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Localizzazione: permette di determinare eventuali patologie che ne sono alla base ma puo essere anche
problematico perche nella maggior parte dei pz non è il sintomo di una sola malattia. Ad esempio le cefalee
vengono riconosciute piu di 300 tipi diversi che richiedono diversi trattamenti.
Durata
Quando il dolore compare solo nel periodo di ricovero esso viene chiamato dolore acuto, anche se ha un
inizio lento o improvviso e senza differenza d’intensità.
Il dolore cronico invece è di solito prolungato, ricorrente o persistente per sei mesi o più e interferisce con
la vita di relazione.
Il dolore maligno puo essere il risultato degli effetti diretti della malattia e del suo trattamento. Nel corso
degli anni nella categoria del dolore maligno sono state incluse altre diagnosi, quale il dolore da HIV/AIDS o
dolore da ustione, che tendono a essere trattati in modo piu aggressivo rispetto ai dolori non maligni.
Nei pazienti ustionati l’intensità del dolore è spesso aggravata da infezione delle ferite.
Intensità
La tolleranza al dolore è la massima quantità di stimoli dolorifici che un soggetto è capace di sopportare
senza cercare di evitare il dolore o trovare sollievo. Varia notevolmente da persona a persona e anche nello
stesso individuo a seconda del momento e delle circostanze.
Altri concetti relativi a condizioni dolorose anormali; condizioni di elaborazione anomala del dolore che
possono segnalare lo sviluppo di processi neuropatici:
iperalgesia: risposta esagerata agli stimoli dolorifici (risposta dolore severo da taglio da carta)
Disentesia: sensazione spiacevole anomala. Mima o imita la patologia di un disturbo doloroso neuropatico
centrale come il dolore che fa seguito a un ictus o lesione del midollo.
Etnici e culturali: