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Luce
Definizione
Indice di rifrazione
Principio di Huyghens
Principio di Fermat
Riflessione e rifrazione
Riflettanza delle superfici
Interferenza
Assorbimento e scattering
Luce polarizzata
Effetti quantistici
Esperimenti
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
Filtri
Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione La luce è una forma di energia, rivelabile con Teoria delle particelle
Illuminazione l'occhio, che può essere trasmessa da una
posizione ad un'altra a velocità finita. Teoria ondulatoria
La luce visibile è una piccola porzione di tutto
lo spettro delle radiazioni che va dai raggi
cosmici alle onde radio.
Sono state proposte due teorie complementari
per spiegare come la luce si comporta e come
si propaga.
Lightning Encyclopedia > Luce > Definizione

Luce come particelle


La teoria delle particelle prevede che quando
un atomo è eccitato viene rilasciata una
piccola quantità di energia identificabile con il
fotone.
Lightning Encyclopedia > Luce > Definizione

Luce come onde


La teoria ondulatoria fa riferimento alla
propagazione di un'onda elettromagnetica. La
parola "ondulatoria" deriva dalla
constatazione che alcuni fenomeni si
spiegano più facilmente considerando la
propagazione nello spazio di un'onda
elettromagnetica piuttosto che un raggio
luminoso di particelle. La radiazione luminosa
è generata dall'oscillazione di cariche
elettriche a livello atomico o molecolare come
un'onda radio che è generata dal movimento
di cariche elettriche in un'antenna.
Una carica elettrica in oscillazione genera un
campo magnetico che a sua volta genera un
campo elettrico.
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Luce L'indice di rifrazione n di un materiale è il


Definizione rapporto tra la velocità della luce nel vuoto c e
Indice di rifrazione la velocità della luce nel materiale stesso v:
Principio di Huyghens n=c/v
Principio di Fermat Tutti i materiali hanno un indice maggiore di 1:
Riflessione e rifrazione per l'aria vale 1.003, per l'acqua 1.33, per il
Riflettanza delle superfici diamante 2.42. Questo valore altissimo
Interferenza consente a questo materiale le incredibili
Assorbimento e scattering proprietà ottiche che lo contraddistinguono.
Luce polarizzata
Effetti quantistici
Esperimenti
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
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Luce, arte e colore
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Illuminazione
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Luce Per il principio di Huyghens, teorizzato dal Il gesuita italiano Francesco Grimaldi
Definizione fisico olandese Cristian Huygens (1629-95): In (1618-1663) fu tra i primi a notare che, quando
Indice di rifrazione ogni istante, qualsiasi punto di un fronte d'onda la luce del Sole entrava in una stanza scura
Principio di Huyghens puo' essere considerato come sorgente attraverso un buco piccolo, l'immagine che si
Principio di Fermat puntiforme di onde sferiche. Questo significa formava sulla parete opposta era molto più
Riflessione e rifrazione che la luce, proprio come fa l'acqua, subito grande di quanto ci si sarebbe potuto
Riflettanza delle superfici dopo aver traversato delle fenditure tende aspettare.
Interferenza subito ad "allargarsi". Il principio di Huyghens è alla base del
Assorbimento e scattering fenomeno della diffrazione.
Luce polarizzata
Effetti quantistici
Esperimenti
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
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Luce, arte e colore
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Luce Il principio di Fermat è dovuto al matematico Il fenomeno del miraggio


Definizione francese Pierre de Fermat.
Indice di rifrazione La formulazione esatta di tale principio è: il
Principio di Huyghens percorso seguito da un raggio di luce per
Principio di Fermat andare da un punto ad un altro attraverso un
Riflessione e rifrazione qualsiasi insieme di mezzi è tale da rendere il
Riflettanza delle superfici suo cammino ottico uguale, in prima
Interferenza approssimazione, agli altri cammini
Assorbimento e scattering immediatamente adiacenti a quello effettivo.
Luce polarizzata Per semplificare potremmo dire (in maniera
Effetti quantistici non del tutto precisa) che per andare da un
Esperimenti punto all'altro la luce sceglie il percorso che le
Grandezze radiometriche richiede il minor tempo possibile.
Grandezze fotometriche
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Lightning Encyclopedia > Luce > Principio di Fermat

Il fenomeno del miraggio

Il principio di Fermat spiega il miraggio, il e un ridotto indice di rifrazione dell'aria.


fenomeno per cui nel deserto sembra di Allora la luce può "decidere" per arrivare al
vedere una pozza d'acqua, ma anche, più nostro occhio di non fare una linea retta, ma
semplicemente, mentre si viaggia in macchina di percorrere più strada nella zona calda,
in una giornata afosa sembra di vedere dove va più veloce, e meno nella zona fredda
l'asfalto bagnato. in cui è più lenta, rispettando in tal modo il
Quella che in realtà vediamo è la luce del principio del tempo minimo. In questo modo la
cielo riflessa sulla strada. luce del cielo sembra provenire dalla strada,
Infatti la luce del cielo per giungere al nostro dando luogo al fenomeno del miraggio.
occhio può scegliere una traiettoria simile a
quella della figura. Questo accade poiché
l'aria subito sopra la strada è molto calda,
mentre in alto nell'atmosfera l'aria è più fredda
e più densa, e di conseguenza riduce
maggiormente la velocità della luce, che è più
grande nella zona calda.
Ad un'alta temperatura corrisponde infatti una
bassa densità
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Luce La riflessione e la rifrazione sono due fenomeni Le leggi matematiche che regolano questi due
Definizione fisici che sono alla base di come percepiamo il fenomeni sono sorprendentemente semplici,
Indice di rifrazione mondo. ma permettono di ricavare la struttura di quella
Principio di Huyghens che viene chiamata ottica geometrica.
Principio di Fermat
Riflessione e rifrazione riflessione diffusa
Riflettanza delle superfici
Interferenza riflessione mista
Assorbimento e scattering
riflessione speculare
Luce polarizzata
Effetti quantistici rifrazione
Esperimenti
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
Filtri
Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Luce > Riflessione e rifrazione

Riflessione diffusa
Nella riflessione diffusa, contrariamente a La legge della riflessione diffusa è detta
quanto avviene nella riflessione speculare, anche legge Lambertiana dal nome del fisico
ogni raggio incidente viene spezzato e riflesso Lambert che per primo la definì.
in tutte le direzioni, con una distribuzione
sferica che è indipendentemente dalla
direzione del raggio incidente. La riflessione
diffusa si ottiene con superfici opache.

La legge della riflessione diffusa stabilisce


che l'intensità luminosa della luce riflessa da
una superficie diffondente ha il suo massimo
in direzione perpendicolare alla superficie, e
varia in tutte le direzioni in funzione del
coseno dell'angolo con la perpendicolare.
Lightning Encyclopedia > Luce > Riflessione e rifrazione

Riflessione mista
La riflessione mista si ha quando sono
presenti contemporaneamente una
componente di riflessione speculare e una di
riflessione diffusa. Il raggio incidente viene
spezzato in tutte le direzioni, ma con una
distribuzione che non è sferica (come nella
riflessione diffusa) ma dipende dalla direzione
del raggio incidente. In funzione della
superficie del materiale, si può ottenere una
maggiore rilevanza della componente riflessa
o di quella diffusa.
Lightning Encyclopedia > Luce > Riflessione e rifrazione

Riflessione speculare
Nella riflessione speculare, ad ogni raggio
incidente che colpisce la superficie,
corrisponde un solo raggio riflesso. Se
chiamiamo angolo di incidenza l'angolo
formato dal raggio e la normale alla superficie
e angolo di riflessione quello formato
dalla normale e dal raggio riflesso, la legge La riflessione speculare si ottiene con
della riflessione speculare stabilisce che: superfici lucide e spacchiate.

1) l'angolo di riflessione è uguale all'angolo di


incidenza
2) raggio riflesso, raggio incidente e normale
stanno nello stesso piano
Lightning Encyclopedia > Luce > Riflessione e rifrazione

La rifrazione

Quando un raggio luminoso passa da un


materiale ad un altro la radiazione cambia
direzione di propagazione: questo fenomeno
si chiama rifrazione. L'entità della deviazione
dipende dalla differenza di indice di rifrazione
tra i due materiali.
Proprio questa deviazione è la ragione per cui
quando guardiamo in acqua vediamo gli
oggetti spostati rispetto alla loro posizione
reale e le aste sembrano spezzate. L'indice di
rifrazione di un materiale dipende alla
lunghezza d'onda della radiazione, e questo
provoca il fenomeno della dispersione.
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Luce Quando le E' questo il caso di certi effetti luminosi, più o


Definizione superfici sono meno gradevoli, che si hanno sulle pareti o sul
Indice di rifrazione perfettamente pavimento in vicinanza di porte o finestre.
Principio di Huyghens lisce la riflessione Quando ci si trova di fronte a queste superfici,
Principio di Fermat segue le come può essere quella di un mosaico, la
Riflessione e rifrazione tradizionali leggi conoscenza della struttura microscopica della
Riflettanza delle superfici dell'ottica superficie interessata dai raggi luminosi
Interferenza geometrica, assume una grande importanza perché le
Assorbimento e scattering secondo cui irregolarità della superficie stessa sono spesso
Luce polarizzata l'angolo di confrontabili con la lunghezza d'onda della
Effetti quantistici incidenza è radiazione incidente e generano effetti luminosi
Esperimenti uguale all'angolo che non possono essere previsti
Grandezze radiometriche di rifrazione. semplicemente con la legge della riflessione
Grandezze fotometriche Invece una speculare.
Filtri superficie
Colorimetria irregolare diventa sempre più riflettente
Luce, arte e colore quando l'angolo che questa forma con la
Visione direzione dei raggi della sorgente si fa molto
Illuminazione piccolo.
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Luce Quando, sotto particolari condizioni, due


Definizione radiazioni luminose arrivano nello stesso punto
Indice di rifrazione il risultato della loro somma può essere anche
Principio di Huyghens il buio. Questo strano comportamento, prova
Principio di Fermat della natura ondulatoria della luce, viene detto
Riflessione e rifrazione intereferenza. Anche questo fenomeno
Riflettanza delle superfici dipende dalla lunghezza d'onda della
Interferenza radiazione. Per questa ragione in un fascio di
Assorbimento e scattering luce bianca possono essere eliminati
Luce polarizzata solamente alcuni colori: è quello che accade in
Effetti quantistici un sottile strato di olio o di sapone, o nella
Esperimenti riflessione di un CD.
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
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Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
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Luce Quando una radiazione attraversa un materiale


Definizione la sua intensità diminuisce, e tale diminuzione
Indice di rifrazione è tanto più rilevante quanto più spesso è il
Principio di Huyghens materiale. Tale fenomeno prende il nome di
Principio di Fermat assorbimento. Quando la luce colpisce delle
Riflessione e rifrazione molecole, come può accadere nell'attraversare
Riflettanza delle superfici l'atmosfera, la radiazione viene riemessa in
Interferenza tutte le direzioni.
Assorbimento e scattering Tale fenomeno prende il nome di scattering, ed
Luce polarizzata è molto più evidente per le corte lunghezze
Effetti quantistici d'onda (come il blu) che per i colori come il
Esperimenti rosso.
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche I colori del cielo
Filtri
Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Luce > Assorbimento e scattering

Il colore del cielo


A mezzogiorno noi vediamo la luce diretta Al tramonto invece la parte azzurra viene
proveniente dal Sole o la luce azzurra diffusa diffusa via, e al nostro occhio arriva solo la
dall'atmosfera. parte rossa dello spettro solare.
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Luce Le vibrazioni ondulatorie della luce avvengono


Definizione sempre in un piano.
Indice di rifrazione
Principio di Huyghens
Principio di Fermat
Riflessione e rifrazione Il piano in cui avvengono si chiama piano di
Riflettanza delle superfici polarizzazione. Se tale piano non cambia mai
Interferenza la luce è polarizzata linearmente. In genere
Assorbimento e scattering però la luce naturale cambia continuamente la
Luce polarizzata sua direzione di polarizzazione.
Effetti quantistici
Esperimenti
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
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Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
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Luce In molti fenomeni, come l'interferenza e la


Definizione diffrazione, la luce sembra comportarsi come
Indice di rifrazione se fosse composta da onde, mentre in altri casi
Principio di Huyghens (quasi tutta l'ottica geometrica) essa appare
Principio di Fermat composta da particelle, che vengono dette
Riflessione e rifrazione fotoni. In realtà la luce si comporta talvolta
Riflettanza delle superfici come onda e talvolta come particella, e questa
Interferenza sorprendente dualità, che è propria anche
Assorbimento e scattering degli altri componenti della materia, come
Luce polarizzata protoni, neutroni e elettroni, è la base della
Effetti quantistici meccanica quantistica.
Esperimenti
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
Filtri
Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
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Luce Molte leggi fisiche possono essere verificate


Definizione con alcuni semplici esperimenti. Vediamo come
Indice di rifrazione produrre uno spettro continuo.
Principio di Huyghens
Principio di Fermat Materiali necessari:
Riflessione e rifrazione Un proiettore per diapositive.
Riflettanza delle superfici Un telaio per diapositive nel quale inserire una
Interferenza fenditura di cartone nero di 1mm.
Assorbimento e scattering Un prisma di vetro, oppure una vaschetta di
Luce polarizzata vetro triangolare piena d'acqua.
Effetti quantistici Uno schermo bianco.
Esperimenti
Grandezze radiometriche Descrizione: Osservare lo spettro
Grandezze fotometriche L'immagine della fenditura deve essere
Filtri proiettata sul prisma il quale produce lo spettro Produrre l'arcobaleno
Colorimetria sullo schermo posto a qualche metro di
Luce, arte e colore distanza.
Visione
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Luce > Esperimenti

Osservare lo spettro con una bacinella d'aqcua


Materiali necessari:
Una bacinella piena d'acqua
Uno specchio di circa 20cm di lato

Descrizione: Appoggiare lo specchio ad un


lembo della bacinella in maniera tale da
formare un prisma liquido con la superficie
dell'acqua. Illuminare lo specchio con un
raggio luminoso proveniente da una piccola
apertura in una finestra soleggiata. Nel raggio
riflesso dallo specchio sarà visibile su uno
schermo lo spettro della luce solare.
Lightning Encyclopedia > Luce > Esperimenti

Produrre l'arcobaleno
Materiali necessari: Una bacchetta di vetro
oppure lo stelo di un calice di vetro
Descrizione: Esporre la bacchetta ad un
raggio di luce, uno spettro colorato apparirà
su uno schermo posto dalla parte del raggio
luminoso. Lo spettro prodotto approssimerà
l'arcobaleno perché la bacchetta di vetro
approssima il massimo diametro della sfera.

La figura (a) mostra l'arcobaleno al primo


ordine prodotto da una sola riflessione
all'interno della goccia d'acqua. La figura (b)
mostra invece l'arcobaleno al secondo ordine
prodotto da due riflessioni.
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Luce Le grandezze radiometriche misurano l'energia


Definizione associata a una radiazione. La radiazione
Indice di rifrazione luminosa trasporta energia, infatti è in grado di
Principio di Huyghens riscaldare i corpi con cui arriva in contatto,
Principio di Fermat producendo un aumento dell'energia cinetica
Riflessione e rifrazione degli atomi. Per misurare l'energia trasportata
Riflettanza delle superfici da un fascio di radiazioni la si invia su un
Interferenza "corpo nero", cioè su di un corpo capace di
Assorbimento e scattering assorbire tutta la radiazione che riceve. Se è
Luce polarizzata possibile misurare la temperatura del corpo in
Effetti quantistici questione, dalla variazione di tale grandezza è
Esperimenti possibile ricavare l'energia assorbita dal corpo.
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
Filtri
Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
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Luce Le grandezze fotometriche misurano la luce dal


Definizione punto di vista del nostro sistema visivo. Esse
Indice di rifrazione devono quindi tenere conto del fatto che la
Principio di Huyghens sensibilità del nostro occhio non e' la stessa su
Principio di Fermat tutte le lunghezze d'onda, dato che vediamo
Riflessione e rifrazione molto meglio il giallo-verde rispetto al rosso e
Riflettanza delle superfici al blu.
Interferenza
Assorbimento e scattering
Luce polarizzata
Le principali grandezze sono le seguenti:
Effetti quantistici
Esperimenti Grandezza Simbolo Unità di misura Abbreviazione
Grandezze radiometriche Flusso luminoso lumen lm
Grandezze fotometriche
Illuminamento E lux lx
Filtri
Colorimetria Intensità luminosa I candela cd
Luce, arte e colore Luminanza L candela al mq. cd/mq
Visione
Illuminazione
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Luce Quando si vuole cambiare lo spettro di


Definizione emissione di una lampada si può mettere di
Indice di rifrazione fronte alla sorgente un filtro, cioè un oggetto in
Principio di Huyghens grado di eliminare certe lunghezze d'onda.
Principio di Fermat I filtri possono essere basati sull'assorbimento
Riflessione e rifrazione della luce (assorbenti) o sul principio fisico
Riflettanza delle superfici dell'interferenza (interferenziali).
Interferenza La loro utilità è evidente, dato che possono ad
Assorbimento e scattering esempio essere utilizzati per eliminare la
Luce polarizzata radiazione UV emessa da una lampada o per
Effetti quantistici cambiare la temperatura di colore di una
Esperimenti sorgente, in modo da evidenziare certi colori o
Grandezze radiometriche certi dettagli.
Grandezze fotometriche
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Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
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Luce Misurare il colore è un problema di non facile


Definizione soluzione, dato che non è possibile trovare uno
Indice di rifrazione strumento fisico in grado di eguagliare le
Principio di Huyghens capacità dell'occhio.
Principio di Fermat Le prime misure colorimetriche furono infatti
Riflessione e rifrazione realizzate utilizzando proprio il nostro occhio
Riflettanza delle superfici come rivelatore di zero: uno strumento, cioè, in
Interferenza grado di dire quando due colori sono uguali.
Assorbimento e scattering
Luce polarizzata Sintesi additiva
Effetti quantistici
Esperimenti Sintesi sottrattiva
Grandezze radiometriche
Grandezze fotometriche
Filtri
Colorimetria
Luce, arte e colore
Visione
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Luce > Colorimetria

Sintesi additiva
Si parla di sintesi additiva dei colori quando si
aggiungono al nero una serie di colori diversi:
è il fenomeno che si ottiene utilizzando ad
esempio lampade colorate, o nel monitor del
computer, che visto con la lente di
ingradimento appare essere fatto da tre
diversi tipi di fosfori. I tre colori di base sono
generalmente blu, verde e rosso.
Lightning Encyclopedia > Luce > Colorimetria

Sintesi sottrattiva
Si parla di sintesi sottrattiva quando si
mescolano i colori alla maniera delle vernici.
In questo caso ogni strato di colore sottrae al
bianco certe lunghezze d'onda, per condurci
al colore finale.
E' quello che accade nella pittura, nella
stampa, nelle stampanti a getto di inchiostro.
I tre colori di base sono solitamente il ciano, il
magenta e il giallo.
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Luce È di una certa importanza l'osservazione dello


Definizione sviluppo storico che il colore e la luce hanno
Indice di rifrazione avuto nel corso dei secoli in campo artistico.
Principio di Huyghens Conoscere i materiali e le tecniche usate dagli
Principio di Fermat artisti nel corso degli anni permette di capire
Riflessione e rifrazione meglio quali siano i modi migliori per prevenire
Riflettanza delle superfici i danni che affliggono le opere museali.
Interferenza La comprensione del colore e della luce può
Assorbimento e scattering aiutare a presentare le opere d'arte nella Il colore nell'antichità greca e romana
Luce polarizzata maniera più rispondente ai desideri degli artisti,
Effetti quantistici senza scendere per questo in un eccesso di Il colore nel medioevo
Esperimenti filologia che rischierebbe di essere
Grandezze radiometriche anacronistico. La pittura a olio
Grandezze fotometriche
Filtri I pigmenti sintetici
Colorimetria
'800: studio del colore e dell'illuminazione
Luce, arte e colore
Visione Oggi
Illuminazione
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Il colore nell'antichità greca e romana


Spesso l'idea che abbiamo dell'arte del mondo antico non risponde alla realtà dei fatti. Un
esempio clamoroso è quello relativo al'uso del colore.
La nostra idea corrisponde ad un passato in bianco e nero, con le statue rigorosamente
bianche.
In realtà il colore aveva sicuramente una parte fondamentale non solo nella pittura parietale e
nei mosaici, ma anche nella statuaria e nel rilievo. Nell'epoca romana assume grande
importanza l'affresco.

