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Antonio Petagine
Intro
Due pericoli nell’etica. Opposti ma convergenti:
o L’astrattezza dell’etica. Un insieme astratto di leggi. Il principio è l’adeguazione al codice.
Un rischio interno. Le norme morali non appaiono come ciò che permette alla persona di
essere piena, ma come qualcosa utopica, lontana o estrana. Le posizioni “deontologica”:
stabilire i doveri fondamentali. Entrano in crisi se non c’è un ratio per cui obbedire una
norma. La proposta sarà presentare le norme morali a partire dai beni umani. Una
fondazione più profonda
o Un nemico esterno all’etica. Aristotele dice che i giovani non sono adatti ai discorsi etici.
Ma poi ci sono altri indisposti perché troviamo dei meccanismi che ostruiscono il percorso.
Ci sono dei modelli dominanti come ad esempio la concentrazione profondamente
narcisista delle persone. Il narcisismo contemporaneo. Il problema attuale è la cultura
dell’egoismo: ne siamo consapevoli, ma pensiamo che va bene. L’unica cosa che vale nella
vita è farsi fatti suoi. I beni umani aiutano a capire che l’egoismo fallisce nel suo stesso
terreno. I beni che realizzano noi non sono egoisti.
Quindi lavorare sui beni umani aiuta a rendere più concreti le leggi morali. E a far capire che
l’egoismo non realizza.
Il valore pratico appare ed è captato nell’esperienza etica [una filosofia dei valori]
——
Partiremo dalla corrente anglosassone sulla legge naturale. Un’analisi di questi autori
La seconda parte del corso sarà l’analisi in Tommaso d’Aquino. Perché quegli autori partono da
Tommaso, benché la loro interpretazione non è del tutto riuscita
Terza parte, l’analisi dei beni umani. Alla fine ci sarà un elaborato destinato all’esposizione in
aula
I beni umani
Perché dobbiamo individuare i beni specificamente umani
Ci sarà bisogno di una prospettiva analitica ma anche profonda dell’esistenza umana.
L’idea è cercare di sviluppare un’etica universale che non sia minimalista. Non si tratta di cercare
ciò che è comune in poi dal punto di vista solo formale. Proposte universali, ma povere nel
contenuto
Per trovare i fondamenti dei cosiddetti “diritti” della persona
Teoria neoclassica
Nasce con un articolo di Grisez. Commento a Tommaso in cui vuole dimostrare che per poter
individuare una buona proposta di legge naturale bisogna superare la cosiddetta legge di Hume.
La dottrina di Tommaso supera quella di Hume
Punto cruciale: l’insieme dei princìpi pratici si basano su beni umani autoevidenti. Tommaso
dice: “per se nota”. Ma è giusta la traduzione? Chi stabilisce questi princìpi? La ragione pratica
Questi autori sono argomenti frequenti nella filosofia del diritto. Appunto, cerca la
giustificazione delle tutela giuridica e polita dei diritti umani
Distinguere: beni fondamentali e diritti naturali. Legge natura e diritto naturale
Legge di Hume
Non è corretto derivare un dovere (ought) su un mero fato di fatto (is)
Non è proprio una legge stabilita di Hume. Gli autori successivi l’hanno stabilita a partire di
Hume
L’idea: non si può passare dall’atto descrittivo a quello prescrittivo. Il valore delle prescrizioni
morali non deriva dalla natura. Non si può dedurre l’etica da una particolare dottrina
antropologica o metafisica
Il fondamento del valore morale è il sentimento morale. Che sono può avere un’analisi
psicologica. Spiegare come sorgono e si svolgono
Le azioni dipendono dalla ragione che leggono i sentimenti
Non è possibile quel passaggio dovuto alla nozione di natura e di metafisica che aveva Hume.
Una natura descritta dalla scienza: meramente biologica e matematizzata. E la metafisica si basa
su una serie di credenze
La legge morale possiede una autonomia rispetto dall’essere. Bisogna riconquistare una nozione
più ricca di natura. Non solo la pura biologia scientifica. Non perché una cosa sia di un modo
biologicamente determinato, ne segue una determinazione etico-morale
Nella modernità la nozione di natura si è impoverita. Le leggi naturali non sono fondate dai fisici.
