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Rita Mastrullo DETEC

Università di Napoli
Federico II

Elementi di trasmissione del calore

INTRODUZIONE
Questi appunti si propongono come supporto ad uno studio introduttivo delle
problematiche della trasmissione dell'energia come calore.

Come si è visto nella formulazione delle leggi della termodinamica, se tra due
sistemi sussiste una differenza di temperatura, dell'energia in modalità calore
verrà trasferita dal sistema a temperatura maggiore verso quello a temperatura
minore. Questo è un fenomeno fra i più generali del mondo fisico ed interessa i
vari settori della tecnica; lo studio della trasmissione del calore è finalizzata alla
determinazione dell'energia trasferita al netto tra i sistemi ed anche, in qualche
caso, alla valutazione del campo di temperatura presente nel sistema.

Due ipotesi molto frequenti nello studio della trasmissione del calore sono:

Regime stazionario
La condizione di regime stazionario fa riferimento ad una situazione in cui
tutte le grandezze in gioco restano immutate nel tempo. In molte circostanze
accade che le grandezze di interesse non variano significativamente di modo
che è possibile ritenere valida questa ipotesi.

Flusso monodimensionale
L’ipotesi di flusso monodimensionale si riferisce al caso in cui la potenza
termica presenta una componente lungo una sola direzione del sistema di assi
cartesiani; ciò comporta che la temperatura varia solo in questa direzione
mentre è uniforme su tutti i piani ad essa ortogonali. Questa ipotesi è ben
verificata se si considera una parete piana molto sottile, oppure un cilindro
molto lungo oppure una sfera, tutti costituiti da materiale omogeneo e
sottoposti ad una sollecitazione termica uniforme.

Si distinguono tre meccanismi per il trasferimento dell'energia come calore:

conduzione, irraggiamento, e convezione.

Elementi di trasmissione del calore 2


Nella conduzione il trasferimento di energia avviene all'interno di corpi solidi,
liquidi, gassosi senza un apparente movimento di materia. Il trasferimento
avviene con la cessione di energia cinetica da parte di molecole poste nella zona
a più alta temperatura ad altre molecole in zona adiacente a più bassa
temperatura. Nel caso di solidi metallici, a questo trasferimento di energia si
sovrappone il moto degli elettroni liberi.
Questo meccanismo è l'unico possibile per trasferire energia come calore in un
solido opaco.

Osservazioni sperimentali indussero il fisico-matematico Joseph Fourier a


ritenere che, in condizioni di regime stazionario, la potenza termica trasmessa
per conduzione in una direzione è direttamente proporzionale all’area ortogonale
alla direzione del flusso e al gradiente della temperatura in quella direzione. La
costante di proporzionalità è una caratteristica del mezzo detta conducibilità
termica.

materiale conducibilità termica


gas a pressione ambiente 10-2÷10-1 W/mK
liquidi 10-1÷10 W/mK
solidi non metallici 1÷10 W/mK

solidi metallici 10÷102 W/mK

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L’aria presenta un valore molto basso di conducibilità termica, difatti l’aria, se
stagnante, è un ottimo isolante termico.

L’elevato valore della conducibilità termica dei solidi metallici può essere
interpretata vedendola come somma di due componenti: quella reticolare e
quella elettronica.

L'irraggiamento avviene per propagazione di onde elettromagnetiche nello


stesso modo della propagazione della luce. Esso si basa sui fenomeni di
emissione e di assorbimento: ogni corpo, purchè sia ad una temperatura diversa
da 0 K, emette radiazione elettromagnetica la quale si propaga attraverso un
mezzo almeno parzialmente trasparente o anche attraverso il vuoto. Questa
radiazione incide su un altro corpo e viene in parte assorbita: si è così realizzato
un trasferimento di energia da un corpo ad un altro. Questo meccanismo è
l'unico possibile per il trasferimento di energia come calore tra sistemi separati
dal vuoto.
Indicate con G la irradiazione, ovvero l’energia che, proveniente da tutti gli
altri corpi, incide sulla superficie nell’unità di tempo e per unità di superficie e
con J la radiosità, ovvero l’energia che lascia la superficie nell’unità di tempo e
per unità di superficie (J è la somma della radiazione emessa e dell’aliquota di G
che viene riflessa dalla superficie), il bilancio di energia a regime stazionario si
scrive:
J
 = A (J − G )
Q i

G
Qi

La convezione è un meccanismo di trasferimento dell'energia mediante l'azione


combinata della conduzione e del trasporto di materia. Questo è il più

Elementi di trasmissione del calore 4


significativo meccanismo di trasmissione di energia tra una superficie solida ed
un fluido. Infatti il moto del fluido incrementa il trasferimento di energia in
quanto particelle di fluido più fredde entrano in contatto con particelle di fluido
più calde dando luogo, in diversi punti del fluido, a flussi conduttivi. E' evidente
che al crescere della velocità del fluido cresce l'energia trasferita.
La relazione che consente di calcolare la potenza termica è formalmente molto
semplice:

 = A h (T − T )
Q c c s ∞

Q è la potenza termica [ W]
c

A è l’area della superficie solida a contatto con il fluido [ m2]

hc è la conduttanza convettiva media unitaria [ W/m2 K]

Ts è la temperatura della superficie [ K]

T∞ è la temperatura del fluido [ K]

Occorre notare che alla semplicità della relazione si contrappone la complessità


del calcolo della conduttanza termica convettiva che dipende da numerosi fattori
quali, ad esempio, la geometria e la disposizione della superficie solida rispetto
al fluido, le proprietà termofisiche del fluido.

