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Politecnico di Milano

Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale e del Rilevamento (DIIAR)


sezione Idraulica

Note degli insegnamenti di:

Meccanica dei Fluidi I


Corso di Studi in Ingegneria Meccanica - IV Facoltà di Ingegneria

Parte F :

Teorema di Bernoulli

A cura di : F. Ballio, A. Guadagnini, S. Malavasi, E. Orsi, M. Riva

1
Teorema di Bernoulli

⇒ Teorema di Bernoulli: dimostrazione ed interpretazione fisica

⇒ Correnti gradualmente variate o lineari

⇒ Correnti non lineari

⇒ Misuratori di Velocità: Tubo di Pitot

⇒ Processi di Efflusso - esempi

Testo di riferimento
Citrini-Noseda
par. 5.1, 5.2, 5.3, 5.4, 5.5a, 5.5c

2
Teorema di Bernoulli

V= v
  dV  ∂p  ∂z dV ∂ p
b ρ ⋅  Fs − dt  = ∂s − γ ∂ s − ρ dt = ∂s
t   

  V  ∂p
2  ∂z V 2 ∂p
ρ ⋅  Fn − = − γ − ρ =
s
  r  ∂ n  ∂n r ∂n
n
  ∂z ∂ p
∂p − γ ∂ b = ∂ b
ρ ⋅ ( Fb − 0 ) = 
 ∂b

Fluido Incomprimibile
F = −g k
pesante
∂  p 1 dV
∂s  z + γ  = − g dt
 
 ∂z  ∂z
Fx = 0 = − g ∂x Fs = − g ∂s

 ∂z
 ∂  p V2
Fy = 0 = − g

Fn = − g
∂z
∂n  z + γ  = − gr
 ∂ y
 ∂n  
 ∂z  ∂z
Fz = − g = − g Fb = − g ∂b
 ∂z  ∂  p
z+  =0
∂ b  γ
f1

Consideriamo un fluido perfetto e riscriviamo l’eq. di Eulero in un sistema di


riferimento solidale con la terna intrinseca formata dalla tangente alla traiettoria,
dalla normale e dalla binormale.
L’accelerazione lungo la tangente alla traiettoria è pari alla derivata del modulo
della velocità, lungo la normale è pari all’accelerazione centripeta (V2 /r, dove r è il
raggio di curvatura della traiettoria) e lungo la binormale è nulla.
Si ammette che l’unica forza di massa agente sul fluido sia dovuta al campo
gravitazionale (fluido pesante). Ipotizzando inoltre che il fluido sia incomprimibile
(ρ= costante) e che quindi il peso specifico, γ, possa essere portato all’interno
dell’operatore derivata, si ottiene il sistema risolvente sopra riportato.

3
Teorema di Bernoulli: componente lungo la traiettoria

∂  p 1 dV
Lungo la traiettoria z+ =−
∂s  γ  g dt

dV ∂ V ∂V ds ∂V ∂V ∂V ∂  V 2 
V = V(t, s(t)) = + = +V = +  
dt ∂t ∂s dt ∂t ∂s ∂ t ∂ s  2 

∂  p 1 dV 1 ∂V ∂ V 2 
∂s  z + γ  = − g dt = − g ∂ t − ∂ s  
   2g 

∂  p V2 1 ∂V
Carico Totale (H)
∂s  z + γ + 2 g  = − g ∂t
 

∂ 1 ∂V Ipotesi: (1) fluido ideale; (2) pesante;


Ipotesi
H =−
∂s g ∂t
(3) incomprimibile; (4) moto permanente
Moto Permanente
∂H
=0
∂s

p V2
H =z+ + = Costante lungo la traiettoria
γ 2g

f2

Consideriamo la componente dell’Eq. di Eulero lungo la traiettoria (prima


equazione del sistema precedente).
Compare il termine derivata sostanziale del modulo del vettore velocità. Questo
termine tiene conto della variazione locale della velocità (∂V/∂t) e della variazione
della velocità legata allo spostamento del punto materiale (∂V/∂s · ds/dt) (vd.
Cap. B).
Ipotizzando inoltre che il moto sia permanente si ottiene che la somma delle
quantità:
z + p/γ = quota piezometrica (già vista in statica)
V2 /2g = altezza cinetica
si mantiene costante lungo ogni traiettoria.