Vitruvio nel De Architectura lo descrive con precisione, facendo capire che si tratta della
realizzazione della pittura sull'intonaco di calce e sabbia ancora fresco, che asciugandosi fissa i
colori.

Nella pittura romana la maggioranza dei pigmenti sono di origine minerale: i gialli, i rossi, gli
scuri, certi verdi vengono ottenuti per decantazione, e talvolta calcinazione, di terre naturali che
contengono vari ossidi di metallo. Altri sono di origine vegetale: alcuni rosa, il nero, ottenuto
spesso a partire dal nerofumo, da ossa o da legno. Altri ancora sono fabbricati artificialmente a
partire da minerali che contengono un metallo raro: è il caso del rosso vermiglione o del blu. Il
rosso vermiglione, che fornisce il rosso più caldo e luminoso, non è sfortunatamente un colore
stabile, e creò quindi sin da subito ai romani problemi di conservazione.

Dice Vitruvio: "Quando il vermiglio viene applicato sugli intonaci delle sale chiuse, conserva il
suo colore senza alterazioni. Ma, nei luoghi aperti, vale a dire nei peristili o nelle esedre e altri
dello stesso genere in cui il sole e la luna possono far penetrare la loro luce o i loro raggi,
quando il luogo dipinto di vermiglio viene raggiunto, il colore si altera e perdendo la propria virtù
diventa nero" (Vitruvio, De Architectura, VII, 9.2).
è questa una delle prime descrizioni nella storia di quello che abbiamo chiamato effetto
fotochimico. Il rimedio, suggerito dallo stesso Vitruvio, era quello di intonacare il colore con uno
strato di cera fusa.

Le pareti dipinte dell'epoca romana possono sembrare troppo vivaci e troppo crude. Ma non si
deve dimenticare che l'illuminazione naturale era debole, con piccole aperture e porte che
davano sui cortili interni, e che l'illuminazione artificiale delle lampade a olio era scarsa.
La vibrazione della luce era quindi particolare e il numero ridotto dei mobili conferiva al
pavimento, alle pareti e al soffitto il ruolo più importante.
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Il colore nel medioevo


Una delle fonti più interessanti per ricavare la composizione del colore nel Medio Evo, e da
questo per risalire al miglior modo di protezione, è sicuramente il trattato "Il Libro dell'Arte" di
Cennino Cennini. In questo libro vengono descritte le principali tecniche utilizzate nell'affresco e
nella tempera a uovo.

I colori a disposizione degli artisti all'epoca erano quelli ottenibili con le miscele dei pigmenti
disponibili. La preparazione dei pigmenti poteva basarsi su molte sostanze, sia naturali sia
artificiali. Alcuni colori erano facilmente disponibili ed economici, ma altri erano assai rari e
costosissimi: un esempio tra questi è il famoso blu oltremare -così chiamato poiché era stato
trovato solo in Afghanistan- che veniva estratto dai lapislazzuli e che arrivava a costare più
dell'oro.

Nel tardo medio evo tale colore era riservato al manto della Vergine, e il suo utilizzo era descritto
a parte nel contratto firmato dal pittore. Il rosso poteva spesso essere ottenuto con il vermiglio
oppure con la lacca rossa.
La lacca rossa è estremamente sensibile alla luce, e può cambiare completamente colore a
causa di un'errata esposizione.

Nell' "Incoronazione della Vergine" di Lorenzo Monaco, la pala d'altare eseguita dall'artista per la
chiesa del convento di Santa Maria degli Angeli di Firenze, il manto della Vergine era
originalmente di un profondo rosa malva, mentre ora appare bianco.
Si deve notare comunque che i pittori medievali erano dei profondi conoscitori dei pigmenti che
usavano, andando spesso alla ricerca di nuove sostanze, come fece Ugolino di Nerio quando,
per la pala di altare della chiesa di Santa Croce di Firenze, decise di ricorrere invece che al blu
oltremare all'azzurrite, a causa della sua particolare tonalità verdastra.

Nel trattato del Cennini si parla anche del cangiantismo, della scelta cioè di colori che avevano
la proprietà di cambiare il loro aspetto a seconda della luce che li colpiva.
Come si vede l'aspetto dell'illuminazione era tutt'altro che secondario anche per i pittori
medievali.
Un altro testo di sicuro interesse per chi desidera conoscere di più sull'uso dei pigmenti utilizzati
nella tempera a uovo è il trattato "Della Pittura" di Leon Battista Alberti che sviluppò e
approfondì molte delle tematiche del Cennini.
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La pittura a olio
Nella prima metà del 400 si verificò un cambiamento di grande importanza per ciò che riguarda
la pittura, avente grande importanza anche nella protezione delle opere d'arte: l'introduzione
della pittura a olio.
Tale innovazione si diffuse immediatamente nel nord Europa, anche se le recenti analisi hanno
confermato che i pittori olandesi del 1420, quali Van Eyck e Campin, continuarono a usare uno
sfondo fatto con tempere a uovo, per ricorrere all'olio nella parte finale del dipinto.

La pittura a olio cominciò gradatamente ad affermarsi anche in Italia.


Per gli studiosi della protezione delle opere d'arte un posto di preminente importanza hanno
sicuramente le opere della scuola veneziana del sedicesimo secolo.
Venezia infatti era il principale punto di commercio dell'epoca, il che permetteva agli artisti di
procurarsi tutti i pigmenti immaginabili e disponibili all'epoca.
"Incredulità di San Tommaso" dipinto da Cima di Conegliano verso il 1500 contiene in pratica
tutti i pigmenti conosciuti all'epoca. Tutti i colori sono diversi tra loro, tranne un unico colore
ripetuto due volte.

Il massimo esperto nell'uso del colore fu però probabilmente Tiziano.


In "Bacco e Arianna" il maestro veneto utilizza il blu oltremare più puro tra tutti i dipinti esaminati
dalla National Gallery di Londra.
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I pigmenti sintetici
Dal punto di vista della storia dell'arte, e anche dal punto di vista della protezione delle opere
museali, una data di sicura importanza è rappresentata dal 1704, in cui viene realizzato il primo
pigmento sintetico, il blu di Prussia.
Il blu di Prussia sostituì presto molti pigmenti naturali. Anche il Canaletto già nel 1720, utilizzò
tale colore per i suoi dipinti.

Furono però i primi trent'anni del 1800 a portare ad una crescita dei pigmenti sintetici realizzati,
grazie alla scoperta di cobalto, cromo, cadmio e alla sintesi del blu oltremare artificiale.
La realizzazione di questi colori, e la possibilità di conservarli in tubetti, consentì una grande
facilità nel dipingere all'aperto, contribuendo a cambiare in maniera sicuramente decisiva la
storia della pittura.

Gli impressionisti furono tra i principali innovatori della pittura. Se fino a quel momento la
maggior parte delle opere pittoriche venivano realizzate in studio, ora la luce degli spazi aperti
cominciava ad assumere un'importanza preminente. Non a caso proprio gli impressionisti furono
tra i primi a cominciare a preoccuparsi dell'illuminazione che doveva essere utilizzata
nell'esposizione delle loro opere.
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'800: studio del colore e dell'illuminazione


Nel 1800 gli artisti cominciarono a capire l'importanza di un accurato studio dell'illuminazione e
della percezione umana dei colori.
Solo una conoscenza approfondita di questi argomenti poteva permettere di esporre le opere
pittoriche in maniera tale da consentirne la miglior fruizione possibile.
Uno dei principali studiosi fu il chimico francese Michel Eugene Chevreul, direttore della tintoria
delle tappezzerie Gobelins a Parigi e autore di numerosi studi sul colore.
Egli studiò ad esempio i contrasti di colore successivi e simultanei.
Lunghi studi furono anche dedicati, da parte Chevreul, alle cornici, che fino a quel momento non
erano mai state molto considerate.
Chevreul raccomandò anche di analizzare attentamente le condizioni di luce nella quale i dipinti
sono esposti, poiché i rapporti tra toni chiari e scuri come la gamma dei bianchi potevano variare
al mutare dell'illuminazione.

Furono soprattutto gli impressionisti a capire l'importanza dell'ambiente espositivo per il pieno
apprezzamento delle opere d'arte, e a rivoluzionare il tradizionale modo di presentare i dipinti.
Alla prima esposizione impressionista del 1874 un orario di apertura serale permetteva di
comparare l'effetto delle opere illuminate artificialmente con quello osservato negli orari di
apertura diurna.
Anche Degas e Van Gogh dedicarono attenzione al tema dell'illuminazione artificiale.

Nel periodo post-impressionista si proseguì nell'analisi degli ambienti e delle luci.


Seurat in particolare, iniziatore della tecnica che viene chiamata Pointillism -in Italia denominata
Divisionismo- dedicò una grande attenzione al colore.
Nei suoi quadri il colore non viene realizzato con la miscela di diverse sostanze, ma viene
ottenuto grazie all'accostamento di punti di colore puro, con una tecnica che viene a utilizzare la
sintesi additiva dei colori in maniera simile agli odierni monitor, invece di ricorrere alla
tradizionale sintesi sottrattiva. Questo permetteva, secondo Seurat, di ottenere quadri ricchi di
maggiore brillantezza e luminosità.
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Oggi
La grande disponibilità attuale di nuove sorgenti luminose ha reso ancor più interessante il tema
dell'illuminazione museale.
Non è facile scegliere quindi la lampada adatta ad ogni tipo di opera.
L'epoca moderna ha introdotto nuove problematiche di estrema importanza nella conservazione
delle opere d'arte, non solo per l'utilizzo dei materiali pittorici, ma soprattutto per la realizzazione
di sempre nuovi materiali di restauro.

Un problema di estrema importanza è infatti rappresentato dall'ingiallimento di certe resine, che


negli anni passati sono state largamente utilizzate per il restauro di vari dipinti.
In questi casi l'illuminazione, più che preoccuparsi della conservazione del dipinto, deve evitare
che le sostanze utilizzate per il suo restauro si deteriorino, rendendo l'opera illeggibile.
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Luce Perché noi possiamo vedere le cose è


Visione necessario che una sorgente (il sole, una
Processo della visione lampada) invii i suoi raggi ad un oggetto, il
Fisiologia dell'occhio quale li rimanda, opportunamente modificati,
Teorie della visione sull'occhio. Tali segnali vengono poi elaborati
Acuità visiva dal cervello, che di conseguenza prende delle
Visione del colore decisioni, riaggiustando l'immagine con un
Distanza e prospettiva processo di retroazione (feedback).
Costanza della forma Potrà ad esempio restringere la pupilla se la
Adattamento al buio luce è eccessiva.
Percezione del movimento
Psicologia del colore
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
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Luce L'occhio umano


Visione La radiazione emessa o riflessa dagli oggetti
Processo della visione che ci stanno intorno deve essere ricevuta da
Fisiologia dell'occhio uno strumento ben realizzato, il nostro occhio,
Teorie della visione che deve selezionare la giusta quantità di luce
Acuità visiva e mettere a fuoco l'immagine sulla retina. Esso
Visione del colore non è un semplice ricevitore, ma pesa
Distanza e prospettiva l'importanza della radiazione a seconda della
Costanza della forma lunghezza d'onda, tramite la sua sensibilità.
Adattamento al buio
Percezione del movimento La retina
Psicologia del colore
Il punto cieco
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Visione > Fisiologia dell'occhio

La retina
La retina è il tessuto sensibile alla luce che
sta sul fondo del nostro occhio.
Tutta questa zona è cosparsa da cellule
fotorecettrici, tranne nella zona in cui si
innesta il nervo ottico, il cosiddetto punto
cieco.
La retina può essere in un certo qual modo
considerata un preprocessore nel nostro
sistema di visione.
Lightning Encyclopedia > Visione > Fisiologia dell'occhio

Il punto cieco
La zona della retina in cui confluiscono gli Fissate il numero tre usando un solo occhio e
assoni delle cellule gangliari viene detta stando molto vicini allo schermo e cominciate
papilla ottica o punto cieco e si trova a circa ad allontanarvi. A un certo punto il disco giallo
15 gradi dalla fovea. Si tratta di una zona sparirà. Ripetete questo esercizio fissando
della retina che non può inviare al cervello il numeri diversi, e notate la diversa distanza a
segnale corrispondente, come mostra cui avviene la sparizione. La sparizione del
l'esempio seguente. disco si verifica quando la sua immagine va a
cadere nella papilla ottica.
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Luce La domanda della psicologo Koffka che nel


Visione 1935 si chiese "Perché le cose appaiono come
Processo della visione appaiono" è meno banale di quanto si possa
Fisiologia dell'occhio pensare. Vi sono infatti molte evidenze che ciò
Teorie della visione che percepiamo non dipende solo dalla realtà
Acuità visiva fisica, ma anche dall'opera del nostro cervello,
Visione del colore e ogni teoria della visione deve tener conto di
Distanza e prospettiva questo fatto.
Costanza della forma Nella figura si percepisce un triangolo di un
Adattamento al buio bianco più luminoso rispetto alla sfondo,
Percezione del movimento nonostante tale differenza non esista
Psicologia del colore assolutamente.
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
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Luce L'acuità visiva è la capacità che l'occhio ha di


Visione vedere distinti i particolari degli oggetti
Processo della visione osservati. Essa in realtà dipende da molti
Fisiologia dell'occhio fattori, quali la differenza di contrasto tra gli
Teorie della visione oggetti, le luminanze, la stanchezza dell'occhio
Acuità visiva e così via. Molte persone hanno un'acuità
Visione del colore visiva minore di quella normale (indicata con
Distanza e prospettiva dieci decimi). Questi difetti potrebbero aver
Costanza della forma influenzato anche l'opera di alcuni grandi
Adattamento al buio artisti.
Percezione del movimento
Psicologia del colore ametropie
Misure psicofisiche
ametropie ed arte
Illusioni ottiche
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Visione > Acuità visiva

Ametropie
Quando l'immagine di un oggetto che vediamo Le ametropie possono essere risolte grazie
non va a cadere sulla retina, ne risulta all'utilizzo di occhiali, lenti a contatto o
un'immagine sfuocata. Questo può essere operazioni di chirurgia refrattiva.
dovuto a tutta una serie di problemi visivi,
quali la miopia, l' ipermetropia, l' astigmatismo
e la presbiopia.
Lightning Encyclopedia > Visione > Acuità visiva

Ametropie e arte
I problemi visivi possono sicuramente aver Il particolare allungamento delle figure di El
influenzato l'opera di grandi pittori, anche se Greco fu attribuito da alcuni studiosi all'
non vogliamo certamente ridurre le scelte astigmatismo. La scoperta, fatta con tecniche
artistiche a decisioni obbligate da problemi di ottiche, che i lavori preparatori presentavano
salute. le giuste proporzioni fa pensare che
Certo è che quando si osserva un'opera l'allungamento delle figure fosse un
giovanile di Turner fatta nel 1821 e la si espediente stilistico per indicare l'ascesa
confronta con un'opera fatta in tarda età nel mistica.
1844 viene il dubbio che il cambio stilistico sia
dovuto anche in parte alla difficoltà di
distinguere i dettagli.
Per ciò che riguarda Monet abbiamo la
certezza che verso il 1922 egli soffriva di
cataratta, al punto da dover essere operato.
Questo spiega in parte la differenza tra il
ponte giapponese dipinto nel 1899 e il ponte
giapponese del 1922.
Anche in Rembrandt si assiste a un
cambiamento nei colori e nei dettagli, tra un
quadro giovanile e uno fatto in età avanzata.
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Luce La visione del colore è un argomento che L'oggetto stesso


Visione consente di mettere in risalto la complessità
Processo della visione della visione umana. Il sistema visivo dell'osservatore
Fisiologia dell'occhio Infatti l'apparenza di colore degli oggetti non
dipende solo dalla sostanza che li compone, La luce incidente
Teorie della visione
Acuità visiva ma anche, ad esempio, dalla luce che li
Le differenze di sfondo
Visione del colore illumina.
Distanza e prospettiva Sinteticamente potremmo dire che il colore di
Costanza della forma un oggetto è dato da:
Adattamento al buio
Percezione del movimento
Psicologia del colore
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

Il colore degli oggetti


Quando la luce colpisce un oggetto essa può Un oggetto rosso avrà ad esempio uno
essere assorbita dall'oggetto stesso, può spettro di riflessione con un picco nella zona
attraversarlo e risultare così trasmessa o può delle lunghe lunghezze d'onda.
essere riflessa indietro. Per molti oggetti le Una sostanza che assorbe parte della luce
quantità relative di luce assorbita e di luce che la colpisce e ne riflette il resto si chiama
riflessa dipendono dalla lunghezza d'onda. pigmento.
Se alcune lunghezze d'onda dello spettro
visibile sono più assorbite di altre l'oggetto ci
appare colorato.
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

Sistema visivo e colore


Nella retina umana vi sono due classi di La retina è a sua volta una struttura
fotorecettori: i coni, responsabili della visione multistrato (glossario:struttura multistrato della
diurna (fotopica e mesopica), e i bastoncelli, retina.doc), la cui complessità è ancora in
che agiscono principalmente in visione grande parte da esplorare. Il cervello analizza
notturna (scotopica). il segnale che gli arriva, dando luogo a
fenomeni quali la costanza del colore, i colori
La discriminazione dei colori è presente in soggettivi, i contrasti di colore successivi.
visione fotopica e mesopica, ad indicare che
tale azione è svolta dai coni. Le persone non vedono i colori allo stesso
Nella retina umana vi sono circa 7 milioni di modo. In particolare esistono persone che
coni e 120 milioni di bastoncelli, ma nella zona soffrono a causa di anomalie nella visione del
centrale della retina non si trovano colore riconoscibili con dei test.
bastoncelli.
Un campo visivo di 2° attorno al centro
dell'occhio mette in azione solo i coni. I coni
hanno tre classi di fotopigmenti.
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

La luce incidente
Il colore di un oggetto dipende criticamente
dalla radiazione che vi incide sopra. Infatti se
un oggetto magenta (il magenta è il colore
che si ottiene sommando rosso e blu) viene
colpito da una radiazione bianca, che
contiene cioè tutti i colori, egli rifletterà il rosso
e il blu. Ma se la sorgente che lo illumina non
contiene il blu, l'oggetto non potrà rifletterlo e
quindi assumerà un'apparenza rossa.
Comunque è sempre necessario tener conto
della costanza di colore.
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

Gli sfondi
Il colore dipende dallo sfondo su cui viene
presentato, come vediamo in questi esempi.

