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~~~~~~~-211~~~~~~~-
LUIGI LORETO
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~./
Gli studi di Aa. il cui nome compaia una sola volta nella bibliografta, non-
ché il primo degli studi ivi indicato di Aa. che compaiono più volte sono citati
con l'indicazione del solo nome stesso, seguito, quando del caso, dal volume e
dalle pagine. Quelli ulreriori di un medesimo A. sono citati con il nome e il pri-
mo sostantivo del titolo.
Le tre Carte che corredano il volume non hanno altra pretesa che quella di
facilitare la comprensione del testa; si avverte che la carta III è uno schema
non in scala.
INTRODUZIONE
1
Se l'anno di inizio della vicenda è incontroverso va avvertito corne relativa-
mente discusso sia se essa si concluda nel 238 o nel 23 7. Tale secondo anno è
quello a nostro avviso più probabile, per le ragioni addotte nella Parte III,
Cap. XI, e di conseguenza è quello adottato qui corne nel titolo del volume.
2 INTRODUZIONE
2
Una valutazione sull'accuratezza del romanzo in Warmington, p. 186, e,
quanto alla questione dei sacrifici umani a Cartagine, antistorico si ma a partire
da un'ottima conoscenza di Diodoro, ora Moscati, Sacrifzcio.
Per una considerazione dello sterminato lavoro di ricerca, con una biblio-
grafia tenuta presente di oltre cinquecento titoli in un momento culturale in cui il
confine tra funzione letteraria e storiografica non è ancora, né definitivo né an-
cor meno netto, rimane tradizionale Io studio di Benedetto.
Per un inquadramento della concezione flaubertiana della punicità nell'otti-
ca dell'orientalismo coevo Said, 181-190; Bernai p. 355-359.
E la vicenda toma ora nel romanzo dell'americano Q. Clewes, Jetlag, del
1995.
3 Un quadro di G. Surand raffigurante la battaglia di Prione è ricordato da
7
L'aveva pero trattata nel corso di lezioni di storia romana tenuto a Bonn
nel 1827/28 e ripetuto l'anno successivo - edito poi dallo Isler nel 1846, cioè quin-
dici anni dopo la storia romana di Michelet-, peraltro cursoriamente, anche se
non senza spunti interessanti e attualizzazioni acute, cfr. Niebuhr, Vortrêige, I, 2,
p. 44-45. Si pensi ad es. all'accostamento dell'episodio della intercettazione carta-
ginese delle navi romane al problema del diritto di visita e della neutralità - di
scottante attualità a meno di vent'anni dalle due guerre della Lega dei neutri e dal
bombardamento inglcse di Copenhagen, specie per un Danese. E ugualmente
anche all'interpretazione della vicenda corne «Nationalkrieg» che difficilmente
puô non mettersi in connessione analogica - poco importa se intenzionale o me-
no - con la Deutsche Erhebung.
8 Cfr. Michelet, p. 453-457.
9
Per tale legame cfr. Gsell, III, p. 100 nt 4; Picard, Vie, p. 7.
1
°Cfr. Mommsen, I, p. 560-561.
4 INTRODUZIONE
Poumo
4
Il conflitto falisco, nel suo significato politico, è spia di una necessità di
Roma di ristabilire l'immagine incrinata della propria forza nei confronti della
Federazione dopo la lunga, sofferta ed incerta guerra con Cartagine, cfr. su ciô
Loreto, Conflitto.
5 Cfr. Nep, Ham., 2, 1.
6
Cfr. infra p. 4 7.
7
Polyb. I, 66, 10.
8
Rispetto dunque alla tricotomia uitia, np6q>acnç, à.pxit per la quale Wal-
bank, Polybius, p. 158-159, si ha una duplice variante nell'assenza della seconda e
nella introduzione di un etiologia di II grado.
9
Per essa, in generale, Petzold, p. 28; 110; 137-138; Walbank, Polybius,
p. 158, diversamente Pedech, p. 92,-93. Quello in questione è una à.pxit quanto
mai lunga e articolata che meriterebbe di essere considerata nello studio della ca-
tegoria polibiana più di quanta non sia stato sinora fatto.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 9
10
Cfr. Polyb. I 66, 6; 67, 1; 2; 11; 13; 68, 8; 9; 13; 69, 8; 13; 70, 5.
Il Cfr. Polyb. I 66, 6; 8-9; 67, 1-2; 12 (indirettamente); 68, 1-3; 11; 69, 1-2; 70,
1-2
12
Cfr. Polyb. I 66, 10; 11.
13
Cfr. Polyb. I 67, 3; 67, 8; 69, 12; 80, 8.
14
Cfr. Polyb. 1 81, 9-11.
15
Cfr. Polyb. I 67, 6; 70, 6; 81, 9. Di rilievo è anche 1 67, 7 dove con disprezzo
di marca aristotelica si parla di meticci (µtÇÉÀÂ.T)Vt;Ç), e ôoùÀ.ot. La proposizione
relativa è posta alla fine dell'elencazione in modo che sintatticamente puo riferir-
si sia all'ultimo termine che all'elenco corne unità, ma se Polibio avesse voluto li-
mitarla inequivocabilmente ai µ1Ç€Â.À.TJVt;Ç gli sarebbe stato sufficiente non porli
alla fine dell'elenco, anticipando di conseguenza la relativa; mentre d'altro canto
è significativo corne contrapponga stilisticamente il blocco di Iberi ... mixellenes
ai Libî con cio mostrando di considerare il primo, alla cui fine appunto si trova la
relativa, corne una unità logica. Ci sembra quindi diversamente da Musti, Polibio
e la democrazia, p. 206 che essa si riferisca più probabilmente a tutte le nazioni
elencate. Significativo è il fatto che un esercito di mercenari non possa costituire
un corpo organico, «politico» in senso classico, ma solo una massa ingoverna-
bile, cui caratteristica è la -rup~ri. cfr. 1 65, 7-8; 67, 8; anche 67, 3; e che le loro
azioni siano descritte corne dettate dall'ebbrezza del vino, cfr. I 69, 12. In un altro
episodio collettivo ricorre l'accostamento al mondo ferino, cfr. 1 79, 8; 80, 10; 81,
9. Del pari la guerra condotta da loro è connotata patologicamente con una equi-
parazione ad un cancro dell'anima, cfr. I 81, 5-9.
16
Cfr. espressamente Polyb. I 65, 7-8, <love non è il caso dei mercenari a ser-
vire da esempio della differenza tra civilizzazione e barbarie, corne ritiene invece
Walbank, Polybius, p. 89, ma quest'ultima a servire da paradigma esplicativo
delle differenze tra mercenari e truppe cittadine. Il che implica quanto al proces-
so mentale polibiano che è Io schema barbarie/civilizzazione ad essere impiegato
10 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
25
Cfr. Polyb. 1 81, 10-11 rel. 79, 8-80; 81, 5-11.
26
Cfr. Polyb. 1 7, 2-12.
27 Cfr. Polyb. 1 65, 8-9. Quanto sinora osservato ci pare indicare che Pedech,
p. 76, peraltro senza osservazioni relative al testo ed assai brevemene, abbia torto
a ritenere quest'ultima ragione corne prevalente; con il diverso argomento del fat-
to che tale ragione non giustificherebbe l'ampiezza della trattazione si veda in
contrario anche Roveri, p. 123. Per Musti, Polibio e la democrazia, p. 206, diversa-
mente da noi, l'interesse polibiano è invece di tipo politico ideologico, cfr. anche
infra nt 45. Mentre per Mazzarino, II, 9, p. 141, un pô genericamente, egli era so-
lo interessato ad intendere la natura dell'esercito mercenario di Cartagine.
28
Per un suo uso signifü.:alivo <lei valore nella teorica polibiana cfr. Polyb. III
32, 5.
29
Per essa in generale cfr. Roveri, p. 106-112; il quale pure nota il carattere di
«didascalica militare» della sezione, cfr. p. 58; 123-124, peraltro senza approfon-
dire appieno la funzione specifica e la reale portata dell'oggetto e senza porsi il
problema dei destinatari.
30
Si veda Loreto, Polyb. X, p. 352-353.
12 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
31
Cfr. Polyb. 1 68, 2.
32
Si noti in particolare corne una progressiva mercenarizzazione - parallela-
mente ed a causa dell'immissione dell'elemento indigeno, non meno sgradito a
Polibio, cfr. V 107, 2-3 - fosse in atto nel sistema tolemaico nel II secolo - e del
resto già dal tempo di Raphia stessa - specie per le guarnigioni stanziali e le
truppe di pronto impiego concentrate ad Alessandria - cfr. Griffith, p. 119-122;
123; 129-130; 131-135; 140-141; Launey, I, p. 83; 84; 101 (peraltro nel quadro di
una interpretazione in parte diversa, p. 103); Bar-Kochva, p. 201; diversamente
Van't Dack, Évolution, p. 16-22 = 90-95 (vedi pero 19 = 92); non si occupa del pro-
blema Heinen - che complessivamente ne esaurivano la aliquota permanente,
cfr. Heinen, p. 106; e tanto più in modo interessante in quanto, corne per Carta-
gine, essi erano assoldati in prevalenza in territori soggetti, cfr. Bagnall, Origins,
p. 16-17. Ed è significativo corne proprio Polyb. XXXIV 14,1; 3 (cfr. anche XV 25,
16-18) lamenti, corne impressione ricavata personalmente dalla visita della città,
Io strapotere nella capitale di to µtcr9ocpoptK6ç nella latitanza del potere regio e in-
sista, probabilmente con un esagerazione, cfr. Griffith, p. 122-123, che per noi è
significativa, sull'elemento mercenario presente a Raphia, cfr. V 63, 8-9; 65, 3-4.
Se si considera che il viaggio ad Alessandria va collocato tra il 144 e il 134,
cfr. Waibank, Polybius, p. 48, e la tesi di Laqueur, p. 159-160; 259-260 di una po-
steriore redazione e conseguente aggiunta della sezione sull'insurrezione libica
(contra Walbank, Polybius, p. 132, ma senza argomenti) - corrispondente se-
conda Io studioso tedesco a quella da lui identificata corne 4a edizione, caratte-
rizzata da una prospettiva storico-universale - verrebbe conseguente supporre
che proprio l'impressione riportatane costituisse Io stimolo a studiare il più cla-
moroso tra gli ammutinamenti di mercenari.
Una presenza rilevante ma non assorbente e, soprattutto, non in un trend
analogo a quello egiziano era anche nell'esercito siriano, cfr. Griffith, p. 165-170;
Bar-Kochva, p. 48-53; mentre prevalenza esclusiva dà Launey, 1, p. 59-60 all'ele-
mento indigeno. Completamente mercenarizzato pare essere nel II sec. anche l'e-
sercito del Ponto, cfr. Griffith, p. 184-185.
33
Analogamente che in Polyb. XI 13, 5-8.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 13
34
Proprio perla questione linguistica cfr. Polyb. I 80, 6-7, che mostra corne i
soldati disponessero di almeno un punico pidgin per intendersi tra loro; anche
79, 9; Walbank, p. 135, che non spiega pero la ragione dello stereotipo; tornere-
mo sul problema anche più oltre.
35
Cfr. infra Parte II, Cap. II.
36
Cfr. Polyb. 1 67, 7, su cui le nostre osservazioni alla nt successiva.
37
Cfr. Griffith, p. 219-220; seguito da Walbank, p. 134, i quali ritengono che
il servizio militare sarebbe stato sostituito da una maggiore imposta e dunque i
Libî sarebbero effettivamente volontari = mercenari. È anche da dire che il ruolo
dei Libî in Polyb. l. c. è alquanto ambiguo e non necessariamente da ritenere che
appaiano corne mercenari, corne i due studiosi invece ritengono. Infatti Polibio
qui descrive semplicemente la composizione dell'arma ta cartaginese concentrata
a Sicca (cfr. Polyb. 1 67, 6: füwciµetç). È vero che poco prima ha riferito della pras-
si cartaginese di impiegare notKiÀm Kai µm9ocpoptKai ôuvétµw; (Polyb. 1 67, 4) ma
cià non implica - né rispetto alla strutlura di 67, 4 rel. 67, 7 né allo stesso sintag-
ma appena riportato, il quale anzi sintatticamente importerebbe proprio che le
1tOtKiÀm non sono identiche alle µtu9oq>optKai ôuvciµetç in quanto altrimenti si sa-
rebbe usato non un polisindeto ma un asindeto -, almeno necessariamente, che
tutte le nazionalità Io fossero corne mercenarie. Tale non chiarezza di Polibio ci
pare in effetti uno dei frutti involontari del suo modello che Io porta a vedere
sempre in primo piano i mercenari.
14 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
fatto che per Polibio esso è latente al sisterna del rnercenariato corne
tale, per cui sernbra corne esistere fin dal rientro dalla Sicilia.
Ci si puo chiedere se tale rnodello sia polibiano o se Polibio non
Io recepisca dalla sua fonte 41 - o rneglio da una di esse. Il fatto tut-
tavia che egli insista anche altrove sul problerna del rnercenariato 42 e
il fatto che - corne direrno - la fonte che pare fornirgli il rnateriale
sul ruolo dei rnercenari nella vicenda non sernbra pregiudizialmente
loro ostile - anzi piuttosto il contrario - ci porta a propendere per la
specificità polibiana del portato. E l'importanza che il problerna
mercenario riveste per lui è sottolineata del resto anche dal rapporto
proporzionale tra Io spazio occupato dalla sezione e quello dedicato
alla guerra con Roma 43 •
Non è questa la sede per entrare nel rnerito dell'a priori di tale
sua polernica, rnachiavelliana ante litteram 44 , contro il rnercenariato.
Ci limitiarno a rilevare che, anche corne percezione storica del feno-
rneno in sé, essa è influenzata da valutazioni ideologiche e culturali
di carattere pregiudiziale 45 •
Basti pensare che la connotazione barbarica del mercenariato
contraddice e volutamente ignora il fatto che esso attinge arnpia-
rnente alle popolazioni greche - e non solo certo rneticce -, non
ultimo caso Io stesso spartano Santippo di cui proprio Polibio tesse
l'elogio 46 •
L'esistenza di questa ipoteca non solo giustifica rnetodologica-
mente ma obbliga a ricostruire la archeologia usando criticamente il
testo polibiano alla luce non solo delle contraddizioni esterne ed
41
La Bua, p. 245-246 riconduce in effetti a Filino l'accento critico sui merce-
nari richiamando i capitoli polibiani sulla guerra di Sicilia. Ma qui il tono è meno
forte e non si ha l'impressione dell'applicazione di un modello pregiudiziale ai
fatti e soprattutto problema è se anche in essi non sia piuttosto Polibio a sovrap-
porsi alla sua fonte.
42
Ad es. i già ricordati VI 52, 4-7 e XXXIV 14, 1; 3 rispetto ai quali a priori
non puo nemmeno porsi la questione se provengano dalla sua fonte (ancor meno
poi da quella usata per la guerra di Sicilia).
43
Per tale rapporta, 24 capitoli per tre anni e quattro mesi a fronte di 54 per
24 anni, si veda Musti, p. 206; ib. nt 164.
44
È appena il casa di notare che nella formazione del segretario fiorentino
proprio queste pagine polibiane devono aver rilevato non poco. Per la sua cono-
scenza di Polibio, tramite traduzioni latine, ora Garin, p. 5-22.
45
Musti, p. 205-207 ne rimarca il carattere politico in virtù della relazione
posta da Polibio tra mercenariato e tirannide in opposizione al sistema democra-
tico. Noi rimaniamo dubbiosi, anche alla luce dï Polyb. VI 52, 4-7, St= il pregiudi-
zio politico sia causa od effetto della sfavore strettamente tecnico, in quanto è so-
prattutto sulla innafidabilità corne strumento militare, nel rapporto rischi/van-
taggi, che egli insiste nella trattazione della guerra libica.
46
Cfr. Polyb. I 32-36, 4; naturalmente la contraddizione polibiana è solo re-
lativa in quanta Santippo non rileva corne semplice soldato mercenario ma corne
condottiero in generale. Per i Greci nell'esercito punico infra p. 118.
16 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
LA STORIOGRAFIA RESIDUA
47
Cfr. Polyb. 1 71, 7-8; 72.
48
Cfr. Polyb. 1 71, 1-2; 4; 6; rel. 72, 1, <love i KaKoi possono essere solo quelli
specifici enumerati nel capitolo precedente e non la guerra corne tale, corne
conferma anche l'impiego del medesimo termine in 1 73,1 <love indica le difficoltà
nonostante le quali Annone riesce ad arruolare il primo esercito per fronteggiare
la situazione.
49
Cfr. Pulyb. I 72, 1-5.
50
Per esso cfr. Schwartz, s. v. Diodorus, col. 669 = p. 45; Mazzarino, 11,9,
p. 339; Homblower, p. 19-22, <love si seguc l'intera questione; 23-32 per le
conclusioni di conferma all'indirizzo prevalente; si veda anche sui punto specifi-
co La Bua, p. 236.
'
1
Cfr. Hornblower, p. 28.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 17
che, perla nostra vicenda, corne diremo, questa fonte è una di quelle
note a Polibio; con cià divenendo utile per verificare quanto appar-
tenga alla visione soggettiva di questi. Il problema dell'identifica-
zione di tale fonte - comunque corne vedremo alternativamente
Sosilo o Sileno - sarà affrontata più oltre sia perché è preliminar-
mente necessario 1'esame della materia diodorea in sé, sia perché cià
risulterà più agevole e corretto nel quadro di una complessiva valu-
tazione delle trattazioni storiografiche più risalenti della vicenda.
Il primo problema che la trattazione di Diodoro pone è interno
alle testimonianze che ne sono rimaste.
Disponiamo infatti, sulle cause della guerra che qui solo interes-
sano, di quattro excerpta, due dalla collezione costantiniana, due da
quella hoescheliana, che, differiscono radicalmente e, in taluni
punti, inconciliabilmente tra loro, obbligando percià a sceverare
preliminarmente la questione di quale sia quello che più probabil-
mente risponde al testo diodoreo originario.
Gli excerpta hoescheliani5 2 , a differenza degli altri due, sono
ostili ai mercenari e usano il tema dell'esagerazione delle loro pre-
tese (um;p~aÂ.Â.oucraç), riferendone anche il contenuto. All'opposto il
primo di quelli costantiniani 53 , pare ritenere che i mercenari richie-
dessero solo quanto loro dovuto ed insiste sul torto dei Cartaginesi
che glielo rifiutano; cià rende impossibile che entrambi i gruppi
riproducano il perisiero di Diodoro 54 • Inoltre il loro tenore rende
improbabile che la differenza sia dovuta ad un mero fraintendi-
mento copistico, corne spesso avviene nella raccolta hoescheliana 55 •
Che gli excerpta di quest'ultima siano quelli viziati discende da
diversi ordini di considerazioni. Anzitutto, in generale, li dove con-
fronti relativi sono possibili questa risulta sempre di qualità assai
inferiore alla Costantiniana 56 • In secondo luogo, in particolare, cià si
invera anche per gli excerpta in questione, corne indica: 1) la loro
confusione organizzativa, in quanto prima ci viene dato l'elenco per
nazioni dei mercenari conludendo «OÏ Kai BO"tacriacrav» 57 , poi ci
viene ripetuto che si ribellarono e ci vengono detti i motivi 58 ; 2) l'as-
surda ricomprensione tra le pretese dei mercenari di un risarci-
mento per i soldati morti in Sicilia che pare il fraintendimento di
52
Cfr. Exc. Hoesch. 509-510 W. = Diod. XXV 2, 2; 6.
53
Cfr. Const. Exc. 2 (1), p. 262 = Diod. XXV 2, 1.
54
Il reale tenore del frg. hoescheliano, e quindi la insanabilità della contrad-
dizione con gli excerpta costantiniani pare sfuggito a La Bua, p. 234-236, il quale
cerca, conseguentemente, di combinare i gruppi di testi.
55
Cfr. Walton, p. ix-x; perla storia della raccolta Dindorf, vol. II, p. XIV; vol.
IV, p. III; Walton, p. xi-xii.
56
Cfr. Dindorf, vol. II, p. XV; vol. IV, p. III-IV; VI; Walton, p. ix-x.
57
Exc. Hoesch. 509 W.= Diod. XXV 2,2
58
Cfr. Exc. Hoesh. 510 W. = Diod. XXV 6.
18 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
59
Cfr. Exc. Hoesch. l. c.
60
Oltre al tema dell'ostilità verso i mercenari polibiano è l'elenco delle nazio-
nalità dei contingenti, cfr. Exc. Hoesch. 509 W. = Diod. XXV 2 (con qualcosa in
più, cfr. La Bua, p. 236, che, dato il carattere sempre monoeuristico di Diodoro,
puo solo confermare la nostra tesi di una contaminazione di Diodoro e Polibio da
parte del compilatore della raccolta); e da Polibio è probabilmente ]a durata di
quattro anni e quattro mesi della guerra che pare un errore materia]e costituito
da una doppia ripetizione del secondo numero in luogo dei tre anni e quattro me-
si di Polyb. 1 88, 7.
61
Cfr. Walton, p. viii-ix.
02 Cfr. Dindorf, vol. IV, p. III-IV.
63
L'unica altemativa possibile è supporre, corne ha effettivamenle fatto Un-
ger, p. 96, che Diodoro, e solo in questo caso, facesse coesistere due fonti non so-
lo diverse ma antitetiche, e chc i duc divcrsi cxcerptatori le enucleassero a loro
volta separatamente, il che pero ci pare quanto mai improbabile; anche in tale
eventualità pero quanto osscrvato su] testo diodoreo mantiene la propria ragion
d'essere.
64
Cfr. Const. Exc. 2 (1), p. 263 = Diod. XXV 8.
' Cfr. Cons!. Exc. 2 (1), p. 262-263 = Diod. XXV 2, 1; 2-3.
0
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 19
66
Cfr. Diod. XXV 10 = Exc. Hoesch. 510-511 W.
67
In un ambito di considerazioni diverse invece la fonte sarebbe la stessa per
La Bua, p. 241, che perô non considera quanto detto sui Libî in XXV 8.
68
L'identità di fonte, quanto a Diod. XXV 8 e App. lb. 4,16 era notata già
anche da Unger, p. 100, il quale ha perô torto nel dire, p. 101, che tra Appiano e
Diodoro non c'è, quanto alla guerra, alcuna parentela.
69
Peri motivi di tale interesse Malitz, p. 145; sua fonte è notoriamente Posi-
donio, cfr. Malitz, p. 134; 138-139; 144-145; 158.
20 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
7
° Cfr. Diod. XXV 2, 1. Diversamente Càssola, Diodoro, p. 762-763, cui sfugge
che la valutazione di Diodoro non è in nesuno dei due passi polibiani richiamati.
71
Per questi Homblower, p. 29.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 21
72
Contra da ultimo Càssola, Diodoro, p. 762-763 con la letteratura prece-
dente, p. 762; ib. nt 97; cui adde Mommsen, Fabius, p. 266; seguito da Meltzer,
II, p. 589.
Con argomenti diversi <lai nostri del nostro stesso avviso sono invece Ac-
kermann, p. 10-14; Unger, p. 90-105; Taubler, p. 118-1119; Meyer, p. 357; La-
queur, s. v. Philinos, coll. 2190-2191; La Bua, p. 233 sgg. Non ci è chiaro Walbank,
p. 130-131; Id., Historians, p. 495. Perle opinioni più risalenti inoltre Perl, p. 166.
Le osservazioni di Taubler in particolare sono da condividere solo per il primo
frg. diodoreo (XXV 6) e non anche per il secondo (XXV 9), alla proposta di ante-
porre il quale a XXV 5, 3 ci pare più agevole opporre che i Celti in questione sono
Celtiberi e l'episodio si riferisce alla battaglia in Spagna in cui Amilcare perse la
vita nel 231 in considerazione del fatto che subito dopo il compilatore passa a
parlare di Asdrubale (Diod. XXV 11), appunto in quanto succeduto al Barca.
7 3 Cfr. Jacoby, p. 598.
74 Cfr. App. Proem. 57. Cio è appunto conforme al contenuto che è organiz-
zato corne una storia di Cartagine in Africa, aprendosi con la fondazione di que-
sta e passando poi, dopo veloci ragguagli sull'espansione punica in Occidente,
alle operazioni africane della 1 guerra punica, cui segue l'episodio che ci interessa
e poi la storia delle due aitre guerre con Roma, per chiudersi con la ricostruzione
augustea della città. Questo non è colto ora da Hose, 178-179 in una indagine che
nella sua farraginosità (p. 178-194) poco porta di nuovo.
75
Peri dati cfr. Viereck-Groos, p. VI nt 2; inoltre Wachsmuth, p. 413.
22 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
76
Sotto tale profilo è anche da segnalare corne tra la fine di Lib. 5, 22 e l'ini-
zio di 5, 23 esista una rilevante discrasia logica e sostanziale, costituita dal fatto
che non viene detto non solo corne procedesse la nostra vicenda dopo l'episodio
dell'intercettamento delle navi romane ma neanche corne si concludesse. Insorn-
ma essa è lasciata a rnetà! Che tale salto sia da attribuire ad Appiano pare diffi-
cile - trattandosi di una svista troppo macroscopica. Viene da chiedersi piuttosto,
basandosi il testo pervenutoci della Libyke su una sola tradizione testuale, quella
di Vat. 141, cfr. Viereck-Roos, p. XIII-XIV, se essa non derivi piuttosto da una la-
cuna dell'archetipo usato dal copista.
77
Cfr. App. Lib. 2, 10.
711
Cfr. App. Lib. 5, 18. Questa limitazione al contingente celta è singolare. Al-
ternativarnente dobbiamo supporre che la fonte di Appiano si fosse preoccupata
poco di indagare sulla composizione dei reparti mercenari punici - con ciô rive-
lando scarso interesse per tale aspetto - oppure che ritenesse che tra questi solo
quello celta avesse attivarnente partecipato all'amrnutinarnento. Entrambe le ipo-
tesi indicano comunque corne il ruolo dei mercenari fosse, nella sua ottica, da
minimizzare.
LE CAUSE DELLA GliERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 23
Si noti corne la frase di Lib. l. c. « ... Kai Kû. -rrov ocroi tµEµtcr0oq>opÎ]KEcrav ... »
abbia una certa sfumatura riduttiva, corne coglie almeno la trad. White, p. 409.
79
App. Lib. 5, 18. Il termine a differenza che in lb. 4, 15, qui va inteso corne
«Cornbatterono insierne» e non corne «erano alleati» dal momento che nel passo i
Libî sono definiti corne unTi1rnot.
80
Cfr. App. Lib. 5, 18.
81
Cfr. App. Sik. 2, 7.
82
Cfr. App. Sik. 2, 9.
83
Cfr. App. Sik. 2, 8.
84
Cfr. lb. 4, 15.
85
App. lb. 4, 15.
86
Cfr. App. lb. 4, 15; infra Cap. successivo.
87
Per l'uso di Polibio in generale cfr. App. Lib. 132, 629; 631; Mazzarino, II,
2, p. 193; Hahn, p. 262-263. Da Polibio deriva forse il particolare della crescente
arroganza dei soldati in Sik. 2, 8, non pero quello dei prerni non pagati, Sik. 2, 7;
24 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
lb. 4, 15; cfr. infra p. 63; aitre concordanze sono notate da per Sik. 2 da Hannak,
p. 135-137.
88
Cfr. App. Sik. 2, 8.
89
Cfr. già Hannak, p. 135.
90 Non si puo vedervi, corne fa invece Hannak, p. 137, un fraintendimento
della notizia polibiana su Spendio corne schiavo campano evaso in quanto i due
piani sono completamente diversi e non si riesce ad immaginare attraverso quale
processo polesse formarsi l'equivoco.
91
App. lb. 4, 15
92
Cfr. Hahn, p. 270.
93
Cfr. App. Sik. 2, 8; supra p. 14; infra p. 89.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 25
99
App. Sik. 2, 9.
100
Per essa Mazzarino, II, 2, p. 190.
101
Cfr. Mazzarino, ib.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 27
usa ta nella Libyke, che ha una impostazione dei fatti ed una inter-
pretazione della vicenda radicalmente diversa da quella di Polibio.
Rimane da chiedersi se tale fonte sia usata direttamente o tra-
mite una Zwischenquelle - in cui appunto si troverebbero le combi-
nazioni con aitre fonti - che si vuole vedere alla base della intera
Libyke e che sarebbe uno scrittore greco, retorizzante e antiro-
mano102. Risolvere la questione - assai affine a quella della Makedo-
nike per la quale pure si controverte tra l'ipotesi di una sintesi origi-
naria appianea di più autori (Meloni) e la sua semplice riproduzione
di un Vermittler (Schwartz) 103 - non è possibile e comunque qui rela-
tivamente poco rilevante, ma è da ribadire che la prima ipotesi non è
del tutto da escludere - non solo per affinità alla soluzione di Meloni
al problema nella Makedonike - in base a quanto detto sulla strut-
tura complessiva del libro.
6. Anche Zonara (cioè Dione Cassio) altera la prospettiva poli-
biana, non già perà in senso indigeno bensl in senso servile, attualiz-
zando probabilmente alla luce dei più recenti bella servilia romani.
Egli individua tre anime del movimento 104 , i mercenari, gli schiavi
urbani di Cartagine e gli 6µopouvn;ç, termine alquanto generico che
ci pare da ricondurre aile componenti libiofenice che, in seguito,
aderirono all'insurrezione. Nella sintesi egli dunque pone corne con-
temporanei due momenti che non Io sono. Quanto ai primi due ele-
menti si mostra da un lato più equilibratamente nel solco della tra-
dizione polibiana mantenendo il ruolo dei mercenari, dall'altro perà
perde completamente la (esatta) prospettiva indigena (della fonte
principale) di Appiano sostituendola con una servile. A cià (presu-
mibilmente più nella fonte di Dione che in Di one stesso) devono
aver contribuito due ordini di fattori. Il primo è dato dalla ambigua
- e ambiguamente comprensibile per la cultura greco-romana -
posizione giuridica semiservile dei Libî, con un fraintendimento che
è proprio anche nella percezione di aitre precedenti insurrezioni
africane 105 ; il secondo nell'influsso che puà avere esercitato sulla
la storiografia romana mostrava per la servitù etrusca confondendo, ad. es., lautn
con schiavi, cfr. Mazzarino, Sociologia, p. 113.
106
Per Io specifico interesse posidoniano, forse archetipico, Canfora, Posido-
nio, p. 43-44; 52-53; 56 nt 9; Rizzo, p. 260-294; Malitz, p. 134-145; 162-164; ora
anche Zecchini, Ateneo, p. 111.
107
In entrambi i casi difficilmente ciô puo essere semplicemente dovuto alla
sintesi di Zonara in quanto questi, di solito, non trascura gli elementi di rilievo.
ios Cfr. Zon. VIII 17, 8.
109
Se non per definire l'estrazione di parte dei mercenari, cfr. Polyb. I 67, 7,
supra p. 9 nt 15, ma questo è tutt'altro.
110 Cfr. Liv. per. 20.
111
Cfr. infra p. 35.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 29
Walbank, p. 131-132.
30 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
116
Cfr. Polyb. 1 73, 1; 74, 1, la conclusione di questo secondo è il risultato del-
la valutazione di Polibio a partire dal confronto di due diverse fonti.
