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LINEE SULLA TERRA

Relazioni tra gli uomini attraverso le cose →


1) rapporto tra uomo e cose: accesso o esclusione ad esse
2) rapporto tra uomo e latri uomini attraverso le cose
→ relazioni mediate attraverso le COSE che sono la materia prima investita da trasformazioni che
la fanno diventare RISORSA; spesso le cose sono investite da valenza culturale e significato
simbolico → ES: legno (è materia prima trasformata dall'uomo in risorsa, e può essere investita da
significato culturale se si parla di un'icona)

Le relazioni tra gli uomini sono RELAZIONI DI POTERE → instaurato un rapporto uomo-cosa,
esso avrà riflessi e influenze su altri uomini (capacità di influenzare l'altro tramite la competizione):
1) partecipazione/esclusione dal godimento della cosa
2) determinazione gerarchia sociale fondata sulla diversa accessibilità alle cose

Noi ci pensiamo separati dalle cose ma la nostra vita è un'unione/ibrido tra noi e le cose: noi
siamo ciò che è nostro → uomo e cosa contaminano l'uno l'identità dell'altro:
1) l'uomo si definisce attraverso le cose
2) le cose si definiscono attraverso la relazione con l'uomo
ES: un bambino ha un oggetto transizionale che rappresenta il suo rapporto con la madre;
inizialmente vi è un rapporto simbiotico tra mamma-bambino, poi quel dato oggetto diventa il
distanziatore dalla madre e ha valenza fondamentale.
ES: i vestiti che scegliamo di mettere diventano mediatori della nostra relazione con gli altri
Questi ibridi sono capaci di indirizzare le relazioni successive, rendendo oggettivi i rapporti di
potere → non si può discutere l'unità uomo cosa affermatasi in un contesto in cui è diventata un
“dato per scontato”, se non agendo in modo trasgressivo rispetto alle regole sociali
→ unità uomo cosa, tende a perpetuare i rapporti sociali

Quando le relazioni attraverso le cose riguardano le società, allora l'unità uomo-cosa assume un
ruolo economico e politico → le relazioni tra una società e le cose su cui essa si poggia sono
indispensabili in rapporto ad altre società

Spesso si nasconde la relazione con altri uomini dietro le cose → ES: un grande proprietario terriero
ha un rapporto con le grandi proprietà dietro cui sono nascosti altri uomini, come i braccianti

RELAZIONI TRA UOMINI ATTRAVERSO IL TERRITORIO


La terra è contenitore di tutte le cose, perchè tutte le cose sono contenute nella sua estensione ma
allo stesso tempo è essa stessa cosa perchè si può possedere, vendere, donare, essere investita di
aspetti culturali e simbolici ecc

TERRA → 3 significati:
1) estensione: la superficie terrestre è misurabile con strumenti geometrici e rappresentabile
con proiezioni geografiche. La terra affrontata come estensione è sintomo di diversità tra
varie culture; noi, ad esempio, ragioniamo per percorsi i cui tempi e modi sono fondamentali
nel nostro modo di concepire lo spazio
2) insieme di caratteristiche geografiche: è l'insieme degli elementi costitutivi della fisicità
terrestre, ovvero tutte le risorse naturali a disposizione delle società (per A. Turco è
COMPLESSITA' ORIGINARIA)
3) è territorio, ovvero spazio naturale investito dal lavoro dell'uomo che modifica lo spazio
naturale rendendolo antropogeno
L'unità uomo-terra è fondamentale per la formazione delle diverse società → per L. Febvre la
coltivazione dell'ALBERO UTILE è l'inizio della fissazione dell'uomo al suolo e la delimitazione
della proprietà e della patria nasce dalla necessità di difendere le coltivazioni arboree che
richiedono la stabilità del gruppo umano (albero utile fa nascere sentimenti di proprietà, possesso e
patria)
→ la nozione di proprietà è quella di proprietà terriera (Maria Losano)

L'unità uomo-terra è storicamente e culturalmente determinata:


– cambia nel tempo
– dipende dall'azione dei vari popoli, che vi si rapportano in modo specifico
– si dispiega con continuità MA quando avviene un cambiamento, esso si ripercuote sull'unità
uomo-terra

CARL SCHMITT → “la terra è la madre del diritto” → la terra fertile ha in sé una misura di
giustizia e diritto perchè la fatica che l'uomo dedica alla terra è ricompensata dal raccolto. Il terreno
dissodato dall'uomo mostra delle linee che rendono visibili delle suddivisioni della terra →
mostrano l'appropriazione della terra da parte dell'uomo

L'involucro uomo-terra ha un carattere fondativo rispetto alle successive articolazioni uomo-cose;


questi involucri ridefiniscono:
– l'uomo attraverso la terra
– la terra attraverso la relazione con l'uomo
→ quando il nucleo uomo-terra si chiude, attorno ad esso si organizzano le relazioni sociali
esercitando rapporti di potere
ES: relazione proprietario-latifondo afferma un legame uomo-cosa che:
– determina le relazioni del proprietario con gli altri uomini
– definisce un ordine sociale ampio
La chiusura di questo bozzolo fa sì che la sudditanza sia considerata inevitabile

→ la relazione con la terra ha funzione GENERATIVA rispetto alle altre relazioni: “i grandi atti
primordiali del diritto sono localizzazioni legate alla terra” (C. Schmitt) → dall'appropriazione
della terra discendono le appropriazioni successive
QUINDI
le relazioni tra gli uomini passano attraverso il territorio → da individuo a società

TERRITORIALITA' → relazione tra i soggetto attraverso il territorio, che è uno spazio


organizzato che riflette il tipo di relazioni esistenti tra le persone in quello spazio

Le prime riflessioni sulla territorialità si originano dall'etologia, che studia il comportamento


animale di tipo territoriale
Gli animali:
– demarcano il territorio e ne fissano il possesso
– utilizzano meccanismi aggressivi che scattano al superamento dei limiti territoriali da parte
di estranei
→ tali comportamenti si riscontrano anche nella specie umana (sono una RITUALIZZAZIONE
DEL CONFLITTO che serve ad evitare il conflitto stesso)

EIBL-EIBESFELT → afferma che anche l'uomo ha la tendenza a prendere possesso di un


territorio ponendovi barriere contro gli intrusi
Territorialità:
– occupazione territorio
– segnalazione del possesso
– difesa dagli intrusi
La demarcazione non implica agli altri di non accedere ma il rispetto delle regole stabilite dai
proprietari al momento dell'accesso
→ territorialità è costante antropologica e non imperativo biologico fisso

ROBERT ARDREY → afferma l'esistenza di una COGENZA DEL TERRITORIO, visto come
un'area che un uomo/animale difende con un istinto primigenio → omologazione tra
comportamento umano e animale
→ Le esigenze territoriali dell'uomo sono risposte a un imperativo operante, uguale per uomini e
per animali (l'istinto agisce con efficacia nel comportamento umano)
MA
CRITICA DI DAVID STOREY AD ARDREY
egli afferma la mancanza di rigore scientifico nella selezione strumentale dei dati empirici, con
volontà di sostenere la società liberale americana

GELEN ARNOLD → afferma che gli uomini sono CARENTI rispetto agli animali (non sono
specificatamente adatti agli ambienti; non hano artigli, denti in grado di uccidere, per cui non hanno
comportamenti istintivi degli animali)
A questa carenza corrisponde un ONERE, di sopravvivere e conservarsi, attraverso l'attuazione
di pratiche esoneranti per resistere → l'immediatezza rende l'uomo carente rispetto agli animali.
L'uomo deve allontanare l'immediatezza e prevedere cosa succederà, deve agire in modo
PROGETTUALE e non istintivo.
L'uomo deve usare il LINGUAGGIO che permette di:
– accumulare esperienza, attraverso la comunicazione da parte di altri
– prevedere il futuro
– mettere in riserva qualcosa per il futuro
L'agire umano è una dimensione progettuale e strategica: l'uomo adatta l'ambiente a sé, non come
gli animali che si adattano all'ambiente

I geografi stabiliscono una differenza tra la territorialità animale e quella umana, riconoscendo la
presenza di similarità:

SOJA: afferma che la territorialità è un fenomeno COMPORTAMENTALE legato


all'organizzazione dello spazio in sfere di influenza o in territori demarcati, distintivi per chi li
occupa o per chi li ha definiti
→ Le sfere di influenza devono essere comunicabili socialmente ed istituiscono un carattere di
esclusività (esistenza di un interno/esterno)

Territorialità individuale: E. Hall parla di uno spazio prossemico → territorialità definita come
sfera difensiva di ciascun individuo. Esistono delle strategie per intagliare questa sfera personale,
che riguardano la posizione del corpo e le espressioni verbali → anche per il corpo si hanno delle
regole di accesso, descrivibili attraverso 4 tipi di distanze:
1) distanza intima (0-40 cm) → comporta contatto fisico ed è uno spazio limitato a poche
persone
2) distanza personale (40-120 cm) → crea un rapporto che mantiene formalità
3) distanza sociale (1-2 m – 4 m ) → distanza tenuta in ambienti pubblici
4) distanza pubblica (4-8 m) → tenuta tra un oratore e un ascoltatore, ad esempio in uno
spettacolo di teatro
→ lo spazio prossemico, se è obbligato, non è considerato infrazione di una certa distanza
La difesa delle sfere individuali territoriali è culturalmente determinante → ES: giapponesi tentano
di evitare contatti fisici, diversamente dagli occidentali

