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Cronache Europee – Tra la Sardegna e l’Euskal

GIORNO 1

25/10/2004

Ore 16.11
Simone Olla giunge dal Belfiori con un sorprendente ritardo di soli 11 minuti.

Ore 16.25 Si parte alla volta di Monserrato per prendere il registratorino (che sembra non
funzionare). Si sbaglia già strada (e siamo ancora in Sardegna).

Ore 16.47 Suono dal Durreli (che si lamenta per il ritardo).

Ore 16.54 Si parte.

Ore 17.42 Siamo sulla statale, ascoltando Madonna. Non mi hanno riconosciuto i Duran Duran.
Giovanni tossisce, Simone fuma.

Ore 17.59 Simone chiede di controllare se ci sono i biglietti nella borsa.

Ore 18.21 Sosta ad Abbasanta. Curreli e Olla scialacquano in bandiere della Sardegna.

Ore 18.35 Curreli scrive nel suo taccuino. Che cazzo c’avrà da scrivere?

Ore 18.40 Curreli vince una 0.20 indovinando “Ma che freddo fa” di Nada

Ore 18.42 Curreli indovina anche un pezzo degli Yardbirds.

Ore 18.44 Curreli (detto Durzio o Il Bardo) ci informa dei nostri soprannomi.

Ore 18.45 Affermo che Bob Dylan mi sta sui coglioni.

Ore 19.07 Durzio minaccia l’abbandono per la prima orribile battuta di “Confusion” Olla. Nel
frattempo lo stesso fa un’altra battuta di livello medio-basso.

Siamo quasi a Porto Torres e “Confusion” mima un rullo di tamburi con la bocca.

Ore 19.43 A Porto Torres, ci parcheggiamo dietro un tizio di fronte a “Farmacia”. Si libera un
parcheggio e il suddetto tizio si illude che noi ci spostiamo per far mettere lui. Gli ciuliamo il
parcheggio, il tizio bofonchia mesto.

Ore 20.00 Saliamo sulla Bithia. Perdiamo 20 minuti a cercare le poltrone. Una voce in tedesco ci
informa di qualcosa ma non capiamo.

Ore 20.20 La mia poltrona è rotta. Anche quella di Confusion, a cui dispiace. Cambiamo poltrone.

Ore 20.26 Confusion socializza con degli spagnoli.

Ore 20.31 Un uomo annuncia con fare approssimativo e incerto la situazione pre-partenza, le
indicazioni di sicurezza e le condizioni metereologiche. L’uomo pare essere il comandante. Dopo
l’annuncio, l’ilarità è alle stelle.
Ore 20.49 Conosco anche io gli Spagnoli. Sono di San Sebastian.

Ore 21.30 Dopo aver desinato in modo scomposto ed eccessivo, ci leggiamo vicendevolmente i
taccuini di viaggio. Durzio ha già scritto un best-seller.

Ore 21.59 Olla incontra un amico ex collega che torna a Torino. Sti cazzi.

Ore 22.00 Mi suona la sveglia e non riesco a trovarla.

Ore 22.30 Provo invano ad addormentarmi sulla poltrona tra odori di senegalesi, donne napoletane
in sovrappeso e schiamazzi tra Confusion e Durzio.

Ore 23.00 Rinuncio a dormire perché qui le battute idiote si sprecano.

Confusion scrive una marea di minchiate sul suo taccuino. Nel frattempo hanno spento le luci qui in
sala poltrone.

Ore 23.30 Sta cazzo di poltrona è di una scomodità incredibile. Dormire sul marmo era meglio. Mi
fa male un orecchio. Durzio e Confusion non ci sono. Spero non stiano trombando altrimenti mi è
già andata male per oggi.

Ore 23.40 Mi alzo per cercare i profughi e li trovo al bar della nave. La situazione è piuttosto
sgonfia, tanto che Confusion sorseggia una Nastro Azzurro in un bicchiere di plastica con scritto
“Tirrenia”. Che nave sgonfia.

Ore 00.18 Torniamo alle poltrone per dormire. L’odore umano è potentissimo, si russa con foga
bellica. I posti sono pochi. Speriamo bene. Prima siamo stati sul ponte a ciarlare ancora con gli
amici baschi.

Ore 03.00 Mi cimento in continuazione nelle arti del contorsionismo. Ho dormito solo 1 ora, ma è
già qualcosa. Mi alzo per bere un succo di frutta. La nave ondeggia sensibilmente. Per lo stesso
motivo, un signore sta facendo amicizia col lavandino. Durzio è sveglio, bardato come un arabo.
Ogni tanto tossisce. Credo che fuori piova.

Ore 5.50 Mi sveglio. Ho dormito altre 2 ore e mezzo ed è un miracolo, come la scoperta della vita
extraterrestre. Gli speakers diffondono nella sala musiche del tipo “I Grandi Classici Rifatti al
Pianoforte, Suonati da Lino il Morto”. Il comandante avvisa che tra 40 minuti saremo a Genova.
Giorno 2

26/10/2004

Ore 6.05 Un signore grassoccio di Sassari, diretto a Modena, ci intrattiene con curiosi racconti,
interessanti come una traduzione in armeno di un libro di meccanica. Confusion mangia un Buondì.
Durzio esce sul ponte.

Ore 6.47 Saliamo in macchina e ci accingiamo ad uscire dalla nave.

Ore 7.00 Siamo uscendo da Genova. E’una città di merda, volevo fare una foto ma c’è ancora buio.
Confusion scassa già i coglioni chiedendo le strade.

Ore 7.28 Genova è troppo lunga. E’ finita in questo momento. C’è ancora buio.

Ore 08.13 C’è una coda che non promette bene e non siamo ancora arrivati a Savona. Non riesco a
prevedere la fine di questa giornata.

Ore 08.54 Siamo uscendo da Savona, diretti a Ventimiglia. Rivalutiamo Cagliari e crediamo
seriamente che anche qui l’assessore sia Cosentino.

Ore 9.53 Dopo alcune foto artistiche, ci appassioniamo ad Alassio. Durzio appende bandierine della
Sardegna, Confusion fa tristi battute. Sulla riviera ligure piove.

Ore 10.30 Battisti sottolinea il nostro ingresso ad Imperia. Confusion canticchia stupidamente al
registratore. La riviera Ligure non è male.
Un uomo attraversa la strada salutando come Ciampi.

Ore 10.40 C’è Pedro di fronte ad un edificio con la scopa in mano.

Ore 10.51 Durzio tossisce con decisione e continuità, spaccando le gonadi.

Ore 11.07 Siamo a Sanremo. Bella. Molto verde. Che banale. Mo’ci fermano, anzi no. C’è un tipo
che sembra Naitana.

Ore 11.30 Laccio cerca un bagno per potersi disfare dei suoi amici marroni. Nel frattempo Lucio e
Licio discutono della decisione contorta di lasciare la macchina così lontana dal bagno e si
congelano in riva al mare (sporco) di Sanremo.

Ore 12.25 Passiamo il confine. Siamo in Francia.

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