Il trinomio H = z + p/γ + V2 /2g viene denominato trinomio di Bernoulli o carico


totale, ha le dimensioni di un’energia per unità di peso del fluido [L].

Il Teorema di Bernoulli mostra che : nel moto permanente di un fluido perfetto


pesante ed incomprimibile il carico totale si mantiene costante lungo ogni
traiettoria.

4
Teorema di Bernoulli: Interpretazione fisica

Linea dei
v2 A v2 B v2 C Carichi Totali
2g 2g 2g
Linea p
z+
pA pB pC Piezometrica γ
γ A γ C
γ QUOTA PIEZOMETRICA
B s
zA zC
zB
z=0

H = energiaspecifica (per unità di peso) = CARICO TOTALE

Ø z è energia posizionale (peso = 1) è lavoro dell’unità di peso


ALTEZZA GEODETICA
Ø V2/2g è energia cinetica (peso = 1) è lavoro dell’unità di peso
ALTEZZA CINETICA

Ø p/γ è energia di pressione (peso = 1) è lavoro dell’unità di peso


ALTEZZA DI PRESSIONE (altezza di colonna di fluido per produrre la pressione p)

f3

Consideriamo un elemento fluido che si muove lungo la propria traiettoria (ABC).


Il carico totale, H, rappresenta l’energia meccanica complessiva posseduta dall’unità di
peso del fluido in movimento (energia specifica). E’ composto dalla somma di 3 termini:
- z: parte dell’energia che compete all’unità di peso del fluido per il fatto di occupare una
determinata posizione nel campo gravitazionale. Infatti spostandosi lungo la verticale,
ovvero lungo una linea di forza del campo gravitazionale, dalla quota z alla quota zero si
compie un lavoro pari ad z ·mg/(mg) = z (variazione dell’energia posizionale ).
- V2 /2g è l’energia cinetica posseduta dall’unità di peso del fluido [(1/2 m v2 )/mg]
- p/γ è l’energia posseduta dall’unità di peso del fluido per il fatto di trovarsi ad una data
pressione. Questo è il termine di entalpia (a meno dell’accelerazione gravitazionale g)
depurato dell’energia interna (cfr. Fisica Tecnica).
Si ritrova il primo principio dell termodinamica a meno dei termini termini scambi di calore
ed energia interna.
Poichè trattiamo fluidi ideali incomprimibili sono a priori esclusi gli effetti dissipativi e
pertanto si ottiene la conservazione dell’energia meccanica. Si vedrà più avanti con fluidi
reali (dissipativi) che l’energia meccanica in generale non si conserva: le perdite di energia
meccanica corrispondono ad aumenti di energia termica e flussi di calore.
Il Teorema di Bernoulli si può anche enunciare come: nel moto permanente di un fluido
perfetto pesante ed incomprimibile l’energia meccanica specifica si mantiene costante
lungo ogni traiettoria.
Il teorema di Bernoulli riassume quindi un caso particolare del principio di conservazione
dell’energia, e più precisamente la conservazione dell’energia meccanica totale. Infatti,
essendo il moto non dissipativo (ipotesi fluido perfetto), è esclusa la possibilità che parte
dell’energia meccanica possa trasformarsi in energia termica.
Il teorema di Bernoulli esprime le modalità di trasformazione dell’energia meccanica di un
fluido da una forma all’altra.

5
Teorema di Bernoulli: Esempio - Convergente

Linea dei
V2A /2g V2B /2g carichi totali
V2 C/2g
Linea
pA /γ piezometrica
p B/γ p C/γ

A
B C

zA zB zC

z=0

HA = HB = HC

VA AA = VB AB = Vc Ac =Q = costante
f4

Consideriamo il moto di un fluido ideale allinterno di una condotta con un tratto di convergente ed
analizziamo il movimento del fluido lungo una traiettoria.
Dal teorema di Bernoulli si ricava che l’energia meccanica totale si mantiene costante lungo ogni
traiettoria:
HA = HB = HC
Da cui si ottiene:
zA + p A /γ +VA 2 /2g = zB + p B/γ +VB2 /2g (1)
zA + p A /γ +VA 2 /2g = zc + p c/γ +Vc2 /2g (2)
Dall’ equazione di continuità si ha che:
Q = VA A A = VB A B = Vc A c
Ovvero:
VA = Q/AA (3)
VB = Q/AB (4)
VC = Q/AC (5)
Essendo A A > A B > A C si avrà
VA < VB < VC
Sostituendo le (3), (4), (5) nelle (1) (2) si ottiene
zA + p A /γ = zB + p B/γ +Q2 /2g(1/AB - 1/A A ) (1)
zA + p A /γ = zc + p c/γ + Q2 /2g(1/AC - 1/A A ) (2)

Ovvero la particella durante il suo moto mantiene inalterata la sua energia meccanica totale (H), a
parità di sezione della tubazione, per l’equazione di continuità, l’energia cinetica rimane costante.
Quando la sezione si contrare l’energia cinetica aumenta a scapito dell’energia di pressione che
diminuisce.