Territorialità sociale: gruppi umani che ritagliano sfere di influenza nello spazio, ovvero nel
territorio, attraverso la creazione di soglie (aree di transizione tra la sfera di influenza e l'esterno)
Questi territori permettono:
– creazione di identità sociale
– esercizio dell'esclusività spaziale (controllo di chi includere/escludere in quello spazio)

→ per Soja, alla radice dell'identità territoriale delle collettività c'è la capacità di creare contesti
territoriali definiti grazie al disegno di confini → l'isotropia dello spazio va rotta da soglie che
differenziano ciò che accade dentro e fuori da quei territori
Una volta ritagliato il territorio dev'essere organizzato e le rotture vanno proiettate al suolo, grazie
al SIMBOLISMO TERRITORIALE (bandiere, immagini, insegne)
→ esso dev'essere posto ai limiti del territorio e al centro di esso:
– in periferia per rivolgerli contro gli estranei
– al centro per comunicare un rinforzo della lealtà del gruppo
Il simbolismo territoriale consolida l'identità territoriale e rafforza il senso di esclusività
determinando l'inclusione/esclusione di altri individui
ES: visione filmato dell'alzabandiera in una zona di confine tra India e Pakistan (→ ritualizzazione
conflitto, al fine di evitarlo)

ROBERT SACK → afferma che la territorialità è strategia di potere, ovvero un tentativo da parte d
un individuo di agire su persone, fenomeni, relazioni, attraverso il controllo su un'area geografica
→ è controllo che comporta sforzo stabile
3 caratteristiche della territorialità:
1) classificazione per aree di soggetti: crea le condizioni per spersonalizzare le relazioni
costituendo gerarchie sociali
2) comunicazione della presenza di tali aree → limiti che definiscono aree devono garantire
comunicabilità
3) volontà di controllare l'accesso ad un'area
→ per Sack questi fattori sono presenti in tutte le società e sono presenti diversi gradi di
territorialità a seconda della rigidità con cui è imposto il controllo su un'area

CLAUDE RAFFESTIN → territorialità è l'insieme delle relazioni di un attore con gli altri attori
attraverso il territorio
Crea una sequenza triangolare: il vissuto territoriale di un attore è un tramite attraverso cui egli
contatta altri attori

T= HrE dove:
T= territorialità
H= individuo di una collettività
r= relazione
E= esteriorità

→ ciò dimostra che la territorialità è dinamica e cambia nel tempo, nella misura in cui H ed E
cambiano nel tempo → essa è oggetto di trasgressione
E' stabile quando H ed E permangono nel tempo o cambiano a velocità sincrona
perchè
le relazioni della territorialità possono essere:
– simmetriche (rapporti di equilibrio)
– asimmetriche (rapporti di imprevedibilità)
La territorialità di un attore individua le relazioni che egli intrattiene con l'esteriorità attraverso la
mediazione del territorio.
Recentemente Raffestin ha proposto una definizione di territorialità che è costituita dalle relazioni
intrattenute da una società con l'ambiente fisico e sociale per soddisfare i propri bisogni

QUINDI:
territorialità= insieme delle relazioni tra individui e gruppi sociali attraverso il territorio
ALLORA
unità uomo-terra= figure della territorialità, ovvero specifiche forme assunte in un dato
tempo/spazio
→ tali figura usano la territorialità come modalità organizzativa → una società trova orizzonti
stabili di relazione con altre società grazie alla ISTITUZIONALIZZAZIONE DEI
COMPORTAMENTI TERRITORIALI → ORDINAMENTI DI TERRITORIALITA'
Eibl-Eibesfelt → “la territorialità è un principio che procura ordine e serve a evitare conflitti” e
costruisce un ordine sociale, ordinando:
– verso l'interno
– verso l'esterno
Territorialità permette di regolare rapporti:
– tra membri di una stessa comunità
– tra una comunità e altre comunità
→ ES: recinto con cane che abbaia manifesta una regola che è quella di non entrare

Per costruire un ordine occorre definire un INTERNO ed un ESTERNO → in un campo
delimitato possono esistere barriere interne ma non pregiudicano l'unità, altrimenti costituirebbero
una nuova divisione di campi

ESEMPI DI CREAZIONE DI INTERNO ESTERNO TRA OCCIDENTE ED ORIENTE


1) Occidene → fondazione di Roma, Andrea Carandini
2) Oriente → James Hillman

2)Secondo Hillman, il giardino è il primo strumento di intelligibilità dell’anima in quanto esso é


propriamente anima. I giardini di Kyoto con i loro ponti, i sentieri tortuosi o piani e le foglie cadute,
sono metafore del percorso dello spirito umano. Hillman in un’intervista del ’97 ad opera di Silvia
Ronchey, afferma che i mutamenti del giardino giapponese durante il corso delle stagioni
intrattengono un rapporto analogico con quelli dell’anima. Questa concezione, secondo Hillman, è
ben espressa nella poesia giapponese per eccellenza:l’haiku. Qui, al posto di quella ostacolante
concezione personalistica della poesia occidentale, troviamo una sorta di annullamento dell’io negli
elementi naturali.

Territorialità risponde all'ambivalenza dei bisogni umani:


1) necessità di chiusura per identificare una intimità (autoriconoscersi)
2) necessità di socializzare con altre unità (comunicazione regolata)
ES → divisione in 2 campi operativa nel pensiero mitico in cui c'è divisione tra spazio sacro e
spazio profano → consacrazione religiosa= delimitazione spaziale (templum= tagliare)

LA SEPARAZIONE: Gregory Bateson analizza la Genesi e sottolinea il processo da cui ha


origine l'ordine, ottenuto attraverso la separazione:
– tra tenebre e luce
– tra acque inferiori e superiori attraverso il cielo
– tra umido e secco (terra)
– tra specie vegetali e animali
– tra sole e luna+stelle
→ suddivisione della realtà in campi separati da cui dipendono le successive attività di
classificazione e denominazione umane

CARL SCHMITT → parla di confini regolabili, ovvero due campi separati per stabilire l'ordine
Afferma che nessuna norma è applicabile al caos; l'ordinamento giuridico ha senso solo nell'ordine,
che è stabilito con la separazione tra interno/esterno, cosa che permette il controllo del conflitto

Con l'instaurarsi dell'ordine si esprime il PARADOSSO DELLA SOVRANITA' (espressione di


Giorgio Agamben) → il sovrano istituisce l'ordine ma allo stesso tempo ne è fuori; egli è colui che
stabilisce la distinzione tra interno ed esterno ma anche delle misure eccezionali e d'urgenza che
comportano la sospensione delle norme abituali (STATO DI ECCEZIONE, luogo in cui la
violenza diventa diritto e viceversa)
Nel caso dello stato di eccezione si crea una zona indifferenziata tra esterno ed interno in cui si
comprende il caos nell'ordinamento
Chi è dentro lo stato di eccezione vive la nuda vita, perchè dentro non valgono nemmeno i diritti
umani → ES: campi di concentramento, gulag, prigione di AbuGraib in Iraq (luoghi fuori dai quali
vige l'ordinamento dello stato)

DIRITTO
La territorialità è vicina al diritto, inteso come ordinamento → territorialità = relazioni → diritto =
relazioni instaurate dalle società (dimensione relazionale)
Per cui il diritto è ordinamento del sociale, ovvero regola anch'esso, come la territorialità, le
relazioni

PAOLO GROSSI → la società ha bisogno di essere organizzata attraverso il diritto → capacità


della società di creare dall'interno delle regole e far sì che esse siano rispettate (idea di diritto non
come costrizione ma come fattore richiesto dalla società)

→ diritto permette la coesistenza di soggetti diversi al fine di uno scopo comune, attraverso:
– auto-organizzazione della società che istituisce delle regole
– osservazione regole
Per cui la società può trovare la forma di governo più adatta senza pressioni esterne ma in Africa ci
sono società eterodirette, guidate dall'esterno

TERRITORIALITA'+DIRITTO discendono da un'azione fondativa e quindi hanno origine


comune, sottolineata dal fatto che il titolo giuridico più radicale è la terra e l'istituzione del diritto è
data dall'occupazione della terra
+
esse dipendono l'una dall'altra:
– l'una per formalizzare le regole di cui è intessuta
– l'altro per garantirsi l'efficacia
La territorialità utilizza il diritto per solidificare le sue regole di accesso ai territori → permette la
materializzazione del diritto (ES: recinzione di un fondo, targa di un'ambasciata)

Ordinamento:
1) ordinare significa fare i conti con la territorialità (ordinamento è imposizione potestativa
dall'alto)
2) ordinare significa applicare un sistema rigoroso che compone situazioni diverse
In sintesi → l'ordinamento della territorialità è l'espressione della necessità ordinativa di una realtà
sociale, e nasce dal suo interno. Ciò avviene nelle società che possono organizzarsi autonomamente
mentre quando una società è dominata da attori esterni la sua capacità di costruire ordinamenti
territoriali è compressa e ridotta