Invero, la natura umana va oltre a ciò che comprendono la fisica o la biologia
Contro Hume, sebbene la ragiona teoretica non fonda la ragione pratica, riprendere il valore
della ragione. Non accetta che la morale sia fondata dal sentimento. Allora la morale autonoma
dalla natura è fondata sul dovere
Hume: Trattato della natura umana, I. III, p. I, sez. I.: Tante volte si parla di come è la natura e
subito si passa al “deve” e “non deve”
MacIntyre: possiamo usare la legge di Hume nei confronti del razionalismo, del naturalismo e
del sociologismo. Ma la non deducibilità dell’etica dalla metafisica non va confusa con la loro
reciproca estraneità
German Grisez
Ci sono beni che si rivelano autoevidenti quando usiamo la ragione applicandola alla realtà
umana. Secondo lui, basta spiegare come questi beni si danno e mi scorgo che sono veri. Che
tutti quanti non potremo non riconoscere. Sono a portata di tutti. Si tratta solo di esplicitarli. La
condizione è usare bene la ragione. L’universalità della ragione.
Non c’entra la natura in senso metafisico, ma la ragione
Vita, gioco, esperienza estetica e conoscenza speculativa: sono fini in se stessi. Substantive
purposes. Per sé, senza riferimento al soggetto
Reflexive purposes. Hanno a che vedere col modo in cui il soggetto agisce. Ad esempio, quando
conosco sono io chi conosce. Una specie di beni soggettivi. Integrità: armonia fra le parti interni
del soggetto. Autenticità: coerenza fra il dentro e il fuori. Friendship: armonia tra sé e gli altri.
Religione: rapporto con un altro assoluto
John Finnis
Natural law & natural rights
Basic human goods: vita, conoscenza, gioco, esperienza estetica, amicizia, ragionevolezza
pratica, religione
E poi aggiunge: matrimonio e fiducia. Inoltre: lavoro, serenità interiore, pace sociale, coerenza,
integrità interiore, autenticità
Cfr. Thomas E. Davitt. The basic of the natural law. 1968. Dimostrare che esistono delle costante
etico-giuridiche all’interno dei popoli.
[Parantesi]
Deontologismo
Etica deontologica: cos’è un’azione buona? Cosa devo fare? L’azione. Individuare dei doveri.
Obblighi morali che derivano da norme universali - assoluti morali - stabiliti in base ad un
efficace uso della ragione in ambito pratico
Autore di riferimento: Kant
Ciò che è buono o giusto sono le azioni in se stessi
Consequenzialismo / Utilitarismo
[Tornando al discorso]
L’analisi non è teleologica né ontologica. Perché ci sono le norme assolute e dei beni intrinseci.
Perciò non è teleologica
Ma neanche deontologica
Se rimaniamo sull’ambito dell’agire virtuoso, delle virtù… quali sono I beni? Io posso avere delle
virtù indirizzate ad un fine cattivo
Non è etica dell’azione, né delle conseguenze… ma dello sviluppo della persona
Secondo Tommaso, parte dei desideri naturali. Uso la ragione ma non da zero.
La centralità della libera scelta si distacca dei modelli classici. La realtà della libera scelta è
incompatibile col presupposto che c’è un singolo fine naturale di tutta la vita umana - un fine
ultimo -. Perciò I beni umani sono diversi, irriducibili.
L’idea dei nostri autori è che a lista dei beni è primitiva. Si possono combinare tra di loro, ma
sono quelli, irriducibili. Sono gli elementi ad modo uso - in modo analogo -, tutti diversi. Sono
chiamati bene per analogia
Il problema: questa analogia del bene, che spiegherebbe un ordine, non è così. Loro non
vogliono una gerarchizzazione dei beni. Allora, a che serve parlare di analogia del bene?