6
Teorema di Bernoulli: Correnti gradualmente variate o lineari

Quota Piezometrica
∂  p V2 1 ∂V
pA z + + =−
∂s  γ 2g  g ∂t
γ b
pA pB
n
A γ t ∂ 
z+
p
= −
V2
V 
∂n  
γ  gr
B
s
pB n ∂  p
zB  z+ = 0
zA ∂b  γ 
z=0

Correnti lineari r→∞ V2


(Traiettorie rettilinee)
=0
HP:
gr
r è abbastanza grande V2
Correnti gradualmente variate ≅0
gr
∂  p p
 z+  =0 Il termine z + γ è costante su ogni sezione
∂n  γ perpendicolare alle traiettorrie
La distribuzione delle pressioni sulla sezione trasversale è idrostatica
f5

Consideriamo le ultime 2 equazioni scalari del sistema di Eulero.


La componente dell’Equazione di Eulero lungo la direzione binormale alla
traiettoria (l’ultima equazione) mostra che nel piano normale alla traiettoria esiste
almeno una direzione (quella della binormale ) lungo la quale è nulla la variazione
della quota piezometrica: la pressione risulta quindi distribuita secondo la legge
idrostatica (Legge di Stevin, Cap D) lungo b.
La componente dell’Equazione di Eulero lungo la direzione normale alla traiettoria
(seconda equazione) mostra invece che lungo n la quota piezometrica varia e
precisamente diminuisce andando verso il centro di curvatura della traiettoria.

Se la traiettoria è rettilinea (r → ∞ ) la quota piezometrica è costante lungo due


direzioni contenute nel piano normale alla traiettoria, è quindi costante lungo tutte
le direzioni del piano stesso.
Questo è il caso tipico di un fluido che si muove in un condotto cilindrico
caratterizzato da traiettorie tutte rettilinee e parallele. La quota piezometrica è
costante nell’intera sezione trasversale AB.

7
Teorema di Bernoulli: Correnti non
non--lineari

Interpretazione fisica
fisica: un cambiamento nella direzione
Traiettorie curvilinee: del moto di una particella fluida (traiettoria curvilinea,
p
z + γ ≠ costante R < ∞) è accompagnato da una appropriata
combinazione di (a) gradiente di pressione e (b)
∂  p V2 componente del peso della particella lungo la normale
 z +  = − alla traiettoria
∂n  γ  gr

 p   p 
B
V2
∆ =  z B + B  −  z A + A  = −∫ dr
 γ   γ  A gr

f6

Quando la curvatura delle traiettorie è notevole, la pressione non varia


idrostaticamente.
Ad esempio se la gravità è tracurata (gas) o il flusso è orizzontale:
∂p/∂n = - ρ V2 /r
La p cresce quindi con la distanza dal centro di curvatura.
Ad Esempio
Esempio: la pressione all’esterno di un tornado (p = patm) è maggiore della
pressione al centro (≈ vuoto). Questa dp è necessaria per bilanciare le accelerazioni
centrifughe associate con il moto del fluido.
Nel caso più generale è la quota piezometrica (z + p/γ) che diminuisce verso in
centro di curvatura, mentre il termine di pressione può aumentare o diminuire con
n.
Si consideri ad esempio la curva di una tubazione riportata in figura in cui la
corrente non può considerarsi idrostatica. Nel primo caso la pressione aumenta
verso il centro di curvatura, mentre nel secondo caso diminuisce. In entrambe le
situazioni comunque la quota piezometrica (z + p/γ) diminuisce verso il centro di
curvatura.
Non essendo, in una tubazione curva, la distribuzione di pressio ne idrostatica un
solo punto non è in grado di rappresentare la distribuzione di pressioni nella
sezione trasversale AB.
Si nota che il dislivello ∆ tra i menischi dei due piezometri è tanto più elevato
quanto maggiori sono le velocità (e quindi la portata).