Di seguito saranno esposte, singolarmente e per ciascun meccanismo, le


relazioni da impiegare per la determinazione dell'energia trasmessa. Va però
posto in rilievo che, nella maggior parte delle applicazioni, l'energia passa non
secondo un solo meccanismo ma secondo più meccanismi contemporaneamente;
a volte può accadere che una modalità sia predominante rispetto alle altre, che
possono quindi essere trascurate con un'approssimazione accettabile
Si è visto che se una superficie solida è investita da una corrente fluida a diversa
temperatura ci sarà un trasferimento di energia per convezione.

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Contemporaneamente ha luogo anche un trasferimento di energia per
irraggiamento, difatti questa superficie, trovandosi ad una temperatura non nulla,
emette radiazione e, in generale, sarà esposta ad una irradiazione proveniente da
tutti gli altri corpi a diversa temperatura. Si può quindi concludere che i due
meccanismi, convezione ed irraggiamento, agiscono in parallelo e che quindi la
potenza termica trasferita dalla superficie sarà la somma (in senso algebrico) di
quella trasferita per convezione e quella per irraggiamento:

 =Q
Q  +Q
c i
 = A h (T − T )
Q c c s ∞
 = A (J − G )
Q i

Si può scrivere anche la potenza termica radiativa nella stessa forma di quella
convettiva, se si introduce una conduttanza termica radiativa:

 = A h (T − T )
Q i i s ∞

Sommando si ha:

 =Q
Q  +Q = A (h + h ) (T − T ) = A h (T − T )
c i c i s ∞ s ∞

h rappresenta il coefficiente superficiale di scambio termico.

CONDUZIONE

Elementi di trasmissione del calore 6


Si consideri un corpo costituito da materiale omogeneo ed isotropo in fase solida,
liquida o gassosa, comunque in quiete rispetto ad una terna di riferimento inerziale,
nel quale siano presenti zone a diversa temperatura.

E' possibile individuare nel corpo delle superfici ciascuna delle quali è il luogo dei
punti aventi la stessa temperatura: queste superfici non si intersecano mai e sono
dette superfici isoterme.

35°C
30°C 40°C
50°C
30°C 35°C 40°C
30°C 35°C
40°C 50°C
35°C
40°C 50°C

Per quanto detto, c'è da aspettarsi un trasferimento di energia, secondo il meccanismo


della conduzione, da una zona ad un'altra di questo corpo.

In un generico punto di questo corpo, il flusso termico definito come l'energia


trasmessa per unità di tempo e di superficie – si misura quindi in W/m2 -, è valutabile
con la relazione derivata sperimentalmente da un matematico francese, Jean
Fourier. Le sue osservazioni portarono alla considerazione che il flusso termico è un
vettore diretto ortogonalmente alla superficie isoterma passante per quel punto, nel
verso delle temperature decrescenti e il cui modulo è proporzionale al gradiente della
temperatura nella stessa direzione.

dT
.
q q = − k
dn

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Scomponendo il vettore lungo gli assi di un sistema cartesiano ortogonale, i cui
versori sono rispettivamente h, i e j, si ha:

z G G G
q = h q x + i q y + j q z

∂T
y q x = −k
∂x
∂T
q y = −k
j
i ∂y
∂T
q z = −k
x ∂z
h

Nel caso semplice, al quale comunque sono


riconducibili molte situazioni di pratico
interesse, di trasmissione dell'energia attraverso
una parete piana di materiale omogeneo, molto
estesa (spessore piccolo rispetto alle altre due
T1 A dimensioni della parete), nell’ipotesi di regime
stazionario e supponendo che le superfici interna
. ed esterna siano isoterme anche se a temperature
Q diverse tra di loro, si verifica che le superfici
T2
isoterme all’interno della parete siano tutte
superfici piane parallele alle facce estreme della
s
x parete. Il flusso termico sarà in ogni punto
perpendicolare alla parete ed inoltre la
temperatura sarà funzione di una sola coordinata

Elementi di trasmissione del calore 8


spaziale, l’ascissa x nel caso mostrato in figura;
si parlerà quindi di flusso monodimensionale.

