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È tutta colpa del drugstore!

di Fabrizio Romagnoli

(versione femminile)

(Entrando come se stesse parlando con qualcuno che è fuori scena) Sì, sì! Va bene così! Due minuti
e arrivo. (Pausa) Non potrei vivere senza di lui, il mio pianista. Il mio amore è un musicista. Una
persona stupenda. Con il suo amore e la sua arte mi segue ovunque e… (Respiro profondo) Mi
sostiene con la sua energia, con la sua presenza, con il suo… talento. Ho passato periodi molto
brutti prima di incontrare lui. Periodi dove i giorni e le notti avevano lo stesso colore… buio. Dove
le uniche persone con cui parlavo facevano parte della mia immaginazione o erano dentro la
televisione. (Pausa) Forse ero depressa? (Pausa) Comunque, lo incontrai per caso. Un giorno…
(Con tono dubbioso) o una notte? Chissà! Con questi nuovi supermercati aperti H24, i drugstore,
non ci si capisce più niente! (Pausa) Insomma, mi feci forza e uscii, avevo finito il dentifricio e
chissà da quanto tempo, non avevo scelta. (Pausa) Scesi in strada e il negozio era lì di fronte.
Dall’altra parte della strada. Impiegai un’ora per attraversare, ero stanchissima. Finalmente entrai
nel drugstore e... lo vidi. (Pausa) Non lui, il dentifricio! Era lì. In compagnia di altri dentifrici amici
suoi. Sembravano divertirsi, non avevo il coraggio di prenderlo. Allora lui… il pianista, non il
dentifricio! Capì la mia sofferenza… anche lui aveva lo stesso problema. Rimanemmo lì ore a
osservarli fino a quando insieme decidemmo di compiere quella crudeltà: ognuno di noi due ne
prese uno. Accadde nello stesso momento e poi, con fulminea rapidità, andammo alla cassa e
pagammo. Uscimmo senza girarci. Attraversammo subito la strada ed entrammo nel mio portone.
(Respiro di sollievo) Ci sentimmo al sicuro. Lì, non si udivano più le urla degli altri dentifrici.
(Pausa e poi sempre più felice) Iniziammo a parlare e fu così bello! Sembravamo due fiumi in
piena. Ci confidammo tutta la nostra vita, ogni cosa. Eravamo stanchissimi, ma felici. Ci eravamo
incontrati. (Pausa) Una cantante e un pianista si erano incontrati. Capimmo che da quel momento la
nostra strada, la nostra vita, il nostro amore era in salita verso la luce, la gioia, la felicità.
L'amore… (Una lunga pausa in cui si percepisce uno smarrimento) Comunque… dove ero
arrivata? Ah, sì! Poi, dopo quel brutto momento, appunto, avevo scoperto la gioia di vivere, la luce.
Ma, come sapete, la vita riserva sempre delle sorprese. (Pausa) Ma questo l’avevo già detto. No,
non l'avevo detto. Appunto ero arrivata fino a qui. (Un respiro profondo) Iniziammo a litigare. No,
non io e il pianista, ma io e il pianista con il mondo. (Pausa) La gente è pazza. Sembrano sani, ma
sono pazzi. Il problema è che erano gelosi. Allora… Un tipo veniva tutte le mattine a curiosare
dicendo di essere il postino. Poi, come se non bastasse, arrivavano ogni mese delle persone che con
la scusa del gas o dell’acqua o del telefono volevano entrare in casa. Il più assurdo, ricordo, fu il
tipo che pretendeva i soldi dell’affitto! Cioè, venne più volte a distanza di una settimana e poi, non
soddisfatto, arrivò perfino in compagnia di altra gente e per di più, tutti vestiti da carabinieri!
(Pausa) Io non sono scema! Non feci mai entrare nessuno in casa e iniziai a litigare con tutti!
Litigai talmente tanto che si impaurirono di me e per farci calmare ci regalarono un appartamento
dove poterci far stare insieme per tutta la vita. Le uniche cose che ho dovuto accettare sono le strane
abitudini di questo quartiere. Ci si veste di bianco e, quando dicono loro, devi accettare le caramelle
che ti portano. Per il resto ti passano pranzo e cene e ti rifanno anche la camera. (Pausa) Va bene,
basta, ora basta! Va bene così! Arrivo! Eccomi, arrivo! (Esce di scena)

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