Presenza di pluriordinamentalità → molti attori, ognuno dei quali decide il proprio ordine, per
questo gli ordinamenti sono soggetti a trasgressioni che minano la sua stabilità e la sua coerenza,
presupposto fondamentale perché un assetto risulti efficace e comunicabile agli altri

FRANCESCO REMOTTI → riflette sulle costruzioni dell'IDENTITA' → le unità uomo terra


sono una costruzione sociale, ovvero la risposta di una società alla necessità di inscrivere nel
territorio il proprio ordine
L'identità è ciò che rimane, perchè “la stabilità aiuta a identificare” → essa è costruita, è un fattore
di decisione e vi è uno che sceglie i confini/contorni (ha la responsabilità di aver diviso cose che
altri avrebbero tenuto insieme)
→ per costruire un'identità occorre RECIDERE DELLE ALTERNATIVE (altre possibili opzioni
di identità; questa selezione comporta:
– manifestazione del potere
– applicazione di una violenza
Chi delimita il territorio, dà ordine al comportamento territoriale, e dopo questa decisione si elevano
gli ordinamenti e così l'identità è costituita (essa è l'unica via di salvezza per l'uomo rispetto al
mutamento continuo)
MA
al di sotto ci sono le connessioni alternative accantonate (sotto le strutture vivono le alternative=

3 livelli dello schema Remotti:


1) FLUSSI (alla base)
2) CONNESSIONI
3) COSTRUZIONE DI IDENTITA'

con Remotti avviene il passaggio dalla molteplicità delle connessioni possibili all'edificazione di
una specifica identità, quando si decidono i confini. Spesso ci sono relazioni trasgressive che
mettono in gioco le costruzioni di identità e aprono varchi in recinti apparentemente solidi

Insensatezza di strutture identitarie rigide → rigidità comporta crolli improvvisi perchè conduce
fino alla negazione di ogni alterità, creando presupposti per la distruzione di quelle costruzioni
incapaci di rapportarsi col mutamento

A. flusso destrutturante, cambiamento imprevedibile


B. alternative possibili, opzioni diverse
C. ordinamenti di territorialità → modo in cui un percorso si precisa da fluidità ad ordinamento
specifico
Gli ordinamenti servono a rendere prevedibile il comportamento degli attori e progettabile l'azione
sociale, evitandone lo sfascio

Costituzione ordinamento territoriale, necessita di:


1) dove passano i limiti tra interno/esterno
2) di cosa sono costituiti tali limiti e quali sono le regole di passaggio
Alla base di queste decisioni ci sono due condizioni:
A. legittimazione dell'attore che compie le scelte
B. modalità di rappresentazione del territorio

A → capacità di creazione del consenso sociale e concerne il rapporto tra potere e accordo-
obbedienza:
– direzione ascendente: identifica come la società stabilisce i requisiti di legittimità →
identificazione fonti di legittimità del potere dentro una collettività
– direzione discendente: un attore trasforma la legittimità in atti ordinativi → come il potere
costruisce la sua autorità e organizza verso il basso le strutture dell'ordinamento
B→ occorre avere un'adeguata rappresentazione del territorio per costruire un ordinamento
territoriale.
La rappresentazione implica una denominazione verbale/grafica di descrizione della superficie
terrestre e la delimitazione deve essere condivisa dai membri della collettività

TRASGRESSIONI
Una volta costituito un ordinamento territoriale, esso SI STABILIRA' NEL TEMPO, NELLO
SPAZIO E NEL CORPO SOCIALE
MA
accanto alla delimitazione tracciata continueranno ad agire le connessioni alternative, ovvero le
TRASGRESSIONI, che (per Grossi) trovano spazio quando diventano tecnica per ganrantire il
pieno controllo sociale

Trasgressioni → modi di tenere aperte possibilità diverse quando un ordinamento diventa troppo
rigido, incapace di reggere il cambiamento.
Esse sono di diverso tipo:
1) riguarda gli eventi di circolazione di uomini/cose/informazioni che l'ordinamento vieta →
ES: il contrabbado (quando assume rilevanza quali-quantitativa è indice dell'inefficacia di
un ordinamento)
2) cambiamento di forma o tracciato del confine tra interno/esterno: un sistema di limiti può
mutare forma → ES: possono essere abbattute senza permesso demarcazioni fisiche o
possono essere modificati i tracciati dei limiti per denunciare l'insostenibilità di un assetto
territoriale
3) cambiamento delle regole di accesso a un campo definito da limiti → ES: ciò che prima era
escluso ora può essere incluso
4) tipo più radicale: annuncio di cambiamento di un ordinamento, che avviene quando non c'è
più legittimazione dell'ordinamento e esso perde consenso → quando ciò accade si instaura
un nuovo interno(esterno
Le trasgressioni si formano dal flusso, determinato anche dalla imprevedibilità della natura

LE REGOLE → valgono nella misura in cui sono osservate dagli utenti

PAOLO GROSSI → parla del mistero dell'osservanza.


Afferma che l'osservanza è diversa dall'obbedienza (l'adesione spontanea dei soggetti prevale sul
contenuto sanzionatorio)

Osservanza: accettazione della regola venata da nervature psicologiche di convinzione e


consapevolezza
Sanzione: misura messa in atto per assicurare l'osservanza o costringere l'inosservanza

Diritto → ordinamento osservato del sociale → ES: gli abitanti di un villaggio rispettano i recinti
delle case perchè aderiscono al valore organizzativo che tali limiti esercitano sui comportamenti
territoriali → territorialità è un ordinamento osservato del sociale che si esprime come
comportamento territoriale.
All'origine c'è la volontà di auto-organizzazione del sociale da cui nasce l'ordinamento ma, se siamo
in un ordinamento imposto dall'alto, la regola diventa imperativa, ovvero minaccia di sanzione
MA
qualunque sia l'osservanza, vale l'azione della trasgressione, leggibile come:
– richiesta di riadeguamento
– meccanismo evolutivo
– delegittimazione regole fondanti l'osservanza

TERRA → è immota e salda, perciò è un dato di fatto


MA
gli elementi della fisicità terrestre sono soggetti al cambiamento e interagiscono tra loro → queste
dinamiche naturali sono parte rilevante delle dinamiche del flusso, ovvero quel cambiamento
incessante che le società umane tentano di controllare con gli ordinamenti territorialità

Nelle storia territoriali avvengono mutamenti:


– spaziali
– temporali
– sociali
che si presentano come
– isolati
– interferenti
→ essi sono delle perturbazioni, quasi delle catastrofi che generano un passaggio da uno stato
stabile ad un altro attraverso la trasformazione

Natura → attore non consapevole ma in grado di retro-agire sugli ordinamenti → c'è una storia
naturale che modifica la storia umana → natura può compiere trasgressioni + uomo interagisce con
la natura, interazioni a cui la natura stessa re agisce
→ catena di reazioni e interazioni che ha ripercussioni sugli ordinamenti territoriali
Se la natura agisce sulla territorialità, ridisegnandone gli assetti, allora si possono modificare anche
gli equilibri interni delle società → azione natura è componente essenziale del flusso

TERRITORIALITA' MODERNA

Stato → un unico attore su un unico territorio con un'unica strategia di controllo → unicità e
unitarietà della territorialità moderna
L'ordinamento territoriale moderno è il più:
– chiuso
– compatto
– stringente
– rigoroso
Natalino Irti: “è la sfera la figura geometrica che meglio rappresenta il potere di dominazione
statale” perchè la sfera ha una identità definita

L'ordinamento statale è unico e il territorio è la casa dello stato → non possono esistere poteri
concorrenti. 3 volti dello stato:
– soggetto
– ordine giuridico
– luogo della politica

Il diritto e la territorialità sono strettamente legati e lo STATO ha bisogno di un ambito geografico


per esercitare la sua sovranità

La presunzione di unicità ha esercitato valenza imperialistica nel modo di vedere il mondo →


superficie terrestre divisa in stati

PAOLO GROSSI → lo stato europeo moderno è uno dei 1000 ordinamenti manifestatisi nella
storia. E' dalla società che nasce il diritto ed è la società che è naturalmente giuridica
Società = pluralità (concezione che ammette molti attori, territori, ordinamenti)

Il periodo medievale è esempio di un differente modo di costruire l'ordine sociale/territoriale → la


società medievale è SENZA STATO perchè il disgregarsi dell'impero romano ha comportato:
– moltiplicazione dei centri
– modalità di auto-organizzazione delle società
→ nel vuoto lasciato dall'impero romano si moltiplicano gli ordinamenti (elaborazione della
molteplicità)
La società si struttura in entità autonome nel senso di un inserimento al centro di un tessuto di
relazioni che creano un contesto di condizionamento reciproco: il diritto medievale è un ordine del
sociale spontaneo, nato dal basso, da una società che si autotutela costruendosi delle autonomie
(nicchie protettive)

ANGELO TURCO → il medioevo combatte l'eccesso di complessità ambientale con la


complessificazione interna

1) nel primo medioevo ogni persona portava un diritto specifico e differenziato → la specificità
della persona è identificata nella stirpe e nel legame a gruppi forti che creano diritti speciali
(chierici o mercanti)
2) nel secondo medioevo, pluralismo è singolarissima convivenza sul medesimo territorio di:
- statuti comunali
- consuetudini locali
- legislazione principesca
- diritto feudale e mercantile
→ Cosa implica questa multiordinamentalità?
Città, feudi, signorie hanno una loro dimensione territoriale, per cui vi è una molteplicità di
involucri su uno stesso ambito territoriale.

