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Università degli Studi di Palermo - Facoltà di Ingegneria

Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica per la


Realizzazione e Gestione di Sistemi Automatizzati
Sede di Caltanissetta

MISURE ELETTRICHE
Oscilloscopio digitale

Ing. Valentina Cosentino


Oscilloscopio Numerico - struttura
L’oscilloscopio numerico (o digitale, acronimo DSO – digital storage
oscilloscope) è stato sviluppato per superare i limiti dell’oscilloscopio
analogico, specialmente per misure su segnali aventi forma d’onda
complicata (es. transitori, segnale tipici dell’elettronica digitale ecc.)
L’aspetto e i comandi principali del DSO sono simili a quelli
dell’oscilloscopio analogico, ma le modalità operative sono
concettualmente diverse.
Il funzionamento del DSO si basa sulla trasformazione del segnale di
ingresso in un’informazione di tipo numerico. Tale informazione viene
poi elaborata numericamente e visualizzata con una rappresentazione
simile a quella dell’oscilloscopio analogico.

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Oscilloscopio numerico
L’operazione che porta dall’acquisizione alla rappresentazione sullo
scherma si articola nelle fasi seguenti:
• Il segnale viene campionato;
• I campioni di tensione vengono quantizzati e codificati tramite un
convertitore A/D;
• La sequenza dei campioni è immagazzinata in una memoria RAM;

In dipendenza di un evento di trigger (impostato dall’utente) si


definisce la parte di segnale memorizzato; i campioni memorizzati
vengono processati numericamente e il segnale (ricostruito in forma
analogica) viene rappresentato sullo schermo di un tubo a raggi
catodici (TRC).
La memoria viene letta ciclicamente a una velocità che può essere
molto più lenta di quella di scrittura e quindi l’immagine sullo schermo
viene continuamente ridisegnata, mantenendosi inalterata per il tempo
in cui si desidera osservarla. 3
Oscilloscopio numerico
I circuiti interni del DSO devono avere banda passante adeguata a
quella del segnale; tali circuiti sono quelli di ingresso, il convertitore
A/D e la memoria, la quale deve essere scritta alla stessa velocità con
cui avviene l’acquisizione.

Il sistema è gestito da un microprocessore, che controlla le tutte le


operazioni di campionamento, di trigger e di elaborazione numerica
sui dati memorizzati.

La struttura e la natura numerica dei dati consente l’interconnessione


del DSO con altri strumenti di misura. Il trasferimento dei dati, sia fra i
blocchi di memorizzazione ed elaborazioni interni che fra il DSO e
l’esterno, avviene tramite un bus di dati.

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Oscilloscopio numerico

A differenza di quanto accade per l’oscilloscopio analogico, per il


funzionamento del DSO non è necessario che il segnale di ingresso sia
ripetitivo. Siccome è possibile bloccare l’acquisizione e memorizzare i
dati acquisiti, si ottiene comunque un’immagine stabile anche se il
segnale è costituito da un solo transitorio.

Inoltre, grazie alla memoria, è possibile analizzare l’evoluzione


temporale di un segnale confrontando acquisizioni effettuate in tempi
diversi.

La disponibilità del segnale in forma digitale è altresì conveniente per


il collegamento del DSO con un calcolatore; ciò permette di eseguire
misure automatiche, stampe del segnale, ecc.

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Oscilloscopio numerico

Nell’oscilloscopio analogico il trigger determina solo l’inizio della


fase di visualizzazione; al più, nel caso di funzionamento in doppia
base dei tempi, è possibile introdurre un ritardo fra l’evento di trigger e
l’inizio della visualizzazione, permettendo così di visualizzare parti di
segnale successive al trigger (post-trigger).

Al contrario, con il DSO il trigger può determinare l’inizio e la fine


della fase di acquisizione; pertanto è possibile visualizzare anche
porzioni di segnali antecedenti al trigger. Si può quindi avere sia solo
pre-trigger o solo post-trigger, o anche una combinazione dei due.

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Oscilloscopio digitale

Pannello anteriore di un
oscilloscopio digitale

7
Oscilloscopio digitale

Pannello posteriore di un oscilloscopio digitale


8
Oscilloscopio digitale

9
Oscilloscopio digitale

Pannello anteriore di un oscilloscopio digitale 10


Oscilloscopio digitale

Pannello posteriore di un oscilloscopio digitale11


Oscilloscopio Numerico - struttura

Schema a blocchi dell’oscilloscopio numerico


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Unità di ingresso
Si occupa del condizionamento del
segnale; è costituita da un attenuatore e
da un preamplificatore

