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GIUDICI FEDERALI
G. Solaro
1. Tartufo 13 . Occhio
2. Canna nasale 14. Seni Frontali
4. Fronte 19. Muso
5. Occipite 21. Labbro
6. Nuca 22. Gola
7. Collo marg. sup. 23. Collo Marg. inf.
8. Orecchio 24. Giogaia
2.5 TESTA
G. Solaro
• CONVERGENZA, quando l’asse longitudinale superiore del cranio
incontra l’asse longitudinale superiore del muso determinando
esteriormente un angolo concavo più o meno ottuso “Pointers,
Boxer, Bull-dogs ecc.” (Fig. 2);
G. Solaro
DIVERGENZA, quando l’asse longitudinale superiore del muso,
incontrando l’asse longitudinale superiore del cranio forma, secondo
l’espressione geometrica, esternamente un angolo maggiore di un angolo
piatto, cioè determinando esternamente un angolo all’opposto del
concavo
G. Solaro
G. Solaro
• Questo Indice Cefalico Totale nelle razze da ferma dovrebbe essere sempre
inferiore a 50. Oltre questa misura la testa è considerata larga e perciò difettosa.
Dottor Ergon: Non è la massa ponderale e il volume che fanno il cervello di classe,
ma la fine architettatura delle cellule che lo compongono e l’intreccio superiore
dei collegamenti nervosi.
MANDIBOLA. La mandibola o mascella inferiore, che noi sappiamo già composta da
due branche, in moltissime razze, e specialmente nei cani da ferma, deve avvicinarsi alla
linea retta; più la sua linea di profilo e ricurva, specie nella sua parte posteriore, più si
avvicina al cane da presa e al cane selvaggio.
Più la mandibola è ricurva, più sarà corta e di spessore esagerato, il che accompagna
sempre una testa grossolana con arcate zigomatiche larghe con conseguente difetto nei
cani dolicocefali.
G. Solaro
La mascella superiore poi nei cani dolicocefali deve combaciare perfettamente con la
mandibola nella sua parte orale, cioè le due mascelle debbono essere di uguale
lunghezza. In pratica gli incisivi dell’arcata superiore, coprono toccandola la faccia
esterna degli incisivi della mandibola in modo da formare una forbice,
“ORTOGNATISMO”
• Si può verificare che la mandibola o la mascella superiore siano una
meno lunga dell’altra. In tali casi, è bene chiarire che quella più corta
è rimasta deficiente di sviluppo in lunghezza.
G. Solaro
G. Solaro
2.6. COLLO
Nel collo avremo da considerare la lunghezza, il volume, il profilo e i suoi
attacchi.
Nella terminologia scientifica di meccanica animale, il collo con la testa
viene denominato:
BILANCIERE – CEFALO – CERVICALE
La lunghezza del collo deve essere in rapporto all’altezza al garrese o alla
lunghezza della testa: nelle normali razze da lavoro la lunghezza del collo
deve essere uguale alla lunghezza della testa o al meglio la sua lunghezza
deve raggiungere i 4/10 dell’altezza al garrese.
Di notevole importanza che il collo sia lungo per il cane galoppatore,
perché agisce come bilanciere in modo da portare il centro di gravità in
avanti, e per rendere maggiormente instabile l’equilibrio del corpo,
poiché l’instabilità dell’equilibrio dà la misura della velocità
2.7 IL TRONCO
Tutti i cani da Lavoro – e non solo i cani da caccia – devono
possedere un costato ampio, profondo e disceso a livello del
gomito. Contenendo organi vitalissimi quali i polmoni
(respirazione) e il cuore (circolazione), il costato deve essere
molto sviluppato, per dar modo a questi organi di funzionare
agevolmente.
GARRESE
In tutti i quadrupedi il garrese ha grande importanza rispetto
all’andatura.
Esso deve essere alto ed elevato rispetto al livello del dorso.
Il Garrese alto è generalmente accompagnato da spalle oblique, che
sono una ottima conformazione per la facilità delle andature.
DORSO
In tutte le razze canine i profili superiori del tronco si riducono a tre:
concavo Il dorso dei cani da lavoro non
al convesso, al retto ed al concavo.
deve essere insellato. Il dorso convesso è prerogativa dei levrieri.
La conformazione del dorso è strettamente legata alle andature
proprie del soggetto o della razza.
Nei cani veloci la spalla deve essere ben muscolosa, ma i suoi muscoli non
debbono esser voluminosi, bensì lunghi e ben netti l’uno dall’altro, privi
insomma di grasso e di tessuto cellulare sottocutaneo.
