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A
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5 progettazione architettonica 1
aldo Aymonino
13 progettazione architettonica 2
pierantonio Val
35 urbanistica
bruno Dolcetta
43 progettazione urbanistica 1
stefano Boeri
73 disegno automatico 1
alberto Sdegno
89 disegno dell’architettura
corrado Balistreri
95 restauro
francesco Doglioni
101 estetica
sergio Polano
113 illuminotecnica
marina Vio
progettazione architettonica 1 | aldo Aymonino
1
B
3
A A
3
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2 planimetria 1:500
B
4
4 6
A A
4 2
3
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4
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6
8
10
10
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progettazione architettonica 2 | pierantonio Val
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14 1
2
16
4
1 planimetria generale
17
7
10
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7 prospetto sacca della Misericordia
1:500
13
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15
20
16
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progettazione architettonica e urbana | alberto Ferlenga
23
1
2 3 4
25
5
6
26
10
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12
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27
29
4msec
0 35 70 anni
0
35 70 anni
0 35
70 anni
pelle abbronzata
raggi solari
4
senza contatto
31
7
9 10
11
ACCESSO BIOMETRICO
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33
urbanistica | bruno Dolcetta
L’urbanistica è un campo di riflessione, dei loro autori, degli attori delle trasfor-
di progettazione e di azione che ha per mazioni dello spazio urbano e, quando
oggetto le forme di insediamento che possibile, della valutazione qualitativa
le società umane hanno organizzato degli esiti.
per vivere e svilupparsi. La forma più Sostanzialmente, il corso si è articolato
complessa posta al vertice dei sistemi in lezioni, letture ed una esercitazione
insediativi è la città; ad essa è stato finale consistente in un percorso di
dedicato il corso. approccio alla conoscenza di una città
Il percorso di apprendimento ha indivi- italiana con l’obiettivo di interpretare
duato i principali punti di vista, gli stru- alcuni dei principali caratteri costitutivi
menti concettuali e tecnici che l’urbani- della città pressa in esame. Il percorso
stica ha costruito e utilizza, ne verifica di conoscenza ha previsto l’utilizzazio-
gli esiti e i problemi quali si pongono ne di testi, cartografie e la personale
nella città contemporanea. esperienza con sopralluoghi ed elabora-
La descrizione e interpretazione dei zioni testuali e grafiche.
temi urbanistici è stata condotta at- A tal fine, è stato elaborato un dossier
traverso: la rappresentazione dei testi in formato A3.
urbani, delle costruzioni progettuali,
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1
NATURALE & ARTIFICIALE
Corso di URBANISTICA 1A
anno accademico 2001/02
Prof. Bruno Dolcetta coll. Arch. Dunia Mittner
studenti bonotto matteo 239179 casonato sabrina 239178
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GORIZIA
si è sviluppata sulle grandi direttrici di comunicazione
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0 250 500 750 1000
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Confine di Stato
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0 250 500 750 1000
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GORIZIA - “CITTA’ GIARDINO”
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studenti bonotto matteo 239179 casonato sabrina 239178
O
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NT
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Ferrovia Viabilità Edificato
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Gorizia, XIV secolo Gorizia, XV secolo Gorizia, XVI secolo
Gorizia, oggi
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EN
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Gorizia, 1905
Gorizia, VII secolo Gorizia, 1822
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TORRENTE CORNO
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CONTEA di GORIZIA 1100 - 1500
Gorizia viene citata ufficialmente per la prima volta il 28 aprile del 1001, in
un documento in cui l'Imperatore Ottone III dona il castello di Salcano e la
"villa" chiamata "Goritia" (un nome derivato dalla dizione slava "gorica",
cioè "montagnola") per metà al Patriarca di Aquileia, e per l'altra metà al
conte del Friuli Guariento della casata degli Eppenstein. Il possesso
dell'area goriziana restò nelle mani del casato degli Eppenstein finché
questa dinastia si estinse (1122 - 1125). Attraverso un'intricata linea di
successione, al dominio della contea pervenne allora una stirpe, i Conti di
Gorizia, che aveva già acquisito numerosi possedimenti in Austria,
intorno a Millstatt.
Nel 1253, si compie la fusione fra le contee di Gorizia e del Tirolo. Nel
frattempo, i Conti consolidano anche in Friuli la loro egemonia:
occuparono Tolmezzo, Sacile, Caneva, Trigesimo ed altre terre, oltre a
Tolmino, nell'alta valle dell'Isonzo; poi parte della Carnia; persino Gemona
aprì le porte ai Goriziano; si allearono con Verona; marciarono verso
Treviso e Padova.
Benché nel 1363 i conti furono costretti a cedere il Tirolo all'Austria, il
regno fu lunghissimo e sarebbe durato fino al 1454.
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PIANO della CITTA’ DI GORIZIA
DIMOSTRANTE I DANNEGGIAMENTI SUBITI DALL’ABITATO
DURANTE LA GUERRA 1915-1918
Il Piano della città di Gorizia redatto nel 1919 dall'ing. Riccardo Del Neri
con la collaborazione delle autorità militari italiane individuò, edificio per
edificio, i danneggiamenti subiti durante il conflitto bellico del 1915-1918.
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All'inizio del nuovo secolo, nel periodo in cui si stava costruendo la nuova linea
ferroviaria che lambendo la città a nord, la collegava a Trieste ed a Vienna, le
formazioni edilizie cittadine si sono ulteriormente sviluppate e consolidate lungo
gli assi viari costruiti nei decenni precedenti; sono tuttavia rimaste ampie aree
libere all'interno degli isolati e fra la parte più antica e le espansioni edilizie più
recenti.
I borghi esterni, come Borgo San Rocco, Borgo Grafenberg, sono ancora
chiaramente distinti dalla città, mentre quelli più vicini, come Borgo Piazzutta,
Borgo Carinzia, Borgo Studeniz, risultano già saldati alle formazioni edilizie
cittadine. Borgo Italia è il settore in maggior sviluppo.
