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La coltivazione del carciofo
dalla messa a dimora alla raccolta
La coltura del carciofo, che esige un terreno ben lavorato ed abbondantemente concimato con sostanza
organica, si avvia mettendo a dimora piantine con pane di terra o carducci (germogli) od ovoli (gemme),
ma anche mediante semina diretta. È un ortaggio che può rimanere nella stessa aiola anche per 5-6 anni
e per questo ha bisogno di periodiche cure colturali. Le principali avversità che lo possono colpire

Dopo avervi presentato nello scorso 3-messa a dimora di ovoli;


numero di ottobre, a pag. 25, quattro va- 4-semina diretta nell’orto.
rietà di carciofo da coltivare nell’orto fa- In un orto familiare si può avviare
miliare, in queste pagine vi spieghiamo la coltura di questo ortaggio utilizzan-
come attuare la coltura di questo ortag- do piantine provviste di pane di ter-
gio dalla messa a dimora alla raccolta. ra (1), reperibili presso vivaisti ortico-
li specializzati (vedi anche indirizzo ri-
I 4 SISTEMI PER AVVIARE portato sul n. 10/2009 a pag. 26) [1]. La
LA COLTURA DI CARCIOFO messa a dimora di piantine provviste di
NELL’ORTO FAMILIARE pane di terra si effettua ad aprile-maggio.
Se si desidera invece dare inizio alla
L’impianto della carciofaia si può ese- coltivazione del carciofo utilizzando car-
guire dall’autunno all’estate (evitando i ducci (2), cioè germogli prelevati alla ba-
periodi più freddi) in momenti diversi a se delle piante di almeno un anno di vita e
seconda del sistema d’impianto che si è provvisti di una porzione di radice (vedi,
scelto. I metodi per avviare la coltura so- Il carciofo è prevalentemente coltivato più avanti, il paragrafo sulla scarduccia-
no i seguenti: nel Centro-sud del Paese, ma può essere tura), ricordiamo che essi devono essere
1-messa a dimora di piantine provviste coltivato, scegliendo le giuste varietà, ben sviluppati ed essere lunghi 30-40 cm
di pane di terra; anche al Nord. Nella foto, carciofaia a e provvisti di 4-5 foglie, la cui parte ter-
2-messa a dimora di carducci; inizio vegetazione minale va tagliata di circa 4-5 cm al mo-

I 4 sistemi per avviare la coltura del carciofo e le principali operazioni colturali


Operazione Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic.
1
Messa a dimora
di piantine provviste
di pane di terra
2
Messa a dimora
di carducci

