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Il fattore di equivalenza è ricavato sulla base di
considerazioni energetiche tra il TNT e gli altri esplosivi.
3. MODELLO COSTITUTIVO DEI s
MATERIALI
fyk
f yk 5 10
4. MODELLI STRUTTURALI equivalenza energetica; si rimanda a [16] per una
descrizione dettagliata del modello.
Nel caso di carichi impulsivi dovuti a
detonazioni, i crolli strutturali si possono q(t)
distinguere in due principali categorie come ben
sottolineato in [10]: x
crolli localizzati di parti della struttura
circoscritte (punching, spalling etc.)
direttamente dovute all’effetto dell’onda
v(x,t)
d’urto sugli elementi strutturali; l
crolli globali che interessano la struttura
nella sua totalità. Spesso accadono a (a)
seguito di crolli localizzati e sono PE(t)
strettamente connessi al grado di
robustezza della struttura.
Ovviamente i crolli globali sono i più pericolosi ME(t)
e la capacità di ridistribuire i carichi a seguito del vE(t)
collasso di un singolo elemento è una delle KE(t)
caratteristiche richieste dalle moderne normative
prestazionali. Nel progetto e nelle analisi entrambi
i tipi di crolli vanno presi in esame. Gli autori (b)
hanno affrontato diversi casi di studio che
riguardano la resistenza di singoli elementi
strutturali al carico da esplosione. Figura 4. Trave (a) e corrispondente modello ad
Ad esempio in [13] e [14] è sviluppata una un grado di libertà (SDOF) (b)
particolareggiata analisi parametrica su quali
siano le variabili che maggiormente influenzano il
comportamento di travi semplicemente In sintesi il comportamento dinamico
appoggiate in C.A. sottoposte alle pressioni dell’oscillatore viene rappresentato da due
provenienti da esplosioni. In questi lavori si è equazioni differenziali lineari a coefficienti variabili
evidenziato come snellezza (Luce/altezza accoppiate: una valida in campo elastico ed una in
sezione) e massa della trave siano i parametri campo plastico (7b).
d2v t
chiave per indagare la risposta strutturale. M E,el E2 KE,el t vE t PE t per 0 vE vEy (7a)
dt
4.1. MODELLO SDOF d2vE t
M E,pl KE,pl t vE t (t )vEy PE t per vEy vE vEu (7b)
dt 2
Il modello dinamico strutturale più semplice dove KE,el t KE,pl t
per indagare il comportamento di singole travi è
quello di oscillatore ad un solo grado di libertà Nelle equazioni (7b) si sono introdotti i valori
(SDOF). In Figura 4 è mostrato il caso sviluppato delle masse equivalenti: ME,pl=0.66 Massatrave per
dagli Autori: trave semplicemente appoggiata il campo plastico e ME,el=0.78 Massatrave per il
investita da un’onda di pressione piana. Tale trave campo elastico; il carico equivalente è assunto
viene rappresentata con un oscillatore pari a PE=ql. Tali valori, desunti da [04],
caratterizzato da massa equivalente ME e esprimono l’equivalenza energetica tra la trave
rigidezza equivalente KE. Non si considera lo reale e lo SDOF equivalente e l’uguaglianza tra il
smorzamento in quanto non significativo: in caso massimo spostamento di una sezione
di carichi impulsivi l’eventuale collasso caratteristica della trave (sezione di mezzeria ad.
dell’elemento avviene usualmente durante il primo es.) e il massimo spostamento dell’oscillatore
picco di spostamenti ed è scarsamente probabile elementare. La soluzione di tali equazioni è stata
che possa accadere durante le successive determinata in via numerica implementando in
oscillazioni libere [15]. ambiente MATLAB il metodo delle differenze finite
Il comportamento non lineare della trave nella sua formulazione esplicita. Si rimarca come
discende dall’ipotesi che il collasso sia di tipo la presenza dei coefficienti variabili KE,el e KE,pl
flessionale ed avvenga con formazione di cerniera tenga conto istante per istante della variazione
plastica concentrata in mezzeria. Il legame tra la delle caratteristiche meccaniche dei materiali con
relazione sezionale momenti-curvature e la lo strain-rate (equazioni (3-6)). Lo Stato Limite
relazione equivalente forza-spostamenti (Figura 5) Ultimo coincide con il raggiungimento della
è calcolato mediante equazioni di equilibrio e di deformazione ultima della fibra di calcestruzzo più
compressa.
l’equazione alle derivate parziali a coefficienti
variabili fortemente non lineare (10).
M 2M 2v (8)
q 2
x 2
t
Mu
K K 2v (9)
My M M tanh M tanh 2
M M x
2
2 K t 2v x,t K t K t 2v x,t3v x,t
K t sech 2 tanh
M t x2 x3
M t x2 M t (10)
2 4 2v x,t
2 K t v x,t v x,t
K t sech
q x,t
K M t x2 x
4 t2
q (kN/m)
450
Cella carico 1
400 Cella carico 2
350
300
250
Figura 7. Andamento temporale degli spostamenti
150 nella sezione in mezzeria per la trave B40_D5
calcolato con diversi modelli teorici al confronto
100 dei risultati sperimentali.
50 t (ms)
Si può notare come il modello a trave continua
0 (BEAM) fornisca la previsione migliore soprattutto
0 1 2 3 4 5 6 per quel che riguarda il tempo di raggiungimento
del collasso (circa 4 msec).
In Figura 7 sono riportati i risultati dei tre modelli Si osservi che le misurazioni effettuate da
sopra illustrati in riferimento allo spostamento Magnusson e Hallgren, che proseguono dopo il
della sezione di mezzeria della trave B40_D5. raggiungimento della deformazione ultima del
calcestruzzo, rivelano una dislocazione plastica
post-rottura, non calcolabile con i modelli teorici
qui utilizzati. Questi comunque forniscono risultati
praticamente coincidenti con quelli sperimentali Lunghezza Travi m 6÷12
per la durata significativa dell’evento. Snellezza h/L 1/9-1/15
Come detto in precedenza il modello a trave base h/2.5
continua permette di conoscere più A s1 0.005÷0.01
s1
compiutamente il campo degli spostamenti e delle bd
curvature come mostrato in questo caso nelle As2 0.25÷0.5
Figura 9 e Figura 8 rispettivamente. u
A s1
Cls MPa fck=20÷40
Acciaio B450 C
0 l/4 l/2 3l / 4 l x
0 Tabella 2. Caratteristiche geometriche e
2 t = 1 ms meccaniche delle travi utilizzate per le analisi
statistiche.
4
6 t = 2 ms
P MPa
8
10 Carico Alto
t = 3 ms 0.8 Carico Basso
12
14 0.4
16
6. CONCLUSIONI