In tale circostanza, dalla legge di Fourier si ottiene che la potenza termica che
attraversa una qualunque superficie isoterma della parete è pari a:

 = q A = − k A dT
Q
dx

essendo nulle le componenti del flusso termico nelle direzioni y e z.


Da ciò si ricava che

 dx = −k A dT
Q
ed integrando tale equazione differenziale con le seguenti condizioni al contorno

T1 = T(0) T2 = T (L)

si ottiene:

L T2

∫ Q dx = ∫ − k
0 T1
A dT

Si noti che, al variare della posizione nella


lastra, la potenza termica resta costante in
quanto l'energia è una grandezza conservativa
. .
Q(x) Q(x+∆x) e, nell'ipotesi di regime stazionario, non può
essere accumulata. Se, infatti, si scrive il
bilancio istantaneo di energia relativamente ad
un volume di controllo che racchiude la
generica porzione di lastra delimitata dalle
ascisse x e x+∆x, si ha:
x
 ( x) = Q
Q  ( x + ∆x )
x x+∆x

Elementi di trasmissione del calore 9


Nel caso di lastra piana, anche l'area della superficie isoterma è costante; pertanto
risolvendo i suddetti integrali si ottiene per la potenza termica che attraversa la parete
la seguente espressione:

 L = k A (T − T )
Q 1 2

che può anche essere scritta come

 = k A T1 − T2
Q
s

 la potenza termica che attraversa la lastra [W]


Q
A l’area della sezione normale al flusso [m2]

s lo spessore della parete [m]

k la conducibilità termica del materiale [W/m K]

T1 e T2 le temperature delle facce [K]

La suddetta espressione può anche essere espressa nella forma

s
 = T1 − T2
Q con R=
R k A

Elementi di trasmissione del calore 10


R è detta resistenza termica conduttiva della parete piana ed è pari al rapporto tra lo
spessore della parete e il prodotto della conducibilità termica del materiale che
costituisce la parete per la superficie di scambio. La resistenza termica conduttiva si
misura in K/W o in °C/W.
L’espressione della potenza termica suggerisce un’analogia tra i sistemi termici e
quelli elettrici. Infatti, per descrivere schematicamente quello che accade in una
parete piana le cui facce estreme siano a temperature fissate T1 e T2 , si può
efficacemente considerare un circuito elettrico costituito da una resistenza elettrica.

T1 R T2

.
Q

Nell’analogia termo-elettrica la resistenza elettrica corrisponde alla resistenza termica


data, nel caso di parete piana, da L/(k A), la differenza di tensione ai capi della
resistenza elettrica corrisponde alla differenza di temperatura tra le facce estreme
della parete e la corrente elettrica corrisponde alla potenza termica che attraversa la
parete.

La relazione di Fourier per il calcolo della potenza termica è analoga alla legge di
Ohm che correla la corrente elettrica che attraversa una resistenza alla differenza di
potenziale elettrico esistente ai suoi capi. Si osservi che anche le relazioni per il
calcolo delle resistenze termica ed elettrica sono simili, con la sola differenza che
nell’espressione del calcolo della resistenza elettrica si parla più frequentemente di
resistività elettrica del materiale.

Va sottolineato che l’analogia tra il campo elettrico e quello termico è fisica e non
solo di tipo formale, difatti, in generale, se un materiale è un buon conduttore
elettrico è anche un buon conduttore termico.

Elementi di trasmissione del calore 11


Materiale k [W/mK] Una delle grandezze da cui dipende la
resistenza termica del materiale che
Schiuma uretanica 0,026 costituisce la lastra è la conducibilità
Aria 0,027 termica del materiale. Essa è una
proprietà del materiale e può essere
Fibra di vetro 0,04 vista come una misura della capacità
Amianto 0,05 che ha il materiale di condurre calore.
I materiali aventi un'elevata
Legno(quercia) 0,18 conducibilità termica sono detti
Gomma 0,15 conduttori, mentre isolanti quelli con
bassa conducibilità. I valori della
Teflon 0,35
conducibilità termica variano molto da
Pelle umana 0,37 sostanza a sostanza; l'ordine di
grandezza passa da 10-2 per le sostanze
Mattone 0,72
in fase aeriforme a 102 per i solidi
Vetro 1,0 metallici. Il valore di k può variare in
maniera più o meno sensibile con la
Calcestruzzo 1,4
temperatura ed anche con le condizioni
Acciaio 15 di umidità del materiale stesso. Di
Ferro 80 norma, quanto più è umido un materiale
tanto più aumenta la sua conducibilità
Alluminio 236 termica; analogamente, al crescere della
Oro 317 temperatura, fa riscontro, generalmente,
un aumento del valore di k.
Rame 399
Argento 428

Elementi di trasmissione del calore 12


Nel caso di lastra piana in regime
stazionario dalla costanza della potenza
termica e delle superfici isoterme consegue
T1 A che anche il flusso termico resta costante.
Si può quindi concludere che anche il
. gradiente di temperatura resta costante e
Q pertanto la temperatura varia linearmente
T2
all'interno della parete.
s

