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1


Una particella puntiforme, avente carica elettrica q = 10 nC, è posta alla distanza d = 12 + 100 ξ cm dal centro di una
sfera conduttrice S, di raggio R = 10 cm, elettricamente neutra e isolata (vedi figura). Determinare l’intensità Fq→S della
forza F~q→S con cui la particella puntiforme carica q attrae la sfera conduttrice S. Consiglio: si affronti l’esercizio con il
metodo delle cariche immagine.
Intensità Fq→S della forza [µN]:

o .it
ib
un
@
lli
Esercizio e_es_36, Fig. 1.

Una sfera conduttrice, in condizioni statiche, ha sempre potenziale uniforme (chiamiamo V0 il potenziale della sfera in

a
oggetto). Una sfera neutra ed elettricamente isolata ha sempre carica totale Q = 0. Se la sfera è anche spazialmente

.g
isolata (nel senso che essa è lontana da ogni altra carica elettrica) allora il potenziale della sfera è nullo, V0 = Q C = 0,

o
(valendo, per un conduttore spazialmente isolato, la relazione Q = CV , dove C = 4πε0 R è la capacità della sfera).
ic
Tuttavia, nel nostro caso, la sfera non è spazialmente isolata. La presenza di una particella carica elettricamente (con
carica q) in prossimità della sfera produce un campo elettrostatico E, ~ presente anche all’interno della sfera (Fig. 2). Tale
en
~
campo E muove le cariche libere all’interno del conduttore di cui la sfera è costituita (Fig. 2), determinando (induzione
elettrostatica, Fig. 3) un accumulazione di carica Q′ (di segno opposto a q) nella parte della superficie della sfera più prossima
om

alla carica q e un accumulazione di carica −Q′ nella parte della superficie della sfera più lontana alla carica q (la sfera rimane
nel complesso nulla, essendo Q′ + (−Q′ ) = Q = 0). Il movimento delle cariche cessa quando il campo elettrico E ~ ′ (Fig. 4),
prodotto dalla carica accumulata Q′ e −Q′ , equilibra il campo elettrico E ~ prodotto dalla carica q: E ~ +E ~ ′ = ~0.
,d
12
20
zo

Esercizio e_es_36. Fig. 2 Esercizio e_es_36. Fig. 3


ar
m
23
©

Esercizio e_es_36. Fig. 4 Esercizio e_es_36. Fig. 5

Le cariche Q′ e −Q′ si distribuiscono sulla superficie della sfera (in quanto non possono eistere, in condizioni statiche,
accumuli di cariche elettriche non equilibrate all’interno di un conduttore), determinando una densità superficiale σ di carica
che varia sulla sfera da un valore negativo, nei punti più prossimi alla carica q a un valore positivo, nei punti più distanti
dalla carica q.

Prof. Domenico Galli, Dipartimento di Fisica. Il presente materiale didattico è riservato agli studenti dell’Università di Bologna e non può essere
utilizzato ai termini di legge da altre persone o per fini non istituzionali. In particolare è fatto divieto di riproduzione in copie multiple,
distribuzione, commercio e comunicazione al pubblico senza l’autorizzazione dell’autore.
La sfera conduttrice è pertanto globalmente neutra (Q = 0) ma ha il “baricentro” della carica negativa spostato rispetto al
“baricentro” della carica positiva. In altri termini, la sfera neutra, a causa dell’induzione elettrostatica prodotta dalla carica
q, si presenta come un dipolo elettrico.
Nella soluzione del problema, facciamo riferimento alle coordinate illustrate in Fig. 5, in cui l’asse z è orizzontale e
coincide con l’asse di simmetria del sistema e l’origine O coincide con il centro della sfera.
Per affrontare il problema ricorriamo al metodo delle cariche immagine. Cerchiamo un problema di facile soluzione, la
cui soluzione possa essere utilizzata, almeno in parte, per risolvere il nostro problema. Cerchiamo un sistema elettrostatico
— più semplice da affrontare di quello dato — che produca, all’esterno della sfera, lo stesso potenziale elettrico V e lo stesso
campo elettrico E ~ del sistema dato.
Poiché la sfera si comporta come un dipolo elettrico, tentiamo (ansatz, ipotesi di lavoro da verificare a posteriori)

