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Corso di Laurea di I livello in Ingegneria Meccanica
note alle lezioni di:
CASA
Complementi di Meccanica Applicata alle Macchine,
3CFU Pagina iniziale
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Benedetto Allotta
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Premessa
nici del II anno hanno appreso nel corsi precedenti. Il robot industriale viene
visto come una palestra in cui si possono applicare vari concetti di base ac- Pagina iniziale
nel mondo del lavoro dopo la laurea di primo livello, senza seguire altri corsi
nel settore della Meccanica Applicata, ed a quelli che vorranno approfondire Esci
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gli studi nel settore della Modellazione e Controllo dei Sistemi Meccanici, vuoi
seguendo corsi di indirizzo nel terzo anno della laurea di primo livello, vuoi
in un corso di laurea specialistica. La laurea di primo livello in Ingegneria
Meccanica dà infatti accesso senza debiti formativi a varie lauree specialis- CASA
Per l’allievo che dopo la laurea di primo livello si inserisca nel mondo del
lavoro, i contenuti del corso potranno tornare utili nel caso in cui egli abbia a Indice
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Bruno Siciliano, edito da McGraw-Hill Italia.
Firenze, febbraio 2005
CASA
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Premessa 3
CASA
1.4.2 Inversa di R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Schermo pieno
1.4.3 Derivata temporale di una matrice di rotazione . . . . . 23
1.5 Rotazione di un vettore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
Chiudi
1.6 Composizione di rotazioni successive . . . . . . . . . . . . . . 27
1.6.1 Composizione in terna corrente . . . . . . . . . . . . . . 27
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1.6.2 Composizione in terna fissa . . . . . . . . . . . . . . . . 29
1.7 Un altro modo di vedere la composizione in terna fissa . . . . . 30
1.8 Rotazione attorno ad un asse arbitrario . . . . . . . . . . . . . 33
1.9 La rappresentazione asse-angolo . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 CASA
2 Il metodo di Denavit-Hartenberg 46
2.1 Trasformazione tra terne con origini distinte . . . . . . . . . . . 46 Indice
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3.4 Inversione cinematica di robot a 6 DOF con polso sferico . . . 77
3.4.1 Angoli di Eulero ZY Z e polso sferico . . . . . . . . . . . 78
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5 Statica 114
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Parte I
Elementi di cinematica dei robot
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1. Metodi per la rappresentazione dell’orientazione
cinematica).
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1. Metodi per la rappresentazione dell’orientazione
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Si suole classificare tali metodi in due categorie: Pagina iniziale
• rappresentazioni minime.
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cinematica).
Si suole classificare tali metodi in due categorie: Pagina iniziale
• rappresentazioni minime.
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1. Metodi per la rappresentazione dell’orientazione
cinematica).
Si suole classificare tali metodi in due categorie: Pagina iniziale
• rappresentazioni minime.
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Tra i vari metodi di rappresentazione dell’orientazione ne tratteremo tre:
uno ridondante e due minimi.
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Tra i vari metodi di rappresentazione dell’orientazione ne tratteremo tre:
uno ridondante e due minimi.
Il primo è quello delle “matrici di rotazione,” dove si usano 9 parametri,
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Tra i vari metodi di rappresentazione dell’orientazione ne tratteremo tre:
uno ridondante e due minimi.
Il primo è quello delle “matrici di rotazione,” dove si usano 9 parametri,
il secondo è quello degli “angoli di Eulero,” dove si usano 3 parametri, CASA
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Tra i vari metodi di rappresentazione dell’orientazione ne tratteremo tre:
uno ridondante e due minimi.
Il primo è quello delle “matrici di rotazione,” dove si usano 9 parametri,
il secondo è quello degli “angoli di Eulero,” dove si usano 3 parametri, CASA
rappresentazione ridondante.
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1.1. Matrice di rotazione - coseni direttori
usate per formare una matrice, detta “matrice di rotazione,” come segue:
0 0 0 Schermo pieno
0 0 0 ix j x k x
R = i j k = i0y jy0 ky0 (4) Chiudi
0 0 0
iz j z k z
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Proiettando ognuna delle tre equazioni (1), (2), (3) lungo le direzioni dei
versori i, j, k, si ottengono le nove relazioni:
T
i0x = i0 • i = i0 i CASA
0 0T
i0y = i •j =i j
T
i0z = i0 • k = i0 k Pagina iniziale
T
jx0 = j0 • i = j0 i Indice
0 0T
jy0 = j •j =j j (5)
T
jz0 = j0 • k = j0 k JJ II
T
kx0 = k0 • i = k0 i J I
0 0T
ky0 = k •j =k j
T
kz0 = k0 • k = k0 k . Pagina 14 di 169
Gli elementi della matrice R si dicono “coseni direttori” in quanto ognuno di Indietro
essi è pari al prodotto scalare di un versore della terna Ox0 y 0 z 0 per un ver-
sore della terna Oxyz. Ricordiamo che il prodotto scalare tra due vettori Schermo pieno
è pari al prodotto dei moduli per il coseno dell’angolo compreso: due ver-
Chiudi
sori hanno entrambi modulo unitario, quindi il loro prodotto scalare è pari al
coseno dell’angolo compreso, donde il termine “coseni direttori”.
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Riepilogo La matrice di rotazione R è formata dai nove coseni direttori tra
gli assi di due sistemi di riferimento di cui si vuole descrivere l’orientazione
relativa. R descrive completamente l’orientazione relativa delle due terne. Si
tratta di una rappresentazione dell’orientazione di tipo ridondante in quanto CASA
Con riferimento alla figura 1, supponiamo che la terna Ox0 y 0 z 0 abbia l’asse
z 0 coincidente con l’asse z e che l’asse x0 sia ruotato di un angolo θ rispetto Indietro
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versori i0 e j 0 valgono invece:
cθ
i0 = sθ
CASA
0
−sθ Pagina iniziale
j 0 = cθ ,
0 Indice
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1.2.2. Rotazione attorno a x
Dato che x e x0 sono coincidenti, sarà i0 = i = [1 0 0]T . Per gli altri due
versori, dalla Fig. 2 si ottiene: CASA
0
j 0 = cθ Pagina iniziale
sθ
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0
k0 = −sθ . JJ II
cθ
J I
Assemblando la matrice R otteniamo:
Pagina 18 di 169
1 0 0
R = Rx (θ) = i0 j 0 k0 = 0 cθ −sθ
(7)
Indietro
0 sθ c θ
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1.2.3. Rotazione attorno a y
Dato che y e y 0 sono coincidenti, sarà j 0 = j = [0 1 0]T . Per gli altri due
versori, dalla Fig. 3 si ottiene: CASA
cθ
i0 = 0 Pagina iniziale
−sθ
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sθ
k0 = 0 . JJ II
cθ
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Assemblando la matrice R otteniamo:
c θ 0 s θ Pagina 20 di 169
R = Ry (θ) = i0 j 0 k0 = 0 1 0
(8)
−sθ 0 cθ Indietro
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1.3. Cambio di coordinate tra due terne con la stessa origine
Supponiamo di conoscere le coordinate [p0x p0y p0z ]T di un punto P dello spazio Chiudi
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Figura 4: Cambio di coordinate tra terne ad origine comune.
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avente la stessa origine del primo sistema di riferimento, come mostrato in
Fig. 4.
−→
Il vettore posizione OP può essere scomposto lungo 3 qualsiasi direzioni a
due a due non parallele. In particolare possiamo scomporlo lungo le direzioni CASA
T 0T 0T
pz = p0x i0 k + p0y j k + p0z k k
Indietro
0T T T
j 0 i k0 i p0x
px i i Chiudi
py = i0 T j T T
j 0 j k0 j p0y , (11)
pz T
i0 k
T T
j 0 k k0 k p0z Esci
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o anche, grazie alla (5), in modo più compatto:
p = Rp0 , (12)
−→
dove p = [px py pz ]T è il vettore posizione OP espresso nel sistema di riferi- CASA
−→
mento Oxyz e p0 = [p0x p0y p0z ]T è il vettore posizione OP espresso nel sistema
di riferimento Ox0 y 0 z 0 . Pagina iniziale
Indice
Riepilogo Note che siano le coordinate di un punto rispetto ad una terna
Ox0 y 0 z 0 , la matrice di rotazione R permette di calcolare, tramite un semplice
JJ II
prodotto matriciale, le coordinate dello stesso punto rispetto ad una terna
Oxyz avente la stessa origine della prima. J I
1.4.1. Ortogonalità di R
Indietro
Dato che ogni colonna della matrice R è formata dalle componenti di un ver-
sore della terna Ox0 y 0 z 0 , il prodotto scalare tra due diverse colonne è nullo: Schermo pieno
T
i0 j 0 = 0 Chiudi
T
j 0 k0 = 0 (13)
T
k0 i0 = 0 . Esci
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Dalle condizioni (13), unite al fatto che il prodotto scalare di un vettore per
sè stesso è pari a 1, discende una delle proprietà più importanti ed utili delle
matrici di rotazione, ovvero la proprietà di essere ortogonali:
CASA
RT R = I . (14)
Pagina iniziale
La (14) può essere dimostrata come segue:
T T
0 0 0 0T 0 0T 0
i i i i j i k 1 0 0 Indice
RT R = j 0 T i0 j 0 k0 = j 0 T i0 j 0 T j 0 j 0 T k0 = 0 1 0 = I (15)
T T T T JJ II
k0 k0 i0 k0 j 0 k0 k0 0 0 1
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1.4.2. Inversa di R
Pagina 25 di 169
Si può dimostrare che il determinante di una matrice di rotazione è pari a 1.
Quindi la matrice R ammette sempre un’inversa R−1 . Moltiplicando a destra Indietro
ambo i membri della (14) per R−1 , si ottiene:
−1 −1
RT RR
| {z } = IR , (16) Schermo pieno
I
Chiudi
ovvero:
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L’inversa di una matrice di rotazione può quindi essere semplicemente calco-
lata tramite un’operazione di trasposizione.
Supponiamo di avere un corpo rigido mobile, vincolato a ruotare attorno ad Pagina iniziale
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D’altro canto, vale anche:
ṗ = ω × p = ω × (Rp1 ) , (21)
CASA
ed essendo il prodotto vettoriale esprimibile, con formalismo matriciale, an-
che mediante l’operatore antisimmetrico S(•) 1 , la (21) può essere riscritta:
Pagina iniziale
1
ṗ = S(ω)Rp . (22)
Indice
Dovendo essere uguali i secondi membri della (20) e della (22), per ogni
punto P del corpo rigido considerato, dovrà necessariamente valere: JJ II
Ṙ = S(ω)R . (23) J I
1
Dati due vettori a = [ax ay az ]T e b = [bx by bz ]T , il loro prodotto vettoriale c = a × b è ottenibile calcolando
i j k
Pagina 27 di 169
formalmente il determinante: ax ay az .
bx b y bz
ay bz − az by Indietro
Risulta quindi c = (ay bz − az by )i + (az bx − ax bz )j + (ax by − ay bx )k, ovvero c = az bx − ax bz . Definendo
ax by − ay bx
0 −az ay Schermo pieno
l’operatore S(a) = az 0 −ax , è facile dimostrare che c è ottenibile anche calcolando il prodotto
−ay ax 0
Chiudi
matrice-vettore S(a)b.
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1.5. Rotazione di un vettore
u = Ru0 . (24)
Pagina iniziale
ucα J I
u0 = usα . (25)
0 Pagina 28 di 169
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CASA
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1.6. Composizione di rotazioni successive
Pagina 30 di 169
1.6.1. Composizione in terna corrente
Nel seguito, per le matrici di rotazione, utilizzeremo spesso la notazione a due Indietro
indici Rji , in cui l’apice destro i indica la terna origine e il pedice destro j indica
la terna destinazione. Nella notazione a 2 indici, la rotazione è specificata in Schermo pieno
terna i.
Chiudi
Supponiamo di avere tre terne ad origine comune:
• Ox0 y0 z0 , terna base; Esci
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• Ox1 y1 z1 terna ottenuta dalla 0 a seguito di una rotazione R10 (specificata
in terna 0);
• Ox2 y2 z2 terna ottenuta dalla terna 1 a seguito di una rotazione R21 (spec-
CASA
ificata in terna 1).
Sia R20 la matrice di rotazione (incognita) che esprime l’orientazione della Pagina iniziale
Dovendo essere valide entrambe le equazioni (29) e (30) per ogni punto P ,
sarà allora: Chiudi
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La (31) è la legge di composizione di rotazioni successive in terna corrente.
Generalizzando, se abbiamo n + 1 terne, numerate da 0 ad n, ognuna legata
alla precedente da una matrice Rii−1 , la matrice di rotazione che esprime
l’orientazione dell’ultima terna rispetto alla prima, assunta come terna base, CASA
è data da:
Pagina iniziale
Rn0 = R10 R21 . . . Rn−1
n−2 n−1
Rn . (32)
Indice
• Ox1 y1 z1 terna ottenuta dalla terna 0 a seguito di una rotazione 0R10 (spec- Pagina 32 di 169
essere vista come una successione delle seguenti rotazioni, tutte specificate
Esci
in terna corrente:
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• rotazione R1 = 0R10 che porta la terna 0 sulla terna 1;
• rotazione R2 = (0R10 )T che riporta la terna 1 sulla terna 0;
• rotazione R3 = 0R21 che impone alla terna corrente la seconda rotazione; CASA
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L’utilizzo di tre indici i, j, k in una matrice di rotazione iRkj sta ad indicare
che la matrice di rotazione ruota qualsiasi vettore cosı̀ come la terna k è
ruotata rispetto alla terna j. Se gli indici i e j sono uguali, nella notazione si
omette quello in alto a sinistra. CASA
le quali possono essere scritte in forma più compatta mediante la seguente Schermo pieno
equazione matriciale:
Chiudi
[iik j ik kik ] = iRkj [iij j ij kij ] . (39)
Non è difficile riconoscere iRki nella matrice a primo membro della (39), men- Esci
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tre a secondo membro compare il prodotto iRkj iRji , ovvero:
i i
Rk = iRkj iRji , (40)
o, omettendo l’indice in alto a sinistra dove non necessario: CASA
Esempio 1.1: Calcolo della relazione esistente tra una matrice di ro-
J I
tazione specificata in terna base e la matrice di rotazione specificata in
terna corrente che esprime la stessa rotazione.
Pagina 35 di 169
Date tre terne i, j, k, per la regola di composizione in terna corrente sap- Indietro
piamo che:
Rki = Rji Rkj . (43) Schermo pieno
Eguagliando i secondi membri della (41) e della (43) si ottiene la seguente Chiudi
equazione:
Rji Rkj = iRkj Rji . (44) Esci
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T
Premoltiplicando ambo i membri della (44) per Rji , otteniamo infine:
T
Rkj = Rji iRkj Rji , (45)
CASA
che esprime il legame esistente tra due matrici di rotazione, una specificata
in terna fissa e l’altra in terna mobile, che esprimono la medesima rotazione. Pagina iniziale
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CASA
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Chiudi
Esci
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3. una rotazione Rz (θ) attorno all’asse z (ora coincidente con la direzione
di r) dell’angolo θ assegnato;
4. una rotazione Ry (β) dell’asse r attorno all’asse y;
CASA
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la seguente espressione:
rx2 (1 − cθ ) + cθ
rx ry (1 − cθ ) − rz sθ rx rz (1 − cθ ) + ry sθ
Rr (θ) = rx ry (1 − cθ ) + rz sθ ry2 (1 − cθ ) + cθ ry rz (1 − cθ ) − rx sθ .
