitate Dei, De vera
religione)
+ ambito ebreo: dimostrazione che il cristianesimo è il compimento della Scrittura.
– Apologia medievale
Autorità: Scrittura, Padri. Prova della continuità contra il possibile affermarsi di errori, ciò che
deve confrontarsi con la ratio.
Rivelazione e fede sono ordinate alla visione di Dio nella vita beatifica. La Rivelazione ha un
contenuti soprannaturale -conosciuto per la fede teologale- e altre che si può accogliere con la
ragione.
Unità di ragione (università e lo studo delle scienze naturale, politiche e filosofiche).
– Riforma protestante
+ nuovo domanda: Qual è la vera Chiesa di Cristo (→ de vera Ecclesia; Demonstratio
catholica)
+ distruzione di “fides et ratio”: luteranesimo classico afferma “sola fides”
+ separazione fra Scrittura e Tradizione
– Epoca moderna
+ fenomeni dell’ateismo positivo (Comte, Feuerbach, Marx, Nietzsche), del razionalismo
(Reimarus, Bauer, Strauß – sui Vangeli, sulla figura di Gesù), delle scienze naturale
(Darwin), della psicoanalisi (Freud: religione come una malattia)
+ soprattutto: modernismo (nasce dell’interno dei credenti)
* rivelazione solo come esperienza religiosa (romanticismo)
* svalutazione del contenuto dogmatico della Rivelazione
* interpretazione naturalista dei miracoli
Numerose reazioni del Magistero: Qui Pluribus (Pio IX., 1846); Dei Filius (Vat. I, 1870; quattro
parti: Introductio, De Revelatione, De Fide, De Fide et Ratione); Pascendi (Pio X., 1907)

Teologia fondamentale si rivolga a due gruppi: cristiani ed “altri”


– comunicazione con i cattolici ed altri cristiani: Demonstratio catholica
– comunicazione con fedeli delle altre religioni: Demonstratio christiana
– comunicazione con non credenti: Demonstratio religiosa

4. Commentare alcuni aspetti della religiosità umana quale costante antropologica


fondamentale e l'apertura della fenomenologia religiosa verso una rivelazione divina.
- L’essere umano è “naturaliter religiosus”
Su questo, le scuole differenti sono d’accordo (evoluzionista [positivismo di Comte: tre fasi –
primitiva, filosofica/metafisica, scientifica], funzionalista [uomo fa l’agricoltura, la caccia,
l’attività organizzata], fenomenologica [interessa dell’uomo: i dati, i fenomeni])
L'uomo riconosce un essere superiore. La religione -come apertura- domanda la rivelazione
del suo dio.
– fenomenologia del sacro
il sacro è un altro dell’uomo, anche un mistero: “tremendum” e “fascinans” si non è tremendo,
non è un sacro (cfr. Lc 5,8; messa: “non sum dignus”)
– filosofia greca-romana
+ Aristotele: l’ordine del cielo – percezione dell’anima
+ Cicerone, De natura deorum
* desiderio di conoscere cose future
* gratitudine e meraviglia per i doni ricevuti
* fenomeni naturali sconvolgenti che manifestano la debolezza dell’essere umano
* l’ordine e la bellezza del cielo stellato
– esperienza religiosa: Desiderio di salvezza
+ enigma della morte: l’essere umano vuole vivere, cerca un amore infinita
+ divario nella dimensione morale (video meliora proboque, deterioria sequor)

5. Commentare le diverse modalità della rivelazione divina nel Primo testamento e le


principali caratteristiche della Rivelazione divina attraverso la Parola, mettendone in luce la
specificità rispetto alla fenomenologia di altre tradizioni religiose.
Sono:
- Teofanie:
- Manifestazione della presenza di Dio, colui che coinvonge spesso fenomeni naturali
(tuoni, sogni, visioni, brezza leggera ecc., cfr. Es, Nm) sconvolgenti e straordinari
ma anche più delicati.
- Discesa/presenza della gloria di Dio associata ad una esperienza del numinoso.
- Non si propone mai tecniche divinatorie magiche -l’epatoscopia: ispezione degli
organi interni degli animali-, l’interpretazione di un sogni dai profeti che non sono
chiamati da Dio o di una visione mentre un estasi.
- Angelo di Dio: Una figura che rappresenta Dio in forma antropomorfa.
- Ministero Profetico: Compito di annunciare il corso della storia, che Jahvè orienta secondo i
suoi piani salvifici.
- Parola di Dio: Il modo più comune e importante -da bar Jahvè-; Dio con la sua parola
comunica l’uomo e gli manifesta ciò che Egli è e ciò che Egli vuole.
- Nel pensiero greco, la conoscenza si logra mediante la visione e la
concettualizzazione dell’idea, per i ebrei mediante l’ascolto della parola -a partire di
essa, sarà un riconoscere, esperienza storica della persona-.
- Il popolo riconosce la volontà di Dio attraverso l’ascolto della parola di Dio e non
interpretando i segni naturali, essi presenti in qualche linguaggio religioso ma gli
autori ebrei sempre avevano lo scopo di introdurre l’atento ascolto della parola -con
la riproduzione di una esperienza-.
- La parola è efficace e ha una dimensione noetica e una dinamica: opera ciò che
dice anche di comunicare un contenuto; per i greci o i pagani solo informa -
trasmette contenuto-.
- La parola crea, guida la storia, compie prodigi, salva.
- È impegnativa e reclama atenzione e adesione -muove all’azione e fornisce forza-.
- È una parola fedele capace di riunire in unico atto di lealtà verso il mondo e verso
l’uomo.
- Parola non soltanto rivolta all’uomo, ma anche affidata all’uomo perché la trasmetta
e la viva.