Tanto nel trottatore quanto nel galoppatore la spalla deve
essere lunga e ben inclinata.
La spalla deve essere lunga in tutti i cani per i seguenti motivi:
essendo lunga la scapola, lunghi saranno i muscoli ad essa inerenti, perciò
maggiore estensione di contrazione, e perciò aumento di ampiezza del passo.
Perciò più una scapola sarà lunga, maggiore sarà la sgambata; e all’opposto una
spalla corta, che generalmente è diritta, riduce l’oscillazione dell’arto, e
perciò passo corto.
Oltre alla lunghezza, in una buona spalla si deve ricercare una giusta inclinazione,
che varia da 45-55° sull’orizzontale.
Questa inclinazione, con quella dell’omero, determina l’angolo scapolo-omerale.
L’omero deve essere considerato in rapporto alla sua lunghezza e alla sua
direzione.
BRACCIO O OMERO
• Un buon omero è normalmente inclinato – non è mai troppo lungo, in quanto che
favorisce una oscillazione più lunga dell’arto, una più lunga sgambata; ma la sua
lunghezza sarebbe inutile se la spalla fosse corta e diritta.
• L’omero deve presentare una inclinazione sull’orizzontale fra i 60° e 70°.
• Nel massimo della sua estensione l’omero arriva quasi a mettersi sull’asse della
scapola: ora se l’omero è diritto, l’angolo scapolo-omerale è più ottuso, e l’omero
avra una corda più corta da percorrere, cioè passo più corto. Se invece fosse
troppo inclinato, la parte anteriore del tronco si troverebbe spostata troppo in
avanti e il cane tenderebbe a cedere o cadere.
• Un buon punto di riferimento per misurare la giusta inclinazione dell’omero, lo si
trova nella punta del gomito che deve trovarsi, in linea generale, sulla
perpendicolare calata dalla punta posteriore alla scapola.
AVAMBRACCIO
Esternamente l’avambraccio deve presentare una linea retta verticale,
sulla perpendicolare abbassata dalla punta della spalla, l’arto visto di
fronte: la sua sezione trasversale è ovale nei cani da ferma, mentre in
linea generale nei segugi l’avambraccio è rotondo, prototipo il fox-
hound.
L’ossatura dell’avambraccio deve essere forte, sul margine posteriore deve essere
ben visibilmente staccato nella sua parte inferiore un tendine, che determina la
scanalatura carpo-cubitale.
Se questo tendine è ben staccato, denota un grande sviluppo all’indietro dell’osso
pisiforme, sul quale quello si inserisce: il pisiforme agisce come braccio di leva
e il suo sviluppo favorisce lo scarto del tendine agevolando la flessione della
regione carpo-metacarpiana.
Perciò in un soggetto sano, più la scanalatura carpo-cubitale sarà marcata,
maggiore sarà la potenza dell’avambraccio. Questa scanalatura è inoltre indizio
di distinzione e di sangue.
2.9 ARTI POSTERIORI
Siamo tutti a conoscenza come il galoppo del cane sia dato da una
sequela di salti.
Sarà utile perciò spiegare subito il comportamento nel galoppo dell’arto
posteriore del cane.
Nel cane veloce osserviamo che, in stazione normale, gli angoli femoro-tibiale e
tibio-metatarsico sono chiusi, e l’arto rappresenta nel galoppo un sistema di
molle chiuse che si apre, e il tronco viene in tal modo proiettato in alto e in
avanti nello scatto dell’apertura fulminea di tutti questi angoli.
COSCIA - In confronto ad altri animali anche veloci, la coscia del cane è molto
lunga, forma un raggio ben distinto e si stacca molto bene dal tronco.
La coscia tanto di un cane trottatore come di un galoppatore deve essere lunga,
poiché questa lunghezza favorisce l’ampiezza della sua oscillazione nei due
movimenti di estensione e flessione.
Inoltre la sua maggior lunghezza porta più in basso l’articolazione femoro-tibiale
e perciò chiude maggiormente quest’angolo, qualità favorevole per lo scatto.
COSCIA
L’inclinazione, dall’alto in basso e dall’indietro in avanti, sulla orizzontale oscilla fra i
70°-75° e ripete press’a poco l’inclinazione del suo omologo arto anteriore, cioè
l’omero.
Maggiormente che nella spalla e nell’omero, i muscoli della coscia devono essere
ben sviluppati e salienti ed essenzialmente lunghi, e ben divisi gli uni dagli altri.
