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“amico di penna”

scrivere a un condannato a morte

Se pensi di scrivere a un condannato a morte... ecco qualche suggerimento

Ripensando all’esperienza fatta in questi anni, alle emozioni, ai sentimenti, ai possibili errori
e alle difficoltà con le diverse amministrazioni penitenziarie, ecco qualche suggerimento-
considerazione che puoi leggere prima di cominciare a scrivere.

La continuità
Tenendo presente che la cosa più importante è la continuità, prima di iniziare, valuta se sarai
disposto a non tradire l’amicizia di penna che sta per nascere. Stai attento anche a non creare
nei pen-friends aspettative alle quali poi non sei in grado di rispondere.
Frasi brevi
All'inizio, fino a quando non hai ricevuto almeno una risposta, è consigliabile scrivere lettere
brevi con frasi brevi e semplici. Possono infatti sorgere problemi linguistici anche se sei
molto bravo nelle lingue. Ad esempio negli Stati Uniti, a causa dell’uso dello “slang”, può
capitare di non capire. Inoltre alcuni detenuti sono analfabeti o scarsamente scolarizzati, altri
hanno imparato a leggere e scrivere durante la detenzione e ci sono purtroppo come
sappiamo, anche degli handicappati mentali.
L’interruzione
I motivi per cui un detenuto smette di scrivere possono essere: trasferimenti, isolamenti,
punizioni, mancata ricezione delle lettere. Ma può succedere anche che il tuo amico stia
attraversando un momento particolarmente duro, di scoraggiamento. In ogni caso è bene
continuare a scrivere, oppure, per ricordargli che interessi veramente a lui, puoi mandargli
una cartolina per il compleanno, o per Natale, Pasqua, o da un viaggio. Una volta che la
corrispondenza è iniziata, può essere utile farsi lasciare l’indirizzo di un suo parente o di un
suo amico. La direzione del carcere, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, è comunque
tenuta a dare notizie sul condannato, anche telefonicamente.
Cosa chiedere
Ritengo sia opportuno non chiedere il motivo per cui sono stati condannati a morte, se
vorranno saranno loro stessi a parlartene. E’ invece molto importante verificare che il tuo
amico, per la disperazione, non decida di abbandonare le richieste di appello a cui ha diritto,
ricusando l’avvocato e chiedendo di essere messo volontariamente in lista per l’esecuzione.
Per questo può essere utile chiedere notizie circa la loro situazione processuale, ma ricordati
che durante alcune fasi non possono dire niente.
La censura
In alcuni paesi le lettere sono sottoposte a censura e quindi lette dal personale della prigione.
Scrivere le proprie opinioni sul sistema giudiziario o contro le istituzioni potrebbe aggravare
la situazione del detenuto con cui si corrisponde. Allo stesso modo sono da evitare azioni di
boicottaggio, invio di petizioni firmate o iniziative analoghe, non concordate con
associazioni abolizioniste presenti nei diversi paesi, perché le conseguenze possono essere
gravi e forse irreparabili per i nostri amici.
Le regole
Ogni carcere ha le sue regole, per lo più molto rigide, soggette a variazioni. Per quanto
riguarda lo scambio di regali, l’invio di soldi ecc. è bene informarsi direttamente dal proprio
amico di penna. Riguardo ai francobolli, che alcuni detenuti chiedono per poter rispondere,
alcune prigioni, come ad esempio quelle texane, non ne consentono l’invio. I detenuti
conoscono le regole delle singole prigioni, è meglio quindi chiedere a loro.

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Gli aiuti
Le persone che vivono in attesa di essere legalmente uccise spesso non hanno risorse
economiche né appoggi esterni. Si tratta prevalentemente di poveri, nullatenenti. Se ti
chiedono aiuto economico, puoi informarti sulle modalità e sulle regole che è necessario
seguire per inviare il denaro.
Altre idee
Può essere una buona idea mandare una foto a colori di un bel posto o una cartolina della
propria città, ma in questo caso ricordati sempre di metterla in una busta e di scrivere sul
retro un saluto e il tuo nome, altrimenti le guardie carcerarie potrebbero considerarla merce
di contrabbando.
Non dimenticare mai
che questi nostri amici hanno ricevuto una sentenza di morte, che noi speriamo non venga
mai eseguita, ma di fronte alla quale, spesso, siamo ancora impotenti. Questa realtà non ci
scoraggia, ma al contrario ci motiva ancora di più nella decisione di scrivere e di
accompagnare un uomo o una donna che si trova nel braccio della morte, rendendo meno
tristi i suoi anni.

e... restiamo in contatto


Stefania Tallei

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