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INQUINAMENTO DELL’ACQUA

L’acqua è la sostanza più abbondante sul nostro pianeta (ricopre i sette decimi della superficie) ed è
indispensabile a qualsiasi essere vivente.
Il quantitativo d’acqua nella biosfera rimane costante perché il calore del sole provoca il processo
d’evaporazione dell’acqua da mari, laghi e fiumi, così come la traspirazione delle piante, mentre il
vapore d’acqua si condensa e forma le nubi che restituiscono nuovamente acqua alla terra sotto
forma di pioggia o neve. Parte dell’acqua che cade sulla terra viene assorbita dalle piante, il resto
penetra invece nel terreno, scorre lentamente nel sottosuolo, per alimentare infine fiumi e torrenti
che, a loro volta, si riversano nei laghi e nei mari richiudendo il ciclo. Poiché l’acqua è
indispensabile ad ogni organismo vivente, si comprende la necessità assoluta che essa sia mantenuta
pura. Fin dai tempi più antichi si è dovuto provvedere in questo senso. Già gli Assiri e i Babilonesi
disponevano di sistemi per la raccolta e lo smaltimento dei liquami domestici; sono ben note le
fognature dell’antica Roma che attraversavano tutta la città. Fu con la Rivoluzione Industriale che il
problema dell’inquinamento divenne molto grave con i fenomeni dell’accrescimento e della
concentrazione della popolazione e dello sviluppo industriale.
L’inquinamento dell’acqua non ha avuto le manifestazioni improvvise e terrificanti come quelle
dell’aria, però esso costituisce un fenomeno molto più diffuso e praticamente irreversibile, spesso
con conseguenze irrimediabili.
Scarichi fognari nei fiumi e nel mare sono causa del diffondersi di molte malattie infettive (colera,
tifo, epatite virale ecc.), quando le capacità d’autodepurazione delle acque sono state superate dai
rifiuti organici.
Nell’acqua, infatti, vivono migliaia d’organismi in poco spazio. Le sostanze immesse, come ad
esempio il fosforo dei detersivi, vengono aggredite dai microrganismi decompositori, detti aerobici
perché per la loro attività necessitano dell’ossigeno disciolto nell’acqua. Moltiplicandosi
rapidamente essi mettono a disposizione dei vegetali acquatici delle sostanze assimilabili. Ne
beneficiano le alghe che possono così trovare nutrimento da azoto, fosforo e zolfo che arrivano
all’acqua dalla campagna, città, industria. Se tali sostanze sono molte, le alghe hanno rapida
crescita, consumano a loro volta tutto l’ossigeno e quindi muoiono dando luogo al fenomeno
dell’eutrofizzazione. Quando l’ossigeno finisce al posto dei microrganismi aerobici subentrano i
microrganismi anaerobici che crescono in assenza d’ossigeno: questi sviluppano sostanze tossiche e
maleodoranti.
Il meccanismo dell’inquinamento delle acque è molto complesso, tuttavia i più diversi casi di
contaminazione si possono sempre ricondurre a tre schemi fondamentali: la mancanza do ossigeno;
la presenza di sostanze tossiche o altrimenti nocive; la variazione della temperatura del corpo
d’acqua.
Un antico detto contadino afferma: “ Quando l’acqua ha fatto tre salti, è già pura “. In forma
sintetica esso descrive il potere autodepurante dei corpi d’acqua naturali. Quando si scaricano in un
corpo d’acqua liquami contenenti sostanze organiche, queste vengono aggredite dai microrganismi
che le trasformano in sostanze a struttura via via più semplice. Se nell’acqua sono presenti
sufficienti quantità d’ossigeno disciolto, si hanno fenomeni d’ossidazione con prodotti finali innocui
e inodori; se, invece, l’ossigeno viene a mancare, intervengono altri microrganismi che agiscono
secondo fenomeni che danno prodotti finali maleodoranti.
Oggi, purtroppo, l’uomo non lascia più all’acqua il tempo di fare i tre “ salti “, e tra un salto e l’altro
la contamina nuovamente con l’immissione d’altri scarichi inquinanti: il corpo d’acqua subisce un
inquinamento stabile.
L’inquinamento dell’acqua può essere d’origine domestica, agricola o industriale.

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