2.10 OSSATURA
L’ossatura tanto nel cane trottatore quanto nel galoppatore, deve essere forte,
proporzionata alla mole dell’animale, ma non deve essere esagerata:
l’esagerazione dell’ossatura è quasi sempre indizio di rachitismo.
L’osso spongioso, in apparenza grande e robusto, è sostanzialmente debole.
L’ossatura non deve essere debole e piccola, insufficiente per sopportare un
tronco poderoso nel trottatore (vedi bracco italiano) o per sostenere un resistente
galoppo nel galoppatore (vedi pointers, setters, ecc.) .
L’ossatura debole accompagna spesso un petto stretto, un costato piatto e denota
poca forza e poca resistenza.
MEDIO STAT VIRTUS
3)- LE PROVE DÌ LAVORO PER CANI DA FERMA
Le prove di lavoro per cani da ferma sono il mezzo più efficace per
segnalare stalloni e fattrici idonei a quanti si interessano di
allevamento, ed ai cacciatori stessi che usano il cane da ferma per
sola propria soddisfazione.
Le prove sul terreno, classiche e pratiche, su selvaggina naturale,
determinano il censimento ufficiale degli esponenti più tipici
dell’allevamento nazionale ed internazionale.
Il compito delle prove, dunque, non si limita al controllo delle doti
basilari: cerca ed olfatto-ferma, bensì:
• Fanno il punto della classe media di ciascuna razza;
• Denunciano le deviazioni;
• Eccitano l’emulazione fra le scuderie e procacciano nuovi
proseliti.
LE PROVE DÌ LAVORO PER CANI DA FERMA
COSTRUZIONE-MORFOLOGIA:
Va conosciuta nelle parti essenziali dalla classificazione delle razze, agli indici,
corporale e cefalico. La identificazione delle regioni con relative basi ossee, i
raggi ossei con le loro angolazioni e funzioni.
In questo contesto ciò che va massimamente considerato sono le
interazioni fra una regione e la sua incidenza sulla funzionalità del
complessivo.
TEMPERAMENTO-PSICHE:
La centrale operativa, quella che trasmette gli ordini per i diversi passaggi
funzionali, è la PSICHE, che il dott. Ignazio Barbieri, indica come insieme di
interagenti avendo specifiche connotazioni operative a seconda della razza.
Per meglio esprimere questo concetto, è opportuno fare riferimento al diverso
modo di esprimersi di cani da ferma di diverse razze nelle varie fasi del loro
lavoro.
Tutti avvertono, filano, fermano, accostano o guidano ma CON ESPRESSIONI
SOSTANZIALMENTE DIFFERENTI (ognuno ha il temperamento tipico della
propria razza).
LE PROVE DÌ LAVORO PER CANI DA FERMA
CARATTERE:
E’ questa invece una caratteristica psichico - morale comune a tutte le razze, in
quanto preposta ai comportamenti verso l’esterno (in particolare verso l’uomo)
più che nei confronti del lavoro.
Schivo, aggressivo, mordace, timido, giocherellone, ecc. (tutti i cani di qualsiasi
razza possono avere queste peculiarità caratteriali).
LA MENTALITA’:
E’ SINONIMO DI TEMPERAMENTO-
IL MOTORE:
Termine improprio ma spesso usato per identificare un soggetto con tenuta e
fondo ad un certo livello. Potrebbe più opportunamente essere sostituito da
ANIMUS.
INIZIATIVA – AVIDITA’ E INTELLIGENZA:
Sono le prerogative di un soggetto che può definirsi dotato delle migliori doti di
un cane da ferma, compresa la disponibilità a capire e mettere in atto
l’addestramento.
Sono le basi, AUTENTICI VALORI ASSOLUTI, per un cane da ferma.
LE PROVE DÌ LAVORO PER CANI DA FERMA
LE NOTE DEL CONCORSO
Sono i profili operativi delineati per valorizzare prestazioni diverse per ambiente
e selvaggina.
Cani appartenenti alla medesima razza, possono eccellere in prestazioni che
prevedono azioni che hanno i medesimi obiettivi ma sviluppate secondo una
scala dei valori che cambia posizione, valorizzando di volta in volta, quelli che la
specifica nota prevede. I valori di base sono:
AZIONE: – (cerca, collegamento, ubbidienza, equilibrio, metodo, ecc.).