La molteplicità degli ordinamenti porta alla sovrapposizione degli stessi → non esiste un unico
potere centrale che organizzi le relazioni interne ed esterne e ciò significa avere una molteplicità di
confini e nessuno che determina IL confine

Alla pluralità degli ordinamenti si affianca la mobilità delle attribuzioni di possedimenti e diritti e la
mobilità delle appartenenze personali → per il medioevo la regola giuridica dell'appartenenza
sociale dimostra che il confinamento tra formazioni politiche sia una situazione complessa che è
l'insieme piuttosto che il calcolo binario → non c' linearità del confine e la sua rappresentazione
spaziale è diversa da quella che si imporrà nella modernità
→ questo dimostra ce la regola per determinare una limitazione territoriale è enunciabile anche
indipendentemente dall'acquisizione di una scienza cartografica che descriva il territorio,
perchè è l'esercizio della giurisdizione a determinare i possedimenti territoriali
ZONALITA' → caratteristica delle delimitazioni medievali: un confine territoriale solo in alcune
situazioni è lineare e la natura interviene a modificare gli assetti degli ordinamenti territoriali,
qualificandosi come parte essenziale delle dinamiche del flusso

In età medievale si esprime la molteplicità di attori politici mentre con l'età moderna si afferma la
sovranità dello stato, il pieno ptere del principe, con lo svuotamento degli ordinamenti territoriali
medievali
→ non è possibile individuare un punto di svolta preciso del passaggio da pluriordinamentalità a
ordinamento unico e moderno ma si potrebbero cogliere dei segni di discontinuità nell'ambito
dell'organizzazione moderna rispetto a quella medievale quando la complessità degli ordinamenti
medievali si è ridotta ad unità
La trasformazione degli ordinamenti è dovuta al recedere del vincolo personale e al consolidarsi
dell'appartenenza territoriale e del ruolo della delimitazione, grazie all'azione dell'organizzazione
centralizzata degli stati moderni
Si giunge ad un ordinamento politico fondato sullo stato → avvento dello JUS PUBLICUM
EUROPEI, ovvero il diritto internazionale con nuovi attori che sono gli stati

Vincolo tra territorio e potere statale impone una gerarchia dei limiti territoriali → il confine dello
stato diventa strumento di regolazione delle relazioni con gli altri stati.
Gli altri limiti interni diventano strutturazioni amministrative dello stato; il confine evolve verso:
– unicità, perchè unica è la giurisdizione dello stato
– visibilità, perchè il corpo territoriale statale deve concretizzarsi sule carte o sul territorio
– linearità, perchè annulla ogni margine di incertezza

Con la delimitazione territoriale si va verso un unico ordinamento dello stato che inizialmente non
distrugge la pluralità ordinamentale medievale, ma l'esito finale di questo percorso si ha con la
caduta dell'ancien regime, con cui si ha l'uguaglianza dei cittadini, dove prevale la diffidenza verso i
gruppi intermedi che porta alla costruzione centralistica del potere statale, diversamente dagli
ordinamenti territoriali precedenti, che erano fondati sui privilegi personali e ammettevano le
diversità qualitative delle persone.

CARL SCHMITT → l'inizio della modernità coincide con una RIVOLUZIONE SPAZIALE,
ovvero una trasformazione determinante dell'immagine planetaria del mondo

Sulle considerazioni di Schmitt, CARLO GALLI, individua l'origine della POLITICA


MODERNA → si tratta di più rivoluzioni che destabilizzano l'idea medievale dello spazio:
1) crisi cosmologica, dovuta alla rivoluzione copernicana
2) crisi geografica, dovuta alla scoperta delle terre transoceaniche
3) crisi della spazialità economica (passaggio da campi aperti a enclousers)
Con queste crisi risulta impossibile una spazialità differenziata.

La costruzione dello spazio politico moderno avviene secondo i principi di Hobbes (logica spaziale
che prevede:
– uno spazio naturale amorfo
– un'esigenza del soggetto di delimitare razionalmente lo spazio artificiale della politica

Galli assegna un ruolo fondamentale al cambiamento delle rappresentazioni spaziali nell'avvento


della politica moderna → si transita all'unicità del territorio statale, allo sfoltimento della
molteplicità di attori e alla semplificazione della complessità territoriale
→ si impone la GEOMETRIA COME STRUTTURA DELLO SPAZIO MODERNO
La sovranità assoluta per esprimersi esige una TABULA RASA sui cui erigere la sua costruzione
politica:
– unitaria
– coesa → uno stato, un territorio, un diritto
– senza incrinature
→ uno spazio vuoto, senza impedimenti sociali, è pronto a registrare il calco della forma impressa
dallo stato

ROBERT SACK → dispone del concetto di SPAZIO VUOTO → lo stato moderno ne dispone
perchè ha la carta geografica, strumento che rende liscio il territorio e usa un linguaggio geometrico
che corrisponde alla necessità della geometria politica disegnata dallo stato

Con la carta ciò che è vivo diventa immobile → rappresentazione cartografica impone il sacrificio
del vivente
Sul territorio depurato lo stato può imporre la sua geometria

La piena modernità afferma in Europa il vincolo tra potere politico e diritto:


– potere politico: stato come entità totalizzante che controlla ogni manifestazione sociale
– diritto: cemento della struttura statale
Se il diritto si statalizza, essendo molti gli stati, allora esso si particolarizza (stati= isole politiche e
giuridiche).
Lo stato dialoga solo con l'esterno e con entità statuali simili mentre all'interno si impone attraverso
il diritto.

GALLI → nota la differenza tra sovranità dello stato continentale, rappresentata giuridicamente e
abitata da singoli che essa rende popolo, e quella inglese che è la corporeità del paese incarnata
nella persona del monarca

INDIVIDUO PROPRIETARIO → diritto naturale superiore apre la via all'ingresso dell'individuo


in quanto proprietario.
La costruzione di un corpo giuridico introdusse due nuove identità politiche:
– stati territoriali
– individui proprietari

GROSSI → afferma che ci sono 2 protagonisti (dialettica stato individuo)


– lo stato persona
– individuo abbiente

Per Galli la partita politica si gioca tra individuo e stato, protagonisti dell'ordinamento territoriale
moderno (territorio statale + proprietà fondiaria sono specchio di questi due protagonisti)

FRIEDRICH RATZEL → afferma che il bene fondiario è uno stato in miniatura (definizione
contestata per confusione di proprietà e sovranità)

Due simboli della territorialità moderna:


1) territorio dello stato: la sovranità statale vige sul territorio delimitato → fissazione di
confini statali (unici, certi e lineari)
2) proprietà fondiaria → l'individuo è una unità socio economica fondamentale nello stato. I
suoi diritti di proprietà vigono su un terreno determinato

CONFINI+ LIMITI FONDIARI → definiscono aree di pertinenza della sovranità statale e della
proprietà privata

L'imporsi della proprietà è la volontà di autonomia del soggetto e sancisce la disuguaglianza sociale
ed economica tra ceti forti → la proprietà privata è il grado primo della disuguaglianza perchè
determina la disponibilità di certi beni per alcuni e l'esclusione per tutti gli altri. Inoltre la proprietà
è trasferibile nel tempo (ereditarietà che cristallizza la disuguaglianza, creando una gerarchia delle
possibilità)

Due dimensioni coesistenti e configgenti nell'ordinamento moderno:


1) lo stato garantisce la proprietà privata e stabilisce la sottomissione gerarchica dei cittadini
2) i privati garantiscono risorse e legittimazione allo stato e hanno spazi larghi di autonomia
→ entrambe le forze necessitano l'una dell'altra
GALLI → spazio politico moderno è dove si incontrano i destini del soggetto e dello stato. La
modernità è l'equilibrio tra movimento universale del soggetto e dello stato
→ vi è un patto fondamentale tra i soggetti: lo spazio pubblico deve rendere possibile quello privato
→ geometria unitaria ma duplice della modernità

PROPRIETA' COLLETTIVE → in esse prevale il comunitario sull'individuale e l'appropriazione


non si esercita sul fondo ma su ciò che quel fondo può produrre per la sopravvivenza della comunità

BLOMLEY → la proprietà privata è un concetto scontato che incontra l'agire sociale. E' solo un
modello tra i tanti possibili ma si è impostato nelle società liberali come cardine della regolazione
sociale ed economica
→ esclusione di chi non è gradito al proprietario è frutto di alleanza cittadino-stato (in questo
modello la sfera privata è luogo di individualità e autonomia mentre l'azione statale è un attentato
alla libertà)