6. Come parlano i Vangeli della Rivelazione e del Rivelatore? Quali sono le specificità dei
vangeli sinottici e quelle degli scritti di san Giovanni?
Vanageli:
- La Rivelazione è segnata dall’economia della Parola fatta carne, comunicazione da Dio
all’uomo più perfetta.
- Quella che ha in sé caratteri della condiscendenza, della donazione, della potenza salvifica.
- Aspetto soggetivo-personale e oggettivo-contenutistico: Gesù rivela con la sua dottrina e
con il mistero della sua persona.
Vangeli Sinottici:
- Gesù rivela attraverso il suo insegnamento e la sua predicazione l'avvento del regno di Dio.
- Il Figlio rivela il mistero di Dio, Lui parla di se stesso -Dio stesso- con autorità ed in
continuità.
- Gesù si rivela come il Messia definitivo nel quale si compie la promessa e si ratifica una
nuova ed eterna alleanza.
San Giovanni:
- Gesù parla del Padre in un modo che sa direttamente come è Il Padre -lui è il rivelatore del
Padre-; nessuno intermediari hanno dito questa cosa.
- Solo il Figlio conosce il Padre perché è stato inviato da Lui; il Padre e Lui sono una sola
cosa e rivela l'amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini e l'intimità trinitaria in Dio.
- Parola, luce, verità, via e vita sono concetti che sono insieme in Gesù -ipostatica-.
- Epistemologia: La fede è l'inizio del conoscere, il conoscere è il perfezionamento della
fede.
- Tensione fra Dio che si rivela e il mondo che non accoglie la Parola did Dio.
- Una parola che rivela il senso della storia e realizza la storia -giudica la storia-.
7. Quali sono i principali contenuti che san Paolo associa alla Rivelazione, nelle sue lettere?
Cosa è il mysterion paolino?
- In Gesù Cristo viene "rivelata" -cioè spiegata- la prima Alleanza. Gesù ha tagliato il velo,
spiegato il significato della alleanza -rivelazione- fatta con Mosse -vero senso della legge-.
Il Vangelo è la rivelazione del Mistero del Padre in Cristo.
- Rivelazione del mistero del Padre taciuto/nascosto nei secoli:
- Tutti siamo eletti come figli adottivi in Il Suo Figlio.
- La storia sia ricapitolata nel mistero pasquale di Cristo, ricapitolare e riconciliare
tutte le cose nel suo figlio.
- Cristo ha fatto la Chiesa il suo corpo.
- Il mondo è stato cristianizzato, fare dei due popoli un solo popolo.

8. Spiegare brevemente alcune modalità e alcuni contenuti della comprensione della


Rivelazione in epoca patristica.
– la continuità tra le due alleanze
+ pedagogica divina
+ S. Agostino: “Novum in Vetere latet, Vetus in Novo patet”
+ S. Ireneo: unità dei due Testamenti (“primo” Testamento: +/-; “secondo” T.: -)
– rapporto fra pensiero filosofico e Rivelazione cristiana
– universalità e centralità di Cristo sul piano storico salvifico
– Rivelazione come “regula fidei”, trasmissione di un deposito con fedeltà.

9. Offrire qualche considerazione sulla comprensione della Rivelazione nella teologia


medievale, con particolare riferimento al pensiero di Tommaso d’Aquino.
– Rivelazione e ragione → lumen rationis. Non possono lottare e c’e una certa armonia e una
cosa falsa che la Rivelazione non ha niente con la ragione. Un certo confine gnoseologico si
instaura fra Rivelazione e razionalità.
– Rivelazione e Scrittura → lumen fidei (continuità storica, autorità della Chiesa)
– Rivelazione e ispirazione → lumen gloriae (carisma profetica, azione dell’agiografo)
S. Tommaso:
● La Rivelazione ha questioni di verità naturali che possono essere conosciute dalla ragione,
perché c’è la possibilità di conoscere la verità da tutti, senza mescolanza di errore e
rapidamente.
● La Rivelazione ha un contenuto soprannaturale -conosciuto per la fede teologale- e altro
che si può accogliere con la ragione.
● Triple grado di conoscenza: conoscenza attraverso le cose create -ragione naturale-, Dio
dicense verso l’uomo col dono della Rivelazione, i beati vengono elevati a conoscere
perfettamente ciò che era stato oggetto di rivelazione.