Per essere più chiari si può definire l’azione un importante contenitore che
presiede una serie di comportamenti che fanno capire in primis l’aderenza alla
nota in corso e che dimostrano la predisposizione a svolgere al giusto livello il
mestiere del cane da ferma;
STILE:
Stile viene considerato quello del movimento e dei comportamenti espressi nel
contatto con l’emanazione.
RENDIMENTO:
La capacità del cane di arrivare con concretezza e decisione alla conclusione con
la ferma su un selvatico.
LE PROVE DÌ LAVORO PER CANI DA FERMA
• L'andatura è di galoppo impetuoso, allungato, velocissimo, con tendenza a grande costanza di ritmo e
direzione rettilinea.
• La linea dorsale resta diritta, solo la renale si inarca verso il basso e scatta come molla mentre gli arti posteriori si
protendono indietro al massimo in poderosa sgroppata.
• Il portamento di testa e di naso è alto, dominatore, in conseguenza della sua costruzione che esprime linea superiore
rampante.
• La coda è portata secondo il prolungamento del rene, ma più alta, e nella galoppata rettilinea oscilla solo dall'alto in
basso.
• La cerca incrociata si svolge lungo ampie diagonali rettilinee, ben spaziate l'una dall'altra. Entrando in un lieve effluvio, devia la cerca verso
l'origine presumibile; talvolta incrociando serrato, tal'altra con puntata decisa ma senza troppo rallentare il galoppo.
• Persuaso che si tratta di falso allarme, riprende la corsa come sopra descritta. Testa e naso sempre alti.
• Quando, per contro, s'accorge che l'effluvio porta al selvatico, parte in "filata" (talora facendolo precedere da un breve arresto subitaneo)
con decisione sicura, "a colpi di spada", con tempi di galoppo riunito inframmezzato da rallentamenti e riprese di trotto serrato o di passo
fremente, e di galoppo ancora, per concludere in un arresto subitaneo, di scatto, come se avesse urtato contro una barriera a noi invisibile:
"la ferma".
Eretto, statuario, il collo proteso quasi facente linea con la testa, la canna nasale orizzontale o ben montante, le narici dilatate, gli occhi
sbarrati, demoniaci, le orecchie erette al massimo, i muscoli salienti, un arto anteriore sovente in completa flessione, ed un uno posteriore
sovente dimenticato inverosimilmente indietro, talora pervaso il corpo da un fremito nervoso che si traduce in vibrazioni lievissime,
involontarie alla punta della coda rigidissima, o leggermente arcuata in basso (mai in alto).
• E così, resta immobile, con espressione di certezza inesorabile.
• Se poi si trova d'improvviso a ridosso del selvatico, il che per lui costituisce un'incidente spiacevole, ferma definitivamente di scatto, con la
testa meno alta, diretta verso il presunto rifugio del perseguitato; talvolta (nei ritorni a cattivo vento) compie per aria una giravolta di 180
gradi e cade come può, ma statuario, già irrigidito quando ancora è in aria e resta come si trova. In questo caso, e solo in questo, talvolta
ferma a terra o accosciato, come conseguenza dell'irrigidimento della ferma e dell'istintivo ritirarsi, per sentirsi troppo a ridosso del
selvatico.
Lo standard di lavoro del
SETTER GORDON
(Sintesi)
• E' un cane robusto, resistente alla fatica, intelligente. In ogni tempo le sue qualità di naso sono state
riconosciute ed apprezzate dai cacciatori e dagli sportivi.
• Egli è costruito per sviluppare un galoppo potente ma senza alcun appesantimento.
• Il suo galoppo dovrà essere continuo ma calmo un po’ saltellante, con falcate regolari. La testa è
portata alta e parallela all' orizzonte.
• Al momento in cui il cane percepisce una emanazione certa, esegue una rimonta a passo rapido
rallentando progressivamente, ben eretto sugli arti avanza con prudenza (*) e decisione fino a fermare
con sicurezza.
• La ferma deve essere rigida, ben eretta, collo ben teso, la testa sul livello della linea dorsale. Il
posteriore qualche volta può essere leggermente rialzato o più raramente appena abbassato rispetto al
garrese, la coda ben dritta sulla linea dorsale. In guidata il Setter Gordon è incollato all' emanazione ben
dritto sugli arti, con calma e con movimento uniforme si mantiene il più possibile alla stessa distanza
dalla selvaggina.
(*) la prudenza è un pregio, il sospetto è un difetto e come tale sempre penalizzabile con l’eliminazione
Lo standard di lavoro del
BRACCO ITALIANO
(Sintesi)
• L'andatura è di trotto lungo e serrato, tollerato qualche breve tempo di galoppo nei ritorni, sul
terreno già ispezionato, od all'inizio del turno ed in caso di estranee eccitazioni.