Questo elaborato rappresenta l'ultima immagine della “Nizza austriaca”, la fine
della città imperiale decretata con la prima guerra mondiale.
È l'immagine di una città che si è già configurata nella struttura urbana attuale e
dove sono nati e si sono sviluppati i primi insediamenti industriali lungo l'Isonzo e
a fianco di essi i primi villaggi operai.
La realizzazione della ferrovia Meridionale, con la progettazione della nuova
strada verso la stazione e l'apertura della linea Transalpina, amplia l'area di
sviluppo urbano, ponendo le basi per gli interventi successivi.
La città si sviluppa con continuità ai piedi dei versanti del Colle del Castello, sia verso nord che verso ovest, lungo alcune direttrici stradali che collegano
Gorizia al territorio (a nord verso Salcano, a nord-ovest verso il Collio, a sud verso Trieste). Alla fine dell'800 esiste già l'asse stradale dei Corsi che collega la
città alla Stazione ferroviaria Meridionale con le prime formazioni edilizie, sorte al di fuori del limite rappresentato dalla “Grapa”.
Si notano i borghi esterni, che risultano separati dalle formazioni edilizie continue della città, da vaste aree libere.
Il Corno e la Valletta omonima formano un grande solco nel territorio pianeggiante che si estende con terrazzamenti degradanti fino sulla sponda sinistra
dell'Isonzo, dove si trovano gli insediamenti industriali ed il villaggio operaio di Strazig.
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PIANO REGOLATORE della CITTA’ DI GORIZIA - 1917
estensore: Antonio LASCIAC
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Il piano prevede nuovi assi stradali con l'intento sia di alleggerire il traffico
che gravita sull'arteria principale che di dotare la città di nuovi assi stradali.
PIANO REGOLATORE E DI AMPLIAMENTO della CITTA’ DI GORIZIA - 1919 PIANO DI RICOSTRUZIONE - 1921
Commissione di stesura: Sindaco Giorgio BOMBIG, arch. Max FABIANI, arch. Ludovico
BRAIDOTTI, ing. Riccardo DEL NERI, dott. Giuseppe BRAMO, dott. Amerigo BEVIGLIA.
Nell'immediato dopoguerra, l'ing. Riccardo Del Neri redige il primo vero e proprio Piano Il “Piano Del Neri” non viene approvato dall'Amministrazione Comunale e, negli anni
regolatore e di ampliamento della città di Gorizia. immediatamente successivi al 1919, si passa alla redazione del “Piano di ricostruzione” che
costituirà il riferimento urbanistico per tutti gli interventi edificatori ed infrastrutturali nel
Del Neri suddivide le aree contenute nel progetto di Piano Regolatore in tre distinte zone: la periodo fra le due guerre.
zona del centro storico, le aree di espansione e le aree produttive agricole.
Inoltre, prevede un complesso sistema di vie interne: pressoché lo stesso sistema viario che Il Piano di ricostruzione del 1921 riprende il “Piano Del Neri” apportandovi alcune rettifiche,
Lasciac propone per la ristrutturazione del centro storico ponendo il “nuovo centro-città” in ma mantenendo le scelte progettuali di fondo: il nuovo asse stradale Stazione meridionale-
prossimità di piazza Vittoria. Ospedali viene confermato, facendolo però proseguire verso nord attraverso una sorta di
Particolare attenzione viene riservata ai problemi di risanamento di queste parti della città circonvallazione est, non prevista da Del Neri, fino alla Casa Rossa.
dove l'eccessiva densità di abitanti e la precarietà degli alloggi, determinavano un alto grado La ristrutturazione dell'assetto stradale è, assieme a quella del verde, il principale elemento
di mortalità tra la popolazione presente, per le pessime condizioni igieniche. che emerge dal Piano Regolatore elaborato da Fabiani. Egli prevede un sistema di grandi
Sulla mappa del Piano, si rileva chiaramente la distinzione tra lo stato di fatto (riprodotto in arterie di traffico, prevedendo anche una serie di servizi e di attività commerciali che
nero) e le indicazioni di progetto (in rosso). Due ampie zone verdi si notano nel contesto avrebbe consentito la formazione di un nuovo centro complementare a quello già esistente.
urbano, quella intorno al Castello ed al suo Borgo, e quella nella Valletta del Corno. Inoltre, analizzando la Relazione al Piano si evince come l'attenzione progettuale sia rivolta
in primo luogo alla sistemazione e al risanamento del centro.
Nel “Piano Del Neri”, le zone residenziali di sviluppo sono ubicate verso sud-est nei terreni
compresi fra la stazione meridionale e via Vittorio Veneto, fin quasi a raggiungere le due La città dell'immediato dopoguerra aveva già assunto la caratteristica configurazione
grandi aree ospedaliere, quella dell'Ospedale psichiatrico, già esistente, e quella antistante lineare con andamento nord-est, sud-ovest ma, si può constatare come la situazione di
del nuovo Ospedale Civile, in progetto. fatto, per quanto riguarda l'estensione dell'edificato e della rete viaria, non sia molto diversa
Per il collegamento diretto tra la stazione ferroviaria e il complesso ospedaliero si prevede un da quella rilevata dall'ing. Demarteau nel 1907, e come i borghi più periferici si presentino
asse stradale trasversale sul quale confluiscono le strade secondarie di urbanizzazione del ancora separati dall'aggregato vero e proprio, che invece si sta espandendo e
settore sud-est del territorio comunale (dove oggi sorge il quartiere di Sant'Anna). consolidando verso sud-ovest.