8
Teorema di Bernoulli: Esempio - Convergente
Linea dei carichi totali
V2A1/2g V2B1/2g V2A2/2g V2B2/2g
? Linea
piezometrica
pA1/γ p B1 /γ pA2/γ p B2 /γ
sez. 1 sez.2

B
A zB1
zB2
zA1 zA2

z=0

Corrente non-
Corrente lineare
lineare

f7

Consideriamo ad esempio il moto di un fluido ideale in una condotta con un tratto convergente ed analizziamo
il movimento del fluido lungo due traiettorie A e B.
Nella sezione 1 si ha che
p A1/γ ≠ p B1/γ
Ma, essendo la corrente lineare, la distribuzione di pressione è idrostatica e quindi:
z A1 + p A1/γ = z B1 + p B1/γ
Per tutto il tratto di condotta a sez. costante esiste quindi un unica piezometrica per ogni sez. trasversale.
Essendo inoltre:
Q = VA1 AA1 = VB1 AB1
e
AA1 = AB1
Si ricava
VA1 = VB1
e quindi
HA1 = HB1
Ed è quindi unica anche la linea dei carichi totali per ogni sez. trasversale nel tratto di condotta a sez. costante

Nella sezione 2 si ha che


p A2/γ ≠ p B2/γ
Essendo inoltre la corrente non-lineare :
z A2 + p A2/γ ≠ z B2 + p B2/γ
Per tutto il tratto di condotta convergente ad ogni sezione trasversale non corrisponde un’ unica piezometrica.
Per contro essendo:
HA2 = HA1 = H B1 = HA2
La linea dei carichi totali anche lungo il convergente è unica per ogni sezione trasversale.

9
Misuratori di Velocità –Tubo di Pitot

Presa dinamica
(punto di ristagno)
(4) H
h h 4-3
v
(3) ρ
h 3-1 Prese statiche

(A) (B)
VA vB = 0

HB = zB + p B/γ = HA = zA + p A /γ + VA 2 /2g

V = 2g ( H − h)
B

f8

Il tubo di Pitot è utilizzato per misure locali di velocità nelle correnti fluide.
Consideriamo il cilindro in figura investito da una corrente che, a sufficiente
distanza a monte dell’ostacolo, ha traiettorie rettilinee e parallele. Avvicinandosi al
cilindro le traiettorie divergono per poterlo aggirare. Si mostra che in particolare
nel punto B la velocità si annulla: punto di ristagno.
Per oggetti simmetrici (come il cilindro o una sfera) il punto si ristagno si trova in
fronte all’oggetto come mostrato in figura. Per corpi non simmetrici la posizione
del punto di ristagno non è invece ovvia (es. aereoplano).
Questo fenomeno viene utilizzato nel tubo di Pitot.
Si considera un piezometro posizionato in A che fornisce la quota piezometrica di
A ed un tubo ricurvo con un forellino in B.
Se il punto A è sufficientemente lontano dal tubo ricurvo affinché la corrente si
possa ritenere indisturbata il teorema di Bernoulli applicato alla traiettoria AB
fornisce la velocità in A una volta nota la differenza H- h fra i menischi dei due
piezometri. L’energia cinetica di A si trasforma in energia di pressione nel punto
di ristagno (B).
Se la distanza fra A e B non è eccessiva si possono trascurare gli effetti dissipativi
tra i due punti, il dispositivo permette la misura puntuale di velocità anche nei
fluidi reali.
In pratica i due tubi piezometrici vengono incorporati in un unico strumento detto
tubo di Pitot o pitometro.

10
PROCESSI DI EFFLUSSO

(1)
p1 V12 p V2
V1 ≈ 0 z1 + + = z2 + 2 + 2
h
γ 2g γ 2g
(2) (3) Tra due punti su di una traiettoria
e
V2 (2)
(4) Pressione uguale a patm: traiettorie
H
d rettilinee p2 ≡ p4 = 0
(5)
Fisicamente : dal momento che non c’è componente
della forza peso (o accelerazione) in direzione
orizzontale, la p è costante in quella direzione

Tra (1) e (2): h = V2 2 / 2g ⇒ V2 = 2 g h TORRICELLI


ottenibile anche scrivendo l ’equazione di Bernoulli fra i punti (3) e (4): V3 ≈ 0; p 3 = γ (h – e)