• È evidente che in lui la preoccupazione del compito olfattivo è in primissimo piano, e la soluzione dei vari
quesiti che nei grandi galoppatori è data quasi d'istinto, richiede in lui un processo mentale complesso
che è facilmente leggibile nella sua bella maschera di «ragionatore».
• La cerca è diligentissima ed allietata da un moto trasversale quasi continuo del mozzicone di coda; ed il
portamento è ben eretto, con il collo poco proteso, per avere ben alta la testa con la canna nasale
fortemente inclinata sull'orizzonte (verso terra).
• Entrando in un lieve effluvio rallenta gradatamente l'andatura e rimonta verso l'origine presunta con
grande prudenza, testa alta come sopra descritta, di passo, senza altra manifestazione se si eccettuano le
orecchie erette al massimo e la coda immobile un po' cadente.
• Accortosi che si tratta d'un falso allarme, senz'altro prosegue riprendendo il portamento e l'andatura
abituale.
• Se per contro s'avvede che l'effluvio porta al selvatico, rallenta sempre maggiormente, così che gli ultimi
passi sono lentissimi, tastando spesso con la zampa prima di posarla e questo come per tema di far
rumore.
• E quando ferma irrigidisce la coda, risollevandola. Questa in ferma ed in cerca è portata orizzontale o
leggermente più bassa o leggermente più alta.
Lo standard di lavoro dello
SPINONE ITALIANO
(Sintesi)
"L'andatura" è di trotto lungo e serrato, assai svelto, pur rotto da brevi tempi di galoppo; tollerato
qualche breve tempo di galoppo nei ritorni, sul terreno già ispezionato od all'inizio del turno ed in caso
di estranee eccitazioni.
La cerca è diligentissima ed allietata da un moto trasversale quasi continuo del mozzicone di coda; ed
il portamento è ben eretto, con il collo poco proteso, per aver ben alta la testa con la canna nasale
inclinata sull'orizzonte ( verso terra)
Entrando in lieve effluvio rallenta gradatamente l'andatura e rimonta verso l'origine presunta con gran
prudenza, testa alta come sopra descritta, di passo senza altra manifestazione se si eccettuano le
orecchie erette al massimo e la coda immobile un po' cadente.
Accortosi che si tratta di un falso allarme, senz'altro prosegue, riprendendo l'andatura abituale .
Se per contro s'avvede che l'effluvio porta al selvatico, rallenta sempre maggiormente, così che gli
ultimi passi sono lentissimi, tastando spesso con la zampa prima di posarla, e questo come per tema
di far rumore. E quando ferma, irrigidisce la coda, risollevandola. Questa in ferma ed in cerca è portata
orizzontalmente o leggermente più bassa o leggermente più alta.
Lo standard di lavoro del
KURZHAAR
(Sintesi)
Spinta del posteriore vigorosa e senza scatto accompagnata da leggere rampate dell’anteriore; falcata
piuttosto raccolta; orecchio in movimento, collo proteso, testa alta e mobile che dimostra una padronanza
olfattiva redditizia, pronta ad avvertire la minima emanazione; canna nasale tendente all’orizzontale. Coda
portata leggermente in basso con movimento orizzontale continuo e vivace. Cerca diligentissima e molto
ampia a diagonali rettilinee.
Quando durante la cerca ha l’errata impressione del selvatico, rallenta gradatamente l’andatura
portandosi al trotto, orecchie erette, collo proteso; rimonta la sorgente di emanazione con leggera
inflessione degli arti, incrociando serrato ed attentissimo. Supera l’incertezza, riprende deciso l’andatura
abituale con scatto quasi rabbioso.
L’azione subisce un freno graduale per cui sollecitamente dal galoppo passa al trotto quindi, dopo qualche
tempo di passo, essa si conclude nella immobilita’ assoluta. Testa alta, canna nasale orizzontale,
orecchio retratto, occhio ardente, collo tutto fuori.
Corpo flesso sugli arti con un anteriore generalmente più avanzato. Talvolta il corpo e’ eretto e
frequentemente uno degli arti sollevato.
Quando e’ certo della presenza del selvatico. Con immediata contrazione abbassa il corpo sugli arti flessi,
testa alta, collo proteso, procede cauto ma deciso, aspirando fremente l’effluvio. Talvolta ferma di scatto.