Vista l'importanza degli sfondi può stupire lo


scoprire che fino al milleottocento i quadri
venivano esposti sopra pareti rosse,
disinteressandosi della cornice. Gli
impressionisti furono i primi a capire
l'importanza della cornice e dello sfondo.
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

Gli sfondi
Il colore dipende dallo sfondo su cui viene
presentato, come vediamo in questi esempi.

Vista l'importanza degli sfondi può stupire lo


scoprire che fino al milleottocento i quadri
venivano esposti sopra pareti rosse,
disinteressandosi della cornice. Gli
impressionisti furono i primi a capire
l'importanza della cornice e dello sfondo.
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

Gli sfondi
Il colore dipende dallo sfondo su cui viene
presentato, come vediamo in questi esempi.

Vista l'importanza degli sfondi può stupire lo


scoprire che fino al milleottocento i quadri
venivano esposti sopra pareti rosse,
disinteressandosi della cornice. Gli
impressionisti furono i primi a capire
l'importanza della cornice e dello sfondo.
Lightning Encyclopedia > Visione > Visione del colore

Gli sfondi
Il colore dipende dallo sfondo su cui viene
presentato, come vediamo in questi esempi.

Vista l'importanza degli sfondi può stupire lo


scoprire che fino al milleottocento i quadri
venivano esposti sopra pareti rosse,
disinteressandosi della cornice. Gli
impressionisti furono i primi a capire
l'importanza della cornice e dello sfondo.
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Luce La percezione della distanza, cioè la capacità


Visione di cogliere in una scena quali elementi sono
Processo della visione più vicini e quali più lontani, è una situazione in
Fisiologia dell'occhio cui l'opera del cervello è importantissima. Sulla
Teorie della visione retina arriva un'immagine bidimensionale, che
Acuità visiva non basterebbe a spiegare se le ridotte
Visione del colore dimensioni di un oggetto corrispondono a un
Distanza e prospettiva oggetto piccolo vicino o ad un oggetto grande
Costanza della forma e lontano.
Adattamento al buio
Percezione del movimento Tale operazione è invece facilissima: chiunque
Psicologia del colore nella foto qui accanto capisce cosa è vicino e
Misure psicofisiche cosa è lontano. Questo avviene anche grazie
Illusioni ottiche alla visione binoculare e alla parallasse.
Illuminazione
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Luce Il nostro cervello è in grado di mantenere


Visione costante la percezione della forma di un
Processo della visione oggetto al cambiare dell'immagine retinica: è
Fisiologia dell'occhio ciò che si chiama costanza della forma.
Teorie della visione Ad esempio quando un disco ruota di fronte a
Acuità visiva noi, la sua immagine sulla retina diviene
Visione del colore ellittica.
Distanza e prospettiva Eppure noi continuiamo a riconoscere la forma
Costanza della forma circolare.
Adattamento al buio
Percezione del movimento
Psicologia del colore
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
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Luce Quando in un pomeriggio luminoso si entra, ad Questo è particolarmente evidente con le


Visione esempio, in un cinema buio, in un primo tempo stelle: appena usciti sotto il cielo stellato le
Processo della visione le uniche cose che si riescono a distinguere stelle visibili sono poche e la loro luce
Fisiologia dell'occhio sono le immagini sullo schermo. Ma dopo terribilmente tenue. Dopo pochi minuti il loro
Teorie della visione pochi minuti è possibile vedere le persone che numero è aumentato considerevolmente e
Acuità visiva sono sedute accanto a noi e dopo circa venti dopo 20, 30 minuti, se ci troviamo in un luogo
Visione del colore minuti sarà possibile distinguere l'intero sufficientemente isolato, possiamo vedere
Distanza e prospettiva cinema. migliaia di stelle.
Costanza della forma Si tratta del fenomeno dell'adattamento al buio.
Adattamento al buio La funzione dei coni e dei bastoncelli
Percezione del movimento
Psicologia del colore
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Visione > Adattamento al buio

La funzione dei coni e dei bastoncelli


Per capire il fenomeno dell'adattamento al
buio è necessario sapere che i coni e i
bastoncelli hanno un comportamento molto
diverso. I coni, che si trovano principalmente
al centro della retina, sono in grado di
cogliere i particolari delle immagini e di
riconoscere i colori, ma funzionano solo in
condizioni di luminosità abbastanza forte. I
bastoncelli invece non vedono i colori, ma
sono estremamente sensibili alla luce e al
movimento, ed entrano in funzione quando la
luminosità è scarsa. Il tempo necessario ai
bastoncelli per andare "a regime" è però più Questo potrebbe spiegare il lento apparire
lungo rispetto a quello dei coni. Ecco perché delle stelle descritto da Dante nel Paradiso
quando andiamo a considerare la quantità E sì come al salir di prima sera comincian
minima di luce che riusciamo a percepire in per lo ciel nove parvenze, sì che la vista pare
funzione del tempo percorso al buio, si ottiene e non par vera, parvemi lì novelle
un brusco miglioramento, quando dai coni si sussistenze cominciare a vedere, e fare un
passa ai bastoncelli. giro di fuor da l'altre due circunferenze.
(Par.XIV 70-75)
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Luce Se spostiamo la nostra mano da destra a


Visione sinistra, tenendo ferma la testa e spostando
Processo della visione solo gli occhi, l'immagine retinica della mano
Fisiologia dell'occhio non cambia: è lo sfondo che varia.
Teorie della visione Anche se teniamo fermi gli occhi e ruotiamo la
Acuità visiva testa alla stessa velocità della mano l'immagine
Visione del colore retinica del nostro arto resta invariata.
Distanza e prospettiva Eppure tutti noi percepiamo il movimento.
Costanza della forma Questa capacità del cervello di riconoscere ciò
Adattamento al buio che davvero si muove viene talvolta chiamata
Percezione del movimento "costanza del movimento".
Psicologia del colore
Misure psicofisiche
Illusioni ottiche
Illuminazione
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Luce Gli effetti psicologici del colore sono un tema


Visione tutt'ora estremamente dibattuto, e in cui non si
Processo della visione è ancora giunti a una risposta definitiva e
Fisiologia dell'occhio accettata da tutti.
Teorie della visione Lo psicologo Hermann Rorschach, inventore
Acuità visiva del metodo delle macchie, inserì nel 1921 una
Visione del colore figura colorata, per poter indagare
Distanza e prospettiva particolarmente l'aspetto affettivo dell'uomo.
Costanza della forma Certo è molto difficile stabilire quali aspetti del
Adattamento al buio colore siano insiti nella mente umana e quali
Percezione del movimento frutto di un'evoluzione culturale.
Psicologia del colore Certo è che tra i vari popoli vi sono enormi
Misure psicofisiche differenze nell'uso del colore: in Cina e
Illusioni ottiche Giappone è il bianco il colore del lutto, al punto
Illuminazione che la sposa giapponese è anch'essa vestita di
bianco, ma per simboleggiare la sua morte nei
confronti della vecchia famiglia.
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Luce Per valutare il comportamento di una sorgente


Visione luminosa non è sufficiente andare ad
Processo della visione analizzare le caratteristiche tecniche misurabili
Fisiologia dell'occhio dagli strumenti. È infatti importantissimo
Teorie della visione valutare l'effetto che tali sorgenti hanno sulla
Acuità visiva visione umana. Questo può essere osservato
Visione del colore solo svolgendo misure psicofisiche, cioè
Distanza e prospettiva misure in cui si utilizzano pazienti umani e si
Costanza della forma prende in considerazione la loro risposta al
Adattamento al buio variare degli stimoli visivi e delle sorgenti
Percezione del movimento luminose considerate.
Psicologia del colore
Misure psicofisiche Recentemente si è sempre più affermato
Illusioni ottiche l'utilizzo di monitor da computer come
Illuminazione generatori di stimoli psicofisici.
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Luce La complessità del nostro sistema visivo


Visione conduce a una serie di curiose problematiche,
Processo della visione che non sono sempre facilmente spiegabili:
Fisiologia dell'occhio vediamo insieme alcuni effetti ottici, che hanno
Teorie della visione spesso un interessante risvolto scientifico. Per
Acuità visiva cominciare osservate la figura qui accanto:
Visione del colore dovreste riuscire ad identificare due differenti
Distanza e prospettiva figure.
Costanza della forma
Adattamento al buio Figure impossibili
Percezione del movimento
Figure bistabili
Psicologia del colore
Misure psicofisiche Ombra
Illusioni ottiche
Illuminazione
Lightning Encyclopedia > Visione > Illusioni ottiche

Figure impossibili
Alcune figure risultano evidentemente
impossibili per il nostro sistema visivo.

Un tipico esempio è questo triangolo.

Uno specialista in questo tipo di immagini fu


sicuramente Escher.
Lightning Encyclopedia > Visione > Illusioni ottiche

Figure bistabili
Alcune figure possono essere "bistabili". A sinistra il cubo di Necker: quale è la faccia
anteriore?
Il nostro cervello cioè le può interpretare in Al centro una sedia su cui sedersi o un tetto
due modi diversi, anche se la figura non sotto cui ripararsi?
cambia. E infine, si sale o si scende?
Lightning Encyclopedia > Visione > Illusioni ottiche

Ombra
Qui possiamo vedere l'importanza delle ombre
sulla nostra percezione: la palla fa sempre la
stessa traiettoria, ma l'ombra la fa apparire
sempre diversa. Questo ci fa capire anche
come l'illuminazione possa cambiare
completamente la percezione di una scena.
Lightning Encyclopedia > Visione > Illusioni ottiche

Ombra
Qui possiamo vedere l'importanza delle ombre
sulla nostra percezione: la palla fa sempre la
stessa traiettoria, ma l'ombra la fa apparire
sempre diversa. Questo ci fa capire anche
come l'illuminazione possa cambiare
completamente la percezione di una scena.
Lightning Encyclopedia > Visione > Illusioni ottiche

Ombra
Qui possiamo vedere l'importanza delle ombre
sulla nostra percezione: la palla fa sempre la
stessa traiettoria, ma l'ombra la fa apparire
sempre diversa. Questo ci fa capire anche
come l'illuminazione possa cambiare
completamente la percezione di una scena.
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Luce Con l'espressione "sorgente luminosa" siamo


Visione soliti definire un dispositivo in grado di
Illuminazione emettere energia nelle lunghezze d'onda
Le sorgenti comprese nella gamma del visibile (380-780
Caratteristiche delle sorgenti nm).
Apparecchi di illuminazione All'espressione troviamo spesso associato un
Caratteristiche di emissione altro aggettivo, riferito sostanzialmente
luminosa all'essenza dell'emissione: sentiamo infatti
Il progetto di illuminazione spesso parlare di sorgenti "naturali" – ovvero
Illuminazione architettonica quelle presenti in natura, primo fra tutte il sole
Illuminazione degli ambienti di – o "artificiali", quelle – dalle candele ai tubi
lavoro fluorescenti – esistenti grazie all'"artificio",
Illuminazione commerciale all'intuizione, all'azione dell'uomo.
Illuminazione museale Le sorgenti artificiali costituiscono una
categoria molto ampia, e sono lo strumento Evoluzione storica delle sorgenti
Illuminazione di esterni
Normative base della scienza dell'illuminazione.
L'importanza ed il significato della loro scelta Le tipologie di sorgenti
risulta essere uno dei punti nodali della
progettazione illuminotecnica.
Usando un paragone artistico, possiamo dire
che una sorgente di luce sta ad un progetto di
illuminazione come i colori stanno ad un
dipinto: varia il tipo, la natura, la tecnica, il
disegno, il virtuosismo, il loro assemblaggio,
ma la loro valenza linguistica rimane intatta.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Le sorgenti

Evoluzione storica delle sorgenti


Per lungo tempo, i rapporti dell'uomo con l'oscurità erano sostanzialmente definiti dall'uso del
fuoco, sotto forma di torce, lanterne, lucerne, fiaccole e candele.

A seconda dei periodi storici, il suo uso era legato alle risorse reperibili; la fiamma era
generalmente alimentata da grassi – animali o vegetali – o cera d'api, disponibili in forma solida
o fluida.
Fino alla prima metà del XIX secolo, la sorgente più diffusa era costituita dalla lampada ad olio;
le principali sostanze comburenti erano l'olio di colza e quello di balena.
Nella seconda metà del secolo, studi, scoperte ed invenzioni portarono alla progressiva
diffusione del gas e, successivamente, dell'elettricità.

L'uso del gas poneva una serie di problemi, legati principalmente alla sicurezza ed alla qualità
dell'illuminazione, condizionata da restrizioni legate alla forma ed alle proprietà degli apparecchi.
L'applicazione di tali sistemi consentì comunque l'illuminazione di molte città, cambiando per
sempre le abitudini ed i modi di vita dell'uomo, facendo della notte uno spazio integrativo al
giorno.

Le limitazioni imposte dall'uso del gas, unite alla progressive acquisizioni sull'elettricità e sulle
sue potenzialità, portarono, allo scorcio del secolo, ad un'ulteriore mutamento nei sistemi di
illuminazione.
Era stato sperimentato che un filamento di carbone sospeso fra due poli in un'ampolla di vetro
poteva diventare incandescente al passaggio della corrente elettrica, emettendo luce; il
problema maggiore era costituito dalla limitata durata del dispositivo.
Nel 1878, in Inghilterra, sir Joseph Swan riuscì a concepire una lampadina in grado di bruciare
per circa due ore, mentre nel 1879, in maniera del tutto autonoma, l'americano Thomas Alva
Edison riuscì a costruire una sorgente in grado di funzionare per circa 40 ore.
A partire dai primi anni del XX secolo, la lampadina divenne immediatamente il mezzo di
illuminazione più diffuso, soppiantando in maniera drastica tutti gli altri; gli studi per
incrementarne ed estenderne le proprietà continuarono incessantemente.
Modifiche apportate alla forma - spiralizzazione (1913) e doppia spiralizzazione (1933) – ed al
materiale costituente il filamento – dal 1907, tungsteno – nonché l'introduzione di un gas inerte
all'interno del bulbo (1913), consentirono l'incremento della potenza e delle caratteristiche della
luce, in special modo della sua efficienza.

Dal 1959, l'introduzione nel bulbo di una miscela di sostanze alogene diede origine alle sorgenti
alogene, caratterizzate da proprietà e prestazioni migliori in relazione alla durata, alla quantità ed
alla qualità dell'emissione.

Nel 1910, fecero la loro comparsa sul mercato sorgenti di genere differente, non più basate sui
metodi di funzionamento tradizionale, ma sul principio della scarica in gas ad alta tensione.
Inizialmente, esse vennero principalmente impiegate per le insegne luminose e,
successivamente, per uso stradale ed industriale (lampade ai vapori di sodio a bassa pressione,
1932; a vapori di mercurio, 1935; ai vapori di sodio ad alta pressione, 1965); queste tecnologie
furono soggette ad ulteriori studi ed applicazioni, che ne incrementarono notevolmente le
caratteristiche prestazionali e, soprattutto, le qualità cromatiche, fino ad arrivare alle lampade al
sodio ad alta pressione a luce bianca (1993).

Dal 1936, si erano cominciate a diffondere le lampade fluorescenti tubolari che, grazie alla loro
efficienza ed alla varietà cromatica, riscontrarono un grandissimo successo a partire dal
dopoguerra. La loro tecnologia fu nel tempo integrata da migliorie relative alla composizione
delle miscele fluorescenti ed alle metodologie operative del sistema.

Negli anni Ottanta, per dare un contributo al problema energetico, furono immesse sul mercato
le lampade fluorescenti compatte, inizialmente concepite in modo da costituire un'alternativa alle
tradizionali fonti di illuminazione di interni.