CRITICA alla formazione di questo archetipo proprietario: nell'Alto medioevo sul territorio si
inverte il rapporto uomo-natura perchè le cose si ingigantiscono e hanno libertà rispetto alle pratiche
esoneranti messe in atto dalle società umane.
Per un soggetto incapace di incidere sulla fisicità terrestre è inevitabile un approccio umile e
rispettoso delle cose → ciò porta a un ordinamento che si adegua alle cose

Nel Medioevo si passa dalla VALIDITA' alla EFFETTIVITA' (da corrispondenza ad un


archetipo giuridico ad aderenza ai fatti) → si approda ad un orizzonte plurale

La molteplicità e il sovrapporsi di proprietà corrispondono a un assetto giuridico caratterizzato da


molteplicità → in 5 secoli si arriverà alla proprietà moderna, iniziando dal consolidarsi di un
soggetto che vede la proprietà come emanazione delle sue potenzialità.
Proprietario moderno = è distaccato da ogni contenuto e la proprietà risulta dispiegata, tanto che si
arriva alla immedesimazione tra soggetto e proprietà

Stato e Individuo hanno diverse attitudini rispetto ai territori su cui esercitano il loro dominio e
hanno un'ampiezza differente di potere
Nell'ordinamento moderno i soggetti plasmano liberamente ciò che c'è all'interno dei loro territori
(dopo aver svuotato di ogni contenuto sociale i territori che dominano, possono riempirli della loro
identità).
L'azione del soggetto nella rappresentazione del territorio ha:
– premessa: esplorazione, enumerazione oggetti contenuti e approvazione cognitiva del
territorio che si domina
– svolgimento: progetto che dà forma a ciò che è contenuto nel territorio

Per lo stato moderno la società è l'insieme di individui singoli e ogni aggregazione è vista con
sospetto perchè non si deve opporre alla volontà statale → società è insieme dei cittadini messi in
forma dallo stato → l'uguaglianza dei cittadini favorisce la sparizione delle soggettività sociali

In età moderna la relazione stato-società è definita:


– l'attore sintagmatico è lo stato sovrano
– l'oggetto di azione è la società
– l'obiettivo è introdurre determinazioni dove altrimenti ci sarebbe casualità
→ allo stesso modo, nel suo recinto, l'individuo proprietario domina su ciò che nella proprietà è
contenuto

La separazione tra soggetto-oggetto è il presupposto dell'intervento trasformativo → essa è la


distanza tra chi ha il diritto di agire e chi il dovere di conformarsi alla volontà sovrana. La misura di
questa distanza è nel grado di riduzione del silenzio cui è costretto ciò su cui l'attore interviene

I soggetti moderni plasmano la società intera (lo stato) e il contenuto sociale delle proprietà
(individuo proprietario) al fine di cristallizzare la propria identità

BAUMAN → metafora dell'incisione: scolpire la forma desiderata nel corpo dei soggetti e delle
relazioni sociali su cui esso ha piena disponibilità
→ conoscere= disarmare, in modo da controllare eventuali opposizione
Questa attività è chiamata RICOGNIZIONE da parte dello stato

Attraverso il controllo della legittimità lo stato nega al suo oggetto il diritto di opporsi. L'agente
segreto che deve acquisire informazioni sulla realtà da modificare sono le scienze sociali → per
essere modificata una realtà deve essere duttile (rapporto tra solidità e capacità di penetrazione
dell'utensile impiegato)

Sequenza moderna: attore-ricognizione-progetto → l'attore intende plasmare la realtà e per farlo


deve acquisire delle informazioni su cui basare il suo progetto

DIMENSIONE TERRITORIALE:
1) dell'attività di ricognizione: essa è la premessa per l'azione di governo e per la gestione
fondiaria. Essa si esplica:
- nella costruzione della cartografia, con cui si impone la geometria politica moderna → la
carta fa ragionare sul territorio
- nell'enumerazione, ovvero la misura di quanto lo stato contiene
Attraverso queste due esplicazioni nasce la statistica, grazie a cui si possono calcolare gli
effetti delle azioni (la ricognizione è compiuta con la carta e il numero)
La carta è un ordine operativo: la rappresentazione geografica è promessa di una
territorialità realizzabile. Lo spazio bianco è il punto di partenza di pianificazione.
Il calcolo dei costi/benefici permette di prevedere gli esiti degli interventi, di avere una
certezza matematica.
La carta permette di mobilitare l'operatività → il territorio che sarà è già rappresentato
2) dell'attività di progettazione: determinato l'obiettivo col disegno e col calcolo, il soggetto
interviene sul territorio con la programmazione e l'effettuazione col succedersi di atti →
attività progettuale si fonda su una certezza.
La strategia di pianificazione del soggetto presume di limitare le imprevidibilità
ALTRI ORDINAMENTI
L'ordinamento territoriale moderno presenta una duplice frontiera in avanzamento:
1) la prima è interna: procede nel corpo degli stati europei e porta all'assolutizzazione
giuridica; alla riduzione della scena sociale ai due attori essenziali, lo stato sovrano e
l'individuo proprietario. Riduce gli spazi per altri ordinamenti, fino a quasi la loro scomparsa
2) la seconda è esterna: avanza col colonialismo su tutte le terre emerse considerate libere e
utili. L'espansione dell'ordinamento territoriale moderno a livello globale è condotta col
potere delle armi, ovvero grazie a una differenza tecnologica nelle capacità belliche
→ entrambe le frontiere sono guidate da:
– logica cartografica
– logica enumerativa
Si va dalla riduzione al silenzio di ciò che non può essere ricondotto a forma geometrica/numero,
alla trasformazione dello spazio da differenziato ad assoluto.

L'ultimo spazio libero sulla frontiera esterna è l'interno del continente africano → estremo limite per
l'ordinamento moderno → qui ci sono 2 territorialità:
1) esito di una precisa storia: il modello westfaliano e la concezione continentale della
proprietà
2) espressione di territorialità basiche o di territorialità che esprimono ordinamenti politico
sociali differenti

Il pensiero occidentale afferma la propria misura sulle terre nuove delle costituende colonie,
imponendo l'ordinamento della territorialità di cui è portatore (ES: ha ricondotto alla unica forma
della proprietà privata i diversi modelli uomo-terra)
L'Occidente ha guardato i diritti fondiari africani con 3 pregiudizi:
1) la carta geografica, come unica rappresentazione vera e utile del territorio
2) il concetto di proprietà, come riassunto delle forme di relazione uomo-cose
3) il contratto e le leggi di successione, come modalità corrette per organizzare i rapporti
fondiari
→ per l'Occidente l'Africa è una tabula rasa, un vuoto di diritti preressi, e quindi si offre libera alle
pratiche di appropriazione; non vi sono soggetti giuridici riconoscibili dal diritto internazionale e
non vi sono organizzazioni politiche dotate di caratteristiche statuali

Il procedere della colonizzazione è travolgente, ogni opposizione è abbattuta e nulla riesce a


fermare il disporsi dei nuovi disegni territoriali

WOLFGANG REINHARD → afferma che nella storia del colonialismo europeo si possono
osservare le concatenazioni di eventi che non sono state pianificate → solo ex post gli stati coloniali
intervengono per dare ordine.
La scarsa pianificazione del potere centrale conferisce una rilevanza più accentuata all'iniziativa dei
singoli e il potere centrale si deve riorganizzare in un'unica struttura, la colonia, tutti gli interventi
puntuali
→ nella colonizzazione europea agisce IL PRINCIPIO DELL'EFFETTO SECONDARIO NON
INTENZIONALE (essa è una conseguenza indiretta di azioni individuali che non un obiettivo
volutamente perseguito dai governi europei:
1) questo principio conferma che ciò che unifica i tanti attori della colonizzazione è una
concezione della territorialità, ovvia scontata e implicita, che si dimostra efficace al pari di
una possibile pianificazione centralizzata, guidata dall'alto → i diversi attori proiettano con
il loro agire spontaneo l'ordinamento della territorialità che hanno introiettato.
Il colonialismo appare come una capacità di pensare e di mettere in esecuzione un progetto
di modificazione o di creazione territoriale. Il progetto coloniale si deve pensare come un
sostrato germinativo che in presenza di eventi e personalità, configura una nuova geografia
funzionale all'azione sociale. Questo progetto ignora la territorialità africana, per fondarsi su
quella moderna
2) occorre considerare quando gli stati colonizzatori dovranno “rimettere ordine” e per fare ciò
faranno riferimento al bagaglio strumentale che la storia della territorialità europea mette a
disposizione.
Le potenze coloniali tracceranno confini lineari tra i rispettivi possedimenti, creando
contenitori territoriali fino a costruire la nuova realtà politica africana al tempo
dell'indipendenza.
Si penserà all'istituzione di uffici destinati a gestire le proprietà fondiarie secondo le regole
europee

Lo spirito geometrico e la semplicità dell'ordinamento europeo si scontrano con la complessità


sociale e forme della territorialità difficili da governare → compaiono altri attori:
– organizzazioni politiche basiche
– nomadismo e mobilità inattesa
– molte forme religiose
– la natura, potente nel disegnare continuamente le condizioni della vita materiale
→ un tessuto fitto di relazioni tra uomini attraverso il territorio africano che la semplicità
dell'ordinamento territoriale europeo ignorava o lo leggeva con le categorie del primitivo/arretrato

Le ferrovie apriranno la strada al colonialismo e ricondurranno alla modernità l'interno del


continente africano→ la strada ferrata è l'agente privilegiato della trasformazione della terra in una
mappa gigantesca, in quanto primo cammino terrestre a costruirsi in modo artificiale in base al
proprio piano di scorrimento

Critica del trasferimento dell'ordinamento moderno al continente africano si avvale della


riconsiderazione del tessuto di relazioni, ovvero la realtà di riferimento a partire dalla quale la
capacità ordinativa si può dispiegare.