Lo standard di lavoro
DELL’EPAGNEUL BRETON
(Sintesi)
5.3.CERCA
A titolo esemplificativo e non esaustivo: - ampiezza e profondità dei lacets,
regolarità, metodicità, esploratività, pregio venatorio, sul vento, sul terreno etc.
A condizionare, ad imporre, il metodo di cerca sono:
la selvaggina, il terreno e il vento.
Di metodo si potrà parlare solo dopo che si sarà parlato di collegamento: una
cerca non collegata, non risulterà utile né proficua. Il collegamento andrà
preteso senza che il conduttore sia costretto a ricorrere a soverchi richiami
all’ordine andrà apprezzato se serenamente esibito dal cane o ottenuto dal
conduttore con la sola gestualità.
Il Terreno
Un buon giudice dovrà essere in grado di valutare e apprezzare ogni
cambio di passo che avesse ad essere suggerito dal terreno – oltre
che dal vento - , anche nel corso dello stesso turno di prova.
Altamente apprezzabile sarà la capacità di adattamento
mantenendo il collegamento.
Il Vento
A chi giudica in prova spetta il compito di constatare se un cane
sappia “star sul vento” con costanza di impegno olfattivo e,
soprattutto, se sappia trattarlo, sia in occasione dell’incontro, sia
quando si tratti di interpretare emanazioni, a selvatico non più
presente o di pedina.
Inutile dire che l’intensità del vento influisce pesantemente sul
portamento di testa e sull’atteggiamento complessivo del cane che
appaia determinato a servirsene.
5.4 Le reazioni al contatto con il selvatico
Il compito delle prove non si limita al controllo delle doti basilari: cerca ed
olfatto- ferma. Il metodo di cerca e di approccio del selvatico, con qualche
variante, è istintivo (detto comune “senso del selvatico”)
Razze Continentali
Anche per i cani di razze continentali il consenso spontaneo è altamente desiderabile
Per queste razze è però tollerata l’esecuzione del consenso a comando in tutte le
prove (con il nuovo regolamento ENCI, queste razze disputano in coppia solo prove
su quaglie).
In ogni caso il conduttore non potrà legare né trattenere il cane in consenso, che dovrà
rimanere corretto ed espressivo, sino alla conclusione dell’azione del cane in ferma.
5.6 La Correttezza al frullo e allo sparo
In prova, qualsiasi sia la specialità il cane dovrà essere perfettamente corretto al frullo
e allo sparo che sarà sempre eseguito dal conduttore (ad eccezione delle prove su
selvatico abbattuto nelle quali c’è lo sparatore ufficiale).
5.7 Il Riporto nelle prove su selvatico abbattuto
Allo sparo, da parte dello sparatore Ufficiale, il cane deve restare corretto.
Il riporto dovrà essere eseguito a comando. E’ tollerata con penalizzazione
la partenza del cane alla caduta del selvatico.
Il mancato riporto del selvatico morto porta alla eliminazione .
Nelle prove in cui vige il regolamento ENCI, il cane, che esegue il riporto in
modo scorretto, ovvero con esitazioni, soste o lasciando cadere la
selvaggina, potrà essere eliminato.
Il vistoso danneggiamento della selvaggina riportata sarà sempre motivo
di eliminazione.
Comunque il riporto deve considerarsi concluso nel momento in cui il
cane dispone il selvatico nelle mani o ai piedi del conduttore, che deve
rimanere fermo al suo posto.
Nell’attuale regolamento F.I.D.C. Trofeo “S.Uberto” le citate
irregolarità, non saranno oggetto di eliminazione, ma penalizzeranno
gravemente il punteggio da assegnare per la prestazione del cane .
5.8 - La relazione del turno Trofeo S. Uberto (sul cacciatore).
Il lavoro del giudice si esplica in una relazione scritta e nei riferimenti finali.
succintamente:
5.9 CORRETTEZZA ED EDUCAZIONE VENATORIA
L’acume del giudizio sta nel vedere le differenze tra le cose più somiglianti “G. Solaro”
(A titolo indicativo e non esaustivo) :
Cacciatore:
Cacciatore Sollecito al Turno. Abbigliamento consono. Buona la
conoscenza del regolamento S. Uberto e delle norme Venatorie. Ecologo.
Rifiuta selvatico fuori tiro. Ottima scelta di tempo. Buono il portamento
dell’arma. Cartucce e strozzatura delle canne appropriate. Abile nella
scelta del terreno .Incita spesso il proprio cane.