117
Cfr. infra p. 63.
118
Nulla sulle fonti diodoree in Wollner, Strategie.
119
Si ricordi che Diod. l. c. non appartiene alla sezione sulla gueITa libica e
quindi un cambio di fonte non ha nulla di sorprendente.
120
Tale conoscenza è attestata da Nep. Hann. 13, 3; Sileno sarebbe anzi la
sua fonte principale secondo Bujak cit. da Ackermann, p. 21-26, che perô Io re-
spinge; si veda anche Geiger, p. 109. È quindi spontaneo collegare allïmpiego (al-
meno) di Sileno la sua biografia di Amilcare che contiene notizie, in parte, corne
si dirà, altrimenti non tramandateci.
121
Cfr. infra p. 119.
122
Cfr. De Sanctis, Ill, 1, p. 255; Gelzer, p. 56; Walbank, p. 126; Mazzarino,
II, 1, p. 209; Scardigli, p. 222; Càssola, Diodoro, p. 758-762.
LE CAUSE DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 31
cambiasse fonte per la guerra libica 123 , cambiamento anzi che è stato
da altri positivamente sostenuto 124 •
9. Una considerazione merita il richiamo della fonte antibar-
cida. La sua esistenza è confermata da almeno altri due casi oltre a
quelli sopra indicati. Anzitutto solo un autore antibarcida e attento
alla storia di Annone puo essere quello che riferisce dell'inchiesta di
Amilcare dopo la fine dell'insurrezione con termini sfavorevoli
almeno al suo alleato Asdrubale e ci informa sulla elezione di
Annone 125 • In secondo luogo va ricordato corne Diod. XXIV 10 tessa
un elogio delle qualità militari di Annone in occasione della notizia
della conquista di Theveste. Che si tratti di Fabio Pittore, corne rite-
neva De Sanctis per Diod. XXV 8 126 , è da escludere perla troppo pre-
cisa conoscenza di particolari di storia cartaginese interna del tutto
ininteressanti e inaccessibili all'annalista. L'autore è dunque legato
direttamente al mondo cartaginese, se non cartaginese lui stesso -
gioverà ricordare corne Cartagine disponesse di una propria storio-
grafia 127 - , corne indica anche la ottima conoscenza della struttura
giuridica dell'Africa punica, che vedemmo propria della fonte princi-
pale di Appiano 128 •
10. In base a quanto detto infine l'ipotesi - peraltro apodittica -
di Jacoby che quella di Polibio sia una fonte unica rappresentata da
una Spezialschrift sui Soldnerkrieg non ci pare percio condivisibile,
123 Per Filino invece era già Niebuhr, p. 178; Ackermann, p. 14-15; Laqueur,
op. cit., col. 2190. A Sileno pensa invece, per una strada diversa dalla nostra, La
Bua, p. 247-252, sulla cui ricostruzione delle storie di Filino e Sileno ora Wal-
bank, Histori.ans, p. 485-497. Del resto non è sicuro se Filino giungesse a trattare
la guerra o si arrestasse alla pace di Catulo, corne anzi ritiene Jacoby, p. 598, cfr.
La Bua, p. 233-234. ,
124
Cfr. Jacoby, p. 598, anche se non si puo condividere la sua identificazione
con Polibio della nuova fonte per le ragioni che indicammo.
125 Cfr. Diod. XXV 8; App. lb. 4, 16.
126 Cfr. De Sanctis, III, 1, p. 394 nt 44 e già Taubler, Vorgeschichte, p. 113; ad
uno scrittore di sentimenti romani pensa pure La Bua, p. 241, cui va opposto che
l'atteggiamento antipunico di Diod. XXV 8 è in realta un atteggiamento anti-
barcida. Fabio è probabilmente anche la fonte della Annibaike di Appiano, cfr.
Hahn, p. 267-270, ma che non sia la stessa usata principalmente per l'insurre-
zione libica emerge, oltre che dalle stesse considerazioni fatte per Diodoro, dal
fatto che nella Iberi.ke la prima delle quattro sezioni, concernente appunto la
preistoria della guerra annibalica, si distingue euristicamente dalla sezione suc-
cessiva relativa alla guerra con Roma, cfr. Hahn, p. 270.
127
Cfr. i dati in Wachsmuth, p. 413; ora Seibert, Forschungen, p. 11-13; cui è
da aggiungere il richiamo di Procle, per il quale Schaefer, col. 179; Ziegler, coll.
179-180 nt 1.
128
Limitatamente a Diod. XXIV 10 La Bua, p. 24 7 suggerisce Filino, ma ciô è
poco probabile se Filino non tratta della guerra libica corne egli ritiene. D'altro
canto Filino è autore molto favorevole al Barca corne mostra Diod. XXIV 13.
32 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
1
Si veda anche Eisen, p. 154 nt 5.
2 Analogamente in Polyb. 1 71, 5.
3 Cfr. Polyb. III 9, 9.
4
Cfr. Polyb. III 9, 8.
5 Per il significato di stasis da solo infra p. 39-40.
6
Cfr. supra p. 12 nt 32.
34 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
7
In tutte le fonti pervenuteci si parla solo di polem-os, -eo, bellum, col che
rendendo manifesto che nessuna trattazione, tra quelle usate, considerava l'epi-
sodio corne semplici disordini.
8
Ciô è confermato anche dal fatto che Polyb. III 27, 7, <love si parla di At~u
KOÇ 7tOÀE:µoç appartiene all'excursus sui trattati romano-cartaginesi che fu inseri-
to, secondo l'esatta ipotesi di Laqueur, p. 69-70, in una edizione posteriore- poco
importa se effettivamente una Ja corne ritiene Io studioso.
9
Cfr. Polyb. 113, 3; II 1, 3; III 27, 7; perla relazione con la sezione dedicata
alla guerra oltre nel testo.
1
° Cfr. Polyb. l 88, 5.
11
Garcia Moreno, p. 72 ha parlato di ambiguità, ma senza specifiche argo-
mentazioni, vedremo subito perché tale opinione non sia condivisibile.
12
Diod. XXV 2, 1.
13
Per una ulteriore ragione infra nt 40.
NATURA DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 35
14
Rispetivamente Diod. XXV 8; XXVI 23; per l'identificazione con la nostra
Gsell, III, p. 124; ib. nt 3, con una sfumatura di riserva.
15
Per il primo testo abbiamo già detto; per il secondo è reso probabile dal-
l'argomento che concerne e che si inquadra nella storia immediatamente poste-
riore alla guerra.
16 Cfr. Liv. XXI 1, 4; 2, 1; 41. 12; inoltre anche supra p. 24-25.
17
Cfr. App. lb. 4, 15.
18 De Sanctis III, 2, p. 173-174 fa discendere invece da Celio Antipatro i primi
capitoli di Liv. XXI, che in ogni caso, non possono derivare solo da Polibio in
quanto in questi, cfr. III 11, manca ogni riferimento aile operazioni di Amilcare
prima del passaggio in Spagna.
19
Per il suo uso Mauersberger, s. v. tmKCIÀ.Éro, col. 928.
20
La denominazione, e naturalmente non senza significato quanto alla rela-
tiva ricostruzione delle cause del conflitto, è stata variamente recepita anche dal-
la storiografia moderna. Di (grande) guerra libica parlano Mommsen, I, p. 560;
Meltzer, II, p. 356 (titolo); 368; 589; De Sanctis, II, p. 375 (titolo); Huss, p. 252
36 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
24
L'inciso µaÀtO"'t' dv nç nÀ. di Polyb. 1 65, 6 puo sintatticamente riferirsi sia
alla frase che Io precede che a quella che Io segue. L'ambiguità è a nostro avviso
intenzionale nel senso di una posizione retoricamente ancipite; per cui ci pare
che Polibio indichi espressamente la guerra corne l'esempio più antonomastico di
èic:movooç 1t6Àeµoç - termine tra l'altro che nel suo vocabolario è un apax, cfr.
Mauersberger, s. v., c'icmovôoç, col. 242, mentre ch::i)puKtOÇ 1tÛÀeµoç non compare
mai - e dunque, modernizzando, quella tra le guerre da lui trattate che raggiunga
il massimo livello di totalità in una scala di intensità - di cui dunque attesterebbe
una esistente concettualizzazione, anche se puramente intuitiva.
25 Polyb. XIV 12, 4.
26 Cfr. Polyb. 1 88, 7.
27
Escluderemmo invece ogni collegamento logico in Polibio tra i due carat-
teri tanto più se, corne diremo, rc6Àeµoç tµ<puÀ.toç non vale guerra civile.
28
Cfr. Mauersberger, s. v. tµcpuÀtoç, col. 775; anche in questi due luoghi (Po-
lyb. XXIV 3; XXX 11, 4) a noi pare che l'aggettivo valga a definire un conflitto in-
terno ad una dimensione geografica dal momento che nel primo caso si fa riferi-
mento alle guerre endemiche tra le città cretesi le quali non formarono mai una
unità politica di modo che il riferimento puo esere solo al dato geografico insu-
lare e nel secondo caso si parla dei conflitti tra gli Etoli che a loro volta costitui-
vano non uno stato unitario ma solo una confederazione.
29
Cfr. Ilari, Operazioni, p. 264; ib. nt 112 - al quale sono perô sfuggiti i li. cc.
polibiani - a partire dal testo bilingue delle Res gestae divi Augusti. Sull'impiego
in Dione ed Appiano cfr. Jal, p. 64-65 e infra nt 31.
38 LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
.fü E va precisato, in assenza di studi specifici, che esso vale « interno » in via
astratta, caduto cioè ogni immediato rapporto con la sua etimologia (en + phy-
lon), dal momento che. evidentemente, per quanto affini, Polibio non poteva af-
fermare in I 65, 1-2 che Falisci e Romani appartenessero alla stessa stirpe (phy-
lon) e ancor meno questo si puo dire dei Cartaginesi e dei contadini libici. Il rap-
porto etimologico - sui quale da ultimo Loraux, p. 8-11 - invece permane efficace
nel sintagma cmicrn; tµ<puÀ10ç = guerra civile. Anche Mauersberger ib. traduce i
due luoghi, I 65, 2 e I 71, 5, con intern.
31
Questo significato meramente geografico di interna è evidente anche già
nell'impiego erodoteo della espressione m:<icrtç tµ<puÀ10ç corne indicante il conflit-
to tra Greci, cfr. ad es Mazzarino, Oriente, p. 82, che, aggiungiamo noi, evidente-
mente non sono riconducibili ad unità componenti di uno stato ma solo sotto un
profilo geografico-culturale, cfr. ad. es. Hdt. VIII 3.
E si noti corne ancora del resto proprio in App. civ. I 40, 178 con µtyuç Kai
tµq>uÀtoç n6Àt::µoç sia indicata la gue1Ta sociale del 90-89 a. C. e dove non potendo
farsi equivalere l'aggettivo a sociale, che ha un suo corrispondente ben preciso in
cruµµa.xtKOÇ, non puo vedersi attribuire che un significato geografico-culturale
descrittivo, per cui il bellum sociale è la guerra all'interno dell'Italia; cosi corne al-
trettanto descritivo, questa volta sui piano dimensionale, è µtyuç. In questo modo
l'espressione viene a corrispondere con l'altra, pure impiegata spesso perla guer-
ra del 90, di bellum Italicwn, che pertanto sarà da intendere corne «gucrra che ha
riguardato l'interno dell'Italia» (corne spazio geopolitico) e non corne «guerra
contro gli Itali» corne intendono moiti, ad es. Mazzarino, II, 1, p. 43. Non ci pare
dunque di poter seguire chi, corne ad es. Mazzarino, ib., afferma tout court l'equi-
valenza bellum civile senza distinzioni cronologiche.
n Cfr. Schmitt, p. 147; anche Bengtson, Strategie, p. 205; Kertesz. p. 130-131;
in parte diversamente Virgilio, p. 106-107.
n Cfr. Walbank, p. 131.
NATURA DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 39
39
Cfr. rispettivamente Nep. Ham. 2, 2 e 2, 2; 4.
4
° Cfr.
Diod. XXV 2, 1; 3, 1; 2; 4, 1; col che confermando la non derivazione
da Polibio; si noti invece corne il termine sia diverso in XXV 6 = Exc. Hoesch. 510
W.
41
Supra p. 8-9; infra p. 47.
42
Cio è confermato anche dall'impiego volutamente paradossale ed esagera-
to in Cie. ad Att. IX 10, S.
NATURA DELLA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA 41
storici storico
filobarcidi filoannonideo
(Sosilo e Sileno) (pamphlet propagandistico?)
(?)
annalista
(Fabio Pittore)
storico
(romano?)
post fine II sec.
sui rapp.
Nepote
1
Cfr. Polyb. I 70, 7; anche 65, 6. Naturalmente la stessa caratterizzazione in-
terna risale a Polibio e dunque è finalizzata alla sua autonomia strutturale rispet-
to al resto della vicenda, ma dalla sua analisi cio non pare risultare in un arbitrio,
se non per la esclusione da essa del momento insurrezionale libico compresso a
favore dell'episodio dell'ammutinamento, cfr. per cio supra Parte I.
2
Cfr. supra Parte I.
'Il concetto di ammutinamento viene di seguito impiegato in senso sociolo-
gico ampio - non in quello strettamente giuridico di rifiuto di obbedienza di
quattro o più soldati corne ad es. nel vigente codice penale militare italiano o di
resistenza alla legittima autorità militare di due o più corne nel Military Act in-
glese del 1879 -, cioè corne indicante la insubordinazione armata di reparti mili-
tari connotata da atti di violenza ad esito letale contro ufficiali, quale emerge ad
es. ora dall'analisi dei casi indiani posteriori al 1857 di D. Omissi, The Sepoy and
the Raj. The Indian Army, 1860-1940, London 1994, p. 134-152. Cio che in altri ter-
mini tipicizza la situazione è la sua irreversibilità e quindi non cessabilità pacifi-
ca e volontaria - per cui ad un ammutinamento necessariamente consegue una
repressione armata. Un raffronto di interesse specifico per la nostra vicenda è
costituito poi naturalmente dalla vicenda del Great Mutiny dell'esercito indiano
nel 1857-58, utile - corne già sapeva Flaubert - per i più punti di affinità con essa,
in cui da originari atti di disobbedienza agli ordini si passa all'ammutinamento
vero e proprio solo con l'assassinio degli ufficiali inglesi, ed in cui pure il movi-
mento si salda con uno politico insurrezionale; significativo è anche il fatto che
parte delle truppe rimase fedele alla Compagnia delle Indie e del pari l'inaudita
ferocia che la guerra conseguitane raggiunse, per esso si veda G.B. Malleson, The
Indian Mutiny of 1857, London 18924 ; C.R. Hibbert, The Great Mutiny, India 1857,
Harmondsworth 1980; V.G. K.ieman, Eserciti ed imperi. La dimensione militare
dell'imperialismo europeo 181511960, trad. it. Milano 1985, p. 56-60; ulteriore lette-
ratura in W. Reinhard, Geschichte der europaische Expansion, Ill., Die Alte Welt
seit 1818, Stuttgart 1988, p. 227-228 nt 40.
46 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
biano uno spaccato dei modi della azione e della decisione politica a
Cartagine; storiografico, perché ris petto alla trattazionc di Polibio si
pone corne parametro della sua capacità di comprensione e di ana-
lisi di situazioni di crisi.
Egli pare distinguere, perlomeno nel raggruppamento selettivo
dei fatti, dal lato cartaginese quattro fasi, ad ognuna delle quali cor-
rispondono sue osservazioni di sociologia politica. La prima è quella
che vede protagonista Giscone, il governatore militare di Lilibeo 4 ,
subentrato ad Amilcare nel comando in capo dell'armata di Sicilia
dopo la conclusionc della pace con Roma5, che, proprio preveùen-
done i rischi, organizza razionalmente il rientro dei soldati per sca-
glioni successivi, affinché, liquidati loro gli arretrati di stipendia
dovuti e congedatili separatamente, fosse prevenuto il pericolo costi-
tuito dal loro concentramento. Che questa fosse la sua intenzione
reale, attestata quindi documentalmente negli archivi di Cartagine e
trapassata in qualche modo (anche oralmente) nella fonte di Polibio,
e non una semplice interpretazione di questi 6 , pare probabile alla
luce di quanto osserveremo sulle ragioni psicologiche del ricorso di
nuovo a lui per l'ultima delle trattative 7 • Cio comunque non esclude
che alla sua decisione avessero concorso anche ragioni di ordine
strettamente tecnico in quanto la flotta cartaginese mancava sicura-
mente dei mezzi 8 per rimpatriare in una unica soluzione più di
20.000 uomini 9 , operazione che avrebbe richiesto tra le due e le tre-
cento navi 10 • Il Veith sostiene invece che il trasporto era del tutto
possibile in quanto sarebbe stata usata la flotta mercantile''; ma cio
è difficile da ammettere 12 , dal momento che gli armatori avrebbero
4
Cfr. Polyb. 1 66, 1; 68, 13. Alla luce dei dati sui carattere amministrativo di
marca ellenistica della strategia cartaginese, per la quale Bengtson, Kartagische
Strategie, p. 379-380 = 111-112, ci pare più esatto rendere cosl il titolo di 6 mi n;ç
n6ÀEWÇ (A1Àuj3mou) mpmriyoç che non semplicemente con comandante il presi-
dio o equivalenti, corne per lo più si fa, ad es. da parte di Meltzer, II, p. 369;
Veith, p. 526; Picard, Hannibal, p. 65; Warmington, p. 186; ignora il problema
Ameling.
s Cfr. Polyb. I 66, 1.
6
Anche se molto ermeticamente un dubbio pare affiornre a De Sanctis, Ill,
1, p. 372. Mentre gli altri studiosi non pongono il problema.
7
Cfr. infra p. 70.
11
Cfr. già Mcltzer, II, p. 370, il quale forse è trnpo soltile ne! distinguere duc
aspetti dell'azione di Giscone; lo segue Walbank, p. 133.
9
Per la forza dell'armata infra Pmic III, Cap. I, §. 1.
10
La capacità di trasporto di una quinquireme per brevi tragitti corne qucllo
del Canale <li Sicilia è stimata in ca. cento uomini da Demcrliac-Meirnt, p. 264.
11
Cfr. Veith, p. 527 nt 1.
12
Contra, ma senza argomcnti, anche De Sanctis, Ill, 1, p. 372 nt 4; Wal-
bank, p. 133.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 47
iï Per entrambi i punti cfr. infra p. 59 ss.; per il pl'imo anche 77.
ix Cfr. ad. es. Meltzer, II, p. 369; 370; Gsell, III, p. 101; Picard, Vie, p. 186; Id.,
Hannibal, p. 68; Caven, p. 67; Huss, p. 252, il quale ritiene pero chc con uno sfor-
zo estremo, c se si provvedeva immediatamente, il debito poteva essere saldato;
Wollner, p. 88-89; Scardigli, p. 227-228. Diversamente invece Mommsen, I, 538-
540; Thiel. p. 317-318; Warmington, p. 187, tutti pero molto sinteticamente.
19
Cfr. G1-iffith, p. 302, manca qualsiasi dato diretto.
2
° Cfr. Walbank, p. 158 in base a<l una suggestione <li Treves; e comunque
prima del 261, cfr. Gsell, III, p. 378-379; diversamente De Sanctis, III, 1, p. 90.
21
Cfr. Polyb. II 7, 7; la sua storia si segue in Griffith, p. 252-253; Launey, I,
p. 517.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA Dl SICILIA 49
dati di Amilcare per usarli in operazioni anfibie. Le cifre delle perdite umane alle
Egadi, cfr. Walbank, p. 125; Huss, p. 249 nt 261, pero l'accreditano. In ogni caso
rimane il fatto che Cartagine disponeva dei fondi per continuare la guerra.
·~ 5 Per l'ammontare complessivo degli oneri finanziari della pace Meltzer, II,
p. 353; Gsell, III, p. 98 : De Sanctis, III, 1, p. 185 nt 96; Thiel, p. 318; Warming-
ton, p. 183; Huss, p. 250-251; Scullard, p. 565; Scardigli, p. 227. Per quello relati-
vo Taübler, p. 112; ib. nt 237; ai nostri fini la differenza tra i 2000 e i 2200 talenti
attestati da fonti differenti non ha moita rilevanza.
36
Contando questa corne forte di più di 40.000 uomini il costo sarebbe stato
di 200-260 talenti/mese secundo il coefficiente medio adottato.
37
Cfr. Demerliac-Meirat, p. 277.
38
Cfr. Demerliac-Meirat, p. 273.
39
Per essse si veda oltre a Demerliac-Meirat, p. 68-90, ad es. Decret,.p. 124-
126; Huss, p. 70-71.
40
Cfr. ad es. Decret, p. 117-118; Huss, p. 68-69; Scullard, p. 19-21 e nt succes-
si va.
52 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
41
Se Polyb. II 1, 6 - su cui è da tener presente la cautela, icasticamente
espressa, di Scullard, p. 21 e il rilievo di imprecisione mosso da Barcel6, p. 76-77
- implichi che anche questi emporî erano andati persi durante gli anni della I
guerra punica è difficile dire. Se cosi fosse pero cio comporterebbe l'obbligo di ri-
tenere che essi erano stati militarmente conquistati dalle tribù celtibere del-
l'interno che dunque vi avevano espulso o massacrato i Cartaginesi, dal momento
che non si vede altrimenti corne cio sarebbe potuto accadere. Non si capirebbe
perô a quale scopo dal momento che esse beneficiavano dei rapporti commerciali
con Cartagine; inoltre essendo gli emporî disseminati lungo una estensione
considerevole non si puô neanche pensare al frutto di occasionali episodi di fri-
zione locale e si dovrebbe supporre una azione antipunica concertata di più tribù
il che rimarrebbe pure difficile da spiegare. Di una cacciata violenta sarebbero
poi forse dovute rimanere traccie sotto forma di distruzione degli abitati e di pos-
teriore ricostruzione dopo la riconquista harcide di cui l'archeologia non ha tro-
vato alcuna traccia. Inoltre il contesto polibiano, anche alla luce di aitre informa-
zioni (cfr. Barcel6, p. 75-82), e di II 1, 7, mostra corne in questione nel passo sia
un dominio diretto cartaginese sull'entroterra indigeno e non il possesso dei pic-
coli emporî costieri. Se dunque il testo polibiano è da conservare e non è il frutto
di propaganda cartaginese barcide, corne ritiene ad es. Barcel6, p. 76-82, è più
probabile che si riferisca alla perdita di un controllo politico che Cartagine eser-
citava sotto forma indiretta attraverso rapporti clientelari o con un sistema di
trattati, magari analogo a quelle che le attribuiva una alta sovranità su alcuni
principati numidi, sull'interno dell'Andalusia. In ogni caso almeno Cadice era si-
curamente rimasta in mano ai Cartaginesi, corne mostra Scullard, p. 21; e anche
Huss, p. 271 nt 18 contiene (almeno) a solo una parte dei possessi cartaginesi la
perdita, almeno in via di ipotesi.
La recente tesi che le colonie fenicie avessero mantenuto fino al 237 la loro
indipendenza politica nei confronti di Cartagine, cui sarebbero perô state legate
commercialmente almeno dalla metà del IV sec., sostenuta ora da Barcel6, p. 26-
43; 133-151 non toglie evidentemente nulla all'ipotesi di una presenza commer-
ciale e finanziaria punica presso di esse, che solo qui rileva.
42
Cfr. Ginzburg, Spie.
43
E sarà da richiamare forse anche la gelosia dei cartaginesi per i loro arca-
na economici che, anche volendo, doveva rendere ancora più difficile l'acquisi-
zione di informazioni.
44
Cfr. Huss, Depositenbank, p. 21-26, ove la letteratura precedente; la fonte è
[Plat.] Eryx. 399e-400a. L'espressione «lettere di credito» è nostra, Huss parla di
Ledergeld, ma, se solo si ponc mente alla storia dello sviluppo delle banche nel
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 53
Medioevo, ci pare che i segmenti di cuoio fossero piuttosto titoli di credito, ossia
contrassegni emessi privatamente dalle banche (o dalla banca) e da queste ri-
conosciuti, che non una vera moneta nominale, per la quale si richiederebbe una
emissione statale che implicherebbe un ulteriore grado di ipotesi facilmente
esposto a critiche e non indispensabile all'interpretazione dello studioso tedesco.
45
Cfr. Huss, Depositenbank, p. 21-22. L'esegesi di Huss, e la conseguente ri-
costruzione della forma materiale dell'oggetto, è da preferire a quella tradizionale
- di cui a p. 21nt4; 22 nt 7 -; ad essa pero sfugge un punto e cioè che se apodeo +
en e enapodeo hanno in sé il concetto di « fissare » e non di avvolgere pure si tratta
di un« fissare in « e non di un «fissare a», corne invece ritiene Huss. La difficoltà
si supera con poco sforzo aggiungendo che il secondo pezzo era fissato all'interno
del primo (dunque di dimensioni maggiori), che cioè sporgevano dei lembi che
erano ripiegati ed ulteriormente fissati (cuciti se si tratta di cuoio) sui secondo. A
nostro avviso l'aspetto era equiparabile a quello di una tessera circolare stante
l'accostamento alle dimensioni dello statere dell'Eryxias.
46
Cfr. Huss, Depositenbank, p. 24.
47
Cfr. App. Sik. 1, 1. 1 2000 talenti saranno probabilmente stati prestati delle
banche puniche la cui operatività alla periferia dell'impero è ricostruita da De-
merliac-Meirat, p. 277-283. La richiesta all'Egitto, se cosi è, si spiega semplice-
54 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
mente col fatto che la vicinanza avrebbe fatto affluire più celermente il numera-
rio che non dai fondaci spagnoli o dalle filiali della Gallia meridionale.
48
Cfr. Demerliac-Meirat, p. 271-277.
49
Diversamente ad altra fonte di provenienza, tributi e prestiti cittadini, pen-
sa Huss, p. 255 nt 18 - e già ad una imposta straordinaria Ackermann, p. 84.
so È una delle spiegazioni, sia pure con riserve, di Jenkins-Lewis, p. 41-42 per
l'unico esemplare aureo del gruppo X, nr. 448. Contro l'identificazione del pezzo,
riprendendo una idea di Crawford, Coinage, p. 136, ora Carradice-La ~iece, p. 49
propongono corne alternativa i nrr. 451-452 Jenkins-Lewis; l'esistenza di una spe-
cifica emissione è ora accolta da Baldus, Deutungsvorschliige, p. 178-179, che pe-
ro propane una terza identificazione coi nrr. [ 402-]403 Jenkins-Lewis in base alla
considcrazionc chc si tratta di una tipologia con cui i soldati crano stati pagati
nel 256/255, e che percià avrebbe goduto della loro fiducia ma con un abbassa-
mento di peso, da 12, 5 a 9 gr., ed un deterioramento del titolo (da oro ad elettro).
L'ipotesi non puà accettarsi in quanto nei quindici anni intercorsi dei soldati chc
avevano ricevuto il tipo del 256 dovcvano esserne rimasti assai pochi e se si vole-
va pagaœ con moneta deprezzata ern più logico usare uno dei tipi dei pagamcnti
più recenti, proprio perché i soldati erano maggiormente abituati a riceverli
mentre il ritorno ad un tipo obsoleto li avrebbe insospcttiti.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 55
perché questa era una città di guarnigione, non solo perché attesta-
zioni positive, archeologiche o letterarie, di tale sua qualità man-
cano del tutto 65 , a differenza che per aitre località 66 , quanto soprat-
tutto perché non si capirebbe perché non fossero destinate a piazze
meno lontane, ad es. dividendole nelle tre di Capo Bon, Ras ed Drek,
Kélibia, Ras el-Fortas 67 , o presso la base di Biserta 68 , o, se si voleva
andare nell'interno le molto più vicine Dougga (Thugga) e Mactaris
(Maktar) 69 ; per cui rispetto a queste il quesito di perché proprio la
lontana Sicca rimane. D'altra parte poi, in ogni caso, le strutture
militari ricettive di qualsiasi di esse non saranno mai state concepite
per accogliere una simile armata 70 , di modo che non era certo la loro
presenza a rendere una località più idonea di un'altra.
Le considerazioni che si impongono sono diverse. Se si guarda
una carta dell'Africa punica si vede che Sicca è una punta avanzata
verso l'interno, forse la più avanzata in assoluto 71 in una posizione
stione della posizione di Sicca non è mai affrontata. Se la linea più avanzata di
confine proposta, Souk-el-Arbaffhugga (Dougga) è esatta Sicca costituiva la pun-
ta di un saliente o una enclave in territorio numida - con una distinzione
comunque da tenere sfumata data la indeterminatezza del concetto stesso di
confine punico-numida. Si veda la nostra Carta 1. Per Theveste infra p. 58-59.
72
Si confrontino le carte K 1, p. 21; k 3, di Fushôller, p. 75; utile anche la
Karte 6, fronte p. 54, di Mensching e quella di Salama, Bornes perla rete strada-
ria; per il dettaglio AAT, f. 57.
73
Cfr. /tin. Ant. 41, 4; Dessau, s. v. Sicca, ib.; ed ora soprattutto Salama,
Bornes, p. 49-50.
74
Cfr. !tin. Ant. 45, 1.
75
Cfr. Beschaouch, p. 105-122.
76
Cfr. Diod. XXIV 10; cfr. IV 18, 1; Polyb. I 73, 1; Meltzer, II, p. 336; Kahr-
stedt, III, p. 110; Gsell, II, p. 95; 101; III, p. 92; Warmington, p. 60-61; 182; Huss,
p. 246 nt 232; per l'identità della località anche Treidler, col. 251; perla sua posi-
zione strategica, col. 250. È peraltro controverso se la città fu annessa, cosi ad. es.
Warmington, ib.; Huss, ib., o solo sottoposta ad un assoggettamento indiretto,
cosi Gsell, II, p. 101 contro cui pero convincentemente Kahrstedt, III, p. 110; in
ogni caso è una svista di Veith, p. 528 che essa fosse distrutta, cfr. Walbank,
p. 137. Va riconosciuto pero corne la cronologia sia più canonica che positiva-
mente fondata, basandosi solo su una deduzione di Meltzer, II, p. 336; Gsell, Ill,
p. 92 nt 4 a partire dalla posizione dell'excetptum diodoreo cit. nella silloge co-
stantiniana.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 59
77
!deale ma non troppo, dal momento che corrisponde a quello effettiva-
rnente descritto dal sistema viario romano, cfr. Salama, Bornes, Carte 2, fronte
p. 242.
78
Cfr. Gsell, Atlas, Feuille 18, p. 31, che ricorda le nurnerose tracce archeo-
logiche di sfruttamento agricolo lungo l'arco NE-S; Windberg, col. 1424.
79
Cfr. Gsell, Il, p. 125 nt 16 ove anche la confutazione di una etimologia feni-
cia del toponimo; cfr. anche V, p. 271. Si veda la nostra Carta I.
80 Basti il rinvio a Diod. IV 18, 1.
81
Cfr. Meltzer, II, p. 337.
82
Cfr. Polyb. I 67, 1; Gsell, II, p. 96; III, p. 93; che la strategia non includesse
comando militare è ipotesi inaccetabile di Ameling, 107 ss.