• Il preamplificatore adatta l’ampiezza del minimo segnale rappresentabile a pieno


schermo alla dinamica del convertitore A/D, in modo da sfruttare tutti i livelli di
quantizzazione
• Es: se la massima sensibilità verticale è 5 mV/div e il numero di divisioni
sull’asse verticale dello schermo è 8, il minimo segnale rappresentabile a pieno
schermo ha ampiezza picco-picco di 40 mV; se la dinamica di ingresso del
convertitore A/D è di ± 5V, il segnale verrà amplificato di 250 volte
• Se l’ampiezza del segnale è maggiore essa può essere ridotta tramite
l’attenuatore, così da riportare l’immagine del segnale all’interno dello schermo;
i vari passi di attenuazione determinano la sensibilità dello verticale dello
strumento
• Il coefficiente di deflessione per l'asse verticale in V/div può essere impostato:
– manualmente dall'operatore
– inviando un comando codificato
– automaticamente a seconda dell'ampiezza del segnale
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Unità di campionamento e
conversione A/D

• Il segnale, opportunamente condizionato dall’unità di ingresso viene


campionato da un circuito di tipo sample-hold (S/H), in istanti di tempo
definiti dal clock (CLK).
• La tensione prelevata dal sample-hold viene manentuta costante durante il
tempo in cui il convertitore A/D (ADC) provvede alla sua quantizzazione e
conversione in codice binario.
• Le modalità di campionamento possono variare in base all’andamento nel
tempo del segnale in ingresso:
– Se il segnale non è ripetitivo il campionamento deve avvenire in tempo
reale (campionamento real-time)
– Se il segnale è ripetitivo è possibile campionarlo più lentamente,
sfruttando le successive ripetizioni
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Unità di memorizzazione ed
elaborazione

• I codici binari che rappresentano i singoli campioni di tensione del segnale,


vengono registrati in una memoria RAM, con organizzazione dei dati del tipo
FIFO (First Input First Output), gestita dalla CPU.

La memoria di acquisizione può essere


logicamente considerata un buffer circolare con
una capacità pari ad N posizioni.
Lo strumento converte e memorizza con
continuità. N campioni
Quando la memoria è piena, il nuovo campione
si sovrappone al più vecchio dei campioni
memorizzati, che va quindi perso.

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Unità di memorizzazione ed
elaborazione

• Valori tipici della capacità di memoria sono 1-4 kB; nei DSO moderni,
con velocità di campioni dell’ordine di 1 GS/s (109 sample/s), la capacità
di memoria può essere dell’ordine del megabyte. Si osservi che, a parità
di velocità di campionamento, la porzione di segnale che può essere
analizzata è tanto più lunga quanto maggiore è la capacità di memoria.
• Generalmente i DSO permettono di acquisire contemporaneamente due
o più canali; in base a ciò, la memoria si ripartisce in modo diverso. La
doppia traccia è di regola presente in tutti i DSO e quindi la memoria è
sempre ripartita in due aree; il campionamento è contemporaneo sui due
canali, sicché i campioni si riferiscono agli stessi istanti di tempo.

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Unità di memorizzazione ed
elaborazione

• Le memorie utilizzate sono del tipo FISO (Fast Input Slow Output).
Questo per adeguare la durata del ciclo di scrittura alla velocità del
convertitore A/D. se, ad es., la frequenza di campionamento è di 100
MHz, la memoria deve avere velocità di scrittura non superiore a 10 ns.
I tempi di lettura possono invece essere più lenti, poiché, una volta
memorizzati, i dati vengono letti ripetutamente, secondo la
temporizzazione stabilita dal processore.
• La velocità di lettura condiziona la frequenza di aggiornamento
dell’immagine sullo schermo. Pertanto, nelle applicazioni in cui il
segnale evolve nel tempo, per non perdere informazioni, può essere
importante aggiornare la traccia in modo rapido.

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Blocco di trigger • Il sistema di circuiti di trigger serve per
individuare un istante, durante l’evolversi del
segnale, intorno al quale si vuole posizionare la
finestra temporale di osservazione e
rappresentazione dello stesso.
• La durata di tale finestra dipende dalla
configurazione (time/div) dell’asse dei tempi.
• La collocazione temporale della finestra
dipende dal verificarsi delle condizioni di
trigger (impostate dall’operatore)
Circuiti di visualizzazione • La visualizzazione del segnale
viene fatta sullo schermo di un tubo
a raggi catodici (TRC), che può
essere a deflessione elettrostatica,
(come nell’oscilloscopio analogico)
oppure a deflessione magnetica.
• La maggior parte dei moderni DSO
utilizzano TRC a deflessione
magnetica, con scansione di tipo
raster. 18
Modalità di campionamento real-time
• Se il segnale non è ripetitivo (ad es. nel caso di fenomeni transitori), il
campionamento deve avvenire in tempo reale; si ha quindi un
campionamento “real time” (detto anche “single shot” o “one-shot”).
• I campioni vengono acquisiti alla frequenza di campionamento fs
stabilita da un oscillatore interno e vengono registrati nella memoria.
• Ovviamente, affinché l’informazione acquisita sia completa e la
ricostruzione del segnale avvenga correttamente, occorre rispettare la
condizione del teorema del campionamento (fs > 2B, dove B è la banda
del segnale in ingresso).
• La massima frequenza di campionamento dipende invece dal tempo
minimo richiesto per la conversione A/D e la memorizzazione del
campione.