3
Messa a dimora
di ovoli

4
Semina diretta
nell’orto

Dicioccatura

Scarducciatura

Centro-nord
Raccolta
Sud

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mento dell’impianto. È preferibile sce- re poi sino al mese di settembre-ottobre.
gliere carducci con foglie a margine in- Distanze d’impianto Sono necessarie frequenti irrigazioni in
tero, perché producono un maggior nu- del carciofo estate, con un turno medio di 7-8 giorni,
mero di capolini e più precocemente. La ed alcuni interventi in autunno qualora
messa a dimora dei carducci si effettua l’andamento climatico sia siccitoso.
da metà febbraio a metà aprile e da me- Nelle aree centro-settentrionali e su va-
tà settembre a fine ottobre. rietà tardive (Romanesco e Violetto di To-
Nelle zone meridionali dove è scana) si irriga nel caso di primavere sic-
possibile irrigare, si può invece citose, per prolungare il periodo di raccol-
adottare il sistema che prevede ta ed ottenere capolini di buona qualità.
l’impianto di ovoli (3), vedi foto a Nell’orto è opportuno utilizzare il si-
lato, in luglio-agosto, durante la stema di irrigazione per scorrimento-in-
fase di riposo vegetativo delle filtrazione laterale dentro solchi; in que-
piante. Gli ovoli sono gemme di sto caso è consigliabile scavare i solchi al
diversa grossezza che si formano momento dell’impianto della carciofaia.
alla base del fusto interrato, che
vegetando origineranno carducci. Le distanze sia tra le file che tra le pian- Concimazione minerale. Ogni an-
Al momento dell’impianto − sia che tine devono essere di circa 1 metro no, dopo il risveglio vegetativo della car-
si tratti di piantine provviste di pane di ciofaia (primi giorni di agosto), a settem-
terra, carducci o di ovoli − occorre ri- bre e poi a febbraio, si somministrano,
spettare distanze medie di circa 1 metro cato, distribuendo le quantità consiglia- per pianta o metro quadrato (visto che
sia tra le file che sulla fila. te in etichetta. Qualora non venga ese- il sesto d’impianto più frequente preve-
La semina diretta nell’orto (4) del guita la concimazione organica, si con- de una pianta per metro quadrato), le se-
carciofo è meno praticata negli orti fa- siglia di distribuire, per metro quadra- guenti quantità di concimi minerali: 40-
miliari rispetto al trapianto di pianti- to, 30-40 grammi di perfosfato minera- 50 grammi di perfosfato minerale-19; 20
ne provviste di pane di terra, oppure al- le-19/21, 40 grammi di solfato di potas- grammi di solfato di potassio-50; 8 gram-
la messa a dimora di carducci o di ovo- sio-50 e 10 grammi di nitrato ammoni- mi di nitrato ammonico-26.
li. Comunque, qualora la si voglia effet- co-26, interrando i concimi tramite una
tuare, va eseguita a fine maggio, quando leggera sarchiatura. Diserbo. Nelle carciofaie familiari è
non c’è più il rischio di improvvisi abbas- Prima di procedere alla messa a di- opportuno eliminare le piante infestanti
samenti di temperatura, interrando il se- mora della carciofaia adottando uno dei tramite periodiche sarchiature (lavora-