CASA
rx rz (1 − cθ ) − ry sθ ry rz (1 − cθ ) + rx sθ rz2 (1 − cθ ) + cθ
(47)
Pagina iniziale
La (47) può essere invertita, calcolando cosı̀ il versore r e l’angolo θ che
corrispondono ad una determinata matrice di rotazione R. Indicando con rij Indice
l’elemento generico della matrice R, osserviamo che:
JJ II
Trace(R) = r11 + r22 + r33 = (rx2 + ry2 + rz2 )(1 − cθ ) + 3cθ = 1 + 2cθ , (48)
| {z }
=1 J I
da cui:
r11 + r22 + r33 − 1 Pagina 39 di 169
cθ = . (49)
2
La (49) può essere risolta in θ utilizzando la funzione arco coseno: Indietro
r 11 + r 22 + r 33 − 1
θ = ± cos−1 . (50) Schermo pieno
2
Al segno + corrisponde 0 ≤ θ ≤ π (e, conseguentemente, sin θ ≥ 0), mentre Chiudi
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ad un dato asse di versore r è del tutto equivalente ad una rotazione di −θ
attorno al versore −r.
Sottraendo tra loro gli elementi fuori diagonale rij ed rji a secondo membro
della (46), otteniamo le tre seguenti relazioni: CASA
r32 − r23
rx = (54) J I
2sθ
r13 − r31
ry = (55) Pagina 40 di 169
2sθ
r21 − r12
rz = , (56) Indietro
2sθ
ovvero: Schermo pieno
r32 − r23
1
r= r13 − r31 . (57) Chiudi
2 sin θ
r21 − r12
Esistono due casi limite, ovvero il caso in cui cos θ = 1 e quello in cui cos θ = Esci
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−1. Il primo caso si verificherà quando risulterà:
Trace(R) = 1 + 2cθ = 3 , (58)
l’angolo θ è nullo e il versore r è indeterminato. CASA
Se invece vale:
Trace(R) = 1 + 2cθ = −1 , (59) Pagina iniziale
vorrà dire che θ vale π (oppure −π) e per calcolare correttamente r bisognerà Indice
procedere per ispezione diretta sulla matrice Rr (θ) che, in questo caso varrà:
2
2rx − 1 2rx ry 2rx rz JJ II
r
r11 + 1
rx = ± (61) Schermo pieno
2
r21
ry = (62) Chiudi
2rx
r31
rz = . (63) Esci
2rx
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r21 r31
Qualora rx fosse molto piccolo, i rapporti 2r x
e 2r x
sarebbero malcondizionati
e si compirebbe un grosso errore nel calcolo di ry e rz , quindi in tal caso
conviene utilizzare un’altra colonna.
CASA
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CASA
Pagina iniziale
Indice
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Pagina 43 di 169
Indietro
Schermo pieno
Figura 7: Angoli di eulero.
Chiudi
Esci
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torno all’asse z, fino a che l’asse y non coincida con la linea dei nodi,
come mostrato in Fig.8.a, ottenendo la nuova terna corrente Ox0 y 0 z 0 che
ha l’asse y 0 lungo la linea dei nodi e l’asse z 0 coincidente con l’asse
z. L’angolo ϕ è l’angolo formato dall’asse y e dalla linea dei nodi, CASA
• Eseguiamo infine una rotazione della terna Ox00 y 00 z 00 di un angolo ψ at- Pagina 44 di 169
torno all’asse z 00 , fino a che l’asse y 00 non sia coincidente con l’asse y1 ,
come mostrato in Fig.8.c: a questo punto la terna corrente è coincidente Indietro
con la terna Ox1 y1 z1 e “l’esercizio” è completo. L’angolo ψ è l’angolo
formato dall’asse y1 e dalla linea dei nodi orientata come y 0 , scelto Schermo pieno
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
a) b)
J I
Pagina 45 di 169
Indietro
Schermo pieno
c)
Chiudi
Figura 8: Rotazioni di Eulero: a) Rz (ϕ); b) Ry0 (θ); c) Rz1 (ψ).
Esci
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rotazioni in terna corrente viste prima. In dettaglio:
= s ϕ c ϕ 0 0 1 0 sψ c ψ 0 =
0 0 1 −sθ 0 cθ 0 0 1 Pagina iniziale
cϕ cθ −sϕ cϕ sθ cψ −sψ 0
= s ϕ c θ c ϕ s ϕ sθ s ψ c ψ 0 = Indice
−sθ 0 cθ 0 0 1
JJ II
cϕ cθ cψ − sϕ sψ −cϕ cθ sψ − sϕ cψ cϕ sθ
= sϕ cθ cψ + cϕ sψ −sϕ cθ sψ + cϕ cψ sϕ sθ . (64) J I
−sθ cψ sθ sψ cθ
Pagina 46 di 169
La (64) può essere invertita, ovvero, data una matrice di rotazione, è possibile
calcolare gli angoli di Eulero. Ispezionando la matrice (64), si può osservare
Indietro
che:
• gli elementi r13 e r23 sono pari rispettivamente a cϕ e sϕ moltiplicati en- Schermo pieno
trambi per sθ ;
Chiudi
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• quadrando e sommando r13 e r23 (oppure r31 e r32 ) si ottiene s2θ .
Visto quanto sopra, si può procedere ipotizzando un segno per sθ e pros-
eguendo in modo coerente. Ipotizzando sθ > 0, otteniamo:
CASA
ϕ = atan2(r23 , r13 )
ψ = atan2(r32 , −r31 ) (65) Pagina iniziale
q
θ = atan2( r223 + r213 , r33 ) . Indice
ϕ = atan2(−r23 , −r13 )
J I
ψ = atan2(−r32 , r31 ) (66)
q
θ = atan2(− r223 + r213 , r33 ) . Pagina 47 di 169
Infine, se sθ = 0 (il che si può verificare ispezionando gli elementi r13 , r23 , r31 Indietro
o r32 ), sarà cθ = ±1, a seconda che sia θ = 0 oppure θ = π, e questo può
essere accertato dal segno di r33 . Se, ad esempio, θ = 0 la matrice REU L Schermo pieno
diventa:
cϕ cψ − sϕ sψ −cϕ sψ − sϕ cψ 0 cos(ϕ + ψ) − sin(ϕ + ψ) 0 Chiudi
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Se invece risulta θ = π:
−cϕ cψ − sϕ sψ cϕ sψ − sϕ cψ 0 − cos(ϕ − ψ) − sin(ϕ − ψ) 0
REU L = −sϕ cψ + cϕ sψ sϕ sψ + cϕ cψ 0 = − sin(ϕ − ψ) cos(ϕ − ψ) 0 (68).
CASA
0 0 −1 0 0 −1
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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2. Il metodo di Denavit-Hartenberg
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CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Figura 9: Vettori posizione di uno stesso punto rispetto a due terne distinte.
Pagina 50 di 169
−−→
componenti del vettore posizione O0 P rispetto alla terna Oxyz saranno date
Chiudi
dall’espressione:
−−→
O0 P ≡ Rp0 . (72) Esci
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Tenendo conto della 72, la 71 può essere riscritta come segue:
p = o0 + Rp0 . (73)
CASA
Cosı̀ come la (12) permette di trasformare le coordinate di un punto tra terne
ad origine comune, la (73) è la legge di trasformazione delle coordinate di un
Pagina iniziale
punto tra terne con origini distinte.
Indice
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p̃ ∈ R4 che ha in sè lo stesso contenuto informativo di p, come segue:
λpx
λpy λp
p̃ =
λpz = λ
. (74) CASA
λ Pagina iniziale
Schermo pieno
2.3. Trasformazioni omogenee
La legge di trasformazione di coordinate tra terne ad origini distinte (73) può Chiudi
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vando che:
p0
0 0 0
p = Rp + o × 1 = [R o ] (76)
1
CASA
p0
0
1 = [0 0 0]p + 1 × 1 = [0 0 0 1] . (77)
1 Pagina iniziale
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blocco T22 : 1.
La matrice T permette di esprimere in modo compatto una qualsiasi roto-
traslazione che porti una terna Oxyz a sovrapporsi ad un’altra terna O0 x0 y 0 z 0 .
CASA
La (79) può essere messa in forma matriciale utilizzando le coordinate omo- Pagina 54 di 169
genee, come visto in precedenza:
RT −RT o0
Indietro
0
p̃ = p̃ . (80)
0 0 0 1
Schermo pieno
Dalla (80) deriva che l’inversa di una data matrice di trasformazione omoge-
nea T esiste sempre e la sua espressione è: Chiudi
T T 0
R −R o
T −1 = , (81) Esci
0 0 0 1
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dove R è il sottoblocco (di orientazione) T11 della matrice data e o0 è il sotto-
blocco (di traslazione) T12 .
CASA
2.5. Composizione di rototraslazioni successive
Siano date tre terne Oxyz, O1 x1 y1 z1 e O2 x2 y2 z2 e siano: T10 la matrice di Pagina iniziale
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Generalizzando la (86), la composizione di n trasformazioni omogenee suc-
cessive Ai−1 0
i , i = 1, . . . , n dà luogo ad una trasformazione complessiva Tn la
cui espressione è:
CASA
Tn0 = T10 T21 . . .Tn−1
n−2 n−1
Tn . (87)
Pagina iniziale
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5. calcolo, in forma simbolica o numerica della matrice di trasformazione Tn0
dalla terna base 0xyz alla terna utensile 0n xn yn zn .
Le regole generali per fissare la terna Oi xi yi zi sul link i sono le seguenti:
CASA
1. si sceglie l’asse zi coincidente con l’asse del giunto i + 1 se questo è
rotoidale e parallelo alla direzione di traslazione del giunto i+1 se questo
Pagina iniziale
è prismatico;
2. si sceglie l’asse xi lungo la retta di minima distanza tra l’asse zi−1 e Indice
Seguendo le regole prima enunciate, nella Fig. 10, relativa al caso generale
J I
in cui gli assi zi−1 e zi sono sghembi, sono stati disegnati i vari assi. In parti-
colare l’asse xi , lungo la retta di minima distanza tra zi−1 e zi . Esistono delle Pagina 57 di 169
eccezioni alle regole di scelta delle terne solidali ai link: l’origine e l’asse x
della terna 0 sono arbitrari inoltre la terna utensile è arbitraria. Le scelte arbi- Indietro
trarie vanno, per quanto possibile, orientate in modo da ottenere una sempli-
ficazione del modello cinematico. Schermo pieno
1. traslazione di una quantità di lungo l’asse zi−1 finché l’asse xi−1 non
coincida con l’asse x0 ; Esci
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CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Pagina 58 di 169
Indietro
Schermo pieno
Figura 10: Terne e trasformazioni nel metodo D-H.
Chiudi
Esci
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2. rotazione attorno a z 0 ≡ zi−1 di un angolo θi , finché l’asse x0 non coincida
con l’asse x00 ;
3. traslazione di una quantità ai lungo x00 fino a che l’origine della terna
CASA
corrente non coincida con Oi ;
4. rotazione di un angolo αi attorno a x000 ≡ xi fino a che l’asse z 000 non Pagina iniziale
zi−1 ;
Indietro
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Le prime due trasformazioni sono una traslazione di e una rotazione θi lungo
l’asse zi−1 , quindi sono esprimibili con un’unica matrice come segue:
cθi −sθi 0 0
CASA
sθi c θi 0 0
0
. (88)
0 1 di Pagina iniziale
0 0 0 1
Indice
Le altre due trasformazioni sono una traslazione ai e una rotazione αi lungo
l’asse xi , quindi sono esprimibili con un’unica matrice come segue:
JJ II
1 0 ai
0 cαi −sαi 0 J I
0 sαi cαi 0 .
(89)
Pagina 60 di 169
0 0 0 1
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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La matrice di trasformazione complessiva Tii−1 è data dal prodotto della (88)
e della (89):
cθi −sθi 0 0 1 0 0 ai
sθi cθi 0 0 0 cαi −sαi 0 CASA
Tii−1 =
0
=
0 1 di 0 sαi cαi 0
Pagina iniziale
0 0 0 1 0 0 0 1
cθi −sθi cαi sθi sαi ai cθi Indice
sθi cθi cαi −cθi sαi ai sθi
=
0
= (90)
sαi cαi di JJ II
0 0 0 1
Nella (90) uno solo dei 4 parametri è variabile e gli altri sono fissi. Il parametro J I
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umano. Sono presenti tre giunti rotoidali. I membri sono stati numerati da
0 a 3, mentre i giunti da 1 a 3. Il giunto 1 ha asse verticale mentre gli altri
due hanno gli assi orizzontali e tali assi sono paralleli tra loro ed ortogonali
all’asse del giunto 1. Il metodo è stato applicato come segue: CASA
• gli assi z0 , z1 , z2 sono stati scelti coincidenti con gli assi dei giunti 1 2 3 e Pagina iniziale
verso concorde con il verso positivo di rotazione degli attuatori dei giunti;
• l’asse x0 (e quindi l’origine del sistema 0) è stato scelto arbitrariamente; Indice
• gli assi z1 e z2 sono paralleli, quindi la retta di minima distanza non è Pagina 62 di 169
definita: si sceglie arbitrariamente x2 passante per O1 ;
Indietro
• l’asse z3 è arbitrario: l’asse x3 deve essere ortogonale all’asse z2 . per
comodità si sceglie allora x3 lungo la direzione di approccio e z3 parallelo
Schermo pieno
a z2 .
Compiliamo adesso la tabella dei parametri di , θi , ai , αi . Chiudi
1. giunto 1 Esci
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• le origini delle terne 0 e 1 coincidono, quindi d1 = 0;
• l’asse x1 si ottiene ruotando l’asse x0 attorno all’asse z0 di un angolo
q1 , positivo se concorde con z0 ;
CASA
• la minima distanza tra z0 e z1 è zero, quindi a1 = 0;
• l’asse z1 si ottiene ruotando l’asse z0 attorno a x1 di 90◦ (positivo), Pagina iniziale
quindi α1 = 90◦ .
Indice
2. giunto 2
• O1 si trova già sull’asse e x2 , quindi d2 = 0; JJ II
3. giunto 3
Schermo pieno
• la trasformazione dalla terna 2 alla terna 3 è sostanzialmente iden-
tica a quella dalla 1 alla 2, quindi d3 = 0, θ3 = q3 la distanza tra gli Chiudi
assi z2 e z3 è pari ad a3 e α3 = 0.
Esci
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x3
y3
CASA
Pagina iniziale
q3
3
z3
y2 Indice
x2
JJ II
a3
z 0 y1 J I
3
Pagina 64 di 169
y0 x1
Indietro
x0 a2 z2 Schermo pieno
1
q2
2 2
Chiudi
1
q1 Esci
z1
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giunto di θi ai αi
1 0 q1 0 90◦
2 0 q2 a2 0◦
3 0 q3 a3 0◦
CASA
Tabella 1: Tabella dei parametri di Denavit-Hartenberg per il robot antropomorfo di Fig.11 Pagina iniziale
JJ II
J I
Pagina 65 di 169
Indietro
Schermo pieno
Figura 12: Polso sferico di tipo roll-pitch-roll.
Il polso sferico roll-pitch-roll, mostrato in Fig. 18, è molto utilizzato nella Chiudi
costruzione di robot industriali. Esso possiede tre giunti rotoidali i cui assi
Esci
si intersecano in un punto W detto “centro del polso.” Esso viene utilizzato
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per completare la struttura cinematica di un manipolatore a 3 DOF (cilindrico,
sferico o antropomorfo), consentendo di ottenere l’orientazione desiderata
dell’organo terminale, una volta che la struttura di manipolazione sia stata
utilizzata per ottenere la posizione desiderata dell’organo terminale, come CASA
Indice
JJ II
J I
Pagina 66 di 169
Indietro
Schermo pieno
Figura 13: Esempio di applicazione del metodo D-H al polso sferico roll-pitch-roll.
metodo D-H al polso sferico roll-pitch-roll. I pedici 4, 5, 6 sono stati utilizzati in Chiudi
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Gli assi z3 , z4 e z5 sono stati scelti concordi con i versi di rotazione dei
giunti 4, 5 e 6.
