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MISURE ELETTRICHE
Oscilloscopio digitale
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Oscilloscopio numerico
L’operazione che porta dall’acquisizione alla rappresentazione sullo
scherma si articola nelle fasi seguenti:
• Il segnale viene campionato;
• I campioni di tensione vengono quantizzati e codificati tramite un
convertitore A/D;
• La sequenza dei campioni è immagazzinata in una memoria RAM;
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Oscilloscopio numerico
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Oscilloscopio numerico
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Oscilloscopio digitale
Pannello anteriore di un
oscilloscopio digitale
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Oscilloscopio digitale
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Oscilloscopio digitale
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Unità di memorizzazione ed
elaborazione
• Valori tipici della capacità di memoria sono 1-4 kB; nei DSO moderni,
con velocità di campioni dell’ordine di 1 GS/s (109 sample/s), la capacità
di memoria può essere dell’ordine del megabyte. Si osservi che, a parità
di velocità di campionamento, la porzione di segnale che può essere
analizzata è tanto più lunga quanto maggiore è la capacità di memoria.
• Generalmente i DSO permettono di acquisire contemporaneamente due
o più canali; in base a ciò, la memoria si ripartisce in modo diverso. La
doppia traccia è di regola presente in tutti i DSO e quindi la memoria è
sempre ripartita in due aree; il campionamento è contemporaneo sui due
canali, sicché i campioni si riferiscono agli stessi istanti di tempo.
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Unità di memorizzazione ed
elaborazione
• Le memorie utilizzate sono del tipo FISO (Fast Input Slow Output).
Questo per adeguare la durata del ciclo di scrittura alla velocità del
convertitore A/D. se, ad es., la frequenza di campionamento è di 100
MHz, la memoria deve avere velocità di scrittura non superiore a 10 ns.
I tempi di lettura possono invece essere più lenti, poiché, una volta
memorizzati, i dati vengono letti ripetutamente, secondo la
temporizzazione stabilita dal processore.
• La velocità di lettura condiziona la frequenza di aggiornamento
dell’immagine sullo schermo. Pertanto, nelle applicazioni in cui il
segnale evolve nel tempo, per non perdere informazioni, può essere
importante aggiornare la traccia in modo rapido.
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Blocco di trigger • Il sistema di circuiti di trigger serve per
individuare un istante, durante l’evolversi del
segnale, intorno al quale si vuole posizionare la
finestra temporale di osservazione e
rappresentazione dello stesso.
• La durata di tale finestra dipende dalla
configurazione (time/div) dell’asse dei tempi.
• La collocazione temporale della finestra
dipende dal verificarsi delle condizioni di
trigger (impostate dall’operatore)
Circuiti di visualizzazione • La visualizzazione del segnale
viene fatta sullo schermo di un tubo
a raggi catodici (TRC), che può
essere a deflessione elettrostatica,
(come nell’oscilloscopio analogico)
oppure a deflessione magnetica.
• La maggior parte dei moderni DSO
utilizzano TRC a deflessione
magnetica, con scansione di tipo
raster. 18
Modalità di campionamento real-time
• Se il segnale non è ripetitivo (ad es. nel caso di fenomeni transitori), il
campionamento deve avvenire in tempo reale; si ha quindi un
campionamento “real time” (detto anche “single shot” o “one-shot”).
• I campioni vengono acquisiti alla frequenza di campionamento fs
stabilita da un oscillatore interno e vengono registrati nella memoria.
• Ovviamente, affinché l’informazione acquisita sia completa e la
ricostruzione del segnale avvenga correttamente, occorre rispettare la
condizione del teorema del campionamento (fs > 2B, dove B è la banda
del segnale in ingresso).
• La massima frequenza di campionamento dipende invece dal tempo
minimo richiesto per la conversione A/D e la memorizzazione del
campione.
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Modalità di Campionamento real time
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Modalità di Campionamento real time
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Modalità di Campionamento real time
Il campionamento avviene con una frequenza di
campionamento che dipende dalla durata dell’intervallo di
osservazione Tw, che dipende dal time/div impostato, e dal
numero N di campioni memorizzabili.