83
Cfr. rispettivamente Polyb. I 67, 12; infra nt 117.
84
Come parrebbe invece pensare De Sanctis, III, 1, p. 373.
60 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
85
La nostra ipotesi puo considerarsi Io sviluppo di quella avanzata in modo
puramente intuitivo da De Sanctis, III, 1, p. 373, che peraltro pare recepire anche
quanto già Meltzer, II, p. 3 70 scriveva di una spedizione di saccheggio finalizzan-
dola pero alla semplice soddisfazione delle richieste finanziarie dei soldati e, pa-
radossalmente, intendendola piuttosto corne un loro desiderio, senza rendersi
conto di corne questo sia incompatibile con la loro intenzione di lasciare famiglie
e bagagli a Cartagine, corne vedremo subito.
86
Cfr. Polyb. 1 66, 7; 9; 68, 3; Launey, II, p. 786-787; Mauersberger, s. v.,
à.TtocrKWÎl, col. 202; anche Walbank, p. 133, per il significato del termine - dal-
l'ampio spettro semantico, cfr. Holleaux, Ce qui sont, p. 16-18 = 355-358 - nel
contesto; è difficile intendere il termine nel primo dei loca in modo diverso che
nel terzo per la loro vicinanza e dunque difficile da accettare Pedech, Polybe,
p. 107 nt 3. Per la presenza abituale di civili e bagagli personali al seguito di ar-
mate ellenistiche in campagna, soprattutto Holleaux, op. cit., p. 20-22 = 359-363;
Launey, II, p. 785-790; anche Garlan, Guerre, p. 162; in specie Bar-Kochva,
p. 100-101, per l'esercito seleucide; per quello lagide, Van't Dack, T<i[;Ecov, p. 67 =
156-157.
87
Cfr. Polyb. 1 66, 7; 9.
88
Cfr. Polyb. 1 66, 8.
89
Polyb. 1 66, 6.
90
Cfr. Polyb. 1 66, 7.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 61
91
Cfr. Polyb. 1 6 7, 1; ad una divisione solo in due parti pare pensare Huss,
p. 254, senza precisazioni.
92
Cfr. Holleaux, op. cit., p. 20 = 360.
93 Cfr. supra p. 50.
94
Cfr. Polyb. 1 6 7, 1.
95
Cfr. Polyb. 1 66, 10-11.
62 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
96
Cfr. Polyb. 1 67, 12.
97
Cfr. Polyb. 1 6 7, 1; va notato corne si taccia di specifici partners cui egli
comunichi le richieste e di una risposta. Per le assemblee subito di seguito.
98
Cfr. Polyb. 1 67, 9.
99
Cfr. Gsell, II, p. 390-391.
100
Perle assemblee dell'esercito punico Huss, p. 477; ib. nt 24.
101
Cfr. Polyb. 1 67, 10.
102
Cfr. Polyb. 1 67, 11.
103
Cfr. Polyb. 1 67, 13.
104
Polyb. /. c.; 69, 1.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 63
ufficiali intermedi 105 , pare, a stare a Polibio, solo una amorfa babele
di lingue in piena t"UP'3Tl 106 , potesse prendere la decisione non solo di
rompere con Annone ma di muovere alla volta della capitale. Questo
da un lato deve condurre ad un certo scetticismo verso la immagine
complessiva che Polibio dà di essa 101 , rafforzato dal fatto che, quanto
alla incomunicabilità linguistica, egli si autocontraddice poco
oltre 108 • E dall'altro porta a supporre fin d'ora in seno all'armata una
dirigenza alternativa - unitaria e concorde e ben lontana dalla idea
di una incomunicazione linguistica -, del resto già tralucente dal
comportamento in malafede di alcuni tra gli ufficiali di cui abbiamo
detto, e ad interrogarsi su corne e da quando si fosse formata; sui
che torneremo alla fine del capitolo in quanta una risposta è possi-
bile solo considerando la archeologia nel suo complesso.
Non sappiamo poi se Annone avesse con sé, corne poi Giscone,
le somme destinate al pagamento 109 - dato prezioso per valutare le
reali intenzioni di Cartagine -, né cosa gli accadesse dopo la rottura;
anche se ritrovandolo più tardi al comando dei Cartaginesi e e con-
trario rispetto al caso dello sfortunato Giscone è evidente che egli e i
suoi fossero lasciati illesi dai soldati. Si tratta di un elemento impor-
tante perché indica che non si trattava ancora di un aperto ammuti-
namento110, il quale avrebbe automaticamente comportato almeno il
loro arresto se non l'uccisione; e corne conferma il fatto che poile
trattative riprendano presso Tunisi 111 .
In questo contesto è anche da affrontare la questione del man-
cato pagamento dei premi. Sia Polibio che Appiano, in tutti e tre i
suoi libri, fanno riferimento infatti, tra le aspettative dei soldati, alla
corresponsione di premi loro promessi in Sicilia 112 • Tuttavia il tema
ha nel primo un ruolo del tutto minore rispetto al secondo, non solo
non comparendo più il riferimento nel passo in cui le richieste dei
soldati sono puntualmente enumerate e che pare risalire ad una
base documentale 113 , ma in quanto anche in quelli ove vi si accenna
Io si fa corne ai calcoli fantastici dei soldati negli ozî di Sicca. In
116
Cfr. infra p. 118-119.
117
Per tale ultimo dato Polyb. 1 72, 1; 3; Meltzer, II, p. 371; Gsell, III, p. 103;
106; Picard, Hannibal, p. 70.
118
Cfr. supra Parte 1, cap. I.
119
Cfr. Gsell, III, p. 103.
12
°Cfr. Polyb. 1 68, 5; letteralmente: «mandando in abbondanza il mercato
dei beni necessari»; si veda anche la trad. Pedech, Polybe, p. 110 e Mauersberger,
s. v. àyopa col. 7. Griffith, p. 288 non dà alcun ragguaglio sui passo. Il termine
agorai in generale puo significare sia «mercato» che «pagamento in natura», cfr.
Griffith, p. 280; inoltre 266; 269-270; 299; Launey, II, p. 740 nt 2; cfr. anche Wal-
bank, p. 134, perle ragioni di cui infra a nt 136 non si puo accogliere l'accosta-
mento con OGIS 266, Il. 3-4 =RA 12, 1908, IL 3-4 di Launey, ib., accolto invece da
Walbank, ib. Non si puô dire se, corne in taluni casi in Egitto, per i quali Griffith,
p. 280, il mercato fosse allestito dallo stato o invece da privati e in tale seconda
eventualità se fosse loro rifuso il danno.
121
Cfr. Polyb. l. c.
122
Per la storia del termine e l'identificazione del suo significato in età elle-
nistica Griffith, p. 274-276; per quello nel presente contesto e in generale nella
sezione polibiana, p. 276; 288; ib. nt 2 dove sono raccolte tutte le occorrenze; per
il lessico polibiano complessivo Mauersberger, s. v. 6'1'6>vwv col. 1852, ove anche
i casi di impiego corne sinonimo di oTtapxicu.
123
Cfr. Polyb. 1 68, 8.
124
Cfr. Meltzer, II, p. 345; 372.
125
Per il significato del termine nel contesto e la sua sinonimia con onapxia
in alcuni luoghi ma non in altri, Griffith, p. 288-289; perle diverse sfumature nel
linguaggio ellenistico, p. 275 ntt 1; 2.
126
Cfr. Polyb. 1 68, 9.
66 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
colato in base a tale prezzo maggiore del grano 127 • Secondo invece
una ipotesi già di Meltzer e Gsell 128, le razioni erano corrisposte in
natura e nel caso di specie i mercenari chiedevano la monetizza-
zione di quelle che non erano state regolarmente corrisposte; tale
spiegazione pero è meno probabile in quanto non considera che in
un conflitto prolungato corne quello in Sicilia la loro mancata corre-
sponsione si sarebbe tradotta in un rifiuto di combattere - e mate-
rialmente in caso di penuria di viveri non si sarebbe stati in condi-
zione - del quale non è traccia. In alternativa ad entrambe a noi pare
chc si possa anche pensare a qualcosa di simile a quello che aveva
fatto Timoteo a Corcira nel 375, il quale, impossibilitato a pagare il
µtcr96ç dovuto, per mantenere alto il morale delle truppe aveva
riclassificato le crt'toµe,;piut già corrisposte corne donativo, col che
dunque impegnandosi di fatto a pagarle una seconda volta quando
avesse ricevuto i fondi 129 ; il che avrebbe anche il vantaggio di spie-
gare perché la pretesa si riferisse non all'intero periodo di guerra ma
solo ÈK 7tÂ.êiovoç xpovou, del che l'ipotesi di Griffith non rende conto.
Infine vi sarebbero state nuove richieste imprecisate 130 • Signifi-
cativamente in tale elenco manca ogni riferimento ai premi loro pro-
messi negli ultimi anni della guerra di Sicilia, con cui sarebbe
dunque arbitrario, dal momento che non Io fa neanche Polibio,
identificare queste ultime 131 •
La precisione dei particolari rispetto a dati già di per sé di detta-
glio induce a ritenere che (la fonte di) Polibio disponesse di una base
documentale, forse dei registri dell'intendenza cartaginese su cui
erano annotati i calcoli per i pagamenti. Cio, insieme col fatto
soprattutto che di tali pretese innominate significativamente non si
parla quando Giscone raggiunge i soldati e che di esse anche non c'è
in assoluto più alcuna traccia, induce a porre il problema di quale
significato abbia la loro menzione. Infatti o erano a loro volta
espressamente indicate nelle fonti documentali in questione o
l'espresssione è solo una chi usa narrativa di Polibio o della sua fonte
improntata al tema della esorbitanza delle pretese e retoricamente
rafforzantelo. Ma se fosse vera la prima delle due possibilità non si
capirebbe perché non venissero a loro volta espressamente riportate
da Polibio e ancora di più perché esse non ritornino nei successivi
rapporti di Giscone coi soldati; inoltre tanto più assurde fossero
127
Cfr. Griffith, p. 289; sull'istituto in generale p. 269-270.
128
Cfr. Meltzer, II, p. 372; Gsell, Il, p. 355-356; Walbank, p. 134-134 a partire
da Launey, II, p. 739; accolto da Warmington, p. 187; Huss, p. 254.
129
Cfr. [Arist.] Econ. II 23, 2, 1350a; Isoc. XV 109.
uo Cfr. Polyb. I 68, 10.
131 Per i premi supra p. 63-64.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 67
quale e del tutto diversa da quello punico, in specie per l'esistenza di una effi-
ciente intendenza connessa al carattere stanziale, ci pare un argomento piuttosto
per ritenere il contrario. Del resto è poco credibile che a reparti di cavalleria
corne quelli numidi, tipici anche per le loro specifiche monture, queste fossero
fornite dal governo.
137
Cfr. Griffith, p. 289, seguito da Warmington, p. 187; Walbank, p. 134;
Huss, p. 254 nt 16.
138
Gsell, II, p. 356 nt 3 riporta l'unico caso noto di fornitura pubblica del ca-
vallo a Cartagine del 410, sfuggito a Griffith. Ma la distanza temporale e la atipi-
cità del caso non ci paiono renderlo un argomento sufficiente; sulle richieste del
241 Gsell, II, p. 255-256 è peraltro poco perspicuo.
68 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
1
Cfr. OGIS 266 = RA 12, 1908, 11. 13-14; Launey, II, p. 739.
w
140
Polyb. 1 68, 11.
141
Cfr. Polyb. 1 69, l.
142
Cfr. Gsell, III, p. 104.
143
Cosi invece Carradice-La Niece, p. 49-50, che peraltro più che una ipotesi
pare una svista; corne ipotesi la assume invece Baldus, Deutungsvorschlage,
p. 177 nt 30.
144
Cfr. Polyb. 1 69, 1.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 69
145
Cfr. Polyb. 1 69, 1-2. La sintesi polibiana dell'argomento dei suoi discorsi -
accolta, peraltro senza giustificazioni, anche da Meltzer, II, p. 373 e Gsell, III,
p. 104 - non ha motivo di essere sospettata di invenzione retorica; Giscone infatti
doveva mantenere contatti con Cartagine e quindi l'informazione della fonte puô
risalire ai suoi rapporti. Il problema è nella interpretazione al di là della sintetici-
tà della testimonianza.
146
Cfr. Polyb. 1 70, 3.
147
Per Euvouç Mauersberger, s. v. Euvouç, col. 1035; il termine contiene en-
trambi i concetti di ben disposto e fedele.
14 s Cfr. Polyb. 1 69, 3.
149
Cosi intepreteremmo Polyb. 1 69, 8; 01tEp'ti0T]µt non autorizza a ricavare
che non intendesse procedere al pagamento di questi ultimi; né che il differi-
mento fosse in mala fede in quanto altrimenti non si parlerebbe di f3puxciu
à<popµfi.
70 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
15
° Cfr. Mauersberger, s. v. ÔlaÀumç, col. 402; si richiami Xen. Cyr. VI 1, 3
<love vale addirittura «congedo».
151
Per l'indicazione unilatcralc da parte dei soldati sono invece Meltzer, II,
p. 372; Huss, p. 255, all'oppposto De Sanctis, III, 1, p. 374.
152
Seguono invece la ricostruzione polibiana senza avvedersi delle sue
contradizioni interne, Meltzer, II, p. 372; Veith, p. 528; Huss, p. 254.
153
Cfr. Polyb. 1 68, 5; 6; e ad es. Meltzer, II, p. 372; Gsell, III, p. 103; De Sanc-
tis, III, 1, p. 374.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 71
154
Cfr. anche Meltzer, II, p. 373; Caven, p. 68; Warmington, p. 187.
155 Cfr. Polyb. I 69, 4-8. Rinviamo a più avanti la discussione sull'effettivo
momento genetico di tale direzione parallela antipunica in seno all'armata e sulJe
personalità dei suoi esponenti.
156 Cfr. Polyb. I 69, 5; 7 per contrasto con l'tKKÀ11cria succesivamente raduna-
161
La posteriorità e non la contemporaneità alle varie cruvôpoµai risulta da]
fatto che egli non tratta più con gli i;ytµovf:ç ma con i n:po€crTcirt€Ç, cioè con i
(nuovi) capi dei soldati, cfr. Polyb. I 70, 2; infra p. 75.
162
Cfr. Polyb. I 70, 1; o è della sua fonte, in tal caso vicina al personaggio?
163 Cfr. Polyb. I 70, 2.
164
Secondo Huss, p. 255 invece egli avrebbe sottovalutato la gravità della si-
tuazione.
165
Cfr. infra Cap. II.
166
Polyb. I 70, 3.
167
Cfr. Polyb. I 70, 4.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 73
168
Cfr. Polyb. 1 69, 3, il quale <lice pero solo che Giscone procedeva alpaga-
mento ed è ben possibile perciô che una parte dei Libî non fosse ancora stata pa-
gata.
169
Cfr. Griffith, p. 289, seguito da Walbank, p. 135, alternativamente ad una
altra ipotesi; e condivisa da Pedech, Polybe, p. 113 nt 2; ora anche Huss, p. 255
nt 24. Semanticamente non si vede perô corne il termine possa comprem. 1 ~re
anche il secondo degli elementi. Cfr. anche infra nt 171.
11
° Cfr. Polyb. I 69, 8.
171
Ciô concorre ad escludere la seconda ipotesi di Walbank, p. 136, seguita
da Huss, p. 255. Una ulteriore spiegazione diversa dalla nostra in Meltzer, Il,
p. 374, secondo il quale Giscone voleva far capire ai Libî che solo dal governo po-
tevano realmente ottenere il loro denaro; essa perô non si pone il problema ter-
minologico, né soprattuto quello di in che cosa consistesse il mancato ricevi-
mento del dovuto, e del resto Io studioso manca di cogliere la sfumatura ironica
della risposta; contra anche Walbank, ib. Le stesse obiezioni contro Gsell, III,
p. 105, che si limita a ritenere che il soldo non fosse stato pagato.
172
Cfr. Polyb. I 66, 6.
173 Cfr. Griffith, p. 289.
174
In Polibio si parla di una aggressione fisica a Giscone ed ai suoi che per
semplici ragioni di spazio difficilmente puô aver coinvolto più di un centinaio di
74 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
ad aggredire Giscone 175 • Ciè> trova due ulteriori conferme; nel com-
portamento di questi che fa stridente contrasto con la sua ricordata
percezione della gravità della situazione e si spiega solo se il gruppo
di coloro che protestavano non era molto numeroso e se riteneva di
avere ancora la sua autorità 176 • E nel comportamento di Matho e di
Spendio che hanno finalmente l'incidente che cercavano e si affret-
tano a sfruttarlo cercando l'irreparabile 177 , con ciè> dimostrando la
sua portata inizialmente ancora circoscritta. Cosi confiscano i beni
privati ed il tesoro dei Cartaginesi e li fanno ridurre in catene 178 • Solo
ora, con quella chc ne è la sanzione ufficiale e non già con la prima
aggressione, la situazione diviene irreversibile, corne nota con preci-
sione Polibio stesso 179 •
L' ammutinamento verrebbe infine consacrato con un giura-
mento terribile 180 • Ma va avvertito corne questo sia un topos connota-
tivo di barbarie 181 e dunque esprima un giudizio di valore (della
fonte) di Polibio che lascia per Io meno sorgere dei sospetti sulla sto-
rici tà della notizia, accresciuti dalla indefinitezza del suo conte-
nuto182.
8. Dobbiamo ora considerare diagonalmente a quanto sinora
descritto due aspetti essenziali per una esatta ricostruzione della
dinamica della intera vicenda e tra loro legati da una relazione
inversa. Da un lato il comportamento dei quadri regolari intermedi -
e in generale il trend della disciplina dei soldati -, dall'altro il for-
marsi tra questi di una direzione di fatto, ostile ai Cartaginesi. Al
diminuire dell'autorità degli uni corrisponde il crescere di quella
dell' altra.
Agli ufficiali intermedi, sempre indicati da Polibio corne (Ka-rà
scalmanati. Se il resto dei soldati vi avesse preso parte anche solo corne spettatori
incitanti, offrendo con cio la possibilità della efficace immagine di una folla infe-
rocita, Polibio certo non Io avrebbe taciuto.
175
Di ciô non si avvede ad es. Huss, p. 255.
176
L'ironia della sua risposta ci pare escludere che la tensione cui era sotto-
posto gli avesse fatto saltare i nervi, corne intende invece De Sanctis, Ill, 1, p. 374.
177
Cfr. Polyb. I 70, 5
178
Cfr. Polyb. l. c. Nonostante la somiglianza con gli eventi di 1 70, 4 la suc-
cessione immediata dei capitoli esclude una ripetizione degli stessi e indica in-
vece che si tratta del seguito dell'aggressione iniziale. Matho e Spendio potevano
sconfessarla e far liberare Giscone oppure sanzionarla e generalizzarla.
179
Cfr. Polyb. 1 70, 6. Non distinguono i due momenti ad es. Meltzer, II,
p. 374; De Sanctis, III,9, p. 374; Caven, p. 68; Warmington, p. 188; Huss, p. 255.
18
° Cfr. Polyb. l. c ..
181
Si pensi alla sacratio diro carmine della legio linteata sannita nell'annalisti-
ca romana, cfr. Liv. X 38, 5-12.
182
Notata, questa, da Walbank, p. 136. Significativamente Gsell, III, omette
di parlarne del tutto.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 75
183
Per l'espressione completa Polyb. I 67, 13.
184
Cfr. Polyb. I 66, 6.
185 Cfr. Polyb. I 67, 10.
186
Cfr. Polyb. I 67, 13.
187
Cfr. Polyb. I 69, 1.
188
Polyb. I 69, 11; sinteticamente anche Picard, Hannibal, p. 70.
189
Cfr. infra p. 122.
190
Per il significato prevalente di «essere a capo, guida» Liddel-Scott-Jones,
s. v. 1tpoicr0riµt, p. 1482, B, II.
191
Non sfugge corne altrove, ad es. Polyb. I 45, 5, il termine sia sinonimo di
'liytµoveç, cfr. Mauersberger, s. v. 1'\yeµrov, col. 1102, ma l'argomento addotto nel
testo, anche in virtù del principio metodologico di contestualizzare ogni inter-
pretazione semantica, non ci pare compromesso; inoltre in I 45, 5 è prevalente
una ragione stilistica di non ripetizione della stessa parola che qui non si ha.
192
Cfr. Gsell, II, p. 391-392; seguito da Picard, Vie, p. 205; Id., Hannibal,
p. 69; Huss, p. 478; è da rimarcare l'analogia con gli eserciti coloniali moderni.
Per le implicazioni sui significato e le cause della insurrezione infra Cap. II.
76 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
quanto dovevano, ùt' d:yvotuv, ôtà KaKiav 193 , non lascia dubbi quanto
all'esistenza, già da questo momento, di un gruppo anticartaginese.
Anche se in rapporto al quadro complessivo l'unicità di tale caso
indica la loro assoluta minoranza. Purtroppo Polibio ignora o
comunque non riferisce la nazionalità, con cià privandoci di un
indizio perla comprensione delle cause reali dell'ammutinamento.
La tenuta disciplinare complessiva dell'esercito segue un corso
naturalmente parallelo. Per misurarla correttamente non si deve
tanto guardare alla descrizione moralisteggiante del comporta-
mento dei soldati, anche perché una certa rilassatezza nei quartieri
in periodo di pace non ha nulla di patologico 194 , quanto assumere
corne indice la risposta agli ordini cartaginesi. A quello di trasferirsi
a Sicca essi obbediscono itpo0uµroç 195 . Un primo ostacolo si ha al
momento in cui si rompono le trattative con Annone. D'altra parte il
raggiungimento di un accordo a Tunisi ne importa un pieno ristabi-
limento, se Giscone puo permettersi di rivolgere loro dei rimpro-
veri196. Solo l'assemblea in cui sono eletti Matho e Spendio e la cui
convocazione certo non poteva essere avvenuta su ordine del
comando cartaginese rappresenta un primo atto abusivo, inizio di
un processo in crescendo, giustificando il commento di Polibio, con
una terminologia radicalmente diversa da quella usata per la situa-
zione a Sicca e Cartagine, che ovunque si aveva « ..• -r-i1v 0À:11v àKa-ta-
crmcriav Kai tapaxi)v ... », che non si riferisce al comportamento per-
sonale ma al dissolvimento di ogni catena gerarchica. Ed infatti,
corne detto, gli ufficiali sono ora soppiantati dai itpoEcrtéi'>n:ç. L'epi-
sodio dell'aggressione a Giscone ne è il culmine del tutto naturale.
Tale trend è una conforma dunque di quanto già visto e cioè di
corne di un ammutinamento, almeno corne rivolta violenta, si possa
parlare solo a partire dalla messa in ceppi di Giscone.
Con cio veniamo ad un ultimo problema. Se a mano a mano per
il comando cartaginese e i quadri intermedi diviene difficile gover-
nare una armata di oltre 20.000 uomini corne si spiegano repentine
decisioni corne il trasferimento a Tunisi e la convocazione
dell'assemblea? Una spiegazione si puo avere solo ammettendo che
già nel corso delle trattative con Annone si fosse formata una diri-
genza parallela - per definire analogicamente il fenomeno
193
Polyb. I 67, 11.
194
Cosl sono da intendere il comportamento a Cartagine, cfr. Polyb. I 66, 6,
per cui la traduzione di Mauersberger, s. v. èucpacria, col. 43 ci pare eccessiva, e a
Sicca, cfr. Polyb. I 66, 10; diversamente Meltzer, II, p. 371.
195
Polyb. I 66, 7.
196
Cfr. Polyb. I 69, 1-2; supra p. 68-69. Per quanto segue inoltre Polyb. I 70, 1,
da cui si cita.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 77
iY Cfr. Polyb. 1 69, 6, il suo ruolo è di primo piano e i disordini cui ci si rife-
7
invece Gsell, II, p. 302 e ora Ameling, p. 109, in quanto non pertiene strettamente
alla storia dell'amministrazione punica ma è un commento in generale, e perciô
acronico, sui modi di essa. Per Diod. XXV 8 infra p. 206, comunque posteriore.
202
Non si pone la questione Bengtson, p. 111 = 378; perla preesistenza ora,
Ameling, p. 110; perle competenze militari ed amministrative della carica, ana-
loghe a quelle dell'equivalente ellenistico, già Gsell, Il, p. 302 (mena esattamente
perô p. 253); Bengtson, p. 378; 379 = 111; 113, che omette di ricordarlo; Wollner,
p. 93-95. Il titolo più prossimo all'originale ci pare quello indicato sopra nel testo,
diversamente Bengtson, p. 111 nt 9 = 378; non pone il problema Wollner, ib., che
traduce comunque tv con über.
203
Seconda Lenschau, s. v. Hanno, col. 2352 non puô essere nato molto do-
po il 280. Si ricordi che nel 202 era ancora attivo, cfr. App. Lib. 49, 213.
204
Cfr. Gsell, II, p. 253; sulla possibilità di una discendenza dall'omonimo
principe del IV sec., ib. nt 5; ma, in assenza di alcuna testimonianza positiva, si
deve criticare la scelta di Picard, Révolution, p. 116 nt 1; Id., Hannibal, p. 15; 60 di
darla per scontata.
205
Diod. XXIV 10, 1.
206
Attestatoci da App. lb. 4, 16; Lib. 34, 145; 49, 213; Zon. VIII 22, 6.
Escluderemmo l'ipotesi che il predicato possa tradurre il pun. rb (rab), che ap-
punto vuol dire grande = dignitario, cfr. Sznycer, in Nicolet, p. 585; Sznycer,
Titre, p. 119-120. Esso infatti spettava ai maggiori personaggi in quanto tali, tanto
da potersi ritenere designante i senatori, e allora non si spiegherebbe perché la
tradizione Io radicasse specificamente con Annone e non anche, per dime due,
con Amilcare o Giscone. La matrice va cercata altrove, direttamente nell'ambito
culturale-politico ellenistico e corne tale va connessa al caratteœ rilevante delle
conquiste di Annone, che rimangono, fino alla guerra del 237 di Amilcare, senza
paralleli.
207
Questa è l'ipotesi più plausibile sia perché App. lb. 4, 16 glielo attribuisce
in relazione alla insurrezione libica, sia anche perché si tratta dell'unico exploit
della sua carriera. Non esiste motivo per ritenere l'appellativo attribuitogli dal-
l'annalistica romana, corne fa invece Lenschau, op. cit., col. 2355.
2os Cfr. Nep. Ham. 2, 1.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 79
209 Cfr. Nep. Ham. 1, 1; ignorato da PW questo Annibale potrebbe essere il ge-
II, p. 253; Picard, Hannibal, p. 17-20, cui vale aggiungere l'osservazione che solo
un membro della aristocrazia poteva ricevere molto giovane un comando di
grande responsabilità corne quello di Sicilia; contra Scullard, Carthaginians,
p. 22 : «new man». lnoltre Goerlitz, p. 19.
211 Per il problema dell'epiteto (o nome di famiglia?) - sem. hbrq -, Meltzer,
II, p. 582; Lenschau, s. v. Hamilkar, col. 2303; Picard, Hannibal, p. 19; Sznycer,
552-553.
212
La questione della data di arrivo in Sicilia, ai nostri fini marginale, è
controversa, prevale oggi la primavera del 247, cfr. De Sanctis, III, 1, p. 245-246;
seguito da Walbank, p. 119-120; Warmington, p. 182; Huss, p. 246; inoltre Melt-
zer, II, p. 338; Lazemby, p. 19; al 246 pensano invece Gsell, III, p. 96; Picard,
Hannibal, p. 64 (ma diversamente p. 53); ignora il problema Gwyn Morgan. Con
l'avvertenza comunque che il suo comando navale era forse precedente, cfr. Po-
lyb. I 56, 2, contra, Walbank, p. 119.
La cronologia relativa, per noi più rilevante, con la conquista di Theveste, a
sua volta difficilmente databile con precisione, non puô stabilirsi anche se sem-
brerebbe che il comando di Annone fosse di qualche tempo più antico.
213
Cfr. Nep. Ham. 1, 2. Quello che sappiamo dell'età dei suoi figli, cfr. Gsell,
III, p. 96 nt 2; Picard, Hannibal. p. 64, impedisce perô di prendere alla lettera
l'espressione, ma, anche considerato quanto detto alla nt precedente, è da rite-
nere che fosse di qualche anno più giovane di Annone, il che ci fa propendere più
verso il termine basso che quello alto del periodo (280-275) proposto da Picard,
Révolution, p. 118; Id., Hannibal, p. 65. Quello di Nepote è, tecnicamente, sen-
z'altro un uso erroneo, tuttavia la sua testimonianza deve ritenersi valida relativa-
mente, cioè quanto alla giovinezza, (magari rispetto alla carriera standard all'e-
poca del biografo), per cui, anche tenuto conto della bontà delle sue fonti, cfr.
Geiger, p. 108-109, essa riacquista importanza per escludere l'identificazione del
Barca con l'Amilcare n. 6 di PW, ripresa da Lenschau, s. v. Hamilkar, n. 6, col.
2303; Brizzi, Armée, p. 310, e dunque la data di nascita a ca. il 265 di Lenschau,
s. v. Hamilkar, n. 7, col. 2303; contro tale identificazione, con altri argomenti,
anche Meltzer, II, p. 570; De Sanctis, III, 1, p. 121 nt 59; Picard, Hannibal, p. 37-
38. È ipotesi di Caven, p. 57 - condivisibile e del pari estensibile ad Annone - che
egli avesse partecipato alle operazioni contro Regolo, anche se appunto corne uf-
80 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
ficiale subalterno e non identico allo stratego omonimo - col che mantiene validi-
tà la seconda parte dell'osservazione di Brizzi, ib.
214
Cosi già anche Meltzer, II, p. 395.
215
Ciô emerge da quanto, sotto il profilo del contenuto della pace e della sua
modificazione negoziale, nota Scardigli, p. 222-223.
216
Cfr. Polyb. 1 66, 1.
217
Cfr. Polyb. 1 67, 12; abbiamo visto perô quale fosse la reale ragione di ciô.
218
Cfr. Polyb. I 68, 12; perle ragioni loro attribuite subito di seguito.
219
Cfr. Polyb. 1 67, 12, <love se si fosse voluto intendere solo Amilcare e Gi-
scone li si sarebbe nominati espressamente corne effettivamente in I 68, 12-13; il
riferimento ha quindi verosimilmente una intenzionale portata generalizzante
per intendere più generali oltre ai due. Cio del resto corrisponde meglio alla
struttura di comando di una armata di oltre 20.000 uomini.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 81
220
Cfr. Polyb. 1 66, 1; 68, 12
221 Cfr. Polyb. 1 66, 1.
222 Cosl De Sanctis, III, 1, p. 372 nt 3; ma già anche Meltzer, Il, p. 369 da
questi frainteso; ed ora Caven, p. 67. Tra scadenza ed estromissione non prende
invece posizione Lenschau, op. cit., col. 2304.
223
Cfr. Gsell, Il, p. 427.
224
Cosl da De Sanctis, III, 1, p. 372 nt 3 e soprattutto da Walbank, p. 132; e
recepito nella trad. Pedech, p. 111.