10. Commentare il contenuto della Dei Verbum, n. 2 in merito al concetto di rivelazione, al


suo oggetto, fine e destinatario, e alle modalità della rivelazione divina.
Oggetti della Rivelazione:
– Dio se stesso
– il mistero della Sua volontà (= “decreti della Sua volontà”, DF 2; espressione paolina)
Origine: La bontà e la sapienza di Dio
Forma: dialogo (“parla agli uomini come ad amici”)
Finalità: salvezza
Destinatari: Gli uomini.
Modalità (“economia della Rivelazione”): “eventi e parole intimamente connessi” (cfr. Drey). Le
opere manifestano e rafforzano la dottrina e la realtà significate dalle parole, mentre le parole
proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto.
Cristo: mediatore e pienezza della Rivelazione
In generale: Primo di DV cinque schema relazioni (ultima 1962: “De Fontibus revelationis”). Criteri
di DV: personalista, cristocentrico, propositivo. R. in generale (DV 2).

11. Quali sono i principali contenuti biblici di quanto chiamiamo “la rivelazione delle
origini”? Menzionare qualche elemento di originalità della Rivelazione ebraicocristiana
rispetto ad altre tradizioni religiose extra-bibliche.
● Il contenuto delle origini nella Bibbia è la descrizione del rapporto fra Dio e l'uomo.
● Il linguaggio simile al di altri miti, ma non à come un mito -invece ha una specificità
è una originalità propria-.
● L'uomo collocato all'apice della creazione visibile, come soggetto di una speciale
dignità, interlocutore di Dio, il genero umano è creato all'immagine e la
somiglianza di Dio -un'immagine originale-.
● Dio a una solenne trascendenza ma anche con un'immagine paterna e provvidente.
● Peccato originale come una disubbidienza a Dio, la situazione di amicizia e di
intimità cambia ad una di separazione -natura decaduta-; ma non cessa di essere
interlocutore e Dio non gli nega i dono della sua Provvidenza.
● Dio non solo rivela la sua potenza creatrice ma il suo amore; a questo invito vi era la
richiesta di corrispondere -una prova morale, fiducia in Dio rispettando la libertà
dell'uomo-.
● L'uomo è libero e non è preso del suo destino.

12. Perché e in qual senso il creato può considerarsi anch’esso rivelazione di Dio? Quali
fondamenti biblici portereste a dimostrazione di questa tesi?
– La Scrittura presenta il creato come effetto della Parola di Dio
– La Scrittura cita la possibilità di riconoscere il Creatore attraverso l’osservazione del creato
(Sal 8, Sal 19, 1-5.8-11) – non solo un cammino filosofico.
Dalla conoscenza delle creature alla conoscenza del Creatore. Esistono l’itinerario nella Scrittura
che espressa la via dalla creatura alla conoscenza del Creatore -utilizzando l'analogia-.
– La Scrittura mostra che l’osservazione del creato muove l’uomo a dare gloria a Dio (Gb 38-39:
“segreto della creazione”)
– Il NT presenta la pienezza della Rivelazione, il logos fatto carne, come mediatore e
compimento del primo piano creativo di Dio (Gv 1, 1-18; Eph 1; Col 1; Eb 1)

13. Esporre le principali tappe storico-salvifiche e i principali contenuti teologici associati


alla Rivelazione attraverso la Parola dell'alleanza.
● Noè: L'alleanza assume il carattere d’una gran benedizione che sancirà la fedeltà del
cosmo all'ordine stabilito da Dio. Culto al vero Dio.
● Abramo: Promessa, benedizione e alleanza. Elezione come di un grande popolo, nel quale
saranno benedette tutte le famiglie della terra. Circoncisione e alleanza rinnova nel
sacrificio d’Issaco.
● Mosè: Dio rivela il suo nome -pienezza dell’essere, relazione personale, presenza perpetua
di Dio-, liberazione dal cattività, promessa di una terra per il popolo di Israele e la consegna
della legge.
● Davide: Alleanza rinnovata, rafforzamento della figliolanza, si consolida il regno -promessa
di permanenza e stabilità-. Nell’esilio, si sente Dio con i suoi profeti rapporto sterno -
esigenza della legge- ed interno -cuore-.
Contenuti teologici:
● come elezione: Progenitori – Noè – Abramo – Mosè – Davide – Profeti. L'iniziativa è di Dio,
è Lui che chiama, che decisi liberamente chiamare gli uomini.
● come promessa: Tutte promesse sono ordinato a la promessa del salvatore, l’alleanza che
indica una fedeltà da Dio a tutto che ha promesso.
● come legge: Rapporto non solo esterno o di una legge esterna ma ad intra dell'uomo, nel
proprio animo ed al rinnovamento dei cuori fatto per lo Spirito di Dio.