Tw = N·Tc=N/Fc Fc= N/ Tw
Per aumentare Fc :
• aumento di N memorizzabili costo elevato
• riduzione Tw riduzione della porzione di segnale
analizzabile
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Modalità di campionamento real-time
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Modalità di campionamento asincrono
Tramite il campionamento asincrono è possibile superare le limitazioni
del campionamento real-time. È necessario, però, che il segnale sia
ripetitivo: infatti, se tale condizione è verificata, è possibile ricostruire una
porzione di esso a partire da campioni prelevati ad ogni ripetizione.
Esempio di livello
segnale trigger
ripetitivo
D D
t1 t2
N.B.: Un segnale periodico è anche ripetitivo ma non è vero il
viceversa. Spesso si fa riferimento a segnali periodici anche se è
sufficiente che siano ripetitivi.
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Modalità di campionamento asincrono
• Si può sfruttare la ripetitività campionando ad ogni ripetizione con una
frequenza inferiore a quella richiesta dal teorema di Shannon
Il campionamento
avviene, per ogni
ripetizione, con ritardi di
tempo pari a kΔt, dove k
è il numero di eventi di
trigger già verificatisi.
Campionamento
I campioni vengono
memorizzati; quando la
memoria è piena, se
l’acquisizione continua i
Rappresentazione
campioni più vecchi
dei campioni
vengono scalzati da
quelli più recenti.
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento sequenziale
• La frequenza di campionamento equivalente di rappresentazione è:
fsequ=1/ Δt
• Ciò pone un limite alla banda del segnale da visualizzare, che deve essere
minore di fsequ/ 2, affinché la ricostruzione del segnale avvenga
correttamente. (Questo limite è però molto più alto rispetto a quello
imposto dal campionamento real-time)
• Poiché il periodo di campionamento è lungo, non è necessario un
convertitore A/D veloce; ciò consente di utilizzare convertitori con
elevato numero di bit e quindi di ottenere maggiore accuratezza.
• Il campionamento sequenziale richiede però tempi di acquisizione molto
lunghi, poiché occorre attendere molteplici ripetizioni (una porzione di
durata MΔt richiede una acquisizione di M ripetizioni del segnale)
• Inoltre, essendo l’evento di trigger un riferimento per l’inizio del
campionamento, non è possibile visualizzare porzione del segnale
precedenti al trigger
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Il campionamento casuale consiste nell’acquisizione, ad una frequenza
fissa (generalmente la massima possibile) dei campioni e nel loro
riordinamento in memoria secondo ritardi temporali crescenti rispetto al
livello di trigger.
• In questo caso non c’è correlazione tra gli istanti di campionamento e
l’evento di trigger, per cui, per poter ristabilire la corretta sequenza
temporale dei vari campioni, è necessario un circuito che misuri i ritardi
fra gli eventi di trigger ed i campioni stessi.
• Dopo un certo numero di ripetizioni, i campioni acquisiti saranno con
buona probabilità distribuiti lungo tutta la forma d’onda ripetitiva da
acquisire. Si possono così riordinare secondo la sequenza crescente dei
tempi, per permettere la ricostruzione e la rappresentazione sullo schermo.
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Il termine dell’acquisizione e la visualizzazione possono avvenire solo
quando la massima distanza fra due campioni successivi è minore di 1/2B,
essendo B la banda del segnale di ingresso.
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Se il segnale è periodico e il rapporto tra la frequenza del segnale e la
frequenza di campionamento è un numero razionale, la condizione per cui
l’acquisizione termini potrebbe non verificarsi mai
– ad es. se il segnale ha frequenza f e il campionamento avviene a
frequenza 2f, verrebbero prelevati sempre gli stessi campioni.
v(t)
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6
C3 C5 C8
clock
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6
C3 C5 C8
clock
ΔT A ΔT B
1
2
3
dopo il trigger A
TIME SLOT 0 1 2 3 4 5 6 7 8
33
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6
C3 C5 C8
clock
ΔT A ΔT B
1 4
2
5 3
dopo il trigger B
TIME SLOT 34
0 1 2 3 4 5 6 7 8
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6
C3 C5 C8
clock
ΔT A ΔT B
1 4 7
2
6 5 8 3
dopo il trigger C
TIME SLOT 0 1 2 3 4 5 6 7 8 35
Campionamento asincrono
In pratica la presentazione della traccia inizia con un
numero limitato di punti e si aggiungono i punti
mancanti man mano che vengono reperiti tramite il
campionamento
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Modalità di sincronizzazione - Trigger
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Modalità di sincronizzazione - Trigger
• In modalità real-time, il campionamento avviene in modo continuo e la
memoria del DSO contiene gli ultimi N campioni acquisiti (N è la
capacità di memoria).