Tra (2) e (5) il fluido accelera: V5 = 2 g (h + H )

Tutta l’energia potenziale di una particella è convertita in energia cinetica

f9

Si considera un foro (o luce) aperto nel fondo piano di un recip iente con un
imbocco ben raccordato.
Nella luce le traiettorie sono rettilinee e parallele: corrente gradualmente variata.
La distribuzione delle pressioni è quindi idrostatica. Giacendo la sezione
considerata su un piano orizzontale ed essendo la pressione nulla agli estremi (a
contatto con l’aria) si puo’ concludere che la pressione è nulla in ogni suo punto
(z=cost, z+p/γ = cost).
Applicando il teorema di Bernoulli ad una generica traiettoria che partendo dal
punto (1) (sufficientemente lontano dalla luce affinche la velocità si possa ritenere
trascurabile, V1 = 0) ed un punto (2) sulla sezione della luce si può ricavare la
velocità di efflusso (V2 ).
Ovviamente per fare ciò bisogna ipotizzare la stazionarietà del movimento, ovvero
che il livello del recipiente sia costante (il recipiente deve quindi essere alimentato
con una portata pari a quella uscente dalla luce o la luce deve avere dimensioni
molto piccole rispetto al recipiente).

11
PROCESSI DI EFFLUSSO-
EFFLUSSO- Sezione Contratta

(1)
V1 ≈ 0 Sezione contratta:
h
traiettorie rettilinee p 2 ≡ 0
A
e (2) V
c
Ac = Cc A
A

Coefficiente di contrazione ≈ 0.61


Vc = 2 g h

Velocità effettiva: Vceff = (0.98 – 0.99) Vc = Cv Vc

Q = Ac Vceff = A Cc Cv VB
Coefficiente di efflusso ≈ 0.6

Q = Ac Vceff = Cc CV A 2 g h = µ A 2 g h
f10

Si considera un caso simile al precedente ma con una luce a spigolo vivo, cioè con bordo affilato in
modo tale che la vena se ne stacchi nettamente. In questo caso el traiettorie delle particelle
diventano rettilinee e parallele ad una certa distanza dall’apertura, la prima sezione in cui le
traittorie sono rettilinee e parallele viene chiamata sezione contratta.
Questa sezione, la cui ubicazione e dimensione è determinabile sperimentalmente, si trova ad una
distanza dalla paratoria dell’ordine di grandezza di d (diametro dell’area circolare A), ha
dimensione ovviamente inferiore a quella della luce e pari a:
Ac = C c A
Dove A c è l’area della sezione contratta, Cc è il coefficiente di contrazione e A è l’are della luce.
Nella sezione contratta la corrente è gradualmente variata e, analogamente a quanto visto nel lucido
precedente, la pressione è nulla in ogni suo punto.
Applicando il Teorema di Bernoulli tra un punto A del serbatoio ed un punto B della sezione
contratta si ottiene la velocità torricelliana della sez. contratta (costante) in assenza di perdite.
In realtà durante il moto il fluido dissipa energia (a scapito dell’energia cinetica) e la velocità nella
sez. Contratta sarà quindi inferiore a quella calcolata. Si può tener conto di ciò a mezzo di un
coefficiente correttivo (coefficiente di velocità, CV ) da determinare sperimentalmente. Per le luci a
spigolo vivo numerose prove sperimentali hanno mostrato che Cv varia tra 0.98 e 0.99.
Il prodotto tra il coefficiente di velocità ed il coefficiente di contrazione della vena fluida viene
chiamato coefficiente di efflusso µ ed è circa pari a 0.6 per le luci circolari

12
PROCESSI DI EFFLUSSO : Efflusso da paratoia

a Sezione
pA/γ (A)
b rettangolare
Ac = Cc A H a c = Cc a ≈ 0.61 a
Cc = coefficiente zA
pB/γ
di contrazione z
a (B) p v

zB

In (B): corrente gradualmente variata z + p/γ = costante

pA VA2 p V2
zA + + = zB + B + B VB = 2 g ( H − Cc a )
γ 2g γ 2g

Velocità effettiva: Coefficiente di efflusso ≈ 0.6

VBe = (0.98 – 0.99) VB = Cv VB


Q = µ a b 2 g ( H − Cc a)
Q = Ac VBe = A Cc Cv VB
f11

Consideriamo un altro tipo di luce: rettangolare soggiacente ad una paratoia piana


