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42 R2 CULTURA la Repubblica SABATO 23 LUGLIO 2016

Le idee
Come la ricerca del linguaggio naturale
e del canone perfetto univa i due geni

I segreti
matematici
di Calvino e Bach

L
PIERGIORGIO ODIFREDDI

e sei “Lezioni americane” di Italo Calvino era-


no previste per l’autunno del 1985 all’Universi-
tà di Harvard, ma lo scrittore morì il 19 settem-
bre di quell’anno. Non furono dunque mai te-
nute, e sono rimaste incompiute: manca infat-
ti l’ultima sulla “consistenza”, che Calvino pensava di scrive-
re negli Stati Uniti. Le altre cinque erano invece pronte al
momento della sua morte, e riguardano la “leggerezza”, la “velocità”, l’“esat-
tezza”, la “visibilità” e la “molteplicità”. Gli argomenti sono generici e si presta-
no ad ampie interpretazioni, ma le lezioni facevano parte della prestigiosa se-
rie delle Norton Poetry Lectures. Calvino sviluppò dunque i propri temi dal
punto di vista della letteratura, come altri titolati conferenzieri prima e dopo
di lui, da Jorge Luis Borges (1967) a Umberto Eco protagonista era appunto un matematico. Dichiara
(1992). Ma se avesse invece voluto parlare di musi- la propria «predilezione per le forme geometriche,
ca non sarebbe stato redarguito, visto che nell’albo le simmetrie, le serie, la combinatoria, le proporzio-
d’oro delle Norton Lectures si trovano anche i nomi ni numeriche». Allude ai «libri scientifici in cui ficca
di molti musicisti, da Igor Stravinsky (1939) a Lu- il naso alla ricerca di stimoli per l’immaginazione».
ciano Berio (1993). E ritrova queste suggestioni nella propria opera, da
Calvino definisce l’esattezza come «pianificazio- Le città invisbili a Palomar.
ne, icasticità e precisione». E la oppone all’«epide- Ma alla fine Calvino confessa di percepire un limi-
mia pestilenziale» che già trent’anni fa, e ancor più te nell’esattezza del linguaggio matematico, per- Boringhieri, 2011). Rimane comunque vero che la versi, anche se la prima soluzione fu trovata soltan-
oggi, «tende a livellare l’espressione sulle formule ché «le lingue naturali dicono sempre qualcosa in matematica è meno vicina al linguaggio naturale to nel 1840!
più generiche, anonime, astratte, a diluire i signifi- più rispetto ai linguaggi formalizzati». Ma forse di quanto non lo sia alla musica, e che le caratteristi- Numero 14 a parte, varie altre simmetrie nume-
cati, a smussare le punte espressive, a spegnere non era conscio del fatto che la matematica non è af- che di esattezza che Calvino attribuiva alla prima si riche si ritrovano in molte opere di Bach. Ad esem-
ogni scintilla»: non solo nel linguaggio, ma anche fatto un linguaggio completamente formalizzato, e applicano altrettanto bene a quest’ultima. Talmen- pio, le Variazioni Goldberg si compongono di 32
nelle immagini e in tutto ciò che oggi chiamerem- che nella pratica quotidiana essa risulta essere mol- te bene, che basta un aneddoto ad illustrarlo. Si di- pezzi: un’aria, 30 variazioni e la ripetizione dell’a-
mo multimediale. Calvino porta la matematica a to più simile al linguaggio naturale di quanto lui ce infatti che un giorno Albert Einstein, che stava ria. L’aria consiste di 32 battute, o 16 ritornelli, o 8
esempio dell’esattezza, pur rimanendo nell’ambi- pensasse. Talmente simile, che le stesse Lezioni suonando il violino accompagna- periodi, o 4 frasi, o 2 parti. E le va-
to letterario. Cita come esempi L’infinito di Giaco- americane di Calvino si possono facilmente rilegge- to dal pianista Boris Schwarz, an- riazioni il cui numero è divisibile
mo Leopardi, per la sua tensione verso lo spazio infi- re in chiave matematica, come ha mostrato Gabrie- dò fuori tempo e ricevette un’oc- per 3 (cioè, la terza, la sesta, ecce-
nito, e L’uomo senza qualità di Robert Musil, il cui le Lolli nel suo Discorso sulla matematica (Bollati chiataccia, con la seccata doman- tera) costituiscono 9 canoni, che
da: «Professore, non sa conta- vanno nell’ordine dall’unisono al-
re?». la nona. Ma è soprattutto nella
Che Johann Sebastian Bach sa- composizione musicale che Bach
pesse contare, benché in manie- rivelò il suo talento matematico:
ra diversa da Einstein, lo dimo- il barocco amava infatti i canoni,
strano sia la sua vita che le sue il cui nome significava appunto
opere. Anzitutto, aveva una pre- “regola”. La loro caratteristica
dilezione per il numero 14, otte- era di avere un certo numero di
nuto sommando le cifre del nu- voci isomorfe fra loro, da un mini-
mero 2138 corrispondente al suo mo di due a un massimo storico
nome(1 per la A, 2, per la B, ecce- di 36, in una composizione di Jo-
tera). Per questo motivo 14 sono hannes Ockeghem nel Quattro-
le fughe dell’Arte della fuga, 14 i cento.
canoni Sulle prime otto note del L’isomorfismo delle voci si ot-
basso delle Variazioni Goldberg, teneva nei modi più svariati, ma
14 le note dei temi di varie sue sempre con trasformazioni di ti-
composizioni: ad esempio, la pri- PAROLE E VARIAZIONI po aritmetico o geometrico. Ad
ma fuga del Clavicembalo ben Sopra, Italo Calvino; in basso, esempio, una voce poteva essere
temperato. Più in generale, nel Johann Sebastian Bach dilatata o contratta, nei canoni
1738 Lorenz Christopher Mizler per aumentazione o per diminu-
aveva fondato a Lipsia una Società per le zione. Poteva essere traslata orizzontalmente
scienze musicali, con l’intento di mostra- o verticalmente sullo spartito, nei canoni ret-
re i legami della matematica con la mu- ti. Poteva essere riflessa verticalmente, co-
sica. Il motto della Società era «la musi- me una “b” in una “p”, nei canoni inversi o
ca è il suono della matematica», e Bach a specchio. Poteva essere riflessa orizzon-
vi entrò come quattordicesimo mem- talmente, come una “b” in una “d”, nei ca-
bro nel 1747, anno in cui il 14 compare noni retrogradi o cancrizzanti. E poteva
due volte. Per l’ammissione bisognava essere riflessa sia verticalmente che oriz-
produrre una composizione musicale zontalmente, come una “b” in una “q”,
a struttura matematica e presenta- nei canoni inversi retrogradi o re-
re un ritratto: Bach prese due pic- trogradi inversi.
cioni con una fava, facendosi Come i canoni a specchio era-
raffigurare nel ritratto, oltre no esempi musicali di palindro-
che con 14 bottoni d’argen- mi, i canoni perpetui lo erano
to, anche con lo spartito di di testi circolari: si potevano
un Canone triplo a sei voci cioè suonare all’infinito,
in mano. Si trattava del pe- perché tornavano al punto
nultimo dei 14 canoni cita- di partenza. I canoni a spi-
ti sopra, ed era scritto in rale erano invece costruiti
forma enigmatica: si pote- in modo da poter essere ri-
va leggere in 480 modi di- petuti ad altezze diverse

Repubblica Nazionale 2016-07-23

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