.it
sostituendo la sfera con due particelle puntiformi elettrizzate con carica opposta q ′ e q ′′ = −q ′ (cariche immagine, Fig.
6), la seconda collocata nel centro O della sfera, la prima collocata sull’asse z del sistema in una opportuna posizione B, a

o
distanza d′ dal centro O della sfera. Il sistema semplificato sarebbe pertanto costituito di 3 cariche puntiformi: la carica q

ib
data e le due cariche immagine, q ′ e q ′′ .
Supponiamo (verificheremo a posteriori se l’ipotesi è plausibile) che il campo elettrico del sistema in Fig. 1 (costituito

un
dalla carica puntiforme q e dalla sfera conduttrice neutra e isolata) — all’esterno della sfera — sia lo stesso campo elettrico
che sarebbe stato prodotto dal sistema in Fig. 6, costituito dalla carica puntiforme q data e dalle due cariche immagine q ′ e

@
q ′′ .
Se la nostra ipotesi è plausibile, scegliendo un opportuno valore per q ′ = −q ′′ e d′ , deve essere possibile fare in modo che

lli
il potenziale elettrico V sia uniforme su tutta la superficie della sfera S(O, R), come accade per il sistema dato. Cerchiamo
ora di determinare tali valori q ′ e d′ (se esistono).

a
o .g
ic
en
om
,d
12
20

Esercizio e_es_36, Fig. 6.

1 Q
Essendo il potenziale di una carica puntiforme isolata Q dato da V (r) = 4πε , per il principio di sovrapposizione, il
zo

0 r
potenziale, in un punto generico P dello spazio, del sistema formato dalla carica q situata nel punto A, dalla carica immagine
q ′ situata nel punto B e dalla carica immagine q ′′ = −q ′ situata nel punto O è dato da:
ar

1 q 1 q′ 1 q ′′
m

V (P ) = −−−−→ + −−−−→ + −−−−→ =


4πε0
P − A 4πε0 P − B 4πε0 P − O

1 1 q′ 1 −q ′
23

q
= −−−−→ + −−−−→ + −−−−→ =
4πε0
P − A 4πε0 P − B 4πε0 P − O

1 q 1 q′ 1 q′
©

= + − =
4πε0 ρı̂ρ − dk̂ 4πε0 ρı̂ρ − d′ k̂ 4πε0 kρı̂ρ k

1 q 1 q′ 1 q′
= + ρ −
4πε0 d 4πε0 d′ ′ ı̂ρ − k̂ 4πε0 ρ

ı̂ρ − ρ k̂
ρ d

Poiché la sfera è conduttrice, il suo potenziale deve essere uniforme nel volume della sfera. In particolare deve essere
−−−−→
uniforme il potenziale sulla superficie della sfera, ovvero, detto ρ = kP − Ok (Fig. 6) si deve avere:

V (P )|
− −−→
P −O =R
= V (P )|ρ=R ≡ V0 ∀θ, ϕ

Prof. Domenico Galli, Dipartimento di Fisica. Il presente materiale didattico è riservato agli studenti dell’Università di Bologna e non può essere
utilizzato ai termini di legge da altre persone o per fini non istituzionali. In particolare è fatto divieto di riproduzione in copie multiple,
distribuzione, commercio e comunicazione al pubblico senza l’autorizzazione dell’autore.
L’espressione precedente per V (P ), sulla superficie della sfera (ρ = R) vale:

1 q 1 q′ 1 q′
V (P )|ρ=R = + − =
4πε0 d 4πε0 d′ R ı̂ρ − k̂ 4πε0 R

R ı̂ ρ − k̂
R d′
1 q
= … +
4πε0 d2 d
R 1 + 2 − 2 ı̂ρ · k̂
R R
1 q′ 1 q′
+ … −

.it
4πε0 R2 R 4πε0 R
d′ + 1 − 2 ′ ı̂ρ · k̂
d ′2 d

o
Dobbiamo scegliere q ′ e d′ (se è possibile) in modo tale che questa espressione sia uniforme sulla superficie della sfera

ib
(indipendentemente dalla direzione del versore ı̂ρ ):

un
 
1  q q′ q′ 
+ −  ≡ V0 ∀ı̂ρ

@
 … …
4πε0  d2 d R 2
R R
R 1 + 2 − 2 ı̂ρ · k̂ d′ + 1 − 2 ′ ı̂ρ · k̂
R R d′2 d

lli
Osserviamo che il terzo termine è uniforme sulla superficie della sfera, mentre i primi due termini, in generale, non lo sono.

a
Affinché questa condizione sia verificata identicamente (∀ı̂ρ ) è necessario che i primi due termini abbiano somma costante.

.g
Questo accade soltanto se:

o

q q′ R2
 ic
 =− ′  d′ =
 

R d ⇒ d
en
d R 2
 q ′ = − q d′ = − q R = − R q
 =
 

R d′ R R d d
om

Troviamo in questo modo, sia le cariche elettriche q ′ e q ′′ delle cariche immagine, sia la distanza d′ della carica immagine
in B dal centro della sfera:
,d

R2

 d′ =



 d
R

12

q′ = − q


 d
 q ′′ = −q ′ = R q
20



d
A questo punto possiamo affermare che la nostra ipotesi (ansatz) è plausibile: scegliendo questi valori per q ′ , q ′′ e d′ il
zo

potenziale sulla superficie della sfera S(O, R) è effettivamente uniforme, come accade nel problema dato.
Dunque il campo elettrico E ~ S (P ) prodotto dalla sfera conduttrice in un qualunque punto P all’esterno della sfera è uguale
ar

~
al campo elettrico Eq′ q′′ (P ) prodotto dalle particelle puntiformi di carica q ′ e q ′′ nello stesso punto P .
Per la legge di Coulomb il campo elettrico prodotto da una particella puntiforme elettrizzata vale E(r) ~ = 4πε1 q
2 r̂, per
m

0 r
cui, nel punto A, occupato dalla particella carica q, tale campo vale:
23

~ q′ q′′ (A) = 1 q′ 1 q ′′
E k̂ + k̂ =
4πε0 (d − d′ )2 4πε0 d2
R R
©

1 − q 1 q
= d k̂ + d k̂ =
4πε0 2 4πε0 d2
R2
Å ã
d−
d
1 Rdq 1 Rq
=− k̂ + k̂ =
4πε0 (d2 − R2 )2 4πε0 d3
ñ ô
1 1 1
= Rdq 4 − 2 k̂
4πε0 d (d2 − R2 )

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La forza F~S→q che la sfera S esercita sulla particella q vale dunque:
ñ ô
~ ~ ~ 1 2 1 1
FS→q = Fq′ q′′ →q = Eq′ q′′ (A) q = Rdq − 2 k̂
4πε0 d4 (d2 − R2 )

Infine, per il terzo principio della dinamica, la forza F~q→S che la particella q esercita sulla sfera S è opposta alla forza
F~S→q che la sfera S esercita sulla particella q:
ñ ô
~ ~ 1 2 1 1
Fq→S = −FS→q = Rdq 2 − d4 k̂
4πε0 (d2 − R2 )

o .it
ib
1000

un
800

@
600

lli
400

a
.g
200

o
ic
0
0 5 10 15 20 25 30
en
Esercizio e_es_36, Fig. 7.
om

L’intensità di tale forza, ovvero la norma del vettore forza, vale pertanto:
ñ ô
1 1 1
,d

2
Fq→S = Rdq 2 − d4
4πε0 (d2 − R2 )
12

La dipendenza dell’intensità Fq→S della forza dalla distanza d è rappresentata graficamente in Fig. 7.
20
zo
ar
m
23
©

Prof. Domenico Galli, Dipartimento di Fisica. Il presente materiale didattico è riservato agli studenti dell’Università di Bologna e non può essere
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