me alla profondità di circa un centimetro quattro modi più sopra indicati, occorre zioni del terreno tramite zappa e/o mo-
e mezzo, a file poste alla distanza di circa sminuzzare le zolle impiegando un fran- tozappa) tra le file, mentre sulla fila si
un metro l’una dall’altra. Quando le pian- gizolle e livellare successivamente il ter- interviene in genere manualmente (scer-
tine hanno raggiunto un’altezza di circa reno con l’aiuto di un rastrello. batura) o con l’aiuto di una zappa, an-
8-10 cm, si procede al loro diradamento, Nel caso in cui il suolo presenti dif- che se il naturale sviluppo delle piante di
lasciando sulla fila, alla distanza di un me- ficoltà di sgrondo dell’acqua, occorre carciofo riesce a contrastare abbastanza
tro una dall’altra, le piantine migliori. sistemarlo superficialmente formando bene la crescita delle malerbe. Per non
aiole sopraelevate di 15-20 cm, in mo- arrecare danni alla ceppaia ed alle radici
SUGGERIMENTI TECNICI do da favorire il deflusso dell’acqua. Nel le sarchiature devono essere superficiali
E PRATICI PER LA COLTIVAZIONE caso in cui l’acqua in eccesso non de- e non spingersi troppo in prossimità del-
fluisca dalle aiole si possono infatti ve- le piante, dove invece si deve intervenire
Preparazione del terreno. Il carcio- rificare fenomeni di asfissia radicale, in- manualmente o con una zappa.
fo può rimanere nella stessa aiola anche giallimento delle foglie e conseguente
per 5-6 anni. Vista la durata della coltu- riduzione della produzione. Dicioccatura. La dicioccatura ha lo
ra è perciò importante eseguire un’accu- scopo di eliminare gli steli che hanno
rata preparazione del terreno, che va ef- Irrigazione. Per avere buoni risultati prodotto i capolini. Questa pratica si
fettuata a inizio estate o in autunno la- nella coltivazione del carciofo è di fon- esegue dopo il primo anno dall’impian-
vorando il suolo sino ad una profondi- damentale importanza irrigare, in mo- to, in giugno-luglio, quando le piante
tà di 40-50 cm, interrando contempo- do da assicurare alle piante una costante sono quasi secche.
raneamente letame maturo, alle dosi di umidità del terreno. La dicioccatura consiste nel recidere
circa 4-5 kg per metro quadrato, o al- In linea di massima, nelle aree meri- gli steli circa 4 cm sotto la superficie del
tri concimi organici reperibili sul mer- dionali e su varietà autunnali (Catanese e terreno, eliminando anche le gemme che si
Spinoso sardo), si interviene con le prime sono formate per ultime al di sotto di essi.
irrigazioni nei mesi estivi (luglio-ago- Per l’esecuzione di questo lavoro si consi-
sto): tale pratica evita la possibilità che la glia l’impiego di una zappa a lama taglien-
pianta vada in riposo vegetativo, consen- te, poiché gli steli, essendo quasi secchi,
tendo un notevole anticipo della produ- oppongono una notevole resistenza al ta-
zione. Le irrigazioni possono prosegui- glio e perché alla base possono presentare
un diametro anche superiore ai 5 cm. Do-
Nel caso in cui il suolo presenti po averli staccati dalla pianta è consiglia-
1m