225 Cfr. esattamente anche Mauersberger, s. v. ooKtro, col. 563; cfr. invece col.
560 per il primo ooKtco del l. c ..
82 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
226
La notazione di De Sanctis, III, 1, ib. che di essa non esista indicazione
espressa è in sè argornento insufficiente. L'ipotesi era sostenuta da Neumann,
p. 164; seguito da Veith, p. 526.
227
Per tale ultima ipotesi invece Walbank, p. 132; si veda già Gsell, II, p. 254;
ma anche costituzionalrnente non si comprende come si sarebbe poi concreta-
mente sostanziata.
228
Peraltro senza argomenti questa era l'opinione già anche di Picard, Han-
nibal, p. 67; il quale risulta insoddisfacente nella sua spiegazione complessiva, di-
versa dalla nostra.
229
Cfr. infra Parte III, cap. X.
L'AMMUTINAMENTO DELL'ARMATA DI SICILIA 83
cioè Polyb. III 9, 7-9, seguito da Nepote 230 , «èKEivoç yà.p oùx tin110Eiç
-rq'.> 7tepi I:tKeÀ.iaç 7tOÀ.ɵ<p -rfl 'lfUXfl, -rq'.> ôoKeiv aù-roç µèv àKÉpata ôu1-
-re-r11p11Ktvat 'tÙ 7tEpl 'tOV "EpUKU CHpU't07tf:ÔU 'tUÎÇ 6pµaîç f:q>' IDV UÙtOÇ
Tiv, ôtà ôè -riJv tv -rfl vauµaxiQ. -rrov Kapx11oovicov Ti-r-rav -rotç Katpoîç
eiKcov 7te7toti)cr0at -ràç auv0i)Kaç, tµevev t7ti -ri)c; 6pµi)ç, -r11 prov àei 7tpèç
È7ti0ecrtv. Ei µèv ouv µiJ -ro 7tEpi -roùç Ç&vouç tytve-ro Kiv11µa -roîç
Kapx11ooviotç, eù0&roç dv dJ..J..11v àpxiJv t7totei'to Kai 7tapacrKeuiJv 7tpay-
µci'trov, OCîOV È7t' ÈKEl Vql. 7tpOKU'tUÂ.1l<p0Eiç OÈ 'tUÎÇ tµqmÂ.tOlÇ 'tUPUXUÎÇ ÈV
-rou-rotç Kai 1Œpi -rmhaç ôuhptf3e -rà.ç 7tpaÇetç » La collocazione crono-
logica è precisa quanto l'indicazione di tale attività; è l'insurrezione
che impedisce ad Amilcare, dopo la conclusione della pace, di intra-
prendere - o di portare a termine - i preparativi perla immediata
( eu0troç) ripresa della guerra. Il che implica che a questo era rivolta
la sua attività politica nei mesi precedenti Io scoppio dell'insurre-
zione - sia nel senso di ottenere i consensi necessari sia di appron-
tarne materialmente i mezzi.
Alcune osservazioni ci portano a ritenere che qui non si tratta
di una interpretazione soggettiva dello storico ma di una obiettiva
testimonianza, trasmessa a Polibio da uno degli storici annibalici
che ne doveva aver avuto notizia diretta. Anzitutto se si confron-
tano i §§ 7-9 con il § 6 che effettivamente contiene mere specula-
zioni, si vede che il rapporto di quelli con questo è di argomento
concreto a tesi; quanto detto in § 6 si fonda su quello che segue in
§§ 7-9 e in III 10, 1-6. In secondo luogo i §§ 7-9 contengono dettagli
di grande. puntualità, impensabili ed inutili se si trattasse di mere
riflessioni; anzitutto la precisa collocazione cronologica in uno
spazio assai limitato, poi la terminologia di carattere assai tecnico
ed inequivoco 231 • L' esistenza di preparativi per la ripresa della
guerra è inoltre confermata da quanto diremo sulla pronta disponi-
bilità del materiale per l'allestimento delle truppe con cui verranno
affrontati gli insorti. Inoltre è da richiamare - sia corne particolare
confermante la storicità, sia corne informazione per noi di interesse
- l'inciso « . .• oaov è7t · tKeiv<p», il quale puo intendersi solo corne
riferito ail'esistenza di forze politiche contrarie ad una ripresa, o ad
23
°Cfr. Nep. Ham. 1, 4-5. Si ricordi perô, e significativarnente, corne questi
conoscesse e usasse le Storie di Sosilo e Sileno, il che potrebbe confermare quan-
to direrno nel testo sui carattere obiettivo della testirnonanza di Polibio.
231
IIapamrnuft nel vocabolario polibiano indica i preparativi logistici e di ar-
mamento in prossirnità di una guerra, si veda l'impiego in Polyb. V 63, 10-11 in ri-
ferirnento all'allestirnento dell'esercito egiziano nel 217; e tanto più significativa-
rnente in quanto una ripresa della guerra avrebbe posto problerni di rifornirnenti
e di linee di cornunicazione. AÀÂ.llV àpxftv puè> riferirsi a 7tpayµ<i'rrov, cos! ad es.
V
Mauersberger, s. v. àpxit col. 230, ma in tal caso sarebbe una tautologia, sia,
corne ci pare preferibile, avere il significato storiografico tipico di «inizio» (della
guerra), corne intende Foucault ed., Polybe, III, p. 42.
84 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
232
Cfr. Polyb. III 9, 7; in modo diverso e più forte Liv. XXI 1, 5 riferisce che
egli riteneva la Sicilia abbandonata nimis celeri desperatione. Qui è forse anzi la
traccia di una polemica di Amilcare con il governo metropolitano, quasi una
Dolchstof)legende punica!
233
Cfr. Polyb. 1 83, 3-4; infra p. 195.
234
Una nuova flotta era probabilmente già in cantiere e sarebbe stata in linea
di Il a poco, se Cartagine potrà imporre un serrato blocco navale agli insorti, cfr.
infra p. 152; 164; anche 195. Sulla mantenuta supremazia navale nel Mediterra-
neo tra le due guerre puniche si rinvia al nostro lavoro in preparazione.
235 Cfr. Polyb. 1 68, 7, che, benché soggettivamente, coglie la situazione; e so-
239
Intrepreteremmo cosl Diod. XXIV 13, che La Bua, p. 171 collega, proba-
bilmente a ragione, con Polyb. I 62, 5. Di mediatore parla Scardigli, p. 222 - tra le
poche a <lare la giusta importanza all'informazione; la fonte è da ravvisarsi in Fi-
lino - la principale ma non unica della I guerra punica in Diodoro, da ultimo cfr.
Càssola, Diodoro p. 758-762 -, cfr. Ackermann, p. 15, che si rifà già a Niebuhr;
Taübler, p. 114; Walbank, p. 126
240
Diversamente Picard, Hannibal, p. 16; 45; 68, seguito da Caven, p. 63, che
Io ritiene antibarcide ma solo sulla base della politica di mediazione condotta tra
partito annibalico e Annone dal figlio Asdrubale - il che è poco per postulare una
inimicizia politica oltre un quarto di secolo prima.
241
La presenza nella città è confermata dalla massiccia quantità di ritrova-
menti numismatici, cfr. Cutroni Tusa, p. 40; Manfredi, p. 39; 45.
242
Cfr. Polyb. I 67, 13; 68, 4; cfr. anche 67, 3.
86 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
243
Ad una occupazione con la forza fa pensare anche App. Sik. 2, 9.
CAPITOLO II
L'INSURREZIONE LIBICA
E LE CAUSE DEL CONFLITTO
1
Cfr. Polyb. 1 70, 8, si veda anche Nep. Ham. 2, 2, la cui dipendenza da Poli-
bio - per sintesi - è palese. Il termine usato, poleis, non va frainteso essendo da
lungo noto che tale terminologia indica, nel contesto libico, qualsiasi agglomera-
to abitativo, spesso fortificato (castella) - e in generale ci segnala il caratere se-
dentario della popolazione - oltre naturalmente a centri urbani veri e propri, cfr.
già Gsell, II, p. 104-106; 301; Picard, Administration, p. 1259 nt 2; Warmington,
p. 61; Whittaker, Land, p. 339; 342 che ne richiama la basilare struttura a clan;
Garda Moreno, p. 75; Huss, p. 470; che omettono peraltro, tutti, il l. c.; erronea-
mente De Sanctis, III, 1. p. 37 nt 107 pensava a fortezze cartaginesi. Con un taglio
diverso sull'organizzazione degli insediamenti nell' Africa punica anche Fushôl-
ler, p. 122-131.
2
Polyb. I 70, 9.
3
Cfr. Polyb. I 72, 5.
4
Cfr. Polyb. I 70, 9; 73, 3; perla cifra infra p. 117; 121.
5 Cfr. Polyb. I 70, 9.
6
Cfr. Polyb. I 72, 6.
7
Polyb. I 72, 6; perle somme dovute ai soldati infra p. 92.
88 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
8
Quanta ai 70.000 insorti possiamo supporre che fossero volontari senza
stipendia.
9
Perla quantità prevalente delle riconiature, ancorché non esclusiva corne
confermano le più recenti verifiche, Cutroni Tusa, p. 39; Manfredi, p. 38; ib.
nt 42; 39.
1
° Cfr. per esso Mauersberger, s. v. Bîotµoç, col. 1009.
11
Cfr. anche supra p. 16. La struttura polibiana è accolta in prevalenza dalla
letteratura moderna, ad es. cosl Meltzer, II, p. 374-375; Veith, p. 529; De Sanctis,
III, 1, p. 374-375; Warmington, p. 188; Garcia Moreno, p. 72; Huss, p. 252-256;
Carradice-La Niece, p. 33; Seibert, Hannibal, p. 14-15; in parte anche Gsell, III,
p. 106.
12
Cfr. Zon. VIII 17, 8; non si puo nascondere peraltro che cio puo essere
semplice conscgucnza dell'accostamento sintetico dei dati.
n Cfr. supra Parte I, Cap. I.
14
Cfr. App. Sik. 2, 9; Lib. 5, 18.
15
Cfr. App. Sik. 2, 9; collocarlo a dopo la caduta di Utica è una imprecisione
conseguente alla concentrazione sintetica delle due notizie analoghe di occupa-
zione di città.
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 89
16
Cfr. Polyb. I 69, 6-7. In verità Polibio riferisce che questo era l'argomento
che Matho faceva valere tra i suoi conterranei, ma non potendo certo esservi do-
cumenti di tale sua sobillazione è più verosimile che si tratti di una imputazione
soggettiva di Polibio o della sua fonte di quanto si sapeva dei timori diffusi tra i
soldati.
17
Cfr. App. Sik. 2, 8. Sappiamo che il trattato di pace contemplava la restitu-
zione dei disertori romani da parte cartaginese, cfr. Schmitt, p. 180 c); Scardigli,
p. 224-225, ma è lecito presumere che la clausola fosse reciproca corne Io era per
i prigionieri, cfr. Schmitt, p. 178 c); Scardigli, p. 224. La notizia in virtù dell'am-
montare numerico che esclude possa trattarsi di un episodio durante la guerra -
e che fa sospettare anzi che si tratti di disertori + prigionieri - puà collocarsi solo
in adempimento di esso; del resto era nell'interesse di Roma liberarsi da un pre-
senza cosl ingombrante e scomoda.
18
Cfr. Polyb. I 69, 5.
19
Cfr. Polyb. I 67, 7.
20 Per esso supra p. 9 ss.
21
Cfr. supra p. 72.
90 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
22
Cfr. Polyb. I 72, 4.
23
Cfr. Polyb. 1 72, 3-4.
24
Cfr. Polyb. I 69, 7-8.
L1NSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITfO 91
31
Acquaro, p. 138, ha ipotizzato, in base a taluni isolati precedenti siciliani
del IV sec. che sperassero in insediamenti coloniari, ma cio rimane almeno indi-
mostrabile; infra nt 98.
32
Polyb. I 72, 6.
33
Cfr. supra p. 72-73; diversamente Griffith, p. 276; 288. In Polyb. I 69, 3 la
medesima espressione indica generalmente quanto dovuto dai Cartaginesi, cioè
quanto non ancora pagato, e non specificamente gli stipendi, per cui è ben possi-
bile che Io stesso significato generale abbia in I 72, 6 che sarà dunque da preci-
sare in base a quanto ricavato <lai fatti nel loro complesso. Cio comunque è in-
differente con quanto segue nel testo che anzi sarebbe rafforzato se di stipendi e
non di indennizzi si trattasse.
34
Polyb. l. c.
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITTO 93
35
Cfr. Polyb. I 70, 5.
36
Cfr. Gsell, II, p. 301-302; Whittaker, p. 338-339; Huss, p. 470; ib. nt 32;
anche Scullard, p. 504; diversamente Warmington, p. 80; naturalmente la super-
visione della leva fiscale e militare competeva a funzionari inviati appositamente
da Cartagine. Non si puô dire nulla sull'estrazione del sl r~t (all'incirca : praefec-
tus pagi) che era preposto ad ognuno dei sette-otto distretti in cui era organizzata
la chora punica, si veda Picard, Administration, p. 1258; 1265, che implicitamente
pare ritenerlo punico; Huss, ib.; va perô richiamata la cautela cui invita ora Szny-
cer, in Nicolet, p. 597-598 con una sorta di ritomo a Gsell, II, p. 301 contro l'entu-
siasmo di Picard, op. cit., p. 1257 quanto alla stessa esistenza di questi distretti
già in età cartaginese, in particolare Io studioso riconosce corne sicuramente pu-
nico solo il distrelto di Thusca che tutto lascia ritenere posteriore al 236, cfr.
Sznycer, Étude p. 167-183; Id., in Nicolet, p. 597-598.
37
Cfr. Fantar, Afrique, p. 59; Huss, p. 55; perla questione dei Libifenici infra
p. 113; ib. nt 150. L'esistenza di tale notabilità integrata è confermata pure dalla
relativa facilità con cui ogni volta che declinano le fortune militari degli insorti i
territori si sottomettono ai Cartaginesi e con cui definitivamente repressa l'in-
surrezione si ristabilisce il dominio punico, cfr. infra passim nella Parte III.
94 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
Inoltre alla sua luce meglio si comprende corne e perché Amilcare potesse prati-
care una politica di pacificazione, cfr. infra p. 176.
38 Polyb. 1 70, 9.
39
Esattamente si è rilevato corne causa delle endemiche rivolte africane
fosse il tentativo cartaginese di « fossilizzare » le élites a proprio favore contro il
meccanismo di ricambio delle strutture di clan, cfr. Whittaker, Land, p. 339,
anche 332-334.
L1NSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 95
40 Cfr. Picard, Vie, p. 123-125; Id., Hannibal, p. 61; 69-70; già Id., Révolution,
avrebbero richiesto un tempo assai più lungo che non quello dei
contatti tra mercenari e Libî.
Al contrario ogni carattere socialmente eversivo rimane escluso
dal fatto che non ci è ricordato alcun provvedimento di redistribu-
zione della proprietà agraria - corne è tipico ad es. dei sommovi-
menti greci di età ellenistica 45 - , o di modificazione dell'assetto
sociale indigeno 46 , cosa che conservatori corne Polibio, ma anche
Appiano, difficilmente non avrebbero registrato. Mentre per parlare
di «proletariato libico» e di «lotta di classe» - ferma restando ovvia-
mente la problematicità stessa dell'impiego di tali categorie pcr il
mondo antico, che del resto non sfugge allo stesso Picard - manca
quell'elemento di critica ideologica e consapevole al sistema la cui
assenza, corne è stato acutamente notato 47 , impedisce di qualificare
in tale modo le stesse guerre servili romane che a priori vi avrebbero
ben maggiore legittimazione. Ed anzi l'adozione di simboli legati al
mondo militare o agricolo nella monetazione degli insorti ne con-
forma, all'opposto, l'accettazione implicita, anche se probabilmente
inconscia, mentre, corne vedemmo, (sia pure solo) una parte delle
classi alte indigene aderisce al movimento 48 • Gli insorti infine non
paiono appartenere a ceti diseredati se dispongono di moiti
schiavi 49 •
Da altri si è fatto principalmente centro, in modo non sempre
perspicuo, sui carattere etnico, corne caso più risalente di opposi-
zione della cultura libica a Cartagine 50 • Anche tale idea lascia pero
perplessi. L'affermazione di un consapevole sentimento di identità
45
Cfr. Fuks, Patterns, p. 77 = 35; Id., Social Revolution, p. 446-447 = 49-50.
46
Si noti corne manchi tra gli insorti Io slogan isotes, isonomia proprio di
più di un episodio greco, per i quali cfr. Fuks, Patterns, p. 77-78 = 35-36.
47
Cfr. Gallini, p. 128.
48
Quanto detto non toglie che nell'accezione ampia - che non è quella di Pi-
card - che il termine inizia a prendere nella storiografia contemporanea, si veda
Stone, p. 3-25, a tutto scapito di una precisa comprensione dei fenomeni, si possa
anche parlare di rivoluzione, ma senza spiegare in tal modo nulla quanto a natu-
ra e cause.
49
Cfr. Polyb. 185,1, che siano moiti emerge dal tenore della notizia, anche se
si tratta di una generalizzane di episodi isolati.
Si veda inoltre sulle condizioni economiche dei Libî Gsell, II, p. 304-305,
con argomenti incontrovertibili proprio a proposito della situazione del 241;
Scullard, p. 504. L'integrazione sociale con gli elementi punici conferma cio.
Contra invece Picard, Vie, p. 124. La vexata quaestio del modello di proprietà/
produzione libico - proprietà privata o comune, tipo di produzione idraulico - ri-
rnane sotto tale rispetto irrilevante, per essa comunquc cfr. gli Aa. citt. nt 40.
0
' Oltre ad un sintetico spunto in Warmington, p. 190 si vedano Cutroni Tu-
sa, p. 33; 39; Acquaro, p. 138; 142; Scullard, p. 567, Manfredi, p. 39; 80. Ma è in-
teressante notare corne di «Nationalkrieg für Afrika», corne dicemmo, già par-
lasse Niebuhr, Vortrage, 1, 2, p. 44, a quanto pare del tutto obliterato dagli Aa.
citt.
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 97
51
Si pensi solo alla complessità genetica e alla differenziazione morfologica
che un concetto equivalente a quello moderno di nazione ha nelle due culture
maggiori, greca e romana, cfr. Mazzarino, II, 1, p. 85-102. Si consideri solo e. g.
corne una vicenda le cui cause verrebbe automatico imputare a nazionalismo, la
guerra di Palmira contro Roma negli anni '50 del III sec. d. C., non solo vi risulti
in concreto assolutamente estranea, cfr. R. MacMullen, Enemies of the Roman
Order. Treason, Unrest, and Alienation in the Empire, Cambridge Mass.-London
1967, p. 224 ss., sopr. 225, ma fosse percepita dalle fonti arabe addirittura non
corne un conflitto arabo contra Roma ma corne uno intra-arabo in cui marginal-
mente si inseriva Roma, cfr. G.W. Bowersock, Hellenism in Late Antiquity, Cam-
bridge 1990, p. 8. Metodologicamente cio obbliga alla massima cautela per realtà
di cui sappiamo infinitamente meno.
52
Per il catalogo delle emissioni Robinson, Coinage, p. 1-31 (che per primo
ne propose l'identificazione, oggi pressoché canonica, con quelle degli insorti,
cfr. Id., Coins, p. 68, no. 33; Id., Coinage, p. 5; Id., Hoard, p. 28-29; Id., Libyan
Hoard, p. 12-14; Crawford, p. 137-138); Carradice-La Niece, p. 34-36, che registra
i tipi del ritrovamento più recente di 167 posteriore ai lavori di Robinson; Man-
fredi, p. 28-38; 47-73; 159-164, che è l'unico completo potendo tenere conto di
quest'ultimo rinvenimento. Proprio ora peraltro tale identificazione è stata revo-
cata in discussione in un brillante studio, ricco di acute suggestioni, da Mangana-
ro, il quale ascrive le serie ad emissioni della guerra annibalica, a partire dal 215 e
forse fino alla sua conclusione, p. 99-103. A tale conclusione, p. 100-103, va pero
obiettato che mancano riscontri euristici all'ipotesi della persistenza, o anche so-
lo del ritorno, di tendenze autonomistiche in Libia - che difficilmente sarebbero
sfuggite ai Romani e quindi aile nostre fonti - su cui si basa e che è improbabile
che dopo il terribile monito della guerra del 241-237 potessero effettivamente ri-
formarsi e soprattutto essere rese pubbliche in modo tanto provocatorio. E,
comunque, in secondo luogo, in tale eventualità, è difficile ammettere che potes-
sero essere tollerate da Cartagine proprio nel momento in cui la guerra con Ro-
ma sembrava sui punto di essere vinta e dunque una repressione interna non pe-
ricolosa. Inoltre non si vede perché dovessero esprimersi in una legenda in carat-
teri greci. E se è vero che nella Sicilia del IV sec. Cartagine tollerava una certa
autonomia di emissioni, essendo diversa la situazione amministrativa e geografi-
ca cui cio conseguiva l'analogia non vale a dimostrare che questo potesse verifi-
carsi nel territorio metropolitano. Infine se le componenti cui tali emissioni sono
da collegare sono quelle libiofenice da un lato non si comprende perché allora
questa non fosse la legenda adottata, mentre dall'altro, se i Libifenici sono da
identificare con Libici punicizzati, corne intende Manganaro, risulta contraddit-
torio che proprio coloro che avevano assorbito la cultura punica e si erano social-
mente integrati al meglio nello stato cartaginese, poi vi rivendicassero un qualche
proprio statuto in opposizione ad esso.
53 L'accento etnico (della fonte principale) di Appiano, di carattere descritti-
54
Cfr. da ultimo Consolo Langher, p. 34-35; 43, nn. II 5-6.
55
Anche se tale ripetizione fosse stata dovuta ad esigenze puramente tec-
niche, corne quella di predisporre stampi e, perché no?, scegliere le simbologie
tali esigenze non impedivano che si ponesse da subito la legenda.
56
Cfr. il catalogo di Robinson, Libyan Hoard, p. 12-13.
57
Cfr. Robinson, Coinage, p. 9-10; Id., Hoard, p. 30; Id., Libyan Hoard, p. 11;
seguito da Warmington, p. 190.
58
Cfr. infra Parte III, Cap. I, § 1.
w Che gli insorti si rifornissero presso di esse è ampiamente attestato, cfr.
Polyb. I 83, 7; App. Lib. 5, 21; infra p. 195.
60
Cosi Cutroni Tusa, p. 39; Acquaro, p. 138; 140, Carradice-La Niece, p. 51;
Manfredi, p. 39; 41-42; 78-79. Accanto alla connotazione campana dei mercenari
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 99
poi se ne postula una ulteriore, ignota (!), esprimentesi nel tipo testa di Core/
cavallo stante, cfr. Manfredi, p. 76.
Ma il solo argomento addotto, che Spendio fosse campano, non prova certo
un ruolo predominante della sua etnia : se cos! fosse Polibio noterebbe corne la
sua preoccupazione di essere riconsegnato ai Romani fosse diffusa, corne fa a
proposito di Matho, e soprattutto perché la Campania pare area poco plausibile
durante la prima guerra punica per un reclutamento ordinario di mercenari es-
sendo parte della federazione romana - e del resto Spendio è infatti uno schiavo
evaso, cfr. infra p. 107-108 -; mentre quanto nota Manfredi, p. 40 prova solo che
degli Italici - Bruzzi, ma è tutt'altra cosa - erano usualmente arruolati in passato
<lai Cartaginesi; alla studiosa va poi obiettato che una cosa sono gli Italici del
Bruzio un'altra i Campanie i Greci d'Italia. Il fatto infine che Spendio fosse uno
dei leaders non prova nulla quanto al numero e al peso dei suoi connazionali -
dovremmo altrimenti dire Io stesso per i Celti a partire dal fatto che un altro dei
capi era il Gallo Autarito. Un sentimento nazionale dei Campani poi avrebbe avu-
to corne suo sbocco naturale non una improbabile fusione politica coi Libî - cosi
invece Acquaro, p. 142 -, ma semplicemente un ritomo in Magna Grecia o, se
possibile, in aree greche corne Cirene. Che infine i mercenari avessero richiesto
assegnazioni agrarie al governo cartaginese al momento delle trattative e ora spe-
rassero di vederle soddisfatte dagli insorti, corne ritiene Acquaro, p. 138, è ipotesi
intenibile a fronte del dettaglio e della origine documentale della informazione
polibiana su di esse - e percfü non puo trovare ora un sostegno analogico in una
pur certa tendenza dei mercenari campani del IV sec. alla stanzialità territoriale,
brillantemente notata di recente da Ampolo, p. 13. Per la legenda mem infra
p. 110-112.
61
Cos! Acquaro, p. 140, che oscuramente parla di « ... entité «citoyenne» ... »;
anche Manfredi, p. 42.
62 Lo riconosce la stessa Manfredi, p. 41.
63
Perla assenza di legenda su queste Robinson, Coinage, p. 4; cfr. perà p. 12.
100 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
64
Per il dato Manfredi, p. 42; 73.
65Per il dato Acquaro, p. 140; Manfredi, p. 42; Manganaro, 98-99.
66
Cfr. Cutroni Tusa, p. 35
67
Per il dato Cutroni Tusa p. 39; Acquaro, p. 140; sempre di gusto siceliota
invece per Manganaro, p. 99.
68
Per il dato Acquaro, p. 140; Manganaro, p. 99.
69
Cfr. Cutroni Tusa, p. 40.
7
° Cfr. Robinson, Hoard, p. 30; 32; Id., Libyan Hoard, p. 11; Scullard, p. 567.
71
Per il dato Carradice-Laniece, p. 51; Manfredi, p. 42-43.
72
Cosl Manfredi, p. 42-44; anche il fatto, osservato da Robinson, Coinage,
p. 10, che le divinità raffigurate sulle monete potrebbero essere di remota origine
indigena e successivamente trapassate nel pantheon punico, è assai speculativo,
in quanto le stesse sono ad es. ricondotte a matrici greche da Manfredi, p. 41; 42
e del resto un influsso religioso libico sui Cartaginesi è recisamente negato ad es.
da Huss, p. 546, mentre per contro è la religione libica ad essere connotata in
senso fenicio, cfr. ad es. Picard, Religion, p. 21-25. E comunque nulla toglie che
esse ormai appartenevano alla cultura punica.
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITTO 101
73
Oltre al caso tipico della insurrezione maccabaica si pensi e. g. al ruolo di
guida dei druidi nella insurrezione di Vercingetorige e in quelle posteriori, per
cui esaurientemente Zecchini, Druidi, 55 ss. In generale per l'opposizione all'im-
pero romano A. Momigliano, Preliminary Remarks, e Bowersock, Mechanics.
74
Quanto a questo secondo inoltre la provenienza dagli insorti e non punica
non è dal tutto sicura, cfr. Robinson, Libyan Hoard, p. 13; Carradice-La Niece,
p. 50-51. Se libico è preferibile ritenerlo di zecca diversa da quello degli altri conî
piuttosto che tipo più risalente secondo le due ipotesi di Jenkins, Varia, p. 134.
75
Per l'origine fenicio-orientale e non libica di Tanit (pun. Tnt), corne invece
sostiene Robinson, Coinage, p. 10, per tutti Picard, Religion, p. 56-66; Huss,
p. 515-516.
76 Peraltro anch'essa, benché occcasionalmente, attestata nel pantheon puni-
sione, p. 42; a livello artistico - per il quale peraltro si registra in taluni casi,
comunque da non esagerare, cfr. Bisi, Studi, p. 229, un sincretismo tra le due
102 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
componenti che in ogni caso nulla toglie ai nostri fini - e in generale culturale
Burian, p. 431-432; Fantar, Tunisie, p. 118; 119-123; Id., Afrique, p. 61-63; 64-65;
67; Romanelli, Roma, p. 250-251; Bondi, Fenici, p. 388-389; Huss, p. 509. A livel-
lo religioso la ricezione unilaterale di elementi punici nel mondo libico è assai
marcata cfr. Picard, Religions, p. 21-25; Bisi, op. cit., p. 110-112; Huss, p. 546. È
cosa diversa che tale integrazione non fosse conseguenza di una politica di raf-
forzarnento statale, corne per Roma, - o non si possa riconocere corne tale. Per la
questione, qui poco rilevante, dei Libiofenici, infra nt 150. Perla punicizzazione
della Numidia (Cirta etc.) ad es. Sznycer, in Nicolet, p. 593 e si ricordi corne il
bisnonno di Massinissa portasse il titolo di sufeto, cfr. KAI 101.
80 Cfr. Warmington, p. 80; Scullard, p. 504.
81
Ma anche qui non al livello di struttura bensl nel ricambio, cfr. supra p. 94
nt 39.
si Cfr. supra p. 23.
83
Cfr. Rostovtzeff. Il, p. 709-710.
84
Richiamano Io slogan ma senza ulteriori commenti solo Whittaker, Land,
p. 378; Garcia Moreno, p. 72.
85 Cfr. Plut. Dion. 37, 3 che instaura una relazione pregiudiziale dell'ugua-
glianza rispetto alla libertà; ha torto Fuks, Social Revolution, p. 448 = 51; Id., Pat-
terns, p. 81 = 39 a parlare di equazione, che pure peraltro intende bene il senso di
isoles, cfr. Social Revolution, ib.; Patterns, p. 77-78 = 35-36; 80-81 = 38-39.
L1NSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 103
86
Cfr. Fuks, Patterns, p. 81 = 39; Id., Social Revolution, p. 448 = 51. Si consi-
deri corne anche la libertà individuale fosse il motore delle guerre servili romane,
cfr. Gallini, p. 128.
87 Per la prima accezione, senz'altro prevalente, Petzold, p. 44; 47; 51;
Mauersberger, s. v. tÂ.w0t:pia, coll. 752-753, che per il nostro caso coglie pero so-
lo essa; molto marginalmente anche Walbank, Polybius, p. 152; Musti, Polibio e
l'imperialismo, p. 128. Perla seconda non mancano perô del tutto esempi, si ve-
dano Polyb. XXXVI 17, 13 <love si fa questione di soggezione fiscale; e anche II
58, 8; IV 31, 4; VI 48, 5 (?); XI 13, 7; XV 24, 4; XVIII 14, 9; XXVII 4, 7, <love il
contesta si riferisce sempre alla libertà personale individuale, seppur con varie
sfumature; in taluni casi il termine vale corne Freilassung, cfr Mauersberger, cit.,
col. 753. Comunque è evidente dal momento che (la fonte di) Polibio traduce uno
slogan punico che è il vocabolario ellenistico e non quello polibiano specifico a
rilevare primariamente. Sul piano storiografico ci si limiterà a chiedersi se Poli-
bio cogliesse la doppia portata o meno.
88 Il fatto che fosse poi da questa utilizzata non solo non contrasta ma, col
senso di inferiorità psicologica che una tal situazione ingenera, conforma l'ipote-
si.
89 Oltre a quanto già detto il carattere politico-indipendentista è colto, anche
subordinazione politica in senso ampio per i principati numidi clienti, ci pare ri-
conoscibile solo il primo significato.