Ipotizziamo che l’origine della terna 3 e la direzione dell’asse x3 siano
fissate dalla struttura di manipolazione precedente, ovvero i3 = ± k2 × k3 . CASA
s4 0 c 4 0
T43 = 0 −1 0 d4
(92) Indietro
0 0 0 1
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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La matrice T54 vale:
c5 0 s5 0
s5 0 −c5 0
T54 =
0
(93) CASA
1 0 0
0 0 0 1
Pagina iniziale
Infine lamatriceT65 ,
essendo composta da una rotazione elementare Rz5 (θ6 )
e da una traslazione d6 lungo z5 , vale Indice
c6 −s6 0 0
s6 c 6 0 0 JJ II
T65 = 0 0 1 d6
(94)
J I
0 0 0 1
Gli allievi calcolino per esercizio la trasformazione complessiva di polso Pagina 68 di 169
T63 ,
verificando che, per la parte di rotazione, si ottiene una matrice R63 che,
sostituendo a θ4 , θ5 , θ6 rispettivamente ϕ, θ e ψ, risulta essere identica alla Indietro
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
poso sferico di Fig.13 I membri sono stati numerati da 0 a 6, mentre i giunti
da 1 a 6. Il metodo è stato applicato come segue:
• gli assi z0 , z1 , . . . , z5 sono stati scelti coincidenti con gli assi dei 6 giunti e
CASA
verso concorde con il verso positivo di rotazione degli attuatori dei giunti;
• l’asse x0 (e quindi l’origine del sistema 0) è stato scelto arbitrariamente; Pagina iniziale
• gli assi z2 e z3 sono incidenti: l’asse x3 deve essere ortogonale a en- Indietro
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d6
z5 z6
6
CASA
5 z3
q4
6 q6
x4 Pagina iniziale
x6
q5
d4
5
x5 y6 Indice
q3
4 4 JJ II
y2
π/2+ q3 x2 z4
x3
J I
z0 y1
3
3 Pagina 70 di 169
y0 x1
q1
Indietro
x0 a2 z2
1
q2
2 2
Schermo pieno
1
q1
z1
Chiudi
Esci
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• l’asse x6 deve essere ortogonale a z5 : lo si fissa in modo che quando q5
è nullo, x6 sia parallelo a x5 ; z6 si sceglie coincidente con z5 .
Compiliamo adesso la tabella dei parametri di , θi , ai , αi .
CASA
• giunto 1
Pagina iniziale
– le origini delle terne 0 e 1 coincidono, quindi d1 = 0;
– l’asse x1 si ottiene ruotando l’asse x0 attorno all’asse z0 di un angolo Indice
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– l’origine della terna 2 e quella della terna 3 coincidono, quindi d3 = 0,
e a3 = 0;
– l’angolo θ3 formato da x2 ed x3 vale θ3 = q3 + π2 ;
CASA
– l’angolo di cui bisogna ruotare z2 attorno a x3 affinché diventi paral-
lelo a z3 vale +90◦ , quindi α3 = 90◦ ;
Pagina iniziale
• giunto 4
Indice
– l’origine della terna 4 è traslata positivamente lungo z3 rispetto all’origine
della terna 3, quindi d4 > 0; JJ II
– l’asse z3 è incidente con z4 , quindi a4 = 0;
J I
– l’angolo di cui bisogna ruotare x3 attorno a z3 affinché diventi paral-
lelo ad x4 vale q4 , quindi θ4 = q4 ;
Pagina 72 di 169
– l’angolo di cui ruotare z3 attorno a x4 affinché diventi parallelo a z4
vale −90◦ , quindi α4 = −90◦ ; Indietro
• giunto 5
Schermo pieno
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
– l’angolo di cui ruotare z4 attorno a x5 affinché diventi parallelo a z5
vale +90◦ , quindi α5 = +90◦ ;
• giunto 6
CASA
– z5 e z6 coincidono, quindi a6 = 0 e α6 = 0;
Indice
giunto di θi ai αi J I
1 0 q1 0 90◦
2 0 q2 a2 0◦ Pagina 73 di 169
3 0 q3 + π
2
0 0◦
4 d4 q4 0 −90◦ Indietro
5 0 q5 0 90◦
6 d6 q6 0 0◦
Schermo pieno
Tabella 2: Tabella dei parametri di Denavit-Hartenberg per il robot antropomorfo di Fig.14 Chiudi
Esci
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3. Il problema della cinematica inversa
Nel caso in cui l’orientazione della terna utensile sia specificata in termini
Indietro
degli angoli di Eulero (o di un’altra rappresentazione minima dell’orientazione),
possiamo definire un vettore x ∈ R6 che definisce lo “spazio operativo” del Schermo pieno
robot, come segue:
Chiudi
p
x= , (96)
φ
Esci
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dove φ = [ϕ θ ψ]T è il vettore degli angoli di Eulero. La cinematica diretta può
anche essere scritta come funzione che associa ad un vettore di coordinate
di giunto q un vettore x dello spazio operativo:
CASA
x = x(q) . (97)
Pagina iniziale
In realtà non è in generale possibile scrivere direttamente la funzione (97),
ma è richiesto il calcolo intermedio della matrice di orientazione da cui ri-
Indice
cavare gli angoli di Eulero con le formule di inversione, come mostrato nel
paragrafo 1.10. Comunque questo non comporta complicazioni di sorta. JJ II
La soluzione del problema cinematico diretto per meccanismi seriali, for-
mulato come nella (95) oppure come nella (97), è quindi sempre possibile J I
ed ammette un’unica soluzione: detto in altri termini, data una certa configu-
razione del meccanismo, cui è associato un vettore di coordinate di giunto q, Pagina 75 di 169
2
Oltre a quelli trattati nell’ambito del corso, esistono altri tipi di rappresentazione dell’orientazione, quindi la
formulazione dello spazio operativo può essere diversa rispetto a quella data in (96) Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
semplice, nel senso che non esistono procedure standard per cercare possi-
bili soluzioni.
Inoltre, dato un certo meccanismo, possono esistere o meno soluzioni e,
se esistono soluzioni, queste possono essere in numero finito o infinito. CASA
Pagina iniziale
3.2. Alcuni esempi di robot planari
dell’organo terminale possono essere specificate con tre parametri (px , py , φ),
JJ II
un robot seriale 2R (con due giunti rotoidali) non può contemporaneamente
soddisfare le specifiche sulla posizione e l’orientazione dell’organo terminale,
J I
come si vede in Fig. 15: è possibile raggiungere la posizione desiderata p =
[px py ]T in due modi possibili ma, una volta scelte le coordinate di giunto θ1 e θ2
Pagina 76 di 169
in modo da soddisfare la specifica posizionale, l’orientazione dell’organo ter-
minale φ è fissata e quindi, in generale, non soddisfa l’orientazione desider-
Indietro
ata.
Se invece abbiamo un robot planare 3R, come mostrato in Fig. 16, sarà Schermo pieno
possibile non solo soddisfare la specifica posizionale ma anche quella di ori-
entazione, e le soluzioni possibili saranno 2. Chiudi
Infine, se abbiamo un robot planare 4R, come mostrato in Fig. 17, sarà
possibile soddisfare la specifica posizionale e quella di orientazione, e le Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
Pagina 77 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
soluzioni possibili saranno ∞1 . Infatti, fissata la posizione e l’orientazione
dell’organo terminale, e quindi anche la posizione del punto W (centro del
polso), il meccanismo composto dai membri 1, 2 e 3, insieme al segmento
−−→
OW , considerato come telaio, costituiscono un quadrilatero articolato che ha CASA
un grado di libertà.
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Pagina 78 di 169
Indietro
Figura 17: Robot planare 4R.
Schermo pieno
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
punto, allora la soluzione del problema cinematico inverso esiste in forma
chiusa. Un particolare tipo di struttura con tre assi di giunti adiacenti che si in-
tersecano in un punto è il giunto sferico di tipo roll-pitch-roll (rollio-beccheggio-
rollio), mostrato schematicamente in Fig. 18 e già analizzato dal punto di vista CASA
della cinematica diretta nel paragrafo 2.8. I tre assi dei giunti rotoidali si inter-
secano in un punto W detto “centro del polso.” Aggiungendo quindi un polso Pagina iniziale
JJ II
J I
Pagina 79 di 169
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
mostrato più avanti. Volendo fare un paragone con il caso planare, il polso
sferico svolge nel caso spaziale la stessa funzione del giunto 3 nell’esempio
planare di Fig. 16.
Osservando la parte rotazionale R63 della trasformazione complessiva di CASA
e la posizione del centro del polso dipende solo dalle coordinate dei primi tre Chiudi
giunti del robot:
Esci
pW = pW (q1 , q2 , q3 ) . (99)
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Quindi si può risolvere in modo agevole il problema della cinematica inversa
della struttura di manipolazione, ottenendo q1 , q2 e q3 dalla (99). Note che
siano q1 , q2 e q3 , si può calcolare T30 = T30 (q1 , q2 , q3 ).
La matrice di rotazione complessivaR60 (nota) può essere scomposta come CASA
segue:
Pagina iniziale
R60 = R30R63 , (100)
Indice
dove R30 è già stata calcolata (può essere estratta dalla T30 (q1 , q2 , q3 )), men-
tre R63 = R63 (θ3 , θ4 , θ5 ) dipende dalle tre coordinate dei giunti del polso che
T JJ II
rimangono da calcolare. Moltiplicando ambo i membri della (100) per R30 si
ottiene: J I
T
R63 = R30 R60 , (101)
Pagina 81 di 169
Al secondo membro della (101) compaiono solo quantità note o già calcolate
e quindi si possono calcolare θ4 , θ5 , θ6 . Indietro
Schermo pieno
3.4.1. Angoli di Eulero ZY Z e polso sferico
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
riferimento, i tre angoli sono proprio gli angoli di Eulero ZY Z che portano la
terna 3 (scelta come base della trasformazione di Eulero) a diventare paral-
lela alla terna 6. Utilizziamo due terne ausiliarie 30 e 60 che sono solidali ai
rispettivi link ma traslate in modo che le loro origini coincidano col centro del CASA
polso. Si noti che l’asse del giunto 4 è la linea dei nodi tra la terna 30 e la
terna 60 . Si ponga: Pagina iniziale
lin
Indice
ea
de
z'6
in
od
i
θ JJ II
y'3 z'3 J I
φ
ψ Pagina 82 di 169
y'6
Indietro
Schermo pieno
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ϕ = q4 (102)
θ = q5 (103)
ψ = q6 . (104)
CASA
z30
Una rotazione dell’angolo ϕ attorno a porta l’asse y30 a coincidere con l’asse
del giunto 5, ovvero con la linea dei nodi Pagina iniziale
Indice
Riepilogo L’inversione cinematica in un robot a 6 DOF con polso sferico si
articola nei seguenti passi: JJ II
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• una volta calcolate q1 , q2 , q3 (NOTA: la soluzione può essere multipla!) si
calcola R30 , che non dipende da q4 , q5 , q6 , ma solo da q1 , q2 , q3 :
des T des
• si calcola numericamente R63 = R30 R60 ; Pagina iniziale
des
• R63 è una funzione nota di q4 , q5 , q6 , quindi si impone che R63 e R63 siano
Indice
uguali, risolvendo in q4 , q5 , q6 , il sistema:
des JJ II
R63 (q4 , q5 , q6 ) = R63 . (108)
J I
Pagina 84 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Parte II
Cinematica differenziale, statica e
dinamica dei robot CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Pagina 85 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4. Cinematica differenziale
invece riguarderà la derivazione della relazione che esiste tra le velocità dei
giunti ed il moto dell’organo terminale (inteso come velocità di traslazione di Pagina iniziale
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
f (q) che si esplicita nelle seguenti relazioni scalari:
x = f1 (q) = a1 c1 + a2 c12 + a3 c123 (109)
y = f2 (q) = a1 s1 + a2 s12 + a3 s123 (110)
CASA
φ = f3 (q) = θ1 + θ2 + θ3 (111)
Derivando rispetto al tempo le (109), (110), (111), otteniamo: Pagina iniziale
ẋ = −a1 s1 θ̇1 − a2 s12 (θ̇1 + θ̇2 ) − a3 s123 (θ̇1 + θ̇2 + θ̇3 ) (112)
Indice
ẏ = a1 c1 θ̇1 + a2 c12 (θ̇1 + θ̇2 ) + a3 c123 (θ̇1 + θ̇2 + θ̇3 ) (113)
φ̇ = θ̇1 + θ̇2 + θ̇3 . (114) JJ II
Raccogliendo i termini in θ̇1 , θ̇2 , θ̇3 nelle (112), (113), (114), si ottengono le
J I
seguenti espressioni:
ẋ = −(a1 s1 + a2 s12 + a3 s123 )θ̇1 − (a2 s12 + a3 s123 )θ̇2 − a3 s123 θ̇3 (115) Pagina 87 di 169
ẏ = (a1 c1 + a2 c12 + a3 c123 )θ̇1 + (a2 c12 + a3 c123 )θ̇2 + a3 c123 θ̇3 (116)
Indietro
φ̇ = θ̇1 + θ̇2 + θ̇3 . (117)
Le (115), (116), (117) sono lineari in θ̇1 , θ̇2 , θ̇3 , quindi possono essere messe Schermo pieno
in forma matriciale come segue:
ẋ −a1 s1 − a2 s12 − a3 s123 −a2 s12 − a3 s123 −a3 s123 θ̇1 Chiudi
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
o, più sinteticamente:
ẋ = Ja (q)q̇ , (119)
CASA
dove
−a1 s1 − a2 s12 − a3 s123 −a2 s12 − a3 s123 −a3 s123 Pagina iniziale
Pagina 88 di 169
4.1. Velocità della terna utensile nello spazio operativo
Analogamente a quanto visto nell’esempio 4 per un robot planare, per descri- Indietro
vere la velocità dell’organo terminale di un robot che opera nello spazio 3D,
Schermo pieno
si può utilizzare la velocità nello spazio operativo, indicandola con ẋ, definita
come segue:
Chiudi
dx ṗ
ẋ = = , (121)
dt φ̇ Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
dove p è la posizione dell’origine della terna utensile e φ è la rappresen-
tazione minima dell’orientazione (ad esempio con gli angoli di Eulero) utiliz-
zata per definire il vettore dello spazio operazionale.
CASA
∂f (q) JJ II
ẋ = q̇ . (122)
∂q
J I
La matrice jacobiana Ja , definita come
∂f (q) Pagina 89 di 169
Ja (q) = , (123)
∂q
Indietro
si dice jacobiano analitico ed esprime la relazione (lineare!) tra la velocità
nello spazio operativo e quella nello spazio dei giunti.