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PIANO REGOLATORE GENERALE della CITTA’ DI GORIZIA - 1962 PIANO REGOLATORE GENERALE della CITTA’ DI GORIZIA - 1976
estensore: prof. arch. Luigi PICCINATO, arch. Vera CONSOLI variante generale, estensore: prof. ing. Roberto COSTA
Nel 1976 viene affidato al prof. ing. Roberto Costa l'incarico di revisionare il “Piano
Piccinato”. Tale necessità deriva dall'esigenza di adeguarlo alla nuova normativa
regionale (prima legge urbanistica regionale n° 23/1968,successivamente
modificata e integrata con la legge n° 30/1972) ed anche, per tener conto di nuove
esigenze locali. Inoltre, nel 1977 entrano in vigore le nuove norme nazionali in
materia urbanistica ed edilizia e precisamente la legge n° 10 (Bucalossi), che
introduce importanti innovazioni e che, nella variante generale al P.R.G. di Gorizia, si
deve tener conto.
I principali contenuti che distinguono la “variante Costa” dal “Piano Piccinato”, oltre
agli aspetti normativi, riguardano soprattutto il sistema della viabilità principale
formato da due tangenziali, che non ha trovato attuazione, e l'utilizzazione di aree
inedificate per adibirle ad attività prevalentemente terziarie.
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Il laboratorio è stato inteso come una Ogni lezione è stata composta da due
serie di giornate di studio e progetta- parti: la prima parte ha preso spunto
zione, nel corso delle quali sono state dalla lettura di un “fatto urbano”, la
sviluppate differenti modalità didattiche seconda dalla lettura di un progetto
e di ricerca progettuale. Per quanto di architettura. Altro punto affrontato
riguarda le lezioni, il corso si è strut- dal corso è stato quello della ricerca.
turato attorno a lezioni a tema, che In questo senso, è stata richiesta la
hanno approfondito alcune delle princi- partecipazione a tre lavori di ricerca
pali questioni relative alla relazione tra rispondenti a due bandi di concorso ed
progettazione architettonica e rifles- a una riflessione sulla città di Venezia
sione urbanistica, fornendo di volta in attraverso un rielaborazione di un suo
volta opportuni riferimenti bibliografici. proprio aspetto.
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Partendo dal fatto che, una volta determinato un confine, vi sia qualcosa che viene escluso e Abiti come architetture deboli, leggere e
qualcos'altro che viene incluso, il primo “dispositivo” che include totalmente la nostra persona e la trasformabili.
separa dal resto del mondo, è la nostra PELLE.
L'abito diventa più che mai un guscio,
Questo accade anche in altre forme presenti in natura e si riscontra questo tipo di “dispositivo”, come quello dell'armadillo: una struttura
per esempio, in alcuni tipi di legumi e di frutta: un “qualcosa” che avvolga completamente un comoda, leggera, flessibile, che sia un
tutto e, allo stesso tempo, lo isoli da altre entità e che si differenzia a seconda della diversità tutt'uno con la persona, ripari e aiuti ad
stessa. affrontare il trambusto, la paura e
l'instabilità.
Il dispositivo di confine che ne risulta è un contenitore, una scatola, che possa contenere
all'interno IDENTITÀ diverse, come un cesto per la frutta può contenere, nello stesso istante, L'abito diventa un guscio personale e
frutti diversi. flessibile che identifica e protegge chi lo
indossa, diventando specchio di una
All'interno del dispositivo come SCATOLA vengono previsti dei contenitori più piccoli con funzioni identità individuale e al tempo stesso
diverse l'uno dall'altro e che, a loro volta, anch'essi siano contenitori. interfaccia con il mondo.
Il viaggio - reale e metaforico - significa partire dal conosciuto per arrivare chissà dove...
lasciando la propria impronta
CI D D R Z
U A JUÁ E
All'inzio dell' insediamento delle
maquilladoras, lo stesso concetto di
7° concurso internacional 1
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2
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TRASPORTABLE DWELLING TOWN | TDT
Trasportable Dwelling Town [ TDT ] offre al villaggio di Ein Hud un futuro sostenibile a lungo termine, permettendo la possibilità di
uno sviluppo nei settori economico, demografico e culturale: dà la possibilità di utilizzare in maniera efficiente il territorio, risulta capace
di espandersi a seguito di esigenze di crescita demografica della popolazione villaggio, infine, offre possibilità di instaurare condizioni
di vita confortevoli e autonome per gli abitanti del villaggio.
Trasportable Dwelling Town [ TDT ] è costituito da un sistema formato dall’unione di più elementi indipendenti derivati dal riutilizzo di
oggetti prefabbricati con basso costo di produzione e di facile reperibilità.
L’assemblaggio viene realizzato con mezzi e tecnologie semplici, utilizzando materiali di scarto o riciclati, con conseguenti spese, in termini
monatari, molto contenuti.
Collegando tra loro i vari elementi si vengono a costituire strutture di diversa tipologia in funzione alle diverse esigenze degli stessi abitanti.
Si viene così a creare un oggetto che preveda la possibilità di essere sottoposto a continuo cambiamento di forma, volume, colore, funzione,
etc. Allo stesso modo, viene progettato un centro multifunzionale, Trasportable Dwelling Centre [ TDc ], che possa costituire un concreto
primo passo per un futuro sostenibile di Ein Hud e che possa servire alla comunità ed ai suoi ospiti per mostre, attività culturali, etc.
Trasportable Dwelling Town [ TDT ] permette lo sviluppo di una pianificazione che promuova una politica di convivenza tra i due popoli
locali da sempre in conflitto, israeliano e palestinese; contemporaneamente, gli abitanti palestinesi hanno l'opportunità di costituire un
oggetto di proprietà esclusiva, con la possibilità di tresferirlo nell'eventualità di, ulteriori, uno o più spostamenti. In questo modo, la loro
situazione di continuo esilio non è più esperienza di sradicamento e spaesamento per la necessità di doversi adattare sempre a situazioni
nuove, ma si viene a creare uno spazio quotidiano, un involucro famigliare che rappresenti una sorta di punto fermo.