104 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
91
La sua esistenza è indicata <lai termini impiegati da Polyb. I 81, 4, ôoy-
µcrronotÉro; Diod. XXV 3, 1, voµo0E:-réro (divergenza che conforma la non deriva-
zione del secondo dal primo), che sono del tutto tecnici in riferimento a corpi de-
liberanti.
92 Sugli obiettivi dell' amministrazione e le condizioni dei Libî cfr. Meltzer,
II, p. 371; 374-375; Gsell, II, p. 300-301; 303-306; III, p. 106; De Sanctis, III, 1,
p. 36; Picard, Vie, p. 123-125; Burian, p. 432; Warmington, p. 61; 80-81; Whitta-
ker, Land, p. 338-339; Garcia Moreno, p. 73-76; Tsirkin, p. 134; Huss, p. 469-471;
Wolner, p. 94; Scullard, p. 504; poco in Fusholler, p. 153.
93
Cfr. Polyb. I 72, 1-4.
94
Per un elenco di quelle del IV sec., Gsell, I, p. 465-467; II, p. 306; De Sanc-
tis, III, 1, p. 37, nt 108; Garcia Moreno, p. 80 nt 57; Whittaker, Land, p. 338-339.
Su quella del 396 ora Kotula, Rivolta.
95
Si vedano gli Aa. citt. nt 92. Secondo Gsell, II, p. 305 per i Libî sembra es-
sere più grave l'imposizione reclutativa che quella fiscale. E cio in ragione della
loro esattamente ritenuta prosperità economica. Se si considera corne fenomeni
insurrezionali modemi, corne quello della Vandea - altra società agricola, altra
società in cui parte della classe dirigente aderisce all'insurrezione -, mostrano
tratti simili legati alla coscrizione obbligatoria ci pare che tale a tale suggestione
sia da dare rilievo.
Che la questione sia di lungo periodo, corne ora propone Garcia Moreno,
p. 73-76, seguito da Huss, p. 256, o meno ci pare secondario in quanto una
congiuntura diversa avrebbe prevenuto l'insurrezione e d'altro canto proprio la
congiuntura attuale è conseguenza di una tipologia di amministrazione risalente.
96
Per questa da ultimo Hilton, p. 25-32.
97
Per l'accezione del concetto cfr. C. Schmitt, Der Nomos der Erde, Berlin
1950, p. 139.
L1NSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 105
98 Non di sostiluirvisi pero in toto, cfr. infra Parte III, Cap. II, §. 2.
99 Per essa cfr. Cansacchi, p. 780.
100
Per il ruolo dei Romani infra Parte Ill, Cap. IX, § 2.
101 Cfr. Polyb. 1 69, 6.
102
Cfr. Polyb. l. c.
103
Cosl ad es. Pedech, Polybe, p. 112; Ehrenberg, col. 2195-2196.
104
Cfr. Stephanus, s. v. crucr"tpa"teuro, VII, col. 1550.
106 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
105
Dunque precedenternente a M che è del secolo X ed a A che è del secolo
XI.
106
Cfr. Bikerman, p. 65; Bengtson, p. 64-67; 155; BeIVe, p. 202-203; Bar-
Kochva, p. 91-92. Va rilevato corne già nel 321o318 ad Atene si designasse strate-
gos epi ton xenon un ufficiale amrninistrativo cui corrispondeva per il cornando
attivo un hegemon, cfr. Griffith, p. 84 nt 31.
Se si ricorda corne sernanticarnente taxis e strategia siano fungibili, cfr.
BeIVe, p. 118; Bengtson, p. 155, in particolare potrebbe essere il comandante di
una taxis, cioè di un reggirnento, che potrebbe corrispondere, benché solo orga-
nicamente e non numeiicamente, a quell'unità di 500 uomini che costituiva la
maggiore delle sottounità di una falange cartaginese secondo Barreca, Esercito,
p. 47-48; 51-52; 63; 66; 68; inoltre il fatto che nell'esercito siriano i cornandanti
dei contingenti nazionali fossero indicati dall'etnico + suff. -arches, cfr. Biker-
man, p. 65, puô farci pensare che questo fosse pure a Cartagine e che Matho
fosse uno dei Libyarchoi.
L1NSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 107
101
Cfr. Bikennan, p. 64; diversamente perè> Berve, p. 202; si veda pure Bar-
Kochva, p. 92.
108 Cfr. Seibert, p. 152-156; Rosen, p. 463; ad es. in Diod. XVIII 48, 4 abbiamo
ficata sulla più ampia base di uno studio lessicale che qui non è possibile
condurre e si propone quindi con questa riserva di fondo.
11
°Cosl il nome in Polibio; Diodoro dà invece regolannente !:7t6vôtoç, cfr.
Diod. XXV 3, l; 5, 2, ciô potrebbe riflettere una translitterazione diversa e che in
tal caso sarebbe una ulteriore indicazione della non dipendenza polibiana di Dio-
doro. Secondo Schulze, p. 236 nt 2, accolto da Münzer, col. 1610, Walbank,
p. 135; Mazzarino, II, 1, p. 141, il nome che è un praenomen (incerto se cosl ose
un gentilizio Huss, p. 255 nt 19), si ricollerebbe all'osc. SpediusŒ1t&ôtç; nel 100
a. C. un nome analogo si ritrova per un mercante italico a Delo ed è frequente in
età impeliale, cfr. Münzer, ib.; nulla di nuovo in Tagliamonte, p. 208.
111 Cfr. Polyb. 1 69, 4.
112 Cfr. Griffith, p. 220.
113 Cfr. Polyb. 1 69, 5. Che i moventi addottigli da Polibio siano spuri è ovvio,
ciè> perô non autorizza ad inficiare la notizia sulla sua condizione, corne fa invece
De Sanctis, III, 1, p. 374, proprio perché senza questa non si spiegherebbe la co-
struzione di quelli.
108 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
114
Cosl pare intendere Mazzarino, ib. Il seguito è nostro, l'espressione 7tapà
trov 'Proµairov 1 69, 4 puo essere evidentemente intesa sia corne riferita allo stato
che ail'esercito.
115
Che entrambi fossero ufficiali era del resto già ritenuto da De Sanctis, III,
1, p. 374, peraltro senza argomentazioni; non va invece oltre la lettera di Polibio
Ehrenberg, col. 2196.
116
Polyb. 1 77, 1.
117
Cfr. Polyb. 1 80, 6-7; Griffith, p. 220.
118
Polyb. 1 84, 3; Walbank ignora del tutto il personaggio.
119
Cfr. Polyb. I 85, 2.
120
A questi allude forse il riferimento anonimo degli altri tmq>aw:crtéttot ÎlYÉ-
µovEç in Polyb. 1 85, S. Che Zarza, uno degli Anführer degli insorti anche per Gun-
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLIITO 109
del, col. 2330, non fosse dei soldati libici dell'armata di Sicilia è evidente sia per
la sottolineatura del predicato o AtPuoç, sia per la immediatamente precedente
menzione dei reparti degli insorti in aggiunta ai mercenari (che per Polibio sono
sempre mercenari in senso proprio+ Libî dell'armata ammutinata).
121
Cfr. la rassegna in Orena, p. 23-24.
122 Cfr. Mazzarino, ib.
123
Ad un contadino in condizioni semiservili liberato pensa invece Whitta-
ker, Land, p. 338.
124
Cfr. Diod. XX 17, 1-6. Per la struttura sociale libica ed il modo in cui si
pub parlare di capitribù Gsell, Utica, p. 63-73; sopr. p. 70-73; Whittaker, op. cit.,
p. 33-334; 339.
125
Cfr. Huss, p. 259 nt 61.
126
Cfr. Polyb. I 69, 4-5.
121
Cfr. Polyb. I 69, 6.
110 L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
128
Significativo è anche il riferimento di Polibio Ka:tà 'tOÙÇ Pcoµaicov voµouç a
proposito di Spendio che rivela il meccanismo di costruzione della sua spiega-
zione : Spendio servo romano + legge romana sugli schiavi evasi = terrore di
Spendio di essere crocefisso. Ad una «diceria maligna» pensa De Sanctis, III, 1,
p. 374; cfr. Walbank, p. 135, ma non è chiaro se la intenda coeva o storiografica.
Seguono invece Polibio per entrambi i personaggi Meltzer, II, p. 373; Gsell, III,
p. 104; per Spendio Picard, Hannibal, p. 70; non ripetono la sua storia Veith,
p. 529; Huss, p. 255, ma neanche danno alternative.
129
Cfr. Carradice-La Niece, p. 50.
130
Si veda il catalogo Robinson, Lybian Board, p. 12; 13; 14; Manfredi, nrr.
a2., 11; 69.
131
Cfr. Robinson, Board, p. 30-31 a partire da Lewis e con l'ipotesi alternati-
va, non più riconsiderata, che l'epigrafe possa essere anteriore alla insurrezione,
cioè cartaginese e dunque monetazione per pagare i soldati, si tratterebbe cioè di
monete «(per il) campo» ma di una tale specificazione sfugge la ragione; Acqua-
ro, p. 138; 140; Manfredi, p. 41-42. Per le ragioni che escludono trattarsi di un
contrassegno di zecca Robinson, Board, p. 30, contra invece ora Manganaro,
p. 96. Per ml:mt corne armata ora Sznycer, Titre, p. 116-117.
132
Tale lettura di mem sarebbe possibile solo in un caso, al quale significati-
vamente gli studiosi che la sostengono non hanno prestato attenzione, e cioè se i
mercenari non partecipassero corne semplici ingaggiati ma corne forza politica
autonoma in quanto mem sarebbe l'indicazione di un potere contraltare a quello
dei AIBYQN. Ma cio ci pare improbabile ed in ogni caso rimarrebbe inspiegabilc
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLITIO 111
139
È significativo corne su un tipo bronzeo, cfr. Robinson, Libyan Hoard,
p. 14 nt 2, appaia sia mem sia M, senza la scritta AIBYQN. Il bilinguismo indica
la duplice destinazione del pezzo, e con cià l'assenza dell'epigrafe statale forse il
consolidamento - o la sua volontà - del potere personale di Matho.
140
Cfr. Meltzer, II, p. 374; infra p. 147-148.
141
Le altre due lettere, ~=alpha (Robinson) o aleph (Huss) e Zayn che pure
appaiono su talune monete ma con dimensioni assai minori di mem, cfr. Robin-
son, Hoard, p. 30; Manganaro, p. 96 per la seconda (la prima starebhe per à.pyu-
ptov) sono contrassegni di zecca e non indicano, corne recentemente si è suppos-
to da Huss, Libyer, p. 31-33, rispettivamente Autarito e Zarza; sia per tale loro in-
tenzionalmente minore dimensione, sia perché in tal caso non si spiegherebbe
l'assenza di un contrassegno per Spendio, cfr. Acquaro-Manfredi, p. 34. Né l'es-
clusione di Spendio puô spiegarsi corne, anticipando l'obiezione, fa Huss, op. cit.,
p. 33 nt 14, col fatto che non disponeva di una propria Hausmacht dal momento
che aveva ricevuto il titolo di stratego. Inoltre ~ potrebbe essere una mal coniata
M, cfr. Robinson, Libyan Hoard, p. 13 nt 1; contra Huss, op. cit., p. 32 nt 12.
142
Per esse per tutti Mandel, p. 151-152; loro carattere distintivo è l'appog-
giarsi su eserciti di mestiere.
143
Matho non era un mercenario di professione ma nella diutuma frequenta-
zione dei mercenari ai tempi del servizio in Sicilia è lecito presumere l'assimila-
zione di aspetti del mondo culturale di questi.
144
Per tutti Gallini, p. 128-130.
L'INSURREZIONE LIBICA E LE CAUSE DEL CONFLIITO 113
145
Ciô appare dall'organigramma che si deduce da Polyb. I 84, 1 rel. 3. Con
un altro sottile argomento alla stessa conclusione giunge Gundel, coll. 2330-2331.
146
Cfr. Strab. XVII 3, 13; App. Sik. 2, 9; Gsell, II, p. 145; Lézine, Utique, p. 25;
Acquaro, Espansione, p. 44.
147
Cosi si evince da Polyb. I 82, 6; cfr. De Sanctis, III, 1, p. 375; Huss, p. 256.
148
Ciè> conferma ed è confermato dal carattere di integrazione politica e
culturale di tale tenitorio cfr. ad es. Acquaro, Espansione, p. 44; infra p. 163 nt 4.
149
Perle origini di Utica che l'archeologia contro la tradizione fissa a metà
dell'VIII sec., ad es. Tissot, II, p. 57; 58; Meltzer, I, p. 98-99; 457; Gsell, I, p. 360-
361; II, p. 144-146; Warmington, p. 65; Lézine, Utique, p. 21-24; Fantar, Tunisie,
p. 129-133; Fushôller, p. 123; 149; Fantar, Afrique, p. 51; Huss, p. 35; 58. Per la
sua crescita demografica a seguito dell'emigrazione tiria dopo il 331 a. C., Lézine,
Utique punique, p. 93.
Per Ippona Gsell, II, p. 147; Warmington, p. 65; Fantar, Tunisie, p. 133-134;
Fushôller, ib.; Huss, p. 36; ib. nt 145 (con ult. lett.); per il suo nome Gsell, II,
p. 146; Walbank, p. 136; Huss, p. 36 nt 45.
15
°Cfr. Meltzer, II, p. 74-85; Gsell, II, p. 287-292; Picard, Vie, p. 124; War-
rnington, p. 79-82; Lézine, Utique, p. 21-24; Fushôlller, p. 161; Huss, p. 467-468.
Non è questa la sede per entrare in rnerito alla questione del significato del
termine Libifenici; cornunque Io intendono corne Fenici di Libia ad es. Meltzer, I,
p. 60 sgg; II, p. 79; Warmington, p. 62; Bondi, Libifenici, sopr. p. 659-661; Fus-
hôller, p. 148; Huss, p. 467 nt 5; 468; Scullard, p. 503-504; corne popolazione me-
ticcia punica, ad es., Gsell, II, p. 305 (ma diversamente p. 288-290); Fantar, Tuni-
sie, p. 117-118; Id., Afrique, p. 60-64. Per una successione diacronica dei due signi-
ficati Warmington, p. 62; Huss, p. 55-56; 467 nt S. Una prospettiva diversa in
Whittaker, lmperialism, p. 75-76. Noi Io adoperiarno comunque nella prima acce-
zione.
151
Da Polibio non si inferisce che gli insorti sperassero in essa, corne fa in-
vece Huss, p. 256; la constatazione polibiana della loro non adesione non prova
infatti che i messaggeri di Matho si dirigessero anche alla loro volta. Per le ragio-
ni della successiva defezione infra p. 163 ss.
PARTE III
LE OPERAZIONI MILITARI
1. DALLA BATTAGLIA DI UTICA
A QUELLA DEL BAGRADAS
CAPITOLO 1
LE FORZE IN CAMPO
1
Cfr. Polyb. I 73, 3; infra p. 121 perla storicità.
2
Cfr. Polyb. I 67, 13. Numero netto in Nep. Ham., 2, 2.
3 A «forse trentamila» pensava invece De Sanctis, III, 1, p. 372 nt 2, ma sen-
za argomenti; cfr. anche Meltzer, II, p. 370; Gsell, III, p. 101; Huss, p. 254, che
perô non fanno ipotesi. L'inciso di Polibio è sfuggito a Veith, p. 568 che dà
20.000. Sulla cifra nel complesso comunque non esistono dubbi.
4
Cfr. Polyb. I 77, 5.
5
Cfr. Polyb. l. c.; II 7, 7.
6
Cfr. Polyb. I 43; supra p. 48.
7
Polyb. I 67, 7; anche Diod. XXV 2, 2.
8
Non è esatto dire che in base ad Appiano questo contingente pare il più
numeroso, corne fa Huss, p. 253 nt 7, in quanto Appiano si limita ad attribuire ai
Celti il ruolo di (unici tra i mercenari ad essere) comprimari nell'ammutina-
mento, il che è cosa diversa ed indipendente dalla forza numerica, cfr. supra
Parte I, cap. I.
9
Polyb. l. c. ; anche Diod. l. c.
10
Per il valore spregiativo del termine e il suo significato di meticciato Tarn,
Greeks, p. 38-39; seguito da Walbank, p. 134; Huss, p. 253 nt 8; il termine in-
118 1. DALLA BATTAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
Alla luce del crescente trend di impiego nel corso della guerra
con Roma di Greci continentali reclutati al mercato del Tenaro 11 è
difficile perô che non ve ne fossero nell' armata anche al momento
dell'ammutinamento - che Polibio non ne parli è da ricondurre pro-
babilmente ad una sua remora intellettuale ad associare dei Greci
alla vicenda e al suo giudizio di valore sui mercenariato corne bar-
barie. Ma è pure possibile, alternativamente, che mixellenes sia
impiegato da Polibio non in senso etnico ma in senso figurato per
connotare spregiativamente proprio i mercenari greci, intendendo
cioè che con la loro pratica del mercenariato questi hanno corrotto e
degenerato (letteralmente : imbastardito) la loro ellenicità.
In ogni caso l'espressione pare indicare una relativamente mag-
giore consistenza, che possiamo supporre in tremila.
Nell' armata di Sicilia comunque la prevalenza era di soldati
libici (µéytcr-rov µtpoç) 12 , pari cioè alla differenza tra il totale origi-
rio il totale doveva essere già pronto in una altra fonte. «Favoloso» è invece il da-
to per De Sanctis, III, 1. p. 375 nt 11.
18
Perla critica più recente a Delbruck, si veda Christ, p. 168-174.
19
Cfr. Veith, p. 568.
2
° Cfr. Polyb. 1 76, 9.
21
Cfr. Polyb. 1 76, 1. È un arbitrio quello di De Sanctis, III, 1, ib., seguito da
Walbank, p. 142; Huss, p. 259 nt 58, di non sommare i due dati, contra Io stesso
Veith, p. 534; 569, cfr. anche Meltzer, II, p. 378; Gsell, Ill, p. 110. L'osservazione
di Walbank è inconferente in quanto la succesiva situazione è radicalmente di-
versa.
22
Si consideri che Utica ha una popolazione di 25.000 unità, cfr. Kahrstedt,
III, p. 75, e quindi almeno un quarto validi perle armi.
23
Si deve pero ricordare che la fortificazione del ponte sui Bagradas, corne
vedremo, è posteriore alla battaglia di Utica e di conseguenza è logico supporre
che i 12/13.000 uomini che la presidieranno fossero distribuiti nella prima fase
della guerra tra i corpi di assedio di Utica ed lppona, che cosl avrebbero a
contare ognuno 25/26.000 uomini.
24
Perla gravità della sconfitta infra p. 133; 135.
LE FORZE IN CAMPO 121
zer, II, p. 132; Huss, p. 477, che cosi intendono Polyb. VI 52, 3. Inoltre infra
p. 141.
33
Cfr. Polyb. 1 78, 8.
34
Meltzer, II, p. 132; Huss, p. 477; Brizzi, Armée, p. 310.
35
Cfr. Polyb. I 73, 1.
36
Su di essa Gsell, II, p. 348-349; Barker, p. 43.
37
Cfr. Barker, p. 10.
38
Quanti fossero non si puo dire con sicurezza, resta il fatto comunque che
il numero doveva essere rilevante se Polibio poteva dire che costituivano uno dei
due elementi dell'esercito cartaginese organizzato contro gli insorti e forte di
oltre ventimila unità. Postulando almeno un paio di migliaia sommati ai Libifeni-
ci non si sarà probabilemente troppo lontani dal vero.
39
Cfr. Polyb. 1 73, 1-2; 75, 2.
40
Su tale ultima Jeva cittadina Gsell, II, p. 348; ib. nt 5; ora Brizzi, Armée,
p. 308 per il trend complessivo.
41
Cfr. Polyb. I 75, 2.
42
Cosl invece pensano Meltzer, II, p. 377; Veith, p. 556-557; Id., Atlas, col.
10; De Sanctis, III, 1, p. 376; Picard, Révolution, p. 117; ma per cio Polyb. I 75, 1
non dà alcun impulso. ·
43
Per tale convinzione di Annone cfr. Polyb. I 74, 7.
LE FORZE IN CAMPO 123
44 Ulteriori argomenti, emergenti dal corso delle operazioni, infra p. 128 ss.
45
In Polyb. 1 74, 3 è il 7tÀ.ii0oç degli elefanti il punto di forza dei Cartaginesi,
il che conversivamente indica che le forze convenzionali non erano superiori e
forse anzi inferiori, corne deduce De Sanctis, Ill, l, p. 375 nt 13, che tuttavia ne
conclude una forza degli insorti di solo 15.000 uomini, seguito da Warmington,
p. 188; Walbank, p. 133; Huss, p. 258. L'argornento di Veith, p. 567 di una relati-
va superiorità taciuta per via della sconfitta non è condivisibile in quanto la fonte
barcida usata per la carnpagna non aveva interesse a ridimensionare le propor-
zioni della sconfitta; del tutto arbitraria perciô la sua stima a 30.000; cfr. anche
Id., Atlas, col. 10.
46
Cfr. Polyb. 1 82, 9; Diod. XXV 3, 2; infra p. 136; 164.
47
Cfr. infra p. 193; Meltzer, II, p. 380, data invece a prima di questa la spedi-
zione spiegando con cio l'esiguità del corpo di Amilcare, ma è difficile che Carta-
gine si privasse di truppe prima di un successo sugli insorti in Africa.
48
Cfr. infra p. 139.
124 1. DALLA BATTAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
49
Per il numero Val. Max. V 1, 1; per la restituzione infra p. 196.
50
Una cifra assai più consistente è quella di Veith, p. 566-567, il quale parla,
per il solo esercito di campagna, di 40.000 fanti e 4.000 cavalieri; ignorando le
guarnigioni che porterebbero il totale ad almeno 60.000. A tale stima egli giunge,
correttamente, per analogia con l'esercito levato al tempo dell'invasione di Aga-
tocle, ma la cifra relativa di Diod. XX 10, 5 è sospetta, cfr. Gsell, III, p. 32 nt 3, ed
è stata ridimensionata, guarda caso, proprio a ca. 20.000 da Müller, p. 17-19. Ela
conversione di Veith 2.000 carri = 30.000 cavalieri inoltre assai empirica. Quanto
poi alla battaglia di Utica il suo argomento corne si è detto è incondivisibile.
51
Cfr. App. Sik. 2, 10; Lib. 5, 19; Zon. VIII 17, 9 che non precisa l'area geo-
grafica; contra Walbank, p. 146; infra p. 196.
52 Cfr. Polyb. 1 83, 2; infra p. 195.
CAPITOLO II
LA CAMPAGNA DI UTICA
1
Cfr. Polyb. 1 70, 9. Che non aspettassero le leve libiche, ma procedessero
irnmedialamente emerge da l. c. rel. I 73, 3. Diversamente Meltzer, Il, p. 375;
Veith, p. 530; Gsell, Ill, p. 106; Warmington, p. 188, che uniscono le due fasi.
2 Cfr. per tutti Veith, p. 530; Gsell, II, p. 107.
3
Cfr. Veith, ib.; seguito da Walbank, p. 134; Huss, p. 258; anche Gsell, III,
p. 106. Più esattamente a Tunisi senza specificazioni si riferiscono Meltzer, II,
p. 375; Warmington, p. 188.
4
Perla sua posizione rispetto a Tunisi cfr. AAT, Carte XX.
126 l. DALLA BATTAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
città. Non solo per ovvi motivi di comodità cui un esercito non sog-
getto ad una ferrea disciplina non poteva essere insensibile, ma
soprattutto per precise ragioni militari. Rimaneva infatti sempre il
rischio di un colpo di mano nemico che li estromettesse dalla città
sguarnita, <love certamente non potevano contare sulla simpatia del-
la popolazione punica o punicizzata. Inoltre nel capitolo di Polibio
dedicato all'investimento della città da parte di Amilcare non c'è
parola dell' accampamento ed anzi lo svolgersi delle operazioni pare
far intendere che al momento non era nemmeno presidiato 5 •
Il campo al Belvedere sarà stato dunque mantenuto, finché vi
erano truppe sufficienti, corne postazione avanzata ma solo di con-
serva con la città.
Agli insorti si offriva la possibilità di avere ragione subito di Car-
tagine con un colpo di mano; inoltre il tempo era senz'altro a loro
sfavore : più indugiavano più i Cartaginesi si organizzavano. Matho
e Spendio avrebbero potuto puntare subito su Cartagine da Tunisi, a
non più di un paio d' ore di marcia, dopo a ver arrestato Giscone. Vi
sarebbero giunti di sorpresa, certo precedendo la notizia dell'ar-
resto, trovandola presumibilmente mal custodita; impadronirsene
con un colpo di mano per i veterani di Sicilia non sarebbe stato
impossibile. Al contrario la principale preoccupazione di Matho fu
di organizzare l'insurrezione. Con tale misura, criticabile su un
piano strettamente militare, si <lava evidentemente priorità al
momento politico. Con cio confermando Io spessore del suo
disegno.
Giunte le nuove leve queste furono ripartite tra i tre corpi 6 •
2. Possiamo ora interrogarci sui piano degli insorti7. Particolar-
mente di rilievo è il fatto che, a differenza di Utica ed Ippona, Carta-
gine non fosse sottoposta ad un assedio ma solo ad un blocco
latente 8 , accompagnato da azioni dimostrative a sorpresa per demo-
5
Cfr. infra p. 182.
6
Cfr. Polyb. I 73, 3.
7
Per l'organizzazione del comando in questa fase iniziale cfr. p. 147-148.
8
Cfr. Polyb. I 73, 3; 6. Secondo Veith, p. 530 gli insorti non disponevano
delle capacità e dei mezzi per assediarla. Ma da un lato cio non spiega perché ri-
nunciassero ad un colpo di mano iniziale, dall'altro è contraddetto dall'assedio di
Utica ed Ippona, naturalmente più piccole ma a loro volta munite; perle difese di
Ippona cfr. Moscati, Basi, p. 1596; su Utica i dati sono minori cfr. Lézine, Utique,
p. 16-17; 67-68; Id., Utique. Note, p. 93, ma Polyb. I 74, 11 non lascia dubbi sull'e-
sistenza di una articolata cinta, cfr. anche Lézine, Utique, p. 27. Inoltre non si
vede quale esercito potesse possedere migliore preparazione poliorcetica di uno
di veterani e di mercenari. Ma soprattutto in seguito esso non esiterà a assediare
effettivamente la città. Altra cosa è naturalmente rilevare corne la imponenza
delle difese della capitale, cfr. Veith, ib.; Moscati, ib., possano aver funzionato da
deterrente psicologico facendo preferire inizialmente il piano politico.
LA CAMPAGNA DI UTICA 127
13
Cio è cogente dalla scansione di Polyb. I 73, 1; 3.
128 1. DALLA BATIAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
14
Polyb. 1 73, 1.
15
Perla diversità anche Huss, p. 257 nt 34; Wollner, p. 89 ma senza argo-
menti. La seconda nomina non è elemento per escludere quindi la competenza
militare della strategia libica, corne erroneamente sostiene Ameling, p. 108-109,
che manca di cogliere gli esatti termini costituzionali del problema : una cosa è
un comando militare territorialmente definito, un'altra uno generale illimitato.
16
In generale per tale equivalenza dei due titoli, Sznycer, Titre, p. 116-119.
17 Cfr. Polyb. 1 73, 1.
18
Cfr. Polyb. 1 74, 4; 12.
19
Cfr. Polyb. 1 71, 6.
LA CAMPAGNA DI UTICA 129
20
Cfr. anche il nostro lavoro in preparazione sulla supremazia navale dopo
la 1 guerra punica.
21
Contra Meltzer, II, p. 375.
22
Per l'esistenza in cantiere di una flotta considerevole tra la sconfitta delle
Egadi e la pace si rinvia al nostro lavoro in preparazione.
130 1. DALLA BATIAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
23
Cfr. Veith, p. 528. Nel ristabilimento di quelle con le città vede invece l'o-
biettivo De Sanctis, III, 1, p. 375, ma cio pare secondario se si riflette che sus-
sistevano comunque quelle via mare.
24
Cosi invece Veith, p. 531.
25
Cosi Gsell, III, p. 107; ib. nt 6; seguito da Huss, p. 258.
26
Cfr. Polyb. I 74, 8.
27
Cfr. Meltzer, II, p. 376; Veith, p. 531; Id., Atlas, col. 10.
28
Cfr. Walbank, p. 139.
LA CAMPAGNA DI UTICA 131
ritenere che parte almeno delle prime e tutte le seconde fossero in realtà state
trasportate per mare. Si tratterebbe invece dell'artiglieria cittadina per Meltzer,
II, p. 376; Gsell, III, p. 107; Veith, p. 531; Id., Atlas, col. 10.
34
Polyb. 1 74, 4. Nella descrizione della battaglia si distingue tra questi xa-
pa.xa. ed una napeµpoÀi\l<npa.-rom:fü:ia., cfr. I 74, 5, termine specifico per indicare
gli alloggiamenti dei soldati, cfr. ad es. Polyb. VI 29,1, col che rendendo sicuro
che i primi sono da intendere non corne palizzata del campo ma corne trincee
d'assedio.
35
Cfr. Polyb. I 74, 4; 12.
36 Cfr. Polyb. I 74, 11; il confronto con I 74, 10 <love si parla di cr'tpœrnneôeia a
brevissima distanza indica corne non si tratti, nel contesto, di sinonimi, in quanto
sarebbe bastato un pronomc.
37
Cfr. Veith, p. 531; Karte 12. b; Id., Atlas, col. 10; BI. 2, K. 5., il quale doveva
basarsi su Tissot, II, p. 72-73; 78-79.
38
Cfr. Lézine, Utique punique, p. 93; Id., Utique, p. 68, in base a Liv. XXIX
35, 6; XXX 4, 11; l'archeologo ritiene che l'abitato giungesse a non oltre 150-220
mt dalla linea della riva.
39
Di Agatocle nel 308 e soprattutto Scipione nel 204, cfr. Lézine, Utique pu-
nique, ib.; Id., Utique, p. 26-27; 68.
LA CAMPAGNA DI UTICA 133
40 Cfr. Polyb. 1 74, 3. Tale tattica di impiego degli animali pare insolita negli
48
Cfr. Polyb. I 74, 6.
49
Cfr. Veith, ib.; Gsell, III, p.108nt1; Huss, p. 258; Walbank, p.140.
so Cfr. Polyb. I 74, 9.
si Cfr. Polyb. I 74, 10, grazie a spie?
52
Cfr. Polyb. l. c.
s3 Cfr. Polyb. I 74. 7.
4
~ Erroncamcntc Mcltzer, II, p. 377; Veith, p. 531; Id., Atlas, col. 10 parlano
solo di una rioccupazione del loro accampamento abbandonato.
ss Cfr. Polyb. I 74, 11-12.
56
Cosi invece De Sanctis, III, 1, p. 376 nt 14, accolto da Walbank, p. 140.
57
Cfr. Polyb. 1 80, 11.
58
Cfr. 1 74, 10.
LA CAMPAGNA DI UTICA 135
facilità nella città 59 ; cio avrà limitato la portata dello scacco. Soprat-
tutto poi l'esercito di Annone pare conservare intatta la capacità
operativa se di Il a poco riprende l'iniziativa60 • Anzi cio implica che
gli insorti erano comunque cosl provati dalla prima sconfitta da non
essere in grado di riprendere l'assedio o almeno di condizionare la
libertà di movimento del nemico.
