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Un milione di euro all'orchestra fantasma

Pioggia di soldi al San Carlo di Napoli per una filarmonica che


non esiste
Paolo Bracalini - Lun, 02/06/2014 - 08:25
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«All'Orchestra del Mediterraneo presso il teatro San Carlo di Napoli è destinata la somma di 1
milione di euro per l'anno 2014» si nella legge di Stabilità 2014. Finalmente soldi anche alla
cultura, e alla musica colta, e ad un'orchestra giovanile. Unico neo: non esiste. Non solo, neppure
c'è un progetto. Eppure, nella Finanziaria della grande crisi, si sono trovati fondi extra Fus (cioè in
spesa corrente, fuori dal Fondo unico per lo spettacolo) per l'orchestra che non c'è a Napoli, pare
grazie all'interessamento di un deputato campano del gruppo Gal. Lo conferma il governo, nella
risposta all'interrogazione del deputato M5S Luigi Gallo, replica attribuibile al sottosegretario ai
Beni Culturali Francesca Barracciu, piddina sarda. Gallo ricorda che «l'orchestra del Mediterraneo
ad oggi non esiste», e che «non vi è traccia nemmeno tra i gruppi artistici in organico al Teatro di
San Carlo e gestiti dalla fondazione Teatro di San Carlo di Napoli». Non solo, essendo un
finanziamento diretto, slegato dalle norme che regolano le erogazioni del Fondo unico, non vale
alcun criterio meritocratico. Chiede il deputato Cinque Stelle «se vi sia una prassi consolidata che
permette ad alcuni enti che lavorano nello spettacolo di percepire fondi senza il controllo del
Ministero» e se il governo «intenda attivarsi con ogni mezzo a disposizione, al fine di assicurare che
le sovvenzioni pubbliche siano assegnate con criteri trasparenti e meritocratici». Che non sia così lo
ammette il governo stesso nella risposta all'interrogazione: «Si ritiene impossibile stabilire da parte
del Ministero criteri meritocratici su iniziative già individuate a priori dal legislatore come
destinatarie di contributi (...)».
«I predetti finanziamenti - si legge ancora nella risposta all'interrogazione parlamentare - non sono
stati al momento erogati; gli uffici preposti ai pagamenti hanno preso contatto con i soggetti
destinatari dei contributi proprio con l'intento di procedimentalizzare l'assegnazione ed il pagamento
dei contributi stessi, previa verifica dell'avvenuto svolgimento delle attività». Insomma si stanzia un
milione di euro quando ancora non si sa quando, dove e come l'orchestra prenderà corpo veramente.
Tutto ciò mentre il San Carlo di Napoli resta nel pieno caos. A gennaio il cda del teatro si è sciolto
ed è arrivato un commissario di nomina ministeriale, Michele Lignola, direttore generale di
Confindustria Napoli. Sul piatto ci sono 40 milioni di debiti, con banche, enti previdenziali e fisco.
A far affondare i conti della Fondazione lirica napoletana diverse voci, alcune emerse solo di
recente. Come le doppie pensioni percepite da 320 ex dipendenti del San Carlo di Napoli. Un
privilegio che risale al decennio '74-'84, anni d'oro in cui al teatro napoletano si istituì un fantastico,
Fondo integrativo aziendale, che prevedeva appunto l'erogazione di una seconda pensione oltre a
quella ordinaria. Lo scherzetto costa 2 milioni di euro all'anno alle casse del San Carlo, come ha
spiegato la sovrintendente Purchia in un'intervista al Mattino. Una ballerina prende 650 euro al
mese di seconda pensione, un orchestrale 750 mentre un impiegato 680 e un dirigente 1.100. Dei
320 che beneficiano del regalino 17 sono ancora in servizio, e una volta cessata l'attività anche loro
avranno diritto alla pensione aggiuntiva. Sempre che ci siano soldi. Al 31 dicembre del 2012 in
cassa c'erano circa 15 milioni di euro per il Fondo «seconde pensioni», ma il fondo potrebbe
esaurirsi nel giro di pochi anni. A meno di un altro regalo nella prossima legge di Stabilità...

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