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Modalità di Campionamento real time

In questa modalità di funzionamento l’oscilloscopio aspetta (Trigger


armed, Waiting for trigger) l’evento di trigger per stabilire quale
porzione del segnale memorizzare. Terminata la memorizzazione il
processo di campionamento si interrompe. Per una nuova acquisizione
bisogna abilitare di nuovo l’oscilloscopio (Start acquisition).

Questa modalità è quindi indispensabile per l’analisi di fenomeni


transitori.

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Modalità di Campionamento real time

21
Modalità di Campionamento real time
Il campionamento avviene con una frequenza di
campionamento che dipende dalla durata dell’intervallo di
osservazione Tw, che dipende dal time/div impostato, e dal
numero N di campioni memorizzabili.

Tw = N·Tc=N/Fc Fc= N/ Tw

Es.: fc = 40 MHz, Tc = 25 ns, N = 1024 ⇒ Tw = N·Tc = 2,56


ms

Per aumentare Fc :
• aumento di N memorizzabili costo elevato
• riduzione Tw riduzione della porzione di segnale
analizzabile

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Modalità di campionamento real-time

Per evitare un’eccessiva occupazione di memoria, se la finestra di


visualizzazione impostata dall’operatore è ampia (durata elevata
dell’asse dei tempi), l’oscilloscopio memorizza solo 1 campione su
K campioni acquisiti. Questa operazione equivale a campionare a
frequenza equivalente fs/K. K viene scelto automaticamente, in base
alla sensibilità orizzontale impostata: più ampia è la finestra
temporale, più bassa è la frequenza equivalente di campionamento.
Questa riduzione può tuttavia causare distorsioni nel segnale
visualizzato.

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Modalità di campionamento asincrono
Tramite il campionamento asincrono è possibile superare le limitazioni
del campionamento real-time. È necessario, però, che il segnale sia
ripetitivo: infatti, se tale condizione è verificata, è possibile ricostruire una
porzione di esso a partire da campioni prelevati ad ogni ripetizione.

Esempio di livello
segnale trigger
ripetitivo
D D
t1 t2
N.B.: Un segnale periodico è anche ripetitivo ma non è vero il
viceversa. Spesso si fa riferimento a segnali periodici anche se è
sufficiente che siano ripetitivi.
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Modalità di campionamento asincrono
• Si può sfruttare la ripetitività campionando ad ogni ripetizione con una
frequenza inferiore a quella richiesta dal teorema di Shannon

• Si utilizzano quindi i campioni prelevati in ripetizioni successive per


ricostruire la forma d'onda della porzione di segnale da analizzare. In
questo modo, il tempo di conversione e di memorizzazione non sono
più parametri determinanti per la definizione della banda del DSO. La
massima frequenza di campionamento può essere maggiore della
frequenza di clock del convertitore A/D

• Per la ricostruzione è però necessaria la stazionarietà del segnale


durante le ripetizioni; se il segnale non è stazionario il risultato della
ricostruzione può essere privo di significato, o notevolmente errato.
• Il campionamento asincrono può essere:
– Sequenziale
– Casuale (random)
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento sequenziale
• Il campionamento sequenziale avviene prelevando un campione ad
ogni ripetizione del segnale (se il segnale ha frequenza elevata, si può
anche prelevare un campione ogni M ripetizioni del segnale).