Si consideri una parete composta da due


strati adiacenti di diverso materiale di
spessori s1 ed s2 e di conducibilità termiche
T1 A k1 e k2. Siano T1 e T2 le temperature,
. Ti . uniformi, delle superficie estreme mentre Ti
Q1 Q2 è la temperatura della superficie di
separazione dei due strati, anch'essa
isoterma; tale temperatura è, quindi, sia la
T2 temperatura della faccia destra dello strato
di spessore s1 sia la temperatura della faccia
s1 s2 sinitra dello strato di spessore s2
Con riferimento al solo primo strato si ha:

 = T1 − Ti
Q R1 =
s1
1
R1 k1 A

Con riferimento al solo secondo strato si


ha:
s2
 = Ti − T2
Q R2 =
2
R2 k2 A

Elementi di trasmissione del calore 13


Da un bilancio di energia, eseguito sul volume di controllo a cavallo della
superficie di separazione tra i due strati, consegue che:

 =Q
Q  =Q

1 2

Si può concludere che i due strati costituenti la parete composta sono attraversati
dalla stessa potenza termica ed hanno, inoltre, le due facce adiacenti alla stessa
temperatura..
In base all’analogia termo-elettrica, lo schema elettrico equivalente alla parete
costituita dai due strati adiacenti di diverso materiale sarà costituito da due
resistenze termiche R1 ed R2 collegate in serie ai cui capi è applicata “la
differenza di tensione” costituita dal salto di temperatura totale tra le facce
estreme della parete.

T1 R1 Ti R2 T2

.
Q

Dalla relazione relativa a ciascuna delle due lastre si ottiene:

 R
T1 − Ti = Q  R
Ti − T2 = Q
1 2

Sommandole membro a membro si ha:

 = T1 − T2
Q
R1 + R 2

In definitiva

 = T1 − T2
Q R = R1 + R 2
R

Elementi di trasmissione del calore 14


L'andamento della temperatura in
questa parete composta è una linea
T1 A spezzata: la pendenza sarà maggiore
Ti
nello strato che ha più bassa
. conducibilità termica. La temperatura
Q all'interfaccia tra i due strati di diverso
materiale è valutabile come:
T2
T1
s1 s2  R =T +Q
Ti = T1 − Q  R
1 2 2

Nel caso che gli strati siano più di due, si può comunque valutare la potenza
termica come rapporto tra la differenza di temperatura esistente tra le due facce
estreme ed una resistenza totale che sarà la somma delle resistenze dei singoli
strati:

 = T1 − T2
Q R tot = ∑ R i
R tot

Si consideri una parete di spessore s composta da due strati sovrapposti di


diverso materiale di aree A1 e A2 e di conducibilità termiche k1 e k2 ; siano T1 e
T2 le temperature, uniformi, delle superficie estreme della parete.
Con riferimento al primo strato si ha:
s
T1 A1  = T1 − T2
Q R1 =
1
R1 k 1 A1
k1 .
Q
Con riferimento al secondo strato si ha:
k2 A2 T2
s
s  = T1 − T2
Q R2 =
2
R2 k 2 A2

Elementi di trasmissione del calore 15


Da un bilancio di energia, eseguito sul volume di controllo a cavallo di una
qualunque delle due facce, consegue che la potenza termica totale che attraversa
la parete è data dalla somma delle potenze termiche che attraversano ciascuno
strato componente la parete.

 =Q
Q  +Q
1 2

i due strati sono attraversati da potenze termiche diverse ma sono sottoposti alla
stessa differenza di temperatura, ovvero i due strati sono in parallelo.

.
Q1
R1
T1 T2
.
R2
Q
.
Q2
Sommando le espressioni delle potenze termiche ricavate per ciascuno strato si
ottiene:

 =Q
Q  +Q = (T − T ) ⎛⎜ 1 + 1 ⎞⎟
1 2 1 2 ⎜R ⎟
⎝ 1 R2 ⎠

In questo caso è più comodo operare con la conduttanza termica U (W/K o


W/°C) definita come l'inverso della resistenza termica

1  = (T − T ) (U + U )
Q
U=
1 2 1 2

Elementi di trasmissione del calore 16


Nel caso che gli strati siano più di due, si può comunque valutare la potenza
termica come prodotto tra la differenza di temperatura esistente tra le due facce
ed una conduttanza totale che sarà la somma delle conduttanze dei singoli strati:

 = U (T − T )
Q U tot = ∑ U i
tot 1 2

Si consideri il caso di struttura cilindrica ovvero uno strato di materiale


omogeneo di conducibilità termica k, limitato da due superfici cilindriche
concentriche di raggio r1 e r2; lo strato sia lungo l. Siano T1 e T2 le temperature
uniformi delle superfici interna ed esterna di questo strato e si supponga che la
lunghezza l sia sufficientemente maggiore di r2; in tali condizioni tutte le
superfici isoterme sono superfici cilindriche, concentriche con quelle laterali e
quindi il flusso termico è trasmesso nella direzione radiale.