parzialmente aperta.
Anche in questo caso le traiettorie delle particelle diventano rettilinee e parallele in
corrispondenza della sezione contratta.
In particolare per una luce rettangolare si ottiene:
Ac = b ac = Cc a b → ac = Cc a
Nella sezione contratta la corrente è gradualmente variata → la distribuzione delle
pressioni è idrostatica come rappresentato in figura.
Applicando il Teorema di Bernoulli tra un punto A del serbatoio ed un punto B
della sezione contratta si ottiene la velocità della sez. contratta (costante) in assenza
di perdite.
In realtà (come visto precedentemente), durante il moto il fluido dissipa energia e la
velocità nella sez. Contratta sarà quindi inferiore a quella calcolata del coefficiente
correttivo C V

13
PROCESSI DI EFFLUSSO : Vena sommersa

v2
p A/γ
Πh=
A 2g
zA • p p B/γ
H1
d B dc H2 v

zB

z=0

2 2
pA v A p v
zA + + = zB + B + B Vt = 2 g ( H1 − H 2 ) = 2 g h
γ 2g γ 2g

Q = µ Ad Vt
H2
f12

Simile al problema precedente è il caso di luce a spigolo vivo, di forma qualsiasi,


fra due serbatoi che contengano fluido in quiete con differenti livelli del pelo
libero. Anche in questo caso si ha la formazione di una sezione contratta poco a
valle della luce con distribuzione idrostatica della pressione e velocità uniforme
calcolabile applicando il teorema di Bernoulli tra un punto A ne l serbatoio 1 ed un
punto B della sez. contratta.

14
PROCESSI DI EFFLUSSO

p0 v 02 p v2
z0 + + = z2 + 2 + 2 v 2 = 2 g ( z0 − z 2 ) = 2 g h
(0) γ 2g γ 2g

h distribuzione parabolica
(1)
(2) Ve = 0.98 – 0.99 V2 = Cv 2 g h effettiva
z
(3)
z=0 d Q = A Ve = A Cv 2g h

Q = Ac Ve = A Cc Cv 2 g h= Aµ 2g h

Vena contratta
(1)

d (2) dc d dc d dc
(3)
µ ≈ 0.6 µ ≈ 0.50 µ ≈ 0.8

f13

Si considera ora il caso di luce in parete verticale che sbocca direttamente in


atmosfera. In questo caso la distribuzione di pressione lungo la vena non è
idrostatica, infatti la pressione è nulla in tutti i punti del contorno della vena che
non sono alla stessa quota.
Si può dimostrare che la pressione è nulla lungo tutta la sezione verticale della
vena.
Applicando il teorema di Bernoulli alla traiettoria tra il punto (0) ed il punto (2) si
ricava la velocità (torricelliana) nel punto (2). La velocità no n è costante lungo
tutto la sezione verticale della vena effluente ma segue una distribuzione
parabolica.
Se la luce è soggetta ad un carico molto elevato rispetto alla sua dimensione
verticale (h>>d) la velocità nel baricentro della vena è comunque una buona
approssimazione della velocità media

15
Fluido comprimibile
comprimibile:: Effetti della comprimibilità

Flusso di un fluido pesante lungo una traiettoria

∂z dV ∂p
−γ −ρ =
∂s dt ∂s
Hp: Moto stazionario

∂z ρ ∂V ∂p
⇒ ∂z ∂  V 2  1 ∂p
2
−γ − = +  + =0
∂s 2 ∂s ∂s ∂s ∂s  2 g  γ ∂ s

d  V 2  1 dp
 z + + =0
ds  2 g  γ ds

dp 1 2
∫ ρ +2V +g z =C
f14

Si consideri la componente dell’equazione di Eulero lungo la traiettoria nell’ipotesi


di fluido pesante e moto stazionario.
Si nota che essendo il moto stazionario (e quindi indipendente dal tempo) i termini
di derivata parziale rispetto a s (es. ∂p/ ∂s)possono essere sostituiti dalle rispettive
derivate totali (dp/ds).
Per integrare l’equazione differenziale ottenuta è ovviamente necessario conoscere
la legge di variazione della densità con la pressione (equazione di stato) ed il tipo di
trasformazione a cui il fluido è soggetto (isoterma, adiabatica,...).