Il campionamento
avviene, per ogni
ripetizione, con ritardi di
tempo pari a kΔt, dove k
è il numero di eventi di
trigger già verificatisi.
Campionamento
I campioni vengono
memorizzati; quando la
memoria è piena, se
l’acquisizione continua i
Rappresentazione
campioni più vecchi
dei campioni
vengono scalzati da
quelli più recenti.
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento sequenziale
• La frequenza di campionamento equivalente di rappresentazione è:
fsequ=1/ Δt
• Ciò pone un limite alla banda del segnale da visualizzare, che deve essere
minore di fsequ/ 2, affinché la ricostruzione del segnale avvenga
correttamente. (Questo limite è però molto più alto rispetto a quello
imposto dal campionamento real-time)
• Poiché il periodo di campionamento è lungo, non è necessario un
convertitore A/D veloce; ciò consente di utilizzare convertitori con
elevato numero di bit e quindi di ottenere maggiore accuratezza.
• Il campionamento sequenziale richiede però tempi di acquisizione molto
lunghi, poiché occorre attendere molteplici ripetizioni (una porzione di
durata MΔt richiede una acquisizione di M ripetizioni del segnale)
• Inoltre, essendo l’evento di trigger un riferimento per l’inizio del
campionamento, non è possibile visualizzare porzione del segnale
precedenti al trigger
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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Il campionamento casuale consiste nell’acquisizione, ad una frequenza
fissa (generalmente la massima possibile) dei campioni e nel loro
riordinamento in memoria secondo ritardi temporali crescenti rispetto al
livello di trigger.
• In questo caso non c’è correlazione tra gli istanti di campionamento e
l’evento di trigger, per cui, per poter ristabilire la corretta sequenza
temporale dei vari campioni, è necessario un circuito che misuri i ritardi
fra gli eventi di trigger ed i campioni stessi.
• Dopo un certo numero di ripetizioni, i campioni acquisiti saranno con
buona probabilità distribuiti lungo tutta la forma d’onda ripetitiva da
acquisire. Si possono così riordinare secondo la sequenza crescente dei
tempi, per permettere la ricostruzione e la rappresentazione sullo schermo.

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Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Il termine dell’acquisizione e la visualizzazione possono avvenire solo
quando la massima distanza fra due campioni successivi è minore di 1/2B,
essendo B la banda del segnale di ingresso.

• Il tempo di acquisizione dipende quindi dalla probabilità di acquisire


campioni fra loro distanti 1/2B.
– più la finestra temporale è limitata, più questa probabilità è bassa e
quindi maggiore sarà il tempo di acquisizione;
– per contro, più la finestra temporale è ampia, maggiore è il numero di
campioni che occorre acquisire, sicché nascono problemi dovuti alla
capacità di memoria.

29
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Se il segnale è periodico e il rapporto tra la frequenza del segnale e la
frequenza di campionamento è un numero razionale, la condizione per cui
l’acquisizione termini potrebbe non verificarsi mai
– ad es. se il segnale ha frequenza f e il campionamento avviene a
frequenza 2f, verrebbero prelevati sempre gli stessi campioni.
v(t)

• Nella pratica, è improbabile che la frequenza del segnale e la frequenza di


campionamento siano in rapporto razionale esatto. Tuttavia, se tale
rapporto tende ad essere razionale, il tempo di acquisizione potrebbe
diventare estremamente lungo
30
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
• Operativamente, si fissa una porzione Tw di segnale ripetitivo da
ricostruire con N campioni
• Ogni campione rappresenta un tratto di segnale di durata
Tw / N = Δt (time slot)
• Si campiona con continuità a frequenza costante
• Si valuta il ritardo fra ogni evento di trigger ed il campione successivo
• Si individua il time slot di appartenenza di ogni campione acquisito.

• La durata minima di un time slot dipende


– dalla risoluzione con cui si è in grado di misurare il ritardo temporale
fra un impulso di trigger ed il campione successivo
– dalla stabilità del clock
L’ordine di grandezza di Δt è di alcuni picosecondi
31
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
Esempio:
• Sia dato un segnale periodico di periodo T
• Sia Tw = T, N = 8, (in modalità post-trigger)
• Sia Ts = 3/8·T (periodo di campionamento costante)
• time slot = Tw /N = T/8 (periodo di campionamento equivalente)

trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6

C3 C5 C8

clock
32
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6

C3 C5 C8

clock
ΔT A ΔT B
1

2
3
dopo il trigger A

TIME SLOT 0 1 2 3 4 5 6 7 8
33
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6

C3 C5 C8

clock
ΔT A ΔT B
1 4

2
5 3
dopo il trigger B

TIME SLOT 34
0 1 2 3 4 5 6 7 8
Modalità di campionamento asincrono
Campionamento casuale
trigger A Tw B C
C1 C4 C7
C2 liv. trig.
C6

C3 C5 C8

clock
ΔT A ΔT B
1 4 7

2
6 5 8 3
dopo il trigger C

TIME SLOT 0 1 2 3 4 5 6 7 8 35
Campionamento asincrono
In pratica la presentazione della traccia inizia con un
numero limitato di punti e si aggiungono i punti
mancanti man mano che vengono reperiti tramite il
campionamento

36
Modalità di sincronizzazione - Trigger

• Le possibilità di sincronizzazione offerte da un DSO sono più ampie di


quelle previste per un oscilloscopio analogico. Infatti, oltre alle possibilità
di sincronizzazione tradizionali, su fronti di salita o discesa del segnale,
con livello di trigger regolabile, nei DSO esiste anche la possibilità di
sincronizzazione su una sequenza logica di alcuni bit (per l’analisi di
segnali su circuiti logici), o in corrispondenza di eventi che avvengono
congiuntamente sull’ingresso di trigger e sui canali di ingresso.