Schermo pieno
NOTA: lo jacobiamo analitico esprime un legame lineare tra ẋ e q̇, ma è
una funzione fortemente non lineare di q! Chiudi
Possiamo quindi scrivere:
Esci
ẋ = Ja (q)q̇ (124)
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ed anche:
dp
dove ṗ = dt è la velocità di traslazione dell’origine della terna utensile rispetto Schermo pieno
alla terna base, mentre ω è la velocità angolare della terna utensile, anch’essa
relativamente alla terna base. Chiudi
Esci
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4.4. Jacobiano geometrico
Anche la relazione tra v e q̇ è lineare e la matrice che lega tra loro i due
vettori è detta, per analogia, jacobiano geometrico o, brevemente, jacobiano. CASA
Per un robot a n DOF si ha:
ṗ Pagina iniziale
v= = J q̇ , (128)
ω
Indice
6×n
dove J ∈ R è appunto lo jacobiano geometrico. Lo jacobiano geometrico
può essere suddiviso in due sottomatrici Jp ∈ R3×n e Jo ∈ R3×n come segue: JJ II
Jp J I
J= , (129)
Jo
Pagina 91 di 169
dove il pedice p sta per posizione e o per orientazione. Valgono le relazioni
ṗ = Jp q̇ (130) Indietro
ω = Jo q̇ . (131)
Schermo pieno
Esci
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4.5. Calcolo dello jacobiano geometrico
è prismatico.
Schermo pieno
Supponiamo che il giunto i-esimo sia rotoidale. Una rotazione del giunto con
Esci
velocità angolare q̇i , con tutti gli altri giunti bloccati, causerà una rotazione
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
rigida della parte del robot che sta a valle del giunto i attorno all’asse zi−1 ,
con velocità angolare espressa (in modulo direzione e verso) dal vettore:
q̇i ki−1 , dove ki−1 è il versore del giunto i.
Tale moto di rotazione attorno all’asse zi−1 si traduce in: CASA
• una velocità angolare dell’organo terminale pari proprio a q̇i ki−1 ; Pagina iniziale
• una velocità di traslazione del punto p pari a q̇i ki−1 × (p − oi−1 ), dove oi−1
è il vettore posizione dell’origine della terna solidale al link i − 1. Indice
della parte del robot che sta a valle del giunto i lungo la direzione dell’asse
zi−1 , con velocità angolare espressa (in modulo direzione e verso) dal vettore: Chiudi
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• un contributo nullo alla velocità angolare dell’organo terminale;
• un contributo alla velocità di traslazione del punto p pari a q̇i ki−1 .
La colonna J i dello jacobiano relativa al giunto i ha quindi un’espressione: CASA
J pi ki−1
Ji = = (134)
J oi 0 Pagina iniziale
Indice
4.6. Relazione tra J e Ja
Da quanto visto nei paragrafi 4.4 e 4.2, dovrebbe essere chiaro che Ja 6= J. JJ II
Cerchiamo adesso il legame esistente tra Jao e Jo nel caso in cui la rapp-
resentazione dell’orientazione utilizzata sia quella di Eulero ZY Z. Per farlo Chiudi
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.6.1. Velocità angolare e angoli di Eulero
delle velocità angolari relative di ogni terna rispetto alla precedente, come
indicato nella (205). La velocità angolare ω del corpo rispetto alla terna base JJ II
vale (vedi Fig. 20) sarà paria a:
J I
ω = φ̇k + θ̇j 0 + ψ̇k1 =
0 −sφ sθ c φ Pagina 95 di 169
= 0 φ̇ + cφ θ̇ + sθ sφ ψ̇ . (137)
1 0 cθ Indietro
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z=z'
CASA
.
ψcθ
z''=z1 Pagina iniziale
.
φk
Indice
. θ
ψ k1 .
. JJ II
−θsφ θ j' y'
.
θcφ . J I
di ψsθsφ y
dei no
linea
Pagina 96 di 169
. φ
ψsθcφ
Indietro
x
x' Schermo pieno
Chiudi
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la (137) può essere riscritta in forma matriciale:
ω = T (φ)φ̇ . (139)
Se det (T (φ)) 6= 0, la (139) può essere invertita: CASA
Jo q̇ = T (φ)Jao q̇ . (141)
Chiudi
La (141) deve essere valida ∀q̇, quindi avremo che:
Esci
Jo = T (φ)Jao . (142)
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In considerazione della (141), ed essendo Jp = Jap = I3 Jap + 03 Jao , dove I3 è
una matrice identica 3 × 3, e 03 è una matrice di zeri 3 × 3, possiamo scrivere
la seguente relazione:
CASA
Jp I3 03 Jap
= , (143)
Jo 03 T (φ) Jao Pagina iniziale
| {z }
Ta (φ)
Indice
6
dove è stata definita la matrice Ta (φ) ∈ R . Sinteticamente possiamo riscri-
vere la (143): JJ II
J = Ta (Φ)Ja . (144)
J I
La (144) è invertibile solo se det(Ta ) 6= 0, cioè det(T ) 6= 0 ovvero quando
sin θ 6= 0.
Pagina 98 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.7. Singolarità
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Pagina 99 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.7. Singolarità
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JJ II
J I
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Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.7. Singolarità
JJ II
J I
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Esci
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4.7. Singolarità
J I
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Indietro
Schermo pieno
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Esci
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4.7. Singolarità
Pagina 99 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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4.7. Singolarità
Pagina 99 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.7. Singolarità
• Tali punti dello spazio di configurazione di dicono punti singolari o, più Pagina 99 di 169
brevemente, singolarità.
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In corrispondenza delle singolarità si verificano le seguenti circostanze di
notevole interesse, perché potenzialmente pericolose:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In corrispondenza delle singolarità si verificano le seguenti circostanze di
notevole interesse, perché potenzialmente pericolose:
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In corrispondenza delle singolarità si verificano le seguenti circostanze di
notevole interesse, perché potenzialmente pericolose:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In corrispondenza delle singolarità si verificano le seguenti circostanze di
notevole interesse, perché potenzialmente pericolose:
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Studio di singolarità
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Studio di singolarità
• Lo studio delle singolarità consiste nel cercare tutte le possibili configu-
razioni singolari di un dato manipolatore. CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Studio di singolarità
• Lo studio delle singolarità consiste nel cercare tutte le possibili configu-
razioni singolari di un dato manipolatore. CASA
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Studio di singolarità
• Lo studio delle singolarità consiste nel cercare tutte le possibili configu-
razioni singolari di un dato manipolatore. CASA
nipolabilità:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Studio di singolarità
• Lo studio delle singolarità consiste nel cercare tutte le possibili configu-
razioni singolari di un dato manipolatore. CASA
nipolabilità:
JJ II
q
m= det(JJ T ) . (145) J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Studio di singolarità
• Lo studio delle singolarità consiste nel cercare tutte le possibili configu-
razioni singolari di un dato manipolatore. CASA
nipolabilità:
JJ II
q
m= det(JJ T ) . (145) J I
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8. Disaccoppiamento singolarità
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8. Disaccoppiamento singolarità
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.8. Disaccoppiamento singolarità
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.8. Disaccoppiamento singolarità
Schermo pieno
P ≡ W (146)
p ≡ pW . (147) Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Detto in altri termini, scegliamo come polo di velocità per lo screw di
velocità dell’utensile il centro del polso.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Detto in altri termini, scegliamo come polo di velocità per lo screw di
velocità dell’utensile il centro del polso.
• Cosı̀ facendo, la posizione e, quindi, anche la velocità di P dipende es-
CASA
clusivamente dalle prime 3 coordinate di giunto q1 , q2 , q3 e non dalle sec-
onde tre q4 , q5 , q6 . Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Detto in altri termini, scegliamo come polo di velocità per lo screw di
velocità dell’utensile il centro del polso.
• Cosı̀ facendo, la posizione e, quindi, anche la velocità di P dipende es-
CASA
clusivamente dalle prime 3 coordinate di giunto q1 , q2 , q3 e non dalle sec-
onde tre q4 , q5 , q6 . Pagina iniziale
J11 J12 JJ II
J = , (148)
J21 J22
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Detto in altri termini, scegliamo come polo di velocità per lo screw di
velocità dell’utensile il centro del polso.
• Cosı̀ facendo, la posizione e, quindi, anche la velocità di P dipende es-
CASA
clusivamente dalle prime 3 coordinate di giunto q1 , q2 , q3 e non dalle sec-
onde tre q4 , q5 , q6 . Pagina iniziale
J11 J12 JJ II
J = , (148)
J21 J22
J I
risulterà J12 = 03×3 .
Pagina 103 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Detto in altri termini, scegliamo come polo di velocità per lo screw di
velocità dell’utensile il centro del polso.
• Cosı̀ facendo, la posizione e, quindi, anche la velocità di P dipende es-
CASA
clusivamente dalle prime 3 coordinate di giunto q1 , q2 , q3 e non dalle sec-
onde tre q4 , q5 , q6 . Pagina iniziale
J11 J12 JJ II
J = , (148)
J21 J22
J I
risulterà J12 = 03×3 .
Pagina 103 di 169
• Una matrice partizionata come in (148), in cui almeno uno dei blocchi
fuori diagonale (J12 e J21 ) ha determinante nullo, ha come determinante Indietro
il prodotto dei determinanti dei due blocchi diagonali, ovvero:
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Detto in altri termini, scegliamo come polo di velocità per lo screw di
velocità dell’utensile il centro del polso.
• Cosı̀ facendo, la posizione e, quindi, anche la velocità di P dipende es-
CASA
clusivamente dalle prime 3 coordinate di giunto q1 , q2 , q3 e non dalle sec-
onde tre q4 , q5 , q6 . Pagina iniziale
J11 J12 JJ II
J = , (148)
J21 J22
J I
risulterà J12 = 03×3 .
Pagina 103 di 169
• Una matrice partizionata come in (148), in cui almeno uno dei blocchi
fuori diagonale (J12 e J21 ) ha determinante nullo, ha come determinante Indietro
il prodotto dei determinanti dei due blocchi diagonali, ovvero:
Schermo pieno
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Si possono quindi studiare le singolarità del manipolatore distinguendole
tra:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Si possono quindi studiare le singolarità del manipolatore distinguendole
tra:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Si possono quindi studiare le singolarità del manipolatore distinguendole
tra:
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Si possono quindi studiare le singolarità del manipolatore distinguendole
tra:
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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4.8.1. Singolarità di struttura del manipolatore antropomorfo
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.1. Singolarità di struttura del manipolatore antropomorfo
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.1. Singolarità di struttura del manipolatore antropomorfo
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.1. Singolarità di struttura del manipolatore antropomorfo
dove:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.1. Singolarità di struttura del manipolatore antropomorfo
dove:
JJ II
0 s1
k0 = 0 ; k1 = k2 = −c1 J I
1 0
Pagina 105 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.1. Singolarità di struttura del manipolatore antropomorfo
dove:
JJ II
0 s1
k0 = 0 ; k1 = k2 = −c1 J I
1 0
Pagina 105 di 169
0 a2 c 1 c 2 c1 (a2 c2 + a3 c23 )
Indietro
p0 = p1 = 0 ; p2 = a2 s1 c2 ; p = s1 (a2 c2 + a3 c23 )
0 a2 s 2 (a2 s2 + a3 s23 )]
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Eseguiamo i vari prodotti vettoriali che compaiono nella (150).
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Eseguiamo i vari prodotti vettoriali che compaiono nella (150).
k0 × (p − p0 ) = S(k0 )p = CASA
0 −1 0 c1 (a2 c2 + a3 c23 )
= 1 0 0 s1 (a2 c2 + a3 c23 ) = Pagina iniziale
0 0 0 (a2 s2 + a3 s23 )
−s1 (a2 c2 + a3 c23 ) Indice
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
k1 × (p − p1 ) = S(k1 )p =
0 0 −c1 c1 (a2 c2 + a3 c23 ) CASA
= 0 0 −s1 s1 (a2 c2 + a3 c23 ) =
c 1 s1 0 (a2 s2 + a3 s23 ) Pagina iniziale
−c1 (a2 s2 + a3 s23 )
= −s1 (a2 s2 + a3 s23 ) = Indice
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
k2 × (p − p2 ) = S(k2 )(p − p2 ) =
0 0 −c1 a3 c1 c23 CASA
= 0 0 −s1 a3 s1 c23 =
c 1 s1 0 a3 s23 Pagina iniziale
−a3 c1 s23
= −a3 s1 s23 = Indice
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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La sottomatrice J11 dello jacobiano vale quindi:
−s1 (a2 c2 + a3 c23 ) −c1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 c1 s23
J11 = c1 (a2 c2 + a3 c23 ) −s1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 s1 s23 . (154)
CASA
0 (a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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La sottomatrice J11 dello jacobiano vale quindi:
−s1 (a2 c2 + a3 c23 ) −c1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 c1 s23
J11 = c1 (a2 c2 + a3 c23 ) −s1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 s1 s23 . (154)
CASA
0 (a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23
Pagina iniziale
Sviluppando det(J) secondo la prima colonna abbiamo:
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La sottomatrice J11 dello jacobiano vale quindi:
−s1 (a2 c2 + a3 c23 ) −c1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 c1 s23
J11 = c1 (a2 c2 + a3 c23 ) −s1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 s1 s23 . (154)
CASA
0 (a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23
Pagina iniziale
Sviluppando det(J) secondo la prima colonna abbiamo:
Indice
−s1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 s1 s23
det(J) = −s1 (a2 c2 + a3 c23 )
(a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23 JJ II
−c1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 c1 s23
−c1 (a2 c2 + a3 c23 ) , (155) J I
(a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La sottomatrice J11 dello jacobiano vale quindi:
−s1 (a2 c2 + a3 c23 ) −c1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 c1 s23
J11 = c1 (a2 c2 + a3 c23 ) −s1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 s1 s23 . (154)
CASA
0 (a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23
Pagina iniziale
Sviluppando det(J) secondo la prima colonna abbiamo:
Indice
−s1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 s1 s23
det(J) = −s1 (a2 c2 + a3 c23 )
(a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23 JJ II
−c1 (a2 s2 + a3 s23 ) −a3 c1 s23
−c1 (a2 c2 + a3 c23 ) , (155) J I
(a2 c2 + a3 c23 ) a3 c23
da cui si vede che il termine (a2 c2 + a3 c23 ) può essere messo in evidenza Pagina 109 di 169
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Risulta allora:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Risulta allora:
det(J) = (a2 c2 + a3 c23 )[−s21 (−a2 a3 s2 c23 − a23 s23 c23 + a2 a3 c2 s23 + a23 s23 c23 ) CASA
−c21 (−a2 a3 s2 c23 − a23 s23 c23 + a2 a3 c2 s23 + a23 s23 c23 )] =
Pagina iniziale
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Dalla (156) risulta che det(J) si annulla nei due casi sotto descritti.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Dalla (156) risulta che det(J) si annulla nei due casi sotto descritti.
• a2 c2 + a3 c23 = 0
Il centro del polso P si trova sull’asse del giunto 1, ovvero sull’asse z0 , CASA
come mostrato in Fig. 21: tale situazione si dice singolarità di spalla. Il
manipolatore perde mobilità nella direzione z1 . Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Dalla (156) risulta che det(J) si annulla nei due casi sotto descritti.