CAPSULE CAST-OFF CINEMATIC COMFORTABLE CONVENIENT CONVERTIBLE CUSTOMIZED DEBRIS DECAY DELETE DEMOLISHED DESIRE DESTROYED DISCARD DISPERSE DISRUPT DYNAMIC EFFICIENT EJECTED EMERGENCY EMIGRATE ERRANT ERRATIC EVENT EXPELLED EXPERIENTIAL EXPERIMENTAL EXPLORE FAST FRACTION FRAGMENT HAPPEN IMAGINA
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TRASPORTABLE DWELLING HOME | TDh
AST FRACTION FRAGMENT HAPPEN IMAGINARY IMMIGRANT INCIDENT INVOLUNTARY KINETIC MOBILE MOBILITY MOVEMENT MOTION MULTIPLE NAVIGATE NOMAD OCCASION PATH REVERSIBLE RHITHM TRAFFIC TRANSIT TRANSPORT TRAJECTORY UNEXPECTED UNEXPLORED UNINTENTIONAL UNPLANNED UNPREMEDITATED VECTOR VEHICLE VELOCITY
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01
0 02
0 03
0 04
0 05 06
stazione fs
sta ponte degli scalzi
po sstrada nova campo san geremia ponte guglie fondamenta pescher
12°19'15''
19 E 45°26'29'' N 12°19'21''
2°1 E 45°26'29'' N 12°19'26''
2 E 45°26'33'' N 12°19'29'' E 45°26'35'' N RMS power min 32,72 dB max 12°19'32'' E 45°26'37'' N 12°19'30'' E 45°26'38
0910
09
91 1 21
1331
RMS pow
power min 32,84 dB max 25,75 dB ave 29,72 dB RMSSppower min 30,48 dB max 9,57 dB ave 23,01 dB RMS
M power min 34,63 dB max 12,89 dB 13,59 dB ave 25,77 dB RMS power min 34,59 dB max 13,61 dB ave 26,67
7ddB RMS power min 35,4
9 10
10 11 12 13 14
calle del capitello fondamenta
ndame
da de la misericordia fondamenta
onda di san felice
el strada nova
st ccampo dei santissimi
imi a
apostoli salizada san giovann
12°19'43'' E 45°26'48''
48'' N 12°20'02''
02 E 45°26
45°26'37'' N 12°20'03''
0'03' E 45°26'33'''' N 12°20'00''
2° E 45°26'30'' N 12°20'12'' E 45°26'25''
1 °26 N 12°20'13'' E 45°26'21
8 1
RMS power min 45,47 dB max 6,05
05 dB ave 30,5
30,53 dB RMS power
wer min 42,67
,67 dB m
max 8,34 dB ave 26,74
,74 dB RMS power er m
min 42,63 d dB max 13,8 dB ave 26,88 dB RMS S power min 34,87 dB B max 16,48 dB ave 29,1 dB RMS power
R er m
min 37,1 dB max 1616,9 dB ave 28,5 dB RMS power min 36,1
17 18
1 19
peschiera san bartolomeo
p calle
lle larga mazzini calle
lle de l'ovo
12°20'09''
20'09'' E 4
45°26'16'' N 12°20'10'' E 45°2
45°26'14'' N 12°20'10'' E 45°26'12
12
RMS power min 34,23 dB m max 8,19 dB ave 17,59 dB RMS power min 39,92
9,92 dB max 19,73 dB ave 35,14 dB RMS power min 46,1
22
campo manin
12°20'03'' E 45°26'07'' N
RMS power min 35,19 dB max 11,6 dB ave 23,3 dB
24
fondamenta carlo goldoni
12°20'10'' E 45°26'05'' N
627
2728 2 2993
RMS power min 38,68 dB max 16,18 dB ave 30,32 dB
26 27 28 29
2 30
riva degli schiavoni calle de l'anzolo tolentini, 191 campo ddei tolentini
en campiello
mp lavadori
12°20'25'' E 45°26'01'' N 12°20'24'' E 45°26'07'' N 12°19'20'' E 445°26'16'' N 12°19'17'' E 45°26'15''
°2 N 12°19'13''
9'1 E 45°26'15
3 3 3435
32 35 3
3663
RMS power min 36,37 dB max 4,85 dB ave 16,14 dB RMS power min 38,22 dB m max 15,39 dB ave 29,82 dB RMS power m min 41,6 dB max 12,95 dB ave 30,6 dB RMS power
o min 36 dB max 10
10,77 dB ave 27,34
4 dB RMS power
owe min 28,5
32 33
3 34
3 35
3 5 36 37
fondamenta del gafaro ramo arnaldi fondamenta del rio novo
vo fondamenta bembo d del malcanton campo
m santa margherita calle de san pantalon
12°19'18'' E 45°26'13'' N 12°19'24'' E 45°26'10'' N 12°19'20'' E 45°26'08''
'08 N 12°19'23'' E 45°26'07''
'0 N 12°19'25''
1 E 45°26'01'' N 12°19'28'' E 45°26'08
40
0441
1424 44
44
RMS power min 42,63 dB max 12,42 dB ave 27,09 dB RMS power min 30,58 dB max 11,67 dB ave 22,63 dB RMS power min 3 37,21 dB max 5,91
91 dB
Baave 20,61 dB RMS power min 40 40,7 dB max 25,56 dB ave 35,09 dB RMS
M power min 38,37 dB max 13,02 dB ave
e 30,71 dB RMS power min 39,0
40 41 42 43
4 44
4 45
4
viale dei giardini riva degli schiavoni palazzo ducale piazzetta san marco piazza san marco calle larga ventidue m
12°21'19'' E 45°25'47'' N 12°20'42'' E 45°26'02'' N 12°20'27'' E 45°26'01'' N 12°20'22'' E 45°26'01'' N 12°20'19'' E 45°26'03'' N 12°20'08'' E 45°25'59
RMS power min 37,29 dB max 6,58 dB ave 24,77 dB RMS power min 33,08 dB max 7,04 dB ave 19,98 dB RMS power min 27,61 dB max 3,49 dB ave 17,65 dB RMS power min 23,62 dB max 6,37 dB ave 13,26 dB RMS power min 28,92 dB max 4,32 dB ave 13,77 dB RMS power min 32,0
07 08
ria sotoportego del gheto vecio - rio ghetto vecchio campo di ghetto nuovo
8'' N 12°19'34'' E 45°26'42'' N 12°19'38'' E 45°26'44'' N
141
41
42 dB max 16,69 dB ave 28,3 dB RMS power min 41,88 dB max 12,21 dB ave 3 32,15 dB RMS power min 37,67 dB max 13,88 dB ave 20,56 dB
15 16
ni grisostomo salisada pio x calle dei bombaseri
1'' N 12°20'12'' E 45°26'15'' N 12°20'11'' E 45°26'15'' N
19
920
2
17 dB max 5,13 dB ave 20,4 dB
