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Negli ultimi anni vengono messi in dubbio alcuni modelli che prima erano considerati certezze, tra
cui:
La realtà è assoluta e oggettiva;
Ogni effetto deve avere una causa nota a cui essere ricondotto;
Un problema può essere risolto con la soluzione dei suoi sotto problemi;
La conoscenza si qualifica come un processo cumulativo;
Questo cambiamento ha creato l’esigenza di avere nuovi punti di riferimento che prendono in
considerazione:
Quindi l’entità osservata viene valutata nel suo complesso, prendono sempre più importanza i
concetti di sistema e di organizzazione.
L’uso del termine sistema rischia di essere alquanto ambiguo, per questo si ritiene utile tracciare il
percorso evolutivo del pensiero sistemico.
Il pensiero sistemico risale ai primi anni del XX secolo.
Le premesse che hanno portato allo sviluppo del pensiero sistemico sono:
Esiste dunque una stretta analogia con i concetti sistemici in cui la materia (struttura) attraverso una
causa (sistema organizzato) è adeguata a soddisfare determinate esigenza (sistema).
Secondo gli storici-filosofi il termine struttura include il concetto di entità finalizzata, in cui ognuna
delle parti deve seguire il proprio ruolo.
Di conseguenza, l’organismo si pone dinanzi ad obiettivi multipli e attiva meccanismi percettivi e di
scelta molto semplici che gli consentono di seguire un percorso utile ad ottenere il soddisfacimento
di specifici bisogni.
Altri storici-filosofi si concentrano sugli ambienti cui i sistemi devono adattarsi per sopravvivere e
ipotizzano percorsi possibili per ottenere la stabilità delle organizzazioni.
Foerster sottolineò che la realtà non può essere considerata come un qualcosa di oggettivo,
indipendente dal soggetto osservatore, perché è il soggetto stesso che crea e costruisce ciò che crede
che esista.
Quindi, la realtà non va considerata estranea da colui che la osserva, dato che è l’osservatore che le
dà un senso.
Non esiste una realtà oggettiva, la realtà non viene esperita passivamente ma costruita dal
soggetto conoscente;
Ogni entità capace di azione (sistema vitale) può essere osservata tanto nella sua
configurazione (struttura) quanto nel suo agire (sistema);
L’intima essenza dell’azione si può sintetizzare in fasi del decidere e fasi dell’agire;
Il sistema vitale va inteso come varietà informativa attiva (capace d’influenzare altri sistemi)
e passiva (capace di farsi influenzare da altri sistemi).
Il disegno di un sistema vitale, così come ipotizzato dall’ ASV, recupera riflessioni e avanzamenti
di stuti teorici:
del costruttivismo;
degli elementi del pensiero sistemico;
del decidere e dell’agire del sistema vitale;
dell’ambiente e del contesto;
del sistema vitale.
COSTRUTTIVISMO
Lo psicologo Jean Pieget studiò le modalità di costruzione della realtà nei bambini e sosteneva che
l’apprendimento si divideva in due attività, quali:
Questo costruttivismo è stato riutilizzato in anni più recenti da Ernst, secondo il quale il
costruttivismo radicale è alla base dell’AsV e ipotizza che la conoscenza non riguardi una realtà
oggettiva ma solo le nostre rappresentazioni derivate dall’esperienza e basate su personali criteri di
ordine e organizzazione (schemi).
La struttura: insieme in cui gli elementi sono reinterpretati come componenti alle quali
viene attribuita la capacità di compartecipare alla realizzazione di determinate funzioni
(ruoli). La struttura si caratterizza di alcune peculiarità:
- Esistenza di confine fisico tra ciò che appartiene alla struttura e ciò che non appartiene ad
essa;
- Stabili interconnessioni.
Struttura ampliata: identica alla struttura fisica ma con l’aggiunta di componenti esterne in
modo da completare l’intero set di risorse utilizzabili dall’organo di governo per
l’attivazione del sistema;
Schema organizzativo di massima: inteso come disegno progettuale in virtù del quale sono
definiti i collegamenti da instaurare tra le componenti della struttura ampliata per consentire
l’attivazione di relazioni tra esse;
Schema organizzativo definito: la selezione dei processi da attivare per consentire
l’emersione del sistema è supportata da progressivi affinamenti dello schema organizzativo,
lo Schema organizzativo di massima si perfeziona e diviene Schema organizzativo definito;
L’ASV è una modalità di espressione dei contenuti del pensiero sistemico fondata sulla distinzione
tra struttura e sistema, dove:
Ogni azione compiuta dal sistema deve essere riconducibile ad una decisione: alla base dell’agire vi
è necessariamente la volontà del soggetto che compie l’azione. La volontà senza agire non è reale.
Questa concezione è rappresentata dal modello di Rubicone, che evidenzia che la dinamica
comportamentale di un organizzazione richiede obbligatoriamente un rapporto tra motivazione-
intenzione-azione-decisione.
Tale logica è ben espressa anche nel modello di Beer, che afferma che «Il sistema vitale è un
sistema che sopravvive, rimane unito ed è integrale, è omeostaticamente equilibrato sia
internamente che esternamente e possiede meccanismi e opportunità per crescere, svilupparsi e
adattarsi, al fine di diventare sempre più efficiente».
Il concetto di vitalità è inteso come autonomia del sistema dal proprio contesto;
Nello specifico si ha che l’area di gesione riguarda decisioni di problematiche già analizzate e
risolte, mentre l’area del governo riguarda decisioni di problematiche non riscontrate prima.
AMBIENTE E CONTESTO
Il sistema vitale filtra dall’ambiente le componenti sulla base delle proprie esigenze e poi le
riqualifica in un assetto adeguato alla sopravvivenza, grazie alla capacità di auto-organizzazione.
Infine, possiamo distinguere tra risorse rilasciate dal sistema vitale ambiente naturale (ecosistema
naturale) e risorse rilasciate da un sovra-sistema economico imprenditoriale (impresa).
Le prime sono considerate critiche (incidono su l’attenzione che l’organo di governo deve utilizzare
nella valutazione della relazione con il sistema che fornisce tali risorse), le seconde influenti
(incidono sulle modalità d’impiego ed acquisizione di tale risorsa).
Da qui la formula:
𝐶𝑟𝑖𝑟𝑖= 𝑁𝑆𝑡𝑟/𝑛𝑟𝑖𝑆𝑡𝑟
Ovvero, la criticità di una determinata risorsa r deriva dal rapporto tra il numero dei possibili
sistemi riconducibili a una determinata struttura e il numero dei sistemi emergenti da quella
struttura e aventi necessità della risorsa.
SISTEMA VITALE
Per concludere i cinque principi essenziali che consentono di descrivere lo sviluppo dell’ASV sono:
• Il sistema vitale può essere concepito in una duplice prospettiva: strutturale e sistemica (principio
dell’Eidos);
• Il sistema vitale è caratterizzato dalla presenza di due aree logiche distinte: decisione e azione
(principio dell’Ethos);
• Per un sistema vitale tutte le entità esterne a se stesso sono anch’esse sistemi vitali (principio
dell’esaustività).