Se si cerca la vita per la vita, il gioco per il gioco, l’amicizia per l’amicizia… allora sembrano beni
esterni, estrinseci alla persona, beni che non generano niente nella persona. Invece se cerco
quei beni perché mi rendono qualcosa o perché producono in me qualcosa, allora questa
qualcosa sarà ancora un bene più basilare. Si potrebbe rispondere la felicità. Ma essa è la
realizzazione della natura personale. Quindi l’ultimo bene basilare sarebbe la medesima natura
umana. Che giustifica e spinge a cercare quei altri beni. In questo modo, il bene umano è
qualcosa d’intrinseco
I principi sono evidenti, ma possono essere difesi razionalmente. Possiamo mostrare che negare
questi princìpi ha delle conseguenze inaccettabili. Tipo la dialettica o il metodo di confutazione
aristotelico.
Solo una volta che ho conosciuto il bene, allora posso usare la conoscenza teoretica. Per
argomentare a favore di esso o per guidare l’azione. In analogia con Tommaso, la conoscenza
teoretica serva a individualizzare o concretizzare le esigenze o le dimensione dei beni basilari. È
un altro livello
Gli studi teoretici - alcuni - sono inadeguati nella loro pretesa fondante. L’assurdità delle
conclusione è la “prova” che quei beni sono basilari. Ciò che è evidente solo si difende per
riduzione all’assurdo
Vita compiuta? Può essere utile. Ma il bene umano in quanto principio di azione è qualcosa di
realizzare.
La felicità non è un bene, è un ideale. Io non voglio la felicità, ma I beni basilari sono aspetti che
mi motivano.
Il fine particolare non sempre è strumentale per la felicità, ma un aspetto di essa.
Il bene ha la ragione in sé, non l’ideale della felicità. Le ragioni per agire sono i beni umani.
Neanche l’altra persona
Verità pratica: non è adeguazione. La verità pratica non significa un “è”, ma un “deve”. Un dover
essere. La conoscenza pratica non serve a dirci come sono le cose, ma come devono essere,
come devo agire
La realizzazione non è trovata né compiuta dal soggetto. La ragione pratica trova c’è che è da
farsi che non si trova nella natura. Ciò che la ragione dice è ciò che è normativo. Essa deve
istituire i principi. Una conformità delle azione col bene. Non con un’idea.
Il compimento umano non è qualcosa che si trova e poi si fa. È qualcosa che si pensa come da
farsi, e allora se ci chiede se le mie azioni sono in conformità. Scopro cosa devo fare e vedo se le
mie azioni sono in conformità. Per loro non troviamo ciò dobbiamo fare in modo puro nelle
cose, la ragione deve lavorare - intelletto agente -.
Il “dovere” - ought - non è un semplice “doversi fare”. I beni non sono naturali perché sorgano
dalla natura umana, ma perché sono naturalmente razionali
C’è l’idea fondamentale: tutti cercano di realizzare la felicità. Occupandosi dei beni costruiscono
un sé migliore. Il compimento umano integrale non è un oggetto di un desiderio. Non la
vogliamo come tale - la felicità -.
Idealmente il frutto dei beni dovrebbe essere la realizzazione umana integrale
La fede, nel cattolicesimo, è architettonica. Lascia una libertà di azione. Altrimenti siamo seguaci
di Lutero. La filosofia cerca di trovare la verità. Perché ci sono delle divergenze. Tommaso è
punto di riferimento ineludibile, eppure non è dogma di fede.
La filosofia medievale è finita quando autori cristiani hanno pensato che la loro fede non è un
elemento che spinge o che serve ad andare avanti nella riflessione
—————
Il ruolo di Dio nella realizzazione umana
Dio non è di per sé un bene umano. La religione è un bene. Ma non è di per sé qualcosa
collegata al soprannaturale. È solo un collegamento delle azioni a qualcosa di più ampio.
Non si può avere un desiderio naturale di ciò che non è naturale. Il bene divino non può essere
la ragione ultima dell’azione di un individuo. Casomai facciamo cerchiamo il bene divino in
quanto bene umano
Loro vogliono dire che questa teoria non dipende da Dio. Il credente solo ha una base per
credere. Ma persino colui che non crede. Invece Agostino od altri, penserebbero che la ragione
ben usata ti porta ad apprezzare la rivelazione.
Dio coopera col bene umano.