difficoltà di sgrondo dell’acqua occorre bile accumulare e bruciare gli steli, quan-
sistemarlo superficialmente formando do consentito, per evitare il diffondersi di
aiole sopraelevate di 15-20 cm, eventuali malattie e parassiti.
distanti tra loro circa 1 metro,
15-20 cm in modo da favorire Scarducciatura. La scarducciatura,
il deflusso dell’acqua che si esegue anch’essa dopo il primo

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Al fine di non avere danni da ge- LE PRINCIPALI AVVERSITÀ
lo nelle carciofaie messe a dimora nel- CHE LO POSSONO COLPIRE
le zone fredde del Nord, con l’approssi-
marsi dell’inverno è buona norma rincal- Il carciofo può essere colpito da av-
zare le piante, operazione che consiste nel versità di diversa natura. Riportiamo di
portare terreno alla loro base. Questo lavo- seguito quelle che ricorrono con maggio-
ro può essere tralasciato nelle zone a clima re frequenza e sono in grado di arrecare
più mite, come quelle dei laghi e dei litora- danni di significativa importanza, tali da
li marini, ed in quelle dove cresce l’olivo. compromettere il raccolto dei capolini.
Tra gli insetti ricordiamo l’afide Bra-
LA RACCOLTA SI ESEGUE chycaudus cardui ed i lepidotteri de-
QUANDO I CAPOLINI HANNO pressaria e nottua.
RAGGIUNTO LE GIUSTE L’afide Brachycaudus cardui (vedi fo-
DIMENSIONI to A a pag. 22) infesta foglie e capolini
con fitte colonie, che richiamano una nu-
La raccolta si esegue quando il gam- trita schiera di predatori, rappresentati so-
bo si è notevolmente allungato e il capo- prattutto da coccinelle. L’arrivo di queste
La dicioccatura. Questa pratica, che lino presenta le brattee ben chiuse ed ha ultime è spesso tardivo, per cui è neces-
si esegue in estate, consiste nel ta- raggiunto le dimensioni tipiche della va- sario eliminare l’infestazione ricorrendo
gliare gli steli che hanno prodotto i rietà. Se si ritarda la raccolta si assiste ad ad un intervento con pirimicarb-17,5 (no-
capolini (carciofi) con una zappa a un aumento delle dimensioni del capoli- civo), piretrine naturali-4 (bio, irritante o
lama tagliente no, le brattee esterne tendono ad aprirsi non classificato) o deltametrina-1,63 (ir-
e il colore di quelle interne a virare dal ritante), rispettivamente alle dosi di 20
giallo paglierino al violetto. Via via che grammi, 10 e 8 ml per 10 litri d’acqua.
anno dall’impianto, consiste nell’elimi- passa il tempo inizia a differenziarsi La depressaria (Depressaria erina-
nazione dei carducci (germogli) in ec- l’infiorescenza ed il capolino per- ceella) (vedi foto B a pag. 22) ha lar-
cesso. Si lasciano due-tre carducci per de di commestibilità. ve che, dopo essersi sviluppate du-
pianta, i più vigorosi, che produrranno La raccolta si effettua a ma- rante l’inverno scavando una gal-
capolini grossi e precoci. no eseguendo sul gambo un ta- leria nella nervatura principale
Il numero di scarducciature annua- glio a becco di flauto (vedi di- delle foglie, raggiungono i ca-
li dipende dalla varietà, dall’età della segno qui a fianco), asportando i polini e penetrano al loro interno
pianta e dal numero di carducci lascia- capolini con una porzione di gam- divorando i tessuti delle brattee. Per il
ti nella precedente scarducciatura. Soli- bo lunga 5-10 cm, accorgimento che contenimento delle infestazioni, a parti-
tamente si effettuano due scarducciatu- permette di aumentare la produzione re dai primi giorni di ottobre, in occasio-
re all’anno: una a fine inverno, da metà per pianta, in quanto vengono lasciate ne delle nascite larvali, si possono effet-
febbraio a metà aprile, e l’altra in autun- tutte le foglie più giovani e attive. tuare un paio di interventi, con interval-
no, da metà settembre a fine ottobre. In relazione alla varietà il numero delle lo di 10-12 giorni, impiegando spinosad,
Dei carducci eliminati si utilizzano raccolte varia da un minimo di 3-4 ad un bio, non classificato (ad esempio Suc-
quelli grossi e vigorosi per l’impianto massimo di 10-15; il numero dei capolini cess della Bayer CropCscience o Bayer
di una nuova carciofaia; quelli piccoli e prodotti per pianta oscilla da 4-5 a 14-15. Garden; Laser della Dow Agrosciences,
stentati, invece, si possono impiegare in La raccolta dei capolini è scalare: ini- alle rispettive dosi di 10 ml e 2,5 ml per
cucina come i cardi. zia a febbraio-marzo e termina a mag- 10 litri d’acqua, rispettando il tempo di
Dopo la scarducciatura autunnale e gio-giugno nelle varietà primaverili sicurezza di 7 giorni).
dopo quella di fine inverno va sommini- (Centro-nord), mentre inizia a ottobre- La nottua (Gortyna xanthenes) (vedi
strato nitrato ammonico-26, alla dose di novembre e termina a maggio nelle va- foto C a pag. 22) è alquanto temibile nel-
8 grammi per metro quadrato. rietà autunnali (Sud). le regioni meridionali e nelle isole. Le lar-