T2
r1 T1

r2 .
l Q

Nelle ipotesi suddette si avrà che le superfici isoterme saranno, a meno degli
effetti di bordo concentrati alle estremità superiore ed inferiore del cilindro cavo,
delle superfici cilindriche concentriche con l’asse coincidente con quello del
cilindro. Pertanto, la temperatura sarà indipendente dall’angolo azimutale e sarà
costante lungo una qualsiasi retta parallela all’asse del cilindro ma dipenderà
solo dalla direzione radiale r; il flusso termico avrà solo una direzione radiale e
non avrà alcuna componente nelle direzioni azimutale e lungo la lunghezza del
tubo. Essendo nulli pertanto i gradienti della temperatura nella direzione
azimutale e lungo direzioni parallele all’asse del cilindro, la potenza termica che
attraversa una qualunque superficie isoterma si scrive dalla legge di Fourier:

Elementi di trasmissione del calore 17


 = −k A(r ) dT = −k 2π r A dT
Q
dr dr
Per cui, separando le variabili, si ottiene:


Q dr
= −dT
k 2π A r

Integrando la seguente equazione differenziale con le assegnate condizioni al


contorno T1 = T(r1 ) T2 = T(r2 ) si ottiene

r2

Q dr
T2

∫r k 2π A r = T∫ − dT
1 1

Da cui, ricordando che anche inquesto caso la potenza termica resta costante al
variare dell’ascissa r, segue:

 ⎛r ⎞
ln⎜⎜ 2 ⎟⎟ = (T1 − T2 )
Q
k 2π A ⎝ r1 ⎠

La potenza termica conduttiva che attraversa il cilindro cavo è valutabile come

 = (T1 − T2 )
ln(r2 r1 )
Q

k 2π A

ovvero come rapporto tra la differenza di temperature esistente tra le superfici


estreme ed una resistenza termica.

ln (r2 r1 )
 = T1 − T2
Q con R=
R 2 πk A

Elementi di trasmissione del calore 18


Integrando l’ equazione differenziale tra la superficie interna alla temperatura
T1 ed una generica superficie isoterma alla temperatura T( r ) si ricava la legge
di variazione della temperatura con l’ascissa r:

r 
Q dr
T( r )

∫r k 2π A r = T∫ − dT
1 1

 ⎛r⎞
ln⎜⎜ ⎟⎟ = [T1 − T(r )]
Q
k 2π A ⎝ r1 ⎠

sostituendo alla potenza termica l’espressione precedentemente ricavata, si ha:

T1 − T2
ln(r2 r1 ) k 2π A ⎛r⎞
ln⎜⎜ ⎟⎟ = [T1 − T(r )]
k 2π A ⎝ r1 ⎠

T1 − T2
T(r ) = T1 − ln (r r1 )
ln (r2 r1 )

Si osservi che in questa situazione il flusso


T1 termico non è costante in quanto, spostandosi
dalla superficie più interna verso quella più
esterna, aumenta l'area della superficie
T2
isoterma e quindi, essendo costante la
potenza termica, il flusso diminuisce.
Di conseguenza anche il gradiente termico

Elementi di trasmissione del calore 19


diminuisce in maniara inversamente proporzionale al raggio della superficie
isoterma e quindi la temperatura presenta un andamento logaritmico all'interno
della parete cilindrica.
Se la parete cilindrica è composta da più strati adiacenti di spessori e materiali
diversi, può essere ripetuto tutto quanto esposto per la parete piana: la potenza
termica è valutabile come rapporto tra la differenza di temperatura esistente tra
la superficie interna e quella esterna ed una resistenza termica totale pari alla
somma delle resistenze termiche dei vari strati:

 = T1 − T2
Q R tot = ∑ R i
R tot

Elementi di trasmissione del calore 20


Esempio 1
In condizioni di regime stazionario, le temperature della faccia interna e di quella
esterna di un vetro da finestra misurano, rispettivamente, 24,0 °C e 24,5 °C. Valutare
la potenza termica trasmessa sapendo che il vetro ha uno spessore di 5,0 mm e che la
finestra è larga 50 cm ed alta 1,0 m.

T1 R T2

.
Q

 = T1 − T2
Q R=
s
R k A

kvetro = 1,0 W/m K

5,0 ⋅ 10 −3 K
R= = 1,0 ⋅ 10 − 2
1,0 1,0 ⋅ 0,50 W

 = 24,5 − 24,0 = 50 W
Q
1,0 ⋅ 10 − 2

Elementi di trasmissione del calore 21


Esempio 2
Una cella frigorifera è schematizzabile come un cubo di 2,0 m di lato; le pareti sono
realizzate con 5,0 mm di alluminio ricoperto da uno strato, spesso 10 cm, di schiuma
uretanica. In condizioni di regime stazionario, le temperature della faccia interna e di
quella esterna misurano, rispettivamente, -5,0 °C e 20,0 °C. Valutare la potenza
termica trasmessa attraverso le pareti della cella e la temperatura all'interfaccia
alluminio-schiuma uretanica.