• Lo scopo principale dell’evento di trigger è quello di individuare la


porzione di segnale che si vuole analizzare.
• A seconda della modalità di campionamento l’evento di trigger assume
significati operativamente diversi.

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Modalità di sincronizzazione - Trigger
• In modalità real-time, il campionamento avviene in modo continuo e la
memoria del DSO contiene gli ultimi N campioni acquisiti (N è la
capacità di memoria).
• L’evento di trigger fissa il numero di campioni M dopo i quali si arresta
l’acquisizione; esso quindi determina l’arresto dell’acquisizione e la
memorizzazione dei dati acquisiti, che risultano allocati, rispetto
all’evento di trigger in una posizione definibile dall’operatore.
• Si possono presentare i casi seguenti:
a) M = 0: l’evento di trigger arresta immediatamente l’acquisizione e la
memoria contiene la porzione di segnale (N campioni) antecedente
l’evento di trigger (solo pre-trigger); l’evento di trigger corrisponde
all’estremo destro dello schermo.
b) M = N: la memoria si riempie di campioni tutti immediatamente
successivi all’evento di trigger (solo post-trigger), che corrisponde
all’estremo sinistro dello schermo

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Modalità di sincronizzazione - Trigger
c) 0<M<N: la memoria contiene una porzione di segnale a cavallo
dell’evento di trigger (pre-post-trigger), che nella visualizzazione
corrisponde ad un punto all’interno dell’asse orizzontale dello
schermo.
d) M > N: la memoria contiene una porzione di segnale posteriore
all’evento di trigger (post-trigger con ritardo), che sullo schermo
non viene visualizzato

Visualizzazione di un
segnale con
a) solo pre-trigger,
b) solo post-trigger,
c) pre-post-trigger,
d) post-trigger con
ritardo.

39
Trigger e Memorizzazione

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Modalità di sincronizzazione - Trigger
evento di trigger
segnale analizzato

Esempio : livello di trigger


0<M<N arresto della
T0 memorizzazione
pre-trigger post-trigger t
N-M M
N

Dunque, il DSO permette di visualizzare porzioni di segnale:


– antecedenti all’evento di trigger, per una durata al più pari alla
profondità della memoria,
– successive all’evento di trigger, a partire da istanti anche di molto
posteriori ad esso, regolando opportunamente il ritardo. 41
Modalità di sincronizzazione - Trigger
Nei primi DSO, oppure in DSO di prestazioni modeste, si hanno solo alcune
possibilità per la scelta di M, con denominazioni diverse; ad es:
1. M = N ; denominazione START
dopo il verificarsi dell'evento di trigger si acquisiscono N campioni
(similitudine con l'oscilloscopio analogico)
2. M = 0 ; denominazione END
al verificarsi dell'evento di trigger si blocca la memorizzazione;
in memoria si avranno N campioni antecedenti il trigger;
(situazione non prevista in un oscilloscopio analogico)
3. M = N/2 ; denominazione CENTER
rispetto all'evento di trigger in memoria si avranno
– N/2 campioni pre-trigger
– N/2 campioni post-trigger
(situazione non prevista in un oscilloscopio analogico)
42
Modalità di sincronizzazione - Trigger
• Nel campionamento sequenziale, il trigger individua l’istante che
corrisponde alla ripetizione della porzione di segnale da analizzare, a
partire del quale avviene il prelevamento di campioni.
In questo caso è possibile solo la visualizzazione del post-trigger.

• Nel campionamento casuale, il trigger fissa un riferimento per la


collocazione dei campioni nella finestra temporale
In questo caso è possibile la visualizzazione sia del pre-trigger, che del
post-trigger, che del pre-post-trigger.
Per questo motivo, questa modalità di campionamento è di fatto adottata
in tutti i moderni DSO.