Negli anni Sessanta, si sviluppò una nuova tipologia di sorgenti a scarica, le lampade ad
alogenuri metallici, basate sull'introduzione nel tubo di scarica di piccole quantità di miscele di
vapori di alogenuri metallici.
Usate inizialmente per l'illuminazione di impianti sportivi, furono anch'esse soggette nel tempo a
modifiche, operate al fine di migliorarne le prestazioni qualitative e quantitative.

Negli anni Novanta, infine, hanno fatto la loro comparsa sul mercato le lampade ad induzione,
basate sul principio dell'induzione elettromagnetica, contrassegnate da una durata eccezionale.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Le sorgenti

Le tipologie di sorgenti
Le sorgenti artificiali possono essere sostanzialmente ricondotte a due gruppi,
contraddistinti dalla diversità del loro principio di funzionamento.

Nelle sorgenti a filamento, che corrispondono alla più antica applicazione pratica
dell'elettricità, la corrente passa attraverso un filamento di tungsteno spiralizzato posto
entro un bulbo di vetro, che contiene gas inerte o del vuoto; Il filamento si scalda
rapidamente e diviene incandescente, emettendo un ottimo flusso luminoso introno ai
2500-2700°C.

Nelle sorgenti a scarica, invece, l'emissione luminosa viene prodotta dall'eccitazione di


un gas, sollecitata da una f
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Luce La possibilità di avere un'ampia gamma di


Visione sorgenti, sicuramente pregevole in termini di
Illuminazione esaustività delle risposte, impone la
Le sorgenti conoscenza di alcuni aspetti pratici, in grado di
Caratteristiche delle sorgenti "guidare" la definizione, la scelta e le
Apparecchi di illuminazione caratteristiche maggiormente auspicabili delle
Caratteristiche di emissione differenti tipologie.
luminosa Non esiste una specifica sorgente adatta in
Il progetto di illuminazione modo assoluto ed univoco ad un determinato
Illuminazione architettonica uso: le lampade sono il linguaggio attraverso
Illuminazione degli ambienti di cui la luce si esprime e si articola caso per
lavoro caso, in funzione delle singole esigenze; il loro
Illuminazione commerciale uso – personalizzato e contestualizzato dal
Illuminazione museale progettista attraverso gli apparecchi, con le
Illuminazione di esterni loro caratteristiche ottiche e la loro ubicazione
Normative – determina e definisce in modo sostanziale le
potenzialità e l'esito di un progetto di
illuminazione, grazie anche alle forti capacità di
coinvolgimento emotivo e psicologico del quale
la luce è dotata.
Le caratteristiche quantitative
Le caratteristiche geometriche: dell'emissione:
forma, dimensioni e attacco flusso luminoso ed efficienza

Le caratteristiche elettriche: Le caratteristiche qualitative


tensione di alimentazione e potenza dell'emissione:
temperatura colore, indice di resa
Le caratteristiche generali: cromatica
durata, condizioni operative e dispositivi e spettro di emissione
ausiliari
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche delle sorgenti

Le caratteristiche geometriche: forma, dimensioni e attacco


Le sorgenti luminose sono generalmente
costituite da un dispositivo di emissione –
caratterizzato da una notevole varietà in
termini di forma, dimensioni e finiture in
funzione delle varie tipologie – e da un
sistema di attacco, che assicura – a mezzo
del portalampada presente sull'apparecchio -
l'ingresso e la trasmissione della corrente
elettrica all'interno della lampada.
Studi e ricerche effettuati nel corso del tempo
hanno condotto ad una compattazione e
miniaturizzazione delle sorgenti sempre
crescente, facilitandone l'uso, il controllo e la
resistenza.

La tipologia e la classificazione degli attacchi


è disciplinata da una convenzione
internazionale che permette, mediante
l'adozione di determinate sigle, di definirli in
maniera chiara ed univoca.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche delle sorgenti

Le caratteristiche elettriche: tensione di alimentazione e potenza


La tensione di alimentazione di una sorgente,
espressa in Volt, si riferisce a quella di
esercizio della lampada.
Generalmente, le lampade funzionano a
tensione di rete (230V) o a bassissima
tensione (più comunemente 12V); nel
secondo caso, alla sorgente va associato un
trasformatore.
Le tensione può essere soggetta a variazioni,
di natura casuale o volontaria: mentre le
prime sono legate a sbalzi o cadute nella rete
di distribuzione elettrica, le seconde
avvengono a mezzo di idonei dispositivi di
controllo – regolatori di tensione o dimmer –
applicabili solo ad alcune tipologie di
lampade.
Oltre ad intervenire sui parametri quantitativi e
sulla durata, le variazioni di tensione inducono
sensibili effetti anche sulle caratteristiche
cromatiche dell'emissione, modificandone la
distribuzione spettrale dell'energia.

La potenza di una lampada, espressa in Watt,


rappresenta la quantità di energia elettrica
assorbita dalla sorgente stessa all'atto del suo
funzionamento a regime standard.
Attualmente, sono presenti sul mercato
prodotti caratterizzati da una gamma di
potenze molto ampia.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche delle sorgenti

Le caratteristiche generali: durata, condizioni operative e dispositivi ausiliari


La durata di una lampada, espressa in ore, è
determinata da una serie di parametri, in parte
legati a caratteristiche intrinseche delle
sorgenti, in parte a cause esterne ed al tipo di
uso cui esse sono soggette.
Le condizioni operative sono sostanzialmente
legate alla posizione di funzionamento, ai
valori di temperatura ambiente ed alle
situazioni d'impiego.
Estremamente significativo risulta essere
inoltre il controllo dei tempi di accensione e
riaccensione.

Con l'espressione "dispositivi ausiliari" siamo


soliti indicare quelle apparecchiature
necessarie all'effettivo funzionamento di una
sorgente.
Una lampada a bassissima tensione, ad
esempio, non può funzionare senza l'ausilio di
un trasformatore, come l'impiego di tutte le
tipologie a scarica è subordinato alla
presenza di un reattore, un condensatore ed
un dispositivo di innesco, che oggi possono
essere accorpati in un unico accessorio, l'
alimentatore elettronico.
La presenza di ausiliari implica particolari
accorgimenti, in particolare in relazione alla
rumorosità.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche delle sorgenti

Le caratteristiche quantitative dell'emissione: flusso luminoso ed efficienza


Il flusso luminoso di una lampada definisce
l'effettiva quantità di luce prodotta dalla
sorgente stessa in un secondo, e si esprime
in lumen.
La valutazione dell'emissione è disciplinata da
norme ben definite e varia – in funzione della
potenza e delle tipologie – entro un'ampia
scala di valori.

L'efficienza di una lampada indica la quantità


di luce emessa da una sorgente in rapporto
alla potenza elettrica impiegata e si esprime in
lumen su watt.
Ipotizzando di poter rappresentare la
sensibilità visiva media, il rendimento teorico
raggiungibile da una sorgente generatrice di
luce in corrispondenza del massimo fattore di
visibilità relativo (555 nm) equivarrebbe a 683
lumen/watt: nella realtà, le sorgenti luminose
raggiungono attualmente valori molto più
contenuti (filamento, fra 10 e 35 lumen/watt;
scarica, dai 19 ai 183 lumen/watt).
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche delle sorgenti

Le caratteristiche qualitative dell'emissione:


temperatura colore, indice di resa cromatica e spettro di emissione
La qualità ed il colore di una lampada sono Oltre a questi parametri, è opportuno
generalmente definiti dall'apparenza considerare la distribuzione spettrale
cromatica e dalla resa del colore. dell'energia, che descrive e quantifica le
L'apparenza cromatica si riferisce al colore emissioni in relazione alle singole bande di
della sorgente stessa ed è quantificata dalle colore.
coordinate cromatiche e dalla temperatura di
colore. Sorgenti con temperatura di colore simile e
La resa del colore indica invece il modo in cui buon indice di resa cromatica possono infatti
i pigmenti appaiono all'occhio umano quando essere caratterizzate da una distribuzione
sono illuminati da un dato tipo di lampada, ed spettrale molto diversa, variando in maniera
è quantificata dall'indice di resa cromatica. evidente la percezione del colore di un
qualsiasi oggetto.
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Luce Un apparecchio di illuminazione è una


Visione "macchina" che ha lo scopo di convogliare la
Illuminazione luce emessa da una o più lampade, e
Le sorgenti distribuirla nel modo più appropriato per un
Caratteristiche delle sorgenti certo scopo.
Apparecchi di illuminazione In un apparecchio di illuminazione è sempre
Caratteristiche di emissione possibile individuare:
luminosa
componenti elettrici, necessari per
Il progetto di illuminazione
alimentare la lampada e dunque per
Illuminazione architettonica
"produrre" la luce
Illuminazione degli ambienti di
componenti ottici, destinati a deviare,
lavoro
filtrare, riflettere, schermare o
Illuminazione commerciale
diffondere la luce emessa dalla
Illuminazione museale
lampada.
Illuminazione di esterni
Normative I componenti ottici possono essere classificati
nel modo seguente: Apparecchi tecnici e decorativi
Riflettori
Rifrattori e Lenti
Diffusori
Schermi
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Apparecchi di illuminazione

Apparecchi tecnici e decorativi


Un apparecchio di illuminazione può essere La distinzione fra un apparecchio tecnico ed
concepito per assolvere ad una mera funzione uno decorativo è spesso molto sottile: nella
di arredo, o per rispondere a precisi requisiti produzione industriale corrente molto spesso
illuminotecnici. gli apparecchi tecnici hanno un notevole
Nel primo caso, sono predominanti i contenuti contenuto estetico, e gli apparecchi decorativi
estetici e di design, sia dell'oggetto illuminante vengono progettati in funzione di applicazioni
che della luce da esso prodotta. L'emissione specifiche.
luminosa di tali apparecchi è solitamente
capace di creare un effetto luminoso
gradevole e confortevole, ma non risponde di
norma a requisiti precisi.
Gli apparecchi tecnici, invece, sono concepiti
per rispondere ad esigenze di illuminazione
specifiche, relative a particolari tipologie di
ambienti o di attività. Assumono particolare
importanza in questo caso le caratteristiche di
emissione luminosa.
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Luce Le caratteristiche di emissione luminosa È possibile classificare gli apparecchi in


Visione descrivono in che modo un apparecchio di funzione del tipo di emissione, e dunque della
Illuminazione illuminazione assolve al suo principale compito, loro curva fotometrica. Un altro parametro
Le sorgenti che è quello di distribuire nelle spazio il flusso spesso usato per classificare gli apparecchi è
Caratteristiche delle sorgenti luminoso emesso dalle lampade. l'angolo di apertura del fascio luminoso. Molto
Apparecchi di illuminazione Fra i più importanti parametri usati per valutare importante infine è anche valutare il
Caratteristiche di emissione un apparecchio di illuminazione, vi è il modo in rendimento di un apparecchio.
luminosa cui esso distribuisce le intensità luminose nello
spazio. Solitamente, la distribuzione nello Emissione diretta, indiretta e diffusa
Il progetto di illuminazione
Illuminazione architettonica spazio dell'intensità luminosa viene
rappresentata graficamente per mezzo di una Emissione asimmetrica
Illuminazione degli ambienti di
lavoro curva fotometrica o in modo tridimensionale
Emissione batwing
Illuminazione commerciale con un solido fotometrico. La curva fotometrica
Illuminazione museale rappresenta la principale carta di identità di un Emissione darklight
Illuminazione di esterni apparecchio: dalla sua attenta analisi è
Normative possibile valutare se l'apparecchio risponde Emissione BAP
adeguatamente allo scopo per il quale è stato
progettato.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche di emissione luminosa

Emissione diretta, indiretta e diffusa


Una classificazione schematica del tipo di L'emissione indiretta si ha quando il flusso
emissione di un apparecchio può essere fatta luminoso viene indirizzato verso il soffitto, e
semplicemente sulla base della direzione da questo riflesso verso la superficie da
prevalente in cui viene indirizzato il flusso illuminare. Gli apparecchi illuminanti a luce
luminoso. indiretta vengono spesso detti "uplighter". La
L'emissione diretta si ha quando l'apparecchio curva fotometrica è in questo caso
emette tutto il suo flusso direttamente verso la interamente contenuta nella metà superiore
superficie da illuminare. La curva fotometrica del piano polare.
è in questo caso interamente contenuta nel Le emissioni semi-diretta, diretta-indiretta e
semipiano polare inferiore. semi indiretta si hanno quando sono presenti
(con diversa rilevanza) sia la componente
diretta che quella indiretta.
Nell'emissione diffusa, il flusso si distribuisce
in modo pressoché uniforme in tutte le
direzioni.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche di emissione luminosa

Emissione asimmetrica
L'emissione asimmetrica si ha quando il flusso
viene indirizzato in una direzione prestabilita,
asimmetrica rispetto all'asse verticale
dell'apparecchio illuminante. Questo può
essere il caso ad esempio degli apparecchi
con emissione indiretta da installare a parete,
per i quali è necessario indirizzare il flusso
principalmente verso la parte centrale del
soffitto.
Una categoria particolare di apparecchi
asimmetrici sono i cosiddetti "wall-washer"
che, installati a soffitto, sono destinati ad
illuminare la superficie verticale della parete.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche di emissione luminosa

Emissione batwing
L'emissione batwing (letteralmente ad "ala di
pipistrello") prende il nome dalla tipica forma
della curva fotometrica. Essa è molto usata
negli ambienti di lavoro, nelle scuole e negli
uffici per limitare i riflessi indesiderati. È
caratterizzata dal fatto di proiettare la maggior
parte del flusso nelle direzioni laterali piuttosto
che verticalmente. Questo consente di
sistemare gli apparecchi in posizione laterale
rispetto ai posti di lavoro, anziché
verticalmente sopra di essi. Poiché come è
noto le superfici speculari riflettono la luce in
una direzione simmetrica rispetto a quella
della luce incidente, questa disposizione fa sì
che gli eventuali riflessi (prodotti ad esempio
dalla superficie della carta patinata) vengano
proiettati in una direzione laterale e dunque
non colpiscano l'occhio dell'osservatore.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche di emissione luminosa

Emissione darklight
L'emissione darklight (letteralmente "luce Questo tipo di emissione è molto riposante
scura") si ha quando la luminanza per angoli perché limita al massimo gli abbagliamenti:
superiori a 60° rispetto alla verticale è l'osservatore infatti non viene mai colpito
inferiore a 200 cd/mq. Un apparecchio direttamente da luminanze di rilievo. Inoltre,
illuminante darklight, installato a soffitto e essa è usata negli ambienti di lavoro con
osservato secondo il normale angolo di video terminali, perché riduce la luminanza dei
visuale di un osservatore, appare appunto riflessi prodotti dalla superficie dei monitor.
"scuro" perché la luminanza relativa all'angolo Più adatti a questo ultimo scopo sono tuttavia
di osservazione è molto bassa. gli apparecchi con emissione BAP.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Caratteristiche di emissione luminosa

Emissione BAP
L'emissione BAP si ha quando la luminanza
per angoli superiori a 50° è inferiore a
200cd/mq. L'obiettivo è quello di concentrare
tutta l'emissione in un angolo ristretto,
limitando al massimo la luminanza nelle
direzioni laterali in modo che l'apparecchio,
osservato dal normale angolo di visuale,
appaia "scuro". Il criterio è analogo a quello
usato anche negli apparecchi darklight, ma
con un angolo ancora più ristretto.
Questo tipo di emissione è particolarmente
adatto per la illuminazione di ambienti di
lavoro dotati di video terminali. La superficie
del video è fortemente riflettente, con
comportamento speculare. La maggior parte
del flusso viene convogliata entro un angolo
ristretto, e dunque viene riflessa dal monitor
verso il basso e non arriva all'occhio
dell'osservatore.
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Luce Progettare la luce significa ideare una In altre parole, la luce viene sempre più spesso
Visione situazione di illuminazione ed individuare tipo, usata come uno dei materiali a disposizione
Illuminazione caratteristiche, quantità e dislocazione di tutti dell'architetto per definire gli spazi, enfatizzare i
Le sorgenti gli apparati che dovranno concorrere a crearla: volumi, creare atmosfere, trasmettere
Caratteristiche delle sorgenti apparecchi di illuminazione, lampade, messaggi, comunicare sensazioni. Questo ha
Apparecchi di illuminazione accessori, gruppi di alimentazione, filtri, griglie, favorito la nascita di una nuova professionalità,
Caratteristiche di emissione schermi, apparati di regolazione e controllo che non è più quella strettamente legata alla
luminosa ecc. fredda applicazione di regole prestabilite, ma
Il progetto di illuminazione integra competenza tecnica e creatività e,
Fino a non molto tempo fa, il progetto di soprattutto, interagisce, affiancandoli, con gli
Illuminazione architettonica
illuminazione veniva visto per lo più come altri professionisti coinvolti nel processo di
Illuminazione degli ambienti di
strumento necessario a garantire la progettazione.
lavoro
funzionalità di un ambiente. In tutti i manuali si
Illuminazione commerciale
parlava quasi esclusivamente di illuminazione
Illuminazione museale
legata alla attività (per lo più lavorativa) che si
Illuminazione di esterni
doveva svolgere in un certo ambiente, come se
Normative
al di fuori dell'ambito strettamente funzionale la
luce non avesse altrettanto bisogno di essere
progettata.