14. Quali sono l’immagine e gli attributi di Dio che si possono dedurre da una logica di
rivelazione come quella dell’Alleanza?
Immagine dell’alleanza:
● fedeltà: sostiene tutto ciò che ha promesso.
● misericordia (disposto a perdonare, altrimenti non funziona un’alleanza, p.e. matrimonio)
● santità.
● onnipotenza (Dio è Signore sulla storia).
● Totalmente trascendente.
● gratuità dell’amore - amorevole, condiscente.

15. Quali sono i tre grandi ambiti in cui si sviluppa il contenuto della rivelazione
sapienziale? Commentare l’importanza dei libri sapienziali per accostare
l’interlocutore contemporaneo alla rivelazione di Dio uno e trino.
– la rivelazione nella preghiera e per mezzo della preghiera (p. es. Salmo 50 ”miserere”).
– la rivelazione nella riflessione sulla condotta morale (per vivere in pienezza la propria
umanità).
p. es.: libro dei Proverbi (dovere di lavorare bene ecc.)
– la rivelazione delle risposte ai grandi temi della vita umana (vita, morte, }

52!º male …)
Dio come la fonte della risposta ai grandi temi e domande sull’in senso della vita, l'esigenza di
cercare la verità assoluta e piena sulla quale si può fondare la propria vita e condotta.
16. Quali sono i principali contenuti teologici associati alla figura del profeta, specialmente
il suo rapporto con la parola, con la storia e con l’alleanza?
Compito principale: conservazione e approfondimento della Parola dell’Alleanza
Profeta (ebr.: nabi) è “colui che è chiamato”, “colui che parla in nome di un altro”; differenza
fondamentale alle forme del profetismo extrabiblico (aruspice, oracoli, magia)
Tre contenuti principali della predicazione:
– conoscenza di Jahvè (chiamata alla santità) - Dio si manifesta ai profeti
– memoria della fedeltà dell’alleanza (contro l’idolatria)-ricrodare
– esortazione al compimento della legge divina
Rapporto profeta – Parola di Dio
– relazione assai speciale: Parola è in lui e fa tutto che promette, nella sua bocca, data come
nutrimento (cfr. Gesù: è il mio cibo far la volontà del Padre). Il profeta ha la sua libertà e il
l'esercita.
– forza, energia ed efficacia della Parola (che non dipendono da lui). Consiste in una
interpretazione degli eventi nella storia, il profeta interpretando la storia passata fa capire che
cosa ha successo.
– senso della Parola: non essere custodita in privata, ma essere trasmessa al popolo. Una
pedagogia di amare a Dio nel cuore. Presenza di Dio in medio il suo popolo -la promessa di un
Messia e l'annuncio di una futura salvezza-, Dio va preparando al suo popolo per l'arrivo del
Verbo.

17. In qual modo possiamo considerare il Verbo incarnato come pienezza della rivelazione
della parola creatrice? Come e perché Gesù Cristo viene rivelato quale primizia della
nuova creazione? In qual modo l’economia del Verbo incarnato è presentata dal Nuovo
Testamento come pienezza dei tempi?

Come pienezza della rivelazione della parola creatrice:


Eb 1, 1-3. Gv 1, 1-18
– creazione sussiste in Cristo, è stata fatta in vista di Cristo (cosmo è certa preparazione
dell’incarnazione della parola divina, quindi di Cristo), cfr l’inno a Cristo (in Col). Tutto è stato
creato da Lui
A → Ω come novità (↔ filosofia greca: perfezione è nell’inizio)
– l’umanità di Cristo è pienezza della creazione (realtà creata più perfetta della grandezza di
Dio)
– in Cristo si rende già possibile la logica di una nuova creazione (compimento escatologico
mediante la sua gloriosa risurrezione). Continuità; umanità - Discontinuità; grazia
– nel suo sviluppo storico, la creazione ha raggiunto la sua pienezza dei tempi nel mistero
dell’Incarnazione (= punto focale della storia: interpretare il passato, comprendere la logica del
futuro). Pienezza del tempo cronologico e qualitativo.
Nuova creazione:
● che egli inaugura e conduce misteriosamente al suo compimento scatologico mediante la
sua resurrezione.
● fra creazione e nuova creazione è relazione di “già, ma non ancora”, elementi di continuità
e di discontinuità
● espressione è la domenica di Pasqua: primo giorno della creazione genesiaca e alba della
Chiesa (ottavo giorno)
● due idee essenziali:
+ sottomissione di tutto il creato a Cristo (vittoria sulla morte)
+ la sua finalità: riordinare e instaurare tutte le cose al Padre nello Spirito
Cristo entra nella storia, ma trascende essa: pienezza dei tempi
+ compimento qualitativo (greco: kairos = il tempo propizio): alleanza definitiva-mediazione
definitiva, dopo di Lui non c’è da attendere nessun’altra rivelazione divina
+ pienezza cronologica (greco: kronos = tempo che corre): Cristo (che è lo stesso ieri, oggi e
sempre) diventa presente in ogni epoca e contemporaneo ad ogni uomo
La storia non è solo il scorrere del tempo ma ha una forma sacramentale, lei è data per
spiegare il Mistero. C'è un unico sacrificio nel tempo, Gesù Cristo è nostro contemporaneo;
l'uomo è in una economia di un eterno presente. Cristo trascende la storia.
Ef 1, 8-10 recapitular todas las cosas en Cristoy revelación de la voluntad de Dios en Jesús;
Gal 4,4 invio nella pienezza del tempo.
18. Quali categorie bibliche associate alla Parola dell'alleanza nel Primo Testamento
giungono a compimento in Cristo? Fare alcuni esempi che illustrino la dinamica di
promessa e compimento che lega il Primo Testamento al Nuovo Testamento.
Banchetto – Eucaristia
Sacrificio – Sacrificio della Croce
Sacerdozio – unico sacerdozio di Cristo
Legge – legge evangelica (carità, libertà)
Popolo – unico popolo redento de Cristo (= Chiesa)
Elezione – Figlio eletto e prediletto
Amore sposale – la Chiesa, sposa e corpo di Cristo
Liberazione – liberazione della schiavitù del peccato
Circoncisione - Battesimo
Figliolanza - Tutti siamo figli nel Figlio

19. Commentare il ruolo dello Spirito Santo nell'economia della Rivelazione.


Rivelazione divina può essere compresa solo in una cornice trinitaria, rapporto fra Rivelazione e
persona dello Spirito Santo coinvolge due grandi ambiti:
– relazione con il Padre e il Figlio
– relazione con la Chiesa
La misión del Espíritu Santo que hace la Palabra eterna y que revela el contenido, Cristo.
Ruolo nell’economia:
● parola della Rivelazione: un’articolazione trinitaria (pronunciata nel silenzio del mistero del
Padre, rivelata al mondo dal Figlio e nel Figlio, resa presente nella storia dal Spirito)
● Ha parlato per mezzo dei Profeti
● Autore della Sacra Scrittura, responsabile dell’ispirazione
● Protagonista del dono dell’Incarnazione
● Guida tutta la missione terrena del Cristo (che è Unto dello Spirito) → “cristologia
pneumatologica”
● Presenza nel mistero pasquale di Cristo (egli “tradidit spiritum”, Spirito gli fa risorgere)
● Guida il “gruppo dei dodici”, cioè gli Apostoli: formazione e sviluppo della Chiesa (come già
promesso da Cristo)
● Missione visibile, pienezza del mistero pasquale: Pentecoste (finalità: custodia,
approfondimento, perenne ri-presentazione nel tempo della Parola rivelata)
● Arricchisce la Chiesa con i doni e carismi per assicurare l’indefettibilità della missione
● Permanente ispirazione nella storia (vita dei Santi), come protagonista di una rivelazione
interiore.

20. In quali punti della Dei Verbum si parla dello Spirito Santo ed a proposito di quali temi?
Numerosi riferimenti, particolarmente nelle nn. 4-10
n. 4 (invio dello Spirito testimonianza della permaneza di Dio con noi),
n. 5 (aiuto nella fede),
n. 7 (trasmissione della Rivelazione, Lui che ha ispirato agli autori),
n. 8 (assistenza nella Tradizione),
n. 9 (ispirazione della Scrittura),
n. 10 (unità fra Scrittura, Tradizione e Magistero)

21. Esporre come il Primo Testamento parla della fede: cosa vuol dire, per il popolo di
Israele, credere in Dio?
I verbi chiave per esprimere la fede sono he’emîn (= aver fede) e ‘aman (= essere saldo, sicuro).
La forma verbale è “amen” (= in verità, io credo essere vero)
Credere non è soltanto la ricerca di sicurezza soggettiva -uno stato o una opinione-, ma consiste di
più di una dimensione dialogica, personale ed esistenziale: è fondata su una Parola che crea e che
salva; sicurezza di essere salvo, stabilire su Dio, sicurezza della verità di quello che si crede -come
risultato di un itinerario religioso-.
Al contrario dai Greci, la fede è dono di Dio, affidato dall’ascolto di una parola che rivela e che
chiede di essere accolta (personaggi principali dei credenti: Abramo, Mosè, profeti, martiri della
parola)
Due tentazioni: nazionalismo e legalismo

