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Storia
Le cellule della glia sono state scoperte nel 1891 da Santiago Ramón y Cajal. Il numero di cellule della glia nel cervello supera di
cinque volte quello dei neuroni. La scoperta risale all'inizio del XX secolo e da essa prese verosimilmente piede il falso mito che
l'uomo utilizzi per le proprie attività solamente il 10% del proprio cervello. Il ruolo attivo delle cellule della glia nelle sinapsi e
dunque nella velocità di apprendimento è stato stabilito solamente nel 2004.
Funzioni
Alcune cellule della glia agiscono principalmente da supporto ai neuroni, altre regolano l'ambiente interno del cervello e in
particolare i fluidi che circondano i neuroni e le loro sinapsi, provvedendo quindi al nutrimento delle cellule nervose. Alcuni tipi
di cellule della glia producono molecole in grado di influenzare la crescita degli assoni. Altre funzioni sono state scoperte
recentemente, come la possibilità degli astrociti di comunicare.
Microglia
La microglia è costituita da macrofagi specializzati in grado di effettuare la fagocitosi che protegge i neuroni del sistema nervoso
centrale. Benché tecnicamente non siano cellule della glia in quanto derivano dai monociti e non dal tessuto ectodermico, sono
categorizzate in questo modo per via del loro ruolo di supporto ai neuroni. Nell'adulto vi è la microglia parenchimale,
popolazione permanente, e quella perivascolare, situata nella membrana basale dei capillari encefalici e periodicamente sostituita
da cellule provenienti dal midollo osseo. Le microglia sono cellule relativamente piccole rispetto alle macroglia, hanno forma
diversa e un nucleo oblungo. Si spostano all'interno del cervello, normalmente sono presenti in piccolo numero ma si
moltiplicano in caso di danni al cervello.
Macroglia
Astrociti
Il tipo più abbondante di cellule della neuroglia, gli astrociti,
sono forniti di numerose estroflessioni che ancorano i neuroni
al loro rifornimento di sangue. Essi si dividono in astrociti
protoplasmatici, presenti nella sostanza grigia e caratterizzati
dalla presenza di espansioni corte e ramificate, astrociti fibrosi,
presenti nella sostanza bianca e caratterizzati da prolungamenti
citoplasmatici lunghi e sottili e "astrociti radiali" di forma
allungata e perpendicolari all'asse dei ventricoli.
È noto che gli astrociti comunicano uno con l'altro usando il calcio. La giunzione (conosciuta anche come sinapsi elettrica) tra gli
astrociti permette alla molecola messaggero IP3 di diffondersi da un astrocita all'altro. L'IP3 attiva i canali calcio degli organuli
cellulari rilasciando calcio nel citoplasma. Il calcio rilasciato può stimolare una maggiore produzione di IP3. Questo effetto a
catena è un'onda di calcio che si propaga da cellula a cellula. Il rilascio extracellulare di ATP e la conseguente attivazione dei
recettori purinergici degli altri astrociti in alcuni casi può a sua volta controllare le onde di calcio.
Molto soggetti a evoluzioni neoplastiche (vedi Astrocitoma).
Oligodendrociti
Tradizionalmente vi sono due classi di oligodendrociti. La prima classe è evidenziabile nella sostanza grigia del sistema nervoso
centrale, addossata ai pirenofori (oligodendrociti satelliti perineuronali), con funzioni coadiuvanti metaboliche. La seconda classe
si trova nella sostanza bianca del sistema nervoso centrale (oligodendrociti interfascicolari), intercalata tra gli assoni. Gli
oligodendrociti interfascicolari hanno il compito di rivestire gli assoni del sistema nervoso centrale con una sostanza lipidica
chiamata mielina producendo la cosiddetta guaina mielinica. La guaina isola l'assone permettendo quindi una migliore
propagazione dei segnali elettrici (conduzione saltatoria). Al contrario delle cellule di Schwann, gli oligodendrociti possono
rivestire più di un assone perché forniti di numerosi prolungamenti.
Glia radiali
Durante lo sviluppo del sistema nervoso, le glia radiali forniscono l'impalcatura per la migrazione verso l'esterno delle cellule
corticali. Nel cervello maturo il cervelletto e la retina continuano ad avere particolari cellule gliali radiali. Nel cervelletto
prendono il nome di Glia di Bergmann e regolano la plasticità sinaptica. Nella retina la principale cellula della glia è la cellula di
Müller che partecipa alla comunicazione bidirezionale con i neuroni. La cellula di Müller attraversa lo strato retinico partendo
dalla parte più interna della retina, i suoi prolungamenti raggiungono i segmenti interni dei fotorecettori formando delle giunzioni
strette con essi, tali che al microscopio appaiono come un'unica striscia denominata membrana limitante esterna (o terzo strato
della retina).
Cellule di Schwann
Le cellule di Schwann hanno una funzione simile a quella degli oligodendrociti formando la guaina mielinica degli assoni del
sistema nervoso periferico. A differenza di queste ultime però ogni cellula riveste un tratto di assone (1 mm): l'inguainamento
porta alla formazione della guaina mielinica e del neurilemma. Hanno inoltre un'attività fagocitaria e ripuliscono dai residui
cellulari permettendo la ricrescita dei neuroni del sistema nervoso periferico.
Cellule satelliti
Le cellule satelliti (da non confondere con le cellule satellite del tessuto muscolare, a significato staminale) sono piccole cellule
che delimitano la superficie esterna dei pirenofori dei neuroni nel sistema nervoso periferico. Troveremo quindi le cellule satelliti
nei gangli encefalo-spinali (a ricoprire i pirenofori dei neuroni pseudounipolari di senso) e nei gangli del sistema nervoso
autonomo (a ricoprire i pirenofori dei neuroni multipolari visceromotori). Le cellule satelliti regolano gli scambi di sostanze
nutritizie tra i pirenofori e il liquido extracellulare. Cooperano inoltre nell'isolare il neurone da stimoli diversi da quelli prodotti a
livello delle sinapsi.
Note
1. Swaminathan, Nikhil, Glia—the other brain cells, in Discover, Jan-Feb 2011.
2. ^ A.V. Gourine, V. Kasymov e N. Marina et al., Astrocytes control breathing through pH-dependent release of
ATP, in Science, vol. 329, nº 5991, 15 luglio 2010, pp. 571–575, DOI:10.1126/science.1190721, PMID 20647426.
3. ^ H. Wolosker, E. Dumin, L. Balan e V.N. Foltyn, Amino acids in the brain: d-serine in neurotransmission and
neurodegeneration, in FEBS Journal, vol. 275, nº 14, 28 giugno 2008, pp. 3514–3526, DOI:10.1111/j.1742-
4658.2008.06515.x, PMID 18564180.
Bibliografia
(EN) A. Suzuki, S.A. Stern, O. Bozdagi, G.W. Huntley, R.H. Walker, P.J. Magistretti e C.M. Alberini, Astrocyte-
neuron lactate transport is required for long-term memory formation., in Cell, 144 (5), 4 marzo 2011, pp. 810-23.
Comment, in Cell, 144 (5), 4 marzo 2011, pp. 644-5.
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