B RMS power min 29,97 dB max 9,13 dB ave 19,32
32 d
dB RMS power min 36,51 dB max 15,36 dB ave 29,19 dB
20 21
corte del teatro rio terà de la mandola
2'' N 12°20'05'' E 45°26'11'' N 12°19'57'' E 45°26'05'' N
18 dB max 5,46 dB ave 29,88
9,88 dB RMS power min 46,77 dB max 21,14 dB av
ave 36,11 dB RMS power min 42,2 dB max 12,39 dB ave 28,46 dB
23
campo san luca
12°20'07'' E 45°26'09'' N
RMS power min 34,93 dB max 6,25 dB ave 19,82 dB
25
piazza san marco
12°20'19'' E 45°26'03'' N
300
RMS power min 31,08 dB max 4,91 dB ave 13,31 dB
37
3 738
3
57 dB max 14,58
4,58 dB ave 23,26 dB RMS power min 42,63 dB max 6,38 dB ave 21,39 dB
3 4 tavole redatte in risposta al ban-
do di concorso one land two systems
international architecture competition
to create an alternative masterplan for
the “unrecognised” Palestinian village
of Ein Hud in Israel
5 venice voices
rimappatura della città di Venezia
attraverso l’analisi dei suoni rilevati
38
3 39
n fondamenta
ond santa chiara tragitto in vaporetto
8'' N 12°19'05''
19' E 45°26'22'' N
546 6
06 dB m
max 12,19 dB ave 26,64 dB RMS pow
power min 30,34 dB max 7,05 dB ave 16,99 dB RMS power min 35,49 dB max 7,05 dB ave 12,48 dB
46
4 47
4
marzo calle del piovan o gritti Ponte duodo o barbarigio
9'' N 12°19'59'' E 45°25'57'' N 12°19'57'' E 45°25'57'' N
08 dB max 4,39 dB ave 18,57 dB RMS power min 34,88 dB max 10,48 dB ave 23,55 dB RMS power min 30,45 dB max 5,67 dB ave 14,24 dB
5
fondamenti e applicazioni
progettazione di geometria
di elementi costruttivi descrittiva
| umberto | dario Toffanello
Barbisan
51
5.1 Le fasi costruttive
Di seguito sono riportati, su una linea temporale, i vari intervalli che, dall’inizio della
costruzione, si sono susseguiti sino al termine dei lavori.
1173 Inizio dei lavori il 9 agosto dell’anno 1173 (1174 anno pisano)
1231 Proseguono i lavori giá probabilmente ripresi nei primi decenni del secolo.
E' attestata l’esistenza di una capanna in cui vengono lavorati i marmi per il
campanile.
1260 Giovanni di Simone, documentato presso l’Opera del Duomo fin dal 1260 e,
dal 1267, come capomastro, interviene anche nei lavori della Torre.
1172 Dopo circa 94 anni, con Giovanni di Simone, prosegue la costruzione sino al
settimo ordine e si introduce in questa parte, una correzione
dell'inclinazione dell’asse dell’edificio che non é più rettilineo, ma assume
una forma con la concavità verso monte.
12 1
52
1278 Nuova sospensione dei lavori. La costruzione è arrivata al livello della VII
cornice.
1292 Giovanni Pisano esegue una misurazione della pendenza del campanile con
il filo a piombo
6. L’EDIFICIO
L’edificio attuale, risultato di una lunga vicenda costruttiva ed oggetto nel corso dei secoli
di numerose campagne di restauro, volte in primo luogo a contenere i pericoli di crollo
sollevati dalla evidente pendenza, é costituito da un corpo cilindrico di muratura,
circondato da loggiati con archi e colonne che poggiano sul tronco di base e sono
sormontati da una cella campanaria.
Il corpo centrale della struttura é composto da un cilindro cavo, costituito da un
paramento esterno in conci sagomati in calcare di San Giuliano bianco e grigio, un
paramento interno, anch’esso in pietra verrucana lavorata e, compresa fra questi, una
zona anulare di muratura. All’interno di questa zona di muratura é ricavata una scala
elicoidale che, con 293 scalini, monta fino al sesto loggiato, dove il pozzo interno é
concluso da una volta con un occhio centrale per il passaggio della luce, consentendo
l’accesso alla cella campanaria soprastante e, nei tratti intermedi inferiori, ai diversi
loggiati. I sei loggiati impostati sul tronco di base, con questo e con la cella campanaria,
suddividono la torre in otto segmenti, che vengono detti ordini. Quello inferiore é animato
da un giro di arcate cieche, impostate
su semicolonne che includono sotto
l’arco un compasso a losanga
intarsiato di marmi policromi,
contenente al centro una rosetta a
rilievo. Il sodo murario é interrotto
dall’apertura di alcune strette finestre
a monofora e, verso ovest, dall’unica
porta di accesso: un vano
rettangolare incorniciato da un
architrave. Sopra l‘architrave, un arco
- decorazione con raffigurazione di navi - falcato con archivolto intagliato, posa
su due capitelli in prosecuzione degli
stipiti, formando una edicola contenete il busto di una Madonna con il Bambino di epoca
trecentesca. Ai lati del portale, alcuni fregi figurati con decorazioni animali e mostruose, e
con una singolare raffigurazione di navi (nella foto, il Porto Pisano?), accompagnano
l’epigrafe commemorativa della fondazione dell’edificio.