• L’evento di trigger fissa il numero di campioni M dopo i quali si arresta
l’acquisizione; esso quindi determina l’arresto dell’acquisizione e la
memorizzazione dei dati acquisiti, che risultano allocati, rispetto
all’evento di trigger in una posizione definibile dall’operatore.
• Si possono presentare i casi seguenti:
a) M = 0: l’evento di trigger arresta immediatamente l’acquisizione e la
memoria contiene la porzione di segnale (N campioni) antecedente
l’evento di trigger (solo pre-trigger); l’evento di trigger corrisponde
all’estremo destro dello schermo.
b) M = N: la memoria si riempie di campioni tutti immediatamente
successivi all’evento di trigger (solo post-trigger), che corrisponde
all’estremo sinistro dello schermo
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Modalità di sincronizzazione - Trigger
c) 0<M<N: la memoria contiene una porzione di segnale a cavallo
dell’evento di trigger (pre-post-trigger), che nella visualizzazione
corrisponde ad un punto all’interno dell’asse orizzontale dello
schermo.
d) M > N: la memoria contiene una porzione di segnale posteriore
all’evento di trigger (post-trigger con ritardo), che sullo schermo
non viene visualizzato
Visualizzazione di un
segnale con
a) solo pre-trigger,
b) solo post-trigger,
c) pre-post-trigger,
d) post-trigger con
ritardo.
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Trigger e Memorizzazione
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Modalità di sincronizzazione - Trigger
evento di trigger
segnale analizzato
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Funzioni del Trigger
Oltre alle possibilità di pre-trigger e post-trigger di cui si è detto, nei DSO vi
sono diverse opzioni riguardanti il trigger (che in un oscilloscopio analogico
non sono realizzabili). Ad es.:
– hold off: a partire da un evento di trigger, questo stesso può esser
inibito per un tempo prefissato e per un numero stabilito di eventi di
trigger o finché non si verificano dati eventi sui vari canali di ingresso
(hold-off su eventi)
– doppio livello di trigger: si fissano due livelli di trigger, con slope
uguale o differente; in questo modo si può, ad es., valutare l’effetto
del rumore sovrapposto ad un segnale o per verificare se il segnale di
ingresso si mantiene entro una fascia di valori prefissata
– trigger con isteresi o condizioni temporali sull’evento di trigger (ad
es. il tempo che intercorre tra due successivi passaggi del segnale per
un dato livello di tensione)
– trigger imposto su configurazioni di livelli logici di segnali su più
canali (entering, exiting)
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Elaborazione dei campioni - Interpolazione
• La CPU presente nell’unità di memorizzazione ed elaborazione, oltre a
coordinare le operazioni eseguite dai vari blocchi del DSO, effettua la
ricostruzione del segnale e tutte le elaborazioni matematiche sui
campioni memorizzati.
• La ricostruzione del segnale ha lo scopo di presentare sullo schermo una
traccia quanto più simile a quella della forma d'onda del segnale di
partenza a partire da un numero di campioni limitato. In tal senso,
occorre ricostruire la traccia del segnale negli intervalli di tempo in cui i
campioni non sono stati prelevati.
• Nei DSO con TRC a raggi catodici di tipo vettoriale, i campioni
numerici vengono riconvertiti in forma analogica, tramite un
convertitore D/A; il segnale, opportunamente filtrato, viene inviato al
sistema di deflessione verticale.
• Nei DSO con TRC a scansione (tubo raster) si utilizzano tecniche
software di interpolazione, tramite:
– algoritmi lineari
– tecniche numeriche più complesse. 45
Elaborazione dei campioni - Interpolazione
• Nel caso di interpolazione lineare si assume che il segnale abbia
andamento lineare tra due campioni successivi.
A ciascun campione si associa un triangolo di base doppia rispetto al
periodo di campionamento e altezza pari al valore del campione stesso;
la ricostruzione del segnale avviene sommando tra loro in ogni istante le
ampiezze delle funzioni triangolari
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Elaborazione dei campioni - Interpolazione
Si capisce che, l’errore sulla ricostruzione sarà tanto più contenuto
quanto più piccola è la lunghezza dei segmenti, ovvero quanto maggiore
è il numero di punti acquisiti.