• a2 c2 + a3 c23 = 0
Il centro del polso P si trova sull’asse del giunto 1, ovvero sull’asse z0 , CASA
come mostrato in Fig. 21: tale situazione si dice singolarità di spalla. Il
manipolatore perde mobilità nella direzione z1 . Pagina iniziale
• s3 = 0
Indice
In questo caso, denominato singolarità di gomito, il link 2 ed il link 3
sono allineati: il gomito è completamente steso (q3 = 0) come mostrato
JJ II
in Fig. 22, oppure completamente piegato (q3 = ±π). Il manipolatore
perde mobilità nella direzione x2 . J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
x3
CASA
P
y2 z3
y3 3 x2 Pagina iniziale
q3
z 0 y1 a3
Indice
3
y0 x1
JJ II
x0 a2 z2
1
q2
2 2
J I
1
q1
z1
Pagina 112 di 169
Indietro
Schermo pieno
Figura 21: Singolarità “di spalla” del manipolatore antropomorfo: il centro del polso si trova sull’asse Chiudi
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
y3
x3
CASA
P
y2 3 z3
x2
Pagina iniziale
q3 =0
z 0 y1 a3
3 Indice
y0 x1
x0 a2 JJ II
q2 z2
1 2 2
J I
1
q1
z1
Pagina 113 di 169
0
Indietro
Schermo pieno
Figura 22: Singolarità “di gomito” del manipolatore antropomorfo: in figura è mostrato il caso q3 = 0,
ovvero gomito completamente steso. Un’altra singolarità di gomito si verifica quando q3 = ±π, ovvero Chiudi
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.2. Singolarità di polso
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.2. Singolarità di polso
• Le singolarità del polso sferico possono essere cercate per via algebrica
CASA
esaminando la struttura del blocco J22 che appare nella (148).
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.2. Singolarità di polso
• Le singolarità del polso sferico possono essere cercate per via algebrica
CASA
esaminando la struttura del blocco J22 che appare nella (148).
• J22 è costituito dalle ultime tre colonne di Jo . Come visto nel Par. 4.5.1, Pagina iniziale
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
4.8.2. Singolarità di polso
• Le singolarità del polso sferico possono essere cercate per via algebrica
CASA
esaminando la struttura del blocco J22 che appare nella (148).
• J22 è costituito dalle ultime tre colonne di Jo . Come visto nel Par. 4.5.1, Pagina iniziale
J22 = k3 k4 k5 . (157) JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Il versore k3 è sempre ortogonale al versore k4 e k4 è sempre ortogonale
a k5 , quindi J22 ha rango almeno 2.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Il versore k3 è sempre ortogonale al versore k4 e k4 è sempre ortogonale
a k5 , quindi J22 ha rango almeno 2.
• Ma k3 e k5 possono diventare uguali o opposti a seconda della posizione
CASA
del giunto 5:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Il versore k3 è sempre ortogonale al versore k4 e k4 è sempre ortogonale
a k5 , quindi J22 ha rango almeno 2.
• Ma k3 e k5 possono diventare uguali o opposti a seconda della posizione
CASA
del giunto 5:
in quel caso avremo due colonne non indipendenti e il determinante di Pagina iniziale
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Il versore k3 è sempre ortogonale al versore k4 e k4 è sempre ortogonale
a k5 , quindi J22 ha rango almeno 2.
• Ma k3 e k5 possono diventare uguali o opposti a seconda della posizione
CASA
del giunto 5:
in quel caso avremo due colonne non indipendenti e il determinante di Pagina iniziale
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Inoltre, ricordando che il polso sferico “incarna” gli angoli di Eulero ZY Z
(vedi Par. 3.4.1), si poteva giungere allo stesso risultato osservando che per
sθ = 0 la matrice T (φ) definita nella (138) diviene:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Inoltre, ricordando che il polso sferico “incarna” gli angoli di Eulero ZY Z
(vedi Par. 3.4.1), si poteva giungere allo stesso risultato osservando che per
sθ = 0 la matrice T (φ) definita nella (138) diviene:
CASA
0 −sφ 0
Pagina iniziale
T (φ) = 0 cφ 0 , (158)
1 0 ±1 Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Inoltre, ricordando che il polso sferico “incarna” gli angoli di Eulero ZY Z
(vedi Par. 3.4.1), si poteva giungere allo stesso risultato osservando che per
sθ = 0 la matrice T (φ) definita nella (138) diviene:
CASA
0 −sφ 0
Pagina iniziale
T (φ) = 0 cφ 0 , (158)
1 0 ±1 Indice
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Inoltre, ricordando che il polso sferico “incarna” gli angoli di Eulero ZY Z
(vedi Par. 3.4.1), si poteva giungere allo stesso risultato osservando che per
sθ = 0 la matrice T (φ) definita nella (138) diviene:
CASA
0 −sφ 0
Pagina iniziale
T (φ) = 0 cφ 0 , (158)
1 0 ±1 Indice
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Inoltre, ricordando che il polso sferico “incarna” gli angoli di Eulero ZY Z
(vedi Par. 3.4.1), si poteva giungere allo stesso risultato osservando che per
sθ = 0 la matrice T (φ) definita nella (138) diviene:
CASA
0 −sφ 0
Pagina iniziale
T (φ) = 0 cφ 0 , (158)
1 0 ±1 Indice
0, ±1, ±2, . . . .
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
5. Statica
δW = 0 . (159) Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Uno spostamento virtuale è un piccolo cambiamento di configurazione
δq compatibile con i vincoli esistenti.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Uno spostamento virtuale è un piccolo cambiamento di configurazione
δq compatibile con i vincoli esistenti.
• Il simbolo δq è usato invece di dq appunto a sottolineare che uno sposta-
CASA
mento elementare dq del sistema meccanico nello spazio di configu-
razione non sempre è compatibile con i vincoli esistenti. Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Uno spostamento virtuale è un piccolo cambiamento di configurazione
δq compatibile con i vincoli esistenti.
• Il simbolo δq è usato invece di dq appunto a sottolineare che uno sposta-
CASA
mento elementare dq del sistema meccanico nello spazio di configu-
razione non sempre è compatibile con i vincoli esistenti. Pagina iniziale
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Uno spostamento virtuale è un piccolo cambiamento di configurazione
δq compatibile con i vincoli esistenti.
• Il simbolo δq è usato invece di dq appunto a sottolineare che uno sposta-
CASA
mento elementare dq del sistema meccanico nello spazio di configu-
razione non sempre è compatibile con i vincoli esistenti. Pagina iniziale
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Uno spostamento virtuale è un piccolo cambiamento di configurazione
δq compatibile con i vincoli esistenti.
• Il simbolo δq è usato invece di dq appunto a sottolineare che uno sposta-
CASA
mento elementare dq del sistema meccanico nello spazio di configu-
razione non sempre è compatibile con i vincoli esistenti. Pagina iniziale
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Le azioni (forze e coppie) che compiono lavoro in consenguenza di uno
spostamento virtuale del robot δq = dq sono:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Le azioni (forze e coppie) che compiono lavoro in consenguenza di uno
spostamento virtuale del robot δq = dq sono:
• le azioni τ degli attuatori sui giunti, i quali subiscono uno spostamento CASA
dq
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Le azioni (forze e coppie) che compiono lavoro in consenguenza di uno
spostamento virtuale del robot δq = dq sono:
• le azioni τ degli attuatori sui giunti, i quali subiscono uno spostamento CASA
dq
• il wrench di forza pari a −γ applicato sull’organo terminale3 , il quale Pagina iniziale
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
3
Se γ è l’azione del manipolatore sull’ambiente (ad es. per sollevare e spostare un oggetto oppure per
applicare una forza ad una superficie) allora, per il principio di azione e reazione, −γ è l’azione dell’ambiente
Esci
sul manipolatore
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Le azioni (forze e coppie) che compiono lavoro in consenguenza di uno
spostamento virtuale del robot δq = dq sono:
• le azioni τ degli attuatori sui giunti, i quali subiscono uno spostamento CASA
dq
• il wrench di forza pari a −γ applicato sull’organo terminale3 , il quale Pagina iniziale
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
3
Se γ è l’azione del manipolatore sull’ambiente (ad es. per sollevare e spostare un oggetto oppure per
applicare una forza ad una superficie) allora, per il principio di azione e reazione, −γ è l’azione dell’ambiente
Esci
sul manipolatore
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Le azioni (forze e coppie) che compiono lavoro in consenguenza di uno
spostamento virtuale del robot δq = dq sono:
• le azioni τ degli attuatori sui giunti, i quali subiscono uno spostamento CASA
dq
• il wrench di forza pari a −γ applicato sull’organo terminale3 , il quale Pagina iniziale
da cui: Chiudi
3
Se γ è l’azione del manipolatore sull’ambiente (ad es. per sollevare e spostare un oggetto oppure per
applicare una forza ad una superficie) allora, per il principio di azione e reazione, −γ è l’azione dell’ambiente
Esci
sul manipolatore
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Le azioni (forze e coppie) che compiono lavoro in consenguenza di uno
spostamento virtuale del robot δq = dq sono:
• le azioni τ degli attuatori sui giunti, i quali subiscono uno spostamento
dq CASA
δWτ = τ T δq = τ T dq .
JJ II
Risulta quindi:
J I
δW = δWτ − δWγ =
Pagina 119 di 169
ṗ
= τ T dq − γ T dt = 0 , (160)
ω Indietro
da cui:
Schermo pieno
ṗ
τ T dq = γ T dt . (161)
ω Chiudi
3
Se γ è l’azione del manipolatore sull’ambiente (ad es. per sollevare e spostare un oggetto oppure per Esci
applicare una forza ad una superficie) allora, per il principio di azione e reazione, −γ è l’azione dell’ambiente
sul manipolatore
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ṗ
Sostituendo a secondo membro della (161) J q̇dt = Jdq al posto di dt,
ω
otteniamo:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ṗ
Sostituendo a secondo membro della (161) J q̇dt = Jdq al posto di dt,
ω
otteniamo:
CASA
= γ T Jdq . (162)
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ṗ
Sostituendo a secondo membro della (161) J q̇dt = Jdq al posto di dt,
ω
otteniamo:
CASA
= γ T Jdq . (162)
Indice
La (162) deve valere ∀dq, quindi deve essere verificata la relazione:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ṗ
Sostituendo a secondo membro della (161) J q̇dt = Jdq al posto di dt,
ω
otteniamo:
CASA
= γ T Jdq . (162)
Indice
La (162) deve valere ∀dq, quindi deve essere verificata la relazione:
JJ II
τ T = γT J , (163)
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ovvero, trasponendo ambo i membri dell’Eq. (163)4 :
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
4 Esci
Ricordiamo che (ABC)T = C T B T AT .
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ovvero, trasponendo ambo i membri dell’Eq. (163)4 :
τ = JT γ . (164) CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
4 Esci
Ricordiamo che (ABC)T = C T B T AT .
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
ovvero, trasponendo ambo i membri dell’Eq. (163)4 :
τ = JT γ . (164) CASA
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
4 Esci
Ricordiamo che (ABC)T = C T B T AT .
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6. Dinamica dei robot
equazioni di Lagrange.
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6. Dinamica dei robot
equazioni di Lagrange.
Scrivere le equazioni del moto (o equazioni della dinamica inversa) vuol dire Pagina iniziale
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6. Dinamica dei robot
equazioni di Lagrange.
Scrivere le equazioni del moto (o equazioni della dinamica inversa) vuol dire Pagina iniziale
q coordinate lagrangiane; JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6. Dinamica dei robot
equazioni di Lagrange.
Scrivere le equazioni del moto (o equazioni della dinamica inversa) vuol dire Pagina iniziale
q coordinate lagrangiane; JJ II
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6. Dinamica dei robot
equazioni di Lagrange.
Scrivere le equazioni del moto (o equazioni della dinamica inversa) vuol dire Pagina iniziale
q coordinate lagrangiane; JJ II
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6. Dinamica dei robot
equazioni di Lagrange.
Scrivere le equazioni del moto (o equazioni della dinamica inversa) vuol dire Pagina iniziale
q coordinate lagrangiane; JJ II
terminale).
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In breve, scrivere le equazioni del moto di un meccanismo vuol dire esplicitare
la funzione di dinamica inversa:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In breve, scrivere le equazioni del moto di un meccanismo vuol dire esplicitare
la funzione di dinamica inversa:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
In breve, scrivere le equazioni del moto di un meccanismo vuol dire esplicitare
la funzione di dinamica inversa:
dove τ è il vettore delle azioni (forze o coppie) che gli attuatori esercitano sui
Pagina iniziale
giunti.
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Gli obbiettivi dello studio della dinamica dei robot (e dei meccanismi in genere)
sono molteplici, ne elenchiamo alcuni qui di seguito.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Gli obbiettivi dello studio della dinamica dei robot (e dei meccanismi in genere)
sono molteplici, ne elenchiamo alcuni qui di seguito.
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Gli obbiettivi dello studio della dinamica dei robot (e dei meccanismi in genere)
sono molteplici, ne elenchiamo alcuni qui di seguito.
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
5
Intendiamo qui per traiettoria l’associazione di un percorso nello spazio giunti e di una legge oraria che
Esci
descrive il modo in cui il percorso va eseguito nel tempo
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Gli obbiettivi dello studio della dinamica dei robot (e dei meccanismi in genere)
sono molteplici, ne elenchiamo alcuni qui di seguito.
Chiudi
5
Intendiamo qui per traiettoria l’associazione di un percorso nello spazio giunti e di una legge oraria che
Esci
descrive il modo in cui il percorso va eseguito nel tempo
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Simulazione dinamica
Il modello dinamico (165) può essere facilmente invertito, ricavando
l’espressione delle accelerazioni ai giunti q̈ in funzione delle altre vari-
abili: CASA
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Indice
JJ II
J I
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Schermo pieno
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• Simulazione dinamica
Il modello dinamico (165) può essere facilmente invertito, ricavando
l’espressione delle accelerazioni ai giunti q̈ in funzione delle altre vari-
abili: CASA
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q̈ = q̈(q, q̇, γ, τ ) . (166)
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JJ II
J I
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• Simulazione dinamica
Il modello dinamico (165) può essere facilmente invertito, ricavando
l’espressione delle accelerazioni ai giunti q̈ in funzione delle altre vari-
abili: CASA
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q̈ = q̈(q, q̇, γ, τ ) . (166)
– La (166) può poi essere integrata nel tempo, con metodi numerici, Indice
J I
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• Simulazione dinamica
Il modello dinamico (165) può essere facilmente invertito, ricavando
l’espressione delle accelerazioni ai giunti q̈ in funzione delle altre vari-
abili: CASA
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q̈ = q̈(q, q̇, γ, τ ) . (166)
– La (166) può poi essere integrata nel tempo, con metodi numerici, Indice
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Esempio 6.1: L’equazione della dinamica inversa di un sistema ad 1 DOF
f = mẍ può essere facilmente invertita ottenendo ẍ = m1 f .
CASA
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JJ II
J I
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Esempio 6.1: L’equazione della dinamica inversa di un sistema ad 1 DOF
f = mẍ può essere facilmente invertita ottenendo ẍ = m1 f .
Definendo due variabili di stato x1 = x, x2 = ẋ, possiamo scrivere le equazioni
di stato del sistema: CASA
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JJ II
J I
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Esempio 6.1: L’equazione della dinamica inversa di un sistema ad 1 DOF
f = mẍ può essere facilmente invertita ottenendo ẍ = m1 f .
Definendo due variabili di stato x1 = x, x2 = ẋ, possiamo scrivere le equazioni
di stato del sistema: CASA
Pagina iniziale
ẋ1 = x2
1
ẋ2 = f , (167) Indice
m
dove x1 , x2 , f sono, ovviamente, variabili del tempo. JJ II
J I
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Esempio 6.1: L’equazione della dinamica inversa di un sistema ad 1 DOF
f = mẍ può essere facilmente invertita ottenendo ẍ = m1 f .
Definendo due variabili di stato x1 = x, x2 = ẋ, possiamo scrivere le equazioni
di stato del sistema: CASA
Pagina iniziale
ẋ1 = x2
1
ẋ2 = f , (167) Indice
m
dove x1 , x2 , f sono, ovviamente, variabili del tempo. JJ II
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Esempio 6.1: L’equazione della dinamica inversa di un sistema ad 1 DOF
f = mẍ può essere facilmente invertita ottenendo ẍ = m1 f .
