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25/11/2015 gio2

di Giorgio Signorile
www.giorgiosignorile.it
giorgio.dotguitar@gmail.com

Ultimamente, frequentando convegni e leggendo articoli sui forum


chitarristici, ho notato una certa tendenza da parte di tanti insegnanti
(non so fino a che punto professionisti o dilettanti), nel trattare con
leggerezza l'aspetto riguardante il primo approccio di un alunno alla
lezione di strumento, quasi una paura nel dimostrare ciò che siamo e
ciò che insegniamo, come se sentissimo il nostro essere musicisti e
insegnanti lontano dal mondo del ragazzo e avessimo paura di
“perderlo” se non ne assecondiamo i voleri. E' un discorso fondamentale
e non dobbiamo avere incertezze metodologiche, dobbiamo essere
autorevoli nel proporci e rilassati nell'affrontare il momento di lezione a
tu per tu con l'alunno...ma stamattina avevo voglia di scrivere due
righe, tra il serio e il faceto, e ve le propongo con amicizia. Magari
apriamo un dibattito on‐line e vediamo cosa capita...

Insegnare: bene, siamo in classe, attendiamo il primo allievo della nostra carriera di
insegnante, abbiamo predisposto sedia, leggio, poggiapiede, ci siamo immaginati più volte
come impostarlo, abbiamo mimato l'azione, abbiamo parlato ad alta voce per vedere dove
potevamo incepparci...siamo pronti. Via. Arriva l'alunno.
Ciao, ciao, ho scelto chitarra perché mi piacciono le canzoni e voglio imparare a suonare gli
883 (scusate sono vecchietto e non sono aggiornato).
AAAAAGH!!! ecco il nostro piccolo mondo dorato fatto di Carulli e Giuliani e
Segovia cadere miseramente di fronte alla musica “moderna” e noi,
impreparati, iniziare un cammino di fustigazioni mentali e
corporali....però....però....
Però se ci hanno dato un diploma di Conservatorio, però se abbiamo un minimo
di autostima e coscienza dei nostri mezzi possiamo provare a fare qualcosa, partendo dal
ragazzo e pian piano portarlo sul nostro sentiero (in fondo ci pagano per questo no?). Vediamo
qualche idea: l'alunno ha davanti a sé un territorio nuovo, ha scelto di imparare a suonare e di
ciò lui non sa nulla mentre noi sappiamo – quasi ‐ tutto: prendiamo atto della cosa, qualsiasi
cosa gli proporremo per lui sarà una novità, e sta a noi spacciarla nel modo giusto per farla
amare.
Ricordo che a 10, 11 anni sovente ci si innamora dell'insegnante e di come insegna più che della
materia, e noi abbiamo non solo da insegnare una materia, ma possediamo un dono che tanti
vorrebbero avere, la possibilità di parlare un linguaggio diverso, non verbale, abbiamo la
Musica che parla per e con noi.
Ci siamo, l'alunno è davanti a noi e abbiamo due strade da scegliere: assecondarlo, perché
abbiamo paura che scappi e un alunno che smette è grave, il Comune, il Preside, il Direttore
ecc. ce ne chiedono conto...e allora dai qual'è il cantante che ti piace? Vasco,
benissimo allora metti il 1 dito qui poi allarga il 3, si chiama Do maggiore,
cavolo però vedi che così ti si alza il 1 allora metti bene il pollice dietro, però
vedi che esce dal manico.....Che fatica, però se lui vuole imparare le canzoni
io devo per forza assecondarlo, e poi dopo che avrà fatto quel che gli piace
sarà pronto ad affrontare quello che piace a me, e allora finalmente potrò
fargli fare le Sonatine di Carulli ecc ecc.
Ridete vero? Perché qualche volta vi sarà ben capitato lo so...ma sappiate che
così facendo l'alunno lo perdiamo, questa volta sul serio, perché ogni lavoro deve partire da
una nostra volontà, da un nostro obiettivo preciso, deve passare attraverso una nostra scelta
didattica, non deve essere frutto d'improvvisazione, altrimenti prima o poi il ragazzo si accorge
che non lo stiamo portando da nessuna parte, che tiriamo avanti per approssimazione, che
manca l'autorevolezza (parola
http://www.dotguitar.it/zine/dida_base/gio2.html magica) nel nostro insegnamento. Senza pensare che una pratica 1/2
25/11/2015 gio2

manca l'autorevolezza (parola magica) nel nostro insegnamento. Senza pensare che una pratica
simile non asseconda il giusto progredire dello studio che deve svolgersi attraverso tappe
semplici e precise, come lo studio della meccanica e  del movimento delle dita della mano
sinistra, l'equilibrio della destra ecc.
Seconda via: l'alunno è davanti a noi, e allora dai qual è il cantante che ti piace? Vasco,
benissimo, anche a me piace, guarda che per imparare a suonarlo dovrai fare un po' di cosette
prima. Senti la melodia di Alba chiara, senti che lui la canta, io te la suono con la
chitarra....cavolo è bellissima, divento un Vasco‐chitarrista, e preso dal “tiro” gli suono
un'infilata di melodie...
Continuo e parlo della chitarra, di come prima di Vasco ci fossero altri che con la
chitarra avevano girato il mondo, scritto cose bellissime, e sempre col sorriso
(questo è importante credetemi) gli suono una botta di arpeggini in stile
Giulianate e gli dico “Guarda la mano destra, guarda cosa si può fare imparando
a muovere correttamente le dita”, poi passo a fargli osservare i movimenti della
sinistra, come i suoni cambino a seconda della posizione delle dita ecc...gli
suono qualcosa facendo attenzione a porgere questi brani, brevi e magari
d'impatto, con simpatia, in tono non accademico ma sicuro, autorevole. Gli propongo di portare
un cd, così “ti masterizzo qualche bel pezzo, nuovo, e vecchio”, ti do una ricerca da fare su
internet, cerca un po' di scoprire chi era Giuliani, guarda se trovi qualche mp3...(mica si
scaricano solo i www.mi piaci tu...), insomma lo rendo partecipe della
propria scelta musicale, gli creo intorno una situazione coinvolgente,
che, partendo dal suo mondo, trovi poi un contatto nel mio, e si possa
proseguire insieme.
Ciò che mi interessa dire è che noi insegnanti abbiamo una grande responsabilità nei confronti
di un ragazzino che si affida a noi: dobbiamo metterlo in condizione di avere il meglio, di
capire se la strada scelta è importante per il suo futuro, dobbiamo far sì che non abbia
problemi di impostazione, di comprensione dello spartito, dobbiamo aiutarlo nei processi di
interiorizzazione e di interpretazione della Musica...non dobbiamo calare le braghe spaventati

se il ragazzo crede, ed è normale che lo creda, che da noi imparerà a


suonare gli accordi delle canzoni che ama!
E' una bellissima sfida, è la nostra vita, siamo fieri e fortunati di aver
scelto questo lavoro e portiamolo avanti con amore e autorevolezza.
Se l'argomento interessa (potrete scrivermi per dimostrarlo) in una
prossima puntata affronteremo insieme il discorso “primi studi‐primo
repertorio”.
Giorgio Signorile

http://www.dotguitar.it/zine/dida_base/gio2.html 2/2

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