T1 R1 Ti R2 T2
 = T1 − T2
Q
. R1 + R 2

Q
kalluminio = 236 W/m K kschiuma uretanica = 0,026 W/m K

s al 5,0 ⋅ 10 −3 K
R1 = = = 5,3 ⋅ 10 − 6
k al A 236 ⋅ 2,0 ⋅ 2,0 W

s su 10 ⋅ 10 −2 K
R2 = = = 9,6 ⋅ 10 −1
k su A 0,026 ⋅ 2,0 ⋅ 2,0 W

Elementi di trasmissione del calore 22


La potenza termica che attraverso una faccia è

 = 20 + 5
Q = 26 W
5,3 ⋅ 10 + 9,6 ⋅ 10 −1
−6

La potenza termica entrante nella cella è

 =6 Q
Q  = 6 ⋅ 26 = 156 W
tot

La temperatura all’interfaccia alluminio-schiuma uretanica è

 R = −5 + 26 ⋅ 5,3 ⋅ 10 −5 = −5 °C
Ti = T1 + Q 1

Si osservi che la resistenza termica dello strato di alluminio poteva non essere
calcolata risultando certamente trascurabile rispetto a quella della schiuma
uretanica in quanto lo spessore del primo è un ventesimo del secondo ed inoltre,
la conducibilità termica dell’alluminio è 10.000 volte maggiore di quella della
schiuma uretanica. Per questo motivo la temperatura all’interfaccia alluminio-
schiuma uretanica è coincidente con la temperatura dell’ altra faccia
dell’alluminio.

Elementi di trasmissione del calore 23


Esempio 3
L'evaporatore di un ciclo frigorifero è costituito da un tubo di acciaio di 4,0 mm di
diametro e 1,0 mm di spessore; all'interno evapora il fluido refrigerante, R134a. La
temperatura superficiale esterna del tubo è di -10 °C. Il tubo è rivestito da uno
strato di gomma spesso 0,50 cm ed è immerso in un ambiente alla temperatura di 20
°C.
Valutare la potenza termica trasferita attraverso la parete del tubo in condizioni di
regime stazionario ed assumendo una conduttanza unitaria superficiale pari a 10
W/mK ed una lunghezza pari a 1,0 m.

.
Q

T1 Ris Ti Rest T∞
Kgomma = 0,15 W/m K
.
Q
 = T∞ − T1
Q
R is + R est

ln(r2 r1 ) ln( 8,0 3,0) K


R is = = = 1,0
2π k A 2π 0,15 1,0 W

1 1 K
R est = = = 2,0
2π r2 A h 2π ⋅ 0,008 ⋅ 1,0 ⋅ 10 W

Elementi di trasmissione del calore 24


 = 20 + 5 = 8,3 W
Q
1,0 + 2,0

Supponiamo di raddoppiare lo spessore di gomma e valutiamo nuovamente la potenza


termica trasferita attraverso la parete del tubo.

ln(r2 r1 ) ln(13,0 3,0) K


R is = = = 1,6
2π k A 2π 0,15 1,0 W

1 1 K
R est = = = 1,2
2π r2 A h 2π ⋅ 0,013 ⋅ 1,0 ⋅ 10 W

 = 20 + 5 = 8,9 W
Q
1,6 + 1,2

Si osservi che pur avendo raddoppiato lo spessore di gomma la potenza termica


trasferita attraverso la parete del tubo è aumentata e quindi è diminuita la resistenza
termica.
In particolare, la resistenza termica conduttiva dello strato di gomma cresce, in
maniera logaritmica, con lo spessore mentre la resitenza termica superficiale
decresce, in maniera inversamente proporzionale, all’area di scambio e quindi allo
spessore; per questo motivo non è possibile prevedere cosa accade alla resistenza
totale.
Osservando il diagramma si comprende che esiste un valore critico del raggio r2, e
quindi dello spessore di isolante, in corrispondenza del quale la resistenza termica
assume il valore minimo. Tale valore può essere valutato calcolando la derivata della
resistenza termica totale rispetto ad r2 ed uguagliando a zero.