Solo di recente si sta facendo strada una


dimensione più creativa del progetto di
illuminazione, nella quale le esigenze funzionali
vengono integrate da finalità architettoniche,
espressive e creative.
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Luce Poiché l'illuminazione ha sempre a che fare, in


Visione un modo o nell'altro, con un ambiente costruito,
Illuminazione si potrebbe dire che essa è sempre
Le sorgenti architettonica. Nella pratica, si parla di
Caratteristiche delle sorgenti illuminazione architettonica quando l'esigenza
Apparecchi di illuminazione di "mostrare" una architettura o contribuire a
Caratteristiche di emissione crearla diventa predominante rispetto a quella
luminosa meramente funzionale di garantire lo
Il progetto di illuminazione svolgimento di una attività.
Illuminazione architettonica
Nelle architetture nuove, il progettista della
Illuminazione degli ambienti di
illuminazione dovrebbe operare in stretta Al contrario, negli interventi sulle architetture
lavoro
collaborazione con i progettisti dell'architettura, storiche occorre intervenire con grande
Illuminazione commerciale
e con loro individuare soluzioni coerenti con delicatezza ed equilibrio, per evitare di fornire
Illuminazione museale
l'impatto complessivo che l'edificio dovrà avere. interpretazioni contrastanti con lo spirito
Illuminazione di esterni
In questo caso assumono grande importanza originario dell'architettura, e renderne possibili
Normative
tanto gli "oggetti" illuminanti (gli apparecchi), tutte le chiavi di lettura. In questo caso si tende
che possono di per se stessi avere una a far scomparire l'oggetto illuminante,
valenza estetica, quanto gli effetti di luce che nascondendolo per quanto possibile, e lasciare
essi producono. che sia la luce da sola a parlare. I

n un caso e nell'altro, la figura del progettista di


illuminazione, la sua creatività e competenza e
la sua capacità ad integrarsi nella equipe di
lavoro, è fondamentale per la riuscita del
progetto.
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Luce Nella illuminazione degli ambienti di lavoro, Livelli di illuminamento consigliati


Visione assumono particolare importanza gli aspetti
funzionali e prestazionali. Equilibrio delle luminanze
Illuminazione
Le sorgenti E' necessario innanzitutto garantire un livello di
illuminamento adeguato con un buon livello di Riduzione degli abbagliamenti
Caratteristiche delle sorgenti
Apparecchi di illuminazione uniformità sul compito visivo, secondo le
Caratteristiche di emissione prescrizioni dettate dalle normative e dalle
luminosa raccomandazioni legate al tipo di attività che si
Il progetto di illuminazione dovrà svolgere nell'ambiente.
Illuminazione architettonica E' necessario inoltre garantire l' equilibrio delle
Illuminazione degli ambienti di luminanze e la riduzione degli abbagliamenti.
lavoro
Illuminazione commerciale
Illuminazione museale
Illuminazione di esterni
Normative
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Illuminazione degli ambienti di lavoro

Livelli di illuminamento consigliati


Nella tabella che segue sono riassunti i livelli di illuminamento consigliati per alcune attività,
estratti dalle norme e raccomandazioni vigenti. Normalmente, non si riporta un unico valore, ma
una gamma di valori entro cui ci si può muovere, in funzione delle condizioni specifiche.

min med max Tipo di attività


20 30 50 Aree esterne adiacenti agli ingressi
50 75 100 Aree di transito o per soste di breve periodo
100 150 200 Lavori saltuari; aree di deposito; atri, corridoi, scale, guardaroba
150 200 300 Lavori occasionali in industrie automatizzate
200 300 500 Lavori con esigenze visive semplici; lavorazioni grossolane a
macchina; auditori
300 500 750 Lavori con esigenze visive medie; macchine utensili; sale di
controllo; uffici
500 750 1000 Lavori con elevate esigenze visive: cucitura, ispezione e prova
materiali; sale da disegno
750 1000 1500 Compiti visivi con dettagli critici: lavori di meccanica fine; esame dei
colori
1000 1500 2000 Compiti visivi con speciali requisiti: incisione a mano; verifica di
lavori di alta precisione
> 2000 Compiti visivi di eccezionale difficoltà: assemblaggio di componenti
elettronici miniaturizzati; interventi chirurgici.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Illuminazione degli ambienti di lavoro

Equilibrio delle luminanze


Negli ambienti di lavoro è necessario
garantire che fra il campo visivo complessivo
dell'osservatore e il compito visivo particolare
su cui egli svolge la propria attività lavorativa,
ci siano contrasti di luminanza non eccessivi,
che non costringano l'occhio a continui
adattamenti quando l'osservatore alza lo
sguardo dal proprio compito visivo.
Normalmente, si assume che il rapporto fra la
luminanza del compito visivo e quella del
campo visivo complessivo non sia inferiore a
1/3, né superiore a 3.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Illuminazione degli ambienti di lavoro

Riduzione degli abbagliamenti


Un parametro importante nella illuminazione di
ambienti di lavoro è la riduzione degli
abbagliamenti sia diretti che indiretti. Gli
abbagliamenti diretti sono quelli provocati
direttamente dagli apparecchi illuminanti: per
ridurli, è necessario assicurarsi che la
luminanza degli apparecchi in direzione
dell'osservatore sia il più possibile ridotta,
come ad esempio negli apparecchi di tipo
darklight o BAP.
L'abbagliamento indiretto è quello provocato
invece da riflessi di superfici anche solo
parzialmente speculari. Per tenere
quest'ultimo fenomeno si tiene sotto controllo
il fattore di resa del contrasto, che fornisce
indicazioni sulla facilità con la quale un
impianto di illuminazione restituisce i contrasti.
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Luce Al contrario, in un negozio di abbigliamento


Visione classico, presumibilmente arredato con
Illuminazione materiali caldi e tradizionali, si tenderà a creare
Le sorgenti un ambiente più accogliente e rassicurante,
Caratteristiche delle sorgenti con tonalità della luce più calde, contrasti
Apparecchi di illuminazione marcati fra le zone di interesse e le zone di
Caratteristiche di emissione passaggio o di sosta, e livelli di illuminamento
luminosa non eccessivi.
Il progetto di illuminazione
Illuminazione architettonica Nella illuminazione commerciale, il principale
Illuminazione degli ambienti di obiettivo è quello di presentare e rendere
lavoro appetibile la merce e, in definitiva, di favorirne
Illuminazione commerciale la vendita.
Illuminazione museale La nostra società occidentale, largamente
Illuminazione di esterni basata sul consumismo, ha portato ad una
Normative estrema sofisticazione le tecniche di
presentazione della merce e di comunicazione
di messaggi ad essa correlati: l'illuminazione
entra a far parte di queste tecniche. Essa deve
essere coerente con il tipo di merce e con
l'immagine che di essa si vuole trasmettere. Ad
esempio, un negozio di abbigliamento casual
destinato ad un pubblico giovane, adotterà
illuminamenti molto elevati con temperature di
colore molto fredde, generalmente associate
ad una idea dinamismo, e potrà perfino
ricercare effetti di moderato abbagliamento.
Tutto questo sarà perfettamente coerente con
un arredamento basato sull'uso di materiali
tecnologici, metallo, materie plastiche, colori
decisi.
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Luce Illuminare opere d'arte con lampade diverse


Visione può portare a notevoli differenze dal punto di
Illuminazione vista della resa del colore e dal punto di vista
Le sorgenti della protezione delle opere.
Caratteristiche delle sorgenti Per questo motivo l'ambito museale è un
Apparecchi di illuminazione ambito a cui si deve prestare enorme
Caratteristiche di emissione attenzione.
luminosa
Resa di colore e opere d'arte
Il progetto di illuminazione
Illuminazione architettonica Danno della luce sugli oggetti museali
Illuminazione degli ambienti di
lavoro
Illuminazione commerciale
Illuminazione museale
Illuminazione di esterni
Normative
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Illuminazione museale

Resa di colore e opere d'arte


La resa di colore delle lampade usate per Non si deve comunque dimenticare che
l'illuminazione degli oggetti museali, è un l'indice di resa cromatica è una grandezza che
fattore determinante per la percezione delle nasce da una media sulle risposte di una
caratteristiche delle opere. limitata serie di campioni, e che dunque tale
parametro esprime in modo globale l'attitudine
Una ottima resa del colore sarà utilizzata in d'una sorgente a riprodurre i colori naturali di
caso di oggetti dipinti con più colori, mentre un oggetto e non la rispondenza ad alcune
avrà minore importanza nel caso di oggetti particolari tinte da cui un'opera potrebbe
monocromatici e in cui il colore non abbia essere fortemente caratterizzata.
particolare rilevanza. Anche in queste
situazioni, però, è consigliabile l'impiego di La normativa attuale, riportata nel glossario,
sorgenti luminose di buona resa cromatica, fornisce un utile riferimento.
allo scopo di ottenere un accettabile
riconoscimento dei colori naturali dell'oggetto.
Lightning Encyclopedia > Illuminazione > Illuminazione museale

Danno della luce sugli oggetti museali


Si parla di "danno" a un oggetto museale tutte Ma mentre questi ultimi due fattori possono
le volte che qualcosa viene a cambiare la essere eliminati, non si può pensare di
composizione chimica o lo stato fisico eliminare la luce, visto che è necessaria per
dell'oggetto stesso. poter esaminare le opere.
Il ruolo della conservazione è quello di Questa situazione ha portato talvolta alla
rallentare questi effetti e anche di rallentare paradossale affermazione secondo cui per
tutti quei processi naturali che cambiano le molti materiali, l'ambiente ideale per la
sostanze organiche. conservazione dovrebbe essere la completa
Molti sono i fattori che influenzano il oscurità.
deterioramento degli oggetti museali. L'illuminazione corretta risulta quindi da un
Tra gli altri possiamo ricordare la natura del continuo compromesso tra la conservazione
materiale costituente l'oggetto, la natura della di un oggetto e la sua valorizzazione dal punto
radiazione incidente, il livello di illuminazione, di vista dell'esposizione museale, nonché da
il tempo di esposizione, la temperatura un compromesso tra illuminotecnici e
ambiente, l'umidità dell'ambiente, conservatori.
l'inquinamento chimico dell'aria. Il principale danno è fornito dall' azione
La luce è un agente di questi cambiamenti, fotochimica.
come l'umidità e l'inquinamento.
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Luce Nella illuminazione di esterni assume Ancora, occorre tenere presente che gli
Visione particolare importanza la luminanza restituita interventi in esterni sono solitamente più critici
Illuminazione dalle superfici piuttosto che l'illuminamento da di quelli in interni: ogni errore appare con
Le sorgenti cui sono colpite. grande evidenza, poiché manca il contributo
Caratteristiche delle sorgenti Di norma in esterni non devono essere svolte delle interriflessioni, che solitamente negli
Apparecchi di illuminazione attività particolari, se non quelle di semplice ambienti interni attenua le mancanze di una
Caratteristiche di emissione transito, per le quali sono sufficienti valori di progettazione non perfetta.
luminosa illuminamento molto bassi. Inoltre, occorre
Il progetto di illuminazione tenere presente che in esterni qualsiasi
Illuminazione architettonica superficie illuminata viene apprezzata
Illuminazione degli ambienti di dall'occhio in relazione allo sfondo del cielo e
lavoro dell'ambiente circostante che è buio. In queste
Illuminazione commerciale circostanze, bastano valori molto bassi (anche
Illuminazione museale pochi lux) per ottenere buoni risultati.
Illuminazione di esterni Particolare importanza assume invece la
Normative luminanza restituita da una superficie, che, a
parità di illuminamento, varia secondo la
riflettanza del materiale.
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Luce Esistono numerose norme e raccomandazioni, In Italia, gli enti preposti a redigere norme
Visione a livello nazionale e internazionale, che danno tecniche inerenti l'illuminazione sono l'UNI
Illuminazione prescrizioni sia sugli aspetti strettamente (Ente Nazionale di Unificazione) e il CEI
Le sorgenti illuminotecnici, che sulla sicurezza elettrica (Comitato Elettrotecnico Italiano): il primo,
Caratteristiche delle sorgenti degli apparecchi illuminanti. nell'ambito della propria attività normativa che
Apparecchi di illuminazione si estende a tutti i settori, detta norme relative
Fra i principali organismi internazionali che alle applicazioni della illuminotecnica, mentre il
Caratteristiche di emissione
dettano raccomandazioni inerenti gli aspetti secondo detta norme relative agli aspetti
luminosa
illuminotecnici, ricordiamo il CIE (Commission elettrotecnici e alla realizzazione di apparecchi
Il progetto di illuminazione
Internationale Eclairage). Le raccomandazioni e impianti.
Illuminazione architettonica
del CIE spesso vengono recepite a livello
Illuminazione degli ambienti di
nazionale e assumono valore di norma. Nella bibliografia sono riportati i riferimenti alle
lavoro
più importanti norme UNI relative alle
Illuminazione commerciale
applicazioni di illuminotecnica
Illuminazione museale
Illuminazione di esterni
Normative
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Accensione e riaccensione
Alimentatore elettronico
Angolo di apertura del fascio luminoso
Anomalie nella visione del colore
Astigmatismo
Attacchi (classificazione)
Azione fotochimica

Accensione e riaccensione top

Il tempo di accensione o riaccensione di una


sorgente è un parametro variabile che passa
dalla risposta immediata - in termini
quantitativi e cromatici - delle tipologie a
filamento ad un'attesa di alcuni o svariati
secondi per quelle a scarica che, dopo un
certo lasso di tempo necessario ad innescare
il processo di accensione, impiegano tempi
piuttosto lunghi per raggiungere o ritrovare
l'equilibrio.

Alimentatore elettronico top

Dispositivo che incorpora al suo interno


quanto necessario all'accensione, alla
stabilizzazione ed al funzionamento di una
sorgente.
Oltre a consentire vantaggi relativi al
contenimento dei consumi, alla qualità
dell'emissione ed alla riduzione di peso ed
ingombro, l'alimentazione elettronica permette
inoltre l'eliminazione del cosiddetto "effetto
stroboscopico", fenomeno per il quale, ad una
certa frequenza di alimentazione, la visione di
oggetti in movimento appare falsata.

Angolo di apertura del fascio luminoso top

Negli apparecchi di illuminazione destinati a


fornire una luce concentrata in un'area più o
meno ristretta, si usa spesso indicare l'angolo
di apertura del fascio luminoso.

Esso rappresenta l'angolo al quale l'intensità


luminosa è il 50% di quella massima. In alcuni
casi (in particolare per apparecchi con fascio
molto concentrato) l'angolo di apertura indica
l'angolo al quale l'intensità luminosa è il 10%
di quella massima. Il dato è solitamente
accompagnato dalla indicazione della
percentuale cui si riferisce (50% o 10%).

L'indicazione dell'angolo di apertura, per


quanto assai utile in molte circostanze, è una
informazione molto sintetica e spesso
limitativa: apparecchi con uguale angolo di
apertura possono avere distribuzioni delle
intensità anche molto diverse. Per una
descrizione più completa del comportamento
fotometrico di una apparecchio occorre
sempre riferirsi alla sua curva fotometrica

Anomalie nella visione dei colori top

Esistono anomalie nella visione del colore sia In Italia tali anomalie vengono detto
di origine cerebrale come congenite. Quelle Daltonismo. Essendo anomalie genetiche
cerebrali possono verificarsi quando il legate al cromosoma X esse colpiscono il 4%
soggetto subisce un danno alla zona del degli uomini e lo 0,04% delle donne.
cervello deputata al riconoscimento e Paradossalmente vi sono situazioni in cui le
all'analisi dei colori. Più comuni sono le persone affette da deficienza dei colori
anomalie congenite della visione dei colori, possono avere dei vantaggi rispetto agli
caratterizzate da un'anormale capacità di osservatori normali: sono quelle circostanze in
eguagliare certi colori e dall'impossibilità di cui il colore è più un effetto di mascheramento
distinguere colori che appaiono assai che un'informazione in più. Ad esempio nella
differenti per un soggetto normale. Tali seconda guerra mondiale i soggetti dicromati
problemi sono dovuti a un comportamento gravi venivano spinti a prestare sevizio sui
non regolare da parte dei fotopigmenti bombardieri, proprio per la loro capacità di
dell'occhio. Il soggetto può ad esempio avere vedere attraverso i camuffamenti colorati e di
nessun cono ricettore, o averne un solo tipo, non farsi distrarre da quelle che, agli occhi
oppure due rispetto ai tre delle persone degli osservatori normali, sarebbero apparse
dotate di visione normale. Oppure un configurazioni cromatiche ingannevoli.
soggetto può avere tre tipi di fotorecettori, ma Per riconoscere chi ha anomalie nella visione
uno di questi può comportarsi in maniera dei colori vi sono numerosi test.
diversa dal comportamento atteso. In questo
caso non si parla di veri dicromati, ma solo di
tricromati anomali. I nomi delle anomalie
variano a seconda del numero e del tipo di
fotorecettori assenti.

Astigmatismo top

Si ha astigmatismo quando l'occhio ha


potenze diverse a seconda dei meridiani
oculari.
Questo vuol dire che la persona affetta da
astigmatismo vedrà nitidamente linee dirette
in una certa direzione, e fuori fuoco quelle
dirette in un'altra, come nell'esempio a lato.
Attacchi (classificazione) top

Il codice di identificazione è composto da


lettere e numeri: la prima lettera – una
maiuscola, seguita talvolta da una minuscola
– identifica il tipo di connessione in termini
meccanici (a vite, a baionetta, a spina, etc.); il
numero seguente indica, in funzione della
forma, la dimensione trasversale in millimetri
(il diametro esterno, o quello della spina, o
l'interasse fra le spine, etc.); l'ultima lettera
infine, a carattere minuscolo, indica il tipo di
contatto elettrico (singolo, doppio, triplo, etc.).

Azione fotochimica top

L'azione fotochimica è il processo in cui La conseguenza più tipica dell'effetto


l'energia di attivazione necessaria a un fotochimico è lo scolorimento, quale quello
cambiamento dal punto di vista chimico di una provocato dai raggi del sole. L'esposizione
molecola viene fornita dall'assorbimento di un alla luce può provocare anche lo
fotone. In pratica per ogni fotone incidente sfilacciamento delle fibre e lo screpolamento
sussiste una probabilità finita di avere un delle superfici, nonché l'ingiallimento di certi
cambiamento permanente (gli effetti pigmenti. La sensibilità di un oggetto fornisce
dell'azione fotochimica sono generalmente un'indicazione dell'estensione del danno che
irreversibili) nello stato della molecola. risulterà a causa di una fissata esposizione H.
Controllare l'effetto fotochimico vuol dire L'approccio più comune e più largamente
anche controllare tutta la catena di accettato, fornito dall'ICOM (International
trasformazioni chimiche, che sono avviate Council of Museum) [ICO97] è quello di
dalla luce, ma la cui velocità dipende poi da classificare gli oggetti in tre categorie a
molti altri fattori quali la temperatura, l'umidità secondo della loro sensibilità.
e molti agenti inquinanti.