43
Funzioni del Trigger
Oltre alle possibilità di pre-trigger e post-trigger di cui si è detto, nei DSO vi
sono diverse opzioni riguardanti il trigger (che in un oscilloscopio analogico
non sono realizzabili). Ad es.:
– hold off: a partire da un evento di trigger, questo stesso può esser
inibito per un tempo prefissato e per un numero stabilito di eventi di
trigger o finché non si verificano dati eventi sui vari canali di ingresso
(hold-off su eventi)
– doppio livello di trigger: si fissano due livelli di trigger, con slope
uguale o differente; in questo modo si può, ad es., valutare l’effetto
del rumore sovrapposto ad un segnale o per verificare se il segnale di
ingresso si mantiene entro una fascia di valori prefissata
– trigger con isteresi o condizioni temporali sull’evento di trigger (ad
es. il tempo che intercorre tra due successivi passaggi del segnale per
un dato livello di tensione)
– trigger imposto su configurazioni di livelli logici di segnali su più
canali (entering, exiting)
44
Elaborazione dei campioni - Interpolazione
• La CPU presente nell’unità di memorizzazione ed elaborazione, oltre a
coordinare le operazioni eseguite dai vari blocchi del DSO, effettua la
ricostruzione del segnale e tutte le elaborazioni matematiche sui
campioni memorizzati.
• La ricostruzione del segnale ha lo scopo di presentare sullo schermo una
traccia quanto più simile a quella della forma d'onda del segnale di
partenza a partire da un numero di campioni limitato. In tal senso,
occorre ricostruire la traccia del segnale negli intervalli di tempo in cui i
campioni non sono stati prelevati.
• Nei DSO con TRC a raggi catodici di tipo vettoriale, i campioni
numerici vengono riconvertiti in forma analogica, tramite un
convertitore D/A; il segnale, opportunamente filtrato, viene inviato al
sistema di deflessione verticale.
• Nei DSO con TRC a scansione (tubo raster) si utilizzano tecniche
software di interpolazione, tramite:
– algoritmi lineari
– tecniche numeriche più complesse. 45
Elaborazione dei campioni - Interpolazione
• Nel caso di interpolazione lineare si assume che il segnale abbia
andamento lineare tra due campioni successivi.
A ciascun campione si associa un triangolo di base doppia rispetto al
periodo di campionamento e altezza pari al valore del campione stesso;
la ricostruzione del segnale avviene sommando tra loro in ogni istante le
ampiezze delle funzioni triangolari

46
Elaborazione dei campioni - Interpolazione
Si capisce che, l’errore sulla ricostruzione sarà tanto più contenuto
quanto più piccola è la lunghezza dei segmenti, ovvero quanto maggiore
è il numero di punti acquisiti.
Nella pratica è già accettabile una rappresentazione con almeno una
decina di punti per periodo.

• Con altre tecniche di interpolazione è possibile ricostruire il segnale in


modo accettabile anche con un minor numero di punti (anche solo 2,5
punti per periodo).
Quasi mai i costruttori dichiarano in modo esplicito l'algoritmo di
ricostruzione adottato; essi forniscono solo delle indicazioni sulle
prestazioni che si ottengono.

47
Elaborazione dei campioni – Funzioni
matematiche
La struttura numerica dei dati immagazzinati nella memoria del DSO
consente di eseguire su di essi svariate operazioni di misurazione ed
elaborazione matematica.

Tutte le misurazioni che l’operatore può eseguire utilizzando il reticolo


graduato sullo schermo, possono essere eseguite in modo automatico dal
DSO, eliminando, oltretutto, l’incertezza sulla lettura della posizione della
traccia. Si ha una maggiore accuratezza nella misura dei livelli di tensione
(accuratezza del convertitore A/D) e nella misura degli intervalli temporali
(accuratezza dell’oscillatore al quarzo che definisce la base dei tempi).

Inoltre, il DSO fornisce automaticamente: misure di differenze di potenziale


e di intervalli temporali tra due punti di un segnale individuati da cursori
mobili posizionabili dall’operatore, misure di tensioni picco-picco, di tempi
di salita e/o di discesa, di frequenza, di valori efficaci ecc.

48
Elaborazione dei campioni – Funzioni
matematiche
Un’altra funzione che si trova frequentemente nei DSO è la funzione
“AVERAGE”, utilizzabile nel caso di segnali ripetitivi, per ridurre l’effetto
di un eventuale rumore casuale (a valore medio nullo) sovrapposto al segnale
di ingresso.

Questa funzione calcola e rappresenta automaticamente la traccia media del


segnale su un numero n (selezionabile dall’operatore) di tracce acquisite
durante intervalli di tempo di uguale durata e sincroni con il segnale stesso.

Alcuni DSO permettono anche di effettuare elaborazioni matematiche


complesse, quali, ad es., la trasformata di Fourier (con FFT) per l’analisi
spettrale del segnale acquisito.

49
Sistema di visualizzazione
Generalmente sullo schermo di un DSO vengono visualizzate:
– la traccia relativa ad un porzione del segnale di ingresso,.
– i menù di configurazione e/o le informazioni alfa-numeriche
riguardanti i parametri del segnale misurati automaticamente.