16
Fluido comprimibile
comprimibile:: trasformazione isoterma

Flusso isotermo (stazionario) di un gas perfetto

p = γ RT dp 1
p/ ρ = cost = gRT
∫ρ + V2 + g z= C
2

dp 1 2
gRT ∫ + V + g z=C
p 2

V12  p  V2 V1 , z1 , p1 , noti sulla traiettoria


+ z1 + RT ln  1  = 2 + z2 (linea di corrente)
2g  p2  2g

f15

Se ad esempio si considera un gas perfetto:


p=γRT
a temperatura costante (legge isoterma), l’equazione di stato diventa:
p / ρ = costante = g R T
e quindi
ρ = p / (g R T)
Si può allora integrare facilmente l’equazione differenziale ottenuta tra la posizione
iniziale nota (z1 , p1 , V1 ) sulla traiettoria (che coincide con la linea di corrente
essendo il moto stazionario) e la posizione finale 2.
L’espressione ottenuta si riconduce al Teorema di Bernoulli quando p1 ≈ p2.

17
Fluido comprimibile
comprimibile:: trasformazione adiabatica

Trasformazione adiabatica (stazionaria perfetto:: p / ρ k = C0


stazionaria)) di un gas perfetto

p/ ρΚ = C0 dp 1
∫ρ
1 2
+ V2 + g z= C C10 / k ∫ p −1 / k dp + V + g z =C
2 2
ρ = p1/K C0 -1/K
Si integra la pressione fra i punti 1 e 2 sulla traiettoria

 k   p2 p1 
[ ]
p2
 k  ( k −1) / k
∫p
− 1/ k
C10 / k dp = C10 / k   p2 − p1( k−1) / k = C10 / k    1/k − 1/ k 
p1  k − 1  k −1   p2 p1 

p1/K =C0 1/K ρ


 k   p2 p1 
p2

∫p
−1 / k
C10 / k dp =   − 
p1  k − 1   ρ 2 ρ1 

 k  p1 V1  k  p2 V2
2 2

 k − 1  ρ + 2 + gz1 =  k − 1 ρ + 2 + gz2


1 2
f16

Si considera una trasformazione adiabatica


p / ρ K = C0
e quindi
ρ = p1/K C0 -1/K
Integrando l’equazione differenziale ottenuta tra la posizione iniziale nota (z1 , p1 ,
V1 ) sulla traiettoria e la posizione finale 2 si ottiene la soluzione sopra riportata.
L’unica differenza con l’Equazione di Bernoulli ottenuta per fluidi incomprimibili
è dovuta al coefficiente k/(k-1).

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Fluido comprimibile
comprimibile:: trasformazione adiabatica

z1 = z2 = 0; V2 = 0 k /( k −1)
p2 − p1  k − 1  
Ma1 = V1 / c1; = 1 + Ma12  − 1 (1)
p1  2  
c1 = kRT1

p 1 = ρ RT1
V12 p2 V12 p2 − p1 k Ma12
ρ + p1 = p 2 = +1 = (2)
2 p1 2 RT1 p1 2

1
p 2 – p1 k = 1.4 Ma < 0.3 il fluido può essere
p1 t1 = 15°C comprimibile considerato incomprimibile
0.5
c1 ≈ 341 m/s ≈ 1227 km/h

V1 = c1 Ma ≈ 102 m/s ≈ 370 km/h


incomprimibile

0
0 0.2 0.4 0.6 0.8 1
Ma1
f17

Si consideri ad esempio il comportamento di un punto di ristagno della traiettoria


(V2 = 0) con z1 = z2 .
Se si introduce il numero di Mach, definito come il rapporto tra la velocità del
fluido e la velocità del suono nel punto 1, l’equazione può scriversi in forma
adimensionale (1).
Se invece si considera il fluido come incomprimibile l’applicazione del Teorema di
Bernoulli (per fluidi ideali ed incomprimibili
incomprimibili)) tra il punto (1) ed il punto (2) di
ristagno alla stessa quota geodetica conduce alla (2).
Nel grafico è riportato l’andamento delle due curve (1, 2) al variare del numero di
Mach per una trasformazione adiabatica (k = 1.4) dell’aria alla temperarura iniziale
di 15°C.
Lo scostamento fra le due curve aumenta all’aumentare del numero di Mach, si
ottiene una differenza percentuale inferiore al 2% per Ma1<0.3; ovvero per velocità
inferiori a circa 370 Km/h l’aria può essere considerata un fluido incomprimibile
incomprimibile..

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