Le operazioni infatti si spostano in campo aperto, nella regione
circostante Utica, anche se non si puo precisare con sicurezza in
quale dirczione, essendo ignoto il solo toponin10 menzionato 61 ,
Gorza, che comunque poteva essere solo una località, ad esempio
dei rilievi, ma non un castellum non essendo definita polis 62 • È possi-
bile comunque che fosse tra Utica ed il ponte sui Bagradas di cui
Annone potrebbe aver cercato di riassicurarsi il controllo, per rista-
bilire almeno le comunicazioni con Cartagine, contrastato dal
nemico 63 • Presso tale località i due eserciti avevano posto il campo e
ad Annone si erano presentate due favorevoli occasioni di dare bat-
taglia e altrettante di sorprendere il nemico che si sarebbe lasciato
sfuggire 64 ; notizia da cui Polibio stesso prende le distanze (ôoKei).
Comunque pare una piccola campagna a sé.
6. Impossibile calcolare le perdite complessive. Ma certo per gli
insorti nella prima battaglia dovevano essere state pesanti; almeno
una parte dei contingenti libici doveva aver cessato di esistere corne
unità, facendo ritorno dopo la rotta alle proprie case. Quanto ai
Punici non sappiamo cosa ne fosse della divisione di elefanti ma il
fatto che più avanti Amilcare ne disponga ancora di settanta fa rite-
nere che in buona parte poterono essere messi in salvo dentro Utica
o che già vi si trovassero al momento della seconda battaglia. A
tirare le somme la prima campagna si concludeva con un insuccesso
strategico di Annone, anche se non con una vittoria degli insorti.
L'ipotesi che Annone continuasse le operazioni in direzione di
Ippona 65 , o sempre nel territorio di Utica 66 , non puo essere accolta
59
Cfr. Polyb. I 74, 11; ridimensionano la sconfitta De Sanctis, III, 1, ib.;
contra Mommsen, I, p. 561.
60 Cfr. Polyb. I 74, 13; anche De Sanctis, III, 1, ib.
61
Cfr. Meltzer, II, p. 377; Veith, p. 532 nt 1; Walbank, p. 140; Huss, p. 258
nt 47. Essa non ha nulla che vedere con la Gurza della Bizacene, cfr. Picard,
Administration, p. 1263-1264.
62
E ancor meno una città corne ritiene invece Veith, p. 532; Gsell, III, p. 108.
Per il significato di polis corne borgo fortificalo supra p. 87 nt 1.
63 Tra Utica ed Ippona la colloca invece De Sanctis, III, 1, p. 376 nt 14; in ge-
alla luce del fatto che Polibio non riferisce di eventuali altri combat-
timenti e che non vi è alcuna plausibilmente immaginabile ragione
perché ne potesse intenzionalmente tacere; tanto più che la sua
fonte antiannonidea avrebbe sicuramente continuato a registrare,
corne per Gorza, ingigantendoli, scacchi minori o mancate occa-
sioni. Cio porta a ritenere che a seguito delle indecise operazioni a
Gorza egli venisse richiamato col suo esercito a Cartagine, rientran-
dovi probabilmente via mare da Utica, in quanta non ci sono aitre
notizie di scontri, anche se è possibile che proprio le operazioni di
Gorza fossero già parte della marcia di rientro.
Cio è avvalorato dal fatto sopra visto che parte del suo esercito e
non uno nuovo venne affidato ad Amilcare. In seconda luogo è
implausibile che minacciata direttamente Cartagine una forza cosl
consistente fosse lasciata mezzo inattiva in un sottoteatro minore in
cui comunque la sua presenza si era rivelata inutile e quando il con-
trollo dei mari ne consentiva una veloce ridislocazione. In terzo
luogo il mantenimento nell'area di Utica o lo spostamento nel terri-
torio ipponate avrebbe posto difficoltà logistiche notevoli aumen-
tando i problemi delle due città, sole basi disponibili. Ed infine non
si vede perché, se ancora presso Utica, Annone non prestasse man-
forte ad Amilcare al Bagradas; e comunque la sua presenza non
impedisse almeno che le forze assedianti la città confluissero contro
di lui.
Ad Utica e ad Ippona - dove saranno giunti via mare - aveva
lasciato solo un rinforzo di 500 uomini 67 •
67
Cfr. infra p. 164.
CAPITOLO III
viato alla guerra corne stratego sarebbe una tautologia, ma in senso ontologico di
«portare di nuovo (ma anche: subito) in primo piano».
7 CosJ. ad es. Meltzer, II, p. 377; De Sanctis, III, 1, p. 376-377; Walbank,
22
Cfr. Polyb. I 75, 9. Amilcare deve esseré uscito da Cartagine alle 22.00, il
guado distava 3/4 ore di marcia, vi sarà dunque giunto a ca. 1'1.00. Almeno quat-
tro ore devono essere servite al passaggio. Il successo dell'operazione ed il fatto
che passasse inavvertita aile vedette del Belvedere obbliga a ritenere che fosse no-
vilunio.
23
Diversamente per Meltzer, II, p. 377 intendeva liberare Utica dall'asssedio,
ma in tal caso non capiremmo perché egli marciasse contro la guarnigione del
ponte, cfr. Polyb. I 75, 10, e perché occupato il ponte invece di marciare su Utica
penetrasse nell'interno, cfr. Polyb. 1 76, 10.
24
È perè> fuori luogo definirla insufficiente per la ricostruzione corne ritiene
invece Gsell, III, p. 111 nt 1; De Sanctis, III, 1, p. 377 nt 17; anche in parte Wal-
bank, p. 142.
25
Cfr. Meltzer, II, p, 378; Veith, Karte 12., c, g, ma senza argomenti, per i
noslri infra p. 143. Che le truppe fossero già in linea ritiene invece Guischardt, I,
p. 47.
26
Cfr. Polyb. I 76. 1; supra p. 120; 138.
21
Cfr. Polyb. I 76, 3.
28
Cfr. Veith, p. 534; Id., Atlas, col. 10; De Sanctis, III, 1, p. 377 nt 17. E già
Guischardt, I, p. 4 7.
LA BATIAGLIA DEL BAGRADAS 141
36
Cosl Veith, p. 534 nt 1; contra Gsell, III, p. 110 nt 3; 111 nt 2, ma con argo-
menti e soluzione diversa da noi.
37
Cfr. Diod. XVIII 33,6-36,1.
38
Per il dettaglio topografico AAT, Carte XIII. Analoga identificazione ma
senza argomenti in Atlas, BI. 2. nr. 6.
w Cfr. Polyb. I 76, 2; cfr. già Guischardt, 1, p. 46; ora Thompson, p. 112-113;
116; ib. nt 18, che ha mostrato esattamente perché la lezione tradizionale di Poli-
bio sia da preferire all'emendamento auvonwv a partire da Wunderer. Diversa-
mente Veith, Karte 2., c, g; Id., Atlas, Bl. 2., 6 non li fa congiungere da tale mo-
mento. Peraltro la dimostrazione di Thompson non inficia ma corne vedremo raf-
forza l'ipotesi di Veith sulla manovra di Amilcare.
40 Cfr. Polyb. I 76, 2.
41
Di questo non tiene conto Thompson, corne diremo.
LA BATIAGLIA DEL BAGRADAS 143
42
Cfr. Polyb. 1 76, 4.
43
Solo sul fianco protetto dal fiume perè>, in quanto se si fossero mossi
anche sull'altro sarebbero finiti in braccio all'attacco della divisione da Utica.
44
Polyb. 1 76, 5.
45 Cfr. Veith, p. 534; Atlas, col. 10.
46 Cfr. rispettivamente Polyb. 176,5e7. Ha ragione Walbank, p. 142, seguito
49
Ed esclude il suo fraintendimento della fonte proposto da De Sanctis, III,
1, p. 377 nt 17 e rende plausibile la ipotesi di Veith che gli risultava insoddi-
sfacente, anche perché la conversione non era una «fuga generale simulata».
50
Secondo Gsell, III, p. 111 nt 1 la serie di manovre di Amilcare sarebbe in-
vece da intendere in una divisione in due delle forze per fronteggiare le due divi-
sioni degli insorti separatamente. Ma a cio nulla autorizza nella redazione di Po-
libio.
De Sanctis, III, 1, p. 377 sostiene invece che fu solo il primo scaglione, quello
degli elefanti, a compiere la finta ritirata adescando in un disordinato insegui-
mento il nemico, mentre nel frattempo gli altri tre si portavano alle ali degli ele-
fanti permettendo loro non solo il passaggio ma iniziando una manovra av-
volgente. Cio urta col fatto che Polibio parla inequivocamente di ritirata dei pri-
mi scaglioni e non solo degli animali; inoltre quando le colonne laterali avessero
completato l'aggiramento Amilcare si sarebbe improvvisamente venuto a trovare
privo di un centro in quanto non si potevano certo riportare immediatamente in
linea gli elefanti.
Guischardt, I, p. 46-56 è pure totalmente speculativo e non mette conto ag-
giungere nulla alla confutazione di Veith, p. 535 (peraltro con un errore di cita-
zione).
Deve infine esscre discussa la rccente ricostruzione di Thompson, p. 112-115.
Secondo questi la terminologia che descrive la prima delle due ultime manovre
della falange, ex epistrophes, non sarebbe tecnica e la separazione tra primi sca-
glioni, cui egli aggiunge una ala della falange, e grosso di questa andrebbe intesa
nel senso di una divisione in due corpi l'uno a fronteggiare la divisione dal ponte,
l'altro quella da Utica, corne già per Gsell, anche se non ricordato. Una prima
obiezione è che Amilcare non è in ritirata quando viene minacciato su due diret-
trici, ma al contrario simula di ritirarsi perché viene minacciato. Una seconda è
che Polibio che è minuzioso nella descrizione delle conversioni tace di una retro-
conversione dei primi tre scaglioni che sarebbe indispensabile per accettare l'ipo-
tesi di Thompson che esse contenessero la divisione del ponte e non rende conto
del fatto che Polibio, al contrario, parla espressamente di una loro ritirata. In ter-
zo luogo per quanto atecnico voglia essere l'usa della locuzione suddetta essa non
autorizza alla supposizione che la falange si schierasse ad angolo, il che non ha
paralleli e sarebbe troppo peculiare per sfuggire anche solo alla tradizione sulla
guerra. E se ha ragione nel porre fin dall'inizio la congiunzione delle due divisio-
ni degli insorti, ciô pero non obbliga a postulare che ad angolo si schierasse pure
Amilcare, bensl esattamente il contrario, in quanto la sua inferiorità numerica e
in particolare l'impossibilità di avere un fronte di estensione pari a quella del ne-
mico sarebbe rimasta. Ed in tal caso non capiremmo perché le loro ali non sopra-
vanzassero ed agirassero i Cartaginesi. Al contrario proprio la formazione li-
neare, corne base di un triangolo di cui i lati erano le due divisioni nemiche, an-
nullava tale vantaggio.
In quarto luogo essa non rende conto del fatto che la cavalleria si rialli-
neasse alla fanteria. Che poi Polibio non dica nulla sulla rotazione dei singoli fa-
LA BATIAGLIA DEL BAGRADAS 145
trambe le ali è tipico degli eserciti ellenistici, cfr. ora Bar-Kochva, Judas, p. 6 e
che qualsiasi allontanamento da esso sarebbe notato corne peculiare. Lo sca-
glione di cavalleria si sarà dunque diviso mentre la linea della falange completava
la sua rotazione o al suo termine.
57
Cfr. Polyb. I 76, 8.
146 1. DALLA BATTAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
58
Per esso Tarn, Developments, p. 26; 61-71; Bar-Kochva, Judas, p. 25-26.
59
Cfr. Polyb. I 76, 9.
60
Cfr. Polyb. l. c. Accolgono il dato Meltzer, II, p. 378; Veith, p. 535; 569; Id.,
Atlas, col. 10; Gsell, III, p. 111; Picard, Hannibal, p. 71; Warmington, p. 188.
61
Cfr. Polyb. I 76, 8.
62
Cfr. Bar-Kochva, Judas, p. 18.
LA BATIAGLIA DEL BAGRADAS 147
63
Contra Guischardt, I, p. 47; Walbank, p. 142; Huss, p. 259.
64 Cfr. Guischardt, I, p. 44. La diffusione del suo resoconto prova che Polibio
era dello stesso parere.
6s Cfr. Picard, Hannibal, p. 71.
66
Ci pare perciô eccesivo l'invito alla cautela di Walbank, p. 143.
67
Per tale appesantimento Tarn, op. cit., p. 27-28; Garlan, p. 98. L'agilità ed
elasticità tattica di Annibale proprio in distacco dall'esperienza greca - tendenza
sottolineata ora è pochissimo da Brizzi, Année, p. 324-325 - è dunque da ri-
condurre già, per noi, all'analisi del padre e ne costituisce la piena attuazione.
68 Cfr. Polyb. I 70, 8; 73, 3.
69
Cfr. Polyb. I 73, 3; 75, 4-5.
148 1. DALLA BATIAGLIA DI UTICA A QUELLA DEL BAGRADAS
induce a ritenere che avesse qui il suo comando fino a dopo la batta-
glia del Bagradas 70 •
Ciô è coerente col fatto che al momento di questa troviamo
Spendio al comando sia dell'assedio di Utica che del corpo di La
Sehala 71 • Ed è lecito presupporre che vi fosse fin dall'inizio della
guerra 72 • Ciô rende verosimile che qualcun altro dei dirigenti del-
l'insurrezione, forse un Libio, presiedesse a quello di lppona.
Dopo tale sconfitta l'organigramma pare cambiare. Matho che
continua a <lare indicazioni di insieme, che peraltro non paiono
ordini in senso proprio 73 , testimoniando cosi che la sua è una premi-
nenza tra pari più che una sovraordinazione, è al comando del-
l'assedio di lppona, Spendio e Autarito dell'esercito mobile 74 •
È metodologicamente meno corretto dedurre da tale notizia dati
sulla organizzazione originaria del comando 75 , che non una modifi-
cazione sopravvenuta 76 •
Dopo il Bagradas Matho lascia dunque Tunisi, forse anche
perché chiaro che per ora i Cartaginesi non pensano ad attaccarla, e
subentra al posto di Spendio cui viene affidato un nuovo comando,
quello dell'esercito mobile. A Tunisi forse è Zarza a subentrargli, se
più oltre ve ne condurrà una divisione 77 •
10
Ad lppona Io vuole invece Meltzer, II, p. 379; 590; Veith, p. 530; 569; De
Sanctis, III, 1, p. 375 nt 12; Warmington, p. 188; Walbank, p. 140; 143; Huss,
p. 259; Scullard, 567.
11
Cfr. Polyb. 1 76, 1; Veith, p. 569.
72
Cfr. Meltzer, II, p. 376.
73
Cfr. Polyb. 1 77, 1.
74
Cfr. Polyb. I 77, 1; 4.
75
Cosi invece procede Meltzer, II, p. 590; Veith, p. 530.
76
Il fatto che Matho continui l'assedio di Utica, cfr. Polyb. 177,1, non prova
che Io dirigesse dall'inizio in quanta il solo oggetto espresso della continuazione è
l'assedio in sé.
77
Cfr. Polyb. 1 84, 3, per il suo ruolo preminente supra p. 108-109.
2. DALLO SFRUTTAMENTO DELLA BATTAGLIA
DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
CAPITOLO IV
1
Cfr. Polyb. 1 76, 9.
2 Cfr. Polyb. 1 76, 10.
3 Cfr. Polyb. l. c.
4
Meno probabile è che non Io volessero.
5 Meltzer, II, p. 378; Veith, p. 536; Huss, p. 259 invece intendono poleis con
p. 378; Veith, p. 535; ib. nt 2 in base a Polyb. 1 75, 3 che pero è una esagerazione
corne mostrano, con argomenti alternativi, Huss, p. 259 nt 59; Pedech, Polybe,
p. 22 nt 2.
1
°Contra Veith, p. 537; per ragioni diverse De Sanctis, III, 1, p. 377-378,
seguito da Walbank, p. 143.
11
Cfr. Veith, p. 536.
12 Cfr. Polyb. 1 77, 3.
13
Cfr. Polyb. 1 83, 7; App. Lib. 5, 21.
14
Cfr. supra p. 148.
15
Cfr. Polyb. 1 77, 4.
16
Cfr. Polyb. 1 77. 1; 2 rell. 3; 7.
17
Cfr. Polyb. 1 77. 2.
18
Cfr. Polyb. 1 77, 2, che ci pare da intendere nel senso di approfittare delle
occasioni di difficoltà dei Cartaginesi. Polibio collega tale strategia alla supe-
riorità di cavalleria e di elefanti dei Cartaginesi. Quanto alla prima il riferimento
è da spiegare col fatto che forse la cavalleria degli insorti era stata annientata al
Bagradas, il che è awalorato <lai ruolo di quella cartaginese in essa, ma è anche
possibile che in realtà fossero gli elefanti a preoccupare gli insorti e che la indica-
zione di una loro inferiorità di cavalleria sia una erronea anticipazione di quella
che si realizzerà di li a poco con la defezione di Narava.
19
Con cio cade quanto osserva invece Walbank, p. 141.
2
°Cfr. Polyb. 1 77, 7 : aiqmôiou. Nel contesto la sorprcsa è tattica, ma è diffi-
cile pensare che essa si sarebbe potuta realizzare senza quella strategica di un ar-
rivo inatteso dei rinforzi, cfr. I 77, 6.
21
Cfr. Polyb. 1 78, 9 <love si specifica di Numidi da lui comandati, il che im-
plica reparti comandati da altri; in contrario varrebbe I 79, 10 per Huss, p. 260
nt 66, ma solo e silentio.
AMILCARE MUOVE A SUD 153
22
Cfr. Polyb. 1 77, 7. La descrizione non indica strettamente una gola.
23 Cfr. AAT, Carte XX.
24
Per Meltzer, II, p. 378-379 Amilcare avrebbe risalito il basso corso del Ba-
gradas (sulla destra perô non sulla sinistra corne erroneamente intende Veith,
p. 538), il sito rimarrebbe perô indeterminabile. Veith, p. 537-538; Id., Atlas, col.
10 propone invece la regione tra Tunisi e Grombalia e la gola di Nepheris per la
battaglia, p. 539-541; Id., Atlas, ib. Sfugge perô quale interesse strategico potesse
avervi Amilcare il quale si sarebbe anzi trovato nella infelice situazione di avere
le spalle contro Tunisi. E se cosi fosse stato non capiremmo perché nella succes-
siva battaglia almeno parte dell'armata insurrezionale ivi di stanza non si
congiungesse a Spendio. Infine si deve cercare per la battaglia una località non
interessata da fiumi in quanto Polibio non ne fa menzione, mentre la gola di Ne-
pheris è attraversata dall'Ou hou Abid. Genericamente a non lontano da Tunisi
pensa pure Gsell, III, p. 112 nt 3, che perô ha riserve per l'identificazione di Veith.
La localizzazione sulla sinistra de] Bagradas di De Sanctis, III, 1, p. 378 nt 19; Pe-
dech, Polybe, p. 122 nt 2 è da rigettare in quanto il fatto che i Cartaginesi control-
154 2. DALLA BATTAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
sirnile, corne i particolari del suo racconto che servono da «pezzo di colore», più
probabile è pensare a contatti precedenti di agenti punici. È quindi riduttivo par-
lare di mere simpatie personali corne fa Baldus, Naravas, p. 9; e incondivisibile la
preoccupazione per il presunto carattere eversivo dell'insurrezione con cui spiega
la defezione Picard, Révolte, p. 117.
Di Narava si è proposta l'identificazione con il Nrwt antenato, forse zio, di
Massinissa di Byrsa, 7, 1957, p. 121, 1. 2 (Février), cfr. Baldus, ib.; Huss, p. 260
nt 65, ma la restituzione - anche se tentante - dell'iscrizione non è pacifica, cfr.
Février, p. 120; e infatti non è accolta in KAI 141.
La sua defezione difficilrnente poteva essere un unicum; soprattutto se i Nu-
midi partecipavano all'insurrezione corne mercenari e con principale rnotivo il
bottino, corne ritiene Garcia Moreno, p. 75. Del resto la loro condizione di « fede-
rati » di Cartagine toglieva loro ogni cointeressenza alla causa politica dei Libî.
Occore perô distinguere tra Numidi direttamente sudditi di Cartagine, Nurnidi
satelliti e Numidi indipendenti. Su loro in generale ad es. Gsell, III, p. 99-101;
306-307; Fusshôller, p. 154-158; Alfôldi, p. 43-74; Rôssler, p. 89-98.
29
Cfr. Polyb. I 79, 8; 10; 80, 1.
30 Cfr. Baldus, op. cit., p. 13-14.
31
Cfr. Polyb. 1 78, 13-15; infra p. 157-158.
32
Cfr. Polyb. 1 78, 10.
156 2. DALLA BAITAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
33 Non è invece menzione del corpo di rinforzo dei Numidi, ma cio puo es-
sere una svista o una insufficienza informativa di Polibio e di per sé non auto-
rizza a ritenere che tutti i Numidi avessero disertato, corne fa invece Veith,
p. 539.
34
Cfr. Polyb. 1 78. 11.
35
Cfr. Polyb. 1 78, 11. Il riferimento è a Narava essendosi appena conclusa la
lunga digressione su di lui, ma proprio per cio si deve estendere all'intera cavalle-
ria; che i suoi Numidi, ancorché non esplicito, fossero cavalieri è pacifico, cfr.
per tutti Baldus, p. 18 nt 1.
36
Polyb. 1 78, 12.
37
Le accettano Meltzer, II, p. 380; Gsell, III, p. 113. Per l'esagerazione Veith,
p. 570; De Sanctis, Ill, 1, p. 378 nt 20; Walbank, p. 143-144; Huss, p. 260 nt 68.
38 Cfr. Polyb. 1 78, 12.
39
Cfr. De Sanctis, III, 1, ib.
40
Ciè è inequivocabilmente da dedurre dalla notizia di una assemblea dell'e-
sercito decisa da Matho insieme a Spendio ed Autarito, cfr. Polyb. 1 79, 8-9. Il fat-
lo che il primo non vi prenda la parola non è sufficiente in contrario.
41
Cfr. Polyb. 1 79, 14. Inoltre il fatto che l'altro messaggero, dalla Sardegna,
non giunga con questi prova che non veniva via Tunisi e che dunque doveva es-
sere sbarcato sulla costa a sinistra del Bagradas essendo quella destra sotto il
controllo cartaginese.
42
Cfr. Polyb. 1 82, 8; infra p. 163-164. È per questo che non si puè seguire l'o-
AMILCARE MUOVE A SUD 157
pinione di Meltzer, II, p. 381 che fosse invece Matho ad abbandonare l'assedio di
Ippona e a congiungersi con Spendio, contra anche De Sanctis, III, 1, p. 379; Wal-
bank, p. 144. La sua spiegazione della ragione della resa delle due città, p. 76-77;
383, è forzata ed implausibile, cfr. infra p. 164 nt 8. Non prende posizione Gsell,
III, p. 115 nt 1. Veith, p. 543 nt 1 mantiene l'assedio ma esclude il congiungimento
delle forze e colloca a Tunisi l'assemblea. Ad Ippona la situa invece Huss, p. 261,
ma potrebbe pensarsi anche al campo di Utica.
43
Cfr. Tissot, II, p. 330. Meno probabile è che attraversassero all'altezza di
Thuraria se questa è Djedeida, corne ritiene Tissot, II, p. 247, che si trova a nord
della località da noi proposta per la battaglia e da cui dunque era più facile ai
Cartaginesi tagliarli fuori; cio comunque non è da escludere in quanto ci sfuggo-
no le reali capacità operative di Amilcare dopo la battaglia. Per l'insieme si veda
la pl. XVII di Tissot.
44
Meno probabile l'identificazione per Tissot, ib.
45
Diod. XXV 3, 1; cfr. anche ma meno efficacemente Polyb. I 79, 8; cfr. 79,
11. Perla derivazione infra nt 60.
46
Cfr. Huss, p. 260; l'accostamento implicito a Cesare è pregnante se si pen-
sa al ruolo specifico che la clementia ha nella prassi di guerra di questi.
47
Cfr. Polyb. I 78, 13.
48 Cfr. Polyb. I 78 14-15.
49
Possibile e comunque concorrente è il ruolo del prestigio personale di
Amilcare presse di essi rilevato da Veith, p. 542; De Sanctis, III, 1, p. 379.
158 2. DALLA BATTAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
50
Cfr. Polyb. I, 79, 9; 14. Che le due lettere fossero dei falsi, corne accettano
drasticamente Veith, p. 542; Huss, p. 261, puo essere, ma non si vede comunque
perché la provenienza delle notizie da Tunisi e dalla Sardegna dovesse accre-
sceme l'effetto sulla assemblea. In ogni caso pero nulla toglie alla fondatezza di
quanto in esse riportato. Se l'interpretazione sia polibiana o della sua fonte è dif-
ficile dirsi anche se pare più probabile la prima ipotesi in quanto tutto il capitolo,
I 79, 8-80, risponde al suo modello antimercenario ed è funzionale al commento
sociologico di 1 81, 7-11. Il ricordo di trattative segrete tra Amilcare e gli insorti
poteva tuttavia risultare sgradito alla fonte barcida.
51
Cfr. Polyb. 1 79, 9.
52
Nel secondo senso Gsell, III, p. 115; Huss, p. 261.
53
Cfr. Polyb. 1 80, 1-2; dove il contesto rende sufficientemente chiaro l'ogget-
to dei loro discorsi nella misura in cui ad essi si oppone quello di Autarito.
54
Cfr. Polyb. I 80, 8.
55
Cfr. Polyb. I 79, 8; intenderemmo il rrÀi'10oç riferito ai mercenari, nel senso
detto nel testo, in quanto altrimenti non avrebbe un senso specifico ed in quanto
confermato dal fatto che abitualmente i soldati professionisti ellenistici cambino
bandiera per reparti e non individualmente.
56
Si noti corne in Polyb. 1 80, 1 si parli espressamente di èv Kapx.11ôovio1ç tÀ-
rriç, basata sulla rricrnç di Amilcare, cfr. 1 79, 12.
7
' Cfr. Polyb. I 79, 10; supra p. 134.
AMILCARE MUOVE A SUD 159
qualificati per cio, anche se è inutile chiedersi se più tra i capi libici
o tra gli etnarchi mercenari.
Per stornare tali tendenze i tre capi storici fanno linciare gli
esponenti favorevoli all'accordo 58 e si ingegnano a rendere totale la
guerra, facendo giustiziare efferatamente Giscone e i prigionieri 59 e
decidendo di mantenere tale politica per il futuro 60 • Polibio parla
significativamente di aponoia, che, clausewitzianamente, si puo tra-
durre corne rilancio. Col primo atto in particolare si allontana la
possibilità di una pace, con il secondo si prevengono le diserzioni
individuali.
È palese che Amilcare poteva non cadere nel tranello dell'escala-
tion e mantenere la sua strategia di perdono; dovette essere Io scan-
dalo dell'opinione pubblica cartaginese ad obbligare ad abbando-
narla - almeno per il momento 61 •
4. Il governo cartaginese dopo l'esecuzione dei prigionieri, ma
dobbiamo ritenere soprattutto in seguito al congiungimento dei due
eserciti degli insorti, aveva inviato istruzione ai suoi generali di cer-
care la decisione sui campo 62 •
Dai canto suo Amilcare, corne ben nota Polibio, aveva modifi-
cato la propria strategia passando da quella di logoramento adottata
nella guerra di posizione contro Spendio e Autarito ad una Vernich-
tungsstrategie, corne è indicato dalla sua ricerca di una rapida solu-
zione alla guerra 63 e dal suo dpô11v àcpavicrm 64 •
Una serie di scontri campali infatti si evince da una frase di
Polibio (l. c.), pur difficile da intendere nella sua pienezza, «'t&v ôè
1t0Àeµirov oüç note Kpa't'T)O"EtE, -roùç µèv tv xetprov v6µcp ôt€cp0etpe, 'toùç
ôè ÇroypiQ. npoç afrrov eicravax0tv-raç ùn€J3a.ÀÀe 'toîç 011piotç ... ». La
58 Cfr. Polyb. I 80, 9-10, anche se è almeno da dubitare se non si tratti di una
65 Cfr. Mauersberger, s. v. v6µoç, col. 1663, che non si avvede in tale esatta
traduzione della contradizione con quella di Kpatfao, cfr. Id., s. v. KpœrÉro col.
1431, in quanto l'intero passo si tradurrebbe «dei nemici, di cui si impadroniva,
gli uni uccideva nella mischia etc.», il che ha poco senso.
66
Cfr. Polyb. 1 81, 2; Diod. XXV 3, 1.
67 A Tunisi pensa pure Pedech, Polybe, p. 182 nt 1, ma con argomenti inconci-
69 Cfr. Polyb. I 82, 1; anche Meltzer, II, p. 382; Gsell, III, p. 116; contra Veith,
p. 542-543; De Sanctis, Ill,1, p. 379; Wollner, p. 90.
7
°Cfr. Polyb. I 82, 4. La terminologia non indica alcun valore politico.
71
Questa invece la opinione prevalente, cfr. ad es. Meltzer, II, p. 383; Gsell,
II, p. 253-255, che peraltro parla solo di un mancato accordo per l'episodio pre-
sente; Veith, p. 543, che pure nota corne sia tipico il caso di fallimento di coman-
di a due.
72
Cfr. Polyb. l. c.
CAPITOLO V
L'ASSEDIO DI CARTAGINE
1
Cfr. Polyb. I 82, 8-10; Diod. XXV 3, 2, la terminologia (àcpicr'tT}µt, tyxEtpiÇro)
è amfibologica; anche App. Sik. 2, 9. Perla deditio a Roma infra p. 197-198.
2 Cfr. Polyb. 1 82, 4-5 rell. 8; 12-13.
3 Cfr. Polyb. I 82, 11; 13; cfr. infra p. 165.
4
Cfr. Polyb. 1 82, 6. Il fatto che le città portuali degli Emporia, cioè del di-
stretto della Sirte minore e oltre fino a Lepcis magna che ne era anzi il capoluo-
go, cfr. Gsell, III, p. 127-128; Warmington, p. 62-63; Walbank, p. 145; Acquaro,
Espansione, p. 43-44, con ult. lett.; Huss, p. 407 nt 15; per Lepcis in specie Kotu-
la, p. 47-61, funzionassero da centro di raccolta indica che i rifornimenti proveni-
vano dal territorio circostante, che era uno dei granai di Cartagine, ma anche
forse dai mercati orientali sulla rotta dai quali era scalo naturale. Ciô implica
anche che l'interno della regione, oltre che i porti per i quali ciô è scontato, fosse
rimasto poco o nulla interessato dalla insurrezione, sia quanto a partecipazione
che a raids da Tunisi. Il trasporto via mare era obbligato finché Tunisi era in ma-
no al nemico.
5
Cfr. Polyb. 1 82, 3 rel. 6.
164 2. DALLA BATIAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
6
Cosi invece Meltzer, II, p. 382; Huss, p. 262.
7
Cfr. Pedech, Polybe, p. 130 nt 2.