PLURIORDINAMENTALITA' DEL POSSEDERE


Realtà africana è plurima e cangiante, misurata attraverso i rapporti fondiari.
ETIENNE LE ROY → afferma che il rapporto fondiario è un rapporto sociale determinato dalla
appropriazione dello spazio → è una relazione tra attori attraverso il territorio, che quindi configura
un ordinamento territoriale, definendo un interno e un esterno
MA
in altre civiltà, diverse da quella occidentale, è tutto un pullulare vivo di culture diverse dove non è
la terra che appartiene all'uomo ma l'uomo alla terra
→ vi sono altri modi di possedere, diversi dalla proprietà intesa come diritto individuale
Bisogna assumere il fatto che la proprietà è una mentalità, non un assoluto
→ nel fare la storia di questa mentalità non ci si deve fermare alla questione terminologica
(proprietà/possesso, diritto/consuetudine) perchè è questione di relazioni, interessi e poteri che non
sono richiudibili in rigide definizioni

LA CONSUETUDINE
Le relazioni sociali si orientano all'istituzionalizzazione di forme di auto-organizzazione, fondative
del diritto.

GROSSI → Questa auto-organizzazione è rilevabile nelle società primordiali o che hanno


mantenuto un lor assetto semplici e dove il diritto si manifesta in consuetudini, ovvero fatti
collettivamente ripetuti, che nella costanza della ripetizione trovano una efficacia vincolante

Consuetudine: comportamento ripetuto nel tempo, osservato per adesione piuttosto che per
obbedienza, nella convinzione socialmente condivisa che esso sia giusto

Andando oltre il potere dello stato, si può ritrovare il potere che circola nelle relazioni sociali,
rivalutare la pluralità di attori che fanno il territorio e riscoprire la vocazione prulalistica degli
ordinamenti sociali, tentando una geografia politica che si basi sulla molteplicità delle
territorialità

La situazione europea medievale è utile per capire la realtà africana → si hanno punti in comune nel
prevalere dell'organizzarsi delle esperienze vitali, nella variabilità delle forme giuridiche spaziali e
temporali, nella particolarizzazione del diritto come riflesso di una società plurima.

La consuetudine in Africa si appoggia ai fatti → così si formano le fonti plurali produttrici di diritto
che danno vita ad una pluralità di ordinamenti viventi → ogni nucleo organizzativo delle società
africane crea un suo ordinamento territoriale nello spazio, che si interseca con gli altri.
In questa aderenza ai fatti si spiega la sua capacità di:
– articolazione
– modificazione
– adattamento
La sua elezione avviene nella società agraria, per l'ancoraggio alla concretezza degli usi del suolo;
la vicinanza ai fatti concreti della consuetudine si traduce in valore perchè è considerata il modo
migliore per raggiungere il risultato sociale prefissato, ovvero il raccolto

Nella sua elementarità la consuetudine è la fonte che più rispecchia il diritto allo stato di purezza
originaria → consuetudine non è obbedienza ma adesione
La consuetudine è abitudine, atto ripetuto, e, come nota Paul Vidal de la Blanche, ha grande forza
nel genere di vita, visto che le abitudini scavano un solco che si impone nelle generazioni
successive.

FEBVRE → il modellamento sociale nasce dalla forza dell'abitudine, che nell'ordinamento


giuridico assume la forma della consuetudine e forma di civiltà

In Africa, al pluralismo interno se ne affianca uno esterno, determinato dalla sovrapposizione di


diritti dovuta ai trapianti di sistemi giuridici diversi, come quello islamico

Le strategie di legittimazione
La terra, il suo soprannaturale, concede al gruppo umano di insediarsi → questo legame è il
fondamento della legittimità tradizionale.
Il territorio preesiste al gruppo sociale che vi si insedia; la sua preesistenza ha una natura
soprannaturale; ciò che precede l'azione sociale è già territorio, nel senso che è già abitato e ha già
dei proprietari con cui bisogna rapportarsi.

GIORGIO MIZZAU → dice che ogni utilizzazione di una nuova area, richiede un patto con i
detentori ancestrali quali primi occupanti del territorio.
L'antenato mitico del gruppo sociale stabilisce l'accordo iniziale che legittima la relazione tra il
territorio e la società

EIBL-EIBESFELDT → afferma che in molti contesti sociali glia vi vegliano sul territorio dei loro
discendenti, per cui le sepolture sono posti in luoghi atti a sorvegliare il territorio.
Il culto degli antenati ha a che fare con il potere dei morti; la premura verso di loro, se rispettosa di
tutte le regole della tradizione, ne fa degli alleati
Residui di una simile mentalità sono osservabili anche nella nostra situazione socio-culturale.

La protezione attribuita agli avi è un mezzo di difesa territoriale efficace (Eibl-Eibelsfelt) + non
siamo mai stati moderni e ciò che ci appare così lontano è in realtà ben sepolto dentro la civiltà
occidentale perchè legato agli avi e alle tombe.

La legittimità dei diritti sulla terra nel contesto africano deriva dall'alleanza del primo occupante e
le potenze della terra/gli spiriti dei luoghi. Il capo o il maestro della terra è il garante del rispetto
dell'alleanza, perchè egli è discendente diretto dell'antenato mitico.
Il patto iniziale è l'esordio della trama infinita dei rapporti con il sacro, che caratterizza la
territorialità basica
→ il diritto che deriva da questa alleanza tra il primo venuto con il sacro è originario e non dipende
da nessun altro diritto superiore

Se la prima occupazione di un suolo libero è la forma essenziale di acquisizione di titoli fondiari in


Africa, il fondamento di tale diritto sta nella relazione con le divinità dei luoghi

→ nella territorialità tradizionale africana permette:


– rappresentazione del territorio
– organizzazione del territorio
– controllo e gestione delle risorse naturali sul territorio
Ciò ci porta alla descrizione di altre geografie, ovvero di uno spazio colmo di relazioni che
abbisogna di diverse modalità di rappresentazione, quello africano.

Diverse geografie
La concezione dello spazio africano è diversa da quella uniforme e geometrica europea

LE ROY → afferma che nelle società tradizionali africane lo spazio è organizzato a partire da
luoghi particolari, attraverso delle distinzioni funzionali che permettono a ciascun gruppo di
attivare, secondo il suo ordine di arrivo e le sue attività, degli attributi particolari

La rappresentazione dello spazio africano si basa sulla centralità e unicità dei luoghi, differenziati
nelle loro qualità, per:
– relazione con il soprannaturale
– funzionalità che attraverso di essi sono attivabili

TURCO → parla della costruzione simbolica del territorio africano attraverso la denominazione e
l'articolazione dei saperi, veicolata dalla denominazione performativa (orientare l'agire sociale)
→ per comprendere la relazione tra le società umane e lo spazio occorre cogliere i tratti
dell'ambiente

Nei saperi funzionali, relativi alla trasformazione delle possibilità naturali la conoscenza mitica
interviene quando, esaurita la fase dell'osservazione, occorre dar corso a una pratica produttiva.
ES: la coltivazione di un campo, specie se collettiva, richiede un rapporto stretto con gli spiriti dei
luoghi ed è prevista una interrogazione delle divinità tutelari

Ruolo della conoscenza mitica a proposito dei:


– saperi securitari → sono relativi all'ottimizzazione dello sfruttamento delle risorse naturali
per garantire la durabilità delle stesse. Occorre una capacità tecnica di integrare nello stesso
territorio forme diverse di uso delle risorse. I saperi securitari si basano sulla preservazione
dei luoghi sacri nella loro intefrità fisica, perchè la divinità si fa luogo e diventa fisica. Per
questa via si garantisce la preservazione dell'equilibrio ecologico, come garanet della
biodiversità
– saper giurisdizionali → riguardano lo statuto della terra e le procedure che regolano
l'accesso alle risorse naturali, sono quindi saperi appropriativi. La legittimazione della
giurisdizione si fonda sul mito, la benevolenza divina costituisce la prova che la
giurisdizione si esercita in un quadro di legittimità

Alla molteplice specificazione dei luoghi, corrisponde la complementarietà degli usi: il rapporto
fondiario risulta una molteplicità di diritti su una pluralità di spazi → scenario rovesciato rispetto
alla territorialità moderna, dove l'unicità, la dittatura del soggetto impone un dominio sulla cosa,
sulla terra, riducendo la sua polisemia alla proprietà assoluta
In Africa sono i luoghi a prevalere sulla volontà dominativa del soggetto-oggetto → se al
centro vi sono i luoghi, la molteplicità non è riducibile al potere di un solo soggetto, per cui:
ADERENZA ALLA COSA = ADERENZA ALLE REGOLE NATURALI CHE
GOVERNANO L'AMBIENTE, perchè più soggetti possono godere di quella stessa cosa in forme
e motivi diversi.
L'aderenza alla cosa permette di dare senso ai luoghi, alla loro autonomia e impedire ai soggetti di
ridurle in oggetti disponibili sul mercato