22. Esporre come i Vangeli sinottici parlano della fede e qual è il contenuto cristocentrico
della fede secondo il Vangelo di Giovanni.
Sinottici
● La fede soprattutto sul fatto di Gesù che ha la capacità di fare qualcosa aspettata dal
Messia -i miracoli, parla con autorità-, non tanto in Gesù Figlio di Dio
● Si dirige a la predicazione di Gesù, credere che Gesù può fare le opere del Messia,
atteggiamento di fiducia, fidarsi di Gesù.
Giovanni.
Fede = l’aderire alla persona di Gesù (espressione: “credere in”)
– Modo personalista; instaura una relazione interpersonale fra il credente e Cristo: “rimanere”
(nel suo amore)
– credere = conoscere (credite ut cognoscatis, Gv 10, 38); ben armonizzate: fides quae (in
Gesù) e fides qua (le sue parole). Credere in Cristo e conoscere Cristo
– credere = essere salvi: frutto dell’atto del credere è la vita eterna (valore soteriologico). Usa
termini associati con la salvezza.
– credere alle sue opere, quindi credere in Lui come inviato/Figlio di Dio (fine di Gv!)/uscita dal
Padre.

23. In quali documenti il Concilio Vaticano I e il Concilio Vaticano II parlano della fede e
con quali contenuti?
Vat. I: Cost. Dei Filius
– Natura e oggetto della fede: atto libero e doveroso (fede quindi legata a un logos e un ethos),
dono di Dio -non causata dalla ragione-, uomo deve cooperare alla grazia divina -deve
ascoltare-, oggetto: “quae in verbo Dei scripto vel tradito continetur”-la fede fa possibile il
riconoscimento dello rivelato, fede divina è distinta dalla conoscenza naturale di Dio.
– Credibilità: rapporto fra ragione e fede. La ragione indica a chi si deve credere non qualcosa
deve credersi.
– Contro gli errori contemporanei: modernismo, razionalismo, fideismo, tradizionalismo
Vat. II: Cost. Dei Verbum
Prospettiva personalista
Dono mutuo: donarsi dall’uomo a Dio, dono di Dio all’uomo

24. Spiegare alcuni aspetti della valenza cristologica della fede.


Carattere teologale della fede (secondo Sant’Agostino, citato anche da S. Tommaso):
– credere Deum (oggetto materiale): Dio è la prima e più radicale verità creduta.
– credere Deo (oggetto formale): Dio è l’autorità che dà ragione di quel credere.
– credere in Deum (causa finale): Dio è la fine della fede.
“credere Deum” si riferisce alla dimensione “fides quae”, “credere Deo” e “credere in Deum” alla
dimensione “fides qua”.
 Cristo come forma della fede.
Convergenza fra fede teologale e fede in Cristo si presenta soprattutto in Gv (passim), ma: fede è
cristologica, e perché è christologica, è trinitaria (Jean Mouroux).

25. Spiegare alcuni aspetti della valenza ecclesiale della fede.


– credere Ecclesiam: realtà misterica, prende origine dal disegno del Padre e si realizza nella
storia mediante le missioni del Figlio e dello Spirito.
– credere Ecclesiae: essa ascolta, custodisce ed espone la Parola; creadiamo il suo testimonio
e la sua predicazione.
– credere in Ecclesiam: la fine è adesione a Cristo → adesione al suo corpo mistico (= la
Chiesa).
– credere in Ecclesia: comunionalità dell’atto credente nella quale si manifesta la nostra fede.
Modalità della valenza ecclesiale:
– auditus fidei: il soggetto si dirige alla Chiesa per ascoltare la Parola di Dio (che la Chiesa
predica e custodisce)
– risposta della fede: il soggetto rivolge la sua professione di fede alla Chiesa (Battesimo; nel rito
precedente la domanda: “Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio?” – “La fede.”)
– cammino della fede, per non rischiare di correre extra viam
– intellectus fidei: nella teologia – fede non è la fede del teologo, bensì la fede della Chiesa
– (con-)sensus fidei: i fedeli hanno lo stesso senso della fede della Chiesa -senso ecclesiale-
– Chiesa stessa come unico soggetto credente: “noi crediamo”, con un sole cuore, una sola
anima.
 La Chiesa come forma (comunione, carità) della fede. La forma Christi si riceve come una forma
ecclesiae. Lo Spirito Santo è nascosto perché Lui è chi dà la forma Christi come Figlio di Dio -
lascia il segno-, forma figliale; e anche Lui è che sostenne la Chiesa, lui che dà la forma ecclesiae
-la comunale-. Due forme vanno sempre insieme.
26. Rivelazione e Chiesa: cosa vuol dire che la Chiesa è convocata e generata dalla
Parola? Spiegare i rapporti fra Chiesa e kerygma apostolico (fede, battesimo, identità
cristiana, Eucaristia…).
● Parola che convoca e genera la Chiesa.
● La Chiesa vive attorno la Parola aspettando la venuta del Suo Sposo.
● Kerigma: Gesù, el Cristo, è il Figlio di Dio, è morto per i nostri peccati, è risorto dei
morti.
● Segui l'esempio del rapporto fra la l'Eucaristia e la Chiesa. Si capisce il fatto che
l'Eucaristia convoca la Chiesa, ma in qualche modo la Chiesa convoca all'Eucaristia
perché se io non voglio la Chiesa dunque resto senza l'Eucaristia.
● Certamente la Chiesa influisce sulla Parola perché lei dice qualche cosa appartiene
al Vangelo ricevuto e qualche non appartiene; la custodisce non la stabilisce.
● Gesù ha voluto fondare una nuova comunità come la rinnovazione di Israele e che
non esclude nessuno.