Definendo due variabili di stato x1 = x, x2 = ẋ, possiamo scrivere le equazioni
di stato del sistema: CASA
Pagina iniziale
ẋ1 = x2
1
ẋ2 = f , (167) Indice
m
dove x1 , x2 , f sono, ovviamente, variabili del tempo. JJ II
Esci
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Esempio 6.1: L’equazione della dinamica inversa di un sistema ad 1 DOF
f = mẍ può essere facilmente invertita ottenendo ẍ = m1 f .
Definendo due variabili di stato x1 = x, x2 = ẋ, possiamo scrivere le equazioni
di stato del sistema: CASA
Pagina iniziale
ẋ1 = x2
1
ẋ2 = f , (167) Indice
m
dove x1 , x2 , f sono, ovviamente, variabili del tempo. JJ II
Le Eq. (167) possono essere integrate numericamente con vari metodi. Il
metodo più semplice di integrazione è il metodo di Eulero. Con il metodo di J I
Eulero, fissato un intervallo di tempo ∆t sufficientemente piccolo, possiamo
calcolare le variabili di stato al tempo t + ∆t come segue Pagina 126 di 169
Indietro
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6.1. Richiami sulle equazioni di Lagrange
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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6.1. Richiami sulle equazioni di Lagrange
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JJ II
J I
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6.1. Richiami sulle equazioni di Lagrange
grangiane gli elementi del vettore q delle coordinate dei giunti: si tratta
quindi di rotazioni (θi ) o traslazioni (di ). JJ II
J I
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6.1. Richiami sulle equazioni di Lagrange
grangiane gli elementi del vettore q delle coordinate dei giunti: si tratta
quindi di rotazioni (θi ) o traslazioni (di ). JJ II
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6.1. Richiami sulle equazioni di Lagrange
grangiane gli elementi del vettore q delle coordinate dei giunti: si tratta
quindi di rotazioni (θi ) o traslazioni (di ). JJ II
• I robot manipolatori a base fissa sono quindi sistemi meccanici con vin- Indietro
coli olonomi o, in breve, sistemi olonomi.
Schermo pieno
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
d ∂L ∂L CASA
− = Qi ∀i = 1, . . . , n, (169)
dt ∂ q̇i ∂qi
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JJ II
J I
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
d ∂L ∂L CASA
− = Qi ∀i = 1, . . . , n, (169)
dt ∂ q̇i ∂qi
Pagina iniziale
dove:
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JJ II
J I
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
d ∂L ∂L CASA
− = Qi ∀i = 1, . . . , n, (169)
dt ∂ q̇i ∂qi
Pagina iniziale
dove:
Indice
L=T −V è la funzione lagrangiana, ovvero la differenza tra
l’energia cinetica del meccanismo T e l’energia poten- JJ II
ziale V ;
J I
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
d ∂L ∂L CASA
− = Qi ∀i = 1, . . . , n, (169)
dt ∂ q̇i ∂qi
Pagina iniziale
dove:
Indice
L=T −V è la funzione lagrangiana, ovvero la differenza tra
l’energia cinetica del meccanismo T e l’energia poten- JJ II
ziale V ;
J I
qi è la i-esima coordinata lagrangiana;
Pagina 128 di 169
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
d ∂L ∂L CASA
− = Qi ∀i = 1, . . . , n, (169)
dt ∂ q̇i ∂qi
Pagina iniziale
dove:
Indice
L=T −V è la funzione lagrangiana, ovvero la differenza tra
l’energia cinetica del meccanismo T e l’energia poten- JJ II
ziale V ;
J I
qi è la i-esima coordinata lagrangiana;
Qi è la componente lagrangiana delle forze attive non Pagina 128 di 169
Schermo pieno
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Per i sistemi olonomi è possibile scrivere le equazioni di Lagrange nella forma
seguente:
d ∂L ∂L CASA
− = Qi ∀i = 1, . . . , n, (169)
dt ∂ q̇i ∂qi
Pagina iniziale
dove:
Indice
L=T −V è la funzione lagrangiana, ovvero la differenza tra
l’energia cinetica del meccanismo T e l’energia poten- JJ II
ziale V ;
J I
qi è la i-esima coordinata lagrangiana;
Qi è la componente lagrangiana delle forze attive non Pagina 128 di 169
Le n equazioni (169) sono le equazioni del moto del manipolatore. Schermo pieno
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Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Per chiarire, con riferimento al caso di un robot in moto libero, per la i-esima
componente lagrangiana delle forze attive vale quanto segue:
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Schermo pieno
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Esci
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Per chiarire, con riferimento al caso di un robot in moto libero, per la i-esima
componente lagrangiana delle forze attive vale quanto segue:
Qi = τi − τf i .
Indice
JJ II
J I
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Per chiarire, con riferimento al caso di un robot in moto libero, per la i-esima
componente lagrangiana delle forze attive vale quanto segue:
Qi = τi − τf i .
Indice
Qi = τi − τf i .
Pagina 129 di 169
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Per chiarire, con riferimento al caso di un robot in moto libero, per la i-esima
componente lagrangiana delle forze attive vale quanto segue:
Qi = τi − τf i .
Indice
Qi = τi − τf i .
Pagina 129 di 169
Qi = τi − τf i − J Ti γ , (170)
Chiudi
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Per chiarire, con riferimento al caso di un robot in moto libero, per la i-esima
componente lagrangiana delle forze attive vale quanto segue:
• se il giunto i è un giunto rotoidale, Qi è pari alla coppia totale τi che
CASA
gli attuatori esercitano sul giunto, eventualmente decurtato della coppia
d’attrito τf i agente sul giunto: Pagina iniziale
Qi = τi − τf i .
Indice
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6.2. Applicazione ad un pendolo (. . . ovvero ad un robot a 1 DOF)
x1
Pagina iniziale
g
y'
y θ Indice
Il z1 JJ II
Im 1/N x'
C
J I
O
x
l z' Pagina 130 di 169
z Indietro
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
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J I
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
T = Tm + Tl , (171) Indice
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
T = Tm + Tl , (171) Indice
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
T = Tm + Tl , (171) Indice
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
T = Tm + Tl , (171) Indice
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Dobbiamo adesso calcolare l’energia cinetica e l’energia potenziale del si-
stema.
T = Tm + Tl , (171) Indice
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Il moto del pendolo è una pura rotazione attorno all’asse z ma, per rendere
più generale la trattazione dell’esempio, può essere interpretato anche come
moto di traslazione del centro di massa C a cui si somma una rotazione
attorno al centro di massa. CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Il moto del pendolo è una pura rotazione attorno all’asse z ma, per rendere
più generale la trattazione dell’esempio, può essere interpretato anche come
moto di traslazione del centro di massa C a cui si somma una rotazione
attorno al centro di massa. CASA
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JJ II
J I
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Il moto del pendolo è una pura rotazione attorno all’asse z ma, per rendere
più generale la trattazione dell’esempio, può essere interpretato anche come
moto di traslazione del centro di massa C a cui si somma una rotazione
attorno al centro di massa. CASA
JJ II
J I
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Il moto del pendolo è una pura rotazione attorno all’asse z ma, per rendere
più generale la trattazione dell’esempio, può essere interpretato anche come
moto di traslazione del centro di massa C a cui si somma una rotazione
attorno al centro di massa. CASA
dove ṗC è la velocità del centro di massa, ω è la velocità angolare del pendolo
e JJ II
Ixx −Ixy −Ixz
Il = −Ixy Iyy −Iyz J I
−Ixz −Iyz Izz
è il tensore di inerzia del pendolo rispetto alla terna baricentrica Cx0 y 0 z 0 , pa- Pagina 132 di 169
Schermo pieno
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Il moto del pendolo è una pura rotazione attorno all’asse z ma, per rendere
più generale la trattazione dell’esempio, può essere interpretato anche come
moto di traslazione del centro di massa C a cui si somma una rotazione
attorno al centro di massa. CASA
dove ṗC è la velocità del centro di massa, ω è la velocità angolare del pendolo
e JJ II
Ixx −Ixy −Ixz
Il = −Ixy Iyy −Iyz J I
−Ixz −Iyz Izz
è il tensore di inerzia del pendolo rispetto alla terna baricentrica Cx0 y 0 z 0 , pa- Pagina 132 di 169
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Passiamo adesso ad esplicitare i vari termini che appaiono nella (173). La
posizione del centro di massa vale:
CASA
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JJ II
J I
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Passiamo adesso ad esplicitare i vari termini che appaiono nella (173). La
posizione del centro di massa vale:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
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•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Passiamo adesso ad esplicitare i vari termini che appaiono nella (173). La
posizione del centro di massa vale:
JJ II
J I
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Passiamo adesso ad esplicitare i vari termini che appaiono nella (173). La
posizione del centro di massa vale:
J I
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Schermo pieno
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Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Passiamo adesso ad esplicitare i vari termini che appaiono nella (173). La
posizione del centro di massa vale:
J I
Indietro
Schermo pieno
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Esci
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Passiamo adesso ad esplicitare i vari termini che appaiono nella (173). La
posizione del centro di massa vale:
ω = [0 0 θ̇]T . (176) J I
Indietro
Schermo pieno
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Sostituendo nella (173) le espressioni di ṗC e ω trovate, otteniamo:
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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Sostituendo nella (173) le espressioni di ṗC e ω trovate, otteniamo:
−ls θ θ̇
1 CASA
Tl = m −lsθ θ̇ lcθ θ̇ 0 lcθ θ̇ +
2
0
Pagina iniziale
I xx Ixy Ixz 0
1
0 0 θ̇ Ixy Iyy Iyz 0 Indice
2
Ixz Iyz Izz θ̇
1 JJ II
= (ml2 θ̇2 + Izz θ̇2 ) . (177)
2
J I
Indietro
Schermo pieno
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•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Esplicitando i vari termini, la (171) può quindi essere riscritta come segue:
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Esplicitando i vari termini, la (171) può quindi essere riscritta come segue:
T = Tm + Tl = CASA
1
= (Im N 2 θ̇2 + ml2 θ̇2 + Izz θ̇2 ) =
2 Pagina iniziale
1
Im N 2 + ml2 + Izz θ̇2
=
2| {z } Indice
I
1 2
= I θ̇ , (178) JJ II
2
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Esplicitando i vari termini, la (171) può quindi essere riscritta come segue:
T = Tm + Tl = CASA
1
= (Im N 2 θ̇2 + ml2 θ̇2 + Izz θ̇2 ) =
2 Pagina iniziale
1
Im N 2 + ml2 + Izz θ̇2
=
2| {z } Indice
I
1 2
= I θ̇ , (178) JJ II
2
dove è stato definito il momento d’inerzia totale del sistema, ridotto all’asse z J I
del pendolo, pari a I = Im N 2 + ml2 + Izz .
Pagina 135 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.2. Energia potenziale del pendolo
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.2.2. Energia potenziale del pendolo
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.2. Energia potenziale del pendolo
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.2.2. Energia potenziale del pendolo
JJ II
V = −mg T pC
lc θ J I
= −m 0 −g 0 lsθ
pCz Pagina 136 di 169
= mglsθ . (179)
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
∂L
= I θ̇ . (181) JJ II
∂ θ̇
J I
Indietro
Schermo pieno
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Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
∂L
= I θ̇ . (181) JJ II
∂ θ̇
Derivando la (181) rispetto al tempo otteniamo: J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
∂L
= I θ̇ . (181) JJ II
∂ θ̇
Derivando la (181) rispetto al tempo otteniamo: J I
d ∂L
= I θ̈ . (182) Pagina 137 di 169
dt ∂ θ̇
Indietro
Schermo pieno
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6.2.3. Funzione lagrangiana e sue derivate
∂L
= I θ̇ . (181) JJ II
∂ θ̇
Derivando la (181) rispetto al tempo otteniamo: J I
d ∂L
= I θ̈ . (182) Pagina 137 di 169
dt ∂ θ̇
Derivando invece la L rispetto a θ otteniamo: Indietro
∂L
= −mglcθ . (183) Schermo pieno
∂θ
Chiudi
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6.2.4. Assemblaggio dell’equazione del moto
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
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Schermo pieno
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Esci
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6.2.4. Assemblaggio dell’equazione del moto
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
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Schermo pieno
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Esci
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6.2.4. Assemblaggio dell’equazione del moto
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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Esci
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6.2.4. Assemblaggio dell’equazione del moto
J I
Indietro
Schermo pieno
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Esci
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6.2.4. Assemblaggio dell’equazione del moto
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.2.4. Assemblaggio dell’equazione del moto
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Utilizzando le (182)(183)(184), l’equazione del moto risulta quindi:
I θ̈ + mglsθ = N τm . (185)
CASA
Nel paragrafo seguente applicheremo il metodo ad un robot a catena aperta
a n gradi di libertà.
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3. Applicazione ad un robot a n giunti
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3. Applicazione ad un robot a n giunti
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3. Applicazione ad un robot a n giunti
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3. Applicazione ad un robot a n giunti
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3. Applicazione ad un robot a n giunti
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.3. Applicazione ad un robot a n giunti
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.3.1. Energia cinetica di un link
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
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Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
1
Tli = (mli ṗTli ṗli + ω Ti Ili ω i ) , (186) J I
2
Pagina 141 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
1
Tli = (mli ṗTli ṗli + ω Ti Ili ω i ) , (186) J I
2
dove: Pagina 141 di 169
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
1
Tli = (mli ṗTli ṗli + ω Ti Ili ω i ) , (186) J I
2
dove: Pagina 141 di 169
Chiudi
Esci
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6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
1
Tli = (mli ṗTli ṗli + ω Ti Ili ω i ) , (186) J I
2
dove: Pagina 141 di 169
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.1. Energia cinetica di un link
Come gli allievi ricorderanno dal corso di Meccanica Razionale, l’energia ci-
netica di un corpo rigido ha: CASA
1
Tli = (mli ṗTli ṗli + ω Ti Ili ω i ) , (186) J I
2
dove:
Pagina 141 di 169
• Ili è il tensore d’inerzia (baricentrico) calcolato rispetto a una terna pa- Chiudi
rallela alla terna base Oxyz e avente l’origine nel centro di massa del
link. Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
zi-1 zi
ωi
.
pl
i
Cli CASA
xi
Oi Pagina iniziale
Oi-1
pl xi-1 Indice
i
JJ II
z
J I
y
x
Indietro
Figura 24: Calcolo dell’energia cinetica di un link.
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
zi-1 zi
ωi
.
pl
i
Cli CASA
xi
Oi Pagina iniziale
Oi-1
pl xi-1 Indice
i
JJ II
z
J I
y
x
Indietro
Figura 24: Calcolo dell’energia cinetica di un link.
Schermo pieno
È da notare che il tensore d’inerzia Ili varia al variare dell’orientazione del
link e, quindi, al variare della configurazione del manipolatore q. Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Vediamo adesso come esplicitare l’espressione (186) in funzione delle
coordinate lagrangiane e delle loro derivate rispetto al tempo.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Vediamo adesso come esplicitare l’espressione (186) in funzione delle
coordinate lagrangiane e delle loro derivate rispetto al tempo.
• In modo analogo a come abbiamo fatto nello studio della cinematica
CASA
differenziale, costruiamo, per ogni link, lo jacobiano geometrico che per-
mette di esprimere lo screw di velocità del link, utilizzando come polo il Pagina iniziale
centro di massa, come segue:
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Vediamo adesso come esplicitare l’espressione (186) in funzione delle
coordinate lagrangiane e delle loro derivate rispetto al tempo.