50
Sistema di visualizzazione
Il funzionamento del tubo a raggi catodici TRC può essere:
– di tipo vettoriale, che presenta elevata qualità e linearità della traccia
– a scansione tipo raster, che permette di avere uno schermo di
dimensioni maggiori e a colori; ciò consente di fornire una maggiore
quantità di informazioni, sia in termini di messaggi all’operatore, sia
in termini di area per la presentazione grafica; lo schermo a colori
permette inoltre di evidenziare meglio le varie informazioni, specie
quando si visualizzano più segnali.
L’evoluzione del tubo raster ha permesso di raggiungere risoluzioni tali
da portare la qualità della traccia quasi al livello di quella ottenuta con
un tubo vettoriale.
La maggior parte degli oscilloscopi attuali utilizza TRC a scansione tipo
raster.
.

51
Sistema di visualizzazione – tubo raster
Il tubo raster utilizza la deflessione magnetica.
Lo schermo è suddiviso in LxH punti (pixel). I dati da visualizzate vengono
mappati all’interno della memoria dello schermo, che è considerata come
una matrice [LxH] di codici binari, ciascuno dei quali rappresenta colore e
intensità del pixel di riga e colonna corrispondente. La matrice viene
scandita periodicamente e il fascio elettronico provvede a visualizzare
l’immagine memorizzata, percorrendo lo schermo da sinistra verso destra
e dall’alto verso il basso.

52
Sistema di visualizzazione – tubo raster
Maggiori sono le dimensioni della matrice LxH, migliore è il tubo.
Dimensioni tipiche:
– 368 righe e 576 colonne
– 810 righe x 696 colonne (tubi di qualità)

La frequenza di refresh, con la quale l’immagine viene aggiornata sullo


schermo, è scelta in modo tale da non far svanire l’immagine tra due
scansioni consecutive ed ottenere immagini sufficientemente stabili
In genere, la frequenza di refresh è dell’ordine di 50–70 Hz.
Il tempo di persistenza dell’immagine sullo schermo può essere
impostato a piacimento. Ad es., nel caso in cui si voglia visualizzare un
transitorio, è possibile impostare un tempo di persistenza infinito.

53
Prestazioni - Banda
In linea di principio, la banda passante di un DSO è quella determinata, in
modalità di campionamento real-time, dalla massima frequenza di
campionamento utilizzata.
In pratica, nei migliori oscilloscopi, per avere una buona accuratezza nella
rappresentazione dell’immagine, si dichiara una banda passante pari a ¼
della frequenza di campionamento massima (ad es. fc= 4 GHz, B = 1
GHz). Non esistono però norme specifiche in merito; i costruttori
dichiarano valori da ½ a ¼ della frequenza di campionamento.
In modalità di campionamento asincrono, per segnali ripetitivi, la banda
passante è molto più elevata di quella dichiarata per funzionamento in
modalità real-time e può essere di molto superiore alla frequenza di
campionamento. In questo caso essa è limitata dai condizionatori di
segnale posto all’ingresso del canale verticale.
Spesso sono riportate le due bande passanti, riferite alle due modalità di
campionamento: one-shot e asincrono. In certi casi, però, è riportata solo
la banda passante in modalità di campionamento asincrono (il che può
portare ad errori nella scelta del DSO!) 54
Prestazioni – Accuratezza verticale
• Il numero n di bit del convertitore A/D definisce la risoluzione e, quindi,
la massima accuratezza teorica verticale del DSO.
VFS
ΔV = ×100 [%]
2 −1
n

• In teoria, la risoluzione verticale potrebbe essere ridotta a piacimento,


aumentando il numero di bit del convertitore. Ciò però comporta una
minore velocità del convertitore e quindi una minore frequenza di
campionamento.inoltre, l’accuratezza verticale dipende anche dalle
incertezza introdotte dai blocchi a monte dell’ADC (attenuatori in
ingresso, filtri, guadagno degli amplificatore, ecc.).
• L’incertezza totale, derivante da tutti i suddetti elementi, viene indicata in
termini di bit effettivi di risoluzione (corrispondenti al numero di bit di un
ADC ideale, che, preceduto da circuiti ideali, introduca l’incertezza
complessiva dichiarata).