Nella pratica è già accettabile una rappresentazione con almeno una
decina di punti per periodo.
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Elaborazione dei campioni – Funzioni
matematiche
La struttura numerica dei dati immagazzinati nella memoria del DSO
consente di eseguire su di essi svariate operazioni di misurazione ed
elaborazione matematica.
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Elaborazione dei campioni – Funzioni
matematiche
Un’altra funzione che si trova frequentemente nei DSO è la funzione
“AVERAGE”, utilizzabile nel caso di segnali ripetitivi, per ridurre l’effetto
di un eventuale rumore casuale (a valore medio nullo) sovrapposto al segnale
di ingresso.
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Sistema di visualizzazione
Generalmente sullo schermo di un DSO vengono visualizzate:
– la traccia relativa ad un porzione del segnale di ingresso,.
– i menù di configurazione e/o le informazioni alfa-numeriche
riguardanti i parametri del segnale misurati automaticamente.
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Sistema di visualizzazione
Il funzionamento del tubo a raggi catodici TRC può essere:
– di tipo vettoriale, che presenta elevata qualità e linearità della traccia
– a scansione tipo raster, che permette di avere uno schermo di
dimensioni maggiori e a colori; ciò consente di fornire una maggiore
quantità di informazioni, sia in termini di messaggi all’operatore, sia
in termini di area per la presentazione grafica; lo schermo a colori
permette inoltre di evidenziare meglio le varie informazioni, specie
quando si visualizzano più segnali.
L’evoluzione del tubo raster ha permesso di raggiungere risoluzioni tali
da portare la qualità della traccia quasi al livello di quella ottenuta con
un tubo vettoriale.
La maggior parte degli oscilloscopi attuali utilizza TRC a scansione tipo
raster.
.
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Sistema di visualizzazione – tubo raster
Il tubo raster utilizza la deflessione magnetica.
Lo schermo è suddiviso in LxH punti (pixel). I dati da visualizzate vengono
mappati all’interno della memoria dello schermo, che è considerata come
una matrice [LxH] di codici binari, ciascuno dei quali rappresenta colore e
intensità del pixel di riga e colonna corrispondente. La matrice viene
scandita periodicamente e il fascio elettronico provvede a visualizzare
l’immagine memorizzata, percorrendo lo schermo da sinistra verso destra
e dall’alto verso il basso.
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Sistema di visualizzazione – tubo raster
Maggiori sono le dimensioni della matrice LxH, migliore è il tubo.
Dimensioni tipiche:
– 368 righe e 576 colonne
– 810 righe x 696 colonne (tubi di qualità)
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Prestazioni - Banda
In linea di principio, la banda passante di un DSO è quella determinata, in
modalità di campionamento real-time, dalla massima frequenza di
campionamento utilizzata.
In pratica, nei migliori oscilloscopi, per avere una buona accuratezza nella
rappresentazione dell’immagine, si dichiara una banda passante pari a ¼
della frequenza di campionamento massima (ad es. fc= 4 GHz, B = 1
GHz). Non esistono però norme specifiche in merito; i costruttori
dichiarano valori da ½ a ¼ della frequenza di campionamento.
In modalità di campionamento asincrono, per segnali ripetitivi, la banda
passante è molto più elevata di quella dichiarata per funzionamento in
modalità real-time e può essere di molto superiore alla frequenza di
campionamento. In questo caso essa è limitata dai condizionatori di
segnale posto all’ingresso del canale verticale.
Spesso sono riportate le due bande passanti, riferite alle due modalità di
campionamento: one-shot e asincrono. In certi casi, però, è riportata solo
la banda passante in modalità di campionamento asincrono (il che può
portare ad errori nella scelta del DSO!) 54
Prestazioni – Accuratezza verticale
• Il numero n di bit del convertitore A/D definisce la risoluzione e, quindi,
la massima accuratezza teorica verticale del DSO.
VFS
ΔV = ×100 [%]
2 −1
n
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Prestazioni – Accuratezza verticale
• Per le frequenza più elevate, le incertezze sugli istanti di campionamento
producono un’ulteriore incertezza sull’attribuzione del valore del
campione ad un dato istante di tempo; ciò è equivalente ad un’incertezza
aggiuntiva sull’ampiezza del segnale.