Elementi di trasmissione del calore 25


6,0

Rtot

Ris

Res
0,0
0,003

r2 r1
r2′

∂R tot ∂ ⎛ ln(r2 r1 ) 1 ⎞
= ⎜ + ⎟=0
∂r2 ∂r2⎜ 2π k A 2π r2 A h ⎟⎠

(r1 r2 ) 1
− =0
r2 2π k A 2π r2 2 A h

1 1
= 2
r2 k r2 h

k
r2′ =
h

Elementi di trasmissione del calore 26


CONDUZIONE IN REGIME TRANSITORIO

Finora sono stati trattati problemi di conduzione del calore, per geometrie
semplici, in regime stazionario in cui la temperatura del sistema considerato è
indipendente dal tempo ma varia con la posizione all’interno del sistema stesso.
In generale però la temperatura di un corpo, oltre che con la posizione
all’interno del corpo, è funzione anche del tempo; si parla in tali situazioni di
regime transitorio o variabile. In tali situazioni l’individuazione dell’andamento
della tempertaura risulta via via più difficoltoso considerando i seguenti sistemi:

a) sistemi a parametri concentrati in cui la temperatura veria nel tempo ma


rimane uniforme nel corpo;
b) sistemi monodimensionali a parametri distribuiti in cui la temperatura
varia nel tempo e con la posizione, ma dipende da un’unica coordinata
spaziale;
c) sistemi bi- o tri-dimensionali a parametri distribuiti in cui la temperatura
varia nel tempo e con la posizione dipendendo rispettivamente da due o
tre coordinate spaziali.

Saranno analizzati adesso problemi di conduzione in regime transitorio che possono


essere semplificati assumendo che la temperatura sia funzione solo del tempo e sia in
ogni istante uniforme in tutto il corpo (caso a).

Si consideri pertanto un solido di volume V, area superficiale A, conducibilità


termica k, densità ρ, calore specifico c, inizialmente alla temperatura uniforme Ti che
sia improvvisamente, al tempo θ = 0, posto in un ambiente a temperatura uniforme e
costante T∞. Si supponga che il trasferimento di energia termica tra il corpo ed il
fluido circostante avvenga con una conduttanza termica superficiale globale h che, si
ritiene, resti costante.

L’ipotesi di uniformità della temperatura all’interno del corpo può essere avanzata,
commettendo un errore minore del 5% (cioè le differenze tra le temperature dei vari
punti del corpo sono al massimo pari al 5% della differenza tra la temperatura di un
qualunque punto del corpo e la temperatura del fluido), quando il numero di Biot
risulta minore di 0,1.

Elementi di trasmissione del calore 27


Il numero di Biot è definito nel seguente modo:

h⋅V
Bi =
k⋅A

Se si indica con L il rapporto V/A e ricordando le espressioni delle resistenze


conduttiva e superficiale si ottiene:

L
h⋅L k⋅A
Bi = =
k 1
h⋅A

il numero di Biot rappresenta il rapporto tra la resistenza interna e quella esterna,


ovvero il rapporto tra la resistenza conduttiva e quella superficiale (convettiva e
radiativa).

Quando il numero di Biot è minore di 0,1 significa che la resistenza superficiale


esterna è sufficientemente grande rispetto alla resistenza conduttiva interna da
controllare, da sola, il processo di scambio termico o equivalentemente che la
resistenza conduttiva interna è tanto piccola rispetto a quella superficiale che può
essere trascurata rispetto a quest’ultima e ciò comporta che nel sistema la temperatura
può considerarsi, a meno di piccole differenze, sostanzialmente uniforme.

Questa ipotesi si applica bene nel caso di corpi piccoli con conducibilità termica
elevata e, ancora meglio, quando sono immersi in un aeriforme in quiete, come l’aria.

Per ricavare la legge di variazione della temperatura del corpo nel tempo si consideri
il bilancio di energia scritto per il corpo tra gli istanti θ e θ+dθ.

 dθ
dE = Q
T T∞

Elementi di trasmissione del calore 28


dove Q  è la potenza termica scambiata (ceduta nell’esempio considerato) tra il
sistema e l’ambiente all’istante θ. Si tenga presente che non essendo in condizioni
 dipenderà dall’istante di tempo considerato.
stazionarie anche il valore di Q

La variazione di energia del sistema, nell’intervallo di tempo dθ, può essere valutata
come variazione di energia interna ritenendo nulle le variazioni di energia cinetica e
potenziale del sistema; inoltre, trattandosi di un solido o un liquido per i quali vale
l’ipotesi di comportamento incomprimibile, si ha:

dE = ρ c V dT

la potenza termica scambiata tra il sistema e l’ambiente all’istante θ è fornita dalla


seguente relazione:

 = − h A [T(θ ) − T ].
Q ∞

Il segno “-“ in tale espressione si spiega tenendo presente che se T(θ)>T∞ la potenza
termica sarà in uscita dal sistema (ceduta dal sistema all’ambiente) e quindi negativa
in base alla convenzione adottata nella scrittura del bilancio di energia, nel caso
contrario sarà in ingresso al sistema e quindi positiva per la convenzione adottata.