a
b c

La scarducciatura. Questa operazione


consiste nell’eliminare i carducci (germogli) in eccesso, lasciandone due-tre
per pianta (a). I carducci eliminati possono essere utilizzati per eseguire l’im-
pianto di una nuova carciofaia; devono essere grossi e vigorosi (b) e la loro
parte terminale va tagliata di circa 4-5 cm al momento dell’impianto (c) Capolini di carciofo del tipo Catanese,
pronti per essere raccolti

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di foto D) si manifesta sulla vegetazione
fogliare con macchie giallastre rotondeg-
gianti, sfumate, e con sviluppo di una muf-
fa biancastra sulla corrispondente parte
della pagina inferiore. Gli attacchi interes-
sano soprattutto le carciofaie troppo fitte,
molto concimate con azoto e sottoposte a
frequenti irrigazioni. Le infezioni avven-
gono durante periodi freschi e con tempe-
rature ottimali intorno ai 15 °C, favorite da
periodi primaverili o autunnali molti pio-
A B
vosi. Poiché interessano per lo più le foglie
vecchie delle piante a fine ciclo, non sono
necessari interventi fungicidi. In casi ecce-
zionali, dopo periodi particolarmente pio-
vosi, si può intervenire con comuni sali di
rame (poltiglia bordolese-20, bio, irritan-
te o non classificato; ossicloruro-20, bio,
non classificato), alle dosi e nel rispetto
del tempo di sicurezza indicati in etichetta.
Il mal bianco (Leveillula taurica for-
ma cynarae) (vedi foto E) si manifesta
con macchie clorotiche (gialle) che si ri-
C D
coprono di una bianca muffa farinosa. Le
Avversità che possono colpire foglie colpite ingialliscono e si seccano.
il carciofo. Massiccia infestazione Le infezioni maggiori avvengono sul fi-
dell’afide Brachycaudus cardui (mm 2) nire dell’estate, favorite dal caldo-umi-
su gambo, capolino e foglia (A). do. A scopo preventivo, o alla comparsa
Larva e danni di Depressaria delle prime manifestazioni della malattia,
erinaceella (mm 20) su capolino (B). si possono effettuare due-tre interventi, a
Larva e danni di Gortyna xanthenes intervalli di 7-10 giorni, utilizzando zol-
(mm 40-50) su capolino (C). fo bagnabile-80 (bio, irritante), alla dose
Foglie colpite da peronospora di 30 grammi per 10 litri d’acqua e rispet-
(Bremia lactucae) (D). tando il tempo di sicurezza di 10 giorni.
Foglie colpite da mal bianco
E
(Leveillula taurica forma cynarae) (E) Coltivazione Sandra Iacovone
Interventi fitosanitari Aldo Pollini
ve dell’unica generazione dell’anno na- le infestazioni si può intervenire, nel pe-
scono in settembre-ottobre in Sardegna, riodo della nascita delle larve, con 2-4 in- [1] Volendo si possono produrre in proprio
e generalmente in gennaio-febbraio nelle terventi a turni di 12-14 giorni, utilizzan- piantine con pane di terra. Per effettuare
altre regioni. Esse si nutrono delle foglie do spinosad, alle stesse dosi indicate per questa operazione non si deve utilizzare
centrali della pianta, quindi scavano galle- la depressaria. seme proveniente da capolini del proprio
rie nelle nervature fogliari, minano lo ste- Tra le avversità fungine che colpi- orto, poiché darebbe origine a piante con
lo e raggiungono i capolini, per poi pe- scono più facilmente il carciofo ricor- caratteristiche diverse dalla pianta madre,
netrare al loro interno e danneggiarli con diamo peronospora e mal bianco. ma seme acquistato. La semina si esegue
le loro erosioni. Per il contenimento del- La peronospora (Bremia lactucae) (ve- interrando il seme alla profondità di circa
un centimetro e mezzo, in contenitori al-
veolati posti sotto protezione non riscalda-
Le caratteristiche positive e negative del carciofo ta a fine marzo-aprile. Le temperature otti-
mali di germinazione variano tra i 15 e i 20
Il consumo di questo gustoso ortaggio è assai vantaggioso per il benessere del no- °C (in queste condizioni i semi impiegano
stro organismo. Il carciofo è infatti in grado di stimolare la produzione di bile per germinare circa 10 giorni). Le piantine
(sostanza liquida prodotta dal fegato) e di migliorare l’attività del fegato. Il con- vanno trapiantate in pieno campo quando
sumo di carciofi (stufati, lessati a vapore, ma le parti più tenere si mangiano an- hanno emesso 3-5 foglie ed hanno rag-
che crude) è utile per tutti coloro che soffrono di digestione difficile, di aumento giunto l’altezza di circa 8-10 cm (aprile-
del colesterolo nel sangue, di arteriosclerosi. maggio). Le piantine prodotte da seme
Il carciofo inoltre attiva la funzione depurativa renale. Per mostrano uniformità dei capolini, ele-
via urinaria sono eliminati, tra l’altro, i residui azotati del vato vigore ed alta produttività.
metabolismo e il carciofo è quindi utile nella gotta, nelle ar-
trosi e in molte malattie della pelle. Puntate pubblicate.
Poche le limitazioni al consumo del carciofo. La notevo- • La coltivazione del carciofo rie-
le ricchezza di fibre (quasi il 6%) potrebbe accentuare sce egregiamente anche in un pic-
qualche indesiderata fermentazione intestinale. colo orto (10/2009).
Infine, le mamme che allattano è bene che non consumino • La coltivazione del carciofo dal-
carciofi in abbondanza, perché la produzione del latte po- la messa a dimora alla raccolta.
trebbe essere ostacolata. (Paolo Pigozzi) (11/2009).
Fine

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