Categoria di sensibilità Oggetti Illuminamento


raccomandato
Non sensibili Metalli, pietra, ceramica, smalto, Nessun limite
la maggior parte dei minerali
Moderatamente sensibili Dipinti a pittura e a olio, affreschi, 150 Lux
cuoio non dipinto, ossa, legno e
lacca non dipinti, alcune
plastiche
Fortemente sensibili Fibre tessili, abiti, arazzi, 50 Lux
iscrizioni su carta o pergamena,
cuoio e legno colorati, specie
botaniche, pellicce e piume

Questa tabella però non tiene conto del fatto che non tutte le radiazioni sono ugualmente
dannose: l'ultravioletto è ad esempio assai più energetico rispetto all'infrarosso

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Candela
Candela/mq
CIE
Colori soggettivi
Compito visivo
Condensatore
Contrasti di colore successivi
Coordinate cromatiche
Corpo nero
Costanza del colore
Curva fotometrica

Candela top

La candela è l'unità di misura della Intensità


luminosa. Si abbrevia in "cd". Una intensità di
una candela corrisponde ad un flusso di un
lumen uscente da un angolo solido di uno
steradiante.

Candela/mq top

La "candela al metro quadro" è l'unità di


misura della Luminanza. Si abbrevia in
"cd/mq". Una luminanza di 1 cd/mq è quella
prodotta in una certa direzione da una
superficie che abbia, in quella direzione, una
intensità di 1 candela e che appaia
all'osservatore con una estensione di 1 metro
quadro.

CIE top

È la sigla che indica comunemente la


Commission Internationale de l'Éclairage,
organizzazione internazionale che ha per
scopo la cooperazione e lo scambio di
informazioni fra i paesi membri su tutte le
questioni relative all'arte ed alla scienza
dell'illuminazione.

Le norme ed i rapporti tecnici sviluppati dalle


Divisioni internazionali del CIE sono
riconosciuti nel mondo intero.

Colori soggettivi top

I fenomeni di colore soggettivi sono tutte


quelle situazioni in cui il colore che
percepiamo non è dovuto ad una distribuzione
spettrale, ma viene prodotto all'interno del
sistema visivo senza un legame con la
lunghezza d'onda che arriva effettivamente
sull'occhio. Un esempio è il cosiddetto
fenomeno dei contrasti di colore successivi.

Compito visivo top

Viene detto compito visivo quella porzione di Per quanto tale concetto sia indispensabile
superficie sulla quale l'utente di un impianto di per ottenere un impianto di illuminazione ben
illuminazione svolge la propria attività visiva. progettato, pure esso va integrato con
Ad esempio, in un ufficio il compito visivo è concetti più generali, quali la sensazione
costituito dalla superficie della scrivania e/o generale che si può percepire da una
da quella del monitor; in una galleria d'arte il ambiente, indipendentemente dalla
compito visivo è la superficie del quadro o il osservazione di una superficie limitata dello
volume dell'oggetto in esposizione. spazio.
Uno dei principali obiettivi di un impianto di
illuminazione ben progettato è quello di
garantire che sul compito visivo l'attività possa
svolgersi nelle migliori condizioni.

Per sua natura, il concetto di "compito visivo"


è legato allo svolgimento di una determinata
attività e dunque ad una porzione dello spazio
limitata.

Condensatore top

È quel dispositivo che consente il rifasamento


della corrente una volta ultimata la fase di
accensione di una lampada a scarica.

Contrasti di colore successivi top

Osservare l'immagine per una trentina di


secondi e poi passare a fissare l'immagine
successiva. Probabilmente vedrete un disco
giallo e rosso. Questo accade perché mentre
osserviamo la zona colorata il nostro sistema
visivo si sta adattando. In pratica il nostro
sistema visivo si abitua a vedere blu. La
stessa cosa accade al sistema auditivo:
quando usciamo da una discoteca parliamo
molto forte tra noi, poiché ci siamo abituati ad
un volume elevato. Così quando spostiamo il
nostro sguardo sul bianco, il nostro sistema
visivo "cancella" la componente blu, facendoci
vedere il colore complementare.

Coordinate cromatiche top

Fanno parte del sistema elaborato nel 1931


dal CIE per consentire la valutazione
dell'apparenza cromatica di una sorgente.
I simboli usati per indicare le coordinate
cromatiche sono x, y e z, ed indicano,
rispettivamente, la quantità di rosso, verde e
blu presenti nell'emissione di una lampada;
essi sono rappresentati sul piano a mezzo di
un triangolo equilatero, ai cui vertici sono
posti i tre colori primari – rosso, verde e blu,
appunto, indicati come X, Y e Z – considerati
ipersaturi in modo da racchiudere nella
propria configurazione la curva dei colori
spettrali, evitando valori positivi o negativi
delle coordinate.

Poiché la somma delle tre coordinate di un


punto è sempre uguale all'unità (x+y+z=1),
sono sufficienti solo due valori per ottenere
automaticamente il terzo; tale considerazione
permette di trasformare il triangolo equilatero
in triangolo rettangolo, con un vertice
coincidente con l'origine degli assi.
Il diagramma così ottenuto rappresenta quindi
nello spazio cartesiano il triangolo di colore, in
cui ogni singolo punto, definito dalle
coordinate x ed y, rappresenta un colore
convenzionale.
Il punto W, definito dalle coordinate
x=y=z=0,333 rappresenta il "bianco di uguale
energia" o punto acromatico di riferimento.

Corpo nero top

Un corpo nero è un corpo che è in grado di


assorbire tutta la radiazione che riceve senza
rifletterne alcuna parte.
Si può dimostrare che l'emissione di
radiazione da parte di un corpo nero dipende
dalla temperatura del corpo stesso.
Al crescere della temperatura del corpo nero
l'emissione luminosa si sposta via via verso le
lunghezze d'onda più corte.
Ne segue così che un corpo nero a 1000° K
ha un'emissione tutta nell'infrarosso.

Costanza del colore top

Quando guardiamo un oggetto in diverse


condizioni di illuminazione, la composizione
spettrale della luce riflessa da esso cambia.
Ad esempio se si osserva una banana sotto
una lampada al tungsteno, sotto una lampada
fluorescente o alla luce del Sole essa
continuerà ad apparire gialla, sia pure con
qualche sfumatura diversa. Eppure se si va a
misurare la radiazione riflessa dalla banana in
queste situazioni, si ottengono risultati
completamente diversi. Questa capacità di
percepire i colori al di là delle differenze di
illuminazione viene detta costanza di colore.
Senza la costanza di colore sarebbe molto
difficile per noi "usare" il colore.

La costanza di colore ha estrema importanza


anche nell'illuminazione di opere d'arte. La
fotografia mostra una zona illuminata da una
lampadina al tungsteno e una zona illuminata
dal Sole. Si evidenzia una differenza di colore
tra le due zone che il nostro cervello invece
normalmente riesce a compensare grazie alla
"costanza di colore".

Curva fotometrica top

La curva fotometrica è un grafico che esprime


la distribuzione delle intensità luminose
emesse da una sorgente.
La rappresentazione più usata è quella di un
diagramma polare: in questo caso la curva
fotometrica può essere considerata come una
sezione del solido fotometrico. Talvolta si usa
anche una rappresentazione su coordinate
cartesiane, nella quale si rappresentano
sull'asse delle ascisse gli angoli e sull'asse
delle ordinate i valori delle intensità.

Esistono diverse convenzioni per definire i


piani su cui vengono tracciate le curve
fotometriche. La più usata è definita sistema
C-gamma.
L'analisi attenta di una curva fotometrica
permette di riconoscere lo scopo per il quale
un apparecchio è stato progettato e di
valutare se esso viene soddisfatto in modo
adeguato.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Dalton, John
Diffusori
Dimmer
Dispersione
Dispositivo di innesco
Distribuzione spettrale dell'energia

John Dalton top

Il noto chimico Dalton era afflitto da


un'anomalia nella visione dei colori. Egli
addirittura, credendo che il problema fosse a
livello del cristallino, donò dopo la morte il suo
occhio all'università perché fosse analizzato.
L'occhio si trova tutt'ora, sotto spirito, in uno
scaffale a Cambridge.

Diffusori top

I diffusori hanno la caratteristica di lasciarsi


attraversare dalla luce, spezzando però in
tutte le direzioni ciascun raggio luminoso che
li attraversa.
I materiali più comunemente usati per la
realizzazione di diffusori sono il vetro opale o
sabbiato, o materiali plastici (acrilici o
policarbonati).
L'esempio più tradizionale di diffusore è
costituito dai globi di vetro opalino. Poiché
ogni punto del globo distribuisce in tutte le
direzioni il raggio luminoso da cui viene
investito, la sorgente luminosa all'interno del
globo non è più direttamente visibile (come
sarebbe se il globo fosse trasparente) ma
l'intero globo appare luminoso. Il risultato è
che il flusso originariamente emesso dalla
lampada appare come se venisse emesso da
una superficie molto più grande di quella della
lampada nuda, e dunque la sua luminanza
risulta molto ridotta.

Dimmer top

Dispositivo che agisce sulla tensione di


alimentazione della lampada, modificando il
flusso luminoso emesso.
La regolazione può avvenire in diversi modi –
manualmente, con tecnologie ad infrarossi, a
mezzo di sensori, etc. – e, oltre a modificare
l'intensità, induce una sensibile variazione
cromatica dell'emissione.
Dispersione top

Dato che l'indice di rifrazione di un materiale


dipende dalla lunghezza d'onda della
radiazione incidente, i vari colori che
compongono la parte visibile dello spettro
elettromagnetico sono deviati in maniera
diversa. Questo fenomeno, detto dispersione,
è particolarmente evidente nei prismi.

Dispositivo di innesco top

È il congegno che genera l'impulso attraverso


cui avviene l'accensione della lampada.
In molte tipologie di lampade a scarica nella
fase di accensione la tensione deve essere
molto elevata, per attivare l'azione del gas di
innesco.
Nel caso delle lampade fluorescenti, tale
dispositivo prende comunemente il nome di
"starter", mentre per le altre sorgenti a scarica
esso viene definito "accenditore".

Distribuzione spettrale dell'energia top

Rappresenta l'insieme delle componenti


monocromatiche tipiche dell'emissione
energetica considerata, e si visualizza a
mezzo di un diagramma.
Mentre sull'asse delle ascisse sono indicate le
varie lunghezze d'onda dello spettro visibile e
gli intervalli immediatamente precedenti e
successivi ad esso, su quello delle ordinate
viene indicata – con metodi e scale di
grandezze differenti in base alle diverse case
produttrici – l'intensità di ogni singola banda.
Essendo impiegati parametri quantitativi
diversi, un confronto numerico fra differenti
prodotti è dunque generalmente impossibile;
tuttavia, dall'andamento dei vari diagrammi
possono comunque essere estrapolate
informazioni significative da un punto di vista
cromatico.
Definiamo "continua" una distribuzione in cui
sono presenti tutte le lunghezze d'onda
dell'intervallo considerato; "discontinua" o "a
righe" quella irregolare in cui sono presenti
linee di radiazioni monocromatiche
predominanti; "a bande", infine, quella in cui
sono presenti radiazioni in forma continua
alternati ad intervalli ad emissione nulla.
Mentre l'apparenza cromatica è legata alla
globalità dell'emissione, e dunque alla
distribuzione complessiva dello spettro, la
resa del colore dipende dalla suddivisione e
dall'intensità relativa delle singole lunghezze
d'onda.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Escher

Escher top

Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è


sicuramente uno degli artisti più interessanti
degli ultimi anni.
Molta della fama dell'artista olandese, che
abitò a lungo in Italia, è dovuta alle opere in
cui riesce a creare figure impossibili e
matematicamente interessanti.
Questa caratteristica lo ha reso estremamente
popolare in ambito scientifico.
Le opere di Escher possono essere viste sul
web al sito ufficiale: www.mcescher.com

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Fattore di resa del contrasto


Fermat, Pierre de
Flusso luminoso
Fotopigmenti

Fattore di resa del contrasto top

Una superficie con riflessione speculare (o All'atto pratico, per ottenere un buon fattore di
mista con una forte componente speculare), resa del contrasto, si agisce soprattutto sul
riflette la luce da cui viene investita in tipo e la disposizione dei corpi illuminanti, in
direzione simmetrica rispetta a quella modo da evitare il più possibile che la luce
incidente. Nella direzione del riflesso, il colore incidente sul compito visivo abbia direzione
originario non è più percepibile: diventa specularmene simmetrica rispetto a quella
visibile solo la sorgente luminosa riflessa dalla dell'osservatore.
superficie. Il risultato è quello che si verifica
ad esempio quando si osserva una pagina di
carta patinata, illuminata da una sorgente
posta in posizione specularmene simmetrica
rispetto a quella dell'osservatore: una
porzione della pagina si comporta come uno
specchio e non è più leggibile.

Il fattore di resa del contrasto è un parametro


che consente di quantificare questo
fenomeno, e dunque di tenerlo sotto controllo.
Esso si definisce come il rapporto fra il
contrasto fra un carattere e il suo sfondo nelle
condizioni di illuminazione in esame e
l'analogo contrasto in condizioni di riferimento.
Tanto più questo fattore è alto, tanto più le
condizioni in esame si avvicinano a quelle di
riferimento e dunque è garantita una buona
riconoscibilità dei contrasti.

Fermat, Pierre de top

Il matematico francese Pierre de Fermat Fermat non ebbe mai il tempo di scrivere
(1601-1665) fu detto il principe dei dilettanti, questa dimostrazione, che in realtà mise alle
in quanto si dedicò alla matematica corde generazioni di matematici dopo di lui, e
nonostante svolgesse un lavoro nel campo la dimostrazione di quello che è stato
giuridico. chiamato "l'ultimo teorema di Fermat" è stata
Oltre al principio del tempo, di fondamentale trovata solo recentemente con tecniche
importanza sono i suoi studi sulla teoria dei matematiche assai complesse.
numeri e quelli di geometria analitica.
Curiosamente il suo nome è rimasto legato al
fatto che di un teorema relativo alla teoria dei
numeri egli scrisse a margine di un libro di
averlo dimostrato, ma di non poter riportare
l'elegante dimostrazione perché troppo lunga
per il poco spazio a disposizione.

Flusso luminoso top


Il flusso luminoso esprime la quantità totale di
energia luminosa emessa da una sorgente in
un intervallo di tempo. Il flusso non dà alcuna
informazione sulla qualità della luce, né sulla
sua distribuzione nello spazio.
Se immaginiamo di fare un paragone fra la
luce e l'acqua, una sorgente luminosa può
essere paragonata ad un rubinetto aperto, e il
flusso luminoso esprime la quantità di litri che
fuoriescono dal rubinetto in un secondo.
Il flusso viene indicato con la lettera greca
(Phi) e si misura in lumen (abbreviazione: lm).

Il flusso è una grandezza molto utile per


descrivere e confrontare le lampade. Le
lampade normalmente utilizzate in
illuminotecnica hanno flussi che variano da
poche centinaia di lumen (ad es. per le
lampade ad incandescenza di bassa potenza)
ad alcune centinaia di migliaia di lumen (ad
es. per le lampade a scarica di grossa
potenza usate in esterni).

Fotopigmenti top

Nella nostra retina vi sono tre tipi di recettori


del colore Vengono detti rosso verde e blu,
perchè sono principalmente sensibili a questi
colori. In figura possiamo vedere le sensibilità
di questi tre tipi di coni confrontati con la
sensibilità dei bastoncelli (massimo a 498
nm).

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Illuminamento
Indice di resa cromatica
Intensità luminosa
Ipermetropia

Illuminamento top

L'illuminamento esprime la quantità di luce Normative e raccomandazioni prescrivono i


che arriva su una superficie. Esso si misura in livelli di illuminamento più appropriati per le
lux (abbreviazione: lx), e si indica con la diverse destinazioni d'uso degli ambienti.
lettera E. L'illuminamento è una grandezza
relativa, che esprime il rapporto fra un flusso
ed una superficie: un illuminamento di 1 lux
corrisponde ad un flusso di 1 lumen distribuito
su una superficie di 1 metro quadrato.
L'illuminamento può essere misurato sia su
superfici orizzontali che su superfici verticali.
Solitamente, quando non diversamente
specificato, ci si riferisce all'illuminamento sul
"piano di lavoro", cioè su una ipotetica
superficie orizzontale, posta ad una altezza
corrispondente a quella abituale delle
scrivanie o dei banchi di lavoro (circa 85 cm.).
L'illuminamento è molto utile per descrivere le
condizioni di illuminazione di un ambiente.
Poiché la luce è la forma di energia che
consente la visione, l'illuminamento esprime
quanto agevolmente l'occhio può vedere. Ad
illuminamenti più elevati corrispondono
funzioni visive più agevolate. Ad esempio,
mentre in un magazzino sono sufficienti poche
decine di lux, per eseguire lavori di precisione
possono essere necessarie anche alcune
migliaia di lux.

Indice di resa cromatica top

Poiché le proprietà cromatiche di un oggetto


non sono definibili da parametro unitario,
come ad esempio una temperatura o una
lunghezza, il CIE ha introdotto l'indice di resa
cromatica (Ra), grandezza adimensionale
espressa in valori percentili.
Tale indice, che varia fra 0 e 100, viene
elaborato studiando la risposta in termini
cromatici di alcuni campioni di colore standard
illuminati da una data sorgente: più alto il
valore dell'indice, migliore risulterà la resa dei
campioni.
Riferendosi ad osservazioni operate su singoli
campioni monocromatici, l'Ra è dunque
strettamente legata alla distribuzione ed
all'intensità relativa delle singole lunghezze
d'onda.
La massima resa cromatica ammissibile –
Ra=100 – è caratteristica delle sorgenti a
filamento, ed indica un'ottima resa per tutti i
campioni; valori decrescenti, fino al 70,
indicano generalmente una buona o discreta
resa dei singoli colori, mentre valori compresi
fra il 70 ed il 50 risultano affidabili in funzione
della continuità dello spettro di emissione;
sotto il 50, non è più ragionevole parlare di
resa cromatica.

Intensità luminosa top

L'intensità luminosa esprime la quantità di


luce che esce da una sorgente in una certa
direzione. Si indica con la lettera I e si misura
in candele (abbreviazione cd).
Più propriamente, l'intensità esprime il
rapporto fra il flusso uscente dalla sorgente
entro un certo angolo solido e l'ampiezza
dell'angolo solido stesso. Una intensità di 1
candela corrisponde ad un flusso di 1 lumen
uscente da un angolo solido di 1 steradiante.
L'intensità luminosa è una grandezza
"vettoriale": per esprimerla, non è sufficiente
indicare una quantità ma occorre anche
indicare la direzione ad essa associata.
Per la valutazione di un apparecchio
illuminante, è molto utile analizzare nel loro
insieme le intensità relative a tutte le direzioni
di un piano. A questo scopo si usa
rappresentare le intensità luminose in forma
grafica tramite le curve fotometriche.