La cella campanaria cilindrica(nella foto) che conclude la costruzione, di diametro minore
dei sottostanti piani, presenta all’esterno una decorazione di arcatelle, che posano
alternativamente su peducci e colonne, in modo che sotto ad ogni peduccio si apre una
porta, sotto ogni arcata, retta da due colonne, una finestra. Ad essa si accede tramite
2 13
53
una angusta scala a chiocciola, e consente a sua volta l’accesso, tramite una scaletta
ricavata nello spessore del muro, al fastigio della torre.
E' indubbio che l’edificio é frutto di una o più personalitá di altissimo livello. Esso infatti si
presenta come una costruzione originale, a partire, prima ancora che dalla sua
straordinaria pendenza e dagli ingegnosi accorgimenti tecnici escogitati dai costruttori per
ovviarne i pericoli, dalla sua ardita struttura circolare. Non che manchino campanili più
antichi a pianta rotonda, da quelli ravennati ad alcuni in Toscana o in Umbria: ma il
campanile di Pisa può comunque ritenersi una struttura indipendente da tali prototipi e,
per molti versi, del tutto autonoma dalle architetture precedenti. Le sue forme appaiono
infatti difficilmente rapportabili a quelle di edifici consimili. I suoi immediati precedenti
stilistici appaiono, anzi, quasi esclusivamente locali, o meglio pisani, e in qualche modo
circoscritti ai monumenti della piazza.
La stessa forma circolare sembra infatti essere stata adottata, da un lato, per il gioco di
specchi e contrapposizioni con la parte del Duomo limitrofa, riecheggiando volutamente il
14 3
54
Fasi della costruzione della Torre.
Stato dell'opera all'inizio delle grandi sospensioni; suo compimento.
4 17
1 - 4 riproduzioni ridotte di alcune
pagine del fascicolo di ricerca redatto
sulla Torre di Pisa
storia, materiali utilizzati nella costru-
zione, problemi di staticità
55
di geometria
sistemi costruttivi
applicazioni Zago| dario Toffanello
descrittiva
| federico
tivo. Per raggiungere tale obiettivo si è ta alle lezioni teoriche, alla costruzione
stati spinti ad affrontare la metodologia di un archivio prodotti e al progetto
progettazone
57
B
A
D
2 particolare A 1:10
infisso fisso a taglio termico, spessore
63 mm;
infisso scorrevole a taglio termico,
spessore 63 mm;
sezione orizzontale
58
3
59
6
10 11
5
7 8
5 particolare B 1:10
infisso a battente a taglio termico,
spessore 63 mm;
infisso scorrevole a taglio termico,
spessore telaio fisso 119 mm, telaio
mobile 36 mm;
sezione orizzontale
61
F
13
62
E
63
14
14 15 particolare D 1:2
porta interna scorrevole,
sezione orizzontale e verticale
16 17 particolare E 1:20
solaio di copertura;
attacco della scala al solaio;
sezione verticale
15
64
16
17
65
18 18 - 20 particolare F 1:20
sezione verticale in corrispondenza
dell’infisso:
solaio di copertura, solaio del primo
piano e solaio del piano terra con
garege sottostante
21
19
20
22
66
23
24
23 - 25 particolare G 1:20
sezione verticale in corrispondenza
della muratura:
solaio di copertura - tetto caldo, solaio
del primo piano, solaio del piano terra,
25 pavimentazione esterna e fondazione
67
fondamenti edegli
architettura interni | di
applicazioni geometria
mauro descrittiva | dario Toffanello
Galantino
69
70
71
disegno automatico 1 | alberto Sdegno
73
1
74
2
75
3
76
4
6 7
77
fondamenti e applicazioni di geometria descrittiva | dario Toffanello
79
1
80
1 autoritratto, matita su cartoncino
bianco
81 2
3
82
3 4 anamorfosi piane, matita su 4
cartoncino bianco
83
5
84
5 6 anamorfosi prospettiche, matita 6
su cartoncino bianco
85
7
87
disegnio dell’architettura | corrado Balistreri
89
1
91
5 quercia e sintesi dei volumi prin-
cipali costituenti l’albero, matita su
cartoncino bianco
92
5
6
e applicazioni
| francesco
fondamenti di geometria descrittiva | dario Toffanello
Doglioni
95
1
2 3
96
4
97
6
98
8
9 ipotesi di progetto
99
estetica | sergio Polano
L’insegnamento ha inteso fornire i li- All’interno del corso sono state svolte
neamenti critici, metodologici e conte- tre esercitazioni: la redazione di un bi-
stuali della storia dell’estetica grafica, glietto da visita personale progettato su
dalle primigenie forme a quelle mo- entrambi i lati, di un adesivo e di rispet-
derne, con particolare attenzione agli tiva carta intestata; la progettazione
artefatti a stampa. di un logo per la regione Valle d’Aosta
Le lezioni hanno affrontato vicende, rispondente ad un bando di concor-
esperienze e problemi centrali della so indetto dalla suddetta regione; la
storia dell’estetica grafica, attraverso produzione di un fascicolo in formato
l’analisi di tematiche, protagonisti e A5 realizzato con tre fogli di formato
opere maggiori, quali manifestazioni di A4 stampati fronte e retro, rilegati con
gradienti storici, di fenomeni intrecciati punto metallico posto nella linea di
di gusto, di culture progettuali, di mec- piegatura dei fogli.
canismi di produzione e consumo.
101
sabrina casonato
via mondini 5
31046 oderzo
treviso
m +39 3496650738
t +39 0422853235
cf csnsrn81e55f770d
email sabrinacasonato@libero.it
1 2
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102
via mondini 5 31046 oderzo treviso
103
5
otto neurath
[1882 - 1945]
104
6
Esempi di pittogrammi Isotype.