Sostituendo le due suddette espressioni nel bilancio di energia si ottiene la seguente


equazione differenziale

ρ c V dT = − h A [T(θ ) − T∞ ] dθ

[
separando le variabili ed osservando che dT = d T(θ) − T∞ ] si può riscrivere
come:

d [T(θ ) − T∞ ] h A
=− dθ
[T(θ ) − T∞ ] ρc V

Elementi di trasmissione del calore 29


se si integra tra l’istante iniziale θ = 0 nel quale T(0) = Ti ed un generico istante θ,
si ottiene la seguente espressione che fornisce la variazione nel tempo della
temperatura del corpo.

T(θ) − T∞ ⎛ h A ⎞
⎜−
= exp θ⎟
Ti − T∞ ⎜ ρ c V ⎟
⎝ ⎠

La temperatura del corpo si avvicina esponenzialmente a quella dell’ambiente in cui è


immerso; all’inizio la temperatura del corpo varia rapidamente e successivamente più
lentamente.

120
Ti
sfera metallica
100
C = 11,4 J/K
T [°C]
T∞
R = 0,05 W/K
80 sfera argilla
C = 5,7 J/K
R = 0,05 W/K
60
sfera metallica
C = 11,4 J/K
40 R = 0, 5 W/K

20
T∞
0

θ [s ]
0 100 200 300 400 500

La quantità τ = (ρ c V ) ( h A ) è detta costante di tempo del sistema ed ha il


significato fisico del prodotto della capacità termica del sistema C (massa per calore
specifico) per la resistenza superficiale del sistema R; quanto maggiore è il valore di τ
tanto più il transitorio sarà prolungato.

Elementi di trasmissione del calore 30


Come si può osservare, al crescere della capacità temica aumenta il tempo che il
sistema impiega per tendere alla temperatura dell’ambiente circostante mentre accade
il contrario al crescere della resistenza termica.
La quantità k / (ρ c) prende il nome di
2
Materiale a [m /s] diffusività termica del materiale, è una
Gomma 6.2 · 10 -8 proprietà del mezzo, si misura in m2/s e
Legno (quercia) 1.8 · 10-7 caratterizza la velocità di propagazione del
flusso termico conduttivo a causa di
Mattoni 3.0 · 10-7 variazioni nel tempo della temperatura.
-7
Vetro 3.4 · 10
Schiuma 3.5 · 10-7 Quanto più elevato è il valore della
Amianto 3.6 · 10-7 diffusività termica tanto più breve è il
Fibra di vetro 4.0 · 10-7 tempo perché l’effetto di propagazione
Calcestruzzo 4.9 · 10-7 penetri in profondità nel mezzo.
Sughero 5.1 · 10-7
La diffusività termica passa da valori
Bakelite 7.3 · 10-7 8 2
dell’ordine di 10- m /s per solidi non
Acciaio 1.2 · 10-5 4 2
metallici a valori dell’ordine di 10- m /s
Aria 2.2 · 10-5 per solidi metallici.
Ferro 2.3 · 10-5
Alluminio 9.7 · 10-5
Oro 1.2 · 10-4
Rame 1.3 · 10-4
Argento 1.7 · 10-4

Elementi di trasmissione del calore 31


Esempio 4
Una termocoppia è impiegata per misurare la temperatura dell’aria.
La giunzione è approssimabile ad una sfera di 1 mm di raggio con ρ =8500 kg/m3,
c=320 J/kg K e k=35 W/m K.
Calcolare dopo quanto tempo la termocoppia misura il 99% della differenza iniziale di
temperatura nel caso di
aria stagnante (conduttanza termica superficiale h=40 W/m2K)
aria in moto forzato (conduttanza termica superficiale h=400 W/m2K)

T(θ) − T∞ ⎛ h A ⎞
⎜−
= exp θ⎟
Ti − T∞ ⎜ ρ c V ⎟
⎝ ⎠

T(θ ) − T∞ ρ c V
= 0,01 τ=
Ti − T∞ h A

aria stagnante

8500 ⋅ 320 ⋅ 4,2 ⋅ 10 −9


τ= = 23 s
40 ⋅ 1,3 ⋅ 10 − 5

0,01 = exp ( − θ τ) = exp ( − θ 23) θ = 104 s

aria in moto forzato

8500 ⋅ 320 ⋅ 4,2 ⋅ 10 −9


τ= = 2, 3 s
400 ⋅ 1,3 ⋅ 10 − 5

0,01 = exp ( − θ τ) = exp ( − θ 2,3) θ = 10 s

Elementi di trasmissione del calore 32


τ=2 s τ=23 s
200
T∞
h = 400 W/m2K
160
h = 40 W/m2K
T [°C]

120

80

40
Ti

0
0 20 40 60 80 100 120 140 160
θ [s]

La costante di tempo τ rappresenta il tempo necessario a che la differenza di


temperatura tra l’ambiente e la termocoppia sia pari al 37% della differenza
esistente nell’istante iniziale; dopo un intervallo di tempo pari a 2 τ questa
differenza scende al 14 % e a 3 τ passa al 5%.

Elementi di trasmissione del calore 33

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