La carta è il supporto occidentale per la proiezione delle volontà dominative del soggetto
proprietario → riducendo la terra a carta, siamo stati in grado di localizzare e misurare parti della
superficie terrestre e registrare i calcoli su carte geografiche.
→ se la terra è divisibile allora può essere posseduta

I diritti occidentali sono certificati dal ritaglio di una mappa piuttosto che dai segni sulla terra → la
relazione mappa-superficie è data per certa e su questa relazione si fonda la proprietà privata.
I ritagli diventano oggetti svuotati della loro autonomia e dei loro significati e sottomesti alla
potestà di:
– stato
– individuo proprietario

→ scarto tra geografia geometrica e geografia qualificata africana è incolmabile

BOHANNAN → programma conoscitivo per capire il rapporto tra le diverse società e la terra:
1) ogni popolo ha una mappa rappresentativa del paese in cui vive
2) ogni popolo ha un bagaglio di concetti per esprimere e trattare le relazioni con le cose
3) la dimensione spaziale dell'organizzazione sociale è manifestata in parole e azioni

La relazione con la terra: declinazioni di appartenenza

BRIDIER → In Africa il legame con la terra avviene attraverso l'appartenenza ad un gruppo sociale
che detiene i diritti d'uso su una porzione di territorio
→ appartenenza a un gruppo è la sola possibile fonte di privilegio che legittima la pretesa
dell'individuo di utilizzare la terra posseduta collettivamente

GROSSI → individua un rovesciamento dove non è la terra che appartiene all'uomo ma l'uomo alla
terra e quindi l'appropriazione individuale è sconosciuta

→ in Africa sono gli uomini ad appartenere alla terra tramite l'appartenenza al gruppo
L'appartenenza alla terra è inserimento in una trama di relazioni, dove il legame tra le parti prevale
sulla volontà dei singoi
→ unità uomo-cosa è aperta alle relazioni, alla molteplicità che attraversano la terra
Ai singoli, ai capi famiglia sono attribuiti i diritti d'uso, mentre il potere di gestione rimane alla
collettività rappresentata dallo Chef de terre, che:
– gestisce le riserve fondiarie
– divide le terre e i diritti d'uso tra le unità residenziali
– dirige lo sfruttamento dei campi
– assicura la gestione dei conflitti familiari
→ dimensione collettiva dei diritti sulla terra, insita nella forma originaria di acquisizione di tali
diritti → l'eredità è lasciata dal fondatore e ogni attribuzione di terra a qualcuno si pone all'interno
di un disegno collettivo
→ DIRITTI INDIVIDUALI MESSI IN RELAZIONE CON LA COLLETTIVITA'

Strutturazione segmentaria della società:


– famiglia → nucleo parentale diretto, segmento di base
– linaggio → unisce i nuclei familiari con un antenato comune
– clan → collega i linaggi che discendono da un antenato mitico
– tribù-etnia → insieme di clan uniti da tratti culturali

Il capo famiglia, anziano, è il custode dei diritti sulla terra:


– rappresentante verso l'esterno
– responsabile verso l'interno

La famiglia è un corpo fluido in continua trasformazione, a cui possono essere aggregati anche
individui senza vincoli di consanguineità

Nelle relazioni con la terra, le strutture di parentela sono un continuum, perchè si procede dal
nucleo minimo includendo segmenti sempre più ampi di un corpo sociale e di un territorio → i
diritti fondiari seguono la stessa gerarchia e il controllo finale è affidato alle famiglie
→ sovrapposizione tra immagine geografica e immagine dell'organizzazione sociale → E' UNA
MAPPA GENEALOGICA che si sposta sulla superficie della terra, si modifica, si adatta a seconda
dei cambiamenti dei gruppi sociali. Essa ha una relazione con lo specifico territorio per tempi brevi
e muta continuamente in riferimento a se stessa e alla terra, permettendo il funzionamento del
principio dei gruppi di parentela
→ MAPPA IN TERMINI DI RELAZIONI SOCIALI NELLO SPAZIO

Elementi di trasformazione
Sulla struttura delle relazioni fondiarie agiscono trasformazioni che moltiplicano le traiettorie
possibili nei diversi contesti:
1) primo elemento evolutico è la relazione tra controllo fondiario-controllo degli uomini
(organizzazione fondiaria-politica-sociale delle collettività implicate).
Il controllo della terra segue la struttura della parentela. In molte situazioni il centro di
riferimento per la gestione fondiaria corrisponde alla stessa autorità a cui è attribuito il
potere di dirigere le attività sociali del gruppo di parentela (capo di famiglia)
Altre volte le due autorità si distinguono, ad esempio, in capo villaggio e capo della terra →
ciò avviene quando un nuovo gruppo subentra nel controllo politico del territorio.
In questo caso la sfera di potere del capo della terra è limitata da sistemi di regole definite
nell'attribuzione della terra all'interno della collettività → la sua potestà è evidente
nell'assegnazione della terra agli estranei. Il capo della terra deve garantire:
- rispetto delle regole all'interno
- sorvegliare i limiti del gruppo verso l'esterno
2) un secondo elemento trasformativo è la relazione tra segmenti sociali e unità residenziali.
Tendenzialmente, a ogni livello sociale corrisponde un unità residenziale, ma il rapporto tra
villaggio e gruppo di parentela è complesso
KOUASSIGAN → distingue collettività omogenee da eterogenee
- le collettività omogenee hanno differenze interne al gruppo sociale in quartieri abitati dalle
diverse famiglie
- le collettività eterogenee si differenziano anche nei gruppi che si sono aggiunti al villaggio:
i quartieri rappresentano anche la diversa origine dei gruppi stanziati.
In caso non ci sia coincidenza tra organizzazione territoriale del villaggio e organizzazione
sociale di parentela, l'unità residenziale può prevalere sulla parentela
3) concerne le pratiche che, consolidando nel tempo i diritti d'uso di famiglie su una terra,
preannunciano la transizione verso diritti di tipo esplicitamente proprietario
Un numero elevato si società africane non effettua una divisione della terra in appezzamenti,
ovvero i limiti dei campi non sono definiti in modo sistematico, ma ciascun campo è definito
da un carattere distinto → ha una orma particolare conosciuta dagli anziani, ha limiti
identificabili da una pietra, albero, allineamento di pietre → è un sapere detenuto dalle
autorità del villaggio

SARA BERRY → inserisce la questione fondiaria in un percorso analitico attraverso l'uso di fonti
diverse e in un arco cronologico che da falla fine del XIX a tutto il XX secolo, assumendo una
prospettiva di lunga durata
La sua indagine, costruisce delle microstorie e trae delle considerazioni generali → il controllo
fondiario non è un sistema rigido di regole e meccanismi ma il luogo del conflitto e della
negoziazione, in cui la terra è una delle poste in gioco.
L'individuazione e la gestione dei diritti sulla terra è un processo sociale che si fonda sulla
dimensione politica, perchè il potere di esclusione legato ai diritti sulla terra, richiede l'avvallo della
struttura di governo del territorio

Il sistema dei diritti di proprietà evolve:


– gli accordi raggiunti possono essere rinegoziati
– gli equilibri raggiunti possono essere rimessi in gioco
In questa negoziazione è fondamentale il ruolo della convocazione in arena dei dati legati alla storia
→ le informazioni del passato sono distribuite nel corpo sociale e l'interpretazione dei diritti sulla
terra rimane disponibile al confronto.
La negoziazione è inclusiva, perchè movimenta il significato della relazione con la terra, evitando
l'irrigidimento dei diritti esclusivi e dei confini impermeabili.

Da questo studio si può ricavare un avvertimento sul rischio di attribuire a una determinata
strutturazione dei diritti sulla terra una caratteristica assoluta, mentre al contrario essa deriva da un
processo aperto e continuo

4) un altro processo trasformativo è l'influsso proveniente dal mondo arabo-musulmano. Il


diritto islamico ha un impatto sulla gestione della terra molto modesto: la proprietà fondiaria
islamica è fondata sul regime fiscale, aspetto che tocca la distribuzione delle ricchezze
ottenute dallo sfruttamento delle risorse naturali.
→ il dominio eminente degli islamici si concretizza nel versamento di un tributo e non interferisce
con il dominio utile attribuito alle comunità tribali

Differenze originarie di ordinamento politico-territoriale


Differenza tra ordinamento moderno e contesto africano è relativa alle forme di relazione tra il
territorio e la politica, intesa come modalità di organizzazione della lefittimità del potere dentro una
collettività
Soluzione occidentale → stato territoriale, nel suo isolamento da ogni contaminazione dal basso
Soluzione Africa → grande molteplicità di soluzioni per garantire il mantenimento dell'ordine
sociale

Differenze nella concezione dello spazio e delle forme dell'organizzazione politica nei due corni
d'Africa.