L’analisi degli elementi di valutazione trascritti:
1. Sollecito al Turno. – Correttezza - (spesso il concorrente tarda a presentarsi al turno di gara);
2. Abbigliamento consono. – Sportività - (non è raro vedere concorrenti con abbigliamento non idoneo, dalle
calzature al gilet, spesso impacciati al momento di incarnierare la selvaggina);
3. Buona la conoscenza del Regolamento S.Uberto e delle norme venatorie. (il modo
di presentarsi alla giuria, i dettagli forniti sul tipo di arma, sul numero di cartucce utilizzate)- Sportività (la prescritta annotazione sul
tesserino venatorio) - Educazione venatoria ;
• Avvio corretto. (al comando del conduttore) Azione valida per iniziativa e continuità.
(dimostrando la predisposizione a svolgere al giusto livello il mestiere del cane da ferma e senza necessità
di incitamenti da parte del conduttore).
• La Cerca è bene impostata nel vento e sul terreno con lacets di giusta ampiezza e
profondità. (Trattandosi di caccia su quaglie, la cerca deve essere bene estesa ai lati del terreno
dall’estrema dx all’estrema sx, e viceversa, non molto profonda, in condizioni di buon vento una
profondità di circa 10 mt potrebbe essere ottimale).
• Avverte, risale e ferma eretto e con sufficiente espressione. (La massima aderenza alla
razza, deve essere espressa non dal movimento, bensì dal contatto con il selvatico. Un setter inglese, che
fermi con una postura eretta e priva di espressione, non potrà mai essere qualificato eccellente).
• Riporto sollecito e in piuma. (Un Cane da caccia a qualsiasi razza appartenga, DEVE riportare la
selvaggina abbattuta. Un riporto poco sollecito o con selvatico non in piuma dovrà essere penalizzato).
• Andatura sufficientemente composta, con galoppo sollevato, in linea, portamento
di testa non bene sull’orizzontale. La coda a contatto con il selvatico risente di
oscillazioni. (In sostanza, un setter inglese “ordinario”. Manca di radenza, non ha un buon portamento
di testa e di coda. Il soggetto dunque, con queste peculiarità, non potrà mai essere qualificato eccellente).
• Corretto al Frullo e Sparo. (Trattandosi di selvaggina liberata, è utile che un cane resti immobile
all’involo del selvatico).
Questo, orientativamente, il risultato dagli elementi di valutazione descritti nella nostra relazione 1^ Ipotesi.
Qualifiche e punteggi : Buono Max 10 punti; Molto Buono Max 20 punti; Eccellente Max 30 punti.
Trofeo S. Uberto
Selvaggina utile : Quaglie liberate
Ausiliare: SETTER INGLESE 2^ Ipotesi
• Avvio corretto. (al comando del conduttore) Azione valida per iniziativa e continuità.
(dimostrando la predisposizione a svolgere al giusto livello il mestiere del cane da ferma e senza necessità
di incitamenti da parte del conduttore).
• La Cerca è bene impostata nel vento e sul terreno con lacets di giusta ampiezza e
profondità. (Trattandosi di caccia su quaglie, la cerca deve essere bene estesa ai lati del terreno
dall’estrema dx all’estrema sx, e viceversa, non molto profonda, in condizioni di buon vento una
profondità di circa 10 mt potrebbe essere ottimale).
• Avverte, ferma eretto e con sufficiente espressione. (La massima aderenza alla razza, deve
essere espressa non dal movimento, bensì dal contatto con il selvatico. Un setter inglese, che fermi di
scatto e,con una postura eretta e priva di espressione, non potrà mai essere qualificato eccellente).
• Riporto sollecito e in piuma. (Un Cane da caccia a qualsiasi razza appartenga, DEVE riportare la
selvaggina abbattuta. Un riporto poco sollecito o con selvatico non in piuma dovrà essere penalizzato).
• Andatura sufficientemente composta, con galoppo sollevato, in linea, portamento
di testa non bene sull’orizzontale. La coda a contatto con il selvatico risente di
oscillazioni. (In sostanza, un setter inglese “ordinario”. Manca di radenza, non ha un buon portamento
di testa e di coda. Il soggetto dunque, con queste peculiarità, non potrà mai essere qualificato eccellente).
• Corretto al Frullo e Sparo. (Trattandosi di selvaggina liberata, è utile che un cane resti immobile
all’involo del selvatico).
Questo, orientativamente, il risultato dagli elementi di valutazione descritti nella nostra relazione 2^ Ipotesi.
Qualifiche e punteggi : Buono Max 10 punti; Molto Buono Max 20 punti; Eccellente Max 30 punti.