• In modo analogo a come abbiamo fatto nello studio della cinematica
CASA
differenziale, costruiamo, per ogni link, lo jacobiano geometrico che per-
mette di esprimere lo screw di velocità del link, utilizzando come polo il Pagina iniziale
centro di massa, come segue:
" # Indice
(l )
ṗli Jp i
= (l ) q̇ , (187)
ωi Jo i JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Vediamo adesso come esplicitare l’espressione (186) in funzione delle
coordinate lagrangiane e delle loro derivate rispetto al tempo.
• In modo analogo a come abbiamo fatto nello studio della cinematica
CASA
differenziale, costruiamo, per ogni link, lo jacobiano geometrico che per-
mette di esprimere lo screw di velocità del link, utilizzando come polo il Pagina iniziale
centro di massa, come segue:
" # Indice
(l )
ṗli Jp i
= (l ) q̇ , (187)
ωi Jo i JJ II
(l ) (l )
dove Jp i e Jo i sono rispettivamente lo jacobiano traslazionale e quello J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Alla luce della (187), l’energia cinetica può essere scritta in funzione del
vettore q̇, sostituendo a ṗli e ω i le rispettive espressioni:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Alla luce della (187), l’energia cinetica può essere scritta in funzione del
vettore q̇, sostituendo a ṗli e ω i le rispettive espressioni:
CASA
1 T T
Tli = (mli q̇ TJp(li ) Jp(li ) q̇ + q̇ TJo(li ) IliJo(li ) q̇)
2 Pagina iniziale
1 T T
= q̇ T (mliJp(li ) Jp(li ) +Jo(li ) IliJo(li ) )q̇ , (188)
2 Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Alla luce della (187), l’energia cinetica può essere scritta in funzione del
vettore q̇, sostituendo a ṗli e ω i le rispettive espressioni:
CASA
1 T T
Tli = (mli q̇ TJp(li ) Jp(li ) q̇ + q̇ TJo(li ) IliJo(li ) q̇)
2 Pagina iniziale
1 T T
= q̇ T (mliJp(li ) Jp(li ) +Jo(li ) IliJo(li ) )q̇ , (188)
2 Indice
• Il tensore d’inerzia Ili varia con l’orientazione del link mentre se viene
JJ II
calcolato rispetto ad una terna solidale al link stesso rimane costante.
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Alla luce della (187), l’energia cinetica può essere scritta in funzione del
vettore q̇, sostituendo a ṗli e ω i le rispettive espressioni:
CASA
1 T T
Tli = (mli q̇ TJp(li ) Jp(li ) q̇ + q̇ TJo(li ) IliJo(li ) q̇)
2 Pagina iniziale
1 T T
= q̇ T (mliJp(li ) Jp(li ) +Jo(li ) IliJo(li ) )q̇ , (188)
2 Indice
• Il tensore d’inerzia Ili varia con l’orientazione del link mentre se viene
JJ II
calcolato rispetto ad una terna solidale al link stesso rimane costante.
• Esiste una relazione (tensoriale) tra i due tensori d’inerzia che adesso J I
deriveremo.
Pagina 144 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• L’energia cinetica rotazionale del link deve essere invariante rispetto al
sistema di riferimento usato per calcolare il tensore e rispetto al quale
esprimere le componenti della velocità angolare, ovvero:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• L’energia cinetica rotazionale del link deve essere invariante rispetto al
sistema di riferimento usato per calcolare il tensore e rispetto al quale
esprimere le componenti della velocità angolare, ovvero:
CASA
1 T 1 T
ω i Ili ω i = ω ii Ilii ω ii , (189) Pagina iniziale
2 2
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• L’energia cinetica rotazionale del link deve essere invariante rispetto al
sistema di riferimento usato per calcolare il tensore e rispetto al quale
esprimere le componenti della velocità angolare, ovvero:
CASA
1 T 1 T
ω i Ili ω i = ω ii Ilii ω ii , (189) Pagina iniziale
2 2
Indice
dove ω ii è la velocità angolare espressa nella terna i, solidale al link, e
Ilii è il tensore d’inerzia rispetto ad una terna baricentrica parallela alla
JJ II
terna i.
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• L’energia cinetica rotazionale del link deve essere invariante rispetto al
sistema di riferimento usato per calcolare il tensore e rispetto al quale
esprimere le componenti della velocità angolare, ovvero:
CASA
1 T 1 T
ω i Ili ω i = ω ii Ilii ω ii , (189) Pagina iniziale
2 2
Indice
dove ω ii è la velocità angolare espressa nella terna i, solidale al link, e
Ilii è il tensore d’inerzia rispetto ad una terna baricentrica parallela alla
JJ II
terna i.
• Ovviamente Ilii è costante. J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• L’energia cinetica rotazionale del link deve essere invariante rispetto al
sistema di riferimento usato per calcolare il tensore e rispetto al quale
esprimere le componenti della velocità angolare, ovvero:
CASA
1 T 1 T
ω i Ili ω i = ω ii Ilii ω ii , (189) Pagina iniziale
2 2
Indice
dove ω ii è la velocità angolare espressa nella terna i, solidale al link, e
Ilii è il tensore d’inerzia rispetto ad una terna baricentrica parallela alla
JJ II
terna i.
• Ovviamente Ilii è costante. J I
• Sostituendo a ω ii a secondo membro della (189) la quantità Ri T ω i , otte- Pagina 145 di 169
niamo:
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• L’energia cinetica rotazionale del link deve essere invariante rispetto al
sistema di riferimento usato per calcolare il tensore e rispetto al quale
esprimere le componenti della velocità angolare, ovvero:
CASA
1 T 1 T
ω i Ili ω i = ω ii Ilii ω ii , (189) Pagina iniziale
2 2
Indice
dove ω ii è la velocità angolare espressa nella terna i, solidale al link, e
Ilii è il tensore d’inerzia rispetto ad una terna baricentrica parallela alla
JJ II
terna i.
• Ovviamente Ilii è costante. J I
• Sostituendo a ω ii a secondo membro della (189) la quantità Ri T ω i , otte- Pagina 145 di 169
niamo:
Indietro
1 T 1
ω i Ili ω i = ω Ti Ri Ilii Ri T ω i . (190) Schermo pieno
2 2
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La (190) deve essere valida ∀ω i , quindi deve valere la seguente relazione:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La (190) deve essere valida ∀ω i , quindi deve valere la seguente relazione:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La (190) deve essere valida ∀ω i , quindi deve valere la seguente relazione:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La (190) deve essere valida ∀ω i , quindi deve valere la seguente relazione:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
La (190) deve essere valida ∀ω i , quindi deve valere la seguente relazione:
1 T T T JJ II
Tli = q̇ (mliJp(li ) Jp(li ) +Jo(li ) Ri Ilii Ri T Jo(li ) )q̇ . (192)
2
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.2. Energia potenziale di un link
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.2. Energia potenziale di un link
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.2. Energia potenziale di un link
Indice
Cl
i JJ II
g
J I
pl
i
hl i
z
Indietro
O y
x
u
Schermo pieno
Chiudi
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Vli = mli ghli , (193)
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Vli = mli ghli , (193)
Pagina iniziale
dove:
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Vli = mli ghli , (193)
Pagina iniziale
dove:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Vli = mli ghli , (193)
Pagina iniziale
dove:
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Vli = mli ghli , (193)
Pagina iniziale
dove:
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Con riferimento alla Fig.25, scelta la quota dell’origine della terna base
come zero dell’energia potenziale, l’espressione di Vli sarà:
CASA
Vli = mli ghli , (193)
Pagina iniziale
dove:
la verticale.
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
g
Se u = − g è il versore verticale diretto verso l’alto, hli vale:
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
g
Se u = − g è il versore verticale diretto verso l’alto, hli vale:
1
hli = uT pli = − g T pli . (194)
g CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
g
Se u = − g è il versore verticale diretto verso l’alto, hli vale:
1
hli = uT pli = − g T pli . (194)
g CASA
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
g
Se u = − g è il versore verticale diretto verso l’alto, hli vale:
1
hli = uT pli = − g T pli . (194)
g CASA
1
Vli = −mli g g T pli = −mli g T pli , (195) Indice
g
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
g
Se u = − g è il versore verticale diretto verso l’alto, hli vale:
1
hli = uT pli = − g T pli . (194)
g CASA
1
Vli = −mli g g T pli = −mli g T pli , (195) Indice
g
che è valida qualunque sia l’orientazione della terna base. JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.3. Energia cinetica degli attuatori
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.3. Energia cinetica degli attuatori
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
6.3.3. Energia cinetica degli attuatori
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
6
Ad esempio nelle realizzazioni industriali di polsi sferici, in genere gli attuatori degli ultimi tre giunti lavorano
Chiudi
insieme ed è una azione combinata dei tre attuatori che fa muovere un singolo giunto. In modo più generale
si può ipotizzare che valga la relazione q̇ m = Aq̇, dove A ∈ Rn×n è una matrice costante i cui elementi sono
rapporti di riduzione. Nell’ipotesi semplificativa fatta, la matrice A è diagonale diag{Ni } e l’elemento Ni è il
Esci
rapporto di riduzione tra attuatore i-esimo e giunto i-esimo, ovvero: q̇mi = Ni q̇i
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
zi
CASA
z mi+1
Indice
Cmi+1
z i+1
JJ II
i
J I
Indietro
Schermo pieno
Figura 26: Ipotesi semplificativa sull’attuazione: il giunto i è comandato da un singolo attuatore posto
sul link i − 1.
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Facciamo inoltre l’ipotesi che l’attuatore del giunto i + 1 sia rotativo e
abbia lo statore solidale al link i, come mostrato in Fig. 26 per il caso di
giunto rotoidale (il caso di giunto prismatico è analogo).
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Facciamo inoltre l’ipotesi che l’attuatore del giunto i + 1 sia rotativo e
abbia lo statore solidale al link i, come mostrato in Fig. 26 per il caso di
giunto rotoidale (il caso di giunto prismatico è analogo).
CASA
• Sia Imi+1 il tensore di inerzia del rotore i + 1-esimo rispetto ad una terna
baricentrica parallela alla terna base. L’energia cinetica del rotore vale: Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Facciamo inoltre l’ipotesi che l’attuatore del giunto i + 1 sia rotativo e
abbia lo statore solidale al link i, come mostrato in Fig. 26 per il caso di
giunto rotoidale (il caso di giunto prismatico è analogo).
CASA
• Sia Imi+1 il tensore di inerzia del rotore i + 1-esimo rispetto ad una terna
baricentrica parallela alla terna base. L’energia cinetica del rotore vale: Pagina iniziale
1 1 Indice
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Facciamo inoltre l’ipotesi che l’attuatore del giunto i + 1 sia rotativo e
abbia lo statore solidale al link i, come mostrato in Fig. 26 per il caso di
giunto rotoidale (il caso di giunto prismatico è analogo).
CASA
• Sia Imi+1 il tensore di inerzia del rotore i + 1-esimo rispetto ad una terna
baricentrica parallela alla terna base. L’energia cinetica del rotore vale: Pagina iniziale
1 1 Indice
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Schermo pieno
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Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
• Facciamo inoltre l’ipotesi che l’attuatore del giunto i + 1 sia rotativo e
abbia lo statore solidale al link i, come mostrato in Fig. 26 per il caso di
giunto rotoidale (il caso di giunto prismatico è analogo).
CASA
• Sia Imi+1 il tensore di inerzia del rotore i + 1-esimo rispetto ad una terna
baricentrica parallela alla terna base. L’energia cinetica del rotore vale: Pagina iniziale
1 1 Indice
" #
(m )
ṗmi+1 Jp i+1 Indietro
= (m ) q̇ . (197)
ω mi+1 Jo i+1
Schermo pieno
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•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Sostituendo nella (196) le espressioni di ṗmi+1 e ω mi+1 ricavate dalla (197),
otteniamo:
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Sostituendo nella (196) le espressioni di ṗmi+1 e ω mi+1 ricavate dalla (197),
otteniamo:
1 T T CASA
Tmi+1 = q̇ T (mmi+1 Jp(mi+1 ) Jp(mi+1 ) + Jo(mi+1 ) Imi+1 Jo(mi+1 ) )q̇ . (198)
2
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Schermo pieno
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6.3.4. Energia potenziale degli attuatori
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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6.3.4. Energia potenziale degli attuatori
Analogamente a quanto visto per il link i nel Par. 6.3.2, l’energia potenziale
del motore i + 1 può essere calcolata utilizzando la seguente formula: CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Schermo pieno
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6.3.4. Energia potenziale degli attuatori
Analogamente a quanto visto per il link i nel Par. 6.3.2, l’energia potenziale
del motore i + 1 può essere calcolata utilizzando la seguente formula: CASA
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JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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6.3.4. Energia potenziale degli attuatori
Analogamente a quanto visto per il link i nel Par. 6.3.2, l’energia potenziale
del motore i + 1 può essere calcolata utilizzando la seguente formula: CASA
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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6.3.5. Considerazioni sulla funzione lagrangiana e sulle equazioni del moto
CASA
Pagina iniziale
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JJ II
J I
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Schermo pieno
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6.3.5. Considerazioni sulla funzione lagrangiana e sulle equazioni del moto
1
T = q̇ T B(q)q̇ , (200)
2 Pagina iniziale
dove B(q) è detta matrice d’inerzia, dipende dai parametri cinematici e di- Indice
namici del manipolatore, ed è funzione della configurazione q. Risulta:
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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6.3.5. Considerazioni sulla funzione lagrangiana e sulle equazioni del moto
1
T = q̇ T B(q)q̇ , (200)
2 Pagina iniziale
dove B(q) è detta matrice d’inerzia, dipende dai parametri cinematici e di- Indice
namici del manipolatore, ed è funzione della configurazione q. Risulta:
JJ II
n
1 X T T
B(q) = (mliJp(li ) Jp(li ) +Jo(li ) IliJo(li ) + J I
2 i=1
T T
+mmi Jp(mi ) Jp(mi ) + Jo(mi ) Imi Jo(mi ) ) . (201) Pagina 155 di 169
Indietro
Schermo pieno
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L’espressione di B(q) può essere elaborata in modo da fare apparire esplici-
tamente i parametri dinamici (costanti) dei link e degli attuatori.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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L’espressione di B(q) può essere elaborata in modo da fare apparire esplici-
tamente i parametri dinamici (costanti) dei link e degli attuatori.
Una importantissima proprietà della matrice d’inerzia è quella di essere sim-
metrica e definita positiva, quindi è sempre possibile calcolarne l’inversa CASA
Indice
JJ II
J I
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Schermo pieno
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L’espressione di B(q) può essere elaborata in modo da fare apparire esplici-
tamente i parametri dinamici (costanti) dei link e degli attuatori.
Una importantissima proprietà della matrice d’inerzia è quella di essere sim-
metrica e definita positiva, quindi è sempre possibile calcolarne l’inversa CASA
trice di inerzia.
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
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L’espressione di B(q) può essere elaborata in modo da fare apparire esplici-
tamente i parametri dinamici (costanti) dei link e degli attuatori.
Una importantissima proprietà della matrice d’inerzia è quella di essere sim-
metrica e definita positiva, quindi è sempre possibile calcolarne l’inversa CASA
trice di inerzia.