I beni sono irriducibilmente diversi. Non ci sono preferenze. Non ci sono delle priorità
Gerarchia
o I beni basilari sono più importanti delle strumentali
o Priorità della ragione sulla sensibilità
o Le azioni buone sono superiori a quelle cattive
Se una società o una persona, secondo certe circostanze, dà più priorità ad un certo tipo di
bene, ciò non influisce nella gerarchia dei beni basilari
Il “Hunan fullfilment” è il risultato del raggiungimento dei beni, ma non è un fine. L’uomo giusto
o la città giusta è solo l’effetto. Ma quel effetto è un ideale guida.
L’oggetto della nostra volizione sono sempre beni umani.
Hanno ragione nel senso che la felicità non è un bene particolare. Però cerchiamo la felicità
attraverso i beni particolari. Non perché i beni particolari giovino alla felicità, allora sono
strumentali. Noi siamo felici nel compiere i beni. Non è un ideale
Piano di vita
Costruire un piano di vita credibile.
Critica
Scollamento metafisica ed etica
Estraneità ragion teoretica e pratica
Eccesso di intuizionismo
Ruolo ideale delle felicità
Aporia nella selezione dei beni
Dio separato dal fine naturale umano
Tommaso d’Aquino
Il primo principio degli atti umani è la ragione
Si trova ragione dove c’è capacità di orientare al fine. Perciò l’orientamento al fine di creature
non razionali è la prova che c’è una intelligenza che ha messo il fine: Dio - quinta via -.
La legge si trova in soggetto in due modi:
o Il soggetto che impone una regola. Ci vuole intelligenza. La legge è nel soggetto legiferante
o La legge nel soggetto regolato. Colui che è regolato dalla legge. In questo senso la legge si
trova in tutte le cose che possiedono una certa inclinazione verso un scopo. Hanno la legge
per partecipazione.
La ragion pratica si comporta come la ragion speculativa. Mentre questa produce enunciazioni,
ecc., l’altra produce proposizioni universali ordinate all’azione, e quindi hanno natura di legge.
La ragione fa la legge. Perché la legge è atto della ragione. Un volta considerate in maniera
abituale, poi si trovano nella ragione in maniera abituale
Però la ragion non produce le leggi indipendentemente dalla natura. Il suo potere non è senza
fondamento.
Art.1: la legge naturale non è innata - abito in senso proprio -. La ragione deve derivare la legge
naturale. Siccome come è opera della ragione un enunciato. Non è un abito ma qualcosa che
possiedo un modo abituale, stabile. Ad es., il sapere. Acquistato, non innato; ma posseduto poi
in modo abituale. La legge è opera della ragione
Ad 4 (s.c.). Il bambino non può fare uso del possesso abituale.
La ragione non solo deve individuare i precetti della legge naturale, ma anche le inclinazioni
naturali
Quindi, prima di fare un discorso sui precetti della legge naturale occorre fare un altro sulle
inclinazioni naturali
Ecco perché è importante la tematica dei beni umani: ciò verso cui tendono le nostre inclinazioni
naturali
Non solo l’etica deontologica può essere formalista, ma anche l’etica della virtù. Ci vuole
indicare i beni che giustificano le virtù e i doveri
Art.4:
La ragion pratica tratta di cose contingente: quindi, quando si scende ai particolari, ci sono delle
eccezioni
La norma pratica non è identica rispetto ai casi particolari, ma soltanto rispetto ai principi
comuni
I comandamenti negativi: vale per tutti ciò che non devo. Ma ciò che devo fare nel caso
particolare non può essere una norma universale identica. Le azioni intrinsecamente cattive
sono più facile di normare in modo negativo. Perciò le leggi universale sono negative
Più saggio un diritto che non ha la pretesa di legiferare tutto i particolari
Il tema della conoscenza, ha a che vedere con il quesito della gradualità della legge?
Nozione di natura
III Sent., d. 5, q. 1, a. 2
ST, I, q. 29, a. 1
De ente et essentia, c. 1
Tre significati:
Nascita-generazione dei viventi
I principi che presiedono alla generazione: materia e forma
La sostanza o essenza (Aristotele e Boezio)
De ente…:
Natura significa l’essenza della cosa in quanto ha un ordine all’operazione propria della cosa,
dato che nessuna cosa è privata dall’operazione propria
La natura non è solo qualcosa di statico, ciò per cui è fatta una cosa. Non solo un elenco di
caratteristiche. C’è il riferimento all’attività.