Ipermetropia top

Si ha ipermetropia quando la potenza


dell'occhio è troppo bassa rispetto alla sua
lunghezza. Per questa ragione l'immagine di
un punto distante, in assenza di
accomodazione, si forma dopo la retina,
impedendo una visione nitida.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Lampade a luce miscelata


Lampade a riflettore incorporato
Lampade ad incandescenza
Lampade ad incandescenza alogene
Lampade ad induzione
Lampade agli alogenuri metallici
Lampade ai vapori di mercurio
Lampade ai vapori di sodio
Lampade fluorescenti
Lente
Livelli di illuminamento consigliati
Lumen
Luminanza
Lux

Lampade a luce miscelata top

Gruppo di apparenenza: sorgenti a scarica L'adozione di questo sistema misto consente


Rappresentano una sintesi fra una lampada di ottenere vantaggi anche in relazione ai
ad incandescenza di tipo tradizionale ed una tempi di accensione e riaccensione, che
lampada ai vapori di mercurio: sono infatti risultano immediati anche se, nel periodo
caratterizzate dalla presenza, all'interno del iniziale, la luce proviene essenzialmente dal
bulbo, di un filamento di tungsteno, che filamento incandescente, all'opera mentre il
agisce da stabilizzatore di corrente; pertanto, mercurio e le sostanze fluorescenti giungono
esse operano senza l'ausilio di un reattore a regime.
esterno.
La presenza del filamento consente di
ottenere – a discapito dell'efficienza luminosa
– delle qualità cromatiche migliori; l'emissione
è caratterizzata da una distribuzione più
omogenea e costante, con squilibri meno
sensibili fra le varie lunghezze d'onda, anche
se la tonalità di luce complessiva risente dei
picchi presenti.

Lampade a riflettore incorporato top

Gruppo di apparenenza: sorgenti a filamento


Sono sorgenti di tipo tradizionale o alogene -
a tensione di rete o a bassissima tensione –
dotate di un riflettore integrato nel corpo
stesso della lampada.
Tale dispositivo, che può essere di diverso
tipo, consente il controllo ottico del flusso
luminoso, emesso in fasci di differente
ampiezza ed intensità garantendo una
distribuzione direzionale netta e precisa.
Oltre alle tradizionali lampade al tungsteno –
nelle quali il vetro del bulbo è soggetto a
particolari trattamenti – ed alle lampade PAR
(Parabolyc Alluminized Reflector) -
caratterizzate da una struttura solida e da
un'ottima resistenza agli shock termici –
troviamo quelle di tipo alogeno, in particolare
a bassissima tensione ; le più diffuse sono le
PAR alogene, quelle con riflettore in alluminio
sfaccettato e le dicroiche, caratterizzate da un
trattamento speciale del riflettore che
consente, fra l'altro, di convogliare parte del
calore emesso sul retro della lampada,
riducendone così la portata e l'incidenza
diretta.

Lampade ad incandescenza top

Gruppo di appartenenza: sorgenti a filamento


A questa categoria appartengono le sorgenti
di tipo tradizionale, reperibili in una grande
varietà di potenze e formato; il vetro del bulbo
può essere rifinito in vari modi.
La loro versatilità è favorita dalla facilità di
controllo ottico dell'emissione, dalla
istantaneità del processo di accensione e
riaccensione nonché dalla possibilità di
regolare il flusso luminoso.
Questo tipo di sorgente è caratterizzato da
una tonalità di luce calda e da ottime qualità
di resa cromatica; tali proprietà derivano dalla
distribuzione spettrale dell'emissione nelle
varie lunghezze d'onda, variabile in termini di
intensità ma presente e continua in tutto il
diagramma.
Per contro, sono da considerare una
scarsissima efficienza – solo una percentuale
compresa fra il 5 ed il 10% viene convertita in
luce, il resto viene emesso sotto forma di
calore – una durata di vita piuttosto bassa
(circa 1000 h) e la sensibilità alle vibrazioni ed
agli shock termici e meccanici.

Lampade ad incandescenza alogene top

Gruppo di appartenenza: sorgenti a filamento Il procedimento di accensione e riaccensione


Nascono aggiungendo una piccola traccia di è immediato, come è possibile la regolazione
alogeno alla miscela gassosa di riempimento del flusso luminoso.
del bulbo. Malgrado un sensibile miglioramento della
L'alogeno si combina con i vapori di tungsteno durata (2000/3000 h), l'efficienza rimane
evaporati per la alta temperatura, originando contenuta, con grande sviluppo di calore,
un composto gassoso, che, nelle vicinanze mentre l'uso del quarzo nella realizzazione del
del filamento caldo, si scinde nuovamente nei bulbo impone attenzione al contatto manuale
suoi componenti: mentre il tungsteno si ed all'emissione Uv.
rideposita sulla spirale, l'alogeno riprende il
suo ciclo.
Presenti in un'ampia gamma di prodotti,
possono essere alimentate sia a tensione di
rete che a bassissima tensione; nel secondo
caso, si impone l'uso di un trasformatore.
L'emissione luminosa è caratterizzata da una
tonalità di luce bianca, particolarmente
intensa e brillante; anche in questo caso, la
resa cromatica è ottima.

Lampade ad induzione top


Gruppo di apparenenza: sorgenti a scarica Esistono attualmente sul mercato tipologie
Le lampade ad induzione rappresentano un estremamente compatte, in grado di ovviare
settore del tutto particolare, ancora in fase di alla consueta consistenza degli ingombri.
sviluppo.
Il loro funzionamento è basato sui principi
caratteristici delle altre tipologie a scarica, con
la particolarità che, ad innescare il processo,
non è più un fenomeno elettrico ma
elettromagnetico.
All'interno del bulbo - rivestito con polveri
fluorescenti e riempito con vapori di mercurio
– è inserita un'antenna, collegata ad un
generatore elettronico ad alta frequenza, che
genera un campo magnetico, avviando il
processo di ionizzazione del gas.
I gas di mercurio ionizzati emettono radiazioni
ultraviolette che, combinandosi con le polveri
di rivestimento del bulbo, si completano nello
spettro visibile ottenendo un'emissione più
bianca.
Non contenendo parti deteriorabili come
filamenti o elettrodi, la durata risulta
particolarmente lunga, accompagnata da una
buona efficienza luminosa; per contro,
l'emissione non può essere regolata ed i
tempi di accensione e riaccensione non sono
immediati.

Lampade agli alogenuri metallici top

Gruppo di apparenenza: sorgenti a scarica Non è possibile effettuare la regolazione


Costituiscono una variante più sofisticata dell'emissione luminosa; i tempi di accensione
delle lampade a vapori di mercurio, nel e riaccensione sono piuttosto lunghi, sebbene
tentativo di migliorarne le prestazioni e le gli ultimi prodotti garantiscano – oltre ad una
qualità: nel tubo di scarica viene inserita una maggiore stabilità cromatica – attese inferiori.
miscela di alogenuri metallici, in grado di
ampliare la gamma di radiazioni spettrali
emesse ottenendo una luce più bianca, una
migliore resa cromatica nonché un aumento
dell'efficienza.
Il tipo e le caratteristiche delle miscele
impiegate sono segreti industriali, e variano a
seconda dei produttori; sebbene le quantità in
gioco siano ridottissime, gli effetti sono così
evidenti che nella produzione di massa risulta
difficile mantenere identiche caratteristiche
spettrali, anche per uno stesso lotto di
sorgenti.
Avendo dimensioni ridotte, sono più
facilmente controllabili da un punto di vista
ottico; per contro, necessitano di apparecchi
ausiliari più sofisticati per mantenere la
stabilità.

Lampade ai vapori di mercurio top

Gruppo di apparenenza: sorgenti a scarica Sono caratterizzate da dimensioni consistenti,


Il loro funzionamento avviene inducendo un la loro emissione non può essere regolata ed
arco fra due elettrodi, ubicati in un'ampolla il processo di accensione e riaccensione
contenente i vapori di mercurio; eccitati dal necessita di lassi di tempo considerevoli.
fenomeno elettrico, tali vapori producono
un'emissione luminosa, principalmente nella
zona del verde, del rosso e del giallo dello
spettro visibile, nonchè in quella degli
ultravioletti.
Tale selettività di lunghezze d'onda riduce
drasticamente le prestazioni qualitative
dell'emissione, contrassegnata da una forte
componente verde-bluastra che altera la
percezione dei colori.
Un tempo molto diffuse per l'illuminazione
pubblica e per interni industriali - grazie al loro
basso consumo ed alla loro durata - esse
sono state gradualmente soppiantate dalla
diffusione delle lampade ad alogenuri
metallici, variante più sofisticata in grado di
garantire migliori prestazioni qualitative.
Sono caratterizzate da dimensioni consistenti,
la loro emissione non può essere regolata ed
il processo di accensione e riaccensione
necessita di lassi di tempo considerevoli.

Lampade ai vapori di sodio top

Gruppo di apparenenza: sorgenti a scarica L'emissione luminosa non può essere


Il loro principio di funzionamento è del tutto regolata ed i tempi di accensione e
identico a quello delle lampade ai vapori di riaccensione sono considerevoli, sebbene le
mercurio, ad esclusione del fatto che il gas di ultime tipologie raggiungano le condizioni di
riempimento è, in questo caso, il sodio. regime con più celerità.
I vapori di sodio producono un'emissione Per contro, questa tipologia di lampade
luminosa principalmente nelle lunghezze rappresenta quella attualmente
d'onda tipiche del giallo e dell'arancio; nel contrassegnata dalla maggiore efficienza
passato, tale preponderanza era così marcata luminosa.
– sia nelle lampade a bassa che in quelle ad
alta pressione – che si parlava addirittura di
emissione monocromatica, con resa dei colori
praticamente nulla.
Grazie a particolari accorgimenti, le
prestazioni in tal senso sono notevolmente
migliorate; in particolare, le lampade al sodio
bianco ad alta pressione offrono oggi buona
qualità e resa dei colori e sono
contrassegnate da un'emissione tendente al
bianco, simile a quella caratteristica delle
tipologie a filamento.

Lampade fluorescenti top

Gruppo di apparenenza: sorgenti a scarica Le prime, in uso dagli anni '30, sono state
Rappresentano una categoria particolare, soggette, nel corso degli anni, ad una
poiché la scarica elettrica avviene all'interno sensibile riduzione delle dimensioni e ad un
di un tubo di vetro rivestito internamente da notevole miglioramento delle prestazioni.
una miscela di polveri di fosforo. Le seconde si sono sviluppate più di recente
La differenza di potenziale fra i due elettrodi e sono caratterizzate da un'ampia versatilità,
eccita gli atomi del gas, inducendo garantita dalla forma; per favorirne la
un'emissione energetica in parte sotto forma diffusione e l'applicazione, alcuni modelli sono
di luce, in parte di radiazioni ultraviolette; dotati di accessori di funzionamento
queste ultime, eccitano a loro volta i fosfori miniaturizzati, contenuti all'interno delle stesse
che rivestono il tubo, inducedo la sorgenti.
fluorescenza.
Il tipo e la composizione della miscela di
fosfori determina le caratteristiche cromatiche
della luce, sia in termini di qualità che di resa;
si passa da prestazioni scadenti a ottimi
risultati.
Principali vantaggi sono una buona efficienza,
la lunga durata (circa 8000 h) e la forte
luminosità.
I tempi di accensione e riaccensione, sebbene
non immediati, sono comunque brevi;
l'impiego di ausiliari elettronici, inoltre, rende
possibile la regolazione del flusso luminoso.
Le lampade fluorescenti si dividono, in base
alla loro forma, in lineari e compatte.

Lente top

Una lente è un particolare tipo di rifrattore,


realizzato in materiale altamente trasparente e
capace di imprimere una direzione molto
precisa alla luce da cui viene attraversato. Ha
entrambe le superfici curve, oppure una
superficie piana e l'altra curva.

Una lente con una o entrambe le superfici


concave si comporta in modo convergente: un
fascio di raggi paralleli che la attraversa, si
incontra in un punto detto fuoco.
Analogamente, i raggi luminosi divergenti
uscenti da una sorgente tanto piccola da
potersi considerare puntiforme e posta nel
fuoco, diventano paralleli dopo aver
attraversato una lente convergente.

Al contrario, una lente convessa si comporta


in modo divergente e tende cioè ad allargare
un fascio di raggi paralleli che la attraversi.
Grazie alle loro caratteristiche di precisione
ottica, le lenti vengono utilizzate in
illuminotecnica per applicazioni molto
particolari, ad esempio per illuminazione
teatrale o scenografica.

Livelli di illuminamento consigliati top

Nella tabella che segue sono riassunti i livelli Normalmente, non si riporta un unico valore,
di illuminamento consigliati per alcune attività, ma una gamma di valori entro cui ci si può
estratti dalle norme e raccomandazioni muovere, in funzione delle condizioni
vigenti. specifiche.

min med max Tipo di attività


20 30 50 Aree esterne adiacenti agli ingressi
50 75 100 Aree di transito o per soste di breve periodo
100 150 200 Lavori saltuari; aree di deposito; atri, corridoi, scale, guardaroba
150 200 300 Lavori occasionali in industrie automatizzate
200 300 500 Lavori con esigenze visive semplici; lavorazioni grossolane a
macchina; auditori
300 500 750 Lavori con esigenze visive medie; macchine utensili; sale di
controllo; uffici
500 750 1000 Lavori con elevate esigenze visive: cucitura, ispezione e prova
materiali; sale da disegno
750 1000 1500 Compiti visivi con dettagli critici: lavori di meccanica fine; esame dei
colori
1000 1500 2000 Compiti visivi con speciali requisiti: incisione a mano; verifica di
lavori di alta precisione
> 2000 Compiti visivi di eccezionale difficoltà: assemblaggio di componenti
elettronici miniaturizzati; interventi chirurgici.

Lumen top

Il Lumen (lm) è l'unità di misura del flusso


luminoso.
Per definizione il Lumen è il flusso luminoso
emesso nell'unità angolo solido (1
steradiante) da una sorgente puntiforme
isotropa con intensità di 1 candela
(1 candela = 1 lumen/steradiante)

Luminanza top

La luminanza esprime il rapporto fra l'intensità È quello che accade, ad esempio, quando si
emessa in una certa direzione e l'estensione mette un globo di vetro opalino intorno ad una
della superficie emittente. Si indica con la lampada nuda o ad una candela: l'intero globo
lettera L e si misura in candele al metro diventa luminoso; la superficie emittente
quadro (abbreviazione: cd/mq). Nella aumenta e dunque la luminanza diminuisce, e
definizione della Luminanza si tiene conto non con essa diminuisce la sensazione di fastidio
della estensione reale della superficie provocata sull'occhio.
emittente, ma della sua "superficie apparente"
cioè dell'estensione che appare Come l'intensità, anche la luminanza è una
all'osservatore dal suo punto di osservazione. grandezza vettoriale.
La superficie apparente corrisponde alla
superficie reale moltiplicata per il coseno
dell'angolo sotto il quale la superficie viene
osservata.

La luminanza è la grandezza più direttamente


correlata alla visione: essa tiene conto non
solo della quantità di energia che raggiunge
l'occhio, ma anche della sensazione di
abbagliamento o di fastidio che essa può
produrre.

Due sorgenti luminose possono avere, in una


stessa direzione, la stessa intensità luminosa
ma valori molto diversi di luminanza. Se ad
esempio una delle due ha una estensione
molto maggiore dell'altra, il flusso uscente si
distribuisce su una superficie maggiore e
dunque assume una minore densità.

Lux top

Il lux è l'unità di misura dell'illuminamento. Si


abbrevia in "lx".
Un illuminamento di 1 lux è quello prodotto da
un flusso di 1 lumen distribuito su una
superficie di un metro quadrato.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Miopia

Miopia top

Si ha miopia quando la potenza dell'occhio è


troppo elevata rispetto alla sua lunghezza.
Per questa ragione l'immagine di un punto
distante si forma prima della retina, sull'umor
vitreo, impedendo una visione nitida. Le
persone affette da miopia non possono quindi
vedere nitidamente oggetti lontani.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Ottica geometrica

Ottica geometrica top

L'ottica geometrica è quella parte dell'ottica


che studia la radiazione luminosa come
composta da raggi luminosi. Si contrappone
all'ottica fisica, che affronta la luce
considerando la sua natura ondulatoria.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Parallasse
Posizione di funzionamento
Presbiopia

Parallasse top

Parallasse da movimento
Lo spostamento laterale, di tutto il corpo o
della testa, cambia la posizione relativa degli
oggetti posti a distanze diverse. Ad esempio
quando ci troviamo in A percepiamo la casa a
destra dell'albero, mentre se ci spostiamo in B
la situazione è ribaltata.
Questo permette al cervello di dedurre la
distanze degli oggetti.

Posizione di funzionamento top

Può variare in relazione al tipo di lampada, Mentre alcune lampade possono assumere
alla tipologia di attacco, alle caratteristiche delle configurazioni spaziali pressoché
termiche ed alle vibrazioni. universali, altre sono soggette a limitazioni di
Tale parametro, ipotizzando un campo di montaggio ben definite.
rotazione di 360°, indica il settore geometrico
entro cui la sorgente è in grado di funzionare
al massimo delle sue prestazioni.
Presbiopia top

La presbiopia corrisponde alla diminuzione Per questa ragione in età avanzata non si è
della capacità dell'occhio di percepire oggetti più in grado di vedere nitidamente oggetti
vicini. La causa è un indurimento del vicini, come è richiesto ad esempio per la
cristallino che aumenta con l'avanzare dell'età lettura.
e che impedisce di mettere a fuoco oggetti a
distanze diverse.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Reattore
Regolatore di tensione
Rendimento
Resa di colore e opere d'arte
Retina e colore
Riflessione diffusa
Riflessione mista
Riflessione speculare
Riflettanza
Riflettore
Rifrattore
Rifrazione

Reattore top

Dispositivo atto a limitare la corrente elettrica


che passa attraverso una lampada al valore
prescritto per quel tipo specifico di lampada.
La stabilizzazione della corrente è
strettamente legata al principio di
funzionamento delle sorgenti a scarica: essa
infatti, altrimenti, tenderebbe tendenzialmente
a crescere in modo smisurato, inducendo un
processo di ionizzazione pressoché continua,
tanto da compromettere l'integrità stessa della
lampada.