55
Prestazioni – Accuratezza verticale
• Per le frequenza più elevate, le incertezze sugli istanti di campionamento
producono un’ulteriore incertezza sull’attribuzione del valore del
campione ad un dato istante di tempo; ciò è equivalente ad un’incertezza
aggiuntiva sull’ampiezza del segnale.
• Generalmente, l’incertezza di un DSO viene dichiarata in termini
percentuali rispetto al fondo scala ed è compresa tra lo 0,2% (per DSO di
buona qualità) e il 2%.
Es: Gain Accuracy < 2% of full scale
In altri casi può essere espressa in altro modo
Es: DC Accuracy < (1% FS + 100mV)
• Il DSO permette anche di sommare una tensione di offset al segnale di
ingresso, variando, ad es., la posizione dell’immagine sullo schermo. Il
valore di offset viene immesso dall’operatore; in genere, oltre
all’incertezza riferita al fondo scala impostato, viene fornito anche il
valore dell’incertezza rispetto alla tensione di offset
Es: DC Offset Accuracy < 1,5% of setting 56
Prestazioni – Accuratezza dell’asse dei tempi
• È principalmente determinata dall’accuratezza del clock che determina gli
istanti di campionamento e dall’accuratezza con cui sono misurati i ritardi
dei campioni rispetto all’evento di trigger.
• Disponendo di clock di elevata stabilità, l’accuratezza della base dei tempi
di un DSO è di gran lunga superiore a quella di un oscilloscopio
analogico.
• Generalmente, essa viene fornita spesso in termini di valore percentuale
rispetto al fondo scala, come l’accuratezza verticale.
• Nella pratica, per ridurre il più possibile l’incertezza nella misura di un
intervallo temporale, conviene configurare lo strumento in modo da
espandere il più possibile l’intervallo stesso sullo schermo.
• Negli oscilloscopi più costosi, l’accuratezza della base tempi è fornita
come percentuale del valore letto più una costante che dipende dalla
sensibilità orizzontale impostata
Es: Time Base Accuracy = [0,005% of reading + 100 ps]

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Problemi di configurazione non corretta
• Impostazioni non corrette del DSO possono far si che la traccia risulti
distorta rispetto al segnale che si vuole visualizzare, o addirittura del tutto
falsata.
• Nella visualizzazione di segnali ripetitivi, la frequenza equivalente di
campionamento della traccia visualizzata è pari a
Feq = Nv / Tw
dove Nv è il numero di punti della traccia sullo schermo e Tw è
l’ampiezza della finestra di osservazione del segnale, a cui corrisponde la
costante di “taratura” dell’asse dei tempi.
Per la corretta visualizzazione, deve essere verificata la condizione
imposta dal teorema del campionamento:
Feq > 2Fsmax
dove Fsmax è la frequenza massima del segnale di ingresso
• Poiché Feq dipende dall’impostazione della base dei tempi, è
responsabilità dell’operatore garantire che la precedente relazione sia
soddisfatta ampiamente (Feq >> 2Fsmax).
Se ciò non si verifica si avrà una traccia affetta da aliasing 58
Problemi di configurazione non corretta
Esempio: si abbia la seguente configurazione dell’asse dei tempi
• Asse orizzontale 10 divisioni
• Fattore di deflessione 1 s/div (Tw = 10s)
• Nv = 1000 punti
Si ottiene Feq = Nv / Tw =100 punti/s
Se la frequenza del segnale è Fs = 10 kHz (Ts = 0,1 ms) e se la frequenza
di campionamento è Fc = 1Ms/s (Tc = 1 μs), si ha: Tc = 1/100 Ts (ovvero
Fc = 100 Fs), sicché il teorema del campionamento è rispettato.
Si ha però: Teq = 1/Feq = 10 ms
Ciò significa che si visualizza 1 campione ogni 100 periodi del segnale in
ingresso (Teq/Ts = 10/0,1 = 100).
La frequenza equivalente di campionamento è 1/100 della frequenza del
segnale, sicché si ha una sicura introduzione di aliasing!
(La scelta della base dei tempi è errata; si voleva rappresentare una
porzione di 10 s di un segnale a 10 kHz, ovvero 105 periodi!!!) 59
Specifiche oscilloscopi digitali

• parametri non sempre definiti in modo rigoroso e non


accettati da tutti i costruttori

• difficile
– valutazione delle prestazioni
– confronto fra oscilloscopi diversi

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Specifiche oscilloscopi

• Frequenze di campionamento e banda passante del


circuito di ingresso

• Banda passante del circuito di ingresso


• campionamento one shot
– Fcmax = frequenza di campionamento del convertitore
• campionamento asincrono
– Fceq_max = frequenza di campionamento a tempo
equivalente massima

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Specifiche oscilloscopi digitali
• Bande passanti single shot e ripetuto

spesso riportate due bande passanti, riferite rispettivamente


a:
– campionamento one-shot
– campionamento casuale

• banda passante espressa con la frequenza di taglio superiore


Fmax

• BW attenuazione di 3dB

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