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Gestione del dolore

Il dolore puo essere descritto per:

Localizzazione: permette di determinare eventuali patologie che ne sono alla base ma puo essere anche
problematico perche nella maggior parte dei pz non è il sintomo di una sola malattia. Ad esempio le cefalee
vengono riconosciute piu di 300 tipi diversi che richiedono diversi trattamenti.

La localizzazione resta una componente importante da considerare.

I dolori irradiano: si diffondono o si stendono


il dolore puo essere riferito: sembra che si origini in aree diverse. (ad esempio il dolore cardiaco puo essere
percepito nelle spalle o nel braccio sinistro associato a meno dolore toracico
il dolore viscerale si (ha origine in organi o visceri cavi) si presenta spesso in questo modo.

Durata

Quando il dolore compare solo nel periodo di ricovero esso viene chiamato dolore acuto, anche se ha un
inizio lento o improvviso e senza differenza d’intensità.

Il dolore cronico invece è di solito prolungato, ricorrente o persistente per sei mesi o più e interferisce con
la vita di relazione.

Il dolore maligno puo essere il risultato degli effetti diretti della malattia e del suo trattamento. Nel corso
degli anni nella categoria del dolore maligno sono state incluse altre diagnosi, quale il dolore da HIV/AIDS o
dolore da ustione, che tendono a essere trattati in modo piu aggressivo rispetto ai dolori non maligni.

Nei pazienti ustionati l’intensità del dolore è spesso aggravata da infezione delle ferite.

Dolore acuto dolore cronico

Da lieve a severo, risposte simpatico da lieve a severo, risposta parasimpatico

Aumento pressione arteriosa parametri vitali normale


aumento frequenza respiratoria (tachipnea? Cute asciuta e calda
aumento polso (tachicardia? Pupille normali o dilatate
diaforesi
dilatazione pupillare

Correlato con danno tissutale; continua oltre la guarigione, il pz appare


si risolve con le terapie. Depresso e introverso
il pz appare irriquieto e ansioso non parla del dolore a meno venga chiesto
riferisce dolore
atteggiamenti tipici del dolore: comportamento legato al dolore spesso
pianto, aree di sfregamento, aree dove pone
spesso le mani. Assente.

Intensità

L’intensità viene classificata in: lieve, moderata e severo


mettendo in correlazione il livello di dolore e la funzionalità, risulta che un dolore nell’intervallo 1-3 è lieve,
dal 4-6 moderato e 7-10 corrisponde a livello severo associato a peggiori esiti.
Eziologia

Si puo suddividere in due grandi categorie:

1) Fisiologico; si presenta quando in sistema nervoso integro è perfettamente funzionante.


Invia segnali di danni tessutali, richiedendo e attenzione e cure appropriate. Il dolore a seguito di
un taglio o frattura fa si che il soggetto eviti ulteriori danni fino a che non sia completamente
guarito. Una volta stabilizzato e guarito il danno in dolore sparisce, si tratta di un dolore transitorio,
possono esistere anche forme persistenti di dolore fisiologico. Comprende la sottocategoria
somatico e viscerale.
Somatico; ha origine in cute muscoli, ossa, e tessuti connettivi. Ad esempio slogatura della caviglia.
Il dolore viscerale deriva dalla attivazione dei ricettori del dolore presente nei diversi organi o
viscere cave. È un dolore che tende a essere poco localizzato e si presenta in forma di crampi,
pulsazioni, pressione e sofferenza, Spesso il dolore è associato a sensazioni di malessere (vomito,
nausea, sudorazione) esempio, parto, angina pectoris, intestino irritabile.
2) Neuropatico; si presenta nei soggetti che hanno nervi malfunzionanti o danneggiati. I nervi possono
essere alterati a causa di malattia, lesioni (dolore arto fantasma, dolore associato a lesioni del
midollo spinale) o ragione non determinate.
Si stanno determinando sottocategorie in base ai nervi danneggiate: periferico; dolore fantasma,
tunnel Carpiano. Dolore neuropatico centrale; lesioni del midollo spinale, dolore post ictus, dolore
della sclerosi multipla. Il dolore neuropatico è normalmente cronico e viene descritto come
bruciore o scosse. È difficile da trattare.

Concetti associati al dolore

È importante distinguere tra soglia del dolore e tolleranza


la soglia è la minima è la minima quantità di stimoli perche un soggetto percepisca il dolore come una
sensazione. Puo variare da persona a persona e puo essere correlata a etnia, eta, cambia poco nello sesso
individuo nel corso del tempo.

La tolleranza al dolore è la massima quantità di stimoli dolorifici che un soggetto è capace di sopportare
senza cercare di evitare il dolore o trovare sollievo. Varia notevolmente da persona a persona e anche nello
stesso individuo a seconda del momento e delle circostanze.

Altri concetti relativi a condizioni dolorose anormali; condizioni di elaborazione anomala del dolore che
possono segnalare lo sviluppo di processi neuropatici:

iperalgesia: risposta esagerata agli stimoli dolorifici (risposta dolore severo da taglio da carta)

Allodinia: stimoli non dolorifici producono dolore

Disentesia: sensazione spiacevole anomala. Mima o imita la patologia di un disturbo doloroso neuropatico
centrale come il dolore che fa seguito a un ictus o lesione del midollo.

Fattori che influenzano la sensazione del dolore

Etnici e culturali:

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