1) opposizione spazio indifferenziato/spazio qualificato → spazio basico è abitato dal sacro,


dalle divinità che diventano luoghi
2) opposizione spazio mosaico/spazio frontiera → in Occidente, lo spazio è un mondo diviso
in tessere → nella struttura del mosaico è insita la separazione delle tessere, si tratta di
confini lineari che ritagliano la superficie in unità distinte.
A questa concezione si può contrapporre lo spazio frontiera: al posto della linea ci sono le
diverse parti separate da una frontiera, una zona di interazione e scambio in cui non si hanno
tessere distinte nettamente ma società e culture in un continuo processo di scambio.
Esistono tre tipi di frontiera:
1) frontiera di contatto, tra gruppi culturalmente e politicamente distinti e operanti in aree
vicine
2) frontiera di separazione, una buffer zone in cui nessuno esercita esplicitamente un'autorità
3) frontiera di transizione, nelle zone di sovrapposizione accentuata tra diversi gruppi
3) opposizione spazio ancorato/spazio nomade (mobile, fluttuante) → la geografia africana
ha al centro il movimento ed è individuata nel nomadismo riferito all'area sahariana e
saheliana.
Nel mondo nomade l'organizzazione dello spazio è attraversata da valori antropologici legati
al movimento. La prima caratteristica è la struttura a costellazione: la distanza non è un
ostacolo ma un legame tra i punti dello spazio e ciò che conta è il movimento che crea i
luoghi.
Braudel disse che la sovrabbondanza di spazi vuoti condanna società a un movimento
perpetuo e la mobilità estrema degli uomini risponde a questo imperativo → le regioni
predesertiche sono “spazio-movimento”, ovvero uno spazio continuamente costruito, dal
nomadismo e dalle vie carovaniere.
MOFFA → parla di proprietà dei suoli nel senso di un'appropriazione del territorio in
relazione a comunità concorrenti, fluttuante → relazione con la terra è fluttuante
TURCO → dice che la configurazione dello spazio si fonda su punti, collegati da linee che
regolamentano le relazioni. Questo spazio si concentra sulle relazioni tra i punti
4) opposizione spazio neutro/spazio orientato (vettorializzato) → lo spazio moderno è
neutro, perchè ogni direzione è uguale alle altre e descrivibile geometricamente, lo spazio in
Africa vede l'identificazione di direzioni privilegiate, ovvero si qualifica come spazio
orientato, organizzato per linee di forza.
ES: nella religione islamica vi è un punto privilegiato verso cui tutti i fedeli si rivolgono,
ovvero La Mecca, che orienta il comportamento e attribuisce valore diverso ai movimenti
5) opposizione spazio delimitato/spazio centrato → da leggere in riferimento alla religione
musulmana, che vede la terra divisa in due parti:
- paesi abitati da non musulmani
- paesi abitati da musulmani
Da ciò deriva la concezione musulmana dei limiti della legge nello spazio, che non dono
determinati dal territorio ma dalla credenza, cioè dalla differenza di culto
→ metafore orizzontali del mondo musulmano trasferite nella sfera politica → avvengono in
un “dentro” e un “fuori” piuttosto che in un “alto” e un “basso”.
L'orizzontalità delle relazioni favorisce, almeno in partenza, l'inclusione delle differenze e
l'integrazione socio-politica.
GELLNER → espone il modello di riformismo ciclico islamico, come schema di
formazione dello stato o di fondazione di dinastie. In tale modello ha un ruolo chiave la
differenza tra città e campagna, tra territori governati dal centro politico e quelli governati
dalle tribù locali → meccanismo di allontanamento dal centro e riconquista della periferia.
Nelle relazioni con le aree abitate dai musulmani si credeva che l'esterno potesse essere
riassorbito dall'Islam, attraverso l'invito missionario, che è il jihad
WILMOT → afferma che in Occidente si ha una forma distinta e chiaramente delimitata
mentre l'islam è vicino alla struttura centrata, ovvero ha confini non rigidi ma mobili, come
una frontiera in movimento e in auspicata espansione

Altre concezioni della politica (oltre lo stato)


Due modelli di organizzazione politica:
1) al centro vi è la relazione di parentela → società senza stato
2) costituzione di una struttura centralizzata di potere su base territoriale → modello
statuale/protostatuale, dove si intende lo stato tradizionale ed arcaico

In Africa sub-sahariana è essenziale la relazione di parentela, ma in molte situazioni si costruiscono


centri di potere politico che si garantiscono un controllo preciso e determinato sul territorio.

Lo studio delle formazioni statuali tradizionali ha presentato delle caratteristiche proprie delle
società senza stato, come la relazione forte tra politica e parentela e il prevalere della reciprocità,
tanto da parlare di “stato segmentario”

1) Le società senza stato, a tendenza egualitaria, sono strutturate sulla base di segmenti che si
giustappongono tra loro, senza precisare una gerarchia o un'organizzazione politica definita
→ le tribù sono struttura sociali acefale, in cui il potere è ampiamente distribuito ed esse
sono definite come società con una “anarchia organizzata”. Le società segmentarie trovano
nell'opposizione complementare l'elemento fondante la coesione sociale che comporta che
non vi siano identità speciali permanenti e assolute ma sempre relative alle circostanze
esterne.
La struttura sociale segmentata si compatta per:
- rispondere ad aggressioni esterne
- compiere razzie verso altri gruppi
→ ciò che unifica è la minaccia di avversari esterni
All'interno prevale la costruzione del consenso del gruppo → persuasione, negoziazione,
mediazione
Questo sistema potrebbe sembrare rigido, perchè predeterminato dalla struttura di parentela,
e sempre in equilibrio perchè nessun segmento prevale sugli altri
MA
la predeterminazione è relativa perchè se cambia la situazione le genealogia possono mutare
+ il sistema segmentario è l'anti equilibrio perchè è funzionale all'espansione predatoria
verso altri gruppi ed è un sistema adatto a strategie violente di sopravvivenza e penetrazione
in territori già occupati

Altri ordinamenti di territorialità


La relazione col territorio nel sistema segmentario individua insediamenti, trascrizioni al suolo delle
relazioni parentali, specifici ai diversi livelli → tutti i segmenti creano un blocco geografico, una
territorialità segmentaria
La diffusione territoriale di tale struttura segue uno schema ad espansione per ingrandimento e
quindi frazionamento dei segmenti, per gemmazione in ulteriori segmenti

Una situazione di questo tipo identifica il passaggio da una società segmentaria a un embrionale
dominio (chefferie) → la struttura politica è orientata a divenire permanente e in tale contesto la
sovranità politica e quella fondiaria si confondono
Il quadro si complica nelle realtà che non hanno un quadro di partenza omogeneo dal punto di vista
della parentela perchè vi siano state sovrapposizioni progressive di etnie diverse o per esito di
invasioni → così si possono separare il controllo fondiario dalla struttura del potere politico → il
capo politico si distingue dal capo della terra, rendendo evidente la doppia linea di legittimazione
africana:
– dal basso, orizzontale e legata alla parentela
– dall'alto, verticale, legata alla gerarchia politica

La sovrapposizione tra unità fondiaria e politica è uno specifico dell'ordinamento della territorialità
africana dove convivono diverse fonti di legittimazione. Si mostra sempre disponibile la
riattivazione della legittimità parentale nel momento di crisi delle strutture politiche centralizzate →
in questa direzione il sistema segmentario è come una struttura di riserva su cui la popolazione si
affida nel momento in cui cessa la stabilità territoriale

I differenti tipi di legame sociale permettono di definire i limiti delle collettività cui è affidata la
determinazione degli orientamenti e delle decisioni → molteplicità di forme di legittimazione
significa pluralità di ordinamenti della territorialità, ossia pluralità e sovrapposizione delle società e
di sistemi di regole nell'acceso e nella gestione di tali involucri

Nell'Africa saheliano-sudanese complica la situazione anche il legame religioso islamico, rilevante


come riferimento per l'organizzazione politico territoriale, a partire dal XVIII secolo

Il legame sociale stabilito dalla religione è presente dal nome: islam come “voler vivere insieme
nella comunità di fedeli” → questa volontà è la trasposizione all'ambito religioso della solidarietà di
gruppo nell'Arabia preislamica.
Il legame religioso islamico ha una relazione diretta con le forme della legittimità segmentaria e si
distacca nettamente da vincoli e appartenenze territorialità
I legami di tipo associativo sono importanti nell'Africa subsahariana → si tratta dell'omologia,
ovvero l'insieme dei dispositivi che organizzano la società a partire da istanze egualitarie.
Questo principio di ordine si dispiega in senso orizzontale all'interno del corpo sociale e assume
diverse forme, le quali possono avere una loro inscrizione territoriale specifica.
Le inscrizioni al suolo di questi legami sociali sono molteplici:
– assetti fondiaria
– -strutture di insediamento fondati sulla parentela
– proiezioni territoriali dell'organizzazione politica derivante dalla gestione del consenso e/o
della forza
Tali inscrizioni si realizzano su uno spazio qualificato, fluido e mobile, con frontiere di
avanzamento, costellazioni di relazioni tra i luoghi.

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