8 5
4 9
Isotype può essere considerato il primo progetto di Il sistema Isotype introduce alcuni semplici ma
information design, il settore della progettazione visiva importanti principi per la rappresentazione dei dati
che si occupa di rendere le informazioni accessibili al quantitativi.
pubblico. Secondo la definizione data dall’ International Per ogni oggetto o categoria da rappresentare viene creato
Institute for Information Design, esso: “si occupa di un segno: caratteristiche essenziali di questo segno sono
definire, pianificare e dare forma ai contenuti di un la semplicità, la riconoscibilità, l’ immediatezza. Si deve
messaggio e al contesto in cui esso viene presentato, con quindi evitare che il segno abbia troppi dettagli. Nelle
l’ intento di ottenere obiettivi precisi in relazione alle parole di Neurath: “Un’immagine che fa un buon uso del
necessità degli utenti.” sistema deve trasmettere tutte le informazioni importanti
L’ information design trova applicazione nei settori riguardo all’ elemento che rappresenta. Al primo sguardo
dell’educazione, della divulgazione scientifica, dell’ orien- si vedono gli elementi più importanti, al secondo i meno
tamento nell’ ambiente. importanti, al terzo i dettagli. Al quarto, non dovrebbe
Il suo intervento si applica quindi alla progettazione di cogliersi più nulla”. Ogni segno deve essere comprensibile
sistemi di segnaletica, punti informativi, moduli, tabelle, senza l’ aiuto di parole.
diagrammi, mappe, orari, manuali tecnici e così via. La semplicità del disegno permette anche di allineare i
Nell’ information design gli aspetti estetici e persuasivi diversi segni Isotype su una stessa linea, come si farebbe
della comunicazione visiva diventano secondari rispetto con i caratteri tipografici.
ai criteri di chiarezza e funzionalità. Per rappresentare quantità variabili di uno stesso oggetto,
lo stesso segno viene ripetuto in modo proporzionale alla
quantità. Questo, secondo Neurath, rende i diagrammi
Isotype più accessibili rispetto ai grafici astratti, che usano
forme geometriche di dimensioni variabili.
Anche la tavolozza cromatica è ristretta: i colori suggeriti
sono sette (bianco, blu, verde, giallo, rosso, marrone e
nero) e devono essere abbastanza diversi tra loro da
essere sempre identificati dall’ osservatore.
Questi criteri di semplicità e immediatezza rendono il
sistema Isotype utile anche come “linguaggio
internazionale per immagini” o “linguaggio visivo
ausiliario”. Neurath ne suggerisce l’ uso nell’ istruzione,
nella realizzazione di un’ Enciclopedia universale delle
scienze e nella comunicazione tra persone di lingue
diverse.
11
6 7
9
b
biog r a f i a b
bibliog r a f i a
1917: ottiene la libera docenza in economia. Massimo Ferrari (a cura di), Il Circolo di Vienna,
La Nuova Italia, 2000
1924: con Moritz Schlick, Hans Hahn, Rudolf Carnap,
Kurth Gödel e altri, dà vita al Circolo di Vienna, da cui si Otto Neurath, Il Circolo di Vienna e l'avvenire dell'empi-
sviluppa una corrente di pensiero che diviene nota come rismo logico, Armando, Roma, 1996
neopositivismo (al quale partecipavano filosofi, sociologi,
matematici, giuristi). Obiettivo del movimento è il Ludovico Geymonat, La Vienna dei paradossi.
superamento della metafisica e l'introduzione del metodo Controversie filosofiche e scientifiche nel Wiener Kreis,
scientifico in filosofia. Il Poligrafo, Padova, 1991
1925: fonda e dirige il Museo Sociale ed Economico di Aldo Gargani, Il Circolo di Vienna, Longo, Ravenna, 1984
Vienna con l’obiettivo di diffondere tra i cittadini la
conoscenza di informazioni e dati statistici, in modo da H. Feigl, Il Circolo di Vienna e l'avvenire dell'empirismo
comprendere meglio la realtà del proprio paese. logico, Armando, roma, 1980
Neurath chiama a collaborare un gruppo di persone, tra
cui l'artista e grafico tedesco Gert Arntz (1900-1988) e H. Feigl, Il Circolo di Vienna in America, Armando,
Marie Reidemeister Neurath (1898-1987), che più tardi Roma, 1980
dirigerà l'Isotype Institute in Inghilterra.
L’ingresso di Arntz nell’equipe del museo segna la nascita L. Lentini - E. Severino, Il Circolo di Vienna, in AA.VV.,
di un nuovo linguaggio ideografico: dapprima conosciuto Questioni di storiografia filosofica. Il pensiero contempo-
soltanto come “metodo Neurath”, isotype - International raneo, La Scuola, Brescia, 1978
System of Typographic Picture Education – mirava alla
creazione di una lingua transnazionale che valicasse le Victor Kraft, Il Circolo di Vienna, Peloritana Edizioni,
frontiere e semplificasse i processi di apprendimento. Messina, 1969
1929: è tra gli autori del manifesto del neopositivismo, Sergio Polano – Pierpaolo Vetta, Abecedario. La grafica
‘Per una visione scientifica del mondo’. del Novecento, Electa 2003
2 11
10
L’ uomo moderno riceve una grande parte delle sue 1929 – 1939: sotto la direzione di Arntz vengono realizzate
conoscenze e della sua istruzione in generale tramite numerose pubblicazioni statistiche e mostre divulgative.
impressioni visive, illustrazioni, fotografie, film.