Regolatore di tensione top

Dispositivo che modifica la tensione di


alimentazione della lampada, operando una
stabilizzazione della tensione stessa.

Rendimento top

Il rendimento è il rapporto fra il flusso


luminoso emesso da un apparecchio e quello
in partenza emesso dall'insieme delle
lampade in esso installate. Viene espresso in
forma percentuale (da 0 a 100) o in forma di
coefficiente (da 0 a 1).
Un apparecchio con rendimento maggiore è in
grado di fornire una maggiore quantità di luce
a parità di consumo di energia. Questo non
significa necessariamente che un maggiore
rendimento corrisponda ad un apparecchio
"migliore": il confronto può essere fatto solo
fra apparecchi che abbiano caratteristiche di
emissione simili. Spesso infatti, è inevitabile
pagare con un minor rendimento un migliore
controllo della emissione. Il caso limite è
quello della lampada nuda che, pur avendo
un rendimento pari al 100%, non ha alcun
controllo della emissione e dunque costituisce
un pessimo esempio di apparecchio di
illuminazione.

Resa di colore e opere d'arte top

Gamma dell'indice Sorgenti luminose disponibili Campi di applicazione


di resa del colore
.Luce naturale Dipinti, arazzi, affreschi, tappeti
.Lampade ad alogeni
Ra>90 .Lampade ad incandescenza
.Lampade fluorescenti
.A cinque bande
.Lampade fluorescenti
Mosaici, intarsi lapidei e
a tre bande
marmorei, vetri policromi.
80<Ra<90 .Lampade ad alogenuri con Ra>8
Oggetti monocromatici o a essi
.Lampade al sodio del tipo
assimilabili, statue.
a luce bianca

Retina e Colore top

I segnali dalle tre classi di coni sono trasmessi


e ricodificati, così che al livello delle cellule
dei ganglioni ci sono due canali che ricevono
due segnali di colore opposti da due coni, e
un canale acromatico che riceve segnale da
tutti i tipi di ricettori. Da queste cellule il
segnale passa al nervo ottico, che contiene
gli assoni delle celle dei ganglioni, e
comprende circa un milione di fibre. Il piccolo
numero di fibre rispetto al numero di ricettori
provoca un fenomeno detto "di collo di
bottiglia" per cui più segnali elettrici
convergono a una singola cellula dei
ganglioni. Questo tipo di schema permette di
capire non solo le anomalie nella visione del
colore ma anche i fenomeni di colore
soggettivi.

Riflessione diffusa top

Nella riflessione diffusa, contrariamente a La legge della riflessione diffusa è detta


quanto avviene nella riflessione speculare, anche legge Lambertiana dal nome del fisico
ogni raggio incidente viene spezzato e riflesso Lambert che per primo la definì.
in tutte le direzioni, con una distribuzione
sferica che è indipendentemente dalla
direzione del raggio incidente. La riflessione
diffusa si ottiene con superfici opache.

La legge della riflessione diffusa stabilisce


che l'intensità luminosa della luce riflessa da
una superficie diffondente ha il suo massimo
in direzione perpendicolare alla superficie, e
varia in tutte le direzioni in funzione del
coseno dell'angolo con la perpendicolare.
Riflessione mista top

La riflessione mista si ha quando sono


presenti contemporaneamente una
componente di riflessione speculare e una di
riflessione diffusa. Il raggio incidente viene
spezzato in tutte le direzioni, ma con una
distribuzione che non è sferica (come nella
riflessione diffusa) ma dipende dalla direzione
del raggio incidente. In funzione della
superficie del materiale, si può ottenere una
maggiore rilevanza della componente riflessa
o di quella diffusa.

Riflessione speculare top

Nella riflessione speculare, ad ogni raggio


incidente che colpisce la superficie,
corrisponde un solo raggio riflesso. Se
chiamiamo angolo di incidenza l'angolo
formato dal raggio e la normale alla superficie
e angolo di riflessione quello formato
dalla normale e dal raggio riflesso, la legge La riflessione speculare si ottiene con
della riflessione speculare stabilisce che: superfici lucide e spacchiate.

1) l'angolo di riflessione è uguale all'angolo di


incidenza
2) raggio riflesso, raggio incidente e normale
stanno nello stesso piano

Riflettanza top

Una superficie non trasparente, colpita dalla


luce, ne riflette una parte e ne assorbe
un'altra. Il rapporto fra la quantità di luce
riflessa e quella ricevuta viene espresso da
un indice, detto riflettanza o coefficiente di
riflessione, che dipende dalle caratteristiche
del materiale e dal suo colore.

Riflettore top

Un riflettore è un componente ottico che Oltre al profilo, molto importante ai fini del
riflette la luce dalla quale viene investito. In un comportamento di un riflettore è il suo
apparecchio di illuminazione, il suo scopo è trattamento superficiale. In funzione delle
quello di intercettare la parte di emissione caratteristiche superficiali, si possono
della lampada che verrebbe indirizzata dalla ottenere riflessioni di tipo diverso:
lampada verso una direzione non desiderata
(ad esempio verso il retro della lampada), e Riflessione speculare, ottenuta con
rifletterla nella direzione desiderata. superfici lucide o specchiate
Riflessione diffusa, ottenuta con
Il comportamento di un riflettore è determinato superfici opache o granulose
principalmente dal suo profilo. I profili più Riflessione mista, ottenuta con
comuni sono quello circolare, parabolico, superfici leggermente satinate.
ellissoidale e iperbolico. Essi sono molto usati
perché facilmente rappresentabili sotto forma
di equazione matematica, e perché
corrispondono ad i più usati modelli di
distribuzione luminosa.
Rifrattore top

Un rifrattore è un componente ottico in


materiale trasparente, sagomato in modo da
deviare la direzione della luce sfruttando il
fenomeno della rifrazione. In un apparecchio
di illuminazione il rifrattore è posto davanti alle
lampade ed è spesso usato in combinazione
con un riflettore.

Il tipo più comune di rifrattore è quello


prismatico, costituito da una lastra con una
superficie piana e l'altra sagomata a piccoli
prismi. Questo tipo di rifrattore consente di
convogliare la luce entro un angolo definito,
sfruttando le rifrazioni successive di un raggio
luminoso che, uscendo da un prisma, ne
incontra subito un altro adiacente.

Rifrazione top

Quando un raggio luminoso passa da un


materiale ad un altro la radiazione cambia
direzione di propagazione: questo fenomeno
si chiama rifrazione. L'entità della deviazione
dipende dalla differenza di indice di rifrazione
tra i due materiali.
Proprio questa deviazione è la ragione per cui
quando guardiamo in acqua vediamo gli
oggetti spostati rispetto alla loro posizione
reale e le aste sembrano spezzate. L'indice di
rifrazione di un materiale dipende alla
lunghezza d'onda della radiazione, e questo
provoca il fenomeno della dispersione.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Schermo
Sensibilità dell'occhio
Sistema C-gamma
Solido fotometrico
Sorgenti a filamento
Sorgenti a scarica

Schermo top

Lo schermo è un diaframma che impedisce


alla luce di procedere in una certa direzione.
L'uso più frequente degli schermi negli
apparecchi di illuminazione è quello di evitare
fenomeni di abbagliamento nascondendo le
lampade alla vista.
Se lo schermo è realizzato in materiale
speculare o riflettente, la luce che viene
intercettata viene rediretta in una direzione
diversa: in questo caso lo schermo non si
limita ad impedire fenomeni di abbagliamento
ma contribuisce in modo significativo a
determinare le caratteristiche di emissione
luminosa di un apparecchio.
Molto usati sono a questo proposito gli
schermi lamellari, costituiti appunto da una
serie di lamelle che formano celle quadrate o
rettangolari. Le lamelle possono avere
superficie piana o curva. Con una finitura
speculare e un profilo appropriato delle
lamelle si ottiene un controllo del fascio
luminoso molto preciso.

Sensibilità dell'occhio top

Il nostro occhio ha una sensibilità diversa alle


varie lunghezze d'onda. In condizioni
fotopiche (cioè con molta luce ambiente)
siamo più sensibili alla zona del giallo verde e
meno alle radiazioni rosse e verdi. Passando
dalla luce alla penombra (condizioni
scotopiche) il picco di sensibilità si sposta
verso lunghezze d'onda più corte. E' per
questo motivo che il blu sembra più brillante
quando ci troviamo in penombra: è quello che
viene chiamato effetto Purkinje. Per il nostro
occhio è molto diverso ricevere radiazione a
555 nm o a 400 nm: siamo infatti molto più
sensibili alla prima radiazione che alla
seconda.

Sistema C- top
Con la sigla C- si indica il più diffuso fra i
sistemi di coordinate usati per individuare
univocamente la direzione di una intensità
luminosa, attraverso una coppia di coordinate.
Nel sistema C- , lo spazio ha un "polo"
corrispondente al centro della sorgente
luminosa, e un asse (o asse polare)
corrispondente alla retta uscente dal polo e
perpendicolare al piano da illuminare (cioè
all'asse ottico principale dell'apparecchio)
Con la coordinata C si individua, fra gli infiniti
piani che ruotano attorno all'asse polare,
quello su cui giace la direzione desiderata,
indicandone l'angolo che esso forma con un
piano di riferimento. Convenzioni precise
stabiliscono quale debba essere il piano di
riferimento in funzione della tipologia di
apparecchio.
La coordinata (gamma) indica invece
l'elevazione della direzione che si intende
individuare, rispetto all'asse polare. Gli angoli
gamma vanno da 0° (direzione verticale verso
il basso) a 180° (direzione verticale verso
l'alto).

Solido fotometrico top

L'intensità luminosa emessa da una sorgente


in ciascuna direzione può essere
rappresentata graficamente con un segmento
che, partendo dal centro della sorgente, si
dirige nella direzione della intensità stessa e
ha lunghezza proporzionale alla valore
dell'intensità.
Se immaginiamo di costruire un segmento per
ognuna delle direzioni nello spazio, e di
avvolgere con una superficie le estremità di
tutti questi segmenti, otteniamo una superficie
che definisce un solido. Tale solido è detto
appunto solido fotometrico perché è
rappresentativo della distribuzione nello
spazio dell'intensità luminosa prodotta da una
sorgente.
In realtà, il termine solido fotometrico è
spesso usato in modo astratto, per descrivere
le caratteristiche di emissione di una
sorgente. Per una rappresentazione grafica si
usano più spesso le curve fotometriche che,
essendo bidimensionali, sono assai più facili e
immediate da leggere e da interpretare.

Sorgenti a filamento top

Corrispondono alla più antica applicazione


pratica dell'elettricità. La corrente passa
attraverso un filamento di tungsteno
spiralizzato posto entro un bulbo di vetro, che
contiene gas inerte o del vuoto; Il filamento si
scalda rapidamente e diviene incandescente,
emettendo un ottimo flusso luminoso introno
ai 2500-2700°C.
Tale gruppo è articolato in una serie di
sottogruppi: lampade ad incandescenza,
lampade ad incandescenza alogene, lampade
a riflettore incorporato.
Sorgenti a scarica top

Sorgenti in cui l'emissione luminosa viene Tale gruppo è articolato in una serie di
prodotta dall'eccitazione di un gas, sollecitata sottogruppi: lampade fluorescenti, lampade ai
da una forte scarica elettrica; il loro vapori di mercurio, lampade agli alogenuri
funzionamento è imprescindibile dall'uso di metallici, lampade a luce miscelata, lampade
dispositivi ausiliari. ai vapori di sodio, lampade ad induzione.
La corrente viene applicata a due elettrodi
posti in un corpo trasparente contenente il
gas; ad un certo valore critico, l'arco elettrico
che si innesca fra di loro induce la
ionizzazione degli atomi di gas che, nel corso
del processo, scaricano l'energia sotto forma
di radiazioni visibili, ultraviolette ed infrarosse.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Temperatura di colore
Test per la visione del colore
Trasformatore

Temperatura di colore top

In relazione ad una convenzione Tale temperatura di riferimento è definita


internazionale elaborata dal CIE, la tonalità di come temperatura di colore, ed è espressa in
colore della luce si esprime in modo diretto, Kelvin (K).
operando un confronto fra la temperatura
assoluta di un corpo nero che irradia luce con Per chiarire meglio il concetto, pensiamo ad
la stessa tonalità di colore di quella emessa una barra di ferro riscaldata lentamente; man
dalla sorgente in esame. mano che la temperatura aumenta, dal nero
iniziale la barra appare rosso scuro, poi
sempre più tendente all'arancione, quindi
gialla ed infine, a temperature elevatissime,
bianca. Ognuna di queste differenti
apparenze cromatiche corrisponde a differenti
temperature della barra. Allo stesso modo, per
determinare la temperatura cromatica di una
lampada facciamo riferimento a quella di un
corpo nero la cui apparenza cromatica risulta
essere la più prossima a quella emessa dalla
sorgente in fase di studio.

Test per la visione del colore top

Nell'esempio a lato (privo di valore scientifico)


le persone dotate di visione normale
potrebbero vedere un 26.
Nel caso non riusciste a vedere nulla non
fatevi prendere dal panico: un test fatto al
computer dipende fortemente dalla
calibrazione del vostro monitor. Può però
esservi di conforto chiedere a un'altra
persona (possibilmente una donna, che quasi
certamente non avrà anomalie) di esaminare il
test.

Molto usato, anche se leggermente più


laborioso sia per l'effettuazione che per
Esistono vari tipi di test che possono essere l'interpretazione è il cosiddetto test dei 100
più o meno veloci, e conseguentemente più o toni, che si basa sulla capacità di discriminare
meno precisi, e quindi adatti alle varie e ordinare le varie tinte. In tutti questi tipi di
esigenze. I test più noti sono quelli basati test riveste ovviamente un'importanza
sulle tavole pseudoisocromatiche, realizzate fondamentale il tipo di illuminazione che viene
con l'uso di spot di vari colori, che risultano utilizzato
diversi per le persone dotate di visione
normale, ma che appaiono uguali ai soggetti
dicromati. Le tavole più conosciute sono
quelle di Ishiara, che sono realizzate in modo
tale da dar luogo a figure diverse (in
particolare numeri) a seconda se chi guarda è
un soggetto normale o anomalo.
Tali tavole sono assai utili per la
determinazione delle anomalie Deutan o
Protan.

Trasformatore top

Dispositivo in grado di modificare il valore dei


parametri caratteristici della potenza elettrica
di rete erogata o a disposizione in quello
richiesto in funzione delle esigenze.
I trasformatori normalmente impiegati, in
relazione alla potenza ed alla portata, hanno
generalmente forma e dimensioni compatte e
contenute, al fine di poter essere
agevolmente montati all'interno o in prossimità
degli apparecchi.
Oltre all'ingombro ed al peso, nell'impiego di
tali dispositivi è opportuno considerare il fatto
che essi, lavorando sull'energia, sviluppano
calore; tale aspetto può rivelarsi
estremamente significativo nel loro
posizionamento.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Uniformità

Uniformità top

In alcuni casi è necessario garantire che i Quando non è legata ad una compito visivo
valori di illuminamento su una certa superficie particolare o ad una superficie limitata,
abbiano la massima uniformità. Questo è l'uniformità non è necessariamente un
necessario soprattutto su compiti visivi legati obiettivo da perseguire. In molti casi una
allo svolgimento di attività lavorative , perché illuminazione troppo uniforme estesa su un
il continuo sbalzo fra valori diversi di intero ambiente può risultare troppo piatta e
luminanaza e di illuminamento durante lo indesiderata.
svolgimento di una attività porterebbe ad un
affaticamento dell'occhio.
Solitamente, l'uniformità viene espressa
tramite il rapporto fra il valore di illuminamento
minimo e quello medio sulla superficie. Per
una buona uniformità sul compito visivo, tale
rapporto deve essere possibilmente non
inferiore a 0,8.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Velocità della luce


Visione binoculare
Volt

Velocità della luce top

I segnali luminosi si muovono a una velocità


finita.
Nel vuoto la velocità della luce c vale
c=2.99792458 X 108 metri al secondo cioè
circa trecentomila Kilometri al secondo.
Pur essendo elevatissima tale velocità,
spesso le distanze in gioco sono tali che la
luce del Sole impiega alcuni minuti per
arrivare a noi, mentre quando guardiamo le
stelle le vediamo come erano molti anni fa.
Galileo fu tra i primi a tentare di misurare la
velocità della luce: egli salì su una collina e
accese una lampada per vedere quando
sarebbe stata vista da un assistente posto su
una collina lontana. La rapidità del fenomeno
gli permise di capire che la luce doveva
viaggiare ad altissima velocità.

Visione binoculare top

Quando guardiamo oggetti che si trovano a


distanze diverse l'immagine che arriva
sull'occhio destro è diversa da quella che
arriva sull'occhio sinistro, come ognuno può
verificare osservando il proprio dito su uno
sfondo. Questa differenza permette al cervello
di ricavare informazioni sulla diversa distanza
degli oggetti.
La visione binoculare è di aiuto finchè gli
oggetti distano circa un centinaio di metri,
dopo la differenza è poco avvertibile.

Volt top
Il Volt (V) è l'unità di misura stabilita dal
Sistema di misura Internazionale per
quantificare la differenza di potenziale
elettrico.
Si definisce come la differenza di potenziale
esistente fra gli estremi di un conduttore in cui
è liberata la potenza di 1 watt quando
all'interno di esso scorre una corrente pari ad
1 ampere.

top
ABCDEFG HIJKLM NO PQ RST UVXYWZ

Watt

Watt top

IIl Watt (W) è l'unità di misura del flusso


energetico, e rappresenta la potenza emessa,
trasportata o ricevuta sotto forma di
radiazione.

top
AA.VV. Quaderno AIDI, Corso base di Parma novembre 1994
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illuminotecnici delle strade con
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per le riprese televisive a colori

UNI Illuminotecnica. Illuminazione di Norma 10380, UNI, 1994


interni con luce artificiale

UNI Principi di ergonomia nella Norma 10530, UNI, 1997


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