L’idea era riprendere i beni umani nell’etica. Per superare un formalismo. Come diceva
Scheler: un’etica materiale
Una prima proposta è quella della scuola neoclassica (Grisez, Finnis, ecc.)
Poi ci abbiamo rifatto ai testi di Tommaso sui beni e sulla legge naturale
La prospettiva della legge mette un marco nell’etica. Ma l’etica non è solo le norme. Perciò
le leggi valgono come marco per tutti, ma nel particolare c’entrano altri aspetti. Due ambiti:
etico-politico e morale. La norma è uno strumento. La legge non è punto di partenza del
discorso etico. Mancano i beni.
Diritto naturale? Diritti? Per Tommaso “ius” vuol dire la legge naturale come un tutto. Poi c’è
un altro passaggio dal diritto naturale al diritto positivo - ius gentium -. E cioè, sulla base
della legge naturale i popoli possono riconoscere alcuni diritti comuni. Possiamo dire la base
del diritto internazionale. Il diritto positivo si fonda sul diritto naturale e sui beni umani:
ossia sulla natura umana
Reginaldo Pizzoldi
La legge positiva è scritta. La legge naturale non è una legge scritta.
Rivoluzione francese, 1789. Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Perché
vengono scritti i grandi diritti fondamentali? Così l’uomo si libera dal legislatore divino, e ora
la stabilisce lui stesso con la sua ragione. L’uomo dice cos’è l’uomo e quali sono i suoi diritti.
La nostra ragione legifera. Diritto ciò che noi stabiliamo. E, a partire di quello stabiliamo le
leggi positive. L’uomo diventa legislatore.
La rivoluzione ha voluto creare un nuovo ordine, un nuovo mondo, una nuova genesi: in tutti
gli aspetti.
Appena viene fatta la dichiarazione, in ambito cattolico trova una dura ricezione. Ma poi c’è
un cambiamento. Anni 40’, con la guerra, emerge un’idea: quei principi, pur se mal fondati,
si basano su dei diritti reali. Che siano diritti della persona. Allora un ricupero della legge
naturale per fondare quei diritti.
Maritain: la società illuminista ha presso le idee cristiano e le ha spostate fuori del loro
contesto
Diritti umani
Un nuovo ordine sui diritti della rivoluzione francese. Filosofia illuminista: un nuovo ordine
fondato sulla sola ragione. Cfr. Kant. Una parabola: una società ordinata se si riconoscono i
diritti umani. Dal 1789: dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino; principi semplici ed
incontestabili. Diritto: pretesa che l’altro deve rispettare. Il fondamento dei diritti è la ragione
umana stessa. “Essere supremo” attesta: presenza e auspici.
Diritto: libertà, proprietà, sicurezza e la resistenza all’oppressione. Ma, cos’è la libertà? Come
mai un diritto inalienabile poi viene limitato?
Non c’è un bene, perché la libertà è il bene. Non c’è nessun ragionamento di valore o di principi.
Fino a Leone XIII condanna all’autofondazione, pura volontà di potere - contraddizione perché
nessun sistema si autofonda -. Il principio: non nocività
Enciclica “Libertas” contrappone ai diritti dell’uomo la legge naturale ispirandosi a Tommaso. I
diritti sono solo affermazione che derivano dalla ragione che li riconosce: sono umani in quanto
concepiti dall’uomo. La legge naturale implica la legge di un Creatore. In Tommaso esiste “il
Diritto” e i beni umani. Quando ha senso parlare di diritti? Quando ci sono situazioni di
oppressione.
La finalità. Spaemann. Essenza non è solo essere in un certo modo. Essenza è natura:
determina il compimento. Principio di operazione. La questione non è mettersi da parte
della legge stessa. La legge non aiuta a determinare puntualmente il bene da compiere.
L’etica aristotelico-tomista non è un’etica della legge. L’etica si trova ne piano del
compimento.