I quotidiani, di anno in anno, mostrano sempre più 1932: Neurath e Arntz sono costretti a lasciare l'Austria in
immagini. Inoltre, anche la pubblicità opera con segnali seguito ai mutamenti nella situazione politica e si sposta-
ottici e rappresentazioni visive. Mostre e musei sono no a L'Aia, nei Paesi Bassi, dove proseguono il loro lavoro.
certamente il risultato di questa incessante attività visiva. In questi anni, insieme a Carnap e a Morris, dirige la
Isotype rappresenta l’ inizio dell’ evoluzione di un pubblicazione dell'Enciclopedia internazionale delle
linguaggio, pone le basi per uno sviluppo di segni globali scienze unificate.
moderni - segni, pittogrammi, icone e scritture - e offre
numerosi spunti di riflessione sul concetto di 1940: Neurath fugge in Inghilterra, dopo l'invasione dei
comunicazione universale, sul tema della cultura visiva, Paesi Bassi da parte dell'esercito tedesco.
sull’ evoluzione dei sistemi di scrittura e sull’ importanza
del progetto grafico nella diffusione delle informazioni. 1945: muore a Oxford.
105
10 3
ISOTYPE
[Le parole dividono, le immagini uniscono]
sicurezza al fuoco | valeria Tatano
107
108
1
109
2
3 4
110
5
111
illuminotecnica | marina Vio
Il corso ha fornito quegli strumenti che Tenuto conto di ciò, il corso ha pro-
permettano di collegare la progetta- posto di sperimentare le possibilità
zione illuminotecnica a quella architet- espressive connesse all’uso della luce
tonica, fornendo gli strumenti di base naturale e artificiale in architettura.
per utilizzare la luce come elemento di Nel corso delle lezioni sono stati affron-
progettazione. tati tre grandi temi: fisica della luce e
Se è infatti evidente come la luce na- fisiologia della visione, colore e colori-
turale risulti un elemento chiave nella metria; progettazione della luce natura-
percezione e dello spazio, ma anche le; illuminazione artificiale.
dei volumi e dei piani che configurano Per ogni blocco è stato possibile appli-
la forma architettonica, si deve invece care in maniera sperimentale le cono-
sottolineare come, negli ultimi anni, scenze acquisite facendo assumere
assuma sempre più importanza anche all’intero corso un carattere eminente-
l’illuminazione notturna di spazi urbani mente pratico.
e di monumenti.
113
1
2
3
118
1 2 valutazione della luce naturale
negli ambienti con l’ausilio del dia-
gramma di Waldram, esempio di due
differenti diagrammi
3 4 simulazione dell’installazione di
impianto illuminotecnico artificiale con
l’utilizzazione del software Dialux
119
psicologia dei processi cognitivi | paolo Legrenzi
121
Questo corso ha saputo dare alcuni verso un complesso gioco di bisogni, teorie e tecniche della comunicazione e trattativa | ludovica Scarpa
strumenti per evitare i costi elevati motivi, scopi, interpretazioni, aspetta-
- economici e sociali - di malintesi e tive, assunzioni implicite, convenzioni,
dissidi più o meno velati. contesti, interessi e desideri, tanto da
Le competenze necessarie per comu- rendere illusoria una percezione “ogget-
nicare e trattare in modo efficace non tiva”.
sono innate, ma fanno parte del baga- Impadronirsi di conscere specifiche
glio di conoscenze di cui ci si impos- intorno a questi temi ha significato
sessa solitamente in modo inconsa- smettere di vivere interazioni interper-
pevole, imitando modelli e reagendo sonali in modo puramente reattivo.
a stimoli esterni. Il corso è servito a All’interno del corso non si è trattato
rendersi consapevoli del proprio modo soltanto dell’apprendimento delle diver-
di interagire con gli altri ed a imparare se tematiche e degli assunti teorici che
altri modi, più consapevoli ed efficaci, vi stanno dietro, ma si è integrato con
di farlo. la sperimentazione di comportamenti
Queste esperienze sono uno svilup- adeguati tramite esercizi sul campo,
po pratico dell’approccio sistemico “giochi di ruolo” ed allenamenti, Trai-
che ipotizza complesse interazioni tra nings.
soggetti sociali al posto di insupera- È stato un corso che, per le sue ca-
bili contrapposizioni (Helmut Willke, ratteristiche particolari, ha previsto la
Systemtheorie I-III) e dello studio dei partecipazione attiva e continuativa a
processi cognitivi: la “realtà” viene partire dalla prima lezione di un gruppo
“costruita” dai soggeti sociali attra- di studenti.
123
Questo corso ha fornito i metodi di un di lezioni introduttive sull’evoluzione fse corso professionalizzante di tecnico rilevatore | livio De Luca
rilievo e di una rappresentazione archi- dei sistemi di rilievo architettonico ed
tettonica con l’ausilio degli strumenti è stato confrontato ai temi dell’analisi
digitali dando una conoscenza tecnica dell’oggetto, dell’estrazione delle sezio-
delle procedure che caratterizzano le ni significative, dei modelli di descrizio-
fasi di misura, modellazione e visualiz- ne, della modellazione tridimensionale,
zazione tridimensionale. e del mapping di textures a partire dalle
Gli strumenti digitali sono stati utiliz- fotografie.
zati sia in fase di analisi dell’oggetto Le lezioni sono state divise in quattro
architettonico sia in fase di ricostruzio- gruppi: teoria, modellazione geome-
ne tridimensionale grazie all’utilizzo di trica, fotomodellazione e trattamento
funzioni di modellazione geometrica. della nuvola di punti ottenuta da un
Il problema della ricostruzione tridimen- rilievo laser 3D.
sionale ha riguardato differenti scale di Alle lezioni teoriche sono state associa-
rappresentazione: dalla scala dell’edi- te delle applicazioni e delle esercitazio-
ficio alla scala del dettaglio architet- ni pratiche sui seguenti softwares:
tonico (un capitello, una cornice, una -Alias MAYA per la modellazione geo-
colonna, etc.) nello scopo di trattare metrica
parallelamente le informazioni quantita- -Realviz IMAGEMODELER per la foto-
tive (dimensionali) e le informazioni di modellazione
carattere qualitativo (stato di conserva- -Mensi POINTSCAPE per il rilievo laser
zione, cromatismi, etc.). -Mensi REALWORKS per il trattamento
Il corso è stato strutturato da una serie della nuvola di punti.
125
1
126
4
127
fse corso professionalizzante di modellistica | filippo Mastinu
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