• Generalmente, l’incertezza di un DSO viene dichiarata in termini
percentuali rispetto al fondo scala ed è compresa tra lo 0,2% (per DSO di
buona qualità) e il 2%.
Es: Gain Accuracy < 2% of full scale
In altri casi può essere espressa in altro modo
Es: DC Accuracy < (1% FS + 100mV)
• Il DSO permette anche di sommare una tensione di offset al segnale di
ingresso, variando, ad es., la posizione dell’immagine sullo schermo. Il
valore di offset viene immesso dall’operatore; in genere, oltre
all’incertezza riferita al fondo scala impostato, viene fornito anche il
valore dell’incertezza rispetto alla tensione di offset
Es: DC Offset Accuracy < 1,5% of setting 56
Prestazioni – Accuratezza dell’asse dei tempi
• È principalmente determinata dall’accuratezza del clock che determina gli
istanti di campionamento e dall’accuratezza con cui sono misurati i ritardi
dei campioni rispetto all’evento di trigger.
• Disponendo di clock di elevata stabilità, l’accuratezza della base dei tempi
di un DSO è di gran lunga superiore a quella di un oscilloscopio
analogico.
• Generalmente, essa viene fornita spesso in termini di valore percentuale
rispetto al fondo scala, come l’accuratezza verticale.
• Nella pratica, per ridurre il più possibile l’incertezza nella misura di un
intervallo temporale, conviene configurare lo strumento in modo da
espandere il più possibile l’intervallo stesso sullo schermo.
• Negli oscilloscopi più costosi, l’accuratezza della base tempi è fornita
come percentuale del valore letto più una costante che dipende dalla
sensibilità orizzontale impostata
Es: Time Base Accuracy = [0,005% of reading + 100 ps]
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Problemi di configurazione non corretta
• Impostazioni non corrette del DSO possono far si che la traccia risulti
distorta rispetto al segnale che si vuole visualizzare, o addirittura del tutto
falsata.
• Nella visualizzazione di segnali ripetitivi, la frequenza equivalente di
campionamento della traccia visualizzata è pari a
Feq = Nv / Tw
dove Nv è il numero di punti della traccia sullo schermo e Tw è
l’ampiezza della finestra di osservazione del segnale, a cui corrisponde la
costante di “taratura” dell’asse dei tempi.
Per la corretta visualizzazione, deve essere verificata la condizione
imposta dal teorema del campionamento:
Feq > 2Fsmax
dove Fsmax è la frequenza massima del segnale di ingresso
• Poiché Feq dipende dall’impostazione della base dei tempi, è
responsabilità dell’operatore garantire che la precedente relazione sia
soddisfatta ampiamente (Feq >> 2Fsmax).
Se ciò non si verifica si avrà una traccia affetta da aliasing 58
Problemi di configurazione non corretta
Esempio: si abbia la seguente configurazione dell’asse dei tempi
• Asse orizzontale 10 divisioni
• Fattore di deflessione 1 s/div (Tw = 10s)
• Nv = 1000 punti
Si ottiene Feq = Nv / Tw =100 punti/s
Se la frequenza del segnale è Fs = 10 kHz (Ts = 0,1 ms) e se la frequenza
di campionamento è Fc = 1Ms/s (Tc = 1 μs), si ha: Tc = 1/100 Ts (ovvero
Fc = 100 Fs), sicché il teorema del campionamento è rispettato.
Si ha però: Teq = 1/Feq = 10 ms
Ciò significa che si visualizza 1 campione ogni 100 periodi del segnale in
ingresso (Teq/Ts = 10/0,1 = 100).
La frequenza equivalente di campionamento è 1/100 della frequenza del
segnale, sicché si ha una sicura introduzione di aliasing!
(La scelta della base dei tempi è errata; si voleva rappresentare una
porzione di 10 s di un segnale a 10 kHz, ovvero 105 periodi!!!) 59
Specifiche oscilloscopi digitali
• difficile
– valutazione delle prestazioni
– confronto fra oscilloscopi diversi
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Specifiche oscilloscopi
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Specifiche oscilloscopi digitali
• Bande passanti single shot e ripetuto
• BW attenuazione di 3dB
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