27. Spiegare i principali contenuti della nozione di Tradizione secondo quanto esposto dal
Concilio Vaticano II nella Dei Verbum, nn. 7 e 8.
● La Tradizione è la progressione della fede, non è soltanto memoria ma anche la
capacità di costruire il futuro.
● Fonte: Ciò che Gesù ha trasmesso agli apostoli -Dimensione fissa- e gli apostoli ai
loro successori; un messaggio integro e completo.
○ La trasmissione di quello che Gesù ha detto, quello che gli Apostoli hanno
ascoltato da Gesù, quello che gli apostoli e altri autori spirati dallo Spirito
Santo hanno scritto
● Questa Tradizione dagli apostoli -grazie allo Spirito Santo- progredisce, perché le
comprensione delle cose -quello che non è trasmissione scritta come gli istituzioni, i
sacramenti, esempio e vita dei santi, ecc.- e parole trasmesse cresce attraverso -
modo di progredire-: La teologia, la preghiera, la santità, il Magistero.
● La Scrittura è sempre nella Tradizione, senza questa non si potrebbe interpretare o
capire. Sempre vano insieme.

28. Quali sono i criteri e i luoghi fondamentali di riconoscimento della Tradizione?


Criteri:
● Criterio di universalità: Ovunque, e non cose locali.
● Criterio di temporalità: Non dipende del tempo in quale si pratica.
● Criterio di unanimità: Professata con unità fra gli autori ecclesiastici, pastori, tutti.
Luoghi:
● Magistero della Chiesa. Dovere di guida, di dare un linea sicura per
l'interpretazione esegetica.
● L'insegnamento -dottrina- dei Padri della Chiesa -santità, ortodossia, antichità-.
● Liturgia della Chiesa.
● Il "sensus fidei" -comune sentire- del popolo di Dio.

29. Rapporti fra Scrittura e Tradizione: fare degli esempi che mettano in luce la loro
unità, la loro distinzione e la loro interdipendenza.
● Unità
○ nel fine: la salvezza degli uomini.
○ nel oggetto: Comune contenuto, il Vangelo, cioè la predicazione apostolica.
○ nel autore o origine -sorgente divina-: Dio ispira la Scrittura e stabilisce in
Cristo con l'assistenza dello Spirito, una tradizione apostolica.
● Distinzione:
○ Sulla forma di ciò che si trasmette. Una ha una forma presenziale-non fissata
ed altra fissata, una aperta -messaggio vivo che esplicita nella storia e con le
leggi della storia- ed altra chiusa.
○ Al modo con cui l'Autore -Spirito Santo- opera. I testi ispirati hanno allo
Spirito Santo come autore e i testi ecclesiali o predicazione orali non sono
ispirati.
● Interdipendenza:
○ Interrelazione cronologica -processo di formazione del deposito-: La
Tradizione che interpreta la Scrittura è anche precedente a lei.
○ Per come il deposito viene riconosciuto autentico: La Tradizione consegna il
canone, la Scrittura è fondamento ultimo per confrontare la veridicità di ciò
che si trasmette.
○ Finalità nella comunità credente, nella vita della Chiesa: La Tradizione esiste
primordialmente per interpretare rettamente la parola di Dio scritta, ma la
parola di Dio scritta resterebbe lettera morta senza la vita vissuta della
Chiesa -tradizione viva-.