JJ II
In particolare si può dimostrare che per ognuno dei giunti del manipolatore,
la funzione lagrangiana dipende (linearmente!) da
J I
mi = mli + mmi+1 : massa del link i sommata alla massa del motore i +
1, solidale al link; Pagina 156 di 169
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In totale si tratta di 1+3+6+ 1 = 11 parametri dinamici per ogni giunto quindi,
in totale, la funzione lagrangiana del manipolatore dipende da n × 11 para-
metri dinamici che possono apparire individualmente oppure in combinazione
lineare con altri parametri dinamici. CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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In totale si tratta di 1+3+6+ 1 = 11 parametri dinamici per ogni giunto quindi,
in totale, la funzione lagrangiana del manipolatore dipende da n × 11 para-
metri dinamici che possono apparire individualmente oppure in combinazione
lineare con altri parametri dinamici. CASA
La costanza dei parametri dinamici sopra elencati fa sı̀ che, nelle operazioni
di derivazione previste dal metodo di Lagrange, solo le funzioni cinematiche Pagina iniziale
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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In totale si tratta di 1+3+6+ 1 = 11 parametri dinamici per ogni giunto quindi,
in totale, la funzione lagrangiana del manipolatore dipende da n × 11 para-
metri dinamici che possono apparire individualmente oppure in combinazione
lineare con altri parametri dinamici. CASA
La costanza dei parametri dinamici sopra elencati fa sı̀ che, nelle operazioni
di derivazione previste dal metodo di Lagrange, solo le funzioni cinematiche Pagina iniziale
moto alla fine risultino lineari rispetto ai parametri dinamici (ma non rispetto
JJ II
alle q e q̇).
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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In totale si tratta di 1+3+6+ 1 = 11 parametri dinamici per ogni giunto quindi,
in totale, la funzione lagrangiana del manipolatore dipende da n × 11 para-
metri dinamici che possono apparire individualmente oppure in combinazione
lineare con altri parametri dinamici. CASA
La costanza dei parametri dinamici sopra elencati fa sı̀ che, nelle operazioni
di derivazione previste dal metodo di Lagrange, solo le funzioni cinematiche Pagina iniziale
moto alla fine risultino lineari rispetto ai parametri dinamici (ma non rispetto
JJ II
alle q e q̇).
Tale linearità permette di identificare in modo abbastanza agevole i parametri
J I
dinamici non perfettamente noti tramite l’esecuzione di prove sperimentali.
Pagina 157 di 169
Indietro
Schermo pieno
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
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Schermo pieno
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
JJ II
J I
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Schermo pieno
Chiudi
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
giunti;
Schermo pieno
Chiudi
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Applicando il metodo di Lagrange si giunge alla scrittura delle equazioni del
moto che sono nella forma:
dove:
Pagina iniziale
giunti;
Schermo pieno
τ F ∈ Rn vettore delle forze d’attrito.
Chiudi
Esci
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Come preannunciato all’inizio del capitolo, la (202) può essere invertita
tramite il calcolo di B −1 (q):
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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A. Screw
(polo);
Schermo pieno
• un sistema di riferimento rispetto al quale esprimere le componenti dei
due vettori ṗ e ω.
Chiudi
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generale in cui siano ω 6= 0 e ṗ 6= 0, esiste sempre una retta, detta “asse
centrale” o “asse elicoidale,” tale che se uno dei suoi punti è scelto come
polo, allora ω e ṗ sono paralleli, esattamente come succede, appunto, in una
vite che si avviti in una madrevite fissa: la vite trasla lungo il proprio asse e CASA
contemporaneamente ruota attorno allo stesso asse. I punti del corpo rigido
appartenenti all’asse centrale hanno tutti (istantaneamente!) la stessa ve- Pagina iniziale
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Dato che i cinematismi che studiamo sono di tipo seriale, ed ogni membro ha
rispetto al precedente un moto elicoidale relativo (degenerato in una pura ro-
tazione o traslazione) caratterizzato da un certo “twist screw” relativo, allora il
moto complessivo dell’organo terminale può essere calcolato sommando op- CASA
portunamente i twist screw relativi imposti dal moto dei singoli giunti. “Som-
mare opportunamente” vuol dire utilizzare lo stesso sistema di riferimento Pagina iniziale
riferimento Ox0 y0 z0 ) ω 1,0 , ω 2,1 , ω 2,0 , dove ω i,j indica la velocità angolare del
corpo i rispetto al corpo j. Tra le velocità angolari vale la seguente legge di Esci
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composizione:
n
(i)
X
ṗn,0 = ṗn,i−1 (206) Chiudi
i=1
Esci
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Impilando i primi ed i secondi membri delle (205)(206) possiamo scrivere:
n
" #
(i)
ṗn,0 X ṗn,i−1
= (207)
ω n,0 ω i,i−1 CASA
i=1
Non è difficile riconoscere nel primo membro della (207) lo screw di velocità Pagina iniziale
del corpo rigido n, mentre a secondo membro abbiamo la sommatoria degli
screw di velocità relativa tra ogni corpo ed i precedente. Se quindi indichiamo Indice
con:
JJ II
ṗn,0
v n,0 = (208)
ω n,0
J I
lo screw di velocità relativa del corpo n rispetto al corpo 0 e con
" # Pagina 164 di 169
(i)
ṗn,i−1
v i,i−1 = (209)
ω i,i−1 Indietro
lo screw di velocità relativa del corpo i rispetto al corpo i − 1, possiamo sem- Schermo pieno
plicemente scrivere:
Chiudi
n
X
v n,0 = v i,i−1 , (210)
Esci
i=1
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quindi gli screw di velocità di corpi in moto relativo tra loro si compongono
tramite un’operazione di semplice somma, purché venga utilizzato lo stesso
sistema di riferimento e lo stesso polo di velocità per esprimere le coordinate
dei varie screw. CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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B. Cenni sui sistemi meccanici con vincoli anolonomi
Una sfera che rotola senza strisciare su un piano, come mostrato in Fig. 27,
si muove in uno spazio di configurazione di dimensione 5. CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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B. Cenni sui sistemi meccanici con vincoli anolonomi
Una sfera che rotola senza strisciare su un piano, come mostrato in Fig. 27,
si muove in uno spazio di configurazione di dimensione 5. CASA
Ciò perché l’unico vincolo olonomo esistente è che la quota del centro della
sfera rispetto al piano deve essere costante e pari al raggio R. Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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B. Cenni sui sistemi meccanici con vincoli anolonomi
Una sfera che rotola senza strisciare su un piano, come mostrato in Fig. 27,
si muove in uno spazio di configurazione di dimensione 5. CASA
Ciò perché l’unico vincolo olonomo esistente è che la quota del centro della
sfera rispetto al piano deve essere costante e pari al raggio R. Pagina iniziale
Per il resto, il punto di contatto può muoversi liberamente sul piano (2 DOF)
e l’orientazione della sfera può essere qualsiasi (3 DOF), quindi il sistema ha Indice
5 DOF.
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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B. Cenni sui sistemi meccanici con vincoli anolonomi
Una sfera che rotola senza strisciare su un piano, come mostrato in Fig. 27,
si muove in uno spazio di configurazione di dimensione 5. CASA
Ciò perché l’unico vincolo olonomo esistente è che la quota del centro della
sfera rispetto al piano deve essere costante e pari al raggio R. Pagina iniziale
Per il resto, il punto di contatto può muoversi liberamente sul piano (2 DOF)
e l’orientazione della sfera può essere qualsiasi (3 DOF), quindi il sistema ha Indice
5 DOF.
JJ II
z0
J I
o1z
z1 y1 Pagina 166 di 169
y0
O0 o1y
O1 x1
x0 Indietro
o1x
Schermo pieno
Chiudi
Figura 27: Esempio di sistema meccanico con vincoli anolonomi: sfera che rotola su un piano.
Esci
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Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
Come coordinate lagrangiane si possono scegliere: CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
Come coordinate lagrangiane si possono scegliere: CASA
• le due coordinate x = o1x e y = o1y del centro della sfera rispetto al piano, Pagina iniziale
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
Come coordinate lagrangiane si possono scegliere: CASA
• le due coordinate x = o1x e y = o1y del centro della sfera rispetto al piano, Pagina iniziale
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
Come coordinate lagrangiane si possono scegliere: CASA
• le due coordinate x = o1x e y = o1y del centro della sfera rispetto al piano, Pagina iniziale
I gradi di mobilità della sfera, vincolata a rotolare senza strisciare sul piano,
J I
sono invece:
Pagina 167 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
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Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
Come coordinate lagrangiane si possono scegliere: CASA
• le due coordinate x = o1x e y = o1y del centro della sfera rispetto al piano, Pagina iniziale
I gradi di mobilità della sfera, vincolata a rotolare senza strisciare sul piano,
J I
sono invece:
caso 1 3 gradi di mobilità, se permettiamo alla sfera di ruotare Pagina 167 di 169
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Fissiamo una terna O0 x0 y0 z0 solidale al piano di rotolamento con l’asse z ad
esso ortogonale e una terna O1 x1 y1 z1 solidale alla sfera e avente l’origine nel
centro della sfera stessa.
Come coordinate lagrangiane si possono scegliere: CASA
• le due coordinate x = o1x e y = o1y del centro della sfera rispetto al piano, Pagina iniziale
I gradi di mobilità della sfera, vincolata a rotolare senza strisciare sul piano,
J I
sono invece:
caso 1 3 gradi di mobilità, se permettiamo alla sfera di ruotare Pagina 167 di 169
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Uno spostamento virtuale della sfera ha solo tre componenti indipendenti nel
caso 1 e solo due componenti indipendenti nel caso 2.
CASA
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
•Prima •Precedente •Avanti •Ultima •Vai Indietro •Schermo Pieno •Chiudi •Esci
Uno spostamento virtuale della sfera ha solo tre componenti indipendenti nel
caso 1 e solo due componenti indipendenti nel caso 2.
Infatti, per il vincolo di puro rotolamento, le rotazioni infinitesime della sfera
parallelamente agli assi x0 e y0 sono legate agli spostamenti δx e δy del centro CASA
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Uno spostamento virtuale della sfera ha solo tre componenti indipendenti nel
caso 1 e solo due componenti indipendenti nel caso 2.
Infatti, per il vincolo di puro rotolamento, le rotazioni infinitesime della sfera
parallelamente agli assi x0 e y0 sono legate agli spostamenti δx e δy del centro CASA
δx = Rωy δt Indice
δy = −Rωx δt , (211)
JJ II
dove R è il raggio della sfera.
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Uno spostamento virtuale della sfera ha solo tre componenti indipendenti nel
caso 1 e solo due componenti indipendenti nel caso 2.
Infatti, per il vincolo di puro rotolamento, le rotazioni infinitesime della sfera
parallelamente agli assi x0 e y0 sono legate agli spostamenti δx e δy del centro CASA
δx = Rωy δt Indice
δy = −Rωx δt , (211)
JJ II
dove R è il raggio della sfera.
Ricordiamo che il legame esistente tra la velocità angolare ω e le derivate J I
temporali degli angoli di Eulero è (vedi Eq. (137) che qui si riporta):
Pagina 168 di 169
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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Uno spostamento virtuale della sfera ha solo tre componenti indipendenti nel
caso 1 e solo due componenti indipendenti nel caso 2.
Infatti, per il vincolo di puro rotolamento, le rotazioni infinitesime della sfera
parallelamente agli assi x0 e y0 sono legate agli spostamenti δx e δy del centro CASA
δx = Rωy δt Indice
δy = −Rωx δt , (211)
JJ II
dove R è il raggio della sfera.
Ricordiamo che il legame esistente tra la velocità angolare ω e le derivate J I
temporali degli angoli di Eulero è (vedi Eq. (137) che qui si riporta):
Pagina 168 di 169
1 0 cθ
Chiudi
Esci
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Uno spostamento virtuale della sfera ha solo tre componenti indipendenti nel
caso 1 e solo due componenti indipendenti nel caso 2.
Infatti, per il vincolo di puro rotolamento, le rotazioni infinitesime della sfera
parallelamente agli assi x0 e y0 sono legate agli spostamenti δx e δy del centro CASA
δx = Rωy δt Indice
δy = −Rωx δt , (211)
JJ II
dove R è il raggio della sfera.
Ricordiamo che il legame esistente tra la velocità angolare ω e le derivate J I
temporali degli angoli di Eulero è (vedi Eq. (137) che qui si riporta):
Pagina 168 di 169
1 0 cθ
Chiudi
0
dove k è il versore dell’asse z0 , j è il versore della linea dei nodi orientata
(asse y 0 ) e k1 è il versore dell’asse z1 . Esci
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da cui:
ωx = −sφ θ̇ + cφ sθ ψ̇ (212)
ωy = cφ θ̇ + sφ sθ ψ̇ (213) CASA
ωz = φ̇ + cθ ψ̇ . (214)
Pagina iniziale
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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da cui:
ωx = −sφ θ̇ + cφ sθ ψ̇ (212)
ωy = cφ θ̇ + sφ sθ ψ̇ (213) CASA
ωz = φ̇ + cθ ψ̇ . (214)
Pagina iniziale
Sostituendo le Eq. (212) e (213) nelle Eq. (211) si ottiene:
Indice
JJ II
J I
Indietro
Schermo pieno
Chiudi
Esci
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da cui:
ωx = −sφ θ̇ + cφ sθ ψ̇ (212)
ωy = cφ θ̇ + sφ sθ ψ̇ (213) CASA
ωz = φ̇ + cθ ψ̇ . (214)
Pagina iniziale
Sostituendo le Eq. (212) e (213) nelle Eq. (211) si ottiene:
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da cui:
ωx = −sφ θ̇ + cφ sθ ψ̇ (212)
ωy = cφ θ̇ + sφ sθ ψ̇ (213) CASA
ωz = φ̇ + cθ ψ̇ . (214)
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Sostituendo le Eq. (212) e (213) nelle Eq. (211) si ottiene:
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• Nel caso 1, in cui è permesso alla sfera avere una componente di ve-
locità angolare ωz , si possono scegliere come variabili indipendenti del
generico spostamento virtuale le tre rotazioni infinitesime δφ, δθ, δψ.
CASA
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JJ II
J I
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• Nel caso 1, in cui è permesso alla sfera avere una componente di ve-
locità angolare ωz , si possono scegliere come variabili indipendenti del
generico spostamento virtuale le tre rotazioni infinitesime δφ, δθ, δψ.
CASA
• Nel caso 2 invece, in cui non è permesso alla sfera avere una compo-
nente di velocità angolare ωz , esiste un ulteriore vincolo anolonomo che Pagina iniziale
otteniamo eguagliando a zero il II membro dell’Eq. (214), ovvero:
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• Nel caso 1, in cui è permesso alla sfera avere una componente di ve-
locità angolare ωz , si possono scegliere come variabili indipendenti del
generico spostamento virtuale le tre rotazioni infinitesime δφ, δθ, δψ.
CASA
• Nel caso 2 invece, in cui non è permesso alla sfera avere una compo-
nente di velocità angolare ωz , esiste un ulteriore vincolo anolonomo che Pagina iniziale
otteniamo eguagliando a zero il II membro dell’Eq. (214), ovvero:
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φ̇ + cθ ψ̇ = 0 . (217) JJ II
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• Nel caso 1, in cui è permesso alla sfera avere una componente di ve-
locità angolare ωz , si possono scegliere come variabili indipendenti del
generico spostamento virtuale le tre rotazioni infinitesime δφ, δθ, δψ.
CASA
• Nel caso 2 invece, in cui non è permesso alla sfera avere una compo-
nente di velocità angolare ωz , esiste un ulteriore vincolo anolonomo che Pagina iniziale
otteniamo eguagliando a zero il II membro dell’Eq. (214), ovvero:
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φ̇ + cθ ψ̇ = 0 . (217) JJ II
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17 Robot planare 4R. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
18 Polso sferico di tipo roll-pitch-roll. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
19 Angoli di Eulero e polso sferico. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
20 Velocità angolare e angoli di Eulero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93 CASA
21 Singolarità “di spalla” del manipolatore antropomorfo: il centro del polso si trova
sull’asse del giunto 1, ovvero sull’asse z0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109 Pagina iniziale
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