Felicità come soddisfazione o realizzazione. Come possesso di beni o stile di vita. Felicità:
soddisfazione delle aspettative. Felicità come compimenti di ciò che ritengo importante.
Soddisfazione: paradosso; quanto più cerco i beni, più mi sfuggono. Schopenhauer: siamo come
“pendoli che oscillano tra la mancanza e la noia”. Drammaticità dei beni umani: abbiamo mal
sapore tanto quando bramiamo come quando ci soddisfiamo
Se la felicità è soddisfazione: il bene particolare diventa normale, ma un male particolare attenta
contra l’insieme. Percezione asimmetrica.
Dov’è la felicità?
o Principio edonistico: alla felicità corrisponde uno stato soggettivo di soddisfazione. Piacere,
onore, ricchezza, potere
o Principio eudemonistico: la felicità sta nell’intrinseco valore di quello facciamo
Ordo amoris: che il piacere non sia oggetto dell’azione. Che il piacere sia l’effetto naturale
dell’azione compiuta. Cfr. Aristotele: il piacere è attività perfetta, non è oggetto dell’attività.
Non posso cercare il piacere come oggetto perché il piacere non esiste di per sé, non è un bene
concreto. Il piacere esiste ogni volta che c’è un’azione riuscita
Occorre cercar la realizzazione e poi viene naturalmente la soddisfazione. Cercare dei beni, non
calcolare i vantaggi. Il problema non viene tanto dall’esterno, dipende dal modo in cui guardo la
realtà. La felicità in ciò che faccio! Mi concentro in quello!
Molteplicità di fini
Vita e salute. Atto fondamentale di ogni individuo.
Il meglio di sé.
o Conoscenza
o Belleza
o Sfruttare i propri talenti
o Passioni nella virtù
Dimensione relazionale
o Legami intimi
o Legami deboli
o Legami di appartenenza
I beni li custodisco. La logica del diritto ha senso donde c’è una minaccia, ma non hanno un
valore etico. I beni è ciò che di cui ci prendiamo cura. La vita felice consiste in questo, una vita
autenticamente umana.
——
Ci sono beni che non costituiscono dei mezzi però sono orientati ad un fine. Tutti i beni sono
ordinati alla conoscenza di Dio e alla vita in società
Pinkers: l’inclinazione al bene è la più basilare. Se non ci fosse nemmeno avremo la tendenza
alla felicità.
Il criterio di unità dei beni - distinti ma non separati - è il fine ultimo. Per Aristotele e Tommaso
questo è la vita contemplativa o l’attività speculativa dell’intelletto.
Lo scopo della società è produrre persone intelligenti. L’intelligenza umana. Persone che usino
l’intelligenza nella vita. Intelligenza e virtù
Finnis e altri: Dio non può entrare in un discorso dei beni umani, perché non potremmo
proporre dei beni per tutti.
La seconda interpretazione ha un rischio. È vero che Dio è il fondamento, la Legge eterna. Però,
secondo Tommaso, la moralità non nasce come risposta a un comando, ma come risposta alla
realizzazione della sua vita.
Se le persone usassero l’intelligenza, sarebbero buone. Senza bisogno assoluto di essere
credente. Ma questa esperienza poi esige una riflessione.
Giuseppe Abba: i cosiddetti volontaristici - tipo Ockham - dicono che Dio manda e l’uomo
obbedisce. E basta.
La legge naturale è un “praeambola fidei” perché nessuno può conoscere la legge eterna per
come è in se stessa. Tommaso: tutti conoscono in qualche modo la verità, almeno quanto ai
principi comuni della legge naturale. STh, I-II, q. 93, a. 2.
La ragione cerca il fondamento. Poi l’accoglimento della grazia illumina, perfeziona. Implicano
cose che in nessun modo cambiano la grammatica, ma ne modificano il contenuto in profondità.
Questo sarebbe possibile se non mi sono messo in cammino con la mia ragione e la mia
esperienza.
Se non si accetta che Dio esiste, allora si interrompe il percorso verso una piena intelligenza.
Agostino: la religione cristiana ha portato le buone cose che avevano detto i filosofia a tutti.