30. Qual è l’oggetto (primario e secondario) del Magistero della Chiesa e quali sono
le (quattro) forme di esercizio del Magistero?
Oggetto
● Formalmente rivelate -oggetto primario-: Insegnamenti esplicitamente dalla
Scrittura o che possono derivarsi da esse.
● Non formalmente rivelate -oggetto secondario-: Non contenute nella Scrittura, ma
la cui affermazione si rende necessaria per comprendere e trasmettere il Vangelo;
anche gli insegnamenti di carattere filosofico, antropologico, morale, ecc. →
Contenuti non riconducibili ad una parola rivelata, però che negando i quali non
sarebbe possibile comprendere la Rivelazione stessa.
Esercizio
● Ordinario semplice inteso.
● Ordinario ed universale
● Solenne - Straordinario quando un insegnamento dai Vescovi in unione con il Papa
mediante un atto collegiale da un concilio ecumenico.
● Solenne- Straodrinario nel magistero del Vescovo di Roma esercitato con
dichiarazione ex-cathedra.

31. Quali sono le (tre) forme di assenso dei fedeli agli insegnamenti del Magistero,
come esposte nei tre comma del documento della CDF, Inde ab ipsis primordis (1998)?
1. Credo pure con ferma fede tutto ciò che è contenuto nella Parola di Dio scritta o
trasmessa e che la Chiesa propone a credere come divinamente rivelato.
2. Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che
riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo.
3. Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell’intelletto agli
insegnamenti che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono
quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarli
con atto definitivo.

32. Quali sono i fondamenti biblici della indefettibilità della Chiesa? Come possiamo
derivare dalla nozione di indefettibilità la proprietà di infallibilità in docendo della Chiesa?
● Confessione Petrino: "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia
Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" Mt 16, 18
● Cristo stesso prometterà agli Apostoli di accompagnare la loro missione fino alla
fine dei tempi, cfr. Mt 28, 18-20
● Annuncia l'invio dello Spirito Santo per sempre, a perenne testimonianza e
garanzia di verità, cfr Gv 14, 17.26
● La parabola del grano e della zizzania, nella quale si presenta l'universalità di un
Regno destinato ad essere presente fino al compimento escatologico dei tempi, cfr
Mt 13, 24-30.36-43

● In rapporto all'insegnamento contenuto della Rivelazione e alla sua corretta


comprensione, l'infallibilità è pertanto una manifestazione di indefettibilità sul
piano della conoscenza.
○ Stabilità nel tempo, stabilità nella sua indentità.
● Occorre -nella trasmissione della Parola, di tutto ciò necessario per la salvezza-
l'indefettibilità della Chiesa per non sbagliare nel processo.
○ L'infallibilità propria del Magistero della Chiesa in quanto Magistero,
espressamente associata alla sua funzione di predicazione e di
insegnamento.

33. Quali sono le modalità, il soggetto e le condizioni dell’infallibilità della Chiesa in


docendo secondo quanto esposto in Lumen gentium, n. 25?
1. Quando i vescovi conservando il vincolo della comunione tra di loro e col
successore di Pietro, accordano ed insegnando una dottrina -riguardante la fede o la
morale- da ritenersi come definitiva.
2. Quando si raduna il Romano Pontefice ed il Collegio dei Vescovi in Concilio e loro
definiscono una dottrina riguardante la fede o la morale.
3. Quando il Romano Pontefice -capo del Collegio dei Vescovi- in virtù del suo ufficio
proclama con un atto definitivo una dottrina riguardante la fede e la morale.

34. Spiegare quanto è esteso l’oggetto su cui il Magistero della Chiesa può insegnare con il
carisma dell’infallibilità in docendo e quali sono le motivazioni di questa estensione.
● Il Magistero goda del carisma dell'infallibilità sull'intero oggetto -primario o
secondario- del suo insegnamento. Missione del Magistero, cioè la corretta
trasmissione della Rivelazione.
● L'espressione "fides et mores" non si capisce come una delimitazione
dell'infallibilità ad una parte del deposito rivelato, ma tutto ciò che conduce alla
salvezza. I temi che non hanno relazione con la salvezza non sono riguardante al
Magistero.
● Nel suo oggetto comprende tutto ciò che serve a custodire e ad esporre fedelmente
il contenuto del Vangelo; i temi forse non appartengono alla Rivelazione, ma sono
dimmeno necessari per custodirla ed esporla.

35. Commentare il n. 10 della Dei Verbum.

● La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito da Dio


affidato alla Chiesa.
● Solo il Magistero vivo della Chiesa ha l'incarico d'interpretare la autentica parola di
Dio -sia scritta o trasmessa- da Gesù
○ non è al livello stesso de la Parola divina, neppure al di sopra; ha una
funzione di servizio per insegnare ciò ch'è stato trasmesso,
○ e con l'assistenza dello Spirito custodisce ed espone quella parola intera -
senza defetti o errori-.
● Tradizione, Magistero ed Scrittura sono realtà che sempre vanno insieme -ciascuna
a modo proprio- e nessuna sussiste senza l'altra, hanno il loro origine nell'azione
dello Spirito Santo, ed il loro scopo è la salvezza delle anime.

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