8 Huss, p. 256 parrebbe vedervi l'indizio dell'esistenza ab origine di simpatie
per l'insurrezione, cfr. pero p. 262. Ma cio è escluso dal fatto che prima di de-
cidersi al passo estremo le due città, o almeno Utica, avevano cercato una alter-
nativa più congeniale offrendo ladeditio a Roma, cfr. infra p. 197-198. Meltzer, II,
p. 76-77, pensava ad una presa di potere degli strati inferiori della popolazione
che avrebbero estromesso il governo oligarchico filopunico; ma difficilmente Po-
libio avrebbe taciuto una stasis. Più oltre pero pare di diverso avviso ritenendo le
ragioni oscure, cfr. p. 382-383. Per Veith, p. 543; Gsell, III, p. 116 nt 7 gli assedia-
ti credevano Cartagine perduta, ma la situazione strategica al momento non <lava
tale impressione; insufficiente De Sanctis, III, 1, p. 379; alla pressione degli insor-
ti pensa, esattamente anche se genericamente, Warmington, p. 82.
9
Il riferimento alla oiKt:t6t11 Kat 1ttcrnç degli Uticensi/lpponati potrebbe in
particolare fare pensare alla conclusione di un apposito trattato.
10
Spontanea la riticnc Gsell, III, ib.; De Sanctis, III, 1, p. 380. Più probabile
che fosse stata espressamente richiesta dagli insorti.
11
Diversamente Meltzer, II, p. 383; Veith, p. 543; Gsell, III, p. 117 nt 1; De
Sanctis, III, 1, p. 380 nt 23; cfr. pero Walbank, p. 146; Diod. XXV 3, 2 parla
espressamente di entrambe le città. La menzione di un solo hegemon prova solo
che il comando era unificato.
12
Cfr. Polyb. I 82, 10; Diod. XXV l. c.
13
Cos! ci pare da intendere App. Lib. 5, 21.
L'ASSEDIO DI CARTAGINE 165
14
Cfr. Polyb. 1 82, 11; anche Diod. XXV 4, 1.
15
La concentrazione preliminare al campo di Tunisi cui pensa De Sanctis,
III, 1, p. 380 non è necessariamente da supporre. L'assedio è in piena regola e cio
lascia pensare a lavori di controvallazione intorno alle mura, dunque oltre le col-
line dell'Istmo.
16
Cfr. Polyb. 1 82, 5.
17
Cfr. Polyb. 1 82, 12.
18
Cfr. infra p. 186; Huss, p. 263 nt 82 ritiene invece che il suo successore as-
sumesse la carica di stratego della Libia, e dunque la sua destituzione; ma si è
visto corne Amilcare deteneva uno specifico comando militare e che di questo si
trattava.
19
Per oi politai cfr. Meltzer, II, p. 464; Gsell, III, p. 229 nt 5.
2
° Con il generale a Lilibeo nel 250/249, figlio di Amilcare di Paropo, supposi-
tivamente Io identificano De Sanctis, III, 1, p. 380 nt 25; Picard, Hannibal, p. 73;
Id., Révolution, p. 118-119; Walbank, p. 146; Scullard, p. 568
21
Cfr. Polyb. 1 82, 12.
22
Cfr. Polyb. 1 82, 5; 12, parla genericamente di ouv<iµEtç; a tutti pensa Pi-
card, Hannibal, p. 72-73.
166 2. DALLA BAITAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
23
Una spiegazione diversa in senso politico danno Meltzer, II, p. 383; Pi-
card, Hannibal, p. 72-73; Id., Révolution, p. 117-119 e Huss, p. 262-263 nt 82.
24
Cfr. Meltzer, II, p. 383.
25
All'opposto invoce Picard, Hannibal, p. 73; Id., Révolution, p. 113 Io ritiene
addirittura membro della famiglia dei Barca.
26
Cfr. Polyb. I 82, 13; 86, 1, dove Annibale è posto sullo stesso piano di Nara-
va; di tale idea era del resto già Veith, p. 544; Gsell, II, p. 423 nt 6; III, p. 117; De
Sanctis, III, 1, p. 380; una svista quella di Veith, Atlas, col. 10.
27
Il caso del subentro di Giscone ad Amilcare in Sicilia non vale in contra-
rio. Sia per l'eccezionalità della situazione sia soprattutto perché Giscone detene-
va già una strategia ed era anzi il luogotente di Amilcare, mentre qui la nomina
era ex novo.
28
Cfr. Polyb. I 83, 12; anche 1.
29
Si consideri che l'assedio pare durare per qualche tempo, cfr. Polyb. 1 83,
12; 84, 3, anche Huss, p. 263, e che una passività degli insorti è impensabile. In
particolare la digressione di Polyb. I 83, 1-11 sembra destinata a coprire degli
eventi su cui non era informato o di cui non voleva <lare notizia.
L'ASSEDIO DI CARTAGINE 167
3
° Ciè> - già sostenuto da La Bua, p. 238 - emerge dalla identità quasi testuale
con Diod. XXV 4, 1 che non puô spiegarsi con una derivazione di Diodoro da Po-
libio per quanto detto nella Parte 1.
31
Cfr. Polyb. 1 84, 1.
32 Si guardi la Carta Il.
33 Cfr. Polyb. 1 82, 13; 84, 2.
34
Per questo chora = entroterra è più esatto di = campagna, ad es. in Melt-
zer, II, p. 383; Gsell, III, p. 117; più esattamente Warmington, p. 189.
35
Cfr. Polyb. 1 82, 13. Amilcare non poteva avere più di 3/4.000 cavalieri, tra
Numidi e Cartaginesi, e questi ultimi, corne cavalleria pesante, poco utili per
compiti di intercettamento. L'inferiorità libica, da dedursi dal fatto che non riu-
scirono a contrastarlo, irnplica allora che i Numidi che erano ancora con loro
nella precedente battaglia dovevano averli abbandonati del tutto nel frattempo.
Non è perô da escludere che fossero passati ai Cartaginesi e che questi avessero
ricevuto altri reparti direttamente dalla Numidia.
36 Cfr. anche Veith, p. 544.
CAPITOLO VI
LA BATTAGLIA DI PRIONE
1
Polyb. I 84, 3 parla delle migliori truppe dei mercenari, cioè dell'ex-esercito
di Sicilia, e dei Libî, cioè dei contingenti insurrezionali, per un totale di 50.000
unità. Lo specifico allestimento implica che non era esattamente il medesimo
esercito dell'assedio che prendeva il campo ma che si era proceduto ad una
qualche riorganizzazione, dando quindi ragione alripotesi, peraltro apoditica, di
una prima riconcentrazione a Tunisi di Veith, p. 544. Il dato numerico non è
inattendibile, corne invece ritengono Veith, p. 570, che propone 15.000; Gsell, III,
p. 118 nt 6; De Sanctis, III, 1, p. 381 nt 26; 382 che giunge a 20.000 seguito da
Walbank, p. 146; Huss, p. 263 nt 88; contra Meltzer, II, p. 383-384, ma senza ar-
gomenti. Esso infatti è tutt'altro che smentito dalla differenza tra gli originali ca.
90.000 e gli attuali 50 + 20.000 (le truppe ipotizzabili lasciate a Tunisi); le perdite
complessive subite finora infatti (perdite ad Utica; 8.000 al Bagradas; 14.000 nel-
la seconda battaglia e peraltro pari per almeno parte ai rinforzi ricevuti; perdite
durante gli assedi di Utica ed Ippona e di Cartagine; diserzioni - diciamo 30.000
in totale), detratti i rinforzi, non possono eccedere tale differenza e confermano
invece la forza dell'armata lasciata a Tunisi, la cui consistenza d'altronde risulta
anche dal fatto che altrimenti non ci spiegheremmo il colpo di coda finale degli
insorti, cfr. infra p. 183; al comando della piazza era rimasto palesemente Matho,
cfr. Veith, p. 545; Gsell, III, p. 119 nt 1; Huss, p. 264; ma nulla autorizza a sup-
porre, corne fa Pedech, Polybe, p. 133 nt 2, che avesse ripreso l'assedio di Carta-
gine. L'ampiezza del teatro e l'operare per corpi autonomi risponde all'obiezione
di Veith, ib. dell'inadeguatezza di un esercito cosl numeroso per operazioni di al-
ta mobilità in terreno non piano.
Il riferimento alla selezione dei migliori è pero, su base solo numerica, una
esagerazione; probabilmente è da intendere nel senso che si erano rimpiazzati i
più stanchi ed i feriti con truppe fresche tratte da Tunisi e che gli uomini di Sici-
lia, ca. 10.000 ormai, erano inclusi tutti.
I Cartaginesi disponevano di 10.000 + 2.000 (Narava) + 9.000 (Annibale, de-
tratte le perdite di Annone ad Utica) + qualche ulteriore reparto di Numidi = ca.
22.000, più gli elefanti.
170 2. DALLA BATIAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
2Cfr. Polyb. l. c.
3Polyb. I 84, 5.
4
Cfr. Polyb. I 84, 4; 7.
5
Cfr. Polyb. I 84, 5; anche Diod. XXV 4, 2.
6
Cfr. Polyb. I 84, 7; intenderemmo l'espressione tv mtç Kœtà µtpoç xpdmç
corne «azioni per singoli corpi, reparti», e dunque non avverbialmente corne fan-
no invece Walbank, p. 143; Mauersberger, s. v. µtpoç, col. 1553; per meros = «Tei-
lung des Heeres», cfr. Mauersberger, ib., col. 1551. Utile anche se brevemente
Gsell, III, p. 119.
7
Cfr. Polyb. I 85, 1. È owio il parossismo e l'esagcrazionc di qualche caso
probabilmente autentico, ma proprio per ciô una affermazione simile rivela la
conoscenza da parte della fonte di Polibio dell'esistenza di un alto numero di pri-
gionieri.
8
Cfr. Polyb. I 84, 7; ôtt<p0f:tpf: è da intendere in senso figurato. Che Amilcare
facesse prigionieri è indicato da I 84, 8.
LA BAITAGLIA DI PRIONE 171
chiaro corne fossero estese non solo nel tempo, dal momento che
Polibio seppur genericamente allude ad una serie prolungata di
scontri 9 , sia nello spazio, in quanto solo cosl si spiega la suddivi-
sione in corpi autonomi. D'altro canto il numero dei combattimenti
conforma corne anche gli insorti, pace Polibio, dovessero riportare
dei successi 10•
Non mancherebbero peraltro battaglie campali vere e proprie,
6À.oxepeîç Ktvôuvot, ma la sorpresa che sembra esserne la cifra carat-
teristica - Amilcare, corne Lawrence d'Arabia, attacca il nemico
comparendo dal nulla, àvEÀ.1ttO"'troç Kai 1tapaô6Çroç -, unitamente alla
frequenza di attacchi notturni - corne tali probabilmente contro
accampamenti -, fa ritenere che si tratti di una esagerazione e che
anche qui si deve trattare di semplici azioni di ( contro )guerriglia,
casomai di maggiore portata 11 • Ciô è del resto confermato dal loro
numero che pure pare elevato, il che è implausibile se si trattasse di
grandi battaglie vittoriose.
Precisare il teatro effettivo non è possibile, proprio per tale
durata, ma non ci pare fuori luogo far riferimento all'intero terri-
torio cartaginese a sud della riva destra del Bagradas fino all'altezza
della stessa Sicca e di Mactaris; del resto Prione appare, corne
diremo, non poco distante da Tunisi.
Non c'è dubbio che si tratta di una guerra di gran movimento 12 ,
e con caratteristiche simili - fatte salve le differenze dovute al
diverso contesto geografico - a quella di Sicilia, proprie cioè della
scuola del Barca e quindi comuni, tra gli insorti, anche ai reduci di
quella, sebbene solo mimeticamente. Ed è questo che probabilmente
intende Polibio riconoscendo che gli insorti non erano in nulla infe-
riori nella audacia dei loro attacchi ai Cartaginesi 13 , ma contrappo-
nendo corne spiegazione della loro sconfitta la èµ1tEtpia µe0oôtKÎl Kai
<J"tpa-nrytKÎl ôuvaµtç del Barca alla loro à1tetpia Kai -rptf3"1 àÀ.6yoç
<npanronKÎ) 14 • La quale seconda non puô essere intesa corne man-
canza di esperienza 15 , che è proprio quella invece di cui i veterani di
9
Cfr. Polyb. 1 84, S; 7-8; significativo l'accostamento di Amilcare ad un gio-
catore di petteia, cfr. 1 84, 7, il (un?) gioco da tavola che lascia pensare alla pa-
zienza o almeno alla tranquilla riflessione, per essa cfr. Lamer, coll. 1966-1970.
1
°Contra Meltzer, II, p. 384.
11
Cfr. Polyb. I 84, 8; contra Walbank, p. 143; Pedech, Polybe, p. 132 nt 3, il
cui riferimento è pregnante, ma al quale va obiettato che appunto alla Trebbia e
al Trasimeno si erano distrutti interi eserciti, del che qui non è traccia. Per le per-
dite complessive fino a Prione, relativamente modeste, infra, p. 172.
12
Per gli insorti cfr. Polyb. 1 84, 4; per Amilcare 1 84, 8.
13 Cfr. Polyb. I 84, S.
14
Polyb. 1 84, 6.
15
Cosl invece Mauersberger, s. v. àxstpia, col. 161; Pedech, Polybe, p. 132.
172 2. DALLA BATTAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
16
Cfr. Diod. XXV 4, 2, à1tEtpia. -rrov ityéµovrov. Tale specificazione non ha
uguale in Polibio e cio prova la risalenza dalla fonte comune. In generale all'i-
nadeguatezza del comando degli insorti pensano Veith, p. 545; Gsell, III, p. 119.
Exc. Hoesch. 510 W. = Diod. XXV 4, 2 (seconda parte) ripete effettivamente
la contrapposizione polibiana; ma si è visto, supra p. 18, corne gli excerpta di
Hoeschel interpolino Diodoro con Polibio, e l'inaccuratezza della citazione che è
piuttosto una parafrasi Io conferma, essendo il compilatore di questi avvezzo a
tale prassi; non seguiamo pertanto, in questo caso, la tesi di La Bua, p. 239 che
Polibio e Diodoro citino letteralmente la fonte comune.
17 Cfr. supra Parte 1, Cap. I.
18
Ben tradotto da Walbank, p. 142.
19
Cfr. Mauersberger, ib.
2
°Cfr. rispettivamente Polyb. I 84, 3 e 85, 7; la cifra contenuta delle perdite è
fededegna, in quanto troppo ridotta a fronte di una serie di lunghi combattimenti
per essere inventata. Ed è quindi probabile che la cifra degli intrappolati a Prione
ne sia stata dedotta per sottrazione.
21
Diversa la sua strategia per Veith, p. 545; la pazienza del giocatore di pet-
LA BATIAGLIA DI PRIONE 173
teia di cui parla Polibio più che una scelta pare il male minore di fronte ad una si-
tuazione strategicamente frustrante.
22 Cfr. Polyb. I 84, 9.
23
Si noti che non sappiamo nulla sulla sorte delle città dell'interno e anche
dei singoli forti in questa fase; anche se naturalmente la minaccia della guerriglia
impediva assedi regolari. Pare perè che esse non costituissero il principale inte-
resse delle annate, se Amilcare solo dopo Prione si darà al loro sistematico as-
soggettamento, cfr. Polyb. I 86, 1-2.
24
Cfr. Polyb. I 84, 9.
25
Cfr. Polyb. I 84, 9; 85, l; Veith, p. 545; prova ne sono gli episodi di antro-
pofagia, perfettamente plausibili anche se generalizzati probabilmente dalla
fonte.
26
Veith, p. 545 ritiene che le operazioni precedenti avessero costretto gli in-
sorti alla rinuncia di ogni Detachierung e ne paralizzassero la ricognizione. Se
tale seconda osservazione è esatta, e del resto da dedursi a priori dalla inferiorità
di cavalleria, pure la semplice successione di una serie di scacchi parziali non è
sufficiente per spiegare una concentrazione che negava radicalmente la strategia
174 2. DALLA BATIAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA Dl PRIONE
adottata e avrebbe un senso solo se gli insorti si fossero risolti a cercare la batta-
glia, il che pero è escluso dal seguito degli eventi.
27
Cfr. Polyb. I 84, 9.
28
Non dovevano perô essere molto nurnerosi in quanto altrimenti cosi la for-
za dei Cartaginesi ne sarebbe stata ulteriormente indebolita. Si doveva trattare di
caposaldi il cui compito era di frenare eventuali sortite nemiche dando tempo
alle altre forze, e forse ad una forte riserva operativa, di concentrarsi.
29
Cfr. Polyb. I 84, 9-11.
3
° Cfr. Polyb. I 84, 12; 85, 1; Meltzer, II, p. 384; Veith, p. 545; Id., Atlas, col.
11; De Sanctis, III, 1, p. 381 ritengono effettiva la speranza di soccorsi. Ripete Po-
libio Gsell, III, p. 119; Huss, p. 264 che scarta perô a ragione l'eventualità che gli
insorti non fossero riusciti a mettersi in comunicazione con Tunisi.
31
Secondo De Sanctis, III, 1, p. 381 era invece l'esercito di Annibale a tenerlo
a hada. Ma i due eserciti cartaginesi in questa fase paiono ancora operare
congiunti.
32
Contra Veith, p. 547.
33
Cfr. Polyb. I 86, 2; infra p. 181-182.
34
Il ruolo di queste, implicite nell'esistenza di un accampamento, è notato
anche da Veith, p. 553.
LA BAITAGLIA DI PRIONE 175
35
Nep. Ham., 2, 4.
36
Cosi Gsell, III, p. 120 nt 1.
37
Polyb. 1 85, 3.
38 Cfr. Polyb. 1 85, 2; 5.
39
Cfr. Polyb. 1 85, 4. Il disarmo si evince conversivamente dalla prevista
conservazione di un chitone. La mitezza delle condizioni è notata anche da Veith,
p. 546; De Sanctis, III, 1, p. 381. Essa comunque rimane indicativa della situa-
zione degli insorti anche - anzi soprattutto - se si sospetta una malafede di Amil-
care.
Che la decisione fosse presa dai capi per paura dei loro uomini, cfr. Polyb. 1
85, 2, sembra una sorta di contrappasso, corrispondente al senso di circolarità
storica di 1 84, 10, in ogni caso al fonte di Polibio non aveva il mezzo per inverare
un simile fatto.
La veste in cui i dieci erano da consegnare non è precisata - ma è improba-
bile che fosse espressamente di ostaggi, corne invece ipotizza Huss, p. 264, in
quanto troppo poco numerosi a tal fine e in quanto in tal caso non si parlerebbe
di crùÀ.À.T)\jltç; in realtà il fatto che la fonte di Polibio potesse probabilmcnte di-
sporre del testo dell'accordo rende significativo il suo silenzio. È probabile che la
loro qualità fosse volutamente ambigua, per irretire i dieci inviati che avranno
compreso subito di essere i prescelti, corne nota Walbank, p. 147, ma che è diffi-
cile pensare fossero disposti a sacrificare la propria vita, corne ritiene invece De
Sanctis, III, 1, p. 381; Gsell, III, ib.
40
Cfr. Polyb. 1 85, 6.
176 2. DALLA BATTAGLIA DEL BAGRADAS A QUELLA DI PRIONE
41
Cfr. Polyb. 1 85, 6.
42
Cfr. Polyb. 1 85, 6-7.
43 Meltzer, Il, p. 384; De Sanctis, JTT, 1, p. 381 rilevano corne l'arresto se for-
<lai solito movimento aggirante d'ali 47 • In ogni caso ciè> era avvenuto
ad una certa distanza dalle loro postazioni, se non vi si erano potuti
appoggiare e ritirarvisi.
3. La località in cui gli insorti erano stati intrappolati era nota
col nome di Prione, cioè « sega », per la sua tipica configurazione 48 •
Di essa si sono proposte due identificazioni scientifiche; con la loca-
lità di Teniet-es-Sif (Aïn es Sif), in prossimità di Kairouan, in corri-
spondenza dello spartiacque dei bacini dell'Ou. Nebhan ( o Nebaana)
c dcll'Ou. cl-Kcbir 49 ; ovvero con il Dj. el Djedidia 16 km ad ovest di
Hammanet lungo la strada per Zaghouane 50 • Ad esse va aggiunta
l'osservazione recente di Scullard che la collocherebbe più vicino a
Tunisi di quanto non faccia Io stesso Veith 51 •
Scetticismo nei confronti di entrambe è stato mantenuto invece
da alcuni in base all'osservazione che creste dentellate, cioè a sega,
sono tutt'altro che infrequenti nell'Africa settentrionale 52 , e che in
specie quella di Veith non rende ragione della logica dei movimenti
dei due eserciti5 3 •
Dai canto nostro aggiungiamo alcune osservazioni. Anzitutto
Polibio parla assai elusivamente di 'toxoc;, il che rende più lecito pen-
sare ad un singolo rilievo con quella forma che non ad una serie di
monti aventi nel compleso l'aspetto di una sega 54, il che avvalore-
rebbe la identificazione di Veith 55 • Poi la lunga durata della cam-
pagna obbliga a cercare la localizzazione in una regione assai
vasta 56 , di modo che, strategicamente, se la nostra individuazione
dei suoi obiettivi per entrambe le parti è esatta, la localizzazione di
Tissot nell'estremo sud apparirebbe preferibile. In terza luogo mette
canto notare che la morfologia calcarea dell'orografia tunisina -
47
Si veda anche quanto detto a nt 28 che rimane valido per lo svolgimento
dello scontro ma non basta a <lare ragione di un accerchiamento vero e proprio.
48
Cfr. Polyb. I 85, 7; la traduzione con défilé de la Hache introdotta da Folard
e divulgata da Flaubert in Salammbô è erronea, cfr. già Tissot, I, p. 547 nt 1.
49
Cfr. Tissot, I, p. 545-548; per la località cfr. AAT, Carte XLVIII n. 32;
Veith, K.arte 2., e Gsell, III, p. 120 per l'aggiornamento toponomastico.
5° Cfr. Veith, p. 550-554; K.arte 2., a, f; a p. 548-549 la critica a Tissot, e a
L'ASSEDIO DI TUNISI
E IL COLPO DI CODA DELL'INSURREZIONE
1
Cfr. Polyb. 1 86, 1; la logica delle operazioni induce ad attribuire il doppio
significato a 1tOÀ&tç.
2 La connessione causale è già notata da Polyb. 1 86, 2.
3 Una sua totale assenza notava già Veith, p. 534.
4
Il termine peraltro è anfibio e puô indicare anche solo la adesione al fronte
nemico, cfr. ad es. Polyb. 1 17, 2.
5 Cfr. Polyb. 1 86, 2.
6
Cfr. Polyb. 1 86, l.
7
Cfr. Polyb. 1 86, 2.
182 3. LA FINE DELLA GUERRA
8 Cfr. Polyb. 1 86, 3; secondo Meltzer, II, p. 385 invece solo ora l'esercito si
sarebbe diviso.
9
A oltre 25 km calcola la distanza Veith, p. 554-555; Id., Atlas, col. 11; Gsell,
Ill, p. 122 nt 1; cfr. Walbank, p. 148; la supremazia navale garantiva le normali
comunicazioni attraverso la laguna di El Bahira.
1
°Cfr. Polyb. 1 86, 2.
11
Cfr. Polyb. 1 86, 5.
12 Cfr. Gsell, III, p. 121 nt 4; a cui conforto va aggiunto che le forze di Matho
vere di Spendio e degli altri pendeva ancora dalla croce sulla quale era stato im-
palato, cfr. Polyb. I 86, 6.
18
Cfr. Polyb. I 86, 5.
19
Cfr. Polyb. I 86, 5-6; cosi intendiamo i trenta €m<pavecrtci'to1, non essendovi
motivi per pensare ad una commissione senatoriale corne quella di I 87, 3; diver-
samente Meltzer, II, p. 385 li identifica con l'intera gerousia, ma, oltre al proble-
ma numerico (infra p. 186 nt 9), non si vede per quali ragioni essa dovesse trovar-
si nel campo di Annibale; contrario, ma apoditticamente, è anche Walbank,
p. 148; seguito da Huss, p. 265 nt 30.
20
Se i nostri calcoli sono esatti non più di 20/25.000 e di truppe scadenti. Al-
l'azione pero puo averne preso parte solo una frazione per non lasciare sguamito
il muro meridionale di fronte ad Amilcare.
21
Di questo non tiene conto Veith, p. 556 che parla di annientamento.
22 Cfr. Polyb. I 86, 6-7; Diod. XXV 2.
23
Cfr. Polyb. I 86, 8.
24
Va tenuto presente anche corne l'istmo doveva essere nell'Antichità più
stretto dei 500 mt attuali, cfr. Veith, p. 554 nt 2.
25
Cfr. Polyb. l. c.
26
Diversamente Gsell, III, p. 122; De Sanctis, III, 1, p. 382. Il testo di Polyb.
l. c. rende evidente che il trasferimento fu via terra. Del resto un trasbordo lagu-
nare avrebbe richiesto tempi di organizzazione non compensabili poi dalla rapi-
dità della traversata.
27
Diversamente De Sanctis, III, 1, p. 383.
CAPITOLO VIII
1
Cfr.Polyb. I 86, 9.
2
Cfr. Polyb. l. c.
3
Cfr. Polyb. I 87, 7.
4
Cfr. Polyb. 1 87, 3.
5 Contra Veith, p. 557.
6
Per Seibel, p. 26; Veith, p. 556; Id., Atlas, col. 12; Gsell, III, p. 122 nt 2; De
Sanctis, III, 1, p. 382; Walbank, p. 148; Huss, p. 265 nt 100 invece Amilcare teme-
va di nuovo di essere tagliato dall'interno, se cosi fosse perà avrebbe preso posi-
186 3. LA FINE DELLA GUERRA
zione a sud di Tunisi o sui Dj. Ahmar. A De Sanctis, III, 1, p. 384 sfugge la
connessione tra la posizione di Amilcare e il movimento verso gli Emporia degli
insorti.
7
Cfr. Polyb. 1 87, 3; dei resti del primo Polibio non fa parola, ma è cogente
supporre che fossero riparati a Cartagine e riorganizzativi.
8
All'opposto Meltzer, II, p. 386; Picard, Révolution, p. 120; 128; Id., Hanni-
bal, p. 74, il quale ritiene anche che invece di una nuova nomina si tratti di un an-
nullamento della sua precedente rimozione, ma cio è incompatibile col testo di
Polibio; Scullard, p. 568. Diversamente Gsell, II, p. 244 nt 1.
9
Cfr. Polyb. I 87, 3. Sempre con la intera (nuova) gerousia li identifica Melt-
zer, II, p. 40; 386; Walbank, p. 148; Huss, p. 265 nt 101, con riseive; Scullard,
p. 568; con solo una sua parte Gsell, II, p. 216; III, p. 122; Picard. Révolution,
p. 127; per il problema del numero dei suoi membri cfr. anche Picard, Révolu-
tion, ib.; Huss, p. 462-463.
1
° Cfr. Polyb. I 87, 4.
11
Cfr. Polyb. I 87, S.
LA FINE DELLA GUERRA 187
12
Cfr. Polyb. 1 87, 7.
13
Cfr. ad es. Meltzer, II, p. 386; Veith, Atlas, col. 12; De Sanctis, III, 1, p. 383;
Gsell, III, p. 122 nt 4; Warmington, p. 189; Walbank, p. 148; Huss, p. 265.
14
De Sanctis, III, 1, p. 384 riteneva che i Cartaginesi avevano costretto Ma-
tho a lasciare Tunisi attaccando le piazze degli insorti nella regione, ma cio
contraddice il fatto da lui stesso notato che essa non aveva aderito all'insurre-
zione; Huss, p. 265 pensa alla necessità di procurarsi rifornimenti; che questa vi
fosse è indubbio, ma il problema di Matho andava molto oltre, ed era strategico-
politico.
15
Si ricordi corne da Lepcis Magna partiva la strada per Alessandria, cfr.
Huss, Karthago und Aegypten, p. 132.
16
Cfr. Polyb. 1 87, 8.
17
Cfr. Polyb. I 87, 7.
18
Cfr. Polyb. I 87, 7-8.
188 3. LA FINE DELLA GUERRA
19
Diversamente, secondo Meltzer, II, p. 386; Veith, p. 557; De Sanctis, III, 1,
p. 384; Huss, p. 265, era la situazione di svantaggio a determinare gli insorti. Ma
in una tale eventualità era proprio la battaglia campale la cosa più da evitare.
20
A nostro avviso durante il corso della campagna. Diversamente Veith,
p. 571. I Cartaginesi difficilmente potevano avere più di 20/25.000 uomini, gli in-
sorti non moiti di più o di meno; Veith, p. 570-571, seguito da Walbank, p. 148;
Scullard, p. 568 invece calcola rispettivamente 40 e 30.000.
21
Cfr. già De Sanctis, III, 1, p. 383. Gioca perô anche una certa stanchezza di
Polibio che sembra aver mal distribuito la sua materia in una trattazione pur
sempre isagogica alla materia delle Storie.
22
Diversamente Meltzer, II, p. 386.
23 È da escludere si trattasse di Tunisi, cfr. Veith, p. 557-558 nt 2, che pare
27
Cfr. Polyb. I 88, 2-3; Diod. XXV 5, 3 Io ripete quasi testualmente e cio
stante quanto visto sinora sul rapporto con Polibio obbliga a ritenere che questi
qui citi dalla sua fonte, incluso l'epifonema omesso da Diodoro. Wollner, p. 91
deduce da Polibio la competenza dei generali cartaginesi a concludere trattati di
resa.
28
Cfr. Meltzer, II, p. 376; Gsell, III, p. 123; Warmington, p. 65; Walbank,
p. 148. Ove le fonti. Non si possono percio accogliere Meltzer, II, p. 76; 386;
Veith, p. 558; Huss, p. 266 che parlano di resa incondizionata o di Diktatfriede.
29
Diversamente Meltzer, II, p. 76-77.
30
Cfr. Nep. Ham., 2, 4; più che la conseguenza della sua sintesi la notizia
pare il riflesso di una fonte diversa. Lo rigetta Gsell, III, p. 123 nt 2. Lo omette
Wollner, p. 91. Si noti anche il termine «augusteo», e corne tale non privo di si-
gnificato, di restituere.
31
Cfr. Polyb. I 88, 6-7. Per il problema storico-istituzionale del trionfo mili-
tare a Cartagine di cui quello in oggetto è l'esempio principale, si consenta il rin-
vio al nostro lavoro in corso di stampa Loreto, Pais.
CAPITOLO IX
1
Cfr. Polyb. I 79, l; a non molto dopo l'ammutinamento in Africa pensa in
generale Meltzer, II, p. 380; al 241-240 Barreca, Civiltà, p. 4; alla primavera 240
Meloni, p. 32; meno esattamente Walbank, p. 144.
2 Cfr. Meltzer, II, p. 380; De Sanctis, III, 1, p. 386 nt 32.
3 Cfr. Polyb. l. c.
192 3. LA FINE DELLA GUERRA
4
Cfr. Polyb. I 79, 14; supra p. 158 nt 50. È indifferente se il messaggio fosse
autentico o falso, in quanto in tale seconda eventualità esso doveva comunque
apparire verosimile.