Trofeo S. Uberto
Selvaggina utile : Fagiani
Ausiliare: POINTER 3^ Ipotesi
• Avvio corretto. (al comando del conduttore) Azione valida per iniziativa e continuità.
(dimostrando la predisposizione a svolgere al giusto livello il mestiere del cane da ferma e senza necessità
di incitamenti da parte del conduttore).
• La Cerca è bene impostata nel vento e sul terreno, di giusta e profondità. (Trattandosi
di caccia su fagiani, la cerca deve essere svolta con metodo, cioè non è importante la regolarità sul
terreno da dx a sx , quanto il come viene esplorato, il terreno,dai Bordi di boscaglia, ai cespugli. La
profondità, non deve essere eccessiva, qualche puntata-licenza va bene, la cerca a cacciavite non è utile.
• Avverte, risale e ferma con ottima espressione. (La massima aderenza alla razza, deve
essere espressa non dal movimento, bensì dal contatto con il selvatico. Il pointer, che fermi con una
postura poco eretta o con poca espressione, non potrà mai essere qualificato eccellente).
• Riporto sollecito e in piuma. (Un Cane da caccia a qualsiasi razza appartenga, DEVE riportare la
selvaggina abbattuta. Un riporto poco sollecito o con selvatico non in piuma dovrà essere penalizzato).
• Andatura sufficientemente composta, con galoppo poco sollevato, in linea,
portamento di testa non bene sull’orizzontale. La coda a contatto con il selvatico
risente di oscillazioni. (In sostanza, un Pointer “ordinario”. Manca di Impeto , poco sollevato, non
ha un buon portamento di testa e di coda. Il soggetto dunque, con queste peculiarità, non potrà mai
essere qualificato eccellente).
• Corretto al Frullo e Sparo. (Trattandosi di selvaggina liberata, è utile che un cane resti immobile
all’involo del selvatico).
Questo, orientativamente, il risultato dagli elementi di valutazione descritti nella nostra relazione 3^ Ipotesi.
Qualifiche e punteggi : Buono Max 10 punti; Molto Buono Max 20 punti; Eccellente Max 30 punti.
Trofeo S. Uberto
Selvaggina utile : Fagiani
Ausiliare: POINTER 4^ Ipotesi
• Avvio corretto. (al comando del conduttore) Azione valida per iniziativa e continuità.
(dimostrando la predisposizione a svolgere al giusto livello il mestiere del cane da ferma e senza necessità
di incitamenti da parte del conduttore).
• La Cerca è bene impostata nel vento e sul terreno, di giusta e profondità. (Trattandosi
di caccia su fagiani, la cerca deve essere svolta con metodo, cioè non è importante la regolarità sul
terreno da dx a sx , quanto il come viene esplorato, il terreno,dai Bordi di boscaglia, ai cespugli. La
profondità, non deve essere eccessiva, qualche puntata-licenza va bene, la cerca a cacciavite non è utile.
• Avverte, risale e ferma con poca espressione. (La massima aderenza alla razza, deve essere
espressa non dal movimento, bensì dal contatto con il selvatico. Il pointer, che fermi con una postura
poco eretta o con poca espressione, non potrà mai essere qualificato eccellente).
• Riporto sollecito e in piuma. (Un Cane da caccia a qualsiasi razza appartenga, DEVE riportare la
selvaggina abbattuta. Un riporto poco sollecito o con selvatico non in piuma dovrà essere penalizzato).
• Andatura sufficientemente composta, con galoppo poco sollevato, in linea,
portamento di testa non bene sull’orizzontale. La coda a contatto con il selvatico
risente di oscillazioni. (In sostanza, un Pointer “ordinario”. Manca di Impeto , poco sollevato, non
ha un buon portamento di testa e di coda. Il soggetto dunque, con queste peculiarità, non potrà mai
essere qualificato eccellente).
• Corretto al Frullo e Sparo. (Trattandosi di selvaggina liberata, è utile che un cane resti immobile
all’involo del selvatico).
Questo, orientativamente, il risultato dagli elementi di valutazione descritti nella nostra relazione 4^ Ipotesi.
Qualifiche e punteggi : Buono Max 10 punti; Molto Buono Max 20 punti; Eccellente Max 30 punti.
7. Distinguo Conclusivi:
Si è detto che per svolgere la funzione di Giudice, bisogna conoscere e rispettare
Scrupolosamente le “norme” regolamentari emanate dalla FIDC, nonché gli
standards di lavoro delle varie razze canine.