5 Cfr. Manfredi, p. 77; perla provenienza dall'Africa, e non da zecche locali,
Nora pensa Meloni, Sardegna, p. 31; nessuna ipotesi in Walbank, p. 144. Cfr. di
seguito nel testo per la sua natura.
12 Cfr. Polyb. 1 79, 2.
13 Cfr. Polyb. 1 79, 3.
14
Cfr. Polyb. 1 79, 2-3; che non si parli di torture ed esecuzioni fa ritenere
che la cittadella fosse stata espugnata manu militari. e che i difensori fossero per
Io più caduti nella difesa.
15
Lo stesso che vi aveva combattuto nel 258 secondo De Sanctis, III, 1,
p. 386, che forse ha ragione; Meloni, Sardegna, p. 3; contra Walbank, p. 144;
Huss, p. 261 nt 12; inidentificabile per Meltzer, II, p. 380.
16
Cfr. Polyb. 1 79, 4.
17
La esistenza di molteplici piazze militari, per Io più di piccole dimensioni,
nell'isola, cfr. per tutti Barreca, Fortificazioni fenicio-puniche; Id., Civiltà, p. 86;
Bondi, Dominazione, p. 189, non prova nulla quanto alla dislocazione delle
truppe in questo particolare frangente. Ad es. l'armata poteva essere stata
concentrata nella base maggiore in vista di un trasferimento a Cartagine per es-
sere impiegata contro gli insorti, ed anzi cio potrebbe aver fornito la scintilla del-
1'ammutinamento, corne in Spagna nel 1821.
18
È evidente che la presenza di ammutinati a Cornus, attestata numismati-
camente, cfr. Zucca, ib., non indica nulla in proposito, potendo essere stata oc-
cupata in seguito. A più guarnigioni pensa Barreca, Civiltà •. p. 84.
194 3. LA FINE DELLA GUERRA
19
Cfr. Fest. 430 L.
° Cfr.
2
Polyb. 1 79, 5.
21
Perle vicende Meloni, Sei anni; Dyson, p. 247-249.
22 Per l'estrazione sociale di Ampsicora ora Bondi, Note, p. 145 nt 42.
esattamente quanto agli indigeni insorti, Meloni, Sardegna, p. 32; Barreca, Civil-
tà, p. 44; analogamente Dyson, p. 245; agli abitanti delle città puniche pensava
Pais, p. 28 nt 1.
24
Polyb. 1 88, 9.
25
Cfr. Polyb. 1 88, 8.
26
Non sana la contraddizione di Polibio Meloni, Sardegna, p. 32-33, che
pure è il solo a notarla.
LE VICENDE DI SARDEGNA 195
corne indica l'incisa di Appiano « ••• èc; µ6vov t6vfü: n6ÀEµov ... » 42 - al
precedente 43 • La diversa portata territoriale delle due clausole è da
spiegarsi con la labilità del dominio romano nell'isola appena
annessa, che doveva far ritenere pericoloso, a meno di un anno dalla
fine della guerra, consentire la levata, e quindi, alla partenza, la con-
centrazione di truppe. Naturalmente cio non poteva riguardare Sira-
cusa che rimaneva sovrana. Una terza clausola, omessa da Appiano,
doveva concernere Io scambio tra i mercanti arrestati da Cartagine e
i prigionieri di guerra punici non ancora restituiti da Roma 44 , in
quanto Zonara l. c. menzionando questa in congiunzione con i rifor-
nimenti di grano (cioè Io stessso che l'autorizzazione ad acquistarne
ri portata da Appiano) fa ritenere che Io strumento internazionale
fosse il medesimo 45 •
L'accordo testimoniato dalla tradizione appianea(-dioniana) è Io
stesso di quello di Polibio, non essendovi incompatibilità reciproche
a fronte di una mancanza di elementi indicanti l'esistenza di due
accordi diversi 46 • Esso costituisce dunque un trattato romano-carta-
ginese ulteriore a quelli normalmente noti.
Cio che le due tradizioni riportano in più o in meno è dovuto
proprio al diverso collocamento dell'incidente dei mercanti. La
chiave per datarlo è nella liberazione dei prigionieri di guerra. Da
Polibio emerge che si tratta di uno scambio con i mercanti arre-
stati 47; da Zonara che è una clausola dell'accordo concluso. E allora
la cronologia dell'incidente non puo essere che quella polibiana.
Appiano appunto omette di ricordare Io scambio perché in contrad-
dizione con la cronologia bassa da lui adottata e a sua volta proba-
bilmente risalente, nell'accostamento apologetico alla cessione for-
zata della Sardegna, ad un annalista romano 48 •
4. Dopo tale accorda ci è testimoniata una ulteriore attività
diplomatica coinvolgente Roma e gli insorti. Le due tradizioni coin-
42
App. Sik. 2, 10.
43
È del resto intuitivo che alla clausola di un trattato - divieto di arruola-
mento di mercenari - si puo derogare solo con un altro trattato uguale e contra-
rio.
44
Perla restituzione dei prigionieri Zon. VIII 17, 9; Val. Max. V 1, l; è Polyb.
I 83, 8 che fa apparire la connessione con la restituzione dei mercanti.
45 Ad esso pensera Nep. Ham., 2, 3.
46
Le ragioni della politica arnica di Roma costituiscono una questione per-
tinente piuttosto alla sua storia interna che qui dunque non rileva investigare nel
merito, per le varie ipotesi in merito si vedano tra gli altri, Meltzer, II, p. 389;
590; Gsell, III, p. 126-127; De Sanctis, III, 1, p. 387; 389; Pais, p. 36-37; Càssola,
p. 51-52; Wannington, p. 190; Meloni, Sardegna, p. 33; 34-35; Scullard, p. 569;
Dyson, p. 246.
47
Cfr. Huss, p. 263 nt 85; Scullard, p. 568; che si tratti di un atto grazioso,
corne ritiene l'annalista di Val. Max./. c., è solo un abbellimento propagandistico.
48
Cfr. per quest'ultimo Walbank, p. 150 con la lett. precedente.
198 3. LA FINE DELLA GUERRA
49
Solo della prima parla Polyb. I 83, 11; di JtoÂ.w; App. Lib. 5, 20.
50 A tale caso deve alludere Polyb. I 83, 5. Per il tenore del trattato del 241
Walbank, p. 146; Scardigli, p. 230-231.
51
Supra p. 164 nt 8; contra De Sanctis, III, 1, p. 387 nt 33.
52
Cfr. Polyb. l. c. Il termine tmcrmiœ in realtà più generico e blando di dedi-
tio, cfr. Mauersberger, s. v. tmcmaœ, col. 954, ma questa traduzione è più plausi-
bile di foedus (ad una symmachia pensa Huss, p. 266), corne potrebbe pure pen-
sarsi per analogia coi Mamertini, in quanto, proprio a differenza di questi, il po-
tere degli ammutinati era troppo poco consolidato perché potessero essere
accettati a Roma corne una entità statuale.
53
Cfr. App. Sik. 2. 10-11; Lib. 5, 20.
54
La accolgono Meltzer, II, p. 389; Gsell, III, p. 127, De Sanctis, Ill, 1, p. 386;
Pais, I, p. 34; Warmington, p. 190; Walbank, p. 150; Barreca, Sardegna, p. 90;
Huss, p. 266; Dyson, p. 245; Bondi, Dominazione, p. 203; Meloni, Sardegna,
p. 32; Id., Sardegna e repubblica, p. 214.
55
Cfr. Polyb. 1 88, 9; all'esercito poi condotto in Spagna pensa Gsell, III,
p. 127 nt 7, ma la successione cronologica rende chiaro che si sarebbero impiega-
ti reparti dell'armata che aveva appena trionfato dell'insurrezione in Africa.
56
Cfr. Polyb. I 88, 8; il termine SKKaÂ.Éœ è ancora più generico, pure proprio
perché ormai il Joro controllo suU'isola era ridoto al minimo si puô ancor meno
pensare ad un foedus.
57
Cfr. Polyb. l. c.; ad es. Meltzer, II, p. 588.
58
Cfr. Liv. XXI 1, 5; Mcloni, Sardegna, ib.; Id., Sardegna e repubblica, ib.
LE VICENDE DI SARDEGNA 199
59
Per il dettaglio degli eventi ad es. Rich, p. 64-71; Huss, p. 266-267;
Scullard, p. 569; il problema del significato dell'atto è discusso, da ultimo, in Lo-
reto, Confiitto, p. 733-735.
60 Cfr. App. lb. 4, 15-16.
61
Il legame di classe spiegherebbe per Picard, Hannibal, p. 72 l'aiuto romano
nelle precedenti fasi; Warmington, p. 190 è di parere simile, seguito da Bondi,
Dominazione, p. 203; cfr. anche Picard, Révolution, p. 119 ma con una anti-
cipazione inaccettabile.
CAPITOLO X
EPILOGO.
IL COLPO DI STATO DI AMILCARE
1
Cfr. App. lb. 4, 16; Hann. 2, 3, il quale ricorda corne Amilcare conducesse la
guerra da stratego senza avere ancora reso conto della strategia precedente. La
tesi pregiudiziale di una opposizione politica obbliga invece Meltzer, II, p. 396 a
parlare di prosecuzione del comando dei due generali. Ma Appiano non dà spazio
ad equivoci. Esattamente Gsell, III, p. 255-256; II, p. 123.
L'intera materia trattata in questo capitolo non è riportata da Polibio, ma
ciô prova solo che essa non era per lui di rilievo e non pone in dubbio l'affidabili-
tà delle rimanenti fonti, cfr. già Meltzer, II, p. 396; Gsell, III, p. 256 nt l; contra
per una duplicazione di eventi della insurrezione è De Sanctis, III, 1, p. 377 nt 16;
seguito da Walbank, p. 151.
2 App. lb. 4, 16; Hann. 2, 3, definisce la guerra corne contro i Numidi; Diod.
XXV 10, 1 parla genericamente di accrescimento dello stato; simile Nep. Ham. 2,
5 che scrive che fi.nis imperi.i propagavit. È da ritenere quindi che questi secondi
due derivino dalla medesima fonte annibalica, e Appiano che dà particolari diver-
si da un altro. Contro la storicità di una nuova guerra Huss, p. 266; ib. nt 104 che
collega le notizie all'ultima fase della insurrezione.
3
Sia Nep. l. c. che Hann. 2, 3 e Diod. l. c. gli attribuiscono esclusivamente le
nuove conquiste a differenza di App. lb. 4, 16; perla sua preminenza anche Gsell,
III, p. 123.
4
Contra invece ad es. per tutti Meltzer, II, p. 392; De Sanctis, III, 1, p. 391;
Warmington, p. 191.
202 3. LA FINE DELLA GUERRA
più che ora una guerra con Roma era nell'immediato impossibile e
si doveva invece rinsanguare la potenza cartaginese.
La direttrice di tale conquista è difficile da stabilire. Non è tut-
tavia da sottovalutare l'ipotesi di Gsell che le famose phoinikides
taphroi attestateci ante 203 5 risalissero proprio alla guerra numidica
di Amilcare ed Annone e segnassero i nuovi confini 6 • Nel territorio
compreso tra queste e l'approssimativa precedente estensione della
chora andranno dunque cercate le annessioni africane del 237 7 • Ma
il fatto che tra queste operazioni ed il passaggio di Amilcare in
Spagna attraverso lo stretto di Gibiltcrra non vi sembri essere solu-
zione di continuità 8 pare suggerire che il movimento lungo la costa
da Cartagine alla base marocchina di Tingis, punto naturale per il
traghettamento, fosse, in parte almeno, coïncidente con la cam-
pagna numidica e che dunque le conquiste del Barca siano da cer-
care piuttosto in questa regione costiera algerina che non nell'in-
terno. Cià perà non contrasta necessariamente con l'ipotesi di Gsell,
ma soltanto la integra, in quanta ad Annone, che in tutta probabilità
operava separatamente, si puà agevolmente ascrivere la sottomis-
sione del territorio fino alle fosse fenicie 9 • Delle operazioni contro
una delle tribù numide, impossibile peraltro da identificare altri-
menti, i Micatani, abbiamo espressa notizia, insieme con quella del-
la loro brutalità che non risparmià le popolazioni civili 10 ; tale
dall'affare sardo, forse più che la vittoria sulla insurrezione nelle cui
ultime fasi Amilcare non pare essersi particolarmente distinto, gli
forniva la base necesssaria 14 •
Che subito dopo la guerra e fino al passaggio in Spagna a Carta-
gine sia in atto un conflito politico-costituzionale emerge da più
indizi. La posta in gioco non è pero la diversa posizione quanto alla
politica estera; né il conflitto è quello tra due partiti atavici, l'uno
mercantile, l'altro fondiario 15 ; il suo carattere pare invece del tutto
contingente e legato ad una questione immediata, l' acquisizione di
un potere straordinario da parte di Amilcare e la relativa opposizione.
Picard ha mostrato corne la costituzione cartaginese dopo il 241
indichi un radicale cambiamento, da lui inteso in senso democra-
tico, cioè uno spostamento del baricentro. decisionale all'assemblea
popolare 16 • Egli data una prima fase, poi rientrata, a durante la
insurrezione, in particolare in corrispondenza della destituzione dal
comando di Annone 17 • Ma per tale conclusione le fonti non danno
spazio. In particolare è sempre il governo 18 che delega la scelta del
generale da destituire all'assemblea dei soldati - che è sempre di
estrazione censitaria - e rispetto alla quale nulla autorizza a ritenere
che votassero anche i non cittadini.
La seconda definitiva fase è invece esattamente da collocare alla
conclusione dell'insurezione nel 237 19 • Picard analizza convincente-
mente le differenze tra i meccanismi costituzionali prima e dopo
tale data 20 ; omette pero una dimostrazione in positivo dell'esistenza
14
Cfr. già De Sanctis, III, 1, p. 391.
15
Il fatto che sia inesatto distinguere nella società tra una aristocrazia agri-
cola ed una commerciale e che invece le due nature coesistano, corne in In-
ghilterra nel XVII-XVIII sec. o a Genova nel Medioevo, è indicato da Warming-
ton, p. 137-138; ora Tsirkin, Economy, p. 130-131, in opposizione alla tesi tradi-
zionale per la quale ad es. Hallward, p. 30; Picard, Vie, p. 83; Walbank, p. 118;
Kotula, Hannibal, p. 91. Di cio non si rende conto ora Ameling, p. 169 ss. nel mo-
mento in cui si preoccupa di combattere tale - dunque sorpassata - posizione,
semplicemente capovolgendola.
16
Cfr. Picard, Révolution, p. 128; anche Id., Carthage au temps, p. 9; 15; ma
già Mommsen, I, p. 561-562; e assai finemente Ackermann, p. 86-87, entrambi
obliterati. Per la contemporanea rivoluzione religiosa Picard, Carthage au temps,
p. 16-36.
17
Cfr. Picard, Révolution, p. 118-119; Id., Hannibal, p. 72-73.
18 Cfr. Polyb. I 82, 12, dove oi Kapx11ooviot è l'abituale indicatore dello stato
che corne tale riconduce al suo organo governativo ordinario. Se vi fosse stata
una prassi eterodossa Polibio non avrebbe impiegato tale espressione, esatta-
mente corne fa Diod. XXV 8, corne diremo subito. Che Annibale fosse eletto corne
sostituto dall'assemblea cittadina di per sé non prova un cambiamento istituzio-
nale, essendo probabilmente già in precedenza sua la competenza, cfr. Gsell, II,
p. 229 nt 5; 421.
19
Cfr. Picard, Révolution, p. 120-121; 126; Id., Hannibal, p. 74-75.
2
° Cfr. Picard, Révolution, p. 120-129; non tutto pero puo condividersi. Ed in
EPILOGO. IL COLPO DI STATO DI AMILCARE 205
ogni caso un conto è l'esistenza di una differenza tra prima e dopo grosso modo la
guerra coi Romani, un altro una loro introduzione unitaria e rivoluzionaria.
Contra già Meltzer, II, p. 25-26; Gsell, II, p. 256-257; ora Warmington, p. 192.
21 Riprendiamo per accoglierla l'associazione di Hallward, p. 30, da lui in-
vece respinta.
22 Cfr. Picard, Carthage au temps, p. 13-15; Id., Révolution, p. 121-122; Id.,
Hannibal hegemon, anche Gsell, II, p. 423; e già Mommsen, 1, p. 562; ora Blaz-
quez, p. 57-63; Cirkin, Etat, p. 81-92; Schwarte, p. 61 sgg.; Barcel6, p. 149.
23
Cfr. App. lb. 4, 16; Hann. 2. 3. La definizione dell'oggetto delle contestazio-
ni è sfuggente; in lb. 4, 16 rel. 4, 15 si parrebbe far riferimento al fatto di aver cau-
sato l'ammutinamento con le promesse di premi fatte in Sicilia e della perdita
della Sardegna, ma il valore di questa testimonianza - già a priori da non pren-
dere alla lettera trattandosi di un passo che fa da trait d'union tra prima guerra
punica e eventi del periodo tra le due guerre e che ha dunque la funzione di sinte-
si del ruolo di Amilcare in Sicilia e nell'insurrezione - viene meno di fronte ad
Hann. 2, 3 <love, dopo aver ricordato, sempre isagogicamente, che Amilcare era
stato comandante in Sicilia, si <lice semplicemente che gli fu contestato di 1tpâ.Ço.t
KaK©ç, senza che nulla autorizzi a contestualizzare cio a tale comando. Diversa-
mente Mommsen, I, p. 562; Meltzer, II, p. 395; Gsell, Il, p. 255; Picard, Révolu-
tion, p. 120; Seibert, Hannibal, 13-14.
24
Proprio ciô obbliga Meltzer, Il, p. 396 ad alterare il disposto delle fonti;
cfr. già Gsell, II, p. 256 nt 3 che vi vede la prova di una vittoria incompleta dei
Barca, ma non si vede di che vittoria possa trattarsi se gli equilibri erano gli stessi
206 3. LA FINE DELLA GUERRA
dvw wù Kotvoù KŒPXT\Ôovirov, cfr. App. Hann. 2, 4; Zon. VIII 17, 10 se autentica
(per lo status quaestionis ora Wollner, p. 95-98, ma con un taglio diverso dal no-
stro; adde Scullard, Carthaginians, p. 21-22 che è per il rigetto; curiosamente la
testimonianza non è considerata da Barcel6, p. 75-85 alla cui tesi pure sarebbe ri-
sultata utile) potrebbe riferirsi sia al fatto che l'elezione alla strategia non era sta-
ta ratificata, sia a questa autonomia dal senato rivendicata di fatto. Se la strategia
era effettivamente una innovazione è facile vedere in Amilcare l'autore.
34 Cfr. App. lb. 4, 16.
35 App. lb. 5, 17 parrebbe alludere al momento del suo imbarco per Cadice
dal Marocco.
36
Cfr. App. lb. 5, 17; la destituzione è l'unica conclusione che se ne puo
trarre. Dubita della notizia, ma senza argomenti, Huss, p. 270 nt 1.
208 3. LA FINE DELLA GUERRA
37
Il testo di Diod. XXV 8, che non appartiene alla sezione sulla guerrra libica
ma è l'introduzione a quella sulle imprese spagnole dei Barca e dunque già in
astratto puo discendere da una altra fonte, ne è una testimonianza indiretta. Esso
infatti singolarmente si scompone in due parti, quella iniziale non ostile al Barca
di cui annovera i meriti, l'altra che ne descrive una sorta di devianza politica a
partire da dopo la fine dell'insurrezione libica. Se Diodoro non usa mai più di
una fonte per volta cio obbliga a ritenere che questa struttura doppia fosse nel
suo autore, che dunque certo non poteva essere filobarcide. Si tratterà allora di
una fonte che attesta l'esistenza di buoni rapporti tra la propria area di ap-
partenenza (che possiamo immaginare solo corne annonide) e il Barca fino ad un
certo momento e il successivo capovolgimento attribuito corne ad una deviazione
politica-morale del secondo. Che si tratti di Fabio Pittore - cosi già Ackermann,
p. 87; De Sanctis, III, 1, p. 394 nt 44-è reso improbabile dalla conoscenza di par-
ticolari troppo minuti di storia cartaginese oltre che dal ritratto inizialmente fa-
vorevole di Amilcare.
38 Cfr. Polyb. III 42, 6; perla cronologia Picard, Révolution, p. 117.
39
Per il problema Picard, Sufetes p. 278-279 nt l; Id., Révolution, p. 118; Ba-
gicalupo Pareo, p. 82-83; Ameling, p. 89, che propendono perla seconda; Picard,
Hannibal, p. 68. Perla prima ora Huss, Sufetat, p. 27-28. La considerazione della
Bagicalupo, che l'essere figlio di sufeta è cosa frequente e dunque poco distintiva,
è decisiva, rimane da vedere pero se nel senso di un «re» cartaginese o in quello
da noi proposto.
4
° Cfr. Polyb. I 78, 8.
41
Legandosi al Barca Narava si inseriva, o modificava il suo inserimento
precedente, nel giro della grande politica della capitale, legandosi a quello che gli
doveva ora apparire J'uomo forte del futuro immediato. Cià dà un contenuto
concreto alla mera fascinazione personale in Polyb. I 78, 1.
EPILOGO. IL COLPO DI STATO DI AMILCARE 209
42
Di estrazione aristocratica Io ritengono esattarnente Gsell, II, p. 255; Pi-
card, Révolution, p. 120. Il particolare della relazione efebica tra i due, cfr. Nep.
Ham., 3, 2; Liv. XXI 2, 3; 3, 4, non ha ragione di essere sospettato di calunnia in
un contesta culturale ellenistico. Egli figura corne trierarco nello stato rnaggiore
spagnolo di Amilcare, cfr. Polyb. II 1, 9. E sarà proprio lui a succedergli dopo la
morte nel 228; cfr. Lenschau, s. v.-Hasdrubal, coll. 2469-2470.
43 Cfr. Polyb. II 1, 9; Nep. Ham. 3, 2; Diod. XXV 10, 3; 12, 1; App. lb. 4, 16; su
48
Cfr. App. Hann. 2, 4; anche Diod. XXV 8 se ha ragione Huss, p. 270 nt 4.
49
Cfr. Diod. l. c.; che attesta corne egli si fosse ulteriormente arricchito col
bottino della guerra conclusa.
50
Perla ricchezza dei Barca, cfr. Picard, Hannibal, p. 20-23.
51
Cfr. Gsell, II, p. 198; Warmington, p. 141.
CAPITOLO XI
QUESTIONI DI CRONOLOGIA
1
Cfr. Loreto, Conflitto, p. 719; in generale all'estate 241 pensa De Sanctis, III,
1, p. 188 ma dal momento che la pace fu conclusa ancora console Lutazio non si
puô andare comunque oltre la fine di giugno - altrimenti avremmo una data im-
plausibile per i nuovi comizi consolari, che se ancora mobile in quest'epoca pure
si poneva raramente oltre la fine di primavera - e in realtà ci pare la prima metà
del mese; la corrispondenza tra il calendario romano e quello giuliano da seguirsi
per la fase 255-241 della guerra punica, cfr. Gwyn Morgan, p. 112, conserva evi-
dentemente validità perle vicende dell'insurrezione.
2 Cfr. Polyb. I 88, 7.
3
Cfr. Diod. XXV 6; per l'errore De Sanctis, III, 1, p. 385 nt 30; diversamente
Walbank, p. 149; Meyer, p. 382 nt 2, ma supporre che Diodoro abbia un computo
diverso da quello polibiano urta contro qualsiasi ipotesi euristica, in quanto egli
usa sempre solo una fonte senza mai modificarla di suo in modo rilevante, e tale
fonte o è Polibio o è comune con Polibio. Peraltro la nostra dimostrazione della
derivazione da una fonte comune, cfr. supra p. 20-21, obbliga a ritenere che la
durata data da Polibio non sia un suo computo ma della sua fonte, sciogliendo
cosl l'alternativa di Meltzer, II, p. 588.
4
Cfr. Liv. XXI 2, 1; Walbank, p. 149, ma con troppa cautela in quanto la
somma 5 + 9 e l'esplicito spartiacque nel testo non lasciano dubbi.
5
Indimostrato l'assunto di Meyer, ib. dell'inizio 240, comportante corne fine
l'alta estate 237; p. 383.
212 3. LA FINE DELLA GUERRA
guerra si sarebbe cosi conclusa nel marzo 237 6 • Ciô coincide con la
notizia della preparazione di una spedizione in Sardegna subito
dopo, in quanto essa per salpare avrebbe aspettato almeno l'inizio
della primavera - corne la flotta del 241.
A partire da tali dati esterni cercheremo di definire, secondo un
parametro di verosimiglianza, con tutte le cautele che ciô comporta
quanto all'accettazione dei risultati, uno schema approssimativo,
tenendo presente corne le condizioni climatiche tunisine consentano
operazioni belliche senza pause stagionali 7 •
Il primo dei convogli che riportavano a Cartagine l'armata di
Sicilia deve esere partito tra l'inizio e la fine di giugno, mentre
subito prima Amilcare doveva aver deposto il comando. Calcolando
in cinque il numero dei convogli e quindi delle traversate del canale
di Sicilia, il trasferimento dovette richiedere non meno di un mese.
Non si puô dire quanto tempo i soldati trascorressero nella capitale.
Comunque almeno 9/10 giorni dovettero occorrere per il trasferi-
mento a Sicca; in realtà avvenendo per scaglioni almeno due o tre
settimane. Qui dovettero trascorrere non poco tempo, se l'inattività
giunse a minarne la disciplina, anche non esagerando corne fa
Polibio, e comunque per le trattative con Annone che vi giunse solo
in seguito. Supponiamo quindi almeno due mesi; grosso modo inizio
ottobre dovettero muovere su Tunisi. Anche il tempo della stazione
a Tunisi dovette essere di qualche durata. L' arresto di Giscone
(ultimo atto dell'archeologia polibiana) si puô cosi porre verso la
fine di novembre 8 • L'inizio delle operazioni con il blocco di Utica e
Ipona ad oltre 90 km da Tunisi deve aver richiesto un altro paio di
settimane e qualche mese la raccolta delle leve indigene. Parallela-
mente procedeva il riarmo a Cartagine. Di modo che è lecito conclu-
dere che l'iniziativa militare fu presa da Annone con l'arrivo della
buona stagione, intorno ad aprile 240, il mese climaticamente più
favorevole 9 •
Il fenomeno dell'insabbiamento della foce del Bagradas che ne
consenti il guado ad Amilcare lascia pensare facilmente ai mesi di
minor precipitazione piovosa, dunque alla fine di settembre 10 • E dal
6
Con la fine del 238 la fanno invece terminare Meltzer, II, p. 376; 588; De
Sanctis, III, p. 385; senza specificazioni del 237 parlano Warmington, p. 189;
Scullard, p. 568.
7 Cfr. Veith, p. 558; per il clima in generale Mensching, p. 21-22; 27-31. Ad
ogni tentativo rinunciano Veith, ib.; Walbank, p. 149, corne puramente ipotetico.
8
Inizio 240 per Meltzer, II, p. 376; 589.
9
Cfr. Mensching, p. 23; alla primavera 240 pensa pure De Sanctis, III, 1,
p. 375; 385 nt 30; Scullard, p. 567. Al 240 senza specificare Huss, p. 258.
10
Il minimo delle piogge è nel periodo aprile/settembre cfr. Mensching,
p. 35; fig. 3, Ac). Pure al 240 pensa De Sanctis, III, 1, p. 385 nt 30; primavera del
239 Huss, p. 258, ma in questo modo le operazioni di Annone paiono troppo dila-
QUESTION! DI CRONOLOGIA 213
tate tenuto conto della agibilità invemale del teatro. Tre mesi per addestrare al
massimo livello le truppe di Amilcare paiono sufficienti.
11
Al 239 pone la prima deditio De Sanctis, III, 1, p. 380.
12
Al 239 senza specificazione pensa De Sanctis, III, 1, p. 380; alla sua fine
Huss, p. 263.
13
Al 239/238 senza specificare pensa Huss, p. 263.
14
Al 239 pensa ancora De Sanctis, III, 1, p 385 nt 30.
15
Cosl De Sanctis, III, 1, p. 383.
16
Al 238 in generale pensa Veith, p. 385 nt 30.
17
Amilcare sarebbe passato in Spagna nel 237 secondo Meltzer, II, p. 396;
589, seguito da Gsell, III, p. 125; cfr. anche De Sanctis, III, 1, p. 393-394; ib. nt 40;
Schulten, p. 786; Walbank, p. 152; Scullard, Carthaginians, p. 22; al 238 invece
pensa Veith, p. 558 nt 1. Non alla primavera estate si deve pensare, corne fa in-
vece Huss, p. 267; 270, ma alla fine dell'anno; il momento di riferimento è infatti
l'inizio della seconda guerra punica (a ritroso: dieci anni tra questa e la morte di
Amilcare, cfr. Polyb. III 10, 7, +quasi nove tra questa ed il passaggio in Spagna,
cfr. Polyb. II, 1, 7) che è la fine e non la metà del 219, cfr. Polyb. III 20, 6 e Io stes-
so Huss, p. 294 nt 1; l'Eu0scoç di Polyb. II 1, 5; III 10, 5 va inteso in un contesto di
sintesi e quindi non autorizza deduzioni dell'ordine di mesi. Si rilevi che la cro-
nologia di Livio l. c. sposta il computo al maggio/giugno 236.
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222 BIBLIOGRAFIA
CARTAI
Quadro geostrategico dell'entroterra punico nel 241
MAR
•Maktaris
é Theveste
0 IOOKm
4• Di tanza Cartagine-Theve te
5• Il triangolo Theveste-Sicca-Tipa. a
228
CARTAII
Il teatro principale delle operazioni
Dj . Menzel Roui
Fonduk •
Dj. Achour
0 10 20Km
Bagradas riproducono quelli antichi. Per il dettaglio topogratico ctr. G ELL. Ill, p.
109 (carta); VEITH. Karte 12 a; ID .• Atlas. BI. 2, 4; AAT, Carte XIII; XIX; XX.
229
CARTA III
Le fasi della battaglia del Bagradas (Schema)
1) Marcia di avvi%to
LEGENDA
\,
Insorti:
l><F-+
2) Posizioni iniziali & Cartaginesi:
..C] Elefanti
Cavalleria
Il
3) Prima conversione cartaginese - - - - - - - - , Il Fanteria leggera
&~
~__. .c •
'-+ \..+ :....•
1 Fanteria pesante
(fa/ange)
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INDICE ANALITICO
L'indice non ha carattere esaustivo ma solo indicativo. Gli autori moderni sono ri-
portati solo quando citati nel testo. Gli autori antichi quando citati corne tali e non
corne fonte giustificativa.
Pag.
PREFAZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . IX
INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
PARTE I
LA GUERRA NELLA STORIOGRAFIA ANTICA
PARTE II
L'ARCHEOLOGIA DELLA INSURREZIONE E LE SUE CAUSE
PARTE III
LE OPERAZIONI MILITARI
Pag.
2 - Dallo sfruttamento della battaglia del Bagradas a quella
di Prione ........................................... . 149
BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • . • • . . . . . 215
